Newsletter 04 - L`avete fatto a me
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Newsletter 04 - L`avete fatto a me
L'avete fatto a me Cooperazione e Sviluppo per la salute nei P.V.S. Medici, infermieri, psicologi, educatori e amministrativi Volontari per la Formazione del personale locale a Sud del Mondo. Anno 8, n. 4 Newsletter luglio-agosto 2011 Cari soci e amici, anche quest’anno il tempo delle vacanze è stato e sarà per molti dei nostri volontari il tempo dei viaggi di missione a Sud del mondo per la formazione del personale locale. Sono da poco rientrati Luisa ed Eli dalla Guinea Conakry dove hanno svolto l’intervento formativo rivolto ai medici dell’ospedale Saint Abraham di N’zerekore gestito da Caritas Italiana. Anche Luana e Marco sono rientrati da qualche giorno da Kisangani, Congo R.D. Per un anno hanno collaborato al progetto per i bambini di strada presso le Maison St Laurent e Bakhita gestite dal padre Dehoniano Giovanni Pross. Per quest’ultimo progetto partiranno in agosto tre nostri volontari, Alessia, Francesca e Nicolas che affiancheranno nel loro lavoro gli educatori che si occupano di questi ragazzi. Sempre in agosto è previsto il viaggio di missione in Madagascar. Cristina, Chiara, Rossana e Teodoro raggiungeranno Ambositra per rispondere ad un bisogno formativo in ambito psichiatrico per i medici locali in collaborazione con la ONG Mondo Giusto e Reggio Terzo Mondo. Franca e Raffaella partiranno per S. Luìs, in Perù, a novembre per proseguire con l’intervento formativo rivolto agli educatori che lavorano con i minori con disabilità nelle comunità alloggio gestite dall’Operazione Mato Grosso. Katia è stata a marzo in Guinea Bissau presso l’ospedale pediatrico S. Josè em Bor gestito dalla Onlus Progetto Anna. Leggerete nella news la sua ricca esperienza. A tutti loro, ma anche a tutti i soci che, pur non partendo hanno sempre messo a disposizione le proprie competenze per la buona riuscita degli interventi, auguro buon viaggio e buona estate. Vi aspettiamo il 24 e 25 settembre a Barzio Marco Goglio Associazione L’avete fatto a me Medici e Operatori socio-sanitari per la Formazione a Sud del Mondo Via Copernico, 7 - 20125 Milano telefono-fax 0267070557; e-mail: [email protected] Seminario residenziale 24 e 25 settembre presso il COE di Barzio(LC) via Milano, 4 per i soci, le Ong e le persone interessate Volontari in...formazione: “LA CONCEZIONE DELLA MALATTIA NELLA CULTURA AFRICANA” SABATO 24 SETTEMBRE Ore 8,30-9,30 ritrovo e assegnazione stanze Ore 10 saluti del Presidente e presentazione del seminario Ore 10,30-12,30 “L’AFRICANO E LA MALATTIA” relatore Kossi Komla-Ebri medico, mediatore culturale e scrittore Ore 13,00 pranzo Ore 14,30- 15,30 ripresa dei lavori Kossi Komla-Ebri pausa Ore 16,30-18,00 PROIEZIONE FILM dal Festival del Cinema Africano RIFLESSIONI CONCLUSIVE Ore 18,30 S. Messa Ore 19,30 Cena dei Popoli Marco Goglio, don Antonio Barone DOMENICA 25 SETTEMBRE Ore 8 celebrazione Lodi Ore 8,30 colazione Ore 9,30-11,30 GRUPPI DI LAVORO SUI PROGETTI IN CORSO (aperti a tutti) Ore 11,30 -12,30 CONDIVISIONE LAVORI E AGGIORNAMENTO PROGETTI ---------------------------------------------------------------------------------------------------Costi: la partecipazione alla formazione è gratuita. La quota per vitto e alloggio (pranzo di sabato, cena, pernottamento e prima colazione) è di € 50 Iscrizioni e info: [email protected] tel 02 67070557 Associazione L’avete fatto a me Medici e Operatori socio-sanitari per la Formazione a Sud del Mondo Via Copernico, 7 - 20125 Milano telefono-fax 0267070557; e-mail: [email protected] Riflessioni sulle esperienze di missione… Riferendomi al tema “Identità IN formazione”, che caratterizza la nostra associazione, provo a comparare le due esperienze sul campo effettuate tramite l’Associazione “L’Avete fatto a Me” in Ghana nel 2005, e in Guinea Bissau nel Marzo 2011. Innanzitutto non posso non riflettere sulla mia crescita personale, professionale, culturale ed esperienziale di questi ultimi anni. Sicuramente la formazione universitaria (scienze dell’educazione e scienze antropologiche) e la partecipazione alle diverse offerte formative su tematiche socio-antropologiche e sanitarie proposte dalla nostra Associazione, hanno contribuito a migliorare il mio essere persona e volontaria. Prendendo spunto principalmente dall’ultima esperienza svolta recentemente in Guinea Bissau, propongo alcune riflessioni e considerazioni che possano essere anche occasione di scambio e di discussione con i soci formatori dell’Associazione. Perché parlare di “Identità IN formazione”? Innanzitutto, perché per formare occorre prima essere formati e siamo nello stesso tempo formatori e persone in formazione; formare significa anche ricevere formazione dall’altro. L’incontro con le diverse visioni del mondo richiede flessibilità professionale, un’identità aperta, multipla e meticcia. Non esiste una identità professionale come essenza originaria e monolitica, ma occorre essere consapevoli dei propri limiti e dei limiti della propria conoscenza, accettare la propria finitezza, la possibilità di fallire e di imparare dagli altri e dai propri errori. Inoltre, la conoscenza della cultura dell’altro può far emergere in noi una nuova consapevolezza della nostra e ci aiuta a uscire dalle cornici culturali di cui siamo parte allargando il nostro punto di vista che è sempre mediato dalla nostra appartenenza culturale. Cosa sto imparando in questi anni? Sto imparando ad avere attenzione alle pratiche etnoassistenziali dell’altro, che il dialogo e il confronto ci mettono in una condizione di parità e di uguaglianza, verso il riconoscimento di una pari complessità ed eterogeneità culturale. Comprendere la complessità della differenza aiuta a superare facili riduzionismi perchè siamo tutti portatori di differenze. Sto imparando che sia io che l’altro abbiamo pregiudizi e stereotipi, che sono l’orizzonte con cui interpretiamo la realtà; non possiamo eliminarli, ma possiamo comprenderli. Sto imparando che per instaurare una relazione comprensiva con l’altro non è sempre necessario possedere un’approfondita conoscenza della sua cultura: l’altro stesso Associazione L’avete fatto a me Medici e Operatori socio-sanitari per la Formazione a Sud del Mondo Via Copernico, 7 - 20125 Milano telefono-fax 0267070557; e-mail: [email protected] rappresenta la nostra fonte di informazione riguardo alle sue abitudini, idee, cultura … Comprendiamo e quindi sappiamo, sappiamo e quindi comprendiamo. Sto imparando che rispettare le visioni del mondo altre non significa essere tolleranti o passivi verso tutti i comportamenti altrui e accettare tutto ciò che è depositario di una certa cultura; occorre invece favorire la coabitazione delle diverse concezioni del mondo e degli interessi di tutti che però scarti gli elementi distruttori. Sto imparando che l’empatia a volte è una trappola: a volte occorre lasciare all’altro il diritto di essere altro (exotopia), in quanto è portatore di una prospettiva autonoma, sensata come la nostra, ma ad essa non sempre riducibile. Ciò aiuta a rendere familiare l’estraneo e nello stesso preservare la sua estraneità. Sto imparando che sopravvive in ciascuna cultura, nascosto e mascherato, un nucleo stabile di norme tradizionali: tutti gli individui sono immersi in tradizioni culturali che certamente sono importanti e condizionano, anche se non determinano completamente le loro scelte, ma le possibilità di dialogo e cambiamento sono sempre aperte e possibili. Sto imparando che conosciamo noi stessi attraverso gli altri e conosciamo gli altri attraverso noi stessi. Occorre allargare la nostra comprensione e sfuggire al predominio del familiare, ma “imparare a comprendere ciò che non possiamo accettare” (Geertz). Intervento formativo presso l’Ospedale Pediátrico S. Jose’ Em Bôr Nel marzo scorso ho avuto l’opportunità di effettuare un’esperienza formativa in Guinea Bissau, presso l’Ospedale Pediátrico S. Jose’ Em Bôr, in collaborazione all’ONLUS “Progetto Anna” di Rho. La richiesta di intervento era specifica al mio ruolo di coordinatore infermieristico, è da tre anni che sono in contatto con l’associazione di Rho e seguo a distanza il progetto. Lo scopo dell’intervento era quello di effettuare una valutazione della struttura e dell’organizzazione e suggerire azioni di miglioramento, in particolare modo per la parte di interesse infermieristico. Alcune difficoltà incontrate sul campo – diffidenza iniziale da parte di alcuni operatori, incomprensione linguistica, mediazione tra tradizione e sviluppo, novità e/o non conoscenza di strumenti operativi da parte del personale infermieristico locale, rischio di imposizione per le azioni di miglioramento, tempo limitato a due settimane – sono state in breve tempo risolte e le mie aspettative sono state ricalibrate in positivo. L’azione formativa svolta la si può suddividere in tre parti: 1. Durante la prima settimana ho effettuato l’osservazione della struttura rispetto la gestione delle risorse umane, l’assistenza erogata, l’organizzazione del lavoro, la documentazione clinica, l’igiene ambientale e le risorse materiali necessarie. Di tutto ciò ho documentato le osservazioni evidenziando in primo luogo i punti di forza esistenti, seguiti dai punti di debolezza, infine i suggerimenti sulle possibili azioni di miglioramento. Associazione L’avete fatto a me Medici e Operatori socio-sanitari per la Formazione a Sud del Mondo Via Copernico, 7 - 20125 Milano telefono-fax 0267070557; e-mail: [email protected] 2. All’inizio della seconda settimana è stata convocata una riunione d’equipe durante la quale ho illustrato l’osservazione effettuata e condiviso gli obiettivi per il miglioramento organizzativo. È necessario definire obiettivi condivisi e contestualizzati e non pretendere che sia l’altro a cambiare nella direzione che noi vogliamo e che abbiamo progettato. 3. Successivamente è iniziata l’implementazione del miglioramento organizzativo, per esempio l’introduzione della documentazione infermieristica con la scheda parametri e il diario infermieristico. La metodologia che ho adottato è stata quella della “learning by doing”, cioè dell’arte di apprendere attraverso il fare, che ha coinvolto in prima persona il coordinatore infermieristico e il personale infermieristico della struttura. Il cambiamento organizzativo è in corso e la formazione continua a distanza Quali riflessioni sul come formare? Quali formatori di adulti professionisti occorre innanzitutto considerare che l’apprendimento degli adulti è centrato sulla vita reale: assolvere compiti e affrontare problemi con cui ci si deve confrontare nella quotidianità. L’utilizzazione dell’esperienza e della storia di vita dell’altro è una risorsa di apprendimento e valorizza il patrimonio di esperienze accumulate. L’adulto in formazione è portatore di esperienza privata e lavorativa, vuole essere ascoltato e conosciuto, complice e attore “nel” e “del” cambiamento. L’apprendimento è significativo quando è basato prevalentemente sulla dimensione esperienziale; in ogni situazione in cui l’esperienza degli adulti viene ignorata o svalutata, ciò li fa sentire rifiutati nella loro esperienza e di loro stessi come persone. Gli adulti apprendono meglio in situazioni flessibili e non minacciose. Un clima positivo e una buona relazione basata sulla fiducia si traducono in incentivo all’apprendimento. Una relazione che riconosce il diritto dell’errore e tollera l’imperfezione da l’impressione di essere accettati e rispettati e permette il confronto delle idee. Promuovere l’altro è dare spazio all’altro, fargli esprimere opinioni, promuovere lo sviluppo delle potenzialità, valorizzare l’altro, incoraggiare e non rimproverare. Le persone inoltre imparano di più quando possono rendere visibile e osservabile ciò che apprendono; per esempio l’introduzione della documentazione infermieristica ha permesso di rendere riconoscibile l’attività svolta in merito alle rilevazioni effettuate e ciò ha contribuito a motivare la nuova pratica. Associazione L’avete fatto a me Medici e Operatori socio-sanitari per la Formazione a Sud del Mondo Via Copernico, 7 - 20125 Milano telefono-fax 0267070557; e-mail: [email protected] Katia Lavazza