La lettera di Tajani

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La lettera di Tajani
Articolo del Presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani in
occasione della giornata delle donne
La festa della donna non deve essere un’occasione retorica. E’ il momento per
rilanciare, con forza, azioni concrete da portare avanti 365 giorni l’anno.
Troppe donne nel mondo sono ancora vittime di violenze, mutilazioni,
discriminazioni, esclusione dall’educazione, dall’economia, dai ruoli di
comando.
Non è possibile rispondere alle sfide del terrorismo, della radicalizzazione,
alle guerre o alla povertà, senza una vera parità di genere. Solo consentendo
alle donne di esprimere tutto il loro potenziale, in ogni ambito, il mondo sarà
più sicuro, giusto e prospero.
Anche per questo più volte il Parlamento europeo ha attribuito il suo premio
più prestigioso - il premio Sakharov -, a donne coraggiose che incarnano
battaglie in difesa dei loro diritti. Penso, ad esempio, alla 16enne pachistana
Malala Yousafzai, divenuta un simbolo della lotta contro l’estremismo
religioso dopo essere stata aggredita da un gruppo di talebani all’uscita da
scuola. A Nadia Murad e Laima Haji Bashar, appartenenti alla minoranza
etnico-religiosa yazide di lingua curda, rapite e costrette alla schiavitù
sessuale dai miliziani dell’ISIS. Oggi incontrerò Laima Bashar insieme
all’avvocatessa nigeriana dei diritti - anch’essa premio Sakharov -, Hauwa
Ibrahim, invitate dal Parlamento per la giornata della donna.
Come può una donna essere modello, educare i propri figli all’apertura e alla
tolleranza, se è essa stessa emarginata, esclusa dall’educazione, da ruoli attivi
nella società? Molti dei conflitti, degli abusi, degli estremismi, nascono
proprio dalla paura maschile per il potenziale delle donne. Troppe volte questa
paura si trasforma in violenza e negazioni di diritti.
Sono fiero di essere il presidente di un istituzione che fa sentire ogni giorno la
sua voce, forte e chiara, sui diritti delle donne. Il Parlamento promuove tali
diritti in ogni decisione rilevante e ha creato una Commissione parlamentare
che lavora a tempo pieno per la parità di genere e gli altri diritti delle donne.
Quest’anno abbiamo deciso di dedicare l’8 marzo al ruolo delle donne
nell’economia. Tutti gli indicatori ci dicono che, maggiore è il loro ruolo, più
crescono benessere economico e occupazione. Le imprese con più donne top
manager guadagnano in efficienza e redditività. Emarginare le donne ci costa
11.500 miliardi di euro di mancata crescita.
C’è ancora molto da fare. Nel mondo solo il 24% dei manager è donna.
Appena il 4.6% è amministratore delegato. Le donne occupate sono 655
milioni meno degli uomini.
L’Ue è in prima linea su questo fronte. Negli ultimi 5 anni la presenza
femminile nei consigli di amministrazione è raddoppiata arrivando al 22,7%.
Il divario retributivo è calato al 16%. Non è ancora abbastanza.
Il Parlamento europeo sostiene la proposta di direttiva per più donne nei
consigli di amministrazione. Vuole una normativa europea più moderna sul
congedo di maternità per superare i ruoli tradizionali e l'ingiusta divisione dei
compiti. Lavora per promuovere l'emancipazione economica delle donne e
affrontare il divario pensionistico di genere.
Il Parlamento europeo deve essere un esempio di parità di genere. I presidenti
delle commissioni parlamentari hanno raggiunto un equilibrio di genere
perfetto: 12 uomini e 12 donne. Nel mio gabinetto ho voluto garantire lo
stesso equilibrio.
Eppure, proprio qui al Parlamento, qualche giorno fa è accaduto un episodio
estremamente grave. Un parlamentare ha attaccato in maniera inaccettabile la
parità di genere. Ha offeso tutte le donne, violando i nostri valori fondanti.
Non intendo tollerare un simile comportamento, ancora più grave in quanto
espresso da chi dovrebbe, con dignità, rappresentare i popoli europei. Ho
immediatamente aperto un’inchiesta che conto di concludere quanto prima
con una sanzione appropriata alla gravità delle sue affermazioni.
La battaglia, portata avanti da tante generazioni di donne coraggiose, è lungi
dall’essere vinta. Non è una battaglia di donne solo per le donne. Va
combattuta da tutti, in prima linea, ogni giorno, per l’umanità.
Antonio Tajani
Presidente del Parlamento europeo