PER TE FEDERICA NOSTRO GRANDE AMORE ANNA E MARCO
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PER TE FEDERICA NOSTRO GRANDE AMORE ANNA E MARCO
PER TE FEDERICA NOSTRO GRANDE AMORE ANNA E MARCO Siamo Marco e Anna, entrambi di 39 anni, sposati dal 1994; dopo un paio di anni di matrimonio abbiamo cominciato a pensare di allargare la famiglia ma c’era qualcosa di mai compreso esattamente, di inafferrabile, che ci sfuggiva volta per volta, anno dopo anno; così cominciò dapprima ad aleggiare, poi a prendere forma l’idea di un’adozione. E così abbiamo iniziato la trafila burocratica da un lato e di esame da parte dell’assistente sociale e della psicologa dall’altro, trafila abbastanza imbarazzante quest’ultima per il fatto che la nostra vita e noi stessi dovevamo essere scrutati e giudicati se eravamo adatti ad un compito che è naturale ad altre coppie: l’essere genitori. In occasione degli incontri con la psicologa, la stessa dottoressa ci ha consigliato di contattare l’associazione “Gruppi volontari per l’affidamento e l’adozione” al fine di avere un supporto tecnico che morale sia prima che dopo l’adozione. Grazie di cuore a tutto il gruppo per la disponibilità e la simpatia. …Un giovedì mattino di fine Ottobre Anna riceve la telefonata dell’assistenze sociale che ci convoca nel suo ufficio per il lunedì seguente ma, visto che io sarei partito per la Spagna per una Convention di lavoro, lo stesso lunedì, l’assistente sociale ha proposto di anticipare il tutto al venerdì perché la cosa era urgente… … Il venerdì l’assistente sociale terminati i brevi convenevoli esordisce così “Il tribunale ha pensato a voi, 16 giorni fa è nata Federica e voi siete stati scelti come genitori !” In quel momento nell’ufficio è calato il gelo poi Anna è scoppiata a piangere mentre io sono rimasto pietrificato. La Signora ha rotto il ghiaccio con la frase “volete un caffè ? ”. …Federica era appena uscita dall’ospedale ed affidata ad una comunità per neonati: dapprima non abbiamo capito quanto stava accadendo tanto che l’assistente sociale ci ha ripetuto una seconda volta la notizia sbandierandoci sotto il naso il fax del tribunale poi un’ondata di felicità ci ha resi come ebeti. Io dichiaro subito che non partirò per la Spagna ma, l’assistente sociale saldamente ribadisce “ma come ora che è diventato papà vuole farsi licenziare ??”, visto che si trattava di soli tre giorni abbiamo immediatamente combinato l’ incontro con i responsabili della comunità dov’era Federica, per il giovedì successivo. Non vi nascondiamo la nostra emozione al ritorno a casa, la mente sempre rivolta al pensiero di quella piccolina che attendeva di conoscere il suo papà e la sua mamma. E poi mille domande, come sarà ???? piccola, grande, sana, malata, bionda, bruna, bella, brutta …….. Finalmente arriva il fatidico giovedì mattina, passiamo a prendere l’assistente sociale e si parte; fortunatamente l’auto sembrava che sapesse la stra da perché la nostra mente era troppo occupata da milioni di pensieri e domande mescolate ad un incredibile gioia e ad ancora una certa incredulità su tutto quanto, dopo tanti anni di speranze andate deluse. L’incontro: ci trovavamo in una stanzetta colma di giocattoli con un piccolo fasciatoio, ad un tratto si apre la porta ed entra una carrozzina con la capottina sollevata, ci avviciniamo con il cuore in gola, ed eccola lì piccina piccina nella sua bellissima tutina a fiorellini troppo grande per lei e poi fra le braccia di Anna piccolissima, fragile con due occhietti socchiusi che ci guardavano. Non dimenticheremo mai per tutta la vita quell’incontro e la tenerezza di quella bimba che ci pioveva tra le braccia dal cielo. La responsabile della comunità ci ha raccomandato: “non viziate questa bambina, non pensate che abbia sofferto troppo….”. In effetti fino a quel momento aveva avuto almeno 6 mamme a coccolarla giorno e notte: tutte le puericultrici della comunità. Seguì un’attività frenetica i viaggi alla comunità, i preparativi a casa, l’acquisto di mille cose le più disparate fra loro: la culla, il corredino, la carrozzina, il seggiolino per l’auto, l’occorrente per la pappa e tanti giocattoli, il tutto scandito da sei poppate giornaliere, concentrato in tre giorni anziché i canonici nove mesi. Già il secondo giorno Federica riconosceva la voce della sua nuova mamma e quella “pulce” trovava molto comoda per dormire la spalla del suo papà. Ogni volta che raccontiamo quei giorni la commozione è fortissima e vi assicuriamo che è stata sicuramente la più intensa della nostra vita. Inutile dirlo, quella mattina di fine Ottobre la nostra vita è cambiata e ancora oggi sembra impossibile che possano succedere cose così belle all’improvviso; il nostro augurio per tutte le coppie come noi è perciò: Estote Parati… Federica, Mamma e Papà