e non solo!!

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e non solo!!
Newsletter di aggiornamento
sui progetti di
Amici dei Bambini in Albania
…e non solo!!
Fjalet e Qiririt
Le parole della candela
Ne mes tua kam qendruar
E jam duke u perveluar,
Qe t ju jap pakez drite
Naten t’jua bej dite...
Le parole sono rimaste tra voi
Mi sto consumando
Per darvi un po’ di luce
Per cambiare la notte con il giorno...
Naim Frasheri
Poet shqipetar fund i viteve 1800
Sommario:
1.
2.
3.
4.
L’Albania…tanto vicina ma così lontana
Centro Servizi per la Famiglia Tirana
Centro Servizi per la Famiglia Bathore
Centro Servizi per la Famiglia Fier e Levan
Naim Frasheri
Poeta albanese di fine ’800
Anno IV - numero 10 – ottobre 2005
Il Sostegno On L i n e di “Aiutami a vivere in Albania”
1. L’Albania…tanto vicina ma così lontana
Un Nuovo Volontario in Formazione In Albania: il racconto di Adriano Falconi, nuovo
volontario in formazione per Amici dei Bambini
E’ sera, qui a Tirana sono ormai le 23:00 e la città è già scesa in un sonno profondo. Anch’io
sono stanco perché la giornata è stata pesante e vorrei crollare e sprofondare nel letto, ma il
bombardamento e l’esplosione di emozioni che ho avuto non mi permettono di dormire e
quindi come ogni “buon” volontario in formazione alle prime armi con questo lavoro, non posso
esimermi dal raccontare l’impatto che questo paese dai mille paradossi e dalle infinite
sfaccettature ha avuto su di me.
Oggi sono più o meno dieci giorni che sono arrivato, niente se misurato con la monotona vita
serena e benestante che conducevo fino a pochi mesi fa, ma un’eternità se si considera
l’ambiente in cui mi trovo oggi e soprattutto il lavoro che sto svolgendo.
Sono arrivato all’aeroporto di questo piccolo paese incastrato nei Balcani il giorno del mio
ventisettesimo compleanno. Incredibile a volte come il destino ti riserva delle strane sorprese.
E ancora non ho capito se mi ha fatto un meraviglioso dono per festeggiare il mio anniversario.
Sceso dall’aereo mi sono subito reso conto che questa volta non era uno dei miei soliti viaggi.
L’area era resa calda dall’afa e dal più alto tasso d’inquinamento che io avessi mai sentito in
tutta Europa.
Ho ricevuto subito un’accoglienza speciale dallo staff locale con cui collaborerò e dalla
coordinatrice del paese Maurizia che ormai e più di un anno che lavora qui in sede ed ha molto
da insegnarmi.
Nel giro di poco tempo mi sono ritrovato catapultato nel lavoro e nella realtà di questa nazione
scoprendo, shoccandomi, dei suoi paradossi, delle sue stranezze e di come in un modo o
nell’altro la vita quotidiana della sua popolazione riflette sempre più ormai lo stato di salute di
questo nuovo mondo globalizzato su cui ci sarebbe tanto da dire.
Tirana è un cantiere che sembra non avere conclusioni ne’ fine. Tutto è in costruzione, tutto è
in distruzione perché pieno di case ed immobili illegali o in stato di puro abusivismo edilizio.
Settecentomila abitanti che si affollano uno sopra all’altro e che cercano ogni giorno di
sopravvivere in questa nuova situazione politico economico socio culturale.
Non si puo’ pero’ certo commentare e spiegare certe sensazioni se non si raccontano prima
alcuni cenni storici di questo paese, perche’ non si riuscirebbe a dare l’idea della situazione.
Con la fine della dittatura comunista dopo il crollo del muro di Berlino e la fuoriuscita dal
controllo del blocco sovietico, l’Albania ha passato anni difficilissimi, di forte crisi politica ed
economica paragonabile solamente ad un paese da IV mondo. Ma la situazione è ben più
complicata, perché i fattori da dover prendere in considerazione per poter capire la realtà
odierna di questo paese sono di vario genere. Sicuramente ha influito tantissimo l‘imposizione
di una dittatura di stampo sovietico comunista dove lo stato assistenzialista e mono-partitico
regolava non solo l’economia del paese, attraverso piani produttivi nei vari settori economici,
ma anche, attraverso una dura imposizione su come culturalmente e socialmente svolgere, la
loro vita. Nel 1997, mentre noi dall’Italia vedevamo stupiti le navi cariche di albanesi in fuga,
l’Albania ha conosciuto uno dei momenti più critici della sua storia: il crollo delle “piramidi
finanziarie”.
Infatti, dopo l’avvento della democrazia grazie al moto insurrezionale di alcuni gruppi
democratici contro la struttura tirannica, il paese aveva iniziato il suo, pur se lento, cammino
verso la fase di transizione: da paese con una economia pianificata ad una di mercato (e non il
contrario come una certa dottrina professava), con tutte le incognite e le difficoltà in cui sono
andati incontro i nuovi paesi dell’Unione Europea. Ma purtroppo, spregiudicati speculatori e
incontrollati investimenti -attraverso le cosiddette piramidi finanziarie- hanno portato con il
loro crollo alla totale disfatta del paese, dove la confusione e la paura di aver perduto tutto il
proprio denaro ha condotto la popolazione a commettere una guerra civile.
Oggi il paese è in una tale situazione che pur trovandosi fra breve in una zona enclave della
“progredita Unione Europea” con la futura entrata della Romania, alcuni rinomati analisti
professionisti hanno affermato che il paese non sarà in grado di poter chiedere una sua futura
adesione alla fortezza Europea nemmeno nel 2025 ossia, fra più di 20 anni!!!. Nel frattempo il
paese e la sua popolazione sono in balia di investimenti stranieri spregiudicati, in cooperazione
spesso con partner locali con cui fanno affari a volte non “proprio leciti”: come trafficare donne
Anno IV - numero 10 – ottobre 2005
e bambini da inserire nel giro della prostituzione e del lavoro minorile, per non parlare poi del
traffico di organi oltre che le vecchie fonti di reddito provenienti dal commercio di armi.
Tirana, dove vive circa un IV della sua popolazione, sta subendo un processo di urbanizzazione
senza precedenti e senza alcun piano regolatore che possa realmente riuscire a far fronte alle
continue ondate di immigrati provenienti soprattutto dalle montagne del nord. La città offre
spettacoli paradossali e addoloranti come quando vedi ragazzi e bambini sporchi e malnutriti
passare furtivi fra i tavoli dei bar sotto la torre dove siedono connazionali con sul tavolo
portachiavi d’argento a cui sono legati chiavi di lussuose macchine. Nei parchi e nelle strade si
incontrano vecchi e bambini che per 10 lek (la moneta locale) ossia 8 cent di Euro ti offrono di
pesarti su una bilancia che a dire il vero ho i miei dubbi funzioni ancora. Non c’è legislazione
sul commercio privato e anche se ci fosse, nessuno lo rispetta. Nelle strade, martellate, in
costruzione o completamente distrutte, spesso devi fare attenzione a non sprofondare in
enormi buchi perché le persone si rubano anche i tombini per poterli poi rivendere ai
costruttori edili che “vincono” gli appalti governativi.
Qui, vige la vera legge del più forte, dove l’incoscienza e la dimensione del proprio veicolo oltre
che del suo valore hanno sostituito le pistole del far west.
Pur se il nuovo sindaco sta facendo di tutto per cercare di cambiare la fisionomia della città,
superando mille ostacoli, la difficoltà più ardua è sicuramente quella di cambiare la mentalità
della gente delusa dal passato sia politicamente che umanamente e che necessità di nuove
“stelle” a cui aggrapparsi e in cui credere.
In una realtà, dove le persone rifiutano il senso di solidarietà, il concetto di rispettare l’altro
come se stessi e gli stessi luoghi pubblici, e dove l’individualismo ha preso il sopravvento e la
totale perdita di identità di valori e di appartenenza storica ha lasciato un enorme vuoto da
colmare è facile cadere preda dei nuovi peccati globali “occidentali” fra cui sicuramente quello
di un consumismo spregiudicato dedicato all’immagine e identificato, ormai come “nuovo
valore universale”.
La rassegnazione spinge i giovani a cercare la fuga verso sud attraverso le montagne per
arrivare nel paese ellenico dove i greci li sfruttano e li discriminano o verso ovest con gommoni
rimediati per sbarcare in Italia dove pensano di trovare quel fantastico mondo che gli appare
dalla nostra televisione.
Il paese sembra quasi sprofondare nell’ultimo girone dell’inferno di Dante se non fosse che
qualcuno ci crede, ci prova e spera di cambiare il suo paese. Qualcuno che decide di rimanere
e sfidare le difficoltà......... ed e’ insieme a quelle persone che Ai.Bi. vuole collaborare.. E’ per
la futura generazione che Ai.Bi. Albania lavora.
2. Centro Servizi per la Famiglia - Tirana
WWW.BATHOREBEACH.NET: “Venite a trovarci per conoscere la nostra cultura e la
nostra terra, ci aiuterete a raggiungere i nostri obiettivi formativi” - questo lo slogan
del progetto BathoreBeach, realizzato dai giovani del Centro Giovanile Horizont
Salve! Io sono Erjona, responsabile del centro giovanile Horizont di Bathore.
E’ da molto tempo che, insieme all’associazione Amici dei Bambini, svolgo diverse attività per i
giovani di Bathore, cercando di creare per loro la possibilità di sviluppare le proprie capacità e
potenzialità in un contesto spesso ostile e priva di prospettive in cui vivono quotidianamente.
Una di queste inziative è proprio BathoreBeach, il progetto di viaggi solidali.
La situazione in Albania si può definire ancora difficile per i giovani, soprattutto per i giovani di
Bathore, zona in cui non si può trovare lavoro e non si hanno possibilità economiche per
realizzare i propri sogni proseguendo gli studi all’Università; i più coraggiosi tentano di andare
all’estero per trovare un lavoro con il quale pagarsi gli studi e aiutare la famiglia.
“L'Albania è un paese bellissimo e vogliamo costruire il nostro futuro qui, ma come fare se non
ti offre nessuna possibilità?” – dicono loro.
Trovandoci in questa situazione abbiamo avuto un’intuizione e, insieme ad un ragazzo italiano
volontario qui, abbiamo progettato un’idea di progetto riguardante i viaggi solidali, chiamata
BathoreBeach, proponendo agli italiani interessati un turismo consapevole attraverso il quale
poter conoscere la natura e la cultura albanese creando anche la possibilità per questi giovani
di costruirsi un percorso formativo legato ai loro obiettivi.
Ogni ragazzo ha così definito un chiaro obiettivo lavorativo con il relativo percorso formativo
che si impegnerà a raggiungere attraverso la donazione lasciata dagli italiani in visita qui.
Anno IV - numero 10 – ottobre 2005
Ci sono al momento 8 giovani e 8 obiettivi; questi giovani ospitano nelle loro case dei
visitatori, con l'obiettivo di far conoscere la cultura e la natura albanese. In cambio
dell'ospitalità e del viaggio nella cultura e natura albanese viene richiesto un contributo che,
dietro ricevuta, verrà versato in un fondo comune intestato al progetto BathoreBeach. Questi
contributi verranno poi suddivisi equamente e ridistribuiti agli 8 ragazzi coinvolti dal progetto
per pagare i loro studi, e quindi per raggiungere i loro obiettivi.
Tutto il progetto è descritto nel sito al quale questa news da il titolo; vi invitiamo a guardarlo,
www.bathorebeach.net.
La settimana prossima arriveranno i primi visitatori; sono quattro persone che staranno con
noi dal 6 fino al 10 ottobre, e per le quali abbiamo realizzato un bel programma. Oltre
all’ospitalità tradizionale albanese loro conosceranno la storia dell’Albania, ne visiteranno le
città, i castelli, i musei storici, vivranno per un pò di giorni la vita albanese, e la realtà;
speriamo di riuscire a comunicare loro la nostra natura, che non è certo quella che si conosce
in Italia attraverso i giornali e la televisione, ma è fatta di persone vere, educate, civili e
lavoratrici, come ogni altro popolo del mondo.
3. Progetto Centro Servizi per la Famiglia Bathore
Per una salute migliore: un semplice corso con un medico specialista ha potuto
incentivare le mamme ad una maggiore prudenza nell’accudire i propri figli
Sono quasi tre anni che lavoriamo nell’area di Bathore e tutti i giorni osserviamo la vita difficile
che vivono qui, le loro difficoltà economiche e specialmente i numerosi problemi di salute che
presentano; abbiamo discusso tanto con loro della salute in generale, di quella dei bambini e
delle mamme in particolare e del modo in cui prevenire le diverse malattie.
Parlando con loro di tutto questo ci siamo rese conto che le mamme non vanno mai dal
dottore, a meno che non siano gravemente malate; questo succede perché spesso non hanno i
soldi e la visita e le medicine costano, ma la ragione principale resta la mentalità.
Per loro dire che stanno male è segno di debolezza, che le rende inutili oggetti per la famiglia;
un uomo o una donna in età lavorativa non possono dire di stare male, devono essere forti
perché devono occuparsi della loro famiglia. Uscire di casa per andare dal dottore per loro è
una perdita di tempo.
Toccando da vicino questa realtà abbiamo deciso di invitare una specialista delle infezioni a
Bathore; a lei l’idea di parlare di temi importanti quali le malattie infettive e la prevenzione è
sembrata buona, soprattutto perché molte persone che visita tutti i giorni sono malate perché
non si curano.
L’esperta dermatologa, Sabahet Dedja, si è preparata una lezione sulle infezioni addominali e
quelle della pelle; non ha però concluso con tutto quello che c’era da dire, e per questo ci ha
comunicato che dovremmo organizzare un altro seminario per concludere il discorso. Lei ha
preferito infatti, visto il livello del suo pubblico, concentrasi su alcuni argomenti con le donne, e
poi passare ad altri in altra sede.
L’incontro con le nostre mamme e la dottoressa è stato quindi organizzato; abbiamo pensato
che fosse molto utile avere presenti in questa conversazione anche i bambini che frequentano
il nostro centro, perchè loro si contaminano tutti i giorni con le mani sporche o con i cibi che
mangano e che non lavati; erano così presenti 30 bambini di età scolare e 20 mamme.
La specialista ha cominciato a spiegare come si possono contrarre le infezioni, quanti tipi di
infezioni ci sono, le tipologie di parassiti che si formano e sviluppano nelle diverse parti del
corpo e i danni che possono produrre se non vengono debellati.
La specialista ha cercato di essere molto chiara e precisa nella sua spiegazione, trovando un
linguaggio molto semplice da capire, e ha risposto a tutte le domande che le donne e i bambini
hanno fatto, specialmente sulle forme e la lunghezza dei parassiti.
I figli erano molto interessati alla parte dedicata alla spiegazione del rischio di contaminazione
se non ci si lava le mani o se le unghie sono sporche, o nel caso in cui si mangino cibi non
lavati bene.
Le donne non vedevano l’ora di rimanere un pò sole con la dottoressa, perchè così potevano
parlare liberamente dei loro problemi con lei; Sabahet è stata molto brava a dare tutte le
risposte necessarie ad ogni caso concreto.
Alla fine tutti sono rimasti contenti, perché hanno imparato tante cose sui rischi che corriamo
se non ci consultiamo sempre dal dottore.
Anno IV - numero 10 – ottobre 2005
4. Progetto: Centro-Servizi per la Famiglia di Fier e Levan
Mediazione Culturale a Levan: un incontro informativo con i giovani del liceo
scientifico del comune di Levan (FIER) per parlare di cultura, valori tradizionali e
territorio
Questo incontro è avvenuto in occasione del ritorno in famiglia di un nostro concittadino
albanese, immigrato in Italia, e amico della D.E.A., Alban Zhapaj, che si è laureato in Italia
all’Università di Padova in Scienze della Formazione, nel corso di laurea di “Formatore nelle
Organizzazioni Sociali Complesse”.
Attualmente vive e lavora in Italia dove sta seguendo un corso di laurea specialistica in
“Scienze della Formazione Continua”, ma ogni volta rientra in Albania organizza insieme a noi
incontri informativi per i nostri giovani, con argomenti o temi che in qualche modo
corrispondono ai bisogni di loro stessi e a quelli della nostra società.
Questa volta abbiamo scelto di parlare e discutere insieme ai giovani del comune di Levan (in
provincia di Fier) della nostra cultura tradizionale e dei suoi valori, e come questa influenzi il
nostro modo di essere e la nostra identità, sia questa personale o di gruppo.
Erano presenti nell’incontro rappresentanti di Amici dei Bambini di Tirana, della scuola
superiore professionale “Murialdo” diretta dai padri italiani “Giuseppini del Murialdo”, oltre che
dirigenti del liceo di Levan e rappresentanti del governo territoriale.
Si è scelto intenzionalmente di parlare dei valori della nostra cultura perché esiste attualmente
nei giovani delle nostre scuole un abbandono di ciò che è cultura autoctona, e una continua
tendenza a “copiare” o adottare atteggiamenti e modi di essere di altre culture, spesso
seguendo delle mode e senza capire dove conduce tale strada. Questo comporta per i giovani
una specie di crisi di identità e continui conflitti nei rapporti con adulti e genitori. Spesso ai
giovani piace a fare “l’americano” o “l’italiano” disprezzando o lasciando da parte ciò che a loro
dà l’identità culturale e nazionale, origine, famiglia, storia, valori e territorio.
Gli obiettivi principali dell’incontro erano proprio la promozione dei valori tradizionali e il saper
riconoscere l’importanza della cultura per l’identità della persona. Più volte durante l’incontro
Alban ha ricordato ai giovani che per presentarsi al mondo e alle altre culture bisogna essere
sé stessi e non fingere di essere altro. L’altro ti vede, ti riconosce e ti rispetta nella tua
autenticità e originalità solo se tu queste cose le possiedi e sei anche in grado di trasmetterle.
Sono queste le caratteristiche che ti rendono diverso dall’altro, con una identità tua e con dei
valori tuoi. Più forti e distinti sono i valori più forte è l’identità. Di conseguenza la persona
acquisisce fiducia in sé, negli altri, e nel futuro. Contemporaneamente bisogna allargare le
conoscenze verso le altre culture e confrontarsi. Confronto, però, che deve servire oltre ad
aumentare le proprie conoscenze, anche alla riscoperta dei propri valori. Dobbiamo combattere
le forme di “abbandono” di vivere la vita nel territorio. Dire che qui in Albania non si può più
vivere e che è meglio andare a lavorare in Italia non è una soluzione e di certo non migliora la
vita. La vita non è fatta di solo avere, avere sempre di più. La vita bisogna viverla nella sua
intensità, nei suoi problemi e nelle sue soddisfazioni e soprattutto in pace e armonia con gli
altri.
Durante l’incontro i giovani hanno avuto occasione di parlare e confrontare le idee anche con
gli amici ospiti italiani presenti in aula. Padre Carmelo della scuola Murialdo nel suo intervento
ha confermato ai giovani il riconoscimento e la bellezza di molti nostri valori ed ha invitato i
giovani ad essere orgogliosi di appartenere a questa cultura e questi valori. I giovani,
ovviamente, si sono sentiti entusiasti e felici di queste affermazioni e ciò li ha resi più partecipi
e curiosi al tema.
L’incontro, durato 3 ore, e’ stato seguito e trasmesso anche dall’emittente televisiva locale
“TV-Apollonia” ed è risultato un vero successo. Si è concluso con la richiesta dei giovani
studenti di Levan di poter avere altri incontri simili e la promessa del dottor Alban Zhapaj di
un’incontro molto presto.
La D.E.A. ha ringraziato Alban per la sua disponibilità e il suo contributo rinnovandogli,
naturalmente, il benvenuto per il prossimo incontro.
Anno IV - numero 10 – ottobre 2005
In redazione questo mese:
Sabina Carcani (Tirana)
Antigoni Zhuri, Elvira Doci, Erjona Shahini (Bathore)
Matilda Dushku (Fier)
Maurizia Sandrini, Adriano Falconi (Ufficio AiBi Tirana)
La Newsletter “LE PAROLE DELLA CANDELA” è stata pensata per tenere aggiornati tutti i sostenitori
dei progetti di Amici dei Bambini in Albania. Si tratta di un nuovo servizio che abbiamo
denominato SOL (Sostegno On Line). L’idea è quella di trasmettere via e-mail la newsletter
contenente estratti dei report settimanali e notizie relative sull’andamento del progetto
“Aiutami a Vivere in Albania”. Abbiamo pensato di utilizzare la posta elettronica, poiché è uno
strumento che consente di raggiungere un grosso numero di utenti ad un costo minimo.
Se l’idea continua a piacervi e volete condividerla con altri amici basta che ci comunichiate la
loro e-mail all’indirizzo di posta elettronica del nostro ufficio di Tirana:
affinché possano ricevere direttamente i prossimi numeri del notiziario. La newsletter sarà
comunque disponibile a breve anche sul sito Internet di Amici dei Bambini, all’indirizzo
www.aibi.it nelle pagine dedicate ai nostri progetti in Albania.
Anno IV - numero 10 – ottobre 2005