la razionalità dell`analista finanziario e il ruolo delle aspettative
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la razionalità dell`analista finanziario e il ruolo delle aspettative
Prevalenza della forma sulla sostanza: la razionalità dell’analista finanziario e il ruolo delle aspettative 1. Introduzione e Research question L’obiettivo del bilancio è quello di essere strumento utile all’investor durante il processo decisionale in merito a entità economiche con le quali lo stesso investor è o potrebbe entrare in relazione. Affinché sia utile la valutazione della performance deve essere effettuata in modo neutro, non soggetta cioè all’influenza di elementi non attinenti le dinamiche operative e finanziarie. Il principio economico della perfetta informazione mediante il quale i mercati possono funzionare in modo efficiente pretende, quindi, il rispetto del principio della neutralità (Graham e Dodd, 2008). In mancanza di tale condizione la valutazione data dell’impresa non è neutra e, quindi, orienta le scelte di allocazione dei capitali in modo inefficiente. Nello specifico, si può fare riferimento al libro “The Smartest Guys in the Room: The Amazing Rise and Scandalous Fall of Enron” (McLean e Elkind, 2003) in cui si ricorda come ad un certo punto la maggior parte degli analisti fosse entusiasta dei risultati di Enron, di come fossero incantati dal nome dell’azienda, a dispetto di alcune voci fuori dal coro inascoltate che ne criticavano il bilancio. Il presente lavoro si pone l’obiettivo di valutare l’effettiva capacità dell’analista di valutare in modo neutro le imprese, senza essere soggetto all’influenza di fattori esterni tecnicamente non rilevanti in tale processo. Nello specifico si è voluto analizzare l’effetto che può rivestire la notorietà (positiva o negativa) nella valutazione delle imprese, alla luce della teoria dell’effetto Pigmalione. Vari studi hanno, infatti, messo in evidenza come l’elemento della notorietà e della fama in passato accumulata influiscano positivamente o negativamente, in funzione della qualità della rinomanza, su valutazioni che da tali fattori dovrebbero prescindere. L’idea di fondo di tale ricerca è, quindi, dimostrare che il bilancio non può essere strumento informativo neutro, in quanto l’analista si serve, nel 1 suo processo valutativo, di un bagaglio cognitivo composto da pregiudizi, stereotipi e aspettative. Questi entrano nel processo decisionale, orientando la valutazione (Kahneman e Tversky, 2000). In altri termini, si ritiene che la stessa impresa possa ricevere giudizi differenti solo per il fatto che venga proposta con nomi diversi, l’uno evocante imprese di successo e l’altro che ricorda imprese fallite. 2. Analisi della letteratura L’effetto Pigmalione è la dinamica psicologico-cognitiva in forza alla quale il giudizio di merito espresso da un singolo individuo in un determinato processo valutativo risente degli schemi mentali precedentemente costruiti in base ai quali sono già stati attribuiti giudizi di valore. Il tipo di rappresentazione mentale che il soggetto tende a costruire in sede di risoluzione di un problema di giudizio può, quindi, produrre scelte incongruenti a causa degli stereotipi che influenzano il processo decisionale (Guttman e Bar-Tal, 1982; Shiller, 2000). In altri termini, e collocando tale teoria nel campo di ricerca in cui è nata, l’effetto Pigmalione, noto anche come effetto Rosenthal (Rosenthal, 1992), deriva dagli studi classici sulla “profezia che si autorealizza” il cui assunto di base può essere così sintetizzato: se gli insegnanti credono che un bambino sia meno dotato lo tratteranno, anche inconsciamente, in modo diverso dagli altri. Il gruppo di lavoro guidato da Robert Rosenthal ideò un esperimento nell'ambito della psicologia sociale, sottoponendo un gruppo di alunni di una scuola elementare californiana ad un test di intelligenza. Successivamente selezionò, in modo casuale e senza rispettare l'esito e la graduatoria del test, un numero ristretto di bambini e informò gli insegnanti che si trattava di alunni molto intelligenti. Rosenthal, dopo un anno, tornò nella scuola, e verificò che i bambini precedentemente selezionati, seppur scelti casualmente, avevano confermato in pieno le sue previsioni migliorando notevolmente il proprio rendimento scolastico fino a divenire i migliori della classe. Questo effetto, in questo caso benefico, si avverò grazie all'influenza positiva degli insegnanti che riuscirono a stimolare negli alunni segnalati da Rosenthal una viva passione e un forte interesse per gli studi. “L'effetto Pigmalione” può manifestarsi non solamente nell'ambito scolastico, ma anche in altri contesti, come in quello lavorativo (rapporto 2 fra capi e dipendenti) oppure in quello familiare (rapporto fra genitori e figli) e in tutti quei contesti dove si sviluppino rapporti sociali. Feldman e Prohaska (1979) hanno compiuto un esperimento per studiare l'effetto delle aspettative degli insegnanti sui loro studenti. Un gruppo è stato definito “efficace” un altro “scarso”. Gli effetti di queste aspettative positive e negative sono state misurate in termini di atteggiamenti degli studenti nei confronti dell'insegnante, i punteggi nei test, e “comportamento non verbale” degli studenti verso gli insegnanti. Ci sono state chiare differenze in tutte e tre le valutazioni sulla base di una aspettativa positiva o negativa. Gli studenti con una aspettativa negativa “valutato il lezione come più difficile, meno interessante, e meno efficace”. Gli studenti con una aspettativa positiva hanno ottenuto un punteggio pari a 65,8% nel test, e quelli con una aspettativa negativa un punteggio inferiore, pari al 52,2%. C'è stato qualche evidenza che gli studenti con un’aspettativa positiva hanno avuto migliori rapporti interpersonali con i loro insegnanti. Nel complesso, le aspettative dell’insegnante hanno influito i risultati dell’apprendimento. Gli studi che hanno confermato l’effetto Pigmalione nelle classi hanno coperto diverse decadi (Cooper, 1979; Dusak & Giuseppe, 1985). Nel 1974, King ha testato l'effetto su un campione diverso in cui le aspettative dei manager in merito alla produttività di quattro impianti sono stati artificialmente aumentate. A posteriori si è riscontratoun generale incremento di produttività, ma laddove l’aspettativa era stata artificialmente aumentata l’incremento di produttività è stato superiore rispetto alle altre. Di conseguenza, il tipo di rappresentazione mentale che si tende a costruire in sede di risoluzione di un problema decisionale può produrre scelte incongruenti a causa degli stereotipi che influenzano il processo decisionale (Guttman e Bar-Tal, 1982, Shiller, 2000). Da qui il presente tentativo di verificare come tale effetto possa giocare un qualche ruolo nel processo valutativo delle imprese espresso dagli analisti finanziari, verificando, quindi, se e in che termini il nome della società, evocativo di successo o insuccesso, possa condizionare il giudizio sulla stessa azienda. L’ipotesi di ricerca del presente lavoro è, pertanto, la seguente: il processo decisionale degli analisti finanziari è influenzato da etichette esterne (nel caso in esame il nome della società), al punto da modificare il giudizio sulla stessa società al loro semplice variare. 3 3. Metodologia L’indagine è condotta attraverso un esperimento su studenti universitari (Beattie and Jones, 2001; Cho et al, 2009) mediante la somministrazione di due questionari non anonimi a distanza fra loro di un mese. I due questionari presentano tre profili di impresa, descritti mediante quattro indicatori di bilancio (ROE, ROI, Ebitda margin, D/E). Gli studenti sono stati chiamati a esprimere un giudizio (da 1, pessimo, a 10, ottimo) sulle tre imprese, basando la loro valutazione sui suddetti indicatori di performance. Detti tre profili sono identici nei due questionari, cambiando soltanto per la denominazione con la quale vengono indicate le tre società. Nel primo questionario le imprese vengono segnate con nominativi neutri (Alfa, Beta, Gamma). Nel secondo questionario, invece, le tre medesime imprese vengono richiamate con nominativi di imprese di successo o di fallimento (Geox, Alitalia, Acea). Detti ultimi nominativi sono stati attribuiti ai tre profili dopo aver analizzato i risultati del primo questionario, assegnando all’impresa che ha ricevuto il miglior rating nel primo questionario il nome di una nota società fallita, e alla società che ha, per contro, ricevuto il peggior rating nel primo questionario da parte degli studenti il nome di una nota società di successo. Accanto alla valutazione dei tre profili è stato chiesto agli studenti di ordinare, mediante l’indicazione di un giudizio da uno a cinque, gli indicatori di bilancio, al fine di verificare quale era il fattore economicofinanziario preminente nella valutazione. Il campione analizzato è composto solo da studenti che hanno compilato entrambi i questionari, in modo da poter valutare, soggetto per soggetto, il cambiamento di giudizio sulle tre imprese, dovuto dal solo mutare del nome. Di seguito all’analisi descrittiva si è verificato, da un punto di vista statistico, con un grado di attendibilità del 99%, se il processo decisionale degli analisti finanziari sia influenzato dal nome. Per compiere un’analisi statistica sulle rilevazioni compiute è necessario compiere un test sulla differenza delle medie tra le due valutazioni successive. Nello specifico, si tratta di due campioni dipendenti, ovvero si è in presenza di dati appaiati. Questo tipo di analisi implica che: si possa accoppiare ogni osservazione di un campione con una e una sola osservazione dell'altro campione; 4 i due gruppi abbiano necessariamente sempre lo stesso numero di dati. L’appaiamento dei dati permette di creare rispettivamente il massimo di omogeneità entro ogni coppia e il massimo di eterogeneità tra le coppie. Nello specifico i dati risultano auto-appaiati dato che ogni soggetto serve come controllo di se stesso e i dati vengono ricavati dagli stessi individui in due momenti diversi. L’ipotesi del presente test è la seguente: non esistono differenze tra il primo questionario (m1) e il secondo (m2) L’ipotesi alternativa è che sia presente una differenza tra le due valutazioni (senza entrare per ora nel merito del segno). Possiamo stabilire le ipotesi nel seguente modo: l’ipotesi nulla Hp0 afferma che la media reale (δ) delle singole differenze (D) è Hp0: δ = 0; mentre l’ipotesi alternativa Hp1 afferma che H1: δ 0. Formalizzando: Hp0: m1 = m2 Hp1: m1 m2 Riscrivendola: Hp0: m1-m2 = 0 Hp1: m1-m2 0 Ovvero: Hp0: md = 0 Hp1: md 0 Per verificare le due ipotesi si esegue un test t di Student delle ipotesi con un livello di significatività pari allo 0,01%. Nel confronto tra medie mediante il test per dati appaiati la differenza fra le coppie di osservazioni diventa la variabile in esame. Dato un numero n di dati xi, yi sia di la differenza (presa con il segno) fra il valore del primo e il valore del secondo elemento della coppia, ovvero di = xi - yi Allora la differenza media d e la varianza sd2 delle differenza sono calcolate rispettivamente come 5 d = Σ di / n sd2 = Σ (di -d)2 / (n - 1) In questo caso è possibile semplificare il calcolo della varianza sd2 ricordando che Σ (di -d)2 = Σ di2 - (Σ di)2 / n Il valore del test è calcolato come rapporto fra la differenza media osservata e il suo errore standard, cioè t =d / √ (sd2 / n) con n - 1 gradi di libertà. Il valore di p corrispondente alla statistica t rappresenta la probabilità di osservare caso per caso una differenza della grandezza rispetto a quella effettivamente osservata: se tale probabilità è sufficientemente piccola, si conclude per una significatività della differenza. 4. Risultati Dall’analisi delle risposte ai questionari risulta che l’effetto notorietà del nome ha un’influenza significativa nella valutazione delle imprese. La società che ha il miglior rating nel primo questionario, una volta indicata con il nome di una società fallita, è risultata essere la terza nel secondo questionario. Parimenti, la società con peggior valutazione nella prima fase dell’esperimento è diventata quella valutata con più elevato rating nella seconda fase.1 Guardando le valutazioni riscontrate in una scala da 1 a 10, la media dei giudizi per le tre società è la seguente: Società Alfa Beta Gamma Giudizio 6,55 6,89 5,85 1 Il primo questionario presenta la seguente situazione: società Alfa valori allineati per quanto concerne passato e futuro ma più alti per il presente; società Beta valori allineati per quanto concerne passato e presente ma più alti per il futuro; Società Gamma valori allineati per quanto concerne presente e futuro ma più alti per il passato. 6 Il criterio delle nuove etichette in base ai risultati pregressi è dunque il seguente: al posto di Beta il nome di una società in crisi,al posto di Alfa il nome di una società neutra, al posto di Gamma il nome di una società di successo. Guardando le valutazioni riscontrate in una scala da 1 a 10, la media giudizi per le tre società è la seguente: Società Neutra (Alfa) In crisi (Beta) Successo (Gamma) Giudizio 6,82 6,37 6,35 Per compiere la decisione andiamo a effettuare il test di Student per ognuna delle coppie (passato/passato – presente/presente futuro/futuro). Gamma (passato) versus azienda di successo Il risultato del test statistico riporta un valore significativo, inferiore al valore critico e, per questo motivo, si rifiuta l’ipotesi nulla e si può affermare che l’inserimento di un’etichetta positiva genera un cambiamento nella valutazione. 7 Beta (futuro) versus azienda fallita Anche in questo si può trarre la conclusione illustrata in precedenza: l’inserimento di un’etichetta positiva genera un cambiamento nella valutazione. Alfa (presente) versus azienda normale Conclusione: Si accetta l’H0 8 I test compiuti dimostrano che viene rifiutata l’ipotesi 0 per le imprese Beta e Gamma e viene invece accettata per l’impresa Alfa, con la conseguenza che le variazioni di rating espressi nei due questionari sono rilevanti e imputabili alla sola variabile cambiata e cioè al nome delle aziende esaminate. Tale conseguenza risulta attribuibile al solo effetto nome e non a un cambiamento di framework valutativo, in quanto gli studenti hanno mantenuto fermo il loro giudizio sull’indicatore di bilancio più importante tra il primo e il secondo questionario. 5. Conclusioni Alla luce dell’analisi condotta, risulta che nel processo di valutazione realizzato dagli analisti finanziari l’effetto Pigmalione gioca un ruolo importante nei giudizi dagli stessi espressi. Di conseguenza, il bilancio e in modo più esteso, tutte le informazioni di ordine economico, finanziario e competitivo a disposizione di tali operatori vengono cognitivamente elaborate secondo framework concettuali che risentono delle aspettative e dei precedenti giudizi da questi o da altri elaborati. Da qui la valutazione di merito espressa patisce il limite della non neutralità, dovuta, tra gli altri possibili fattori, all’effetto “nome”. 9 Letteratura Alexander K. A., Entwisle D.r., Thompson M.S. (1987), School performance and the structure of Sentiment: Bringing the teacher back in, American Sociological Association, Vol. 52, No. 5, pp. 665-682. Badad E.Y. (1985), Some correlates of Teachers’ Expectancy Bias, American Educational Research Journal, Vol. 22, No. 2, pp. 175-183. Beattie V, Jones M.J. (2001), Measurement distortion of graphs in corporate reports: an experimental study, Accounting, Auditing & Accountability Journal, Vol. 15, No. 4, pp. 546-564. Cho, C.H., Phillips, J., Hageman, A., and Patten, D.M. (2009), Media Richness, User Trust, and Perceptions of Corporate Social Responsibility: An Experimental Investigation of Visual Website Disclosure, Accounting, Auditing and Accountability Journal, Vol. 22, No. 6, pp. 933-952. Cooper, H. (1979), Pygmalion grows up: A model for teacher expectations, communications, and performance influence. Review of Education Research, No. 49, pp. 389–410. Dusak, J., & Joseph, G. (1985), The bases of teacher expectancies. In J. B. Dusek (Ed.),Teacher expectancies, pp. 229–250. Hills dale, NJ: Erlbaum. Feldman, R. S., & Prohaska, T. (1979), The student as Pygmalion: Effect of student expectation on the teacher, Journal of Educational Psychology, Vol. 71, No. 4, pp. 485– 493. Graham B. and Dodd D. (2008), Security Analysis: Principles and Technique, 6E. McGraw-Hill Professional. Guttman J. and Bar-Tal D. 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