Tecnica di pesca

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Tecnica di pesca
Gambara (Cremona)
Roberto Veronese
FIUME GAMBARA
Volongo (Cremona)
Caratteristiche
Il fiume Gambara termina la sua corsa sfociando nelle acque del fiume Olio, a Volongo.
Porta acque che hanno gia percorso parecchi chilometri ed è purtroppo soggetto a parecchi
inquinamenti.
La larghezza del fiume è di 25 metri circa. Prima delle paratie, il fiume si allarga
superando i 40 metri. La profondità si aggira intorno al metro e mezzo. Il fondo e le sponde
sono in terra, con flora acquatica e sommersa. La presenza di molti fior di loto ne condiziona
l’impiego come campo di gara. Viene utilizzato quasi esclusivamente nei mesi invernali;
infatti, a partire dal mese di maggio i fior di loto ostruiscono più della metà del fiume.
Le sponde erbose consentono una buona agibilità, anche con l’auto al seguito, su tutto il
campo gara. Con l’automezzo si accede al campo di gara tramite una strada che rasenta la
chiesa di Volongo e porta direttamente al ponte sul fiume, dove si trovano le paratoie.
La fauna ittica principale, in ordine di prevalenza, è costituita da: alborella, cavedano,
scardola, triotto, carassio, barbo comune, anguilla, carpa, persico reale, persico sole……
Caratteristiche agonistiche
La fisionomia tecnica generale è caratterizzata dalla pesca alla passata. Nel periodo
invernale si riscontrano molte catture di savette, barbi e cavedani. A partire dal mese di marzo
la presenza del carassio e della scardola obbliga i pescatori agonisti a dedicasi alla pesca di
questi ciprinidi.
Molte sono le tecniche di pesca che si possono esplicare in questo fiume. Le tecniche
variano in funzione del periodo dell’anno in cui si svolgono le manifestazioni. Il periodo
migliore per effettuare gare su questo fiume è quello invernale e si protrae fino all’inizio della
primavera. In seguito i fior di loto ne condizionano l’impiego come campo di gara. Nella
pesca per diletto alcune postazioni, dove consente la vegetazione, si possono realizzare
numerose e continue catture che garantiscono anche buoni allenamenti per gli agonisti.
Campo gara
In passato, su questo campo si poteva gareggiare con più di 200 concorrenti. In
seguito, una prima delibera consentiva di gareggiare solo a valle del ponte della strada
provinciale con una capienza di 80 pescatori. Una seconda ed ultima disposizione ha ridotto a
soli 50 i posti disponibili.
Attualmente il campo di gara viene picchettato in sponda sinistra, partendo dalla sbarra
posta a 700 metri a monte delle paratoie e termina 100 metri delle stesse. Inoltre, vi è una
interruzione dovuta alla presenza di una linea aerea elettrica cui bisogna prestare molta
attenzione, sopra tutto quando si picchetta il campo.
Le sponde erbose che costeggiano il fiume danno una parvenza di uniformità, di fatto
sono le alghe sommerse a differenziare un posto dall’altro.
Tecnica di pesca
Quasi tutte le canne sono impiegabili. La cannina corta è richiesta per la pesca delle
alborelle e scardolette, nel sotto riva e tra gli spazi liberi dalla vegetazione. Le canne
telescopiche, lunghe 10/11 metri, servono per effettuare passate oltre il corridoio limite della
roubaisienne, nella speranza di non trovare ostacoli sul fondale (anche nel periodo invernale
si possono trovare molti steli di fior di loto sul fondo). Le lenze per la passata, salvo
particolari condizioni di velocità dell’acqua, hanno montature limitate nelle tarature,
nell’ordine di un grammo e mezzo. I galleggianti sono a forma di pera rovesciata con astina.
La pesca con la roubaisienne è la tecnica più redditizia. Prima di iniziare è consigliabile
effettuare passate di prova per verificare la presenza di eventuali ostacoli sul fondo. Le lenze
hanno tarature che possono variare da 0,5 a 3 grammi, con piombature raggruppate e
terminali corti. Gli ami oscillano dal numero 16 al 20.
Nella parte alta del campo di gara (numeri bassi) l’acqua, profonda poco più di un
metro, rende difficoltosa la pesca. Nei mesi freddi risulta chiara e trasparente per cui i pinnuti
vanno insidiati con lenze molto leggere, nell’ordine di 0,30 grammi di portata massima,
zavorrate solo con pallini ben distribuiti. I terminali devono essere lunghi e molto sottili; gli
spessori non devono superare 0,08 mm di diametro. Anche gli ami devono essere molto
piccoli, dal n. 20 al n. 24. Su questo tatto si effettuano catture di cavedani, barbi e savette di
buone dimensioni.
Nella zona sopra le paratoie, molte volte si è costretti a pescare in corridoi corti per cui
c’è la necessità di adeguare l’azione in poco spazio. In questi casi è meglio usare dei
galleggianti a forma di disco (spinaker) i quali consentono di mantenere la lenza ferma, negli
spazi liberi e con l’esca radente il fondo.
Con i fior di loto che affiorano in superficie ed ostruiscono buona parte del fiume risulta
difficoltoso pescare con la roubaisienne. La maggiore difficoltà concerne il recupero del pesce
allamato; talvolta, anche i guadini dal manico lunghissimo non sono sufficienti ad
oltrepassare le alghe che affiorano in superficie. In questi casi è meglio impiegare la canna
fissa per salpare i pesci senza l’aiuto del guadino.
La tecnica alternativa è la pesca con la bolognese lunga 6/7 metri per la pesca presso la
riva opposta. Le grammature che variano dai 5 ai 10 grammi. Le lenze sono costruite da una
torpilla con al massimo tre o quattro pallini, il tutto raggruppato.
Esche & pasture
In gara l’esca, universalmente efficace, è sempre la larva di mosca carnaria che rende
effettivamente sul fiume Gambara.
Il cagnotto, specialmente se colorato, conserva sempre la sua immediata attrattiva.
Tuttavia, a volte, il pescatore percepisce subito che le abboccate, almeno all’inizio della
pesca, non sono cosi immediate e voraci come si aspetterebbe. In seguito, la pastura produce i
suoi effetti con concreti attacchi da parte del pesce.
Oltre alla larva di mosca, ottengono determinanti successi anche il verme d’acqua
oppure il piccolo lombrico di letame.
I chicchi teneri di granoturco, sia come esca sia come pastura, rappresentano una valida
alternativa alle larve di mosca.
La pastura a base di sfarinati deve avere una miscela dolce, a grana medio fine, in grado
di sciogliersi velocemente ed in grado di lasciare gli aromi in maniera persistente.
Bisogna evidenziare che i lanci di palle di pastura, nella zona di pesca, non sempre
risultano produttivi. Se vi sono ostacoli sul fondo, in cui si occulta oppure, peggio ancora,
richiama il pesce in una posizione impossibile da raggiungere con l’amo, l’effetto risulta
decisamente negativo. E’ molto meglio una pastura semi pesante, pressata quanto basta
affinché si sciolga dopo un certo tragitto nell’acqua.
Anche i lanci di poche larve sfuse possono far abboccare qualche carassio vagante, il
che accade, a volte, in quelle giornate in cui il pesce non abbocca sul fondo. In altre, invece,
la pastura di fondo richiama i carassi dopo una decina di minuti che si allamano uno dopo
l’altro con un ritmo soddisfacente.
Azione di pesca
Questo campo di gara non impone alcuna scelta. Sul fiume Gambara si deve pescare
solo a roubaisienne. L’estensione della canna, al massimo della lunghezza, non sempre è
necessaria, tuttavia deve essere adeguata alla distanza in cui si trovano i corridoi che
consentono la passata. Prima di pasturare è consigliabile effettuare alcune prove per verificare
quanto siano lunghi ed ampi gli spazi liberi da ostacoli ed adeguarsi di conseguenza.
Su questo fiume l’entrata in pesca da parte dei pesci avviene sempre con molto ritardo.
Se, per vari motivi, le prede non dovessero rispondere alle insidie con questa tecnica si può
pescare con la bolognese facendo delle passate il più vicino possibile alla riva opposta.
Da non sottovalutare la pesca nel sottoriva, con canne fisse corte, per pescare alborelle,
triotti e scardolette nei spazi liberi dalle alghe.-