Intervento introduttivo - Regione Veneto

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Intervento introduttivo - Regione Veneto
On. Mar ino Zor zato Vice Presidente della Regione del Veneto e Assessore al Territorio, alla Cultura, alla Statistica e agli Affari Generali Inter vento intr oduttivo al Convegno di pr esentazione del Rappor to statistico r egionale 2011 (Padova, 4 luglio 2011) Presentiamo oggi il Rapporto statistico 2011 “Il Veneto si racconta, il Veneto si confronta” , che ha per filo conduttore il tema della sostenibilità. Il rapporto è una importante chiave di lettura particolarmente utile per leggere i fenomeni sociali ed economici che interessano il Veneto nell’attuale frangente storico e l’occasione per fare il punto su quali siano le politiche di sviluppo che consentano di perseguire un effettivo benessere per le nostre comunità e per le generazioni future. L’espressione “sviluppo sostenibile” è entrata nell’ultimo ventennio con sempre maggior forza nel lessico sia scientifico che comune. Il dibattito culturale, scientifico e metodologico sui complessi significati della nuova terminologia è ancora in corso, ma alcuni concetti sono ormai ampiamente condivisi. Anzitutto, si tratta di un’espressione che richiama due concetti distinti: “sviluppo” e “sostenibilità”, e bisogna domandarsi se tali parole vadano d’accordo tra di loro. Alla parola “sviluppo” viene generalmente associato il tendere a un miglioramento delle condizioni e della qualità della vita della popolazione che vive e lavora in un territorio. E’ un concetto multidimensionale che mal si presta ad essere rappresentato solo da misure sintetiche e matematiche, come quella del PIL (prodotto interno lordo), che costituisce l’espressione principale dei processi di produzione economica realizzata nella comunità. È noto che da tempo l’utilizzo del PIL come strumento esclusivo per la misurazione del benessere collettivo di un Paese è oggetto di una serrata revisione da più parti: ad esempio, la Commissione Europea nella Comunicazione al Consiglio e al Parlamento Europeo “Non solo PIL. Misurare il progresso in un mondo in cambiamento” del 2009 e la Commission on the Measurement of Economic Performance and Social Progress, nominata dal Presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy e presieduta da Joseph Stiglitz. In tali documenti e gruppi di lavoro viene prefigurata un’evoluzione dei sistemi statistici e un’estensione della contabilità nazionale che tengano conto degli aspetti distributivi, della ricchezza, della qualità della vita e dell’ambiente (una sorta di “diritto a ricercare la felicità ”, per citare la Dichiarazione d’indipendenza americana del 1776). In questo senso, già il Programma Statistico Regionale adottato nel 2007 si è focalizzato in modo lungimirante sul tema della qualità della vita e ha prodotto una serie di studi statistici settoriali: in particolare, a settembre verrà presentata la monografia dedicata alla qualità dell’istruzione e del sistema educativo. Quindi, a fronte dell’approccio necessariamente “grezzo” e unilaterale del PIL, assumono sempre maggiore rilievo i fenomeni che esprimono in forma diretta la qualità della vita delle persone, attraverso componenti che caratterizzano il livello di soddisfacimento dei bisogni fondamentali dell’uomo, di natura fisica, culturale e spirituale.
1 Peraltro è innegabile che, con la grande crisi economica globale iniziata nel 2008, i concetti di produzione e di valore aggiunto siano ritornati prepotentemente all’attenzione degli economisti e dei politici, ma questa volta con una consapevolezza diversa e più profonda. In altri termini, si è finalmente realizzato che “produzione economica e sociale” e “qualità della vita” sono due elementi strettamente connesse tra di loro, e in particolare che il primo concetto è strumentale al secondo: in altri termini, un alto livello di produttività è condizione necessaria, ma spesso non sufficiente per un miglioramento della qualità della vita delle persone. Non è un caso che l’edizione 2008 del Rapporto statistico regionale sia stata dedicata proprio al tema della qualità, nel 2009 la mobilità, mentre quella del 2010 al concetto del costruire reti tra i protagonisti del corpo sociale per affrontare le sfide del futuro: è evidente che il leit­motiv della sostenibilità scelto per quest’anno costituisce la naturale evoluzione di un approfondimento intrapreso dagli uffici regionali, se mi è consentito dirlo, con una certa preveggenza. La sostenibilità implica un confronto tra due diversi valori, entrambi positivi e desiderabili in astratto, ma in qualche misura concorrenti e contrastanti tra di loro: ad esempio, sviluppo economico e salvaguardia ambientale, massimizzazione del profitto (e quindi della ricchezza da ridistribuire tra i vari fattori produttivi) e tutela dei lavoratori, ecc… Essa pertanto comporta la costante e tendenziale ricerca di un equilibrio dinamico tra esigenze diverse e trova il suo fondamento in un approccio libero, critico e dialettico degli stakeholders ai problemi collettivi che interessano sia le comunità locali che l’intero pianeta: non è un caso se il concetto e le strategie della sostenibilità siano state sviluppate proprio in sede internazionale. La sostenibilità si pone quindi come criterio essenzialmente elastico e adattabile alle più disparate realtà politiche, sociali ed economiche: così, è possibile che il punto di equilibrio ottimale tra esigenze produttive e ambientali in uno Stato occidentale non sia adatto ad un Paese emergente. Per le stesse ragioni, la sostenibilità è un tema trasversale, su cui sono chiamati a confrontarsi tutti i livelli di governo territoriale, da quello sovrastatale a quello regionale e sub­regionale. Il concetto di sostenibilità ha numerose accezioni e comprende almeno quattro dimensioni: economica, sociale, ambientale e istituzionale. Per sostenibilità economica si intende la capacità del sistema di generare in modo duraturo reddito e lavoro. La sostenibilità sociale riguarda invece la capacità del sistema di garantire l’accesso a beni fondamentali (salute, sicurezza, educazione) e a condizioni di benessere (divertimento, serenità, socialità) in modo equo all’interno della comunità per le attuali e future generazioni. La sostenibilità ambientale può in sintesi essere definita come capacità del sistema di sviluppo di mantenere nel tempo qualità e riproducibilità delle risorse naturali, di preservare la diversità biologica e di garantire l’integrità degli ecosistemi (la prevenzione e la mitigazione dei cambiamenti climatici, dell’inquinamento, ecc…). La sostenibilità istituzionale riguarda infine la capacità del sistema politico di assicurare stabilità, democrazia, partecipazione, informazione, formazione e giustizia, in modo efficiente e con costi ragionevoli per la collettività. Nella mia attività di Assessore regionale trovo quotidianamente conferma dello stretto intreccio tra tutela del paesaggio e ambiente, turismo e cultura: una sorta di “circolo virtuoso” che costituisce un nostro grande patrimonio e che l’Amministrazione regionale si impegna a valorizzare con forza. A questo proposito, vorrei citare ad esempi la candidatura di Venezia e del Nord Est come Capitale europea della Cultura 2019 e, da ultimo, l’attività di predisposizione del Piano
2 paesaggistico regionale, come elemento strategico per ripensare e dare nuovo significato al disegno territoriale e pianificatorio del Veneto. Desidero inoltre ricordare che l’anno prossimo usciranno i dati definitivi del 6° Censimento generale dell’Agricoltura, che per i prossimi dieci anni costituiranno la principale base informativa per la conoscenza e la programmazione del settore primario. La Regione Veneto inoltre, perseguendo l’impegno di avvicinare le istituzioni ai cittadini, intende presentare il Rapporto statistico regionale presso le sette Province del Veneto, grazie anche alla collaborazione con le Amministrazioni provinciali, accompagnandolo con specifici approfondimenti dedicati ai singoli territori. Senza dimenticare che, in via sperimentale, da quest’anno i dati statistici relativi all’occupazione e al turismo nella nostra regione sono disponibili in tempo reale anche sui dispositivi di telefonia mobile, come cellulari e tablet. Auguro a tutti i convenuti una proficua giornata di lavoro, nella convinzione che la fotografia del Veneto contenuta nel Rapporto statistico contenga numerosi spunti per la riflessione e il lavoro di tutti.
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