arpat - Unaapi
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A.R.P.A.T. reg. 797/04 mis. A3 programma 2007-2008 Associazione R egionale P oscani Regionale Prroduttori Apistici T Toscani V ia della Resurrezione, 2r - FIRENZE Tel. 0556533039 [email protected] Gennaio 2008 2008 anno bisesto... Andrea T erren i Terren Le credenze, una volta comuni in agricoltura, volevano gli anni bisestili portatori di annate infauste. Personalmente non credo a superstizioni, miti o credenze: né a quelli popolari né a quelli ufficiali delle religioni più o meno di stato. Del resto l’apicoltura oramai da anni deve misurarsi con difficoltà crescenti. E’ lecito prevedere che queste da sole non possano diminuire, perché, in buona parte, dipendono da scelte sbagliate e poco rispettose degli equilibri naturali fatte dall’uomo. Queste scelte non accennano a cambiare in modo sostanziale e allora continueranno le piaghe, indipendentemente dalla cadenza degli anni bisestili. Mi riferisco come ovvio ai cambiamenti climatici in atto, alla crescita dell’inquinamento industriale e di quello chimico dipendente dalle pratiche colturali dell’agricoltura intensiva, alla perdita della variabilità nella copertura vegetale del suolo a causa dell’estendersi delle monocolture, da un lato, e dell’abbandono dei terreni, dall’altro. Tutto ciò continuerà a rendere difficile la vita delle api e degli apicoltori assieme a alcune altre cause che sembrano naturali, ma che, a ben vedere, di naturale hanno poco. Il bacillo del Nosema Ceranae, per esempio, questa nuova catastrofe per l’apicoltura italiana, è sicuramente un agente naturale, ma se ne stava là in Asia e non faceva troppi danni all’Ape Cerana. Le sempre più sconsiderate e esasperate pratiche apistiche lo hanno fatto arrivare in Italia dove la nostra meravigliosa ligustica dovrà imparare (in qualche decennio o secolo, chi sa?) a difendersi naturalmente da questo nuovo batterio. Lo stesso accadde circa vent’anni fa con la Varroa e, non volendo certamente essere menagramo, lo stesso penso accadrà con il bacherozzo malefico: l’Aethina Tumida. Io continuo ad essere ottimista, a pensare, cioè, che l’uomo saprà fermarsi. Penso che l’uomo saprà fermare questa dissipazione delle risorse e degli equilibri naturali fatta con il solo obiettivo di produrre una sempre maggiore quantità di merci che poi vagheranno impazzite attraverso mari e cieli alla ricerca del massimo profitto a favore di poche persone, mentre cresce la povertà e la disuguaglianza fra la gran parte dei popoli del mondo. Penso, invece, che l’uomo saprà mantenere la globalizzazione positiva quella fatta degli scambi e dell’incontro fra le genti, le idee e le culture diverse. Credo in questo e non nelle superstizioni, convinto che l’uomo saprà fermarsi prima di aver ridotto la terra ad un deserto maleodorante e, per questo, faccio a tutti voi i migliori auguri di un buon 2008. Tesseramento 2008 XXII° concorso dei mieli toscani I soci A.R.P .A.T A.R.P.A.T .A.T.. troveranno allegato il bollettino postale che permette di pagare la quota associativa e l’abbonamento scontato alla rivista LAPIS (ricordarsi di indicare chiaramente la casuale del versamento). La quota associativa è di 10 euro, mentre l’abbonamento alla rivista è di 18,00 euro. Per l’assicurazione annuale degli alveari contattateci direttamente - anche quest’anno utilizziamo la copertura assicurativa offerta dalla rivista LAPIS, il costo per l’assicurazione è di 18 euro sino a 100 arnie, aumenta per gli allevamenti maggiori. Dovete comunque contattarci per sottoscrivere lo specifico il formulario da inviare all’ assicurazione. Importante: Ricordiamo che lo sconto per l’abbonamento alla rivista LAPIS (il costo pieno è di 28,00 euro) è riservato ai soli soci A.R.P .A.T A.R.P.A.T .A.T.. , e che l’assicurazione annuale vata ai soci A.R.P .A.T degli alveari è riser riservata A.R.P.A.T .A.T.. che hanno anche sottoscritto l’abbonamento. Coloro che intendono associarsi per la prima volta all’A.R.P.A.T., sono pregati di richiederci il modulo di adesione e il bollettino postale. i primi classificati Categoria Millefiori 1° Giorgio Moncini 2° Sandro Poccianti 3° Mario Rosselli del Turco Categoria Acacia 1° Tiziano Maglia 2° Marco Mondaini 3° Giuseppe Bennati Categoria Castagno 1° Virgilio Giagnoni 2° - Ex Equo - Cesare Valoriani 2° - Ex Equo - Paolo Betti 3° Giuseppe Bandini Categoria Melata 1° Aldemaro Corsini 2° Apicoltura Consegni Luciano 3° Apicoltura Consegni Luciano 1° 2° 3° 4° Categoria Monoflora vari Galardi Mauro - Tiglio Bandini Giuseppe - Tiglio Marchetti Mario - Ciliegio Corsini Aldemaro - Girasole Alla ricerca di nuove strategie di lotta alla varroa: prove di campo condotte nel 2007 Duccio Pradella Negli ultimi anni le perdite registrate nell’apiario toscano nel periodo autunno/inverno hanno raggiunto un livello allarmante. Indagini fatte sul territorio regionale hanno stimato perdite del patrimonio apistico pari al 30-40%. Tra le possibili cause sicuramente la forte presenza di varroa ha avuto un ruolo determinante. Le strategie di lotta e i prodotti usati nelle ultime stagioni sembrano essere sempre meno efficaci. L’A.R.P.A.T. in sintonia con quanto proposto dalla Commissione Sanitaria dell’Unaapi ha eseguito una serie di prove al fine di capire meglio cosa sta succedendo e contribuire a dare delle indicazioni utili alla messa a punto di nuove strategie di lotta alla varroa compatibili con un’apicoltura produttiva. Durante la stagione 2007 i trattamenti classici a base di timolo (Api Life Var® e Apiguard®) sono stati confrontati con una modalità di somministrazione del timolo usata ormai da anni da alcuni apicoltori toscani (timolo + olio di girasole). E’ stata inoltre verificata la possibilità di utilizzo e l’efficacia dell’acido ossalico sublimato in stagione attiva e sono state eseguite, grazie soprattutto alla collaborazione di vari apicoltori, alcune prove di blocco di covata seguite da trattamento con acido ossalico. Prova con acido ossalico sublimato in stagione attiva Dieci colonie sono state trattate a partire dal 10 di giugno per tre volte a distanza di otto giorni. Sono stati somministrati ad ogni trattamento 2,5 grammi di acido ossalico per alveare utilizzando come sublimatore il varrox. Il trattamento è stato eseguito in assenza di melario. Per evitare un intasamento del nido ad ogni alveare, prima della prova, sono stati sostituiti due telaini, uno di scorte e uno di covata, con due fogli cerei. Al momento del trattamento le colonie si presentavano omogenee per numero di api, di covata e di scorte. Il primo trattamento è stato eseguito da davanti, il secondo e il terzo da dietro posizionando il varrox sotto la rete antivarroa. La presenza di api all’esterno dell’alveare ha, infatti, reso impossibile eseguire tutti i trattamenti dal davanti, per il medesimo motivo durante i trattamenti non è stato possibile chiudere la porticina di volo. I trattamenti sono stati eseguiti nelle primissime ore del mattino. Al termine delle tre prove è stato effettuato un blocco di covata, ingabbiando le regine per 25 giorni, e poi è stato eseguito un trattamento di controllo con acido ossalico sgocciolato alla concentrazione del 4,2 %. La conta delle varroe cadute è stata fatta con cadenza settimanale. Materiali e metodi Confronto fra trattamenti a base di timolo Le prove sono state eseguite su 24 colonie, allevate in alveari Dadant-Blatt (9 telaini + diaframma nutritore), valutate omogenee per presenza di api (9 telaini), covata (3-4 telaini) e scorte. La prova è stata condotta in un apiario collocato nel comune di Pelago, località collinare (350m s.l.m.) a circa 30 Km da Firenze, è iniziata il 15 luglio e si è conclusa a fine settembre. Gli alveari sono stati divisi in tre gruppi e trattati con i seguenti prodotti: -Api Life Var ®: 4 tavolette inserite a distanza di sette giorni l’una dall’altra. Ciascuna tavoletta, divisa in quattro parti, è stata collocata sopra i telaini da nido. Il coprifavo è stato rovesciato in modo da creare una piccola camera d’aria. -Apiguard ®: 2 vaschette poste a distanza di 14 giorni l’una dall’altra. Le vaschette completamente aperte, sono state poste al centro dell’alveare tra i telaini del nido e il coprifavo posizionato rovesciato. -Timolo sciolto in olio di girasole: una miscela di 10 g di timolo in polvere e 20 ml di olio di girasole è stata posta in capsule di diametro Ø 82 mm. In ciascun alveare sono state poste due capsule lasciate all’interno dell’alveare per 4 settimane. Il protocollo iniziale prevedeva il posizionamento di tre capsule per alveare, ma, dopo aver costatato un eccessivo disturbo alle api (fuoriuscita di queste dall’alveare), il protocollo è stato modificato diminuendo il dosaggio. L’efficacia dei vari trattamenti è stata valutata eseguendo un trattamento di controllo con Apistan®. Settimanalmente è stata verificata la caduta di varroa sia durante il trattamento sia durante il trattamento di controllo. Prove preliminari di blocco di covata Tali prove sono state eseguite da vari apicoltori: Marco, Franca, Alessandro, Savino e il sottoscritto hanno deciso di provare sui loro alveari ad eseguire un blocco di covata. A partire da fine luglio le regine sono state ingabbiate ed eseguito, a sfarfallamento completo della covata, un trattamento con acido ossalico sgocciolato. L’ingabbiamento delle regine è stato effettuato sia utilizzando dei telaini Campero modificati da Baragatti – Mondani -Rinaldi (visibile presso la cooperativa Apitoscana) posizionato al centro dell’alveare sia grazie all’utilizzo di gabbiette Var-Control prodotte dalla ditta Api-Mo.Bru. Al fine di capire l’efficacia del metodo nel mese di novembre su parte degli alveari è stato eseguito un trattamento con acido ossalico sublimato e rilevata la caduta di acari. Risultati e considerazioni Confronto tra trattamenti a base di timolo Nella tabella in basso vengono riportate le efficacie relative ai tre trattamenti calcolate seguendo la formula: Efficacia %= Api Lif eV ar® Life Var® Ef Effficacia media (%) Numero di varroe cadute durante il trattamento Apiguard® Timolo/Olio 81,5 63,1 79,4 Min (%) 76,2 47,9 73,1 Max (%) 88,8 86,5 83,1 2 x100 Numero totale di varroe cadute (trattamento + controllo) segue © Nasce il “Gruppo Giovani” segue: P Prrove di campo L’efficacia è risultata simile per i trattamenti eseguiti con Api Life Var ® e Timolo sciolto in olio di girasole mentre sensibilmente minore e altamente variabile per l’Apiguard®. Durante i trattamenti tutti gli alveari hanno dimostrato una certo nervosismo (api fuori delI’alveare, propensione al saccheggio ecc…). Il livello d’infestazione è risultato molto variabile ma in genere elevato. Appare evidente che di fronte a tali livelli d’infestazioni l’efficacia dei trattamenti non è, per nessun prodotto, sufficiente a garantire un buon effetto tampone . Come indicato in figura in ben 15 alveari su 24 oggetto della prova il numero di varroe rimasto all’interno dell’alveare dopo il trattamento (varroe cadute durante il trattamento di controllo) supera il valore di 500, valore che, considerato il tasso riproduttivo della varroa può portare nel giro di poche settimane nuovamente a un numero di varroe difficilmente tollerabile dalle colonie. Alla luce dei costi ridotti, alla buona praticità e all’efficacia paragonabile a quella dell’Api Life Var® il timolo sciolto in olio di girasole può essere un’alternativa ai vari prodotti disponibili in commercio, anche se di più difficile preparazione e utilizzo. Prova con acido ossalico sublimato in stagione attiva L’efficacia è risultata essere estremamente variabile, bassa e non sufficiente a tamponare l’infestazione (efficacia media 60,2 %; max 71,01%- min 46,7%). Durante il periodo dei trattamenti si è notata una graduale diminuzione della superficie di covata, passando dai 7-8 telaini di metà giugno ai 3-4 di inizio luglio. Tale diminuzione si è verificata anche in alveari non oggetto della prova e riteniamo sia dovuta alla scarsa disponibilità di nettare e polline conseguenza della siccità avuta nel periodo primaverile. La diminuzione di covata potrebbe spiegare la maggior efficacia avuta durante il terzo trattamento con acido ossalico sublimato. Durante i trattamenti, le api hanno mostrato notevole agitazione. Come già detto, dopo il primo trattamento è stato necessario operare dalla parte posteriore dell’alveare modificando il cassettino antivarroa. La presenza anche nelle prime ore del mattino di api all’esterno dell’alveare non ha consentito la chiusura della porticina di volo. In quattro alveari su dieci nei mesi successivi ai trattamenti si è avuta la sostituzione della regina. A settembre in ogni modo tutti gli alveari oggetto della prova si presentavano in buone condizioni. Prove di blocco di covata In 3 delle 15 colonie in cui si è utilizzato la gabbietta Api.Mo.Bru. è avvenuta la morte della regine durante il periodo di ingabbiamento. La conta delle varroe effettuata dopo il trattamento con acido ossalico, eseguita a campione su alcuni degli alveari, ha rilevato cadute di acari comprese tra 500 e 3000. La ripresa di deposizione dopo la liberazione della regina è stata rapida, già dopo alcuni giorni la covata si trovava covata su 3-4 telaini. Ad inizio autunno le colonie oggetto della prova si presentavano, in genere in buono stato (Api su più di sei telaini). La caduta di varroa registrata nel mese di novembre a distanza di 3-5 giorni da un trattamento eseguito con acido ossalico sublimato è stata in tutte le colonie estremamente bassa. L’ingabbiamento delle regine richiede sicuramente tempo ma i risultati delle prove sembrano essere incoraggianti. In annate in cui non si registra un blocco di deposizione naturale nemmeno durante il periodo invernale risulta estremamente difficile abbassare in modo soddisfacente il livello d’infestazione. Per questo riteniamo che in futuro si dovrà lavorare per mettere appunto strategie di lotta alla varroa che prevedano l’interruzione artificiale della deposizione, seguita da un trattamento acaricida; ad oggi questo sembra essere l’unico metodo applicabile per ripulire gli alveari e diminuire le perdite. Nel 2008 sper o crescerà ancora l’impegno dei tecnici A.R.P .A.T spero A.R.P.A.T .A.T.. per eseguire prove di campo dovrà parallelamente crescere la collaborazione, lo scambio di opinioni e di esperienze tra noi apicoltori e soprattutto spero che come associazione cercheremo sempre di più un aiuto da parte del mondo della ricerca. 3 Il gruppo di lavoro denominato appunto “Gruppo Giovani” nasce dall’iniziativa di alcuni associati A.R.P.A.T., circa una quindicina, stimolati dal fatto che, ciascuno a diversi livelli, sta investendo molto nell’apicoltura cercando di farne una professione, in un settore dalle difficoltà sempre più evidenti e dai margini sempre più ristretti. Fin dai primi incontri si sono evidenziate le problematiche sulle quali lavorare, tutti hanno manifestato grande attenzione su quelli che poi si sono rivelati gli “stessi bisogni”, riassumibili in pochi punti: - Ottimizzare l’assistenza tecnica - Acquistare bene e vendere meglio - Comunicare costantemente e condividere le esperienze Al fine di ottimizzare le risorse, abbiamo costituito dei sottogruppi ognuno dei quali è incaricato di approfondire un diverso aspetto delle problematiche emerse, riferendo poi sui risultati in occasione degli incontri mensili. Si lavora alla sperimentazione di tecniche vecchie e nuove di lotta alla Varroa quali ad esempio l’ingabbiamento della regina confrontando gabbiette di diversi produttori, la tecnica della “sciamatura forzata “, si mettono a confronto differenti sublimatori per l’acido ossalico (Varrox, Bio-Letal varroa, sublimatori a gas ). Abbiamo intenzione di lavorare con regine provenienti da diversi allevatori così da poterne valutare, per quanto possibile, la qualità. Per quanto riguarda la necessità di cercare di ottimizzare i magri margini di guadagno che può offrire l’apicoltura, facendo forza sul fatto che insieme rappresentiamo un discreto numero di alveari, stiamo contattando i fornitori di materiale apistico e i possibili clienti per cercare di spuntare i migliori prezzi di acquisto dei materiali e di vendita dei prodotti, offrendo da parte nostra la possibilità per i fornitori di contare su numeri importanti di materiali da venderci e per i clienti su un’offerta costante e garantita dei nostri prodotti. Alcuni di noi inoltre collaborano già a progetti importanti, come ad esempio Angela Rovida è il nostro referente per il “Progetto Ligustica” e Serena Rocchi per il Panel del miele di Siena. Tutto questo si unisce a quello che era il terzo punto che individuava le nostre esigenze: comunicare e condividere esperienze. Proprio per questo oltre a stabilire di incontrarsi ogni secondo martedì del mese, per fare il punto sulle esperienze fatte, abbiamo in progetto anche la realizzazione di un sito internet con il quale gettare le basi per allargare il più possibile le opportunità di confronto, agevolando al tempo stesso anche chi per problemi di distanza o di tempo voglia avvicinarsi alle esperienze del gruppo. Penso che lo scopo di questa nostra iniziativa sia principalmente quello di dare un segnale di entusiasmo e di speranza in un settore che sembra essere sempre più afflitto dai tanti problemi che lo avvolgono, vogliamo dire che ci sono persone che, forse stimolate dall’incosciente entusiasmo giovanile, credono in questo settore ed intendono investirci molto se non tutto. Speriamo di essere contagiosi e di asciugare, almeno in parte, questa valle di lacrime. Paolo Betti Insetticidi neur otossici e apicoltura neurotossici Nell’iniziativa promossa dalla nostra Associazione che si è tenuta Sabato 15 dicembre scorso in Palazzo Vecchio, è stato presentato, come previsto, il filmato realizzato dai nostri tecnici che evidenzia il comportamento fortemente anomalo delle api e degli altri insetti pronubi intossicati, dopo che gli stessi si erano posati su girasoli appartenenti ad alcune colture sperimentali tese a verificare le rese per ettaro e quelle oleiche di diverse cultivar di girasole presenti in commercio. Il comportamento degli insetti dimostra tutti i sintomi tipici delle intossicazioni provocate dalle nuove molecole insetticide neurotossiche: tremore, paralisi, disorientamento, incapacità di volo. Questo è particolarmente allarmante perché lascia sospettare l’utilizzo di queste molecole, benché non appositamente approvate per il girasole, nella concia delle principali marche di sementi in commercio. Tale utilizzo è ovviamente ad oggi solo un sospetto, ma il fenomeno documentato richiede comunque un’accurata indagine per verificarne le cause e per evitare, se del caso, che la prevista diffusione delle colture oleiche finalizzate alla produzione di energia in Toscana, provochi pesanti squilibri ambientali, danni all’apicoltura e una riduzione della fertilità del territorio, dovuta alla riduzione degli insetti impollinatori. La modalità di utilizzo degli insetticidi neurotossici, comunque autorizzati nel nostro paese per altre coltivazioni (mais, oleaginose, orticole, fruttiferi) anche in forma ciclotropica, dovrebbe essere rivalutata alla luce del principio di assoluta precauzione contenuto nella determinazione, recentemente approvata dal Parlamento Europeo, che detta gli orientamenti per la riscrittura sulle norme che regolamenteranno le autorizzazioni e l’uso degli agrofarmaci in Europa. Il pericolo appare ancora più acuto per una evidente intesa di cartello creatasi fra le principali industrie sementiere. Tale intesa fa si che oggi non si trovino in commercio sementi non conciate, il che impedisce agli agricoltori scelte imprenditoriali diverse o, comunque, comportamenti ecologicamente virtuosi, nonostante la non economicità dell’uso di sementi conciate provata da numerose ricerche almeno sulle colture di mais. Queste le argomentazioni e le richieste avanzate da Andrea Terreni per A.R.P.A.T., dal Presidente di Toscana Miele, Mauro Zarri, e da quello dell’Associazione Apicoltori Province Toscane, Daniele Andreani. Particolarmente importanti, nella tavola rotonda che è seguita al filmato, gli interventi di Giordano Pascucci, Presidente CIA Toscana, e di Grazia Mammuccini, Amministratore ARSIA. Giordano Pascucci, pur sottolineando le attese riposte dall’agricoltura toscana nell’espansione delle coltivazioni a fini energetici, ha assicurato l’impegno della Confederazione Italiana Agricoltori Toscana a far si che questa espansione avvenga nel più assoluto rispetto degli equilibri ambientali e della sicurezza della salute dei cittadini. Le semine di oleaginose avranno probabilmente la loro impennata nella stagione agraria 2008/2009, 4 l’impegno è che si arrivi a quell’appuntamento con tutte le garanzie per le sementi che saranno utilizzate. L’Amministratore di ARSIA, riconoscendo la serietà dell’allarme sollevato dagli apicoltori, ha espresso la disponibilità a aprire un percorso di confronto che veda l’Agenzia coinvolgere il mondo della ricerca, le organizzazioni agricole e apistiche, le industrie sementiere per verificare l’origine del fenomeno testimoniato dal filmato e individuare le azioni correttive possibili per eliminarlo. Di seguito riportiamo le richieste degli apicoltori sottoscritte dalle tre associazioni apistiche a conclusione della iniziativa. Le richieste degli apicoltori toscani Alla luce di quanto emerso nella tavola rotonda gli apicoltori toscani chiedono che si applichi una moratoria nell’utilizzo delle sementi conciate con insetticidi sistemici neurotossici in Toscana, in particolare chiedono che: 1. Gli enti di ricerca (ARSIA, Università) attivino una campagna di ricerca straordinaria finalizzata a definire con certezza sia i livelli di pericolosità per l’entomofauna pronuba, sia i pericoli più generali per l’ambiente e per la salute dei consumatori. 2. Si effettuino anche in Toscana prove di campo, soprattutto sulle colture di girasole, per verificare le rese pere ettaro delle sementi conciate, confrontate con quelle normali. 3. La Regione si attivi con una forte pressione nei confronti delle grandi industrie sementiere affinché sia ripristinata la possibilità per le aziende agricole di acquistare sementi non trattate con principi attivi neurotossici, tali sementi sono oggi di fatto scomparse dal mercato grazie ad una evidente accordo oligopolistico, da parte delle industrie sementiere stesse, teso a condizionare la libertà di scelta e quindi di impresa da parte delle aziende agricole. 4. La Regione convochi una conferenza sulla tematica coinvolgendo il mondo della ricerca, quello agricolo, i grandi produttori sementieri nazionali, le organizzazioni dei consumatori. Diventare apicoltore Inizierà a fine febbraio la XXIV° EDIZIONE del corso di Apicoltura organizzato a FIRENZE dall’ ARPAT Il corso si rivolge sia a PRINCIPIANTI che ad APICOLTORI GIA’ AVVIATI che vogliano rendere più sistematica la loro conoscenza degli aspetti dell’attività apistica o che vogliano porre domande e confrontarsi con esperti del settore. Dopo una serie di lezioni teoriche svolte da tecnici apistici, apicoltori professionisti e esperti del settore, si terranno, con l’inizio della primavera, alcune lezioni pratiche. Le lezioni teoriche si svolgeranno il martedì e giovedì pomeriggio dalle 17.30 alle 19.30, quelle pratiche il sabato mattina. Sono disponibili ancora pochi posti - P er informaPer zioni, telefonare ai numeri 0556530212 0556533039 (possibilmente il martedì pomeriggio) o scrivere a: [email protected]