ANATOMIA E FISIOLOGIA Com`è fatto il nostro cervello

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ANATOMIA E FISIOLOGIA Com`è fatto il nostro cervello
SOMMARIO
ANATOMIA E FISIOLOGIA
Com’è fatto il nostro cervello
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STILE DI VITA
Le buone abitudini che tengono in forma la mente
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ALIMENTAZIONE
Il cibo è il vero farmaco per i neuroni
RIMEDI NATURALI
La guida verde per rigenerare le cellule nervose
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ATTEGGIAMENTI MENTALI
I segreti per risvegliare le aree del cervello
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TECNICHE DEL BENESSERE
Gli esercizi che rilassano il cervello
.........................................................
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ANATOMIA E FISIOLOGIA
Com’è fatto
il nostro cervello
Cosa si nasconde dentro
la nostra mente?
Quali sono i meccanismi
neuronali che gestiscono pensiero,
memoria, concentrazione?
Sapere come funziona l’attività
cerebrale ci aiuta a usare
al meglio le sue risorse
Com’è fatto il nostro cervello
LE FUNZIONI MENTALI
Il cervello controlla tutte le funzioni del nostro corpo; quelle che
permettono di restare in vita, poi le attività psichiche, motorie e sensoriali. Molte di queste funzioni sono sotto il controllo della volontà,
mentre altre sono del tutto “autonome” (respiro, battito cardiaco,
attività digestive ecc.). Nell’essere umano, inoltre, il cervello è la sede
di funzioni cosiddette “superiori”, come il pensiero, il linguaggio,
l’apprendimento ecc. Le funzioni “volontarie” del cervello si dividono
in tre gruppi: quelle motorie (come camminare, deglutire, afferrare),
quelle sensitive (cioè legate ai 5 organi di senso) e quelle cognitive
(linguistiche, mnemoniche, logiche e di giudizio). In questo libro ci
occuperemo fondamentalmente delle funzioni cognitive e di come
Cervello maschile e femminile
Il cervello degli uomini pesa mediamente 100 g in più di quello femminile, ma le donne possiedono l’11% dei neuroni in
più rispetto agli uomini nei centri cerebrali del linguaggio e
dell’ascolto. Risultano più sviluppati nel sesso femminile anche l’ippocampo, principale centro di controllo delle emozioni e dei ricordi, e l’insieme dei circuiti del linguaggio e dell’osservazione delle emozioni altrui. Gli uomini, invece, risultano
avere dei processori più grandi nel centro dell’area più primitiva del cervello che registra la paura e scatena l’aggressività, l’amigdala: ecco perché alcuni possono arrivare a uno
scontro fisico in pochi secondi mentre molte donne fanno di
tutto per evitare il conflitto. Nell’uomo anche lo spazio cerebrale preposto all’impulso sessuale è due volte più grande.
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ANATOMIA E FISIOLOGIA
queste evolvano al progredire dell’età e delle strategie che possiamo
mettere in campo per mantenerle giovani ed efficienti nel tempo. Fra
tutte le funzioni cognitive quelle più soggette all’invecchiamento sono
quelle legate alla memoria. Vediamole.
La memoria
La memoria è una delle funzioni principali del cervello. Essa consiste nella capacità di immagazzinare, mantenere e richiamare determinate informazioni. L’encefalo è in grado di elaborare impressioni figurate, verbalizzare quanto appreso e associarlo a
informazioni precedenti. Maggiori sono le possibili associazioni,
più è facile ricordare per tempi più lunghi quanto appreso.
Una o più memorie?
Classicamente si distinguono vari tipi di memoria. Uno dei criteri più frequentemente utilizzati è quello per cui, a seconda del
carattere fugace o duraturo delle informazioni immagazzinate, si
distinguono una memoria a breve termine (o immediata) e una
memoria a lungo termine.
La prima è quella che trattiene una bassa quantità di dati per
pochi secondi o pochi minuti. La seconda invece consente di mantenere una maggiore quantità di informazioni per un periodo di
tempo più duraturo (potenzialmente illimitato). Tutti hanno esperienze di memorie a lungo termine in cui i ricordi si associano a
emozioni forti vissute in una determinata circostanza.
Nella memoria a lungo termine si possono poi distinguere una
memoria episodica che riguarda le esperienze personali o i ricordi e che dipende dal contesto, soprattutto affettivo, con cui sono
state vissute e una memoria semantica che si riferisce ai ricordi
dei fatti e alla conoscenza degli oggetti e del mondo (la cui rievo20
Com’è fatto il nostro cervello
cazione non riguarda il contesto spazio-temporale in cui queste
informazioni sono state immagazzinate). Per esempio, ricordare
che nell’estate di un tal anno siamo stati a Parigi riguarda la memoria episodica, ma sapere che Parigi è la capitale della Francia è
conservato nella memoria semantica. Infine, con la memoria procedurale ci si riferisce alla capacità di ricordare una serie di movimenti che si compiono per svolgere un’azione automaticamente,
senza averne una continua consapevolezza. Per esempio allacciarsi le scarpe, farsi il nodo alla cravatta ecc. Quest’ultima, a differenza delle altre due, è molto più resistente all’usura del tempo e
al danno cerebrale.
L’incapacità di ricordare si definisce invece “amnesia”. Si distinguono l’amnesia anterograda, quando non si riescono a immagazzinare nuovi dati dopo un trauma (per esempio uno shock psicofisico, un lutto, un incidente) e l’amnesia retrograda quando non
si ricordano più eventi accaduti immediatamente prima di un
trauma (un fenomeno tipico degli incidenti e dei traumi cranici).
Come funziona
Nell’encefalo non esistono singole zone deputate alla memorizzazione dei singoli dati.
Ogni informazione, infatti, viene distribuita attraverso un complesso di cellule deputate alla memorizzazione. Esisterebbero tre
fasi principali nel processo di memorizzazione di una data informazione:
1. Ricevimento (o registrazione): la capacità di ricevere informazioni dalle diverse modalità sensoriali (vista, udito ecc.); è influenzata prevalentemente dall’attenzione.
2. Immagazzinamento con creazione di un registro permanente
dell’informazione codificata. Le memorie immagazzinate sono
rinforzate dalla ripetizione e dalla loro importanza emotiva.
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STILE DI VITA
Le buone abitudini
che tengono in forma
la mente
Quali atteggiamenti
è meglio abolire
o limitare e quali
comportamenti virtuosi
è bene non perdere mai.
La migliore arma
anti-age è la prevenzione
STILE DI VITA
C
ome tutti gli organi anche il cervello è soggetto all’usura
del tempo. A partire dai 30 anni di età il cervello umano
comincia a perdere giornalmente un certo numero di cellule. Si tratta di un processo fisiologico definito apoptosi (“morte
cellulare programmata”), che nei primi tempi interessa un numero esiguo di cellule, ma col passare del tempo può arrivare a provocare la morte di 100.000 neuroni ogni giorno. Si calcola che, a
causa di questo fenomeno, il cervello di un adulto perda in pochi
anni il 10% di peso e il 20% del rifornimento di sangue. Di solito però questa diminuzione non rappresenta un problema, a causa della cosiddetta ridondanza.
La natura infatti ci ha fornito un numero di cellule nervose superiore a quello necessario per l’espletamento delle nostre attività.
Per questo motivo quando perdiamo alcune cellule ne esistono
comunque altre pronte a prendere il loro posto, mantenendo inalterate le nostre capacità cognitive.
Invecchiamento: un processo non uniforme
Sono molti i fattori individuali che influenzano la velocità con cui
il cervello invecchia: il patrimonio genetico, le esperienze vissute,
le perdite, il progetto di vita personale, i successi e le difficoltà
incontrate, le malattie e i traumi subiti, l’ambiente familiare e
sociale, gli interessi, le potenzialità creative. L’invecchiamento poi
è sensibile agli stimoli esterni, al punto che il fisico allenato di un
sessantenne sano ha prestazioni analoghe a quelle di un trentenne
sano non allenato con una vita sedentaria. In tal senso, l’invecchiamento è un processo dinamico. Anche il concetto di invecchiamento considerato come evento negativo, caratterizzato da un
irreversibile declino psicofisico, è stato rivisitato e smentito dalle
numerose ricerche degli ultimi anni: il recupero fisico e le capacità di adattamento sono possibili a ogni età.
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Le buone abitudini che tengono in forma la mente
Plasticità neuronale: il cervello cresce tutta la vita
Il cervello possiede una proprietà straordinaria, chiamata “plasticità
cerebrale”. Si tratta della capacità di modificare la propria struttura
e la propria funzionalità in base all’attività dei neuroni e di rispondere all’esperienza o di essere addirittura modificato da quest’ultima.
Nei primi tre anni di vita la plasticità cerebrale è altissima, ma anche
il cervello adulto, sulla base delle ultime scoperte scientifiche, è in
grado di rimodellarsi continuamente sulla base delle nuove esperienze, formando nuovi circuiti sinaptici o ristrutturando gli esistenti. Per decenni, invece, si è pensato che il ricco patrimonio di neu-
I neuroni continuano a riprodursi
Oggi sappiamo che il cervello dell’uomo non è una struttura
rigida e determinata dalla nascita ma può ancora crescere e
cambiare la sua struttura fisica anche in età adulta. E siamo
proprio noi, con le nostre abitudini di vita e le esperienze, a
forgiare la nostra mente in un modo piuttosto che in un altro.
Uno dei più importanti studi che è arrivato a questa conclusione è firmato da Michael Merzenich e John Kaas dell’Università della California a San Francisco. I due studiosi, tagliando il nervo mediano della zampa di una scimmia,
osservarono la reazione della corteccia cerebrale assegnata
alla ricezione degli stimoli della mano bloccata dalla lesione.
Convinti che quest’area cerebrale fosse atrofizzata, i due ricercatori si sorpresero quando scoprirono che questa zona
del cervello veniva attivata dalla stimolazione di altre parti
della mano non lesionate. Cosa era successo? Il cervello,
non ricevendo più input dalla parte lesa, si era riorganizzato
per usare quegli spazi per altre attività.
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ATTEGGIAMENTI MENTALI
I segreti per risvegliare
le aree del cervello
Non è vero che,
col passare del tempo,
le capacità cerebrali
decadono ineluttabilmente:
dipende da come vengono
trattate in ogni fase della vita.
Se si elimina dalla mente
ciò che la intasa,
questa potrà dare
nuovi frutti a ogni età
ATTEGGIAMENTI MENTALI
I
l nostro cervello racchiude la dimensione più complessa dell’organismo. E anche la più misteriosa: un centro di comando
assoluto, dove emozioni, razionalità ed essenza si intrecciano
in ogni momento. Lo sosteneva, tra molti, il Rebbe di Lubavitch,
grande saggio ebraico che affermava che nel cervello circola il
Mashiach, una sorta di energia primordiale e innovatrice, “il vento che aleggia su tutto ciò che esiste”. Con questo termine il Rebbe intendeva paragonare il cervello a un embrione in attesa di
schiudersi e uscire dall’uovo, a una forza in perenne fermento, del
tutto simile a un processo nascente e in rinnovamento che di
volta in volta fissa nei circuiti neuronali il volto più recente dell’universo in trasformazione.
Il cervello dunque, come in uno specchio, riflette il presente del
mondo. E tanto più il mondo evolve, tanto più il cervello umano
plasma e adegua la sua rete neuronale alle novità. Salvare il cervello allora, significa proteggerlo dalla polvere del tempo, evitare che
il passato lo “ammorbi”. Se lo facciamo bene ne beneficeremo in
salute e benessere.
LA LETTURA SIMBOLICA
Il cervello è come un uovo
Nel cervello c’è già tutto. Questo organo è dal punto di vista neurofisiologico il motore dell’intero organismo: da esso partono gli
stimoli per i muscoli, la sintesi degli ormoni, dai suoi meccanismi
di regolazione dipende l’attività del cuore, dei polmoni… già queste considerazioni evidenziano come l’encefalo contenga la sintesi e il progetto di tutto il corpo.
Proprio come un uovo, contiene in sé tutte le sostanze (proteine,
vitamine, persino un composto dell’azione antibiotica, l’avidina)
necessarie allo sviluppo di un nuovo organismo. Già gli alchimisti
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I segreti per risvegliare le aree del cervello
parlavano di questa similitudine tra la natura dell’uovo e quella
del cervello: una natura profondamente creativa e trasformativa
che il nostro corpo ripropone anche negli altri organi di simile
forma, come per esempio l’occhio e le gonadi.
Il cervello è come un orto
Se osserviamo un fiore, la sua forma è perfetta in sé qualsiasi sia
la stagione in cui sboccia, il colore dei suoi petali, il profumo
delle sue corolle. La sua perfezione è contenuta nel seme, che
racchiude il processo di tutta la pianta. Il seme nel grembo sicuro
della terra si prepara a portare a compimento il suo progetto:
imperturbabile, resiste alle intemperie e attende il momento giu-
Il comandamento: pensare semplice
Siamo abituati a pensare che i ragionamenti più complessi
siano i più profondi. Così spesso avvolgiamo la mente su
pensieri arzigogolati. Ad esempio: scopro che un collega parla male di me, o temo che il partner mi tradisca?
La mia mente è sopraffatta dal problema: cerco di capire
perché è successo, di chi è la colpa, chi ha sbagliato... Affiorano rimpianti, rimorsi, rancore. Ma non ne vengo a capo.
Allora cerco una soluzione, col risultato che nessuna mi soddisfa: “Devo agire. No, è meglio aspettare. Mi vendico. No,
faccio il superiore...”. In realtà il cervello vuole semplicità.
Come fare? Quando ragioniamo, riflettiamo, valutiamo diciamo a noi stessi: come lo spiegherei a mio figlio? Se dovessi
sintetizzarlo in una sola parola, quale sarebbe? Quali sono
gli elementi essenziali?
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