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fthrÍtà
29-07-2008
Pasina 23
Foslio 1 | 2
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L'IIICONTRO Selay Ghaffarlamento - spiegaSelay- dai criminali ai fondamentalisti".
nella capitaledirige Hawca,Lei era a Milano quando arrivò la notizia
dell'attentato subìto a Kabul da Karzai: non
izzazione
un'organ
cheproteg-partecipò ailo sgomento degli italiani che
glielo avevano annunciato, usò semplicege donnee bambini.
Venticin-mente l'espressione inglese che equivale al
nostro: "E allora?o. E spiegò: <ci sono attenquenne,
incarna
ilmodellonuo- tati tutti i giorni a Kabul".
E dire che Selaya Kabul ci vive per scelta.La
sua famiglia - padre medico, madre donna
vo dell'afghanaemancipata.
di casa- si trasferi in Pakistan all'arrivo dei
Ma,ci racconta,
oggisi rischiaTalebani. Selay che, come tutti i rifugiati,
non poteva frequentare le scuole pubblidi tornareallefolliedeitalebaniche,andòinuna scuolaprivatadi lingua inI
di Elena Doni
a bella ragazzabruna dallo sguardo severo
tende il biglietto da visita. SelayGhaffar, c'è
scritto in bei caratteri bianchi su fondo nero e alla riga sotto, più piccolo: Director. In
basso l'indirizzo: quarta casanella parte di
Clinic Streetdi I(hushai Khan, Ifubrrl. Nella
parte sinistra del biglietto c'è il logo di
Hawca, otganLzÀztoîe di assistenza alle
donne e ai bambini dell'Afghanistan sostenuta da varie ong italiane e spagnole.
Sembra quasi una contraddizione in termini, questo elegante biglietto da visita che
viene da Kabul. Ma è tutto così a l(abul: c'è
tuttoe il contrario ditutto, c'è estremamiseria e un grande spreco di soldi. Ci sono tanti soldati e il pericolo a ogni angolo di strada. C'è una ragazzadi 25 anrri, Selayappunto, che in Hawca ha sotto di sé22 impiegati
tra cui alcuni di sessornaschile, e ci sono
molte donne che lavorano, che studiano e
che leggono: ma c'è anche una leggeapprovata da poco dal Parlamento (che Karzai però non ha voluto promulgare) che vorrebbe riportarle all'epoca dei Talebani. Vietando loro di camminare per strada se non accompagnate da un parente maschio, limitando la possibilità di lavorare e soprattutto
escludendole assolutamente dalla possibili
tà di parlare in radio e in televisione. "Il Presidente hadovutodaresnazio atutti nel ParRitag'Iio
AIDOS 2+[P] (dome)
starq)a
ad
uso
esclusivo
glese,quindi al college e terminò gli studi
di economia all'università di Islamabad grazie a una borsa di studio di un' organizzazione italiana, Aidos (Associazione italiana
donne per 1o sviluppo). Avrebbe potuto a
questo punto restarenella capitale del Pakistan, o trasferirsi in un'altra città, impiegarsi o mettersi negli affari, forse arricchirsi. Invece no. [,ei non voleva questo. Voleva tornare nella città dove erà nata, a Kabul. I
suoi genitori, di etnia Pashtun, avevano conosciuto la Kabul dei giardini verdeggianti
e dei cinematografi dove si proiettavano i
film americani. "Per me era diverso, io ero
cresciuta nella guerra, a quel punto della
mia vita volevo solo aiutare la mia gente>.
Adesso Selay escedi casa presto per essere
in ufficio alle otto. "In automobile: è più sicuro", dice. "Setante donne portano ancora il burqa a Kabul non è per amore della religione o della tradizione. Lo fanno per ragioni di sicurezza,ogni gìomo ci sono aggressioni e rapimenti". E sempre per ragionidi sicurezzaSelaye
il suostaffametàgiornata non vanno a mangiare in un locale
pubblico: meglio portarsi qualcosa da casa.
Così per cinque giorni alla settimana, il venerdì qualche incontro con amici. E'fidanzata?,chiedo. ..No,no, no, no, no", dicedecisa. I matrimoni sono spesso combinati
dalle famiglie, dice, e sposta il discorso dal
piano personale a quello politico: in passato Aidos ha finanziato un fondo per le bambine afghane, perché i genitori non avessero la tentazionedi darle in sposaancorapiccole tanto per toglieni di casauna bocca da
sfamare. Nella Kabul di oggr si può andare
al cinema, ci sono librerie? "I1 cinema è
uno solo e riservato agli uomini, c'è qual-
de].
desÈinatario,
non
riproducjlcile.