Poker e gestione del rischio Il poker è

Transcript

Poker e gestione del rischio Il poker è
Poker e gestione del rischio
Il poker è intrinsecamente legato al mondo della finanza: non è certo un caso che
tanti degli attuali campioni provengano proprio da quel mondo.
Proviamo a fare dei paralleli e a trarne alcune indicazioni di massima.
Lo strumento che si utilizza per giocare o investire è chiaramente il medesimo, ossia
il denaro. Lo scenario in cui si opera è ugualmente molto simile, le informazioni sono
accessibili a tutti ma sono imperfette. L’osservatore attento coglie e colleziona
molte più sfumature dell’amatore o dell’investitore occasionale, guadagnandosi in
maniera legittima piccoli ma sostanziali vantaggi. Il mercato entro cui operare è
aperto per tutti ed inoltre gli operatori possono decidere dove giocare o dove
investire. Decidere di puntare sulla borsa di Tokyo perché ritenuta profittevole è
come scegliersi un tavolo in cui siedono giocatori che valutiamo scadenti. Siamo
sempre in condizione di decidere quanto investire o giocare. Possiamo sempre
disinvestire e rivolgerci altrove, così come possiamo cambiare partita. Essere nella
media vuol dire perdere, perché a poker si paga il rake e negli investimenti vi sono
commissioni, per cui il parco buoi in finanza costituisce la maggioranza ed anche a
poker i perdenti sono più dei vincenti. Infine, il rischio fa parte di entrambi i mondi
ed è connaturato ad essi. Vedersi scoppiare due assi equivale al morbo della mucca
pazza se avete comprato azioni della McDonalds. Apparentemente non potevate
perdere, eppure...
Come vedete, tutto si riduce allora nel prendere continuamente decisioni.
I bravi giocatori così come i migliori investitori, sono coloro i quali prendono la
decisione giusta con alta frequenza. Nessuno indovina sempre, ma alcuni
indovinano spesso. Talvolta una decisione giusta resta tale anche di fronte al
fallimento. Essa era la decisione giusta e dovrete rifarla all’infinito, il risultato non vi
interessa, sapete che nel lungo periodo vincerete.
Allora essere bravi corrispondere al prendere decisioni statisticamente valide: è
possibile imparare?
Certo, ma questo richiede studio, applicazione, talento ed esperienza, ossia molto
tempo.
Mettersi invece in condizione di poter prendere molte decisioni, la maggior parte
delle quali corrette come supposto, richiede solo la comprensione di alcuni
fondamentali. La teoria è semplice, la pratica richiede disciplina e pazienza.
Tutto ciò è fondamentale, se è vero che siamo buoni giocatori, la nostra prima
necessità è quella di essere in condizione di prendere tante decisione, il nostro
profitto deriva dalla giustezza delle nostre scelte, più scelte abbiamo di fronte più
guadagniamo.
E qui la finanza torna davvero utile.
La prima massima che si insegna in economia recita “mai mettere tutte le uova nello
stesso paniere”. Fino a qui è facile, nessuno si iscriverebbe ad un singolo torneo con
un buy in pari al nostro bankroll, così come nessuno investirebbe una vita di risparmi
in un singolo titolo. Ma andiamo oltre: nel poker come negli investimenti, la varianza
è la nostra bestia nera, essa ci impedisce di far valere la nostra abilità privandoci
della possibilità di investire o giocare perché abbiamo perso tutto. Contrastarla è
però relativamente semplice: bisogna diversificare. La diversificazione riduce la
variabilità. Anche se molto piccola, essa può originare una enorme riduzione della
variabilità. Diversificazione che funziona molto bene in finanza poiché i prezzi delle
azioni non hanno un andamento concorde. Ugualmente le partite a poker sono
indipendenti l’una dall’altra.
Ripartendo l’investimento anche solo tra due titoli, la variabilità del vostro
portafoglio è sostanzialmente inferiore alla variabilità media delle azioni. Giocando
anche solo due partite di Texas Hold’Em ottenete lo stesso effetto, ma voi
ovviamente ne potete giocare addirittura migliaia.
In finanza, una volta compresa la diversificazione, si è sostanzialmente eliminato il
rischio specifico, resta da combattere il rischio sistematico.
Nel poker è ancora più facile, perché una volta eliminato il rischio specifico, ossia il
rischio che caratterizza la singola situazione, si può anche lavorare sul rischio
sistematico: infatti esso è quasi pari a 0, non essendoci partite (azioni) che
rispondono in maniera più o meno proporzionale rispetto ai movimenti di mercato,
tranne forse per i grandi tornei.
Se dunque è vero che siete forti, una buona gestione vi permette di continuare a
prosperare, superando i momenti sfortunati e riducendo le oscillazioni al minimo.
Da qui vi espongo allora le mie riflessioni su una razionale e proficua gestione della
propria attività pokeristica:
1)
Essere bravi è un concetto relativo, in finanza si gioca contro tutto il
mondo contemporaneamente, ma a poker si hanno pochi e definiti
avversari (peraltro in finanza possono anche vincere tutti, a poker NO).
Allora uno dei giocatori più forti del mondo potrebbe essere un perdente
se continuasse a giocare contro i 9 giocatori più forti del mondo, laddove
un mediocre potrebbe vincere con regolarità, giocando partite molto facili.
2)
Il campo di gara è ancor più importante del bankroll, se non sapete dove
giocare, il quanto giocare è irrilevante.
Una volta accertato che siete mediamente vincenti, il vostro bankroll è
funzione delle partite cui andate incontro e del vostro obiettivo. In banca,
prima di investire, vi chiederanno che tipo di investitore siete. A poker è la
stessa cosa. Una partita con voi e altri 8 principianti, in cui tutti vanno a
premio per cifre molto vicine tra loro, è come investire in titoli di Stato.
Nulla è sicuro, ma il rischio è minimo. In fondo anche i titoli di Stato non
tengono conto dell’inflazione, anche se offrono certezza sul pagamento. In
un simile torneo credo che si possa investire anche il 33% del proprio
bankroll senza correre veri rischi per esempio.
3)
Andiamo invece all’estremo opposto. Per qualche motivo decidete che il
vostro giocare ha senso solo ed unicamente se potete vincere 5 milioni in
poco tempo, altrimenti il vostro tempo è più remunerativo facendo altro,
oppure preferite comunque divertirvi piuttosto che guadagnare
moderatamente. Ebbene, iscrivetevi al WSOP! Non solo è la decisione più
razionale, ma è addirittura l’unica logica. Ci sono regole di bankroll in
queste scelte? No, in questa situazione la vostra assunzione di base è
quella di vincere subito 5 milioni di euro, per cui non ci sono regole, ma
necessità. Questa che seguite è l’unica strada che vi offre una minuscola
possibilità di farcela, le altre strade presentano una possibilità pari a zero.
Solo nel WSOP si vince tale cifra, per cui se volete obiettare, orientate le
vostre critiche verso l’assunzione di fondo, ossia il voler vincere 5 milioni,
non sulla strada che un giocatore segue. Ripeto, paradossalmente è l’unica
razionale. È come investire tutto in derivati attraverso un hedge fund
aggressivissimo in valuta volatile. Certo, crollano tutti i presupposti per cui
voi siete forti e volete prendere molte decisioni, ma questa è l’unica strada
verso il successo così come voluto da voi.
4)
Un giusto mix è ovviamente la via maestra e dunque la preferibile se volete
cercare di massimizzare il guadagno riducendo al minimo il rischio. Cosa
che in fondo desiderano fare quasi tutti gli investitori ed i giocatori.
Affrontate ogni partita con lo spirito con cui affrontereste un investimento.
Da fuori osservate il tavolo e lo giudicate un mercato profittevole. Poi vi
sedete con una cifra che vi permetta di sfruttare a pieno le opportunità ma
senza rischiare tutto, se una delle due condizioni non può essere
soddisfatta, siete entrati nel mercato sbagliato. Appena prendete in mano
le carte potete cominciare a valutare ciò che in finanza si definiscono i
fondamentali di una azienda. Le vostre carte sono tale prima informazione,
un singolo titolo dentro ad un mercato. AA è una azienda con un bilancio
ottimo, ratio appropriati e ottime opportunità di guadagno a breve. Tutto
ciò che aveva anche Parmalat o Enron, il fatto che siano fallite non vi deve
scoraggiare, le altre 1.000 aziende in quelle condizioni fanno soldi ancora
oggi. Se i vostri assi hanno perso una volta, essi vi faranno vincere in
futuro. 72 è una azienda quasi fallita, non investite, che qualcuno abbia
fatto i soldi comprando junk bond non vi deve interessare. Oltre alle vostre
carte vi dovete poi guardare intorno, raccogliere informazioni e
monetizzarle. Infine dovete valutare l’attimo e ottimizzare. In questo modo
è cosa intelligente investire circa il 90% del proprio bankroll, giocando o
investendo in maniera classica e razionale. Spaziando dalle partite più facili
a quelle un po’ più difficili ma che vi permettono di vincere un po’ di più. Il
rimanente 10% secondo me può essere investito in maniera più audace.
90% di obbligazioni sicurissime, sicure e quasi sicure vanno unite ad un
10% di portafoglio azionario, molto più rischioso ma che vi permette di
vincere tanto. L’optimum consiste nell’unire una crescita costante e sicura
del portafogli, continuando a coltivare la piccola speranza di diventare
ricchi in fretta e con poco sforzo. Il grande torneo ogni tanto può essere
fatto!
5)
Tutto ciò è in contraddizione con la regola che prevede di non investire più
dell’1% del bankroll in un torneo perché esso ha una varianza mostruosa?
No, è una estensione. Un torneo costoso per il vostro bankroll, ma che non
vi permette di cambiare radicalmente la propria vita non soddisfa nessun
requisito standard. Presenta una alta aleatorietà e non vi rende davvero
ricchi. Non giocatelo. Vincere il WSOP realizza invece i vostri sogni, bene,
provateci e lasciate da parte i libri. Anche i sogni di gloria vogliono il loro
prezzo, se potete pagate...
6)
Detto tutto ciò, pensate ancora che il rischio sia il vostro nemico e a tratti
odiate il gioco perché non premia la vostra superiore bravura? Sbagliate,
l’ingiustizia del breve periodo è la vostra fortuna. Così come l’investitore
intelligente avrà stappato lo champagne quando i più grandi economisti
del secolo scoprirono in maniera definitiva che le variazioni di mercato
sono casuali. Senza tale fattore, essi non potrebbero sfruttare le loro
capacità perché non ci sarebbero mercati. Ugualmente voi non trovereste
partite. Immaginate una roulette in cui il cliente, dopo aver piazzato le
puntate, si sente chiedere dal croupier quanto ha puntato, non cosa. Il
croupier non tira la pallina, bensì porge ora al cliente il 97% di quello che
ha giocato! Penso che non giocherebbe nessuno. Lo stesso a Texas
Hold’Em: viva gli scoppi!
7)
Se non siete più bravi dei vostri avversari abituali le regole sul bankroll non
esistono. Molto semplicemente, nel lungo periodo siete destinati a perdere
tutto, indipendentemente dal vostro patrimonio di partenza. Il destino è
tracciato, andrete in bancarotta, al limite si può investigare su quanto
tempo ci metterete, ma nel lungo periodo perderete tutto inevitabilmente.
Anche Bill Gates andrebbe rotto all’1-2 Fixed se giocasse contro avversari
più forti di lui per l’eternità.
8)
Se invece non sapete ancora se siete vincenti o perdenti ad un gioco o ad
uno stack, ebbene la gestione del vostro bankroll dovrà essere un giusto
equilibrio tra due diverse esigenze: la prima consiste nel non soffrire per la
perdita possibile, la seconda attiene al cercare di fare esperienza e
maturare. Un investitore alle prime armi tenderà ad andare sul sicuro, ma
se non mette mai la testa fuori verso prodotti finanziari più complessi non
imparerà mai. Giocare a cifre microscopiche non vi insegna nulla, gli altri
giocatori saranno irrispettosi dei soldi e non vi sarete messi alla prova ad
armi pari con i vostri avversari. Andare in banca ad ordinare pronti contro
termine non è una esperienza elettrizzante. Compratene per grande parte
del patrimonio, ma una piccola porzione destinatela ad altro. Lo stesso a
poker. Una volta che siete mediamente vincenti, attenetevi a quanto
scritto nei libri per gestirvi, credo che siano regole giuste. Sostanzialmente,
voi siete forti, aiutatevi a far valere e prevalere la vostra forza, ossia gestite
il bankroll in modo da poter prendere tante decisioni e non fermatevi mai:
aver perso tutto per pura sfortuna vuol dire non poter continuare a
prendere decisioni profittevoli.
Il poker è allora un gioco in cui la gestione del rischio è condizione imprescindibile,
diventare forti e competenti sta a voi ed è un percorso lungo e tortuoso. Farvi
continuare ad esserlo, è semplicemente comprensione del problema, la soluzione è
elementare.