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Moda
Palermo
A Corte Sammuzzo
un raduno di artisti
...
Mercoledì 20 Marzo 2013
PAGINA29
Raduno di artisti e di artigiani amatoriali del fashion, domenica 24 marzo a Corte Sammuzzo,
una vecchia fabbrica di tonno riadattata a spazio culturale, nei pressi del porto di Palermo. Open space, il nome della manifestazione
che prenderà il via alle ore 10 per
concludersi alle 20, promossa dall’associazione «A modo mio», è organizzata da Rosanna Ferrara per
consentire ai talenti nascosti di
esporre i propri manufatti di
bijoutteria, accessori, decoupage,
ceramica e oggettistica. Un appuntamento, partito nel 2010 e replicato per ben 23 edizioni che,
con gli eco-laboratori educazionali Colonia del Mare ideati da Amelia Bucalo Triglia, trova spazio anche per i bambini, che sperimenteranno le loro attitudini artistiche
sul tema del mare con disegni e
manipolazioni plastiche. MI.AV.
tendenze. La palermitana Marzia Donzelli e il marchio «Mad», lanciato nel 2007. «Le mie creazioni sono dei flash improvvisi nella mente»
Appunti di viaggio negli abiti
L’arte di una stilista siciliana
In vestiti, giacche e accessori ci sono piccoli e grandi racconti di esperienze itineranti
Il brand è conosciuto dappertutto: dopo Usa e Giappone, ora si punta a Russia e Cina
dai lettori
Se muoversi
è in voga
M
olte volte, i
miei viaggi
sono legati
al tipo di abbigliamento
che ho utilizzato. Il meteo,
la compagnia, il motivo del
viaggio... (commento all’articolo «Felpe e t-shirt parlano siciliano: la scommessa
di tre amici» del 20/2).
Mimma su www.gds.it
Milvia Averna
Palermo
G
ioca con l’inglese in
modo accattivante
“Mad”, brand siciliano che ammicca nel
suono a «Made in
Italy» e alla traduzione «folle»,
letterale ma lontana dalla realtà. Marzia Donzelli, infatti, la
designer che nel 2007 ha dato vita all’acronimo, ha un aspetto
tutt’altro che eccentrico, bionda e minuta, è positiva e solare
come la sua moda, un inno ai
colori scritto sulle note di uno,
cento, mille viaggi.
Perché, se in genere i viaggiatori scattano foto per evocare i
ricordi, la Donzelli, sulla via del
ritorno, chiude gli occhi e ripensando a luoghi, nuovi volti e sapori conosciuti, immagina un
capo o un accessorio e ne disegna uno schizzo. «Sono come
dei flash – spiega - che appaiono nella mia mente, improvvisamente. Vedo un vestito, un gioiello o una borsa nella sua tridimensionalità. Credo che sia
questo il mio punto di forza, sapere immaginare il prodotto finito, nella sua interezza, forma
e colore. Porto sempre con me
un piccolo blocco sul quale trasferisco questa “visione” e, una
volta tornata in atelier, inizia il
processo produttivo». Non c’è
solo immaginazione nella avventura imprenditoriale della
L’arte accattivante del marchio
Mad, creato dall’artista
palermitana Marzia Donzelli
In ogni abito e accessorio c’è
un’esperienza itinerante
ex “gonzaghina”, formata dai
Gesuiti nel collegio di Palermo,
quando ancora si chiamava
Gonzaga, la Donzelli ha anche
tecnica, caparbietà e una buona dose di rischio.
Ha proseguito gli studi all’Accademia di Belle Arti del capoluogo, dove si è laureata in Progettazione e moda, nel 2004.
Dopo aver fatto esperienza sul
campo, in laboratori orafi e gioiellerie, con oro e pietre preziose, ha conseguito un master universitario in Management del
Made in Italy, consumi e comunicazione della moda, del design e del lusso alla università
Iulm di Milano. La vera “follia”
nel curriculum della stilista sta
nell’aver lasciato un posto fisso, a Milano, alla Swarovski,
azienda internazionale di
fashion jewellery dove, dopo
aver terminato uno stage era
stata assunta, per tornare in Sicilia a fare impresa.
Una scelta premiata visto
che oggi il brand è presente alle
maggiori fiere di settore, come
il New York Fashion Coterie e il
Milano Pret a Porter, è venduto
in negozi italiani, in Giappone e
negli Stati Uniti. Oggi, punta ai
mercati orientali, Emirati Arabi, Russia e Cina. «Il mio amore
per le isole Eolie ha dato il via all’avventura, caftani particolari
e abbigliamento da barca sono
stati la mia produzione, i gioielli e gli accessori, che sono la mia
passione, li hanno completati.
Costumi e capi spalla sono seguiti a breve fino ad diventare,
nel 2008, una linea completa.
Dopo le mie isole, - sottolinea
Marzia - l’Oriente, la Thailandia, la Turchia e il Messico sono
i nuovi ingredienti della mia arte».
Con un target medio alto,
Mad si distingue per l’uso di tessuti pregiati jersey, voile di cotone, seta, crepe, crepon e satin,
stampati, a fantasie grandi e geometriche, la sua peculiarità sono i capi reversibili: «Il mio filo
conduttore – spiega - è la polifunzionalità, collane che diventano cinture, pantaloni che in
pochi gesti sono casacche o camicie, e giacche corte che si trasformano in spolverini. Sempre nell’ottica del viaggio per
poter mettere in valigia pochi
pezzi e sfoggiarne il doppio». Le
proposte per l’estate sono le innovative borse di sughero e i
gioielli in pelle di pesce manta,
anguilla e zampe di struzzo. «La
razza mi ha fatto innamorare
perché, rispetto al classico vitello, è naturalmente lucente con
uno splendido riverbero sulla
texture» conclude la stilista di
Mad.
la curiosità
Daimanager
ai«grillini»
Tuttipazzi
perlozainetto
...
Non solo «ventiquattrore»
o (antiestetici) marsupi, gli uomini e le borse sono due mondi che
tendono ad avvicinarsi sempre di
più. Negli anni ’70 fu il borsello,
che faceva tanto impiegato statale o postino. La portadocumenti,
sottile ed elegante, firmata dai
migliori stilisti, ha imperato per
tutta la fine del secolo. Ora, dai
top manager ai deputati «grillini» ad andare per la maggiore è
lo zainetto, e non per contenere
l’attrezzatura da palestra, ma
documenti, notebook, iPad e i
sempre più ingombranti smartphone. I più modaioli, una nicchia a dire il vero, soprattutto
nell’Isola, optano per i secchielli e
le shopping bag, normalmente
disegnate per le linee femminili.
Gucci per questa stagione ha proposto la shopping grande, della
serie «GG plus» quella coi loghi,
in beige/blu a 570 euro, i tre scomparti di cui uno centrale con cerniera sono ideali per pc o tablet.
Originali i bauletti di Marc Jacobs
con i tasconi e contrasti di colore
in pelle e tessuto. Sempre bauletto, ma stile «medico condotto»,
per Dolce & Gabbana in cuoio invecchiato. Morbida pelle, liscia e
pitonata, per Armani, martellata
e patchwork di velluti per Prorsum di Burberry. Ancora shopping bag per Dior homme che ha
rivisto anche la classica cartelletta. Al braccio degli uomini per
Gucci ci sono valigie retrò grandissime e con velluti stampati. Nere
ed eleganti ed enormi anche quelle di Salvatore Ferragamo, Trussardi e Lanvin dal costo superiore
a 1000 euro. MI.AV.
la storia. Giuseppe Di Rosalia è «fuggito» a Milano molti anni fa per inseguire il sogno di far parte del fashion system
Tutto il mondo delle borse racchiuso in un blog
...
Nelle borse delle donne c’è
tutto il loro mondo, una considerazione che trova ampio riscontro nell’universo femminile ma che fa ancora più effetto
se a riconoscerlo è un uomo, nello specifico, un blogger ventiduenne, che ha intitolato «My
world in a bag» il sito di moda
che cura da sei anni. Si chiama
Giuseppe Di Rosalia ed è un palermitano, «fuggito» a Milano,
appena maggiorenne, in compagnia soltanto del suo bassotto Oscar, per inseguire il sogno
di far parte del fashion system.
Come la protagonista de Il Diavolo veste Prada si è messo al seguito di una importante giornalista del settore, Cinzia Malvini,
che da vent’anni conduce il rotocalco M.O.D.A su La7, nella
speranza di diventare un giornalista anche lui. Nel frattempo, si
accontenta delle sue 30 mila visite mensili, di seguaci che leggono avidamente le sue opinioni
su stile ed eleganza. «Non faccio
outfit – precisa – e cioè sul blog
non ci sono le mie foto con i vestiti più o meno belli che consiglio alla gente di indossare per
essere trendy. La cosa che mi
piace di più della moda è proprio quello che ci sta dietro, la
storia di un abito, di una collezione, di un pensiero è come risalire alle origini di un viaggio in
un posto lontano. E mi piace ancor di più, raccontare in maniera semplice tutto questo alle persone che mi leggono. Ho lasciato Palermo per la moda, ho aperto il blog che avevo 16 anni ed insieme a lui è cresciuta la mia voglia di Milano. L’ho chiamato
«My world in a bag», perché adoro le borse e perché credo che lì
dentro, le donne, ma adesso anche gli uomini, tengano tutti i loro segreti, il loro mondo, appunto». La particolarità del giovane
fashion blogger è proprio quella
di aver adottato per sé l’accessorio femminile per eccellenza.
Non è raro, infatti, incontrarlo
ai bordi della passerella mentre
prende appunti con il suo secchiello Burberry’s o con la maxi
bag di Prada sotto alla poltrona.
Sagacia e precisione tecnica,
poi, sono le spezie dei suoi articoli che tirano in ballo dalla griffe Valentino, al Papa dimissiona-
rio, con le sue scarpe rosse di
pelle di cervo. «Quello che spingo – spiega - è la creatività e tutto quello che gira intorno al pensiero di "bello". Gli stilisti emergenti trovano spazio all'interno
di My world in a Bag, solo se davvero mi stupiscono e hanno
idee originali. Nel mio cuore c'è
Vincenzo Billeci e la sua Vincent Couture, siciliano come
me. Le relazioni tra siciliani e milanesi – conclude - sono bellissime, anche se, in vero, sono pochi i "milanesi doc" nella moda». MI.AV.