1° maggio 2016 - Scienze e Ricerche

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1° maggio 2016 - Scienze e Ricerche
ISSN 2283-5873
Scienze e Ricerche
news
SR
SUPPLEMENTO AL N. 28, 1° MAGGIO 2016
Il Cnr per Palmira
La riconquista dell’antica città di Palmira, danneggiata nel corso del conflitto siriano, sta richiamando l’interesse
e la responsabilità dei ricercatori affinché si possano recuperare siti distrutti
o compromessi in contesti di guerra.
All’appello non mancano alcuni istituti
del Cnr che hanno maturato una forte
specializzazione nel settore. Tra questi, l’Istituto per i beni archeologici e
monumentali (Ibam – Cnr) che già da
tempo opera in contesti mediorientali
(Turchia, Iraq e Siria) e fornirà un ‘supporto’ ai Caschi Blu per la cultura, la
task force Unit4Heritage, istituita a seguito dell’accordo siglato tra il Governo
italiano e l’Unesco per la salvaguardia
del patrimonio dell’antica città siriana.
Tra le metodologie che saranno applicate dall’Ibam - Cnr: l’aerofotografia
archeologica e il telerilevamento da
satellite per la ricostruzione storico-archeologica del sito e per il monitoraggio
multitemporale delle evidenze antiche,
allo scopo di valutare l’entità dei danni
che queste hanno subito nel corso del
conflitto. L’esame della cartografia storica e della documentazione fotografica
precedente gli eventi fornirà una documentazione unica dello stato del sito e
dei monumenti prima della loro distruzione. Nell’ultimo decennio i Paesi del
Vicino Oriente sono stati oggetto di indagine da parte di archeologi, topografi
e informatici dell’Ibam nell’ambito di
missioni archeologiche internazionali.
Le attività di ricerca si sono focalizzate
sul recupero, lo studio e l’interpretazione di un ricco dataset di dati telerilevati
da piattaforma aerea e satellitare, che
comprendono le fotografie aeree scattate negli anni ’20 e ’30 del secolo scorso
dai «pionieri» dell’archeologia aerea
Antoine Poidebard e Marc Aurel Stein
(recuperate presso archivi storici), le
fotografie cosmiche scattate dai satelliti spia USA negli anni ’60 e ’70 del
secolo scorso (recuperate dagli archivi
NASA) e, infine, le immagini satellitari
ottiche ad alta risoluzione acquisite dai
recenti satelliti per uso civile (in particolare Ikonos-2, QuickBird-2, GeoEye1, WorldView-2, WorldView-3). Il
risultato di queste ricerche, abbinato
alle competenze nel rilievo 3D da laser
scanner e nel telerilevamento da drone
permetterà di realizzare la necessaria
base documentaria per le attività di restauro e per proporre così uno studio
ricostruttivo 3D dei monumenti utile
a ricomporre l’aspetto originario della
città. “La quasi ventennale esperienza
maturata dall’Ibam Cnr - dichiara Daniele Malfitana, direttore dell’Istituto
- nel campo delle ricerche multidisciplinari applicate al patrimonio culturale
soggetto a rischi, potrà così essere messa a disposizione della comunità scientifica internazionale”.
La lista dei farmaci
essenziali: come
garantire l’accesso
alle cure?
Un convegno promosso dal Dipartimento di Scienze Biomediche per
la Salute dell’Università di Milano in
collaborazione con l’Organizzazione
Mondiale della Sanità ha riunito presso
la sala Napoleonica della Statale alcuni
dei nomi più illustri della ricerca italiana
e internazionale. Tema della giornata: i
farmaci essenziali e, più precisamente,
il modo in cui la ricerca indipendente,
l’università, gli apparati di governance
e i sistemi di valutazione dei farmaci
possono concorrere a garantire l’accesso ai farmaci essenziali a tutti coloro
che ne abbiano necessità. Un accesso
messo a rischio dall’incremento esponenziale dei prezzi e dalla dispersione
delle risorse su molecole che apportano
benefici marginali. Nonostante, infatti, i
progressi nella diffusione e accessibilità
delle terapie siano significativi – basti
pensare al caso dell’HIV–, molto resta
da fare, soprattutto nell’ambito delle
malattie croniche, per esempio l’epatite
C, e di quelle non trasmissibili, come i
tumori. Gli esperti mondiali sottolineano come la questione del prezzo delle
medicine sia una questione rilevante,
e non solo per i paesi poveri. D’altro
canto, rimarcano l’importanza di altri
fattori altrettanto importanti nel definire
politiche efficaci di accesso universale, tra i quali la necessità di ricorrere a
evidenze affidabili per compiere scelte
orientate alla salute pubblica. La Lista
dei Farmaci Essenziali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità è stata uno
strumento di successo per individuare
i farmaci che offrono maggiori benefici alla popolazione, la cui accessibilità
dovrebbe essere sostenuta attraverso
politiche che ne garantiscano la disponibilità senza restrizioni: accordi internazionali di cessione di licenza per la
produzione di versioni generiche di farmaci sotto brevetto (medicines patents
pool), registrazione di nuove molecole
all’interno di programmi pubblici internazionali (global fund), nuovi sistemi,
basati sul beneficio clinico e di salute
pubblica, per definire politiche di accesso globale ai farmaci.
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NEWS | SCIENZE E RICERCHE • N. 28 • 1° MAGGIO 2016
Un convegno
dell’Università di
Macerata dedicato ai
beni culturali
Si svolge a Macerata dal 4 al 6 maggio - organizzato dal Dipartimento di
Scienze della Formazione, dei beni culturali e del turismo e dal Dipartimento
di Studi umanistici dell’Università - un
convegno dedicato alla percezione e
comunicazione del patrimonio nel contesto multiculturale. Il convegno rappresenta il momento finale del progetto
di ateneo Cross-cultural doors, The perception and Communication of Cultural
Heritage for Audience Development
ad Rights of Citizenship in Europe/
CROSS-SHIP. Le sessioni sono dedicate ai seguenti temi: La percezione del
patrimonio culturale nella scuola, Scritture di viaggio, Culture e letterature migranti, Musei e patrimonio culturale.
Dedicata alla
conoscenza la terza
edizione di Your
Future Festival
Gli studenti costituiscono il motore primario della nostra società e per
il loro futuro ’Università Politecnica
delle Marche vuole con forza costruire
opportunità serie attraverso una concreta valorizzazione della conoscenza.
La conoscenza è la ricchezza di ogni
università e lo strumento per garantire libertà. Libertà di studio e di ricerca, di intraprendenza, di rispetto delle
opinioni e delle culture. Conoscenza è
anche il tema scelto per la terza Edizione di di Your Future Festival dal
9 al 14 maggio 2016. Il programma è
stato presentato nei giorni scorsi in una
conferenza stampa nel Rettorato alla
presenza di Velia Papa direttore Marche Teatro e Gilberto Santini direttore
Amat partner storici del festival. Your
Future Festival nasce con l’obiettivo di
aprirsi alle città nelle quali l’Università
Politecnica delle Marche opera e favorire le connessioni tra Facoltà, studenti,
ricercatori, territorio e sistemi sociali e
economici. L’evento che si declina in
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workshop, discussioni, relazioni e momenti di intrattenimento vuole essere
un contesto di contaminazione fra tutti
i soggetti con cui l’Università Politecnica delle Marche interagisce. “A questo
Territorio di cui siamo parte - ha affermato il rettore Sauro Longhi - ci proponiamo di dare quello slancio e quella
forza per essere parte attiva di un’Europa aperta e solidale, capace di affrontare
le complessità di una società sempre più
colorata e composita. Chiediamo alle
Persone di credere nella centralità della
conoscenza e della sua condivisione e
valorizzazione, credere in un futuro di
libertà e confronto, dove la ricerca e lo
studio tornino a essere un valore. Questo renderà la nostra società sempre più
libera, democratica e capace di creare
e distribuire ricchezza. Tale è il futuro
che cerchiamo di proporre nelle nostre
aule, nei nostri laboratori di ricerca e
anche attraverso Your Future Festival,
il festival sul futuro”.
Premiata a
Philadelphia una
nuova tecnologia
realizzata dal
Centro “Piaggio”
dell’Università di
Pisa e dell’IIT
I ricercatori del Centro di Ricerca
“E. Piaggio” dell’Università di Pisa e
dell’Istituto Italiano di Tecnologia hanno creato un nuovo dispositivo, ancora
in forma prototipale, indossabile sulle
dita da chi naviga in una realtà virtuale,
che permette di sentire con il tatto gli
oggetti non reali, percependo anche se
stanno scivolando dalle mani. La nuova
tecnologia è stata premiata come Best
Paper durante la conferenza internazionale Haptics Symposium 2016 svoltasi
a Philadelphia. Il lavoro si intitola “A
Wearable Fabric-based Display for
Haptic Multi-Cue Delivery” e gli autori
sono Matteo Bianchi, Edoardo Battaglia, Mattia Poggiani, Simone Ciotti,
Antonio Bicchi. Il prototipo è costituito
da un telaio rivestito internamente da un
tessuto bielastico, mosso da due motori
e da un meccanismo di sollevamento.
Il movimento di tensione dei motori
sul tessuto permette di replicare la “rigidità” dell’oggetto virtuale: un tessuto
poco tirato, morbido, si traduce al tatto
nella presenza di un oggetto “soffice”, al
contrario un tessuto ben teso suggerisce
“durezza”. Il dispositivo si indossa mettendo la falangetta di un dito all’interno
del telaio e il movimento del dito è letto
da un sensore infrarossi che è usato per
controllare i due motori. La novità del
dispositivo progettato da Matteo Bianchi, ricercatore del Centro “E. Piaggio” e di IIT, e colleghi sta nell’essere
riusciti a integrare in un’unica struttura
sia l’interpretazione di un movimento
della mano in un ambiente virtuale, sia
la comunicazione di sensazioni tattili a
mano ferma, tramite il meccanismo di
sollevamento. L’obiettivo attuale, infatti, nel campo dei dispositivi aptici è migliorare il loro disegno affinché possano
essere commercializzati e utilizzati in
diversi contesti.
Uninettuno e
Copeam per
promuovere i
talenti del cinema
mediterraneo
Ha preso il via su Uninettuno.University.Tv un nuovo programma televisivo
per diffondere e promuovere i lavori dei
giovani registi dell’area mediterranea.
Il progetto è stato lanciato dalla Copeam, la Conferenza Permanente dell’Audiovisivo Mediterraneo, dall’Università
Telematica Internazionale Uninettuno
di Roma e dalle scuole di cinema ALBA
(con sede a Beirut), ESAV (Marrakech)
e ESAC (Tunisi). Il programma tv dal
titolo “À première vue” andrà in onda
a partire dal mese di maggio, a cadenza mensile, sul canale satellitare UNINETTUNO.UNIVERSITY.TV (visibile in chiaro sul canale 812 di SKY e
sul canale 701 di Tivùsat). Ogni puntata
del programma conterrà tre cortometraggi (uno per ogni scuola), dedicati a
un tema specifico che cambierà di volta
in volta e selezionati tra i migliori lavori degli studenti delle tre scuole. Per
SCIENZE E RICERCHE • N. 28 • 1° MAGGIO 2016 | NEWS
promuovere e raccontare le storie personali e non solo le abilità tecniche, i
corti scelti saranno introdotti da un breve autoritratto del regista, fatto dagli
stessi studenti, che servirà a spiegare il
lavoro realizzato. Per creare la sigla del
programma è stato bandito un concorso,
rivolto agli studenti delle tre scuole di
cinema coinvolte: il vincitore è Abdel
Halim Zabouri, studente dell’ESAV di
Marrakech, individuato da un comitato
composto da Maria Amata Garito, rettore dell’Università Telematica Internazionale UNINETTUNO, dal regista
algerino Rachid Benhadj, da Hicham
Falah, direttore artistico del festival
marocchino FIDADOC e Nicola Caligiore, Vice-Segretario Generale della
COPEAM. Lo studente sarà premiato
con una borsa di studio messa a disposizione dall’Università Uninettuno, durante la conferenza annuale della COPEAM, in programma ad Ajaccio dal
7 al 9 aprile. “Il cinema è uno dei linguaggi dell’arte con cui si comunicano
emozioni, riflessioni, speranze e sogni.
Promuovere e diffondere i lavori degli
studenti delle scuole di cinema di alcuni Paesi del mondo arabo - afferma il
Rettore dell’Università Telematica Internazionale UNINETTUNO prof. Maria Amata Garito – ci aiuterà a capire
e ad avere un nuovo punto di vista per
comprendere le differenze, condividere
i sogni e ascoltare le voci dei giovani
del Mediterraneo”.
Le università romane
in campo per il
distretto tecnologico
dei beni culturali
E’ stato presentato nei giorni scorsi a
Roma, il progetto di attivazione del Distretto tecnologico per i Beni culturali
(Dtbc) della Regione Lazio, che coinvolge i cinque Atenei statali del Lazio,
la Cna di Roma e il Consiglio nazionale
delle ricerche. Nel contesto laziale i beni
culturali e l’innovazione tecnologica
costituiscono un potenziale strategico
decisivo per il rilancio regionale. L’iniziativa risponde alle politiche europee
e nazionali del settore e alle specifiche
istanze del territorio. «La Regione Lazio e il Miur hanno destinato al progetto
41,7 milioni di euro, quindi il distretto
tecnologico per i Beni culturali della
Regione Lazio può partire», commenta
con soddisfazione Mario Panizza, rettore dell’Università degli Studi Roma
Tre, l’università più giovane di Roma
e uno dei migliori atenei emergenti del
mondo secondo la classifica “Times Higher Education 150 under 50” . «La collaborazione tra gli Atenei della regione
e gli enti di ricerca pubblici comincia
a diventare un patrimonio consolidato:
vedi le recenti esperienze di Expo, del
quadricentenario di Shakespeare, degli
incontri per il Giubileo. In questo specifico caso del Distretto tecnologico per
i Beni culturali la collaborazione dura
almeno da due anni e mezzo, periodo
in cui è stato fatto un grande sforzo di
progettazione e di integrazione. Il Dtbc
possiede la massa critica, in termini di
competenze scientifiche, di laboratori,
di programmi di formazione, che lo può
rendere un soggetto unico a livello nazionale e mondiale. Il Distretto coglie
un’opportunità finora non sufficientemente esplorata costituendo, in una delle Regioni che in assoluto possiedono la
maggior parte del patrimonio artistico,
un polo di eccellenza assoluta nell’ambito della valorizzazione, del restauro,
della conservazione dei beni culturali.
Le attività del Distretto potranno avere
una rilevante ricaduta occupazionale,
proprio nei settori nei quali i laureati stentano a trovare un impiego. E’
fondamentale che la Regione a questo
punto emani i bandi necessari, altrimenti questo lavoro andrebbe disperso.
L’impegno di Roma Tre è da sempre
quello di realizzare una didattica di alta
formazione e piani di ricerca industriale e di sviluppo tecnologico a sostegno
delle imprese, quindi siamo pronti a
fare la nostra parte. Il nostro ateneo da
sempre collega le sue “azioni ordinarie”
a traguardi che gli consentano di tenere il passo con le trasformazioni della
società, della cultura e delle tecnologie. Questo consente ai nostri studenti
d’inserirsi in un contesto europeo e internazionale. Non è immaginabile una
visione che separi il sapere umanistico
dal sapere scientifico-tecnologico ed è
necessario che il confronto culturale si
eserciti su un terreno interdisciplinare:
il Distretto tecnologico per i Beni culturali punta proprio a questo».
Una Giornata
dedicata
all’imprenditoria
giovanile
all’Università di
Benevento
La II edizione della “Giornata della
giovane imprenditoria del Sud Italia”, si
conferma un evento di grande interesse
non solo per la città di Benevento ma
anche a livello nazionale grazie alla partecipazione di più di trecento studenti,
giovani imprenditori, addetti ai lavori
e cittadini che hanno affollato la sede
dell’Università Giustino Fortunato di
Benevento. L’iniziativa, organizzata
dall’Unifortunato e da Historica edizioni, in collaborazione con Confindustria
e Camera di Commercio, dopo il successo della prima edizione dello scorso anno, ha raddoppiato il programma
con quattro workshop e un convegno
“Obiettivo rivoluzione”. Come nuove
imprese e aziende consolidate si sono
adattate al mercato del lavoro contemporaneo”. Le tematiche trattate hanno
spaziato a trecentosessanta gradi nel
mondo dell’imprenditoria, delle startup
e dell’innovazione da “come trovare lavoro in Italia grazie ad internet e ai social network” alle “soluzioni alla crisi
d’impresa”, dai consigli per “fare rete.
Come connettere le startup e le aziende giovanili” a “come trovare i finanziamenti per aprire un’impresa o una
startup”. Workshop, incontri e confronti con giovani esperti ed imprenditori
per conoscere più da vicino il mondo
delle startup e delle giovani imprese di
successo, crowdfunding, proposte per
il Paese con un’attenzione specifica al
Sud Italia. L’evento è destinato a diventare una conferma per il panorama imprenditoriale cittadino grazie all’impegno dell’Università di Benevento nella
promozione del lavoro giovanile.
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NEWS | SCIENZE E RICERCHE • N. 28 • 1° MAGGIO 2016
Friuli 1976–2016.
Oltre 40 iniziative
dell’Università
di Udine nel
quarantennale del
terremoto del Friuli
In occasione del 40° anniversario del
terremoto in Friuli (1976-2016), l’Università di Udine - la cui istituzione
avvenne per volontà popolare proprio
a seguito di tale tragico evento, e come
una delle azioni della ricostruzione del
Friuli terremotato - organizza una serie
di eventi che, a partire dal 6 maggio,
data della prima grande scossa del 1976,
si susseguiranno fino alla fine dell’anno.
Le iniziative sono dedicate alla memoria storica dell’evento e al percorso di
sviluppo che dopo il terremoto ebbero questi territori del Nordest italiano,
con particolare attenzione al contributo che in questo processo ebbe e continua ad avere l’Università del Friuli,
come da sempre è scritto nell’art. 1 del
suo Statuto, che prevede che l’Università di Udine abbia, tra le sue finalità,
specificatamente quella di contribuire
allo sviluppo economico e culturale
del Friuli. In questa logica, in risposta
all’epicentro di distruzione determinato
dal terremoto del Friuli, il calendario di
iniziative organizzate dall’Università di
Udine vanno sotto il nome di Epicentro
di Saperi. Il calendario online sarà via
via aggiornato con eventuali integrazioni o in caso di variazioni. Gli eventi organizzati dall’Università friulana sono
inseriti anche nell’ambito del programma “Identità e rinascita. 1976-2016, il
Friuli Venezia Giulia a quarant’anni dal
terremoto”, promosso dalla Regione
autonoma Friuli Venezia Giulia. L’Ateneo partecipa inoltre ad alcuni eventi
ufficiali in raccordo con Enti e Istituzioni a livello regionale. Il filo conduttore
delle iniziative, che si svolgeranno fino
a dicembre a Udine, Gemona del Friuli, Gorizia, Pordenone e Venzone, è la
memoria storica dell’evento e il contributo innovativo fornito dall’Ateneo allo
sviluppo culturale, economico e sociale
del Friuli.
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I caffè delle Scienze
dell’Università di
Trieste
I Caffè delle Scienze, che l’Università di Trieste organizza ormai da tredici
anni, dal 2016 si aprono anche alle discipline umanistiche, giuridiche, sociali
ed economiche. L’interdisciplinarità e
l’apertura a concetti e metodologie appartenenti a diversi settori costituiscono
valori importanti per l’Ateneo triestino,
insediato in una città conosciuta nel
mondo non solo per la densità di istituzioni scientifiche, ma anche per i suoi
scrittori e per una storia che interseca
emporialità, servizi economici e assicurativi, traffici portuali e tradizioni multiculturali. Nascono così i Caffè delle
Scienze e delle Lettere, conversazioni
informali tra ricercatori e pubblico sugli
argomenti scientifici più diversi, che si
tengono gratuitamente nei caffè storici
della città di Trieste. Al pubblico non
sono richieste particolari competenze, ma solo una certa dose di curiosità. L’obiettivo è quello di continuare e
rafforzare il dialogo tra l’Università e
la cittadinanza, attraverso lo scambio di
opinioni e conoscenze sui risultati degli
studi e della ricerca.
Domande, opinioni e suggerimenti
sono particolarmente graditi, sia da parte del pubblico che di altri ricercatori e
ricercatrici, anche sui temi da trattare
nei prossimi Caffè delle Scienze e delle
Lettere.
L’Università romana
di Tor Vergata sigla
un accordo con
l’Università del
Ghana
L’Università degli Studi di Roma
“Tor Vergata” aggiunge al suo ventaglio
di collaborazioni scientifiche e culturali
anche un accordo con la University of
Ghana (UG), primo Ateneo del Paese,
al 4° posto nel ranking delle università
del West Africa e al 24° in quello delle
università africane, sottoscritto lo scorso 13 aprile presso il nostro Ateneo.
In occasione della visita istituzionale
il Rettore, Prof. Giuseppe Novelli e il
Pro-Vice-Chancellor
dell’Università
del Ghana, Prof. Kwame Offei, hanno
sottoscritto il documento, che prevede
la collaborazione, nella ricerca e nella
didattica, in settori di comune interesse
scientifico. Il primo Addendum dell’Accordo è finalizzato alla Cooperazione
tra Italia (per il tramite dell’Università
di Roma “Tor Vergata”) e Ghana (per
il tramite dell’University of Ghana
“UG”), per la costruzione, nel Paese
africano, di un centro di formazione e
ricerca sul Management delle Attività
Turistiche e del Patrimonio Culturale.
Presentata la prima
unità di Ginecologia
oncologica del
Mezzogiorno
a direzione
universitaria
Il Rettore dell’Università degli Studi
di Palermo, Fabrizio Micari, il Direttore
Generale dell’Azienda di rilievo nazionale Civico Di Cristina Benfratelli, Giovanni Migliore, il Direttore Generale
AOUP Paolo Giaccone di Palermo, Renato Li Donni, hanno presentato, presso
il nuovo Padiglione Oncologico dell’Ospedale Civico, in occasione della 1a
Giornata Nazionale della Salute della
Donna promossa dal Ministero della
Salute, il nuovo percorso diagnostico
terapeutico interaziendale per la cura
delle patologie onco-ginecologiche,
inaugurando così la prima U.O.C. di
Ginecologia oncologica del Sud Italia
a Direzione universitaria. La Direzione,
affidata al prof. Vito Chiantera, assicurerà il corretto esercizio integrato delle
attività di assistenza, di didattica e di
ricerca. La gestione delle pazienti con
patologie ginecologiche-oncologiche
nelle varie fasce di età verrà garantita
da un’unica equipe che opererà in maniera integrata in ciascuna delle due
Aziende. Stiamo scrivendo un’importante pagina in una giornata in qualche
modo storica - ha dichiarato Fabrizio
Micari, Rettore dell’Università di Palermo -. Stiamo facendo squadra, met-
SCIENZE E RICERCHE • N. 28 • 1° MAGGIO 2016 | NEWS
tendo insieme risorse e umane e tecnologiche nell’interesse della città e delle
donne siciliane. È una prima tappa di
un percorso, con il progetto Policlinico
2020, che guarda ad un futuro dove fare
squadra è l’obiettivo che si concretizza
nell’interesse di Palermo Città Universitaria, anche nell’importantissimo settore della salute di avanguardia” “La ginecologia oncologica – ha commentato
Giovanni Migliore, Direttore Generale
dell’ARNAS Civico - completa l’offerta assistenziale del Centro Oncologico
‘Maurizio Ascoli’ dell’ARNAS Civico,
assicurando una risposta eccellente al
bisogno di cura delle pazienti affette da
tumori dell’apparato riproduttivo grazie
ad una virtuosa collaborazione tra Università e Servizio Sanitario Regionale
che, in tempi di spending review, inaugura una nuova e più efficiente modalità
di gestione delle risorse”. “Per i pazienti
è molto importante che la cura sia vicino a casa” – ha commentato Maria Giovanna Salerno, Presidente della Società
Italiana di Oncologia Ginecologica –
“Dando vita a questa nuova collaborazione Civico e Policlinico hanno colto
l’esigenza della popolazione, siciliana
in primis, ma anche nazionale.”
“Questa sinergia, nata con l’unico obiettivo di tutelare la salute della
donna, rappresenta una straordinaria
possibilità di integrare le migliori professionalità. – ha sottolineato il prof.
Vito Chiantera, Direttore dell’U.O.C. di
Ginecologia Oncologica dell’ARNAS
e responsabile del percorso diagnostico
terapeutico interaziendale - Se riusciamo a creare un percorso integrato diventeremo un centro che creerà mobilità attiva. Sono profondamente fiero di
fare parte di questa Università”.
nel campo della formazione e della ricerca per l’alimentare, eccellenza del
territorio di Parma. si tratta di incontri
con studenti e docenti, alla presenza
del Rettore Loris Borghi, nel corso del
quale interverranno esponenti di spicco
della distribuzione moderna, dell’industria di trasformazione e dell’industria
meccanica per l’alimentare. I relatori,
dopo aver presentato le problematiche
gestionali della propria azienda e del
comparto, esporranno le aspettative che
si attendono, in termini di formazione
universitaria, dai giovani che si propongono di entrare in azienda. Il prossimo
appuntamento è previsto per venerdì 6
maggio, dalle ore 10.30 alle ore 12.30,
presso l’Auditorium del Centro S. Elisabetta (Campus Universitario), con
l’intervento di Antonio Maselli, Presidente di Maselli Misure, su Università
e imprese per l’alimentare: caratteri e
aspettative dell’industria meccanica. La
Maselli Misure è leader mondiale nella
produzione di sistemi e di attrezzature
per la misurazione dei liquidi alimentari, grazie all’elevato impegno in ricerca e alla proiezione internazionale. Ha
cinque filiali e 5 Trade all’estero (NordAmerica, Sud America, Centro Europa,
Area Balcanica, Area Arabica, Asia
Pacifico). Tra i suoi clienti può annoverare, per citarne alcuni, Coca Cola, Pepsi, Krones, Henkel, Tetrapak. Il “Food
Project d’Ateneo” ha permesso di evidenziare il forte impegno dell’Università di Parma nella formazione in campo
alimentare e nel campo della ricerca.
Dall’anno accademico 2016-2017 prenderà avvio anche un nuovo corso di
laurea triennale Food System: Sustainability, Management and Technologies”,
organizzato dai Dipartimenti di Economia, Scienze degli Alimenti e Bioscienze dell’Ateneo.
Università e imprese
per il food a Parma
Modena ospiterà la
Ha preso il via ad aprile un ciclo di
conferenze dedicato al tema “Univer- XIV edizione del
sità e imprese per il Food”, promosso Premio Nazionale
nell’ambito del “Food Project d’Ateper l’Innovazione
neo”, coordinato dal Delegato del Rettore Corrado Giacomini e voluto dalla
governance universitaria per rafforzare
l’impegno e l’immagine dell’Ateneo
È Modena la sede prescelta da PNICube, l’Associazione Italiana degli Incubatori Universitari e delle Business
Plan competition regionali, per ospitare la XIV edizione del Premio Nazionale per l’Innovazione, nato nel 2003
per promuovere e diffondere la cultura
d’impresa in ambito accademico. Si
tratta di una sorta di “Coppa dei Campioni” tra progetti d’impresa hi-tech,
selezionati attraverso 16 Start Cup regionali. L’edizione 2016 si svolgerà nei
giorni 1 e 2 dicembre e sarà la tappa
finale di un percorso che consentirà di
coinvolgere istituzioni, imprese e mondo della ricerca per stimolare la creazione di imprese innovative, attirare l’interesse del sistema finanziario, del venture capital e di potenziali investitori, così
da promuovere una più solida e diffusa
cultura imprenditoriale tra le giovani
generazioni e allo stesso tempo creare
sinergie tra importanti attori sui diversi
territori. “Con il Premio Nazionale per
l’Innovazione – ha dichiarato il Presidente PNICube Marco Cantamessa nel
corso della conferenza stampa tenutasi
oggi a Reggio Emilia – le Università
italiane si avviano anche quest’anno a
dare nuovo impulso alla costituzione di
start up innovative, raccogliendo idee
d’impresa provenienti non solo dai laboratori accademici, ma anche da imprenditori che intendano cooperare con
il sistema della ricerca pubblica e con
gli incubatori universitari. Lo sviluppo di start up innovative è un processo
di importanza strategica per la ripresa
economica del Paese, e siamo lieti di
potervi dare un robusto contributo nei
diversi territori, insieme ai partner e agli
sponsor che quest’anno ci accompagneranno”. L’organizzazione di PNI2016
è affidata all’Università di Modena e
Reggio Emilia, che affianca il consorzio
Aster anche nella realizzazione della
Start Cup Emilia Romagna, alla quale
concorreranno le più innovative idee
imprenditoriali promosse dalle Università di Bologna, Ferrara, Modena e
Reggio Emilia, Parma e Piacenza con la
premiazione dei business plan vincitori.
“La decisione di assegnare ad Unimore
l’organizzazione del Premio Nazionale
Innovazione (PNI) 2016 e della Start
Cup Emilia Romagna – ha affermato il
Rettore Unimore Angelo O. Andrisano - ci riempie di orgoglio. Si tratta di
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NEWS | SCIENZE E RICERCHE • N. 28 • 1° MAGGIO 2016
iniziative di grande rilievo in grado di
raccordare Unimore ad altri importanti
attori locali, impegnati nei processi di
innovazione e nella creazione e incubazione di nuove imprese: Tecnopoli,
Democenter, Reggio Emilia Innovazione e il CRIT. Per il territorio sarà una
grande vetrina, in quanto l’evento darà
visibilità al meglio di ciò che le nostre
realtà hanno prodotto e possono offrire
negli ambiti scientifici, tecnologici ed
industriali più avanzati. Il PNI rappresenta quindi un’ottima opportunità per i
titolari di star up di ricercare partner che
possano finanziare l’iniziativa imprenditoriale e favorirne pertanto il decollo.
Nel avanzare la nostra candidatura ci ha
sostenuto la consapevolezza della presenza sul nostro territorio di una pluralità di soggetti (Istituzioni, Enti, Associazioni di categoria, Istituti di credito,
Imprese, ecc. ) capaci di comprenderne
l’importanza ed il valore”.
Presentato dall’Enea
un Laboratorio per
gestire in sicurezza
materiale radiologico
e nucleare
Nel trentennale dell’incidente di
Chernobyl, l’ENEA ha presentato un
Laboratorio di caratterizzazione radiologica e gestione dei rifiuti attrezzato
con le più recenti soluzioni hi-tech per
gestire in sicurezza il materiale radiologico e nucleare.
Da oggi pubbliche amministrazioni e
privati avranno a disposizione un nuovo
strumento per analizzare e mettere in
sicurezza materiale radiologico, nucleare e sostanze radioattive. Si tratta del
Laboratorio di caratterizzazione radiologica e gestione dei rifiuti dell’ENEA,
un veicolo attrezzato con strumentazione portatile che consente mobilità e
operatività “on-time” sul territorio, per
tutte le attività di controllo, caratterizzazione e consulenza.Il veicolo è stato
ideato e progettato nel quadro delle attività di sicurezza e salvaguardia nucleari
del Ministero dello Sviluppo Economico previste dal Protocollo Aggiuntivo
all’Accordo di Verifica del Trattato di
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Non-Proliferazione Nucleare. Il Trattato, al quale aderiscono attualmente
188 Paesi, stabilisce un quadro di riferimento per regolamentare il commercio internazionale di materiali, tecnologie, impianti destinati alle applicazioni
pacifiche dell’energia nucleare, e per
assicurare controlli e salvaguardie atti
ad evitare la proliferazione nucleare
“orizzontale”, ossia l’aumento del numero di Paesi dotati di capacità nucleari
militari. In esecuzione di questo trattato, nel 2003 l’Italia ha ratificato anche
il Protocollo Aggiuntivo all’Accordo
di Verifica del 1973, con l’obiettivo di
rafforzare la fase preventiva di difesa e
di incrementare l’efficienza e l’efficacia delle salvaguardie contro il pericolo
della proliferazione delle armi nucleari,
ampliando le azioni di controllo anche
a materiali ed attività non prettamente
“nucleari”, ma suscettibili di impiego
diretto o indiretto nel settore nucleare.
Presentato ed in mostra oggi nella sede
dell’Agenzia nell’ambito del convegno
“Il Laboratorio Mobile dell’ENEA: un
esempio di gestione in sicurezza del
materiale radioattivo”, è uno strumento
che si rivolge in particolare agli operatori del settore del ciclo del combustibile nucleare, Autorità di Controllo,
Agenzie Regionali, Capitanerie di Porto
e Dogane.I controlli su rifiuti o campioni ambientali contenenti materiale fissile o radioattivo, infatti, sono fondamentali nei punti di transito in caso di materiale ritrovato in stato di abbandono,
di stoccaggio improprio, perdita di tracciabilità o nei casi di personale addetto
ai controlli non adeguatamente formato.
Il Laboratorio si presta ad un ampio spettro di interventi, tenuto conto
delle numerose tipologie di potenziali
componenti e materiali radiologici ‘a
rischio’, come i vecchi parafulmini e i
rivelatori di fumo contenenti americio,
un elemento radioattivo usato come sorgente di radiazioni ionizzanti.“Si tratta
di una soluzione tecnologica versatile,
compatta e innovativa che raccoglie
l’eredità di competenze, strumentazioni
e professionalità dell’Agenzia - sottolinea Alessandro Dodaro, responsabile
della divisione tecnologie, impianti e
materiali per la fissione dell’ENEA - il
laboratorio è corredato di strumenti di
misura, validati sia sperimentalmente che attraverso opportuni modelli di
calcolo, basati su spettrometria gamma e alfa, sulla rivelazione di neutroni.
Inoltre sono disponibili dosimetri attivi
e strumenti per la misura della contaminazione superficiale con l’obiettivo
di garantire il rispetto della normativa
vigente relativa ai lavoratori esposti a
radiazioni ionizzanti.”Le tecnologie hitech installate nel Laboratorio permettono di individuare con rapidità le caratteristiche fisiche e radiologiche del materiale sottoposto ad esame, intervenendo direttamente sul sito. Il rinvenimento
di materiale “sospetto” presuppone una
gestione complessa che si identifica
nelle attività di mitigazione del rischio
per la popolazione e l’ambiente, nella
identificazione e valutazione della sostanza radioattiva, nella bonifica del sito
e messa in sicurezza del materiale da
identificare e nell’attività investigativa,
ove la sostanza sia stata oggetto di furto.
ISSN 2283-5873
Scienze e Ricerche News
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supplemento al n. 28 di Scienze e Ricerche, 1° maggio 2016
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