statistica economica

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INSEGNAMENTO DI
STATISTICA ECONOMICA
LEZIONE VI
“ANALISI DELLE INTERDIPENDENZE SETTORIALI”
PROF. EMANUELE CORLETO
Statistica Economica
Lezione VI
Indice
1 Quadro d’insieme ----------------------------------------------- Errore. Il segnalibro non è definito. 2 Introduzione all’analisi stocastica delle serie temporali - Errore. Il segnalibro non è definito. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
(L. 22.04.1941/n. 633)
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1 Basi concettuali del modello input-output
L’analisi delle interdipendenze settoriali (o analisi input-output), sviluppata fra gli anni venti
e trenta dall’economista di origine russa Wassily Leontief, premio Nobel per l’Economia nel 1973,
è uno degli argomenti centrali della Statistica economica tanto sul piano metodologico quanto su
quello applicativo.
Il modello input-output si configura come una versione semplificata di un sistema di
equilibrio economico generale 1 , il cui fine, sin dalle prime formulazioni, è di dare una base
statistica alla teoria economica.
La teoria dell’equilibrio economico generale considera le interrelazioni che si stabiliscono
nel complesso dell’economia e nei singoli mercati di beni e servizi tra quantità domandate e prezzi
di domanda e quantità offerte e prezzi di offerta. Non avviene così nelle versioni applicative del
modello input-output nel quale:
i) le quantità offerte delle risorse si adeguano alla domanda sulla base di relazioni che
tengono conto delle tecnologie di produzione, ma non dei prezzi;
ii) i prezzi di offerta dipendono dai costi. unitari dei fattori, scontando anche in questo caso
le tecniche di produzione, ma non le quantità scambiate.
La spiegazione di questa apparente contraddizione definisce, da un lato, il significato da
attribuire alle applicazioni del sistema input-output indicato sopra ai punti i) e ii), e, dall’altro,
individua il cuore dell’approccio di Leontief.
I modelli di adeguamento dell’offerta alla domanda finale e di determinazione dei prezzi di
offerta sulla base dei costi unitari dei fattori primari rappresentano più delle «proprietà» o
«caratteristiche intrinseche» del meccanismo di funzionamento del sistema economico, quando
siano realizzate approssimativamente le condizioni di equilibrio nei diversi mercati, che non un
insieme di relazioni di comportamento tramite le quali si descrive il processo di raggiungimento
delle citate condizioni di equilibrio.
È stato dimostrato 2 che il sistema di Leontief può essere immaginato come la soluzione di
un problema di programmazione lineare:
1
W. Leontief, The .Strutture of American Economy 1919-1929, Cambridge, Mass., Harvard University Press, 1941.
P. Samuelson, R. Dorfman, R.M. Solow, Linear Programming and Economics Analysis, New York-Toronto-London,
McGraw-Hill, 1958.
2
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vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
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a) di massimizzazione del valore dell’output netto, date le relazioni che definiscono i prezzi
sulla base dei costi unitari dei fattori primari e sulla base dell’insieme delle tecniche disponibili per
la produzione di ciascun bene o servizio;
b) di minimizzazione dei costi dei fattori primari impiegati, date le relazioni che definiscono
l’adeguamento dell’offerta alla domanda di uno specifico set di produzioni destinate ad usi finali
(sempre sulla base dell’insieme delle tecniche disponibili per la produzione di ciascun bene o
servizio).
Tenuto conto che il problema di minimizzazione dei costi dei fattoti impiegati e quello di
massimizzazione del valore dell’output netto destinato ad impieghi finali costituiscono l’uno il
duale dell’altro, nella soluzione di equilibrio si ritrova l’eguaglianza tra valore dei fattori primari
impiegati e valore della produzione finale, ossia l’identità di contabilità nazionale che definisce il
processo di formazione ed impiego delle risorse. Di più, nella stessa soluzione di equilibrio, le
relazioni che definiscono il meccanismo di formazione dei prezzi di ciascun bene e servizio e quelle
che definiscono il soddisfacimento di livelli di output netto degli stessi beni e servizi destinati ad usi
finali si trasformano in uguaglianze. Ne deriva che il sistema di identità contabili tra formazione ed
impiego delle risorse, che pure è inquadrabile nell’ambito della teoria keynesiana, è
simultaneamente coerente con gli equilibri di prezzo e di quantità originati dall’incontro della
domanda e dell’offerta nei diversi mercati di beni e servizi. I parametri delle relazioni che
definiscono l’adeguamento dell’offerta alla domanda e quella dei prezzi ai costi unitari dei fattori
primari non sono strettamente distinguibili dal sistema dei flussi che costituiscono il risultato dei
processi di formazione e distribuzione delle risorse nei diversi mercati dei beni e dei servizi. Di qui
il cuore dell’approccio di Leontief che consiste nella predisposizione del sistema contabile
dell’analisi input-output.
A partire dagli anni cinquanta, le tavole delle interdipendenze settoriali sono state via via
costruite o stimate da un numero crescente di paesi non solo industrializzati ma anche in via di
sviluppo, venendo a costituire una base informativa che integra i sistemi di contabilità economica
nazionale.
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2 Il sistema contabile
Il sistema contabile input-output rappresenta i flussi di beni e servizi di una economia in una
tavola a doppia entrata che nella riga di testa riporta l’indicazione degli operatori che impiegano tali
flussi e in fiancata quella dei produttori. Più in dettaglio, nello schema generale (vedi tabella 1) di
una tavola input-output si distinguono tre sezioni:
1) la sezione delle branche produttive 3 , che mostra le transazioni interindustriali riguardanti
i beni e servizi intermedi affluiti dalle branche di origine (considerate nel senso delle righe) alle
branche di impiego (considerate nel senso delle colonne) e da queste ultime utilizzati come input
dei rispettivi processi produttivi;
2) la sezione degli impieghi finali, formata dalle colonne intestate a consumi, investimenti,
variazioni delle scorte ed esportazioni. In essa sono riportati i flussi di beni e servizi che dalle
branche di origine affluiscono agli utilizzatori finali e che quindi varcano, per così dire, la frontiera
delle imprese per essere destinati al consumo, alla formazione del capitale, alle esportazioni;
3) la sezione delle risorse primarie, costituita dalle righe intestate al valore aggiunto ed alle
sue componenti in cui si registrano i flussi dei redditi primari corrisposti ai fattori della produzione
(lavoro e capitale-impresa) a remunerazione dei servizi resi nei diversi processi produttivi.
La lettura della tavola nel senso delle righe permette di analizzare la produzione delle varie
branche secondo la destinazione della stessa; nel senso delle colonne mostra, branca per branca, il
processo di formazione delle risorse e la struttura dei costi di produzione. Di conseguenza il valore
della produzione di una singola branca può essere ottenuto come somma delle grandezze indicate
nella corrispondente colonna (costi intermedi e primari) oppure come somma delle grandezze
indicate nella corrispondente riga (ammontare dell’output destinato agli impieghi intermedi e
finali).
3
Il termine branca indica, come è raccomandato dal Sistema Europeo dei Conti Economici Integrati (SEC), un
raggruppamento di unità produttive caratterizzate da strutture di costi, processi di produzione e prodotti omogenei. Le
branche fanno riferimento, pertanto, alla figura istituzionale dell’unità produttrice. All’interno delle branche le attività
sono distinte in gruppi di beni prodotti. Per maggiori ragguagli sui metodi di calcolo e le fonti statistiche utilizzati nella
costruzione di una tavola input-output si veda ISTAT, Tavole intersettoriali dell’economia italiana, 1982, Collana
informazione n. 22, 1987.
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Formalizzando quanto si è detto, si considerano ora le identità definitorie riguardanti i flussi
di una tavola input-output. Con riferimento alla sezione delle branche produttive, per un generico
input della branca j proveniente dalla branca i indichiamo con:
Pxij
il flusso di produzione interna,
Ixij
il flusso di importazione,
Txij
= Pxij + Ixij
il flusso totale.
Inoltre, per ciascuno di tali flussi, si possono indicare rispettivamente con:
x i.
i flussi di beni e servizi prodotti dalla branca i impiegati come input intermedi
da tutte le branche produttive e
x.j
il totale dei costi intermedi della generica branca j.
Tabella 1 - Schema di Tavola delle interdipendenze settoriali
Branche impiego
Branche produttive
1
…
j
…
n
Settori finali
Totale
Consum
Investi
i
menti
Branche origine
1
Branche produttive
…
i
…
n
T
otale
Variazi
oni
sportazi
scorte
oni
Px11
Px1j
Px1n
Px1.
PC1
PI1
PG1
Ix11
Ix1j
Ix1n
Ix1.
IC1
II1
IG1
Tx11
Tx1j
Tx1n
Tx1.
TC1
TI1
TG1
…
…
…
Pxi1
Pxij
Pxin
Pxi.
PCi
PIi
PGi
Ixi1
Ixij
Ixin
Ixi.
ICi
IIi
IGi
Txi1
Txij
Txin
Pxi.
TCi
T Ii
TGi
…
…
…
Pxn1
Pxnj
Pxnn
Pxn.
PCn
PIn
PGn
Ixn1
Ixnj
Ixnn
Ixn.
ICn
IIn
IGn
Txn1
Txnj
Txnn
Txn.
TCn
TIn
TGn
impieghi
otale
PX
E1
Z1
1
E1
Z1
1
IX
TX
E1
Z1
1
PX
Ei
Zi
Ei
Zi
i
IXi
TX
Ei
Zi
i
PX
En
Zn
n
IX
En
Zn
n
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TX
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En
Px.1
Px.1
Px.n
Px..
PC.
PI.
PG.
Ix.1
Ix.1
Ix.n
Ix..
IC.
II.
IG.
Tx.1
Tx.1
Tx.n
Tx..
TC.
TI.
TG.
Salari lordi
W1
Wj
Wn
W.
Oneri sociali
S1
Sj
Sn
S.
Altri redditi
K1
Kj
Kn
K.
Ammortamenti
D1
Dj
Dn
D.
Imposte indirette
T1
Tj
Tn
T.
Valore aggiunto
PmY1
PmYj
PmYn
PmY.
PX1
PXj
PXn
PX.
IX1
IXj
IXn
IX.
TX1
TXj
TXn
TX.
Risorse promarie
Totale costi
Zn
n
PX
E.
Z.
.
IX
E.
Z.
.
TX
E.
Z.
.
Produzione a
prezzi départusine
Importazioni a
prezzi départdouane
Totale risorse
Per la sezione degli impieghi finali posto che:
C indica i consumi finali;
I gli investimenti fissi lordi;
G la variazione delle scorte;
E le esportazioni,
con riferimento alla branca di origine i, la domanda finale soddisfatta dalla produzione
interna sarà:
PZi
= PCi +PIi +PGi +PEi
quella soddisfatta con i beni e servizi importati:
IZi
= ICi +IIi +IGi +IEi
e nel complesso:
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TZi
= TCi +TIi +TGi +TEi
Per la sezione delle risorse primarie, relativamente ai fattori primari della branca j, indicando
con:
Wj
i salari;
Sj
gli oneri sociali;
Kj
gli altri redditi;
Dj
gli ammortamenti;
Tj
le imposte indirette al netto dei contributi correnti alla produzione,
la somma di salari, oneri sociali, altri redditi ed ammortamenti fornisce per ciascuna branca
il valore aggiunto al costo dei fattori cfYj.
Se al valore aggiunto al costo dei fattori si sommano le imposte indirette al netto dei
contributi alla produzione si ottiene, secondo note relazioni della contabilità nazionale, il valore
aggiunto ai prezzi di mercato PmYj .
Si indicano, infine, con i seguenti simboli, per ciascuna branca, le diverse componenti che
concorrono alla formazione delle risorse disponibili:
cfXj
la produzione al costo dei fattori;
PXj
la produzione a prezzi départ-usine (o ex fabrica);
IXj
le importazioni a prezzi départ-douane (incluse le imposte sui beni e servizi
importati);
TXj
= PXj + IXj l’ammontare totale delle risorse disponibili presso la branca j.
A questo punto è possibile scrivere le relazioni contabili fondamentali che legano i flussi
della tavola input-output, a cominciare dalla relazione:
[1]
xi. + Zi = Xi
con i = 1, 2, ..., n
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denominata equazione di bilancio, valida tanto per i flussi di produzione interna che per i
flussi di importazione e per quelli totali. Questa relazione consente di analizzare le produzioni delle
varie branche secondo i rispettivi impieghi, in quanto il primo termine rappresenta la parte utilizzata
dalle branche produttive ed il secondo quella destinata agli impieghi finali.
Una seconda relazione, nota come equazione dei costi, mostra l’uguaglianza tra il valore
della produzione della generica branca j e l’ammontare dei costi, intermedi e primari, sostenuti per
realizzarla. Si ha pertanto:
Tx i
[2]
+ PmYj = pXj
con j = 1, 2, ..., n
dove i simboli usati assumono il significato specificato in precedenza.
Infine, considerando simultaneamente per una stessa branca k (con i = j = k), l’equazione di
bilancio [1] relativamente ai soli flussi di produzione interna e l’equazione dei costi [2], si ottiene:
Pxk.
+ PZk = PXk
e
Tx.k
+ pmYk = PXk
da cui segue:
[3]
Pxk.
+ PZk = Tx.k + pmYk
e cioè che il valore della produzione della branca k considerata nel senso delle righe (primo
membro) è uguale al valore della produzione della stessa branca k considerata nel senso delle
colonne, ottenuta come somma degli input intermedi di beni e servizi di produzione interna e di
importazione e degli input primari (secondo membro). D’altra parte, per l’equazione di bilancio
relativa ai flussi di importazione della branca k risulta:
[4]
Ixk.
+ IZk = IXk
Sommando membro a membro la [3] e la [4] si ottiene:
[5]
(Pxk. + Ixk.) + (PZk + IZk) = Tx.k + pmYk + IXk
da cui, tenuto conto che
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Pxk.
+ Ixk. = Txk.
e che
PZk
+ IZk = TZk
risulta:
Txk.
+ TZk = Tx.k + pmYk + IXk
Sommando, infine, rispetto a k per il complesso delle branche produttive segue che:
Tx..
+ TZ. = pmY. + IX.
ovvero, considerando la presenza in entrambi i membri di Tx.. :
[6]
Z. = pmY. + IX.
dalla quale risulta che il valore complessivo delle risorse disponibili destinato agli impieghi
finali è uguale al valore delle risorse primarie (comprese le importazioni).
Esplicitando nella [6] le singole componenti della domanda finale e distinguendo
l’ammontare delle importazioni dal valore aggiunto nazionale si ottiene:
TC.
+ TI. + TG. + TE. = pmY. + IX.
In questa formulazione la [6] mette in evidenza che il totale degli impieghi finali costituiti
dai consumi, dagli investimenti, dalle variazioni delle scorte e dalle esportazioni corrisponde al
totale delle risorse primarie al lordo delle importazioni. Nella contabilità nazionale tale relazione
viene indicata come conto delle risorse e degli impieghi finali. Ne consegue che la tavola inputoutput non fornisce solo un quadro descrittivo della struttura di un sistema economico, ma
rappresenta anche uno strumento essenziale per il controllo della coerenza interna della contabilità
nazionale.
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3 Computo della tavola di input-output
L’impostazione matriciale della tavola input-output rende possibile la registrazione dei flussi
di beni e servizi operando indifferentemente per riga o per colonna. In Italia le fonti statistiche
disponibili rendono più agevole la compilazione della tavola nel senso delle colonne.
Il computo della tavola input-output viene completato, sezione per sezione, procedendo
attraverso le seguenti fasi fondamentali:
a) calcolo della produzione totale per branca (produzione vendibile e reimpieghi);
b) stima delle componenti della domanda finale (consumi finali, investimenti fissi,
variazione delle scorte, esportazioni);
c) stima della struttura dei consumi intermedi;
d) distribuzione per branca delle altre risorse (imposte indirette, contributi alla produzione,
IVA gravante, importazioni, trasferimenti di prodotti, spese di trasporto e margini commerciali);
e) bilanciamento o quadratura della tavola, per garantire sostanziale coerenza a flussi
risultanti da stime indipendenti.
I metodi di calcolo sviluppati in ciascuna fase sono condizionati dalle fonti disponibili,
richiedendo, specie per la sezione delle branche produttive, indagini ad hoc molto articolate. Ad
esempio, nella fase a) di calcolo della produzione totale per branca, il procedimento più
frequentemente adottato consiste nella rilevazione diretta dei costi e dei ricavi. Ciò vale per le
branche intestate ai flussi di beni e servizi forniti dalle amministrazioni pubbliche, dalle aziende
autonome, dalle aziende gestite dagli enti locali e, in generale, dalle imprese con almeno 20 addetti
operanti nei settori dell’industria in senso stretto, del credito e delle assicurazioni, del commercio,
dei trasporti e dei servizi per le imprese. Per i prodotti originati dalla branca dell’agricoltura (ivi
comprese la silvicoltura e la pesca) è necessario invece ricorrere ad aggregazioni di stime su
quantità e prezzi, desunte da rilevazioni indirette.
La rilevazione dei consumi intermedi (fase e) richiede informazioni molto dettagliate in
grado di consentire la ripartizione dei costi di produzione per branca di origine. È necessario a tal
fine procedere ad indagini campionarie apposite, sui consumi di materie prime ed ausiliarie e sui
costi per servizi forniti alle imprese.
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La stima delle componenti della domanda finale (fase b) richiede, infine, l’impiego di fonti
statistiche indipendenti (rese disponibili solo in parte dalla Contabilità nazionale) che consentono di
classificare i flussi in. questione (consumi, investimenti, variazione delle scorte, esportazioni) per
gruppi di beni e servizi corrispondenti alle branche di origine 4 .
Non meno complessa è la ripartizione delle altre risorse tra le branche di competenza (fase
d), che investe i criteri di valutazione dei flussi e il trattamento contabile di alcuni aggregati
(importazioni, prodotti secondari ordinari ed esclusivi) e che necessita di una documentazione
statistica analitica ed articolata, non sempre disponibile nel dettaglio richiesto.
Compilata nel senso delle colonne, la tavola può essere letta anche per riga. Come è già stato
precisato, ogni riga riflette la destinazione agli impieghi intermedi e finali dei flussi considerati
nella corrispondente branca. É possibile a questo punto ottenere branca per branca il totale di riga e
confrontarlo con quello di colonna, ristabilendo dove occorre la coerenza dei flussi attraverso le
operazioni di quadratura (o bilanciamento) della tavola, che consentono di verificare la congruenza
delle serie dei dati utilizzate per la costruzione delle tre sezioni.
Una volta disponibili, nel dettaglio richiesto, le serie dei dati necessari per costruire le tre
sezioni, si rendono necessari numerosi accorgimenti tecnici per garantire una sistemazione adeguata
e coerente dei flussi di una tavola input-output.
Un primo rilevante problema, posto che la lettura della tavola nel senso delle colonne (così
come è stata presentata nella tabella 1) abbia significato soltanto quando i flussi siano espressi in
valore, riguarda i criteri di valutazione dei beni e servizi corrispondenti alle branche di origine. Al
riguardo si assume che il valore unitario di scambio delle merci e dei servizi prodotti, ossia il prezzo
degli stessi, risulti determinato dalle seguenti componenti:
a) prezzo alla produzione, costituito dall’ammontare delle spese per beni e servizi
intermedi e dai costi primari;
b) imposte indirette, gravanti sulla produzione e sugli scambi;
c) costi di distribuzione, formati dai margini commerciali e dai noli di trasporto.
A queste partizioni del prezzo effettivo (realmente sostenuto dagli utilizzatori)
corrispondono altrettante valutazioni dei flussi della tavola input-output ai:
4
Ad esempio, la classificazione dei consumi finali adottata nei conti economici è sostanzialmente diversa da quella
adottata nelle tavole intersettoriali. Si tratta in quel caso di una classificazione funzionale per gruppi di esigenze da
soddisfare (alimentazione, vestiario, riscaldamento, ecc.).
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1) prezzi alla produzione (a);
2) prezzi départ-usine (o ex fabrica) comprensivi anche delle imposte indirette sulla
produzione o sul primo scambio (a + b);
3) prezzi di mercato comprensivi anche dei costi di distribuzione e altri proventi (spese di
trasporto e margini commerciali) (a + b + c).
Per quanto difficile e laborioso, il tentativo di scorporare dai prezzi di acquisto tutte le spese
di distribuzione e i flussi d’imposta trae origine dall’esigenza di considerare tutti gli operatori
economici allo stesso modo, eliminando le differenze di posizione nel mercato che consentono ad
alcuni di essi di sopportare imposte indirette e margini di distribuzione diversi da quelli di altri. Sul
piano tecnico, la scelta del criterio di valutazione dei flussi si riflette, tra l’altro, sul significato
attribuito alle branche del commercio e dei trasporti ed ai rispettivi output (nell’esempio della
tabella 2 le due branche sono aggregate in quella dei servizi). Infatti, in una tavola compilata ai
prezzi alla produzione o ai prezzi ex fabrica (come è appunto il caso della tabella 2) concorrono a
formare le produzioni delle due branche (commercio e trasporti) tutti i costi di distribuzione
(margini commerciali e noli di trasporto) che contribuiscono alla commercializzazione dei diversi
gruppi di prodotti; mentre i flussi di intersezione tra la riga del commercio (o dei trasporti) e le
colonne intestate agli altri operatori economici forniscono la quota dei servizi di distribuzione
implicitamente destinati alle branche di impiego e ai settori finali e conglobati nei prezzi di mercato.
Al contrario, in una tavola valutata ai prezzi di mercato nella sezione delle branche produttive, le
righe intestate al commercio e ai trasporti perdono di importanza (vi figurano solo i servizi
commerciali e di trasporto commissionati da altri operatori), mentre il bilanciamento della tavola
esige l’inserimento di una riga apposita nella sezione delle risorse primarie, che raccolga tutti i
margini commerciali e i noli di trasporto relativi a ciascun gruppo di prodotti.
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Tabella 2 – Esempio di Tavola delle interdipendenze settoriali (valori in milioni di €)
Branche produttive
Settori finali
(a)
(b)
(c)
(d)
(e)
Agricoltu
Industria
Costruzio
Servizi
Totale
ra
ni
(A)
(B)
Domanda Esportazi
(a+b+c+d)
interna
oni
Branche d’origine
Agricoltura
Industria
Costruzioni
Servizi
TS)
(W+S)*
(K+D)*
disponibi
li (e+C)
1180
16693
8957
1652
10609
27302
IA
709
4569
3
89
5370
767
3
770
6140
TA
6320
14461
13
1269
22063
9724
1655
11379
33442
PI
3005
62591
9592
18113
93301
66628
44086
110714
204015
II
877
28409
830
2416
32532
11259
5
11264
43796
125833
77887
44091
121978
247811
3
25738
30051
0
0
10
TI
3882
91000
10422
20529
PC
8
694
165
3446
4313
25735
IC
0
0
0
10
10
0
4323
25735
3
25738
30061
50235
110325
8346
118671
168906
4860
72
0
72
4932
55095
110397
118743
173838
TC
8
694
165
3456
PS
1394
15878
2817
30146
IS
16
2513
39
2292
TS
1410
18391
1
1
3
1
1620
373
3456
5119
5
295
07304
1599
8
2
23743
2
65732
1
2106
5
4095
4
30264
5
4878
2
77838
4
85142
1
21716
4
7314
4087
1
2
6
5
2098
2772
7692
625
11645
4
5
9
2
2861
807
8346
2
1
64532
4
1
4
1
2885
72
24536
5
8
1
5
32438
1
2584
5491
602
1112
2856
8
9045
0018
(2) Risultato
lordo di gestione
finali
(A+B)
10
(1) Redditi
da lavoro dipendente
Risorse
9892
I=IA+II+IC+IS
T=TA+TI+TC+
Impieghi
5611
(P=PA+PI+PC+
PS
(D)
PA
Totale costi
intermedi
(C)
8
6582
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(3) Valore aggiuntio
al costo dei fattori
16485
67980
14920
108913
208298
28105
192519
28376
166605
415605
-803
11485
1675
2301
14658
27302
204004
30051
168906
430263
5355
42266
10
4928
52559
785
1530
0
5
2320
33442
247800
30061
173839
485142
(1+2)
(4) Produzione
effettiva al costo dei
fattori
(5) Imposte indirette
nette (IVA incl.) (T)*
(6) Produzione
effettiva ai prezzi ex
fabrica (3+4)
(7) Importazioni a
prezzi CIF
(8) Imposte indirette
sull'Import
(9) Risorse
disponibili a prezzi
ex fabrica (6+7+8)
*
vedi sigle riportate in tabella 1
Un altro problema di rilievo riguarda il trattamento dei flussi di importazione. Dalla lettura
verticale della tabella 2, potrebbe sembrare che nel totale delle risorse disponibili di ciascuna
branca, le importazioni siano state conteggiate due volte. Una lettura più attenta mette in evidenza,
invece, che si tratta di flussi completamente diversi. Per rendersene conto si fissi l’attenzione sulla
branca dell’agricoltura nella quale figurano 5.355 milioni di prodotti agricoli importati dall’estero
(importazione a prezzi CIF) che si aggiungono ai 27.302 milioni prodotti internamente e alle
imposte indirette sulle importazioni, per fornire le risorse disponibili pari a 33.442 milioni. Il dato
riportato nella stessa colonna della riga dei costi totali intermedi (della sezione delle branche
produttive) esprime il contenuto di importazioni dei consumi intermedi delle aziende agricole, le
quali per ottenere la produzione agricola interna (pari a 27.302 milioni) hanno impiegato sementi,
mangimi, petrolio, fertilizzanti e altri beni e servizi intermedi per 11.620 milioni, di cui 1.602
riguardano beni analoghi importati dall’estero, prodotti da tutte le branche della classificazione
adottata. Quest’ultimo valore sintetizza il fabbisogno di importazioni di input intermedi della branca
agricola, che è ripartito per branca di origine nella parte superiore della tavola. La sezione degli
impieghi finali fornisce, infine, distintamente per branca di origine, la quota di domanda finale
soddisfatta con i flussi di importazione. Questa, ovviamente, se sommata alle importazioni che
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soddisfano la domanda intermedia espressa dalle branche produttive, risulta pari alle importazioni
già considerate nella sezione delle risorse primarie.
Questa trattazione articolata delle importazioni appesantisce la struttura formale della tavola
(che risulta dalla sovrapposizione di due tavole: una per i flussi di produzione interna, l’altra per i
flussi di importazione). Ciò tuttavia consente una valutazione analitica della dipendenza estera
dell’economia italiana e si rivela tanto più utile quanto più forte risulta tale dipendenza.
Il livello di semplificazione della tabella 2 non consente di porre in risalto le numerose altre
questioni che è necessario affrontare nelle diverse fasi di costruzione della tavola. D’altra parte, non
può essere questa la sede adatta per entrare nel merito di tali problemi, anche se sembra utile
richiamarne almeno due: il trasferimento dei prodotti tecnicamente congiunti e il trattamento dei
servizi bancari imputati.
Il problema del trasferimento dei sottoprodotti ordinari e dei prodotti similari va posto in
relazione all’omogeneità delle unità produttive che fanno capo a ciascuna branca. In tal senso è
necessario trasferire nella branca di competenza, in base alla classificazione adottata, i prodotti
secondari ottenuti congiuntamente (vale a dire con gli stessi input e la medesima tecnica di
produzione) all’output principale di una determinata branca. Dal punto di vista della struttura dei
costi, tuttavia, tale trasferimento non è praticabile perché, trattandosi di prodotti tecnicamente
congiunti, è impossibile isolare gli input intermedi che ne hanno consentito la produzione. Dal lato
degli impieghi, invece, questo trasferimento oltre che possibile è auspicabile, perché la domanda dei
prodotti è indipendente dalla natura dei processi produttivi. Il problema viene risolto inserendo in
calce alla tavola, dopo aver computato (per colonna) la produzione effettiva di ciascuna branca, una
riga apposita che realizzi il trasferimento dei prodotti in questione attraverso un’operazione
algebrica: il valore dei sottoprodotti ordinari e dei prodotti similari è preceduto dal segno (–) nella
casella d’incrocio con la branca di origine (dalla quale detti prodotti sono ceduti) e dal segno (+)
nella casella d’incrocio con la branca di appartenenza, secondo la classificazione utilizzata.
Sommando alla riga della produzione effettiva quella dei trasferimenti di prodotti si ottiene la riga
della produzione distribuita. È questo il flusso di produzione interna di cui la parte superiore della
tavola (sezioni delle branche produttive e degli impieghi finali) descrive la destinazione per gruppi
di utilizzatori.
Per quanto concerne il trattamento dei servizi bancari imputati, la soluzione adottata segue
la convenzione del SEC. Occorre premettere che si tratta di una produzione imputata perché le
banche preferiscono addebitare in blocco alla clientela il costo dei servizi di intermediazione
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finanziaria resi, applicando interessi percepiti sui prestiti più elevati di quelli corrisposti sui
depositi. Non essendovi un corrispettivo diretto per questi servizi è possibile valutarli soltanto nel
complesso, mentre è impraticabile una loro ripartizione per settori di impiego,
La convenzione stabilita dal SEC consiste nel riconoscere ai servizi bancari imputati una
natura interamente intermedia. In tal senso i consumi intermedi delle branche produttive risultano
sottostimati e, per converso, i rispettivi valori aggiunti sovrastimati. Non potendo operare la
correzione per singola branca in maniera soddisfacente (non conoscendo la quota di servizi
consumati dai singoli operatori, ma solo l’importo totale), si correggono gli aggregati nazionali
aggiungendo al totale dei consumi intermedi il valore dei servizi bancari imputati e deducendolo dal
valore aggiunto nazionale. Nella struttura della tavola input-output tale soluzione è praticata
inserendo nella sezione delle branche produttive una colonna intestata ai servizi bancari imputati e
registrando il corrispondente importo nella casella di incrocio con la branca del credito. Lo stesso
importo è ripetuto (sempre nella medesima colonna) nella casella di incrocio con la riga di consumi
intermedi preceduto dal segno positivo, e nella casella di incrocio con la riga del valore aggiunto
preceduto dal segno negativo, creando così un’unità fittizia a produzione nulla e valore aggiunto
negativo.
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