arpat - Unaapi

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arpat - Unaapi
A.R.P.A.T.
reg. 797/04 mis. A3
programma 2007-2008
Associazione R
egionale P
oscani
Regionale
Prroduttori Apistici T
Toscani
V ia della Resurrezione, 2r - FIRENZE Tel. 0556533039 [email protected]
Gennaio 2008
2008 anno bisesto...
Andrea T
erren i
Terren
Le credenze, una volta comuni in agricoltura, volevano
gli anni bisestili portatori di annate infauste. Personalmente
non credo a superstizioni, miti o credenze: né a quelli
popolari né a quelli ufficiali delle religioni più o meno di
stato.
Del resto l’apicoltura oramai da anni deve misurarsi con
difficoltà crescenti. E’ lecito prevedere che queste da sole
non possano diminuire, perché, in buona parte, dipendono
da scelte sbagliate e poco rispettose degli equilibri naturali
fatte dall’uomo.
Queste scelte non accennano a cambiare in modo
sostanziale e allora continueranno le piaghe,
indipendentemente dalla cadenza degli anni bisestili.
Mi riferisco come ovvio ai cambiamenti climatici in atto,
alla crescita dell’inquinamento industriale e di quello
chimico dipendente dalle pratiche colturali dell’agricoltura
intensiva, alla perdita della variabilità nella copertura
vegetale del suolo a causa dell’estendersi delle
monocolture, da un lato, e dell’abbandono dei terreni,
dall’altro.
Tutto ciò continuerà a rendere difficile la vita delle api e
degli apicoltori assieme a alcune altre cause che sembrano
naturali, ma che, a ben vedere, di naturale hanno poco.
Il bacillo del Nosema Ceranae, per esempio, questa nuova
catastrofe per l’apicoltura italiana, è sicuramente un agente
naturale, ma se ne stava là in Asia e non faceva troppi danni
all’Ape Cerana. Le sempre più sconsiderate e esasperate
pratiche apistiche lo hanno fatto arrivare in Italia dove la
nostra meravigliosa ligustica dovrà imparare (in qualche
decennio o secolo, chi sa?) a difendersi naturalmente da
questo nuovo batterio.
Lo stesso accadde circa vent’anni fa con la Varroa e, non
volendo certamente essere menagramo, lo stesso penso
accadrà con il bacherozzo malefico: l’Aethina Tumida.
Io continuo ad essere ottimista, a pensare, cioè, che l’uomo
saprà fermarsi.
Penso che l’uomo saprà fermare questa dissipazione delle
risorse e degli equilibri naturali fatta con il solo obiettivo
di produrre una sempre maggiore quantità di merci che poi
vagheranno impazzite attraverso mari e cieli alla ricerca del
massimo profitto a favore di poche persone, mentre cresce
la povertà e la disuguaglianza fra la gran parte dei popoli
del mondo.
Penso, invece, che l’uomo saprà mantenere la
globalizzazione positiva quella fatta degli scambi e
dell’incontro fra le genti, le idee e le culture diverse.
Credo in questo e non nelle superstizioni, convinto che
l’uomo saprà fermarsi prima di aver ridotto la terra ad un
deserto maleodorante e, per questo, faccio a tutti voi i
migliori auguri di un buon 2008.
Tesseramento 2008
XXII° concorso dei mieli toscani
I soci A.R.P
.A.T
A.R.P.A.T
.A.T.. troveranno allegato il bollettino postale che permette di pagare la quota associativa e l’abbonamento scontato alla rivista LAPIS (ricordarsi di indicare chiaramente la casuale del versamento).
La quota associativa è di 10 euro, mentre l’abbonamento alla rivista è di 18,00 euro.
Per l’assicurazione annuale degli alveari contattateci direttamente - anche quest’anno utilizziamo la copertura assicurativa offerta dalla rivista LAPIS, il costo per l’assicurazione è di 18 euro sino a 100 arnie, aumenta per
gli allevamenti maggiori. Dovete comunque contattarci
per sottoscrivere lo specifico il formulario da inviare all’
assicurazione.
Importante:
Ricordiamo che lo sconto per l’abbonamento alla rivista LAPIS (il costo pieno è di 28,00 euro) è riservato
ai soli soci A.R.P
.A.T
A.R.P.A.T
.A.T.. , e che l’assicurazione annuale
vata ai soci A.R.P
.A.T
degli alveari è riser
riservata
A.R.P.A.T
.A.T.. che hanno anche sottoscritto l’abbonamento.
Coloro che intendono associarsi per la prima volta
all’A.R.P.A.T., sono pregati di richiederci il modulo di
adesione e il bollettino postale.
i primi classificati
Categoria Millefiori
1° Giorgio Moncini
2° Sandro Poccianti
3° Mario Rosselli del Turco
Categoria Acacia
1° Tiziano Maglia
2° Marco Mondaini
3° Giuseppe Bennati
Categoria Castagno
1°
Virgilio Giagnoni
2° - Ex Equo - Cesare Valoriani
2° - Ex Equo - Paolo Betti
3° Giuseppe Bandini
Categoria Melata
1° Aldemaro Corsini
2° Apicoltura Consegni Luciano
3° Apicoltura Consegni Luciano
1°
2°
3°
4°
Categoria Monoflora vari
Galardi Mauro
- Tiglio
Bandini Giuseppe - Tiglio
Marchetti Mario
- Ciliegio
Corsini Aldemaro - Girasole
Alla ricerca di nuove strategie di lotta alla varroa:
prove di campo condotte nel 2007 Duccio Pradella
Negli ultimi anni le perdite registrate nell’apiario toscano nel
periodo autunno/inverno hanno raggiunto un livello allarmante.
Indagini fatte sul territorio regionale hanno stimato perdite del
patrimonio apistico pari al 30-40%. Tra le possibili cause
sicuramente la forte presenza di varroa ha avuto un ruolo
determinante. Le strategie di lotta e i prodotti usati nelle ultime
stagioni sembrano essere sempre meno efficaci. L’A.R.P.A.T. in
sintonia con quanto proposto dalla Commissione Sanitaria
dell’Unaapi ha eseguito una serie di prove al fine di capire meglio
cosa sta succedendo e contribuire a dare delle indicazioni utili
alla messa a punto di nuove strategie di lotta alla varroa compatibili
con un’apicoltura produttiva.
Durante la stagione 2007 i trattamenti classici a base di timolo
(Api Life Var® e Apiguard®) sono stati confrontati con una
modalità di somministrazione del timolo usata ormai da anni da
alcuni apicoltori toscani (timolo + olio di girasole). E’ stata
inoltre verificata la possibilità di utilizzo e l’efficacia dell’acido
ossalico sublimato in stagione attiva e sono state eseguite, grazie
soprattutto alla collaborazione di vari apicoltori, alcune prove
di blocco di covata seguite da trattamento con acido ossalico.
Prova con acido ossalico sublimato in stagione attiva
Dieci colonie sono state trattate a partire dal 10 di giugno per tre
volte a distanza di otto giorni. Sono stati somministrati ad ogni
trattamento 2,5 grammi di acido ossalico per alveare utilizzando
come sublimatore il varrox.
Il trattamento è stato eseguito in assenza di melario. Per evitare
un intasamento del nido ad ogni alveare, prima della prova,
sono stati sostituiti due telaini, uno di scorte e uno di covata,
con due fogli cerei.
Al momento del trattamento le colonie si presentavano omogenee
per numero di api, di covata e di scorte. Il primo trattamento è
stato eseguito da davanti, il secondo e il terzo da dietro
posizionando il varrox sotto la rete antivarroa.
La presenza di api all’esterno dell’alveare ha, infatti, reso
impossibile eseguire tutti i trattamenti dal davanti, per il medesimo
motivo durante i trattamenti non è stato possibile chiudere la
porticina di volo. I trattamenti sono stati eseguiti nelle primissime
ore del mattino.
Al termine delle tre prove è stato effettuato un blocco di covata,
ingabbiando le regine per 25 giorni, e poi è stato eseguito un
trattamento di controllo con acido ossalico sgocciolato alla
concentrazione del 4,2 %. La conta delle varroe cadute è stata
fatta con cadenza settimanale.
Materiali e metodi
Confronto fra trattamenti a base di timolo
Le prove sono state eseguite su 24 colonie, allevate in alveari
Dadant-Blatt (9 telaini + diaframma nutritore), valutate omogenee
per presenza di api (9 telaini), covata (3-4 telaini) e scorte. La
prova è stata condotta in un apiario collocato nel comune di
Pelago, località collinare (350m s.l.m.) a circa 30 Km da Firenze,
è iniziata il 15 luglio e si è conclusa a fine settembre.
Gli alveari sono stati divisi in tre gruppi e trattati con i seguenti
prodotti:
-Api Life Var ®: 4 tavolette inserite a distanza di sette giorni l’una
dall’altra. Ciascuna tavoletta, divisa in quattro parti, è stata
collocata sopra i telaini da nido. Il coprifavo è stato rovesciato
in modo da creare una piccola camera d’aria.
-Apiguard ®: 2 vaschette poste a distanza di 14 giorni l’una
dall’altra. Le vaschette completamente aperte, sono state poste al
centro dell’alveare tra i telaini del nido e il coprifavo posizionato
rovesciato.
-Timolo sciolto in olio di girasole: una miscela di 10 g di timolo
in polvere e 20 ml di olio di girasole è stata posta in capsule di
diametro Ø 82 mm. In ciascun alveare sono state poste due
capsule lasciate all’interno dell’alveare per 4 settimane. Il
protocollo iniziale prevedeva il posizionamento di tre capsule
per alveare, ma, dopo aver costatato un eccessivo disturbo alle
api (fuoriuscita di queste dall’alveare), il protocollo è stato
modificato diminuendo il dosaggio. L’efficacia dei vari trattamenti
è stata valutata eseguendo un trattamento di controllo con
Apistan®. Settimanalmente è stata verificata la caduta di varroa
sia durante il trattamento sia durante il trattamento di controllo.
Prove preliminari di blocco di covata
Tali prove sono state eseguite da vari apicoltori: Marco, Franca,
Alessandro, Savino e il sottoscritto hanno deciso di provare sui
loro alveari ad eseguire un blocco di covata.
A partire da fine luglio le regine sono state ingabbiate ed eseguito,
a sfarfallamento completo della covata, un trattamento con acido
ossalico sgocciolato.
L’ingabbiamento delle regine è stato effettuato sia utilizzando dei
telaini Campero modificati da Baragatti – Mondani -Rinaldi
(visibile presso la cooperativa Apitoscana) posizionato al centro
dell’alveare sia grazie all’utilizzo di gabbiette Var-Control prodotte
dalla ditta Api-Mo.Bru.
Al fine di capire l’efficacia del metodo nel mese di novembre su
parte degli alveari è stato eseguito un trattamento con acido
ossalico sublimato e rilevata la caduta di acari.
Risultati e considerazioni
Confronto tra trattamenti a base di timolo
Nella tabella in basso vengono riportate le efficacie relative ai tre
trattamenti calcolate seguendo la formula:
Efficacia %=
Api Lif
eV
ar®
Life
Var®
Ef
Effficacia media (%)
Numero di varroe cadute durante il trattamento
Apiguard®
Timolo/Olio
81,5
63,1
79,4
Min (%)
76,2
47,9
73,1
Max (%)
88,8
86,5
83,1
2
x100
Numero totale di varroe cadute (trattamento + controllo)
segue ©
Nasce il
“Gruppo Giovani”
segue: P
Prrove di campo
L’efficacia è risultata simile per i trattamenti eseguiti con Api Life Var ® e
Timolo sciolto in olio di girasole mentre sensibilmente minore e altamente
variabile per l’Apiguard®.
Durante i trattamenti tutti gli alveari hanno dimostrato una certo
nervosismo (api fuori delI’alveare, propensione al saccheggio ecc…). Il
livello d’infestazione è risultato molto variabile ma in genere elevato.
Appare evidente che di fronte a tali livelli d’infestazioni l’efficacia dei
trattamenti non è, per nessun prodotto, sufficiente a garantire un buon
effetto tampone . Come indicato in figura in ben 15 alveari su 24
oggetto della prova il numero di varroe rimasto all’interno dell’alveare
dopo il trattamento (varroe cadute durante il trattamento di controllo)
supera il valore di 500, valore che, considerato il tasso riproduttivo della
varroa può portare nel giro di poche settimane nuovamente a un numero
di varroe difficilmente tollerabile dalle colonie. Alla luce dei costi ridotti,
alla buona praticità e all’efficacia paragonabile a quella dell’Api Life Var®
il timolo sciolto in olio di girasole può essere un’alternativa ai vari prodotti
disponibili in commercio, anche se di più difficile preparazione e utilizzo.
Prova con acido ossalico sublimato in stagione attiva
L’efficacia è risultata essere estremamente variabile, bassa e non sufficiente
a tamponare l’infestazione (efficacia media 60,2 %; max 71,01%- min
46,7%). Durante il periodo dei trattamenti si è notata una graduale
diminuzione della superficie di covata, passando dai 7-8 telaini di metà
giugno ai 3-4 di inizio luglio. Tale diminuzione si è verificata anche in
alveari non oggetto della prova e riteniamo sia dovuta alla scarsa
disponibilità di nettare e polline conseguenza della siccità avuta nel periodo
primaverile.
La diminuzione di covata potrebbe spiegare la maggior efficacia avuta
durante il terzo trattamento con acido ossalico sublimato. Durante i
trattamenti, le api hanno mostrato notevole agitazione. Come già detto,
dopo il primo trattamento è stato necessario operare dalla parte posteriore
dell’alveare modificando il cassettino antivarroa. La presenza anche nelle
prime ore del mattino di api all’esterno dell’alveare non ha consentito la
chiusura della porticina di volo. In quattro alveari su dieci nei mesi successivi
ai trattamenti si è avuta la sostituzione della regina. A settembre in ogni
modo tutti gli alveari oggetto della prova si presentavano in buone
condizioni.
Prove di blocco di covata
In 3 delle 15 colonie in cui si è utilizzato la gabbietta Api.Mo.Bru. è
avvenuta la morte della regine durante il periodo di ingabbiamento. La
conta delle varroe effettuata dopo il trattamento con acido ossalico,
eseguita a campione su alcuni degli alveari, ha rilevato cadute di acari
comprese tra 500 e 3000. La ripresa di deposizione dopo la liberazione
della regina è stata rapida, già dopo alcuni giorni la covata si trovava
covata su 3-4 telaini. Ad inizio autunno le colonie oggetto della prova si
presentavano, in genere in buono stato (Api su più di sei telaini). La
caduta di varroa registrata nel mese di novembre a distanza di 3-5 giorni
da un trattamento eseguito con acido ossalico sublimato è stata in tutte le
colonie estremamente bassa. L’ingabbiamento delle regine richiede
sicuramente tempo ma i risultati delle prove sembrano essere incoraggianti.
In annate in cui non si registra un blocco di deposizione naturale nemmeno
durante il periodo invernale risulta estremamente difficile abbassare in
modo soddisfacente il livello d’infestazione. Per questo riteniamo che in
futuro si dovrà lavorare per mettere appunto strategie di lotta alla varroa
che prevedano l’interruzione artificiale della deposizione, seguita da un
trattamento acaricida; ad oggi questo sembra essere l’unico metodo
applicabile per ripulire gli alveari e diminuire le perdite.
Nel 2008 sper
o crescerà ancora l’impegno dei tecnici A.R.P
.A.T
spero
A.R.P.A.T
.A.T..
per eseguire prove di campo dovrà parallelamente crescere
la collaborazione, lo scambio di opinioni e di esperienze tra
noi apicoltori e soprattutto spero che come associazione
cercheremo sempre di più un aiuto da parte del mondo della
ricerca.
3
Il gruppo di lavoro denominato appunto “Gruppo
Giovani” nasce dall’iniziativa di alcuni associati
A.R.P.A.T., circa una quindicina, stimolati dal fatto che,
ciascuno a diversi livelli, sta investendo molto
nell’apicoltura cercando di farne una professione, in
un settore dalle difficoltà sempre più evidenti e dai
margini sempre più ristretti.
Fin dai primi incontri si sono evidenziate le
problematiche sulle quali lavorare, tutti hanno
manifestato grande attenzione su quelli che poi si sono
rivelati gli “stessi bisogni”, riassumibili in pochi punti:
- Ottimizzare l’assistenza tecnica
- Acquistare bene e vendere meglio
- Comunicare costantemente e condividere le esperienze
Al fine di ottimizzare le risorse, abbiamo costituito dei
sottogruppi ognuno dei quali è incaricato di
approfondire un diverso aspetto delle problematiche
emerse, riferendo poi sui risultati in occasione degli
incontri mensili. Si lavora alla sperimentazione di
tecniche vecchie e nuove di lotta alla Varroa quali ad
esempio l’ingabbiamento della regina confrontando
gabbiette di diversi produttori, la tecnica della
“sciamatura forzata “, si mettono a confronto differenti
sublimatori per l’acido ossalico (Varrox, Bio-Letal
varroa, sublimatori a gas ). Abbiamo intenzione di
lavorare con regine provenienti da diversi allevatori
così da poterne valutare, per quanto possibile, la
qualità.
Per quanto riguarda la necessità di cercare di ottimizzare
i magri margini di guadagno che può offrire
l’apicoltura, facendo forza sul fatto che insieme
rappresentiamo un discreto numero di alveari, stiamo
contattando i fornitori di materiale apistico e i possibili
clienti per cercare di spuntare i migliori prezzi di
acquisto dei materiali e di vendita dei prodotti,
offrendo da parte nostra la possibilità per i fornitori di
contare su numeri importanti di materiali da venderci
e per i clienti su un’offerta costante e garantita dei nostri
prodotti. Alcuni di noi inoltre collaborano già a progetti
importanti, come ad esempio Angela Rovida è il nostro
referente per il “Progetto Ligustica” e Serena Rocchi
per il Panel del miele di Siena.
Tutto questo si unisce a quello che era il terzo punto
che individuava le nostre esigenze: comunicare e
condividere esperienze.
Proprio per questo oltre a stabilire di incontrarsi ogni
secondo martedì del mese, per fare il punto sulle
esperienze fatte, abbiamo in progetto anche la
realizzazione di un sito internet con il quale gettare le
basi per allargare il più possibile le opportunità di
confronto, agevolando al tempo stesso anche chi per
problemi di distanza o di tempo voglia avvicinarsi alle
esperienze del gruppo.
Penso che lo scopo di questa nostra iniziativa sia
principalmente quello di dare un segnale di entusiasmo
e di speranza in un settore che sembra essere sempre
più afflitto dai tanti problemi che lo avvolgono,
vogliamo dire che ci sono persone che, forse stimolate
dall’incosciente entusiasmo giovanile, credono in questo
settore ed intendono investirci molto se non tutto.
Speriamo di essere contagiosi e di asciugare, almeno in
parte, questa valle di lacrime.
Paolo Betti
Insetticidi neur
otossici e apicoltura
neurotossici
Nell’iniziativa promossa dalla nostra Associazione che si è
tenuta Sabato 15 dicembre scorso in Palazzo Vecchio, è stato
presentato, come previsto, il filmato realizzato dai nostri
tecnici che evidenzia il comportamento fortemente
anomalo delle api e degli altri insetti pronubi intossicati,
dopo che gli stessi si erano posati su girasoli appartenenti
ad alcune colture sperimentali tese a verificare le rese per
ettaro e quelle oleiche di diverse cultivar di girasole presenti
in commercio.
Il comportamento degli insetti dimostra tutti i sintomi tipici
delle intossicazioni provocate dalle nuove molecole
insetticide
neurotossiche:
tremore,
paralisi,
disorientamento, incapacità di volo. Questo è
particolarmente allarmante perché lascia sospettare
l’utilizzo di queste molecole, benché non appositamente
approvate per il girasole, nella concia delle principali
marche di sementi in commercio.
Tale utilizzo è ovviamente ad oggi solo un sospetto, ma il
fenomeno documentato richiede comunque un’accurata
indagine per verificarne le cause e per evitare, se del caso,
che la prevista diffusione delle colture oleiche finalizzate
alla produzione di energia in Toscana, provochi pesanti
squilibri ambientali, danni all’apicoltura e una riduzione
della fertilità del territorio, dovuta alla riduzione degli
insetti impollinatori.
La modalità di utilizzo degli insetticidi neurotossici,
comunque autorizzati nel nostro paese per altre coltivazioni
(mais, oleaginose, orticole, fruttiferi) anche in forma
ciclotropica, dovrebbe essere rivalutata alla luce del
principio di assoluta precauzione contenuto nella
determinazione, recentemente approvata dal Parlamento
Europeo, che detta gli orientamenti per la riscrittura sulle
norme che regolamenteranno le autorizzazioni e l’uso degli
agrofarmaci in Europa.
Il pericolo appare ancora più acuto per una evidente intesa
di cartello creatasi fra le principali industrie sementiere.
Tale intesa fa si che oggi non si trovino in commercio
sementi non conciate, il che impedisce agli agricoltori scelte
imprenditoriali diverse o, comunque, comportamenti
ecologicamente virtuosi, nonostante la non economicità
dell’uso di sementi conciate provata da numerose ricerche
almeno sulle colture di mais.
Queste le argomentazioni e le richieste avanzate da Andrea
Terreni per A.R.P.A.T., dal Presidente di Toscana Miele,
Mauro Zarri, e da quello dell’Associazione Apicoltori
Province Toscane, Daniele Andreani.
Particolarmente importanti, nella tavola rotonda che è
seguita al filmato, gli interventi di Giordano Pascucci,
Presidente CIA Toscana, e di Grazia Mammuccini,
Amministratore ARSIA.
Giordano Pascucci, pur sottolineando le attese riposte
dall’agricoltura toscana nell’espansione delle coltivazioni
a fini energetici, ha assicurato l’impegno della
Confederazione Italiana Agricoltori Toscana a far si che
questa espansione avvenga nel più assoluto rispetto degli
equilibri ambientali e della sicurezza della salute dei
cittadini. Le semine di oleaginose avranno probabilmente
la loro impennata nella stagione agraria 2008/2009,
4
l’impegno è che si arrivi a quell’appuntamento con tutte
le garanzie per le sementi che saranno utilizzate.
L’Amministratore di ARSIA, riconoscendo la serietà
dell’allarme sollevato dagli apicoltori, ha espresso la
disponibilità a aprire un percorso di confronto che veda
l’Agenzia coinvolgere il mondo della ricerca, le
organizzazioni agricole e apistiche, le industrie sementiere
per verificare l’origine del fenomeno testimoniato dal
filmato e individuare le azioni correttive possibili per
eliminarlo.
Di seguito riportiamo le richieste degli apicoltori sottoscritte
dalle tre associazioni apistiche a conclusione della
iniziativa.
Le richieste degli apicoltori toscani
Alla luce di quanto emerso nella tavola rotonda gli
apicoltori toscani chiedono che si applichi una moratoria
nell’utilizzo delle sementi conciate con insetticidi sistemici
neurotossici in Toscana, in particolare chiedono che:
1. Gli enti di ricerca (ARSIA, Università) attivino una
campagna di ricerca straordinaria finalizzata a definire con
certezza sia i livelli di pericolosità per l’entomofauna
pronuba, sia i pericoli più generali per l’ambiente e per la
salute dei consumatori.
2. Si effettuino anche in Toscana prove di campo,
soprattutto sulle colture di girasole, per verificare le rese
pere ettaro delle sementi conciate, confrontate con quelle
normali.
3. La Regione si attivi con una forte pressione nei confronti
delle grandi industrie sementiere affinché sia ripristinata la
possibilità per le aziende agricole di acquistare sementi non
trattate con principi attivi neurotossici, tali sementi sono
oggi di fatto scomparse dal mercato grazie ad una evidente
accordo oligopolistico, da parte delle industrie sementiere
stesse, teso a condizionare la libertà di scelta e quindi di
impresa da parte delle aziende agricole.
4. La Regione convochi una conferenza sulla tematica
coinvolgendo il mondo della ricerca, quello agricolo, i
grandi produttori sementieri nazionali, le organizzazioni
dei consumatori.
Diventare apicoltore
Inizierà a fine febbraio la XXIV° EDIZIONE del corso di
Apicoltura organizzato a FIRENZE dall’ ARPAT
Il corso si rivolge sia a PRINCIPIANTI che ad APICOLTORI
GIA’ AVVIATI che vogliano rendere più sistematica la loro
conoscenza degli aspetti dell’attività apistica o che vogliano
porre domande e confrontarsi con esperti del settore.
Dopo una serie di lezioni teoriche svolte da tecnici apistici, apicoltori professionisti e esperti del settore, si terranno, con l’inizio della primavera, alcune lezioni pratiche.
Le lezioni teoriche si svolgeranno il martedì e giovedì pomeriggio dalle 17.30 alle 19.30, quelle pratiche il sabato mattina.
Sono disponibili ancora pochi posti - P
er informaPer
zioni, telefonare ai numeri 0556530212 0556533039 (possibilmente il martedì pomeriggio)
o scrivere a: [email protected]