LA LEGGE CHE METTE D`ACCORDO DESTRA E SINISTRA
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LA LEGGE CHE METTE D`ACCORDO DESTRA E SINISTRA
LA LEGGE CHE METTE D’ACCORDO DESTRA E SINISTRA, CONTRO IL FACILE BERSAGLIO DEL PUBBLICO IMPIEGO Che eravamo contrari a questo disegno di legge, lo avevamo dichiarato svariate volte nei nostri numerosi notiziari. Abbiamo presentato un documento di approfondimento nel corso dell’audizione in Commissione Finanze della Camera il 6 novembre scorso per ribadire la nostra contrarietà al DDL 847. Apprendiamo con rammarico che il DDL 847 è stato approvato dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato con i voti favorevoli anche della minoranza, con il ministro Lanzillotta che si congratula per un testo importante ed il ministro Brunetta che si complimenta con il Pd “per essere stato coerente al Senato nella volontà di migliorare l'efficienza della pubblica amministrazione". Abbiamo protestato in ogni sede e con ogni modalità, dichiarando il nostrodissenso al DDL, ma prendiamo atto che, avendo l’appoggio anche della minoranza il suddetto DDL avrà facilmente il via libera anche alla Camera determinando una rivoluzione nella Pubblica Amministrazione ovviamente non concertata con le OO.SS.. Non è superfluo dire che i soggetti legittimati a fare ciò sono coloro che hanno ricevuto l’investitura da parte dei cittadini con apposite elezioni e che pertanto bisogna fare i conti con la realtà che ci penalizza. Manteniamo comunque alta l’attenzione e denunciamo nelle opportune sedi i “capricci” di questo governo e di questo parlamento, nei confronti del Pubblico Impiego. Vediamo più nel dettaglio l’articolo 6 “Principi e criteri in materia di sanzioni disciplinari e responsabilità dei dipendenti pubblici”, che più degli altri colpisce negativamente l’impiegato della P.A. Dell’art. 6 abbiamo parlato ampiamente nel notiziario n. 739 del 15/10/08, che invitiamo a rileggere, ma che comunque qui riportiamo nei tratti salienti. Il comma 2 lettera c) prevede testualmente “Definire la tipologia delle infrazioni che, per la loro gravità, comportano l’irrogazione della sanzione disciplinare del licenziamento, ivi comprese quelle relative a casi di scarso rendimento, di attestazioni non veritiere di presenze e di presentazione di certificati medici non veritieri da parte di pubblici dipendenti, prevedendo altresì, in relazione a queste due ultime ipotesi di condotta, una fattispecie autonoma di reato, con applicazione di una sanzione non inferiore a quella stabilita per il delitto di cui all’articolo 640, secondo comma, del codice penale e la procedibilità d’ufficio.” Denunciamo l’eccessivo attacco ai dipendenti pubblici dove si prevedono eccessive sanzioni disciplinare nei loro confronti tra cui l’ipotesi prevista dall’art. 640, 2° comma, del codice penale che rappresenta il reato di truffa con previsione di pena della reclusione da uno a cinque anni e della multa da lire seicentomila a tre milioni. Il comma 2 lettera d) prevede meccanismi più rigorosi per l’esercizio dei controlli medici durante il periodo di assenza per malattia del dipendente nonché sanzioni che possono arrivare anche al licenziamento, se dipendente pubblico, del medico che falsifica i certificati. Il comma 2 lettera e) prevede a carico del dipendente responsabile, l’obbligo del risarcimento del danno patrimoniale. Il comma 2 alla lettera f) prevede l’ipotesi di illecito disciplinare, con le conseguenze che questo determina, nel caso di condotta colposa del P.I. che ha determinato la condanna della P.A. al risarcimento del danno. Il comma 2 lettera g) prevedere procedure e modalità per il collocamento a disposizione ed il licenziamento, nel rispetto del principio del contraddittorio, del personale che abbia arrecato grave danno al normale funzionamento degli uffici di appartenenza per inefficienza o incompetenza professionale. La lettera h) del comma 2 fa riferimento all’illecito disciplinare dei soggetti responsabili, mentre la lettera h)-bis introdotta con un emendamento prevede la responsabilità erariale dei dirigenti degli uffici in caso di mancata individuazione delle unità in esubero. Infine, è stato approvato l’emendamento n. 6.9 presentato dal Governo che introduce la lettera i-ter) che abolisce i collegi arbitrali di disciplina vietando espressamente di istituirli in sede di contrattazione collettiva. I Collegi arbitrali rappresentano l’unico organo di garanzia interno per il collega che incorre in sanzioni disciplinari, con evidenti opportunità rappresentate ad esempio dalla congiunta difesa di un collega sindacalista e dalla totale assenza di costi per il gravame. Conclusioni: continua la crociata dell’Autorità politica nei riguardi del pubblico impiego. La battaglia intrapresa dal ministro Brunetta e, questa volta, anche dall’opposizione è visibile ormai da tempo. All’inizio ci sono stati gli annunci, la coniazione del termine fannulloni “appioppato” all’impiegato pubblico, o meglio ancora il termine è stato mutuato dal caro prof. Ichino. Poi c’è stata l’opera di coinvolgimento dell’opinione pubblica, convincendo la stessa che la Pubblica Amministrazione era il male oscuro del sistema paese. Tutto ciò ha creato le basi per poter presentare leggi e disegni di legge penalizzanti il P.I. con l’avallo della maggioranza, dell’opposizione e di tutto il paese. In quest’ottica, il ministro Brunetta è divenuto il paladino dei diritti dei cittadini, risultando uno dei ministri più popolari del presente Governo e ben visti dal paese. Ancora oggi il ministro non perde occasione per dire la sua, sul suo argomento preferito “la denigrazione del p.i.”, non ultima la sua defaillance sui “fannulloni di sinistra”. Sebastiano Callipo (Segretario generale SALFI)