Cruscotto Education
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Confindustria Cruscotto Education Dicembre 2006 Centro Studi Confindustria – Cruscotto Education Giugno 2006 EXECUTIVE SUMMARY Il capitale umano di un Paese è costituito da una quantità di fattori, di cui istruzione e formazione sono tra i più importanti. La capacità di un sistema educativo di formare il capitale umano è a sua volta influenzata da elementi diversi, in combinazione fra loro: fattori culturali, economici, sociali, demografici. Il Cruscotto Education raccoglie una serie di indicatori relativi all’ istruzione e alla formazione dell’Italia, confrontati con i principali Paesi. I data base nazionali e internazionali utilizzati forniscono un quadro completo del funzionamento del sistema educativo italiano in una prospettiva comparata, appunto un cruscotto che può servire a indicare con maggiore chiarezza la direzione da intraprendere e le risorse umane e finanziarie disponibili. Il Cruscotto è aggiornato due volte all’anno. Contiene informazioni statistiche aggiornate (grafici e tabelle) relative a: • • • • • • • • • • • • • • • • • Spese e performance dell’istruzione secondaria superiore Finanziamenti Studenti e docenti Tasso di scolarità Distribuzione insegnanti Età media insegnanti Rapporto studenti/popolazione attiva Qualità dell’istruzione secondaria superiore Istruzione terziaria: finanziamenti Rapporto studenti/popolazione attiva Attrattività del sistema terziario Numero dei laureati Inserimento professionale Tassi di occupazione e di partecipazione al mercato del lavoro La ricerca universitaria Spesa per la ricerca pubblica e privata Citation Impact 2 Centro Studi Confindustria – Cruscotto Education Giugno 2006 SCUOLA SECONDARIA SUPERIORE: IL FINANZIAMENTO La spesa annuale per studente nell’istruzione secondaria superiore in relazione al PIL pro capite, in Italia, risulta in linea con la media europea ma molto al di sotto a quella dei principali Paesi Europei. Solo 8.108$ rispetto ai 10.232$ della Germania e ai 9.992$ della Francia. Spesa annua per studente nell'istruzione secon secondaria, 2003 Relativa Relativa al PIL % del Paesi pro capi capite PPP PIL ($) % PIL pro capite Danimarca 8401 1,2 27 Finlandia 6654 1,4 23 Francia 9992 1,6 35 Germania 10232 1,3 37 Irlanda 6428 0,7 19 Italia Regno Unito 8108 1,4 31 7290 3,1 Svezia 7848 1,3 27 Stati Uniti Media Ocse 10105 1,1 27 7852 1,4 28 Fonte: Ocse, 2006. Cambiamento nella spesa per l'istruzione primaria e secondaria (1995-2002) 1995=100 160 La spesa complessiva e la spesa per studente per l’istruzione primaria e secondaria è aumentata in tutti i paesi presi in considerazione nel grafico, ma in Francia, Irlanda, Italia e Spagna dal 1995 al 2002 la spesa totale e per studente è aumentata anche in presenza di un calo delle iscrizioni degli studenti. 150 Cambiamento nel numero di studenti 140 130 Cambiamento nella spesa 120 Cambiamento nella spesa per studente 110 100 na ag d ia Sp it o lan Un o gn Re F in a lia I ta nd I rla iti an Fr Un rm Ge St a ti an ia 80 cia 90 Fonte: Ocse, 2005. Lo Stato è il principale finanziatore del sistema scolastico. Nel 2003 ha investito nella scuola poco più di 41 miliardi di euro, pari all’82% del totale della spesa pubblica per l’istruzione scolastica. La posizione preminente dello Stato deriva dal suo ruolo nel pagamento delle retribuzioni del personale. Nel bilancio del MIUR, infatti, l’89,6% delle spese correnti è costituito da redditi da lavoro. Spesa del MIUR per l'istruzione scolastica per categoria econo economica, 20002000-2003 (milioni di euro e composizioni percentuali) Categorie economiche Milioni di cui Spese Anni di Spese Spese Redditi T o tale di Consumi euro corren correnti da lavoro interme intermedi capita capitale 2000 31885 100 99,9 90,3 3,5 0,1 2001 38223 100 99,4 89,5 2,9 0,6 2002 37616 100 98,9 91 1,6 1,1 2003 41334 100 99,2 89,6 2,8 0,8 Fonte: Miur, 2005. 3 Centro Studi Confindustria – Cruscotto Education Negli ultimi cinque anni la composizione della spesa degli enti pubblici è variata. A partire dal 2001 l’incidenza della spesa degli Enti Locali si riduce sensibilmente a causa del passaggio nei ruoli dello Stato del personale non docente. A partire dal 2002 invece si registra un aumento dell’apporto delle Regioni, riconducibile all’attuazione delle deleghe previste dal D.Lgs. 112/98. Nell’ambito degli Enti Locali, i Comuni rimangono i finanziatori di maggior peso. Questi, oltre a sostenere gli oneri della scuola per l’infanzia a gestione locale, forniscono le strutture e infrastrutture alle scuole statali dell’infanzia e del primo ciclo e provvedono ai servizi d’assistenza scolastica. Le Province hanno competenze analoghe in relazione alla secondaria superiore. Giugno 2006 Spesa pubblica per l'istruzione scolastica per fonte di finanziamen finanziamento,1999to,1999-2003 (impegni in milioni di euro e composizioni percentuali) Anni Totale Stato Regioni Enti locali 1999 2000 2001 2002 2003 38757 35687 46529 46482 50550 1999 2000 2001 2002 2003 100 100 100 100 100 Milioni di euro 904 7968 29885 31908 928 6851 38516 1106 6906 37623 1721 7138 41451 1767 7332 Composizione percentuale 2,3 20,6 77,1 81,6 2,2 16,2 83,5 2,3 14,3 81 3,7 15,3 82 3,5 14,5 Fonte: Miur, 2005. 4 Centro Studi Confindustria – Cruscotto Education Giugno 2006 SCUOLA SECONDARIA SUPERIORE: GLI STUDENTI Tasso di iscrizione in percorsi di istruzione, struzione, 19981998-2004 1515-19 Paesi Il tasso di iscrizione nei percorsi di istruzione secondaria dal 1998 è in crescita in tutti i Paesi Europei, Italia compresa. Il nostro Paese, però, rispetto a quelli vicini (Germania e Francia) ha un tasso ancora troppo basso: solo il 78,8% rispetto all’88,8% della Germania e l’87,1% della Francia. 1998 Danimarca Finlandia Francia Germania Irlanda Italia Regno Unito Spagna Svezia Stati Uniti Media Ocse 2003 84,5 86,7 87,1 88,8 86,9 78,8 79 79,6 87,5 76,5 80,5 82,1 87,8 88,3 80,7 69,8 69,5 76,5 86,1 74,2 Fonte: Ocse, 2006. Indicatori per la scuola secondaria superiore, 2001 2004 Tasso di Tasso di Tasso di passaggio passaggio diploma alla scuola all’Università (2) superiore (1) (3) Gli indicatori legati alla scolarità medio - alta evidenziano negli ultimi anni un trend abbastanza positivo. Il passaggio alla scuola secondaria superiore oltrepassa anche per l’anno 2003 – 2004 la soglia di 100; il tasso di diploma giunge al 76% e anche il tasso di passaggio all’università appare in crescita (76,4% nel 2004 – 2005). 2001 - 2002 112,8 71,1 70,1 2002 - 2003 113,6 75,0 74,5 2003 - 2004 113,6 76,0 74,4 2004 - 2005 - - 76,4 (1) Iscritti al 1° anno della scuola secondaria superiore, al netto delle ripetenze, per 100 licenziati dalla scuola media inferiore nell’anno scolastico precedente. (2) Percentuale di diplomati per 100 coetanei (19enni) (3) Immatricolati all’Università (corso di laurea e corso di diploma) per 100 diplomati della scuola secondaria superiore nell’anno scolastico precedente Fonte: elaborazione Censis su dati Istat, Miur e Relazione generale sulla situazione economica del Paese 5 Centro Studi Confindustria – Cruscotto Education Giugno 2006 SCUOLA SECONDARIA SUPERIORE: IL PERCORSO TECNICO Negli ultimi 15 anni gli istituti tecnici hanno visto un drastico calo dei propri iscritti (10% in meno) a vantaggio dei percorsi liceali e degli istituti professionali. Dal 2005 c’è stato il sorpasso delle iscrizioni ai licei rispetto agli istituti tecnici. Percentuale degli iscritti agli Istituti Tecnici e ai Licei (1990 - 2006) 50 45 40 35 30 25 20 Licei Ist it ut i t ecnici 1990- 91 2000- 2002- 2003- 2004- 2005- 03 04 05 06 01 Fonte: elaborazioni Confindustria su dati Miur, 2006 I diplomati dell'istruzione tecnica Non si iscrivono all'universi tà 46% Si iscrivono all'universi tà 54% La percentuale di studenti in uscita dagli istituti tecnici che si iscrive all’Università è consistente Fonte: elaborazioni Confindustria su dati Miur 2006. Laureati T&S per tipo di scuola (2005) Fra i laureati in materie T&S (*) che hanno completato il percorso di studi, la percentuale dei diplomati provenienti dagli istituti tecnici e professionali è consistente. 1,9% 29,7% Istituti Professionali Licei Altre scuole 1,9% 66,5% Istituti tecnici (*) Il gruppo T&S comprende: il gruppo ingegneria e il gruppo scientifico Fonte: elaborazioni Confindustria su dati Miur 2006. 6 Centro Studi Confindustria – Cruscotto Education Giugno 2006 SCUOLA SECONDARIA SUPERIORE: GLI INSEGNANTI NUMERO DI STUDENTI PER INSEGNANTE Scuola Secondaria Il numero di studenti per insegnante in Italia, risulta inferiore a quello dei principali Paesi Ocse: Francia, Germania, Stati Uniti. Scuola primaria Paesi Inferiore Superio re Totale Sec. Finlandia 16,3 10 16,2 13,1 Stati Uniti Germania Regno Unito Francia Italia Spagna Media OCSE 15 18,8 15,2 15,6 16 13,9 15,2 15,1 21,1 17,1 12,3 14,4 19,4 10,7 14,3 14,1 10,3 12,9 10,3 11,5 8 12,1 11 10,8 16,9 13,7 12,7 13,3 Fonte: Ocse, 2006 L’età media del corpo docente risulta sensibilmente maggiore che nella media dei Paesi Ocse. Più del 40% degli insegnanti ha almeno 50 anni contro il 32,9% della Media Ocse, e solo lo 0,6% di docenti ha meno di 30 anni, contro l’11% della media Ocse. Nel medio termine, una parte notevole del corpo docente sarà quindi destinata a ritirarsi per raggiunti limiti di età. Distribuzione insegnanti nella scuola secondaria supe superiore per classe di età, 2002 < 30 3030-39 4040-49 5050-59 >= 60 Italia 0,6 12,8 43,3 39,0 4,2 Media Ocse 11,3 23,8 32,9 32,9 27,5 4,5 Fonte: Ocse, 2004. Età media dei docenti al momento dell'immissione in ruolo 45 L’età media dei nuovi assunti è stata nell’ultimo quinquennio pari a 39 anni, 5 in più rispetto a quella degli assunti nel decennio precedente e ben 15 anni in più rispetto ai neoinsegnanti di circa 30 anni fa. 40 39 34 35 30 30 28 24 25 20 15 10 5 0 04/0599/00 98/9989/90 88/8979/80 78/7969/70 Prima del 68/69 Fonte: Miur, 2004. 7 Centro Studi Confindustria – Cruscotto Education Giugno 2006 Orari annui per docente nella se secondaria, 2004 Le ore di insegnamento per docente risultano in Italia pari a 594 ore annue nella scuola secondaria, attestandosi così al centro della distribuzione, molto dispersa: si va infatti dalle 1.080 ore annue nella scuola secondaria Usa alle 466 del Giappone. In molti Paesi, esclusa l’Italia, vige un orario complessivo che comprende le ore da dedicare alle attività connesse con l’insegnamento (preparazione lezioni, correzioni elaborati, ecc.). Secondaria supe superiore 602 560 553 614 705 735 594 564 466 1080 Paesi Austria Danimarca Finlandia Francia Germania Irlanda Italia Spagna Giappone Stati Uniti Fonte: Ocse, 2006. Studenti e insegnanti in % popolazione attiva 2001 In Italia il numero di studenti in rapporto alla popolazione attiva è in proporzione inferiore a quello della maggior parte dei paesi europei. Non così il numero degli insegnanti che, sempre in rapporto alla popolazione attiva, risultano in numero equivalente a quello dei paesi che hanno in termini relativi più studenti dell’Italia. 80 4,5 Studenti (sx) Insegnanti (dx) 4 3,5 70 3 2,5 60 2 1,5 50 1 0,5 40 0 A P D NL I DK NO E EL FIN S FIN IRL UK B Fonte: Eurostat, 2005. 8 Centro Studi Confindustria – Cruscotto Education Giugno 2006 QUALITÀ DELL’ISTRUZIONE SECONDARIA P.I.S.A. (Programme for International Student Assessment) è un programma Ocse che ogni tre anni misura le competenze linguistiche, matematiche, scientifiche e, ora, anche la capacità di problem solving dei quindicenni. Punteggio dell’Italia, 20002000-2003 Competen 2003 Competenze Punteg Posizio Punteggio Posizione Lettura 476 26ª Matematica 466 26ª Scienze 486 22ª L’Italia si colloca in tutte e quattro le competenze molto al di sotto della media Ocse e rispetto a tre anni fa retrocede di posizione in tutte e quattro. Problem Solving 469 Media Ocse 500 1 I licei italiani si collocano in tutte e quattro le competenze di analisi tra i primi 20 posti, nella lettura raggiungono lo stesso punteggio della quarta classificata, l’Australia. Gli istituti tecnici si collocano, invece su medie più vicine a quelle italiane e quindi tutte sotto il ventesimo posto. Gli istituti professionali, invece, raggiungono punteggi medi che sono molto al di sotto di quelli italiani e si equiparano a quelli dei Paesi che si collocano nelle posizioni più basse della classifica. In matematica, in lettura e in scienze, infatti, solo il Messico, ultimo classificato, ha un punteggio più basso di quello degli istituti professionali italiani. La scuola italiana sin dalle primi indagini P.I.S.A., è apparsa poco omogenea. Il Nord che si pone in modo netto nella parte alta della classifica Ocse mentre il Sud che perde terreno e si colloca allo stesso livello dei Paesi agli ultimi posti della graduatoria. A P.I.S.A. 2003 alla quale hanno preso parte 5 mila studenti italiani di 250 scuole superiori, accanto alle nazioni sono state valutate anche le Regioni. In Italia oltre alle due province autonome hanno accettato il confronto internazionale la Lombardia, il Piemonte, il Veneto e la Toscana, che hanno registrato piazzamenti molto migliori del dato medio nazionale. Gli studenti delle scuole di Trento sono risultati infatti i più bravi del mondo in matematica, riuscendo a portare via il primo posto persino agli scandinavi. Dopo Trento, c’è la Provincia di Bolzano, che ha raggiunto il quarto posto, tra il Giappone e la Danimarca. La Lombardia, invece, ottiene il decimo posto alla pari della Repubblica Ceca e della Nuova Zelanda. 2000 Posizio one Posizi 20ª 23ª 22ª 26ª Fonte: elaborazioni Confindustria su dati Ocse, PISA database 2003. Punteggio medio in matematica, lettura, scienze e pro solving istruzione pr oblem solvin g per tipologia di istru Tipo di Problem Matematica Lettura Scienze istru solvving istruzione sol Licei 503 525 531 513 Istituti 472 474 491 474 tecnici Istituti 408 409 423 406 professionali Italia 466 476 486 469 Media Ocse 500 500 500 500 Fonte: elaborazioni Confindustria su dati Ocse, PISA database 2003. Punteggio medio in matematica, lettura, scienze e geografiche problem solving per macroaree geogra Area Problem Matematica Lettura Scienze Geografi sollving Geografica so Nord Ovest Nord Est Centro Sud Sud Isole Italia Media Ocse 511 510 472 428 423 466 500 511 519 486 445 434 476 500 533 533 497 447 440 486 500 516 510 476 434 428 469 500 Fonte: elaborazioni Confindustria su dati Ocse, PISA database 2003. Punteggio medio in matematica per alcune Re Regioni Punteggio Regioni medio Italy (Provincia Autonoma di Bolzano) 539 Italy (Provincia Autonoma di Trento) 547 Italy (Regione Lombardia) 519 Italy (Regione Piemonte) 494 Italy ((Regione Toscana) 492 Italy (Regione Veneto) 511 Italia 466 Spain (Pasque Country) 502 Spain (Castile and Leon) 503 Spain (Catalonia) 494 United Kingdom (Scotland) 524 Finlandia 544 Fonte: Ocse, PISA database 2003. 1 L’ultima analisi realizzata è dell’indagine Ocse 2003. 9 Centro Studi Confindustria – Cruscotto Education Giugno 2006 LO SPAZIO TERZIARIO: IL FINANZIAMENTO La spesa (pubblica e privata) per l’istruzione universitaria è nel nostro paese la più bassa della maggior parte dei paesi Ocse. Negli ultimi anni essa è lievemente cresciuta a un tasso medio annuo del 2,5%, più alto della media Ocse, tuttavia più basso rispetto a Spagna e Danimarca. In quasi tutti i paesi Ocse tale spesa è per la gran parte finanziata con risorse pubbliche: soprattutto trasferimenti diretti dallo Stato in Italia, Francia e Spagna, risorse governate e prelevate a livello regionale o locale in Germania e Regno Unito. Il contributo proveniente dal pagamento delle tasse universitarie da parte degli studenti è molto basso: in Italia, nel 2003, solo il 10,6% dell’intera spesa per università. Il finanziamento da parte del settore privato è in Italia solo di poco superiore al 20%. Nell’Unione europea, quote tra il 15% e il 25% si rilevano in Irlanda, Spagna e Regno Unito. Negli Stati Uniti e in Giappone la quota del finanziamento privato sale a oltre il 53-55%. La spesa media per studente risulta comparativamente bassa in Italia e, al contrario di quanto si registra nella maggior parte dei paesi, essa è inferiore a quella media per le scuole secondarie. Nel 2002, i maggiori livelli di spesa pro capite si registrano negli Stati Uniti e tra i paesi dell’Unione nei paesi scandinavi, in Germania e nel Regno Unito. Tuttavia, la differenza tra Italia e altri paesi si attenua se si considera la spesa cumulata, ossia la spesa annua per studente moltiplicata per gli anni di effettiva durata degli studi. L’Italia infatti è tra i paesi in cui una apprezzabile percentuale di studenti non riesce a laurearsi nei tempi previsti dai piani di studio. Sulla base di questo indicatore, la spesa italiana per studente risulta superiore o in linea a quella di paesi come Irlanda, Francia, Spagna e Regno Unito. In Italia la quota, in termini di Pil, di spesa pubblica destinata a supporto della domanda universitaria, dunque a sostegno degli studenti universitari, è inferiore del 44% rispetto alla media Ocse. Tale differenza si amplia se confrontata soprattutto con le quote dei paesi scandinavi: il divario in questi casi raggiunge livelli del 77-84% circa. Le borse di studio sono le forme più diffuse di sostegno agli studenti universitari nei paesi Ocse. I prestiti giocano un ruolo rilevante in Giappone, nel Regno Unito, nei Paesi Bassi, in Svezia e Norvegia. Spesa per istruzione terziaria* (in % del Pil) Per fonte di finanziamento nziamento fina Pubblica Privata Totale Paesi 1995 2002 Danimarca 1,6 1,9 1,9 Francia 1,1 1,1 1,0 0,1 Germania 1,1 1,1 1,0 0,1 Irlanda 1,3 1,3 1,1 0,2 Italia 0,8 1,0 0,8 0,2 Regno Unito 1,2 1,2 0,8 0,3 Spagna 1,0 1,2 1,0 0,2 Giappone 1,0 1,1 0,4 0,6 Stati Uniti 2,7 2,6 1,2 1,4 1,3 1,4 1,1 0,3 Media Ocse * La somma delle quote di finanziamento pubblico e privato possono non corrispondere con esattezza al totale a causa di arrotondamenti effettuati. Fonte: Ocse, 2005. Spesa per studente istruzione terziaria cumulata per durata studi, 2002 Spesa cumulata in .000 $ (sx) Durata studi in anni (dx) 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 S O DK D FIN I J 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 F UK E IRL EL Fonte: Ocse. Finanziamento pubblico della domanda, 2002 (in % della spesa pubblica per istruzione terziaria e in % del Pil) Sussidi a supporto degli studenti In % del Borse di studio Paesi Pil e sovvenzioni Prestiti Totale varie Danimarca Francia Germania Irlanda Italia Norvegia Paesi Bassi Regno Unito Spagna Svezia Giappone Media Ocse 26,2 8,7 12,7 12,3 15,8 11,6 8,4 1,6 7,9 10,7 1,1 9,2 5,1 3,9 21,2 13,8 22,4 18,6 15,1 7,6 31,3 8,7 16,6 12,3 15,8 32,9 22,3 23,9 7,9 29,3 16,3 16,5 0,85 0,09 0,20 0,15 0,14 0,69 0,28 0,26 0,08 0,63 0,09 0,25 Fonte: Ocse, 2005. 10 Centro Studi Confindustria – Cruscotto Education Giugno 2006 LO SPAZIO TERZIARIO: GLI STUDENTI Tra il 1998 e il 2004, in quasi tutti i paesi considerati si registra un calo nelle iscrizioni ai corsi del gruppo economico-giuridico (ad eccezione di Germania e Svezia) e del gruppo tecnologico (ad eccezione della Spagna). Viceversa, si registra quasi ovunque un aumento negli iscritti nei corsi di medicina, ad eccezione della Germania. La tendenza in atto in Italia è in linea con quella degli altri paesi: in diminuzione di circa 4,2 punti percentuali gli iscritti nel gruppo economicogiuridico, avvicinandosi così al livello europeo, e in aumento gli iscritti nel gruppo medico. Persiste e si allarga invece il divario, con gli altri paesi, relativo alla quota di iscritti nelle discipline scientifiche, che scende dal 10,4% del totale degli studenti del 1998 al 7,8% del 2004. Nello stesso periodo solo l’Irlanda registra una contrazione più sostenuta, pur posizionandosi nel 2004 su una quota doppia rispetto a quella dell’Italia. 2004 4.0 3.0 2.0 1.0 0.0 DK FIN FR DE IRL IT UK ES SVE USA Fonte: elaborazioni CSC su dati Eurostat e U.S. Bureau of the Census per gli Stati Uniti. Tasso netto di immatricolazione per età, 2004* 60 Francia Italia Spagna 50 40 Germania Regno Unito Stati Uniti 30 20 10 29 28 27 26 25 24 23 22 21 0 20 I tassi di immatricolazione per età confermano che, nei principali paesi europei, i giovani preferiscono intraprendere gli studi universitari nell’età di conseguimento del diploma. In particolare, in Italia il 54,2% degli studenti si immatricola a 19 anni di età. Francia, Spagna e Regno Unito registrano la quota più elevata in anticipo rispetto all’Italia, mentre in Germania e negli Stati Uniti il totale degli immatricolati mostra un lieve picco intorno ai 19-21 anni di età. 1999 5.0 19 La Germania, con il 2,9% nel 2004, registra la quota più bassa di immatricolati; ciò può essere spiegato dal fatto che più del 30% della popolazione decide di immatricolarsi dopo i 30 anni di età. 6.0 18 In Italia nel 1999 solo il 2,8% dei giovani tra i 17 e i 29 anni di età decideva di immatricolarsi, quota che registra un aumento di quasi un punto percentuale nel 2004, raggiungendo il 3,7%. Tuttavia, tra i paesi considerati, l’Italia si pone ancora agli ultimi posti per la percentuale di popolazione della coorte di riferimento che si immatricola agli studi universitari. Immatricolati nella coorte di 17-29 anni di età (in % popolazione della corrispondente coorte) 17 Le coorti di età per gli studenti che per la prima volta scelgono di intraprendere gli studi a livello terziario variano da paese a paese. Nella maggior parte dei paesi europei, gli immatricolati si concentrano nella coorte tra i 17 e i 29 anni di età. La Svezia, la Francia e il Regno Unito registrano la percentuale di immatricolazione più elevata (5%) e pari a quella degli Stati Uniti. *per la Francia 2003. Per l'Italia dati disponibili per immatricolati fino ai 22 anni; nell'ultima fascia di età sono compresi anche gli immatricolati di età superiore. Fonte: elaborazione CSC su dati Eurostat e U.S. Bureau of the Census per gli Stati Uniti. Iscritti per gruppi disciplinari (in % del totale studenti nei corsi terziari, compresi i dottorati di ricerca) Uman Econ Scient Tecno Tecno Medico Altri Paesi Anni * Giur ** *** 1998 24,0 25,8 12,3 16,4 16,1 5,4 2004 23,7 27,6 14,9 15,5 14,6 3,7 1998 24,5 30,2 20,2 14,1 7,2 3,8 Irlanda 2004 27,5 25,3 15,1 13,6 12,5 6,0 1998 21,3 41,9 10,4 16,7 7,2 2,5 Italia 2004 21,6 37,7 7,8 16,1 12,1 4,7 1998 25,2 29,3 16,2 11,6 16,2 1,5 Regno Unito 2004 26,9 28,6 15,3 8,5 19,2 1,5 1998 18,7 39,2 12,2 15,6 8,2 6,1 Spagna 2004 19,1 33,1 13,2 17,7 9,3 7,6 1998 28,1 25,3 11,6 18,8 14,5 1,7 Svezia 2004 28,5 26,5 9,7 16,8 16,2 2,3 * Comprende scienze della formazione e scienze uman. ** Comprende scienze, matematica, informatica, fisica, gruppo geo-biologico e gruppo chimico-farmaceutico. *** Comprende ingegneria e architettura. Germania Fonte: elaborazioni CSC su dati Eurostat. 11 Centro Studi Confindustria – Cruscotto Education LO SPAZIO TERZIARIO: I LAUREATI L’Italia è agli ultimi posti per grado di istruzione elevata: solo il 12,5% della popolazione tra i 2534 anni consegue un titolo di studio terziario rispetto ai principali paesi europei. Nel corso degli ultimi dieci anni registra, tuttavia, un tasso di crescita superiore al 6% annuo. La classificazione dell’Unesco Isced-97 divide l’istruzione terziaria in due livelli: 1) la formazione fornita da scuole professionali non universitarie (tipo B); 2) i programmi d’istruzione universitaria in senso stretto (tipo A), che includono quindi programmi di durata da 3 a 5 anni, 5 o 6 anni e più di 6 anni. I programmi di studio post-laurea sono classificati invece come Isced-6. Rimane basso in Italia il numero di laureati anche se si considera come coorte di riferimento la popolazione in età tipica da laurea e i due diversi programmi di studio. Il confronto più rilevante per il nostro paese riguarda i programmi di tipo A, dove si registra in questi ultimi anni un tasso medio annuo di crescita di laureati pari al 15,5%, il più elevato tra i paesi considerati. In Europa, come negli Stati Uniti, si registra il numero maggiore di laureati nelle discipline economiche e giuridiche. Rispetto agli Stati Uniti, è maggiore il numero di laureati nelle discipline tecnologiche e mediche. In Italia la preferenza per il gruppo economicogiuridico è superiore alla media europea. I dati relativi ai gruppi umanistico, medico e tecnologico sono pressoché in linea con la media europea. I laureati nel gruppo scientifico sono invece significativamente più bassi della media. Dal 1998 al 2004 in Europa sono mediamente aumentati i laureati in medicina e diminuiti quelli del gruppo tecnologico. Anche in Italia si registra un aumento dei laureati in medicina, mentre si è ridotta la percentuale dei laureati nelle materie scientifiche. Il maggior numero di laureati nel gruppo tecnologico si registra in Germania e Francia, mentre nel gruppo scientifico in Irlanda e Regno Unito. La Germania ha mantenuto nel corso degli anni un livello percentuale dell’8% nelle materie scientifiche; l’Italia, invece, ha mantenuto il 17% circa nelle materie tecnologiche. Giugno 2006 Popolazione con titolo d'istruzione d'istruzione terziaria (rispetto alla popolazione di 25-34 anni d'età) Variazione % Paesi 1992 2002 media annua 19921992-2002 Danimarca Francia Germania Irlanda Italia Regno Unito Spagna Stati Uniti 19,5 21,6 18,8 21,2 6,8 20,6 22,5 30,2 30,6 36,1 21,7 36,3 12,5 31,2 36,7 39,3 4,6 5,3 1,4 5,5 6,3 4,2 5,0 2,7 Fonte: elaborazioni CSC su dati Ocse. Laureati* per tipologia tipologia di programma di studi, 2003 (in % della popolazione in età tipica** di laurea) Tipo B Tipo A Paesi 2001 2003 2001 2003 Danimarca*** 8,0 9,7 38,8 42,2 Francia 17,9 18,6 25,0 26,7 Germania 10,7 10,0 19,0 19,5 Irlanda 19,0 19,3 29,3 36,8 Italia*** 0,3 1,1 20,0 26,7 Regno Unito 11,5 13,8 37,4 38,2 Spagna 10,9 15,7 32,1 32,1 Giappone 27,4 26,4 32,8 34,2 Stati Uniti 8,8 32,9 Media Ocse 11,0 9,3 30,3 32,2 * Coloro i quali hanno conseguito per la prima volta un titolo di studio terziario. ** L'Ocse individua per ciascun paese un'età tipica in cui gli studenti conseguono il titolo di studio. Per l'Italia, per es., l'età tipica è tra i 22-27 anni d'età. *** Ultimo dato disponibile 2002. Fonte: Ocse, 2005. Laureati* per gruppi disciplinari disciplinari (composizione %) Econ Paesi Anni Uman Scient Tecno Medico Altri Giur 1998 22,1 31,5 10,4 15,7 15,4 2004 21,2 31,9 10,8 14,9 16,2 1998 22,1 36,0 12,0 17,1 8,0 Francia 2003 20,0 38,2 10,9 17,6 8,6 1998 19,0 22,4 8,3 19,4 25,2 Germania 2004 18,5 24,1 8,8 17,4 24,6 1998 21,6 31,5 18,0 15,0 8,4 Irlanda 2004 16,0 34,0 15,9 13,2 13,1 1998 20,9 40,2 9,1 17,6 10,3 Italia 2004 19,1 38,6 7,5 17,1 13,5 Regno 1998 25,3 25,3 15,0 12,8 17,9 Unito 2004 22,9 27,8 15,9 8,1 21,4 1998 21,5 38,4 8,7 12,8 11,5 Spagna 2004 20,6 29,6 10,5 17,1 12,7 1998 20,3 40,2 8,7 9,3 13,8 Stati Uniti 2004 21,8 41,1 10,0 8,0 10,3 * Esclude i programmi di dottorato di ricerca; per la Francia 2003. UEUE-15 5,0 5,7 4,9 4,8 5,8 6,6 5,5 7,9 2,0 4,2 3,7 4,1 7,1 9,5 7,7 8,8 Fonte: elaborazioni CSC su dati Eurostat. 12 Centro Studi Confindustria – Cruscotto Education Giugno 2006 Percentuale di popolazione 25 - 34 anni che ha conseguito un titolo terziario (2003) 60 50 0 9 12 10 6 2 30 26 22 23 25 27 24 21 20 23 25 17 7 14 8 20 0 16 3 7 12 17 0 13 3 8 7 13 1 12 0 12 0 11 0 20 18 28 26 30 24 23 37 20 10 12 16 14 11 8 9 21 30 17 17 9 2 40 25 25 17 Terziario di tipo B Terziario di tipo A Canada Japan K o re a Sw eden F in la n d N o rw a y B e lg iu m U n it e d S t a t e s S p a in F ra n ce Ire la n d A u s tra lia D e n m a rk U n ite d K in g d o m N e w Z e a la n d S w it z e r la n d Ic e la n d N e th e rla n d s G re e ce G e rm a n y P o la n d M e x ic o L u xe m b o u rg H u n g a ry P o rtu g a l A u s tria S lo v a k R e p u b lic Ita ly C z e c h R e p u b lic T u rk e y M e d ia O E C D La domanda di istruzione terziaria dei paesi più competitivi è alta e destinata a crescere. Resta ancora bassa in Italia la popolazione con titolo di istruzione terziaria con età compresa fra 25 e 34 anni d’età. La classificazione dell'Unesco Isced-97 divide l'istruzione terziaria in due livelli: a) la formazione di tipo professionale universitaria e non (tipo B); b) i programmi d'istruzione accademica (tipo A). Fonte: Ocse2005 13 Centro Studi Confindustria – Cruscotto Education Giugno 2006 LO SPAZIO TERZIARIO: L’ATTRATTIVITÀ L’ATTRATTIVITÀ DEL SISTEMA TERZIARIO Attrazione di studenti stranieri Una proxy della qualità di un sistema universitario è la sua capacità di attrarre gli studenti stranieri. Il sistema italiano appare poco competitivo con soltanto l’1,9% degli studenti stranieri sul totale degli iscritti; tuttavia, dal 1998 al 2003 si è registrato un aumento di 0,7 punti percentuali, in linea con la crescita registrata nella media dei paesi Ocse. Nella Ue-25, gli studenti che decidono di iscriversi in un paese diverso da quello di origine sono in media il 2,7% del totale. In Italia tale percentuale è in linea con la media europea ed è pari al 2,2%; la Finlandia registra la quota di studenti in uscita più elevata, pari al 3,5%. 10 1998 8 2003 6 4 2 Sv ez ia St at iU ni M ti ed ia O cs e ag na R Sp lia eg no Un it o a Ita an d Irl ci a er m an ia * G nd Fr an nl a Fi an im ar ca ia 0 D Danimarca, Francia, Germania e Regno Unito accolgono nel loro sistema universitario il maggior numero di studenti stranieri in percentuale del totale degli iscritti (circa il 10% nel 2003). Gli Stati Uniti, invece, si pongono ai livelli più bassi. 12 Studenti stranieri nell'istruzione terziaria in % del totale degli iscritti. *Per la Germania, esclusi i dottorati di ricerca. Fonte: Ocse, 2005 . Studenti iscritti fuori dal Paese di origine, 2002 Giappone Stati Uniti Spagna Regno Unito Italia Germania Francia Finlandia Eu (25) 0 1 2 3 4 Fonte: Ocse, 2004. L’Italia si colloca all’ultimo posto in relazione alla percentuale di studenti di dottorato provenienti dall’estero, con solo il 2% del totale e alla percentuale di studenti stranieri occupati nel settore T&S. Si colloca, invece, al primo posto per quanto riguarda la mobilità dei cervelli in uscita dal paese, sia verso altri paesi della UE, sia verso gli Stati Uniti. Mobilità internazionale dei cervelli, 2000 Brain Paese % di Gain Studenti studenti dal di Ph.D stranieri resto stranieri occupati della in T&S* UE** Brain Drain verso il resto della UE*** Brain Drain verso gli USA**** Francia 3,5% 32.700 26.000 31 Germania 4,0% 84.500 25.400 30 Italia 2,0% 1,0% 3.300 34.400 41 Regno Unito 35,0% 4,2% 42.400 30.900 20 Spagna 11,0% 1,5% 3.500 16.900 21 Stati Uniti 26,0% 10,0% * Percentuale stranieri per 1000 occupati nazionali in T&S. ** Migliaia di cittadini occupati nel settore T&S provenienti da un altro paese della Ue. *** Migliaia di cittadini occupati nel settore T&S espatriati in un altro paese della Ue. **** Ricercatori stranieri negli Stati Uniti per 1000 ricercatori nel paese di origine (1999). Fonte: Gagliarducci, Ichino, Peri e Perotti, 2005, e Commissione europea, 2003. 14 Centro Studi Confindustria – Cruscotto Education LO SPAZIO TERZIARIO: INSERIMENTO LAUREATI PROFESSIONALE DEI A circa tre anni dal conseguimento del titolo universitario, il 74% dei laureati del 2001 svolge un’attività lavorativa (di tipo continuativo per il 56,4% dei casi), il 12,6% cerca lavoro, il restante 13,4% dichiara di non essere alla ricerca di occupazione (di questi il 6% svolge attività formativa). Se si considerano soltanto i laureati occupati, quasi il 91% di essi svolge un lavoro di tipo continuativo, il restante 9% è impiegato in lavori occasionali e/o stagionali (rispetto alla precedente indagine Istat del 2001 quest’ultima quota si è più che raddoppiata, era del 4,3%). I laureati che trovano più facilmente lavoro sono quelli del gruppo tecnologico, l’88,2% del totale, mentre quelli con maggiori difficoltà nella ricerca di impiego appartengono ai gruppi umanistico ed economico-giuridico; è pur vero, che i laureati in materie giuridiche ed economiche, a tre anni dalla laurea, possono da poco aver portato a termine l’attività di praticantato richiesta dopo il conseguimento del titolo di studio. Una situazione particolare è rappresentata dai laureati del gruppo medico: a tre anni dal conseguimento del titolo di studio, solo il 34,2% lavora, con un‘attività continuativa nel 19,5% dei casi, solo il 3,1% cerca lavoro. Ciò può essere dovuto al percorso formativo post-laurea che prevede l’iscrizione a scuole di specializzazione di durata pluriennale. In Italia il tasso di disoccupazione dei giovani laureati per le diverse coorti di riferimento è più alto rispetto alla maggior parte degli altri paesi Ocse. Tuttavia, nell’ultimo decennio il tasso di disoccupazione per i laureati italiani è rimasto sostanzialmente stabile, aumentando solo dello 0,5%, a differenza di quanto accaduto in altri paesi europei per cui l’incremento è stato più sostenuto (oltre il 4% in Belgio, Francia e Germania). Gennaio 2006 Laureati* per condizione occupazionale a tre anni dal titolo, per gruppi disciplinari, 2004 (composizioni %) LAVORANO NON LAVORANO Non cercano Di cui: lavoro svolgono un Di cui: lavoro Cercano Totale svolgono continuativo lavoro Totale attività iniziato iniziato dopo formativa la laurea retribuita TOTALE 74,0 56,4 12,6 13,4 6,0 Umanistico 76,3 50,3 16,4 7,4 1,9 Economico 74,1 55,2 13,8 12,1 2,0 Giuridico Scientifico 71,6 60,9 12,0 16,4 12,4 Tecnologico 88,2 70,9 6,9 4,8 2,1 Medico 34,2 19,5 3,1 62,7 53,9 Altri 83,3 36,5 9,4 7,3 2,3 * Per migliorare la comparabilità con le precedenti indagini, per il 2004 dal totale dei laureati sono stati esclusi i circa 1.300 laureati nei nuovi corsi di primo livello (lauree triennali) e quanti hanno conseguito un’altra laurea prima del 2001. Fonte: elaborazioni CSC su dati Istat. Tassi di disoccupazione tra i laureati, 2003 Laureati Tasso totale* Paesi 2525-29 3030-34 2003** Variazione % media annua 19911991-2003 Belgio 6,4 3,7 3,5 4,8 Francia 9,0 5,8 6,1 4,3 Germania 4,4 3,4 5,2 4,1 Italia 19,5 8,4 5,3* 0,5 Portogallo 6,7 4,7 4,9 Regno Unito 3,1 2,4 2,4 -2,6 Spagna 16,0 8,5 7,7 -1,6 Stati Uniti 3,6 2,7 3,4 1,3 * Laureati di 25-64 anni d'età in cerca di occupazione in % del totale della forza lavoro tra 25 e 64 anni d'età. ** Per l'Italia 2002. Fonte: elaborazioni CSC su dati Ocse. Nella maggior parte dei paesi Ocse, con un titolo di istruzione terziaria si può ottenere una retribuzione di molto superiore a quella percepita da un diplomato. Negli Stati Uniti e nei principali paesi europei, chi si laurea e ottiene anche un dottorato può aspirare a una retribuzione superiore del 65-95% rispetto a quella percepibile da un diplomato. Retribuzione popolazione popolazione 3030-44 anni per titolo di studio e tipologia di corso, 2003 (diploma secondaria superiore=100) Per tipologia di corso Danimarca* In Italia tale differenziale è più basso che nella maggior parte degli altri paesi. Nel 2002 la differenza media di retribuzione ottenibile tra laureati e diplomati risultava intorno al 37%. Nel confronto europeo, tra gli Stati membri, solo Spagna e Danimarca mostrano differenze significativamente minori. Tipo B Tipo A (compresi i dottorati di ricerca) 121 114 123 Francia* 150 129 165 Germania 144 123 153 Italia* Spagna** 137 122 95 137 133 Regno Unito 163 123 182 Stati Uniti 185 * 2002; ** 2001. 121 195 Paesi Totale Fonte: Ocse, 2005. 15 Centro Studi Confindustria – Cruscotto Education Gennaio 2006 LO SPAZIO TERZIARIO: LA RICERCA UNIVERSITARIA Studenti nei programmi di dottorato di ricerca (in % del totale studenti dell'istruzione terziaria) L’Italia si colloca nella posizione più bassa come percentuale di studenti che intraprendono i programmi di studio post-laurea rispetto al totale degli iscritti nell’istruzione terziaria. Tuttavia, tra il 1998 e il 2004 si passa dallo 0,7% all’1,9%, con una preferenza considerevole per i programmi di tipo scientifico, matematico e informatico. Fonte: elaborazioni CSC su dati Eurostat. Spesa per R&S, 2004 GERD* Paesi Pil Il numero di ricercatori accademici in Italia è tra i più bassi rispetto ai principali paesi Ocse. Questo fa sì che a un basso livello di spesa per ricerca in termini di Pil corrisponda una più elevata disponibilità di risorse finanziarie per ricercatore rispetto alla maggior parte degli altri paesi Ocse. Gli Stati Uniti, la Germania, la Danimarca e la Francia registrano i più elevati livelli di spesa per ricerca e sviluppo, mentre la Spagna si colloca agli ultimi posti nella classifica dei paesi considerati, con poco più di un punto percentuale del Pil destinato alla spesa per R&S. 2004 Ita lia Po rto ga R eg ll no o U ni to Sp ag na Sv ez ia St at iU ni ti an da Irl nd ia nl a Fi an im ar ca 1998 D Finlandia e Svezia registrano le quote più elevate, sebbene in diminuzione tra il 1998 e il 2004. Gli Stati Uniti si fermano al 2,2%, mentre Irlanda, Regno Unito e Spagna registrano un aumento nell’ordine dello 0,5%. 8 7 6 5 4 3 2 1 0 Danimarca Francia Germania Italia Regno Unito Spagna Stati Uniti 2,62 2,16 2,49 1,16 1,88 1,05 2,68 HERD** Ricercatore accademico 0,13 0,12 0,14 0,21 0,15 0,07 0,23 * Gross Expenditure on Research and Development. Per Danimarca, Portogallo, Regno Unito e Spagna 2003; per Italia e Olanda, 2002. ** Higher Education Research and Development Spending, in milioni di dollari USA, PPP adjusted (per Danimarca, Spagna, Portogallo e Regno Unito 2003; per Italia e Olanda, 2002). Ricercatori accademici, full time equivalent (per Danimarca, Francia, Germania, Portogallo e Spagna 2003; per Italia, Olanda e Canada, 2002; per Stati Uniti 1999; per Regno Unito 1998). Fonte: elaborazioni CSC su dati Ocse. Il citation impact misura il rapporto tra le citazioni ottenute e le pubblicazioni effettuate da parte dei ricercatori accademici. Nell’analisi comparata dei paesi dell’UE-25, l’Italia si colloca al decimo posto, con l’8,7%, valore perfettamente in linea con la media europea. I posti più alti della classifica sono occupati dai Paesi Bassi e dalla Danimarca, con più dell’11% di citazioni per pubblicazione. Da un’analisi più attenta, si osserva che l’Italia, pur pubblicando molto, viene poco citata. L’apporto alla ricerca scientifica e tecnologica dell’Italia è dunque ritenuto meno significativo, o comunque viene riconosciuto meno rispetto ai paesi del Nord Europa, che pur producendo poco sono ampiamente citati. Citation Impact, 1995-2004 (citazioni per pubblicazione) 14,0 12,0 Citation Impact 1995-2004 10,0 8,0 6,0 4,0 2,0 0,0 DK FIN FR DE IRL IT NL UK ES UE25 Fonte: elaborazioni CSC su dati Crui. 16