L`anima di Seregno Storia e identità per il punto di riferimento del

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L`anima di Seregno Storia e identità per il punto di riferimento del
dicembre/gennaio 2009
PERIODICO DE LL’ AMMINI ST RA Z IONE COM U NA L E DI SEREGNO / W W W.COM U NE.SEREGNO . mi. I T
Seregno
11
L’anima di Seregno
Storia e identità per il punto
di riferimento del commercio
di qualità in Brianza
Il Bilancio è sociale
Presentato il primo
“Bilancio Sociale”
del Comune di Seregno
Il lungo sonno
L’Alzheimer attraverso
le parole dei famigliari
Il club della boxe
L’Unione Sportiva Lombarda
da sessant’anni sul ring
Seregno, città a dimensione
di presepe
Un concorso per le scuole
elementari, una mostra
in galleria “Mariani”
e le vetrine dei commercianti
/Sommario/dicembre-gennaio 2009
11
Registrazione Tribunale
di Monza n. 1289 del 29.7.1997
Proprietà ed Editore:
Comune di Seregno
Direttore Responsabile:
Dario Nobili, presidente
dell'Unione Commercianti
e l'assessore Marco Formenti
Giacinto Mariani
Redazione:
Comune di Seregno
Piazza Libertà, 1 20038 Seregno
Tel. 0362 263.212
Fax: 0362 263.379
Walter Todaro
[email protected]
Editing:
Dotcom Edizioni srl
via Londonio 22, 20154 Milano
Tel. 02 3453.3086
Fax 02 3493.7691
www.dotcomedizioni.com
Caterina Carpitella
[email protected]
5
editoriale
di Giacinto Mariani
6
L'anima di Seregno
8
Il bilancio è sociale
16
Il Comune sul web:
news e marketing
26
di Riccardo Baca
Appuntamenti
in brianza
a cura di Claudio Geniale
di Walter Todaro
di Riccardo Baca
Pubblicità:
Dotcom Edizioni srl
Tel. 02 3453.3086
Fax 02 3493.7691
[email protected]
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Il lungo sonno
22
Il club della boxe
Grafica:
Francesca Forte
[email protected]
Stampa:
Grafica Editoriale Printing
Bologna
Chiuso in redazione il 04-12-2008
10
Il bilancio
spiegato ai bambini
27
di Walter Todaro
di Walter Todaro
di Claudio Geniale
28
Gianmario Alioli
si racconta
di Walter Todaro
La dieta proteica per
vivere in equilibrio
a cura della
dott.ssa Dovra Ancona
di Riccardo Baca
12
Seregno, città
a dimensione di presepe
31
La parola ai partiti
Il NUMERO Dell’ARMONIA
/comune/editoriale
C
DICEMBRE/GENNAIO 2009
PER IO DICO DEL L’ AM MIN ISTRA ZION E CO MU NAL E DI S ERE GNO / W WW. CO MU N E .S E RE G NO . M I . I T
Seregno
11
L’anima di Seregno
Storia e identità per il punto
di riferimento del commercio
di qualità in Brianza
Il Bilancio è sociale
Presentato il primo
“Bilancio Sociale”
del Comune di Seregno
Il lungo sonno
L’Alzheimer attraverso
le parole dei famigliari
Il club della boxe
L’Unione Sportiva Lombarda
da sessant’anni sul ring
Seregno, città a dimensione
di presepe
Un concorso per le scuole
elementari, una mostra
in galleria “Mariani”
e le vetrine dei commercianti
on l’ultimo numero dell’anno 2008 di Seregno Inform@, nella sua veste rinnovata tanto nell’aspetto grafico-editoriale quanto nei contenuti tematici, è tempo di effettuare delle valutazioni sull’attività svolta. D’altronde è soprattutto a
fine anno che emerge la necessità di fare sintesi e di analizzare punti di forza e punti
di debolezza della propria azione politico-amministrativa, se non altro per l’obbligo
legislativo di redigere il Bilancio di Previsione del prossimo anno.
Questa Amministrazione, ad ogni modo, ha cercato di fare auto-critica già durante
l’anno in corso e lo ha manifestato in particolare attraverso due iniziative: la prima si
riferisce agli ormai consueti incontri di quartiere. “Scendiamo in campo” a tu per tu
con i nostri concittadini per raccogliere osservazioni e suggerimenti, a volte anche
delle lamentele che sono sempre ben accette se motivate e finalizzate ad instaurare
un rapporto costruttivo e a promuovere un processo di miglioramento.
L’altra iniziativa (recente) a cui mi riferisco è quella della pubblicazione del Bilancio
Sociale della nostra prima metà di mandato elettorale. Molti di Voi avranno appreso la notizia dai giornali locali o avranno addirittura avuto occasione di leggerlo. E’
un documento che non vuole assolutamente presentarsi come un fermo immagine
pubblicitario dell’esistente. Un buon Bilancio Sociale è lontano da qualsiasi logica di
campagna elettorale. È semmai la “traduzione” semplificata degli interventi realizzati
(o mancati rispetto alle promesse di inizio mandato) classificati per “portatori di interesse” o “categorie di utenti finali” (esempio: anziani, studenti, sportivi, esercenti,
ecc). Oltre allo stato dell’arte, nel documento vengono sempre indicate le cosiddette
“finestre sul futuro”: ossia quegli interventi/iniziative/opere o servizi di imminente o
comunque già pianificata e calendarizzata attuazione.
Nel Bilancio Sociale sono elencati (sia per il passato che per il prossimo anno e mezzo
di mandato) numerosissimi interventi che hanno interessato quasi l’intero territorio
comunale. Dalla periferia al centro, dalle opere di rifacimento e di sistemazione del
sottosuolo (vedasi cantieri per il teleriscaldamento) fino alla riqualificazione urbanistica di vie e piazze. È inevitabile che una simile mole di lavoro abbia creato o creerà dei
disagi ai residenti e a coloro che lavorano nella nostra città. Ce ne rendiamo perfettamente conto e Vi chiediamo scusa. Non possiamo però esimerci dal ricordare che
sono sacrifici forieri di vantaggi e benefici destinati alla collettività: puntiamo, infatti,
a migliorare la vivibilità di Seregno e la qualità dei servizi pubblici. Questo è il nostro
obiettivo, questa la nostra filosofia di governo e questo ci proponiamo di continuare
a fare con il Vostro aiuto e con i Vostri consigli.
Da ultimo, ma non meno importante, colgo l’occasione per esprimere i più sinceri auguri di Buon Natale e felice anno nuovo. Che sia davvero, per tutti, un anno
migliore.v
Il Sindaco
Giacinto Mariani
Seregnoinform@ dicembre/gennaio 2009
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/comune/commercio
di Walter Todaro
Il rilancio dell’economia riparte dalla Brianza
L'anima di Seregno
Storia e identità per
il punto di riferimento
del commercio di qualità
in Brianza
3
01 negozi su 5 mila metri di sviluppo pedonale. Un negozio ogni 15
metri. Questi i numeri che danno l’idea
del “peso” del commercio nella realtà
produttiva di Seregno. Partiamo da qui
per un viaggio all’interno del mondo
delle attività commerciali e lo facciamo
con Dario Nobili, neo presidente della
delegazione dell’Unione del Commercio
di Seregno e con i rappresentati della
loro giunta: Piero Bonfanti, Mario
Giambiasi, Costantino Monti e Carlo Ratti.
Quando gli proponiamo una riflessione
su questi dati, il presidente ci spiega
la sua visione del commercio a Seregno:
“un centro commerciale naturale, fatto di
vie, piazze, negozi di qualità e, soprattutto, di storia.” E subito pone l’accento su
questo aspetto, forse non abbastanza
conosciuto dai seregnesi: “abbiamo decine e decine di negozi con quasi un secolo di attività e questo, la nostra storia,
deve essere la nostra forza, lo strumento
con cui uscire da questo momento di crisi
e rilanciare l’economia brianzola. La storia
di un’azienda, di un’attività commerciale
costituiscono la loro identità e l’identità è
ciò che i consumatori più attenti cercano.
Conservare gli arredi e le insegne ‘di una
volta’ è un punto di forza per tutti quei ne-
6
gozi che danno un contributo importante
al prestigio e al decoro urbano. Altrimenti,
se non c’è identità, i consumatori vanno
nei centri commerciali con cui il commerciante non può e non deve competere. La
storia, i prodotti di qualità, il servizio, la
continuità dell’offerta sono gli elementi
su cui dobbiamo lavorare per far percepire Seregno come un polo di attrazione
economico – commerciale per la Brianza.
Come è sempre stato."
La qualità. Su questo punto, in particolare, Costantino Monti batte: “Seregno
è il punto di riferimento del commercio di
qualità in Brianza, soprattutto nell’abbigliamento. Il sistema commerciale della
nostra città deve continuare a puntare
su prodotti di fascia medio – alta per un
target preciso: i 40/50enni con un buon
potere d’acquisto e una propensione per
i prodotti, in particolare abbigliamento
e alimentare, di qualità.” Proponiamo a
Dario Nobili di guardare un po’ più in
là, alla Brianza. Secondo i dati dell’ufficio studi della Camera di Commercio di
Monza e Brianza, alla fine del 2007 nel
nostro territorio sono “registrate” quasi
68 mila imprese, una ogni 11 residenti.
Ogni giorno nascono 14 imprese e il
commercio ha la diffusione percentuale
più alta della regione. Il “fare impresa”
dicembre/gennaio 2009 Seregnoinform@
è un carattere distintivo, un fattore di
sviluppo e anche di tenuta sociale. Ma
le difficoltà non mancano: nel secondo
trimestre 2008 l’indice della produzione industriale ha registrato, in Brianza,
una variazione negativa del 2,3 per cento. “La crisi è reale, non è solo una crisi
finanziaria. Quindi il commercio, come
le famiglie, sono in difficoltà. La ricetta è
una sola: ridurre le tasse per rilanciare i
consumi, soprattutto quelli della classe
media. Ma dobbiamo avere fiducia. Sono
convinto che la Brianza, e Seregno in particolare, hanno le capacità e le potenzialità per superare la crisi e proporsi sul mercato più forti. Certo il commerciante deve
trasformarsi in imprenditore a 360 gradi;
bisogna capire che proprio nei momenti di
crisi è necessario investire per poter restare
competitivi.”
Dalla qualità dei prodotti alla qualità urbanistica: per Piero Bonfanti il passo
è breve. “Un centro storico ordinato, pulito, con un arredo urbano di qualità, una
zona a traffico limitato con aree di sosta
esterne facilmente accessibili e un sistema
di parcheggi interni ben indicati e regolamentati: sono tutti elementi necessari per
mantenere elevata la forza di attrazione
di Seregno. E va dato atto all’Amministrazione, in particolare all’Assessorato
allo Sviluppo delle Attività produttive, di
lavorare in questa direzione: coniugando
la riqualificazione urbanistica al sostegno
alle attività commerciali e artigianali che
costituiscono l’anima di Seregno.”
“L’anima di Seregno”. Il presidente Nobili riprende proprio questa espressione
per descrivere l’identità profonda della
città. Ma come si fa a “nutrire l’anima”?
“Con eventi e iniziative comuni tra le attività commerciali. Ad esempio l’idea del
presepe in vetrina: siamo riusciti ad ottenere l’adesione di oltre 200 negozi fra
il centro e la periferia. Un bel segnale di
coesione. Non dimentichiamoci che dobbiamo sostenere il commercio in tutta la
città anche nelle zone più esterne e periferiche, promuovendo così la conoscenza
di quei luoghi che pur non rientrando nel
'circuito del commercio' più conosciuto
sanno raccontare e testimoniare l’identità
di Seregno.”
Il nostro viaggio attraverso il commercio
seregnese si conclude in Inghilterra. “E’
ormai riconosciuto da tutti che il commercio del centro città ha bisogno di sviluppare strumenti specifici per diventare più
competitivo rispetto ai centri commerciali.
Il punto da cui partire è il riconoscimento
del ‘centro commerciale naturale’ come
riferimento competitivo rispetto al quale
definire le azioni di rilancio, sia da parte
delle associazioni di categoria sia da parte
delle Amministrazioni.
Questi strumenti vanno sotto il nome di
'Town Centre Management', una tecnica
ormai consolidata nel mondo anglosassone, ma ancora agli inizi nel nostro Paese.
Se vogliamo sostenere i negozi del centro
storico dobbiamo adottare questo modello, spingendo l’acceleratore sulla partnership pubblico – privato.”
Chiudiamo il nostro incontro con Dario
Nobili con l’idea che Seregno possa
continuare ad essere, anche in futuro, il
polo dello shopping di qualità per tutta
la Brianza. La sfida, però, si può vincere
solo insieme, ci ricorda il neo presidente, solo se tutti, associazioni di categoria
ed enti pubblici, corrono verso lo stesso
obiettivo: lo sviluppo della città.
“Ci dipingono come un gruppo di potere,
una lobby che condiziona i politici, conclude Nobili. Ma non è così. L’associazione
ha il dovere istituzionale di rappresentare
alla politica le necessità dei propri iscritti,
di dialogare con essa e di perseguire interessi comuni senza perdere di vista il contesto del territorio in cui vive. Le piccole imprese del commercio e dei servizi sono un
elemento insostituibile per chiunque voglia
rilanciare un modello di sviluppo brianzolo
aperto alla dimensione internazionale. E,
a tale proposito, mi piace ricordare, una
frase cara al nostro presidente Carlo Sangalli: per ogni insegna che si spegne, muore un pezzo di città.”❖
“Salvaguardare l'esistente”
Tre domande all’assessore allo Sviluppo delle Attività Produttive Marco Formenti sulla situazione del commercio
Dario Nobili e Marco Formenti
Domanda: Il commercio a Seregno è un
punto di riferimento per tutta la Brianza.
In quale direzione sta lavorando l’Amministrazione per confermare questo primato?
Formenti: Nella nostra città il mondo del commercio
continua ad essere il settore trainante. Oggi stiamo lavorando con l’obiettivo di tutelare le attività commerciali e artigianali, il vero valore aggiunto si Seregno,
e sostenere, attraverso la riqualificazione del centro, il
loro sviluppo. Lo slogan che spiega il senso di questa
operazione è: salvaguardare l’esistente.
Domanda: Quali sono i punti di forza del
commercio a Seregno?
Formenti: Non c’è nessuna ricetta, nessuna formula magica. Sappiamo che le nostre imprese hanno di
fronte nuove sfide, non sempre facili da combattere e
spesso difficili da vincere: occorre puntare sulla qualità
e la creatività. La competizione può essere vinta solo
sul terreno dell’innovazione. Da parte nostra mettiamo idee e risorse per riqualificare il centro storico e le
periferie e iniziative per far vivere la città ogni giorno
dell’anno.
Domanda: Si sta lavorando su corso del
Popolo e presto i commercianti e i clienti
avranno a disposizione una “via dello shopping” completamente rinnovata. Il tasto
critico restano i parcheggi.
Formenti: Sui parcheggi c’è disinformazione. La realtà è che in centro, nelle diverse aree, esterne e interrate,
sono disponibili oltre 1.700 posti auto e di questi solo
il 10 per cento sono a pagamento. Gli spazi di sosta ci
sono, dunque. Il problema, piuttosto, è offrire a chi arriva da fuori di un efficiente sistema informativo, attraverso appositi pannelli, su dove si trovano i parcheggi e
sulla disponibilità in tempo reale dei posti. E’ su questo
progetto che dobbiamo investire delle risorse. E sul ‘turn
over’ dei posti disponibili: nel nuovo PGT individueremo delle aree di parcheggio esterne, collegate con il centro con una navetta. Un altro obiettivo è il PTO (Piano
territoriale degli orari), con lo scopo di definire strategie
per promuovere il coordinamento dei tempi e degli orari
a livello comunale, da quelli dei negozi a quelli degli
uffici pubblici a quelli dei trasporti. Uno strumento per
rilanciare il commercio e, nel contempo, fornire alle famiglie una nuova opportunità per conciliare i tempi di
vita con gli orari di lavoro. Ne stiamo discutendo con
tutte le parti coinvolte e spero che nei prossimi mesi si
possa trovare ad un punto d’incontro.
Seregnoinform@ dicembre/gennaio 2009
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/comune/innovazione
di Riccardo Baca
Sfida alla governance
Il bilancio è sociale
Presentato il primo
“Bilancio Sociale”
del Comune di Seregno.
Un documento che rilegge
i dati contabili “mettendosi
dall’altra parte”,
dalla parte dei cittadini
1
30 pagine per raccontare, attraverso
tabelle, grafici e un linguaggio semplice ed immediato, tre anni di attività
del Comune, dal 2005 al 2008. Questo,
in sintesi, il primo Bilancio Sociale del
Comune di Seregno, voluto dall’assessore alla Programmazione Finanziaria
Vito Potenza e presentato lo scorso 24
novembre in sala “Monsignor Gandini”.
Le origini del bilancio sociale risalgono
all’America dei primi anni ’70, quando,
durante lo scandalo del Watergate, alcune aziende chimiche e petrolifere statunitensi furono attaccate da una parte
dell’opinione pubblica con l’accusa di
produrre un forte inquinamento ambientale. Fu allora che il mondo degli
affari cominciò a riflettere sul rapporto
tra aziende e società e su come poter
comunicare al meglio con tutti gli interlocutori “esterni”. Il risultato fu la nascita di un documento definito “bilancio
sociale”.
Forse non è un caso che anche in Italia
questo strumento si è sviluppato in una
fase di crisi, durante i primi anni novanta, in pieno scandalo “tangentopoli”,
con lo scopo principale di porre maggiore chiarezza nei rapporti tra le aziende e soggetti pubblici.
Adesso il bilancio sociale arriva a Seregno, uno dei pochi Comuni brianzoli ad
8
aver già adottato questo strumento. Un
documento preciso che non è più solo
contabile, ma che rilegge i dati “mettendosi dall’altra parte”, da quella di chi
è interessato a come il Comune lavora, a
come può incidere sul territorio e su chi
vi abita. Dalla parte dei cosiddetti portatori di interesse, gli stakeholders secondo
la tradizione anglosassone. Insomma è
lo strumento ideale per l’ente pubblico
per dialogare in modo consapevole e
trasparente con i propri cittadini.
Il bilancio sociale, inoltre, segna il passaggio dal modello burocratico di government ad un approccio di governance,
in cui l’obiettivo è la ricerca di efficacia
ed efficienza, attraverso responsabilità,
trasparenza e partecipazione. La capacità di sviluppare il dialogo con gli attori, singoli o associati, del territorio per
comprenderne le esigenze e renderli
parte attiva nel processo decisionale
dell’ente, diventa pertanto elemento
strategico nella prospettiva di sviluppo
del Comune.
Diviso in cinque sezioni, caratterizzate
da differenti colori, per ciascun gruppo
di portatori di interesse, il volume ripercorre, con dati oggettivi, tutte le attività
svolte in tre anni secondo una logica intuitiva: obiettivo programmato, risultato
ottenuto e finestra sul futuro.❖
dicembre/gennaio 2009 Seregnoinform@
Il bilancio si sfoglia
su internet
Come se fosse un libro “vero”, una
replica del cartaceo. Il Bilancio sociale è disponibile sul sito del Comune (www.comune.seregno.mi.it)
e può essere “sfogliato” direttamente dal proprio computer di casa o
dell’ufficio senza la necessità di
nessun software; è, infatti, sufficiente una normale connessione a
internet. In questo modo è possibile leggere il Bilancio Sociale direttamente dal video (con la funzione
“zoom”), oppure scaricare sul proprio pc l’intero documento (in formato.pdf) o stampare le singole pagine.
/comune/scuola
di Riccardo Baca
Coinvolte sei scuole del territorio
Il bilancio
spiegato ai bambini
Un volume per avvicinare gli studenti al Comune e
promuovere l’educazione civica nelle scuole. Duemila
copie distribuite a tutti gli studenti delle medie
V
i siete mai chiesti chi paga gli autobus che tutte le mattine vi portano
a scuola o la mensa scolastica? Oppure
chi si occupa della manutenzione delle
scuole e delle classi dove studiate? Queste alcune delle domande per i ragazzi
dagli 11 ai 14 anni che trovano risposta
nel Bilancio del Comune a misura di
bambino, una pubblicazione distribuita
a tutti gli studenti delle scuole medie,
pubbliche e private, di Seregno: Don Milani, Manzoni, Mercalli, Candia, Sant’Ambrogio e Ballerini. Il Bilancio del Comune
a misura di bambino, stampato in 2.000
copie, è suddiviso in due parti. Nella prima, quella più “tecnica” si spiega cos’è
il bilancio, di quali “voci” si compone,
qual è il percorso, dalla presentazione in
Consiglio comunale all’approvazione, e
le fonti legislative. Nella seconda parte
sono indicate le risorse investite dall’Amministrazione Mariani per i servizi e le
attività dedicate ai bambini e ai ragazzi
dai 6 ai 13 anni: dai servizi scolastici, allo
sport passando per le attività culturali e
gli interventi di manutenzione nell’ambito dell’edilizia scolastica. Infine, uno
sguardo anche al Consiglio Comunale
dei Ragazzi e a tutte le attività svolte, in
particolare il decalogo “Vita sana”, con
una serie di consigli per diffondere regole
utili a migliorare stili di vita dannosi per
la salute. Un glossario con la spiegazione
dei principali termini propri della “macchina comunale”, chiude Il Bilancio del
Comune a misura di bambino.❖
La parola
al dirigente
scolastico
di Gianni Corrado
Abbiamo chiesto alla professoressa Rossana Spreafico, dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo Rodari, cosa pensa di
questa iniziativa?
La pubblicazione di questo opuscolo è sicuramente un’idea interessante, soprattutto perché
è rivolta ai ragazzi che in questo modo possono conoscere meglio le Istituzioni, soprattutto
quelle che sono più vicine a loro.
Come dirigente scolastico come vive
questi progetti?
Positivamente. L’Amministrazione ha costruito
questa iniziativa condividendo con i dirigenti scolastici le finalità educative della scuola.
Da progetti come questo possono nascere nuove forme di collaborazione e nuove idee. Ad
esempio si potrebbe sperimentare la gestione
di una piccola parte del bilancio della scuola
direttamente con i ragazzi.
Questo tipo di iniziative cosa lasciano agli studenti?
La creatività, le capacità di ricerca e di elaborazione, lo spirito di iniziativa, le capacità
decisionali, il senso della giustizia e del dovere. Tutte qualità che si alimentano attraverso
piccole ma preziose esperienze come questa.
/comune/amministratori
di Walter Todaro
Focus sugli assessori
Gianmario Alioli
si racconta
Da questo numero abbiamo deciso di gettare uno
sguardo sulla Giunta, per far conoscere
ai nostri lettori gli assessori che, con il sindaco,
guidano la città. Con i loro profili vogliono offrire
al lettore non solo la cronaca della loro attività
amministrativa, ma anche il “personaggio”,
con la sua storia politica e umana. Cominciamo
da Gianmario Luigi Alioli, assessore
all’Ambiente e ai Trasporti.
12
dicembre/gennaio 2009 Seregnoinform@
I
ncontriamo Gianmario Luigi Alioli nel suo ufficio di via Paradiso, dove
passa gran parte del suo tempo. Tutte le
mattine è in Assessorato dove lo aspettano i suoi collaboratori e i numerosi problemi che una delega come l’ambiente
e i trasporti comporta.
Domanda: Assessore ma chi glielo
fa fare?
Alioli: La passione per la politica
Domanda: A proposito di politica
e passione, qual è la sua storia?
Quando è nata questa passione?
Alioli: Nel lontano 1994 quando mi sono
avvicinato a uno dei primi Club di Forza
Italia di Seregno. Prima di allora non avevo mai fatto politica; ero un professionista, un normale cittadino che guardava la
politica con distacco, senza un interesse
particolare.
Domanda: Si potrebbe dire che è
stato fulminato sulla via di Arcore
Alioli: In realtà mi sono avvicinato a Forza Italia mosso da curiosità. Il movimento fondato da Silvio Berlusconi era il primo partito italiano senza un solo iscritto,
senza sezioni, ma con club sparsi in tutta
Italia; insomma, una cosa completamente
nuova faceva ingresso sulla scena politica
italiana. Per questo ho guardato con interesse a quel partito: volevo impegnarmi
in prima persona per tentare di cambiare
le cose. Volevo mettermi in gioco direttamente, partendo da zero. Questa era la
mia sfida e la volevo vincere in un’organizzazione nuova, “leggera”, senza i riti
dei vecchi partiti. Così ho accettato l’invito
/comune/amministratori
/territorio/intervista
di un amico a partecipare a una serata del
club che aveva sede in via Verdi e nel giro
di un mese ero già vicepresidente. Una
carriera fulminante (n.d.r. sorride)
Domanda: Sono passati quattordici
anni e dai club si è passati al Popolo della Libertà. Cos’è cambiato?
Alioli: Il Pdl nasce ancora una volta da
un’intuizione di Silvio Berlusconi che,
quando è in difficoltà, riesce sempre a tirare fuori dal cilindro l’idea vincente. Con
il famoso ‘discorso del predellino’ di San
Babila annunciò all’improvviso la nascita
del nuovo partito che, contro l’ironia di
molti, portò a vincere le elezioni del 13/14
aprile. Nella sostanza, però, non credo sia
cambiato nulla.
Al di là del nome o delle modalità, il Pdl è
la realizzazione di una storia iniziata nel
‘94 che già allora prefigurava il partito
unico con i moderati, i liberali, i cattolici,
i riformisti e ha già avuto il battesimo più
importante in politica, quello degli elettori.
Oggi l’identità di Forza Italia coincide con
quella del Pdl.
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14
gennaio/febbraio 2009 Seregnoinform@
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Domanda: Si aspettava la delega
all’ambiente e ai trasporti che il
sindaco le ha dato nel 2005?
Alioli: Dal 2001 ho svolto, per quattro
anni, l’incarico di consigliere d’amministrazione, con delega al bilancio, al Consorzio provinciale della Brianza milanese
per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani.
Quindi la delega che oggi ricopro è stata,
in un certo senso, la naturale conseguenza
di quell’esperienza.
Domanda: Durante questi tre anni
con quale atteggiamento ha affrontato il ruolo di assessore?
Alioli: Mettendomi in gioco giorno dopo
giorno, sempre con l’idea che con il lavoro
e l’impegno possiamo cambiare le cose.
L’esperienza da assessore è stata, finora,
molto positiva e, se al termine di questo
mandato ce ne saranno le condizioni,
sono pronto a ricominciare con lo stesso
entusiasmo e la stessa passione con cui ho
iniziato tre anni fa o con cui sono entrato
in politica nel ‘lontano’ 1994.
Domanda: Un obiettivo raggiunto
in questi tre anni e uno che vorrebbe raggiungere prima della fine
del mandato?
Alioli: Sicuramente la percentuale di raccolta differenziata. Oggi Seregno differenzia quasi il 58 per cento dei rifiuti prodotti.
Un dato importante e in continua crescita
da tre anni a questa parte: nel 2006 eravamo al 55,6 per cento.
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Anche a livello di Consorzio le cose vanno
piuttosto bene: la media dei 16 Comuni,
che rappresentano una parte importante
della popolazione della futura Provincia
di Monza e Brianza, si attesta intorno al
52 per cento, dato tra i più alti in Italia.
Il trend è positivo, ma non basta; c’è un
margine di miglioramento interessante. Il
mio obiettivo, per il futuro, è raggiungere
quota 60 per cento.
Domanda: Lei fa il consulente finanziario. Com’è possibile conciliare l’attività politica con il proprio lavoro
Alioli: Mi organizzo con i clienti nelle ore
più strane. Ricordo, per esempio, che qualche tempo fa avevo come cliente un primario di un ospedale. Siccome eravamo
entrambi molto impegnati durante il giorno capitava che ci incontrassimo in orari
notturni. A parte i casi estremi riesco a gestire entrambe le attività. Del resto siamo
costretti: con il solo ‘stipendio’ di assessore
non si può certo vivere.
Domanda: Quali sono le sue passioni al di fuori dalla politica?
Alioli: Sono un cuoco eccezionale (n.d.r.
ride). Scherzi a parte, sono un grande appassionato di cucina. Mi piace passare il
poco tempo libero sui fornelli e lo faccio
con buoni risultati. Sono bravissimo a fare
le salse da accompagnare alla bourguignon o tutti i tipi di risotti
Domanda: A questo punto aspet-
338 7191412
Gianmario Luigi Alioli
Nato a Gavirate, in provincia di
Varese, nel 1948, dopo il diploma
di ragioneria conseguito all’istituto “Mosè Bianchi” di Monza, si è
specializzato in gestione finanziaria
alla Scuola di Direzione Aziendale
dell’Università Bocconi e all’Università Cattolica di Milano e ha
lavorato in importanti società di
intermediazione finanziaria. Oggi
è libero professionista nel settore
della consulenza finanziaria. E’ sposato e ha due figlie, Arianna di 31
anni e Astrid di 30 anni.
tiamo un suo invito a pranzo. C’è,
invece, una cosa che proprio non
sopporta?
Alioli: La burocrazia. Per me che sono un
uomo abituato a decidere e, nel settore in
cui lavoro, le decisioni devono essere prese in tempi rapidi e a risolvere i problemi
ancor prima che si presentino, da quando faccio l’assessore mi sono reso conto
di quanto sia difficile la lotta con i tempi
dilatati della burocrazia.
Sul prossimo numero conosceremo
Marco Cajani, assessore alla Promozione dello Sport ❖
Seregnoinform@ gennaio/febbraio 2009
[email protected]
15
/comune/nuove tecnologie
di Riccardo Baca
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una nuova filosofia,
quella di accedere
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che Seregno offre
ra il 13 maggio 2001. Ulivo conE
tro Casa delle Libertà. Gli italiani
si recavano alle urne per eleggere il
nuovo Governo e il Comune di Seregno debuttava su Internet con il
proprio sito. Da allora sembra passato un secolo, non solo politicamente. Da quando Seregno è sul web,
la sete di informazione è diventata
sempre più predominante e internet si è rivelato uno strumento per
diffondere le notizie, ma allo stesso tempo permette di verificarle
proprio grazie alla pluralità dei canali informativi presenti nella Rete.
Così, a distanza di sette anni, il sito
del Comune cambia volto. Lo fa
ribadendo le caratteristiche di attendibilità, completezza e
tempestività ma, nel contempo,
aumentando il volume e la qualità
delle informazioni disponibili grazie
alla nuova veste grafica, che rende
più accessibili le notizie e la documentazione, e grazie anche alle innovazioni tecnologiche.
16
Velocità, chiarezza e semplicità sono
le parole d’ordine del nuovo strumento. Un aspetto piacevole, ma
sobrio; percorsi semplici e intuitivi
che permettono di reperire, attraverso canali tematici, le informazioni
desiderate con pochi clic. La scelta
grafica è stata fatta anche per soddisfare i requisiti per la conformità
con gli standard W3C (World Wide
Web Consortium), promossi dal MIT
di Boston con lo scopo di migliorare i protocolli e i linguaggi del web.
Ma, soprattutto, il nuovo sito avrà il
“logo di accessibilità” richiesto
dalla Legge Stanca, che, nel 2005,
ha fissato le regole per garantire
l’accesso ad Internet ai disabili.
Alla nuova grafica del sito corrisponde una nuova filosofia, quella
dicembre/gennaio 2009 Seregnoinform@
di accedere con un semplice clic a
tutto ciò che Seregno, intesa come
Comune, ma anche come città, offre. Un sito più completo e facile da
consultare, insomma.
L’accesso al nuovo portale potrà
avvenire attraverso tre “canali”
differenti, ciascuno caratterizzato
da un colore di riferimento: per il
cittadino, news e comunicazioni e marketing e territorio. Le tre
macroaree sono state studiate come
una sorta di primo “incrocio” in grado di guidare il visitatore attraverso
la strada più breve per arrivare all’informazione ricercata. Nell’area chiamata “per il cittadino” non è più
il Comune che obbliga il visitatore
a strutturare il percorso informativo
sulla base della propria organizza-
zione interna, ma è il cittadino che
porta l’ente ad accorpare le informazioni secondo criteri partici. Per
esempio attraverso l’uso di categorie come “Io sono” (donna, giovane, turista, anziano, ecc.) oppure
“Ho bisogno di”.
La sezione “news e comunicazioni” sarà strutturata come un
vero e proprio quotidiano on line
del Comune, che mette il lettore
al centro dell’informazione. Il navigatore può scegliere agevolmente i
temi che più lo interessano ed essere
continuamente aggiornato, anche
grazie al servizio di ‘’newsletter’’ che
permette di essere tempestivamente
informati ogni volta che una nuova
notizia viene pubblicata sul portale.
La principale novità è la sezione
“marketing e territorio”, che
conterrà l’identità della città, inserita nel contesto della nuova Provincia; una sorta di “vetrina”, in più
lingue, attraverso la quale Seregno
si presenta al mondo. Questa sezione avrà una doppio obiettivo: da un
lato si tratta di mettere a disposizione informazioni in grado di attrarre
investimenti esteri nella nostra città,
dall’altro di offrire, anche attraverso
partnership con soggetti stranieri,
“contatti” alle aziende del nostro
territorio in cerca di occasioni di sviluppo al di fuori del nostro Paese.
In una situazione economica difficile
che vede le imprese lombarde registrare una riduzione della produzione industriale del 2,2 per cento
rispetto al terzo semestre del 2007
e anche la Brianza attestarsi a meno
1 per cento, il marketing territoriale
è uno strumento decisivo per sostenere il nostro sistema economico,
affiancando le imprese brianzole
nella sfida quotidiana per rafforzare
la competitività, produrre ricchezza
e mantenere i livelli di occupazione.
Per il Comune, il nuovo sito è una
sfida importante sotto il profilo tec-
nologico, ma anche in termini di
tecnica ed efficacia comunicativa.
L’offerta, che è diretta a cittadini,
imprese, associazioni, spinge, infatti,
a migliorare costantemente la leggibilità, la capacità di sintesi, l’efficacia
del messaggio.❖
Seregnoinform@ gennaio/febbraio 2009
17
/comune/servizi sociali
di Walter Todaro
Esperienze: l'Alzheimer Cafè
Il lungo sonno
foto di Jeff Osborn
Decadimento fisico, perdita della memoria,
aggressività. In una parola Alzheimer. Una moglie e
una nipote raccontano cosa
significa stare accanto a un marito e una zia
che non sono più quelli di prima
C
osa significa assistere al decadimento fisico e mentale di una persona
cara negli ultimi anni della sua vita? Per
trovare una risposta a questa domanda abbiamo parlato con due persone
che stanno vivendo questa esperienza.
Per Maria si tratta del marito. Per Germana di una zia. Entrambi soffrono di
Alzheimer.
Non se parla molto, eppure le malattie
legate alla demenza senile stanno diventando un’emergenza sociale a causa
dell’invecchiamento della popolazione.
Sotto i 65 anni il rischio è di una persona
su 1.000, sopra gli 80 una su cinque.
Abbiamo incontrato Maria e Germana
18
all’Alzheimer Cafè, al Centro Diurno Integrato Le Soleil diretto da Julissa Bongiovanni. “Qui mi hanno insegnato che
non si può arrivare a tutto”. Queste sono
le prime parole di Maria, una signora
di 67 anni che da quattro anni convive
con l’Alzheimer, da quando suo marito,
Gino, si è ammalato.
“Arrivare a tutto”. E’ proprio questa
l’espressione usata da Maria. Il senso di
colpa, l’idea di non riuscire a fare abbastanza per il marito o la moglie e, naturalmente, la paura di sbagliare: ecco
cosa accomuna tutti i parenti degli ammalati di Alzheimer, al di là delle diverse
forme che la malattia prende.
dicembre/gennaio 2009 Seregnoinform@
Nel concreto cosa vuol dire aver superato il senso di colpa, domandiamo a Maria. “Oggi, per esempio, dopo aver vestito
Gino e averlo portato al centro diurno, ho
sistemato casa, sono stata in farmacia,
ho fatto la spesa. Quando sono tornata
a casa ero distrutta. Così mi sono messa
a letto a riposare. Prima non l’avrei mai
fatto.”
Gino ha perso il filo della sua esistenza
quando aveva 67 anni. Fino ad allora aveva gestito un’azienda agricola in
provincia di Como. Un uomo attivo,
generoso, impegnato nel suo lavoro.
Oggi, a distanza di quattro anni, Maria ha dovuto chiudere a chiave tutte le
porte di casa e ha fatto togliere la maniglia interna della macchina perché “mio
marito non sta fermo un attimo. Stanotte
si è svegliato alle 4, non riusciva a respirare: mi sono alzata, l’ho assistito e non ho
più dormito.” Ma come si arriva a questo
punto? “non ci si accorge”, mi risponde
Maria con un tono deciso, quasi distaccato. “I primi tempi della malattia, era
soltanto un po’ più nervoso del solito. Ma
/comune/servizi sociali
attribuivo questo nervosismo al suo carattere. Poi, a settembre, è stato ricoverato
all’Ospedale di Pavia per fare degli esami
di routine al cuore e, improvvisamente,
non riconosceva più la sua stanza, temeva, senza alcuna ragione, che gli rubassero l’auto. Poi, in poco tempo, il crollo.”
ze. Non c’è più. E’ come se ti dicessero: tuo
marito è morto, ma sopravviverà per dieci,
quindici anni!”
Qualunque ménage familiare è travolto.
La necessità di un’assistenza continua
esalta le qualità e lo spirito di sacrificio
di alcuni, ma fa emergere anche i limi-
foto di Cb Carbello
E l’impegno richiesto è eccezionale: un
malato di Alzheimer deve essere assistito
in tutto 24 ore su 24. “Senza l’appoggio
di questa struttura mi sarei ammazzata”.
Maria dice questa frase senza alcuna
apparente emozione e ricorda che per
assistere il marito è stata costretta a licenziarsi. Faceva l’impiegata a Settimo
Milanese, le mancavano sei anni alla
pensione. Ora vive con 900 euro al mese
grazie alla pensione minima del marito e
all’accompagnamento e ne spende 600
per le cure di Gino.
L’Alzheimer non lascia scampo. A poco
a poco raggiunge il cuore della famiglia,
come una “bomba intelligente”. Esplode, rompe tutti gli equilibri e colpisce.
Con violenza. “Mi picchiava”, dice quasi
con pudore Maria. “In quarantacinque
anni di matrimonio mai uno schiaffo o
una parolaccia, poi, all’improvviso e senza motivo, è diventato aggressivo. Adesso
vive sedato.”
Il senso di impotenza è un altro sentimento che colpisce Maria. L’Alzheimer
è stata definita la morte vivente. “Ho un
senso di rabbia. Sono riuscita a tirarlo fuori dall’infarto, ma adesso non ho speran20
ti di altri. Nascono discussioni, liti e c’è
chi non regge e fugge. In questo caso
i fratelli di Gino. “Non ce la facciamo a
vederlo in queste condizioni”. Questa la
loro “copertura psicologica”. E hanno
lasciato Maria sola.
In alcuni casi si tratta di un marito, in altri di un genitore o di un parente. Sono
storie diverse, ma il dolore e l’impegno
è sempre lo stesso. Germana, una signora di poco più di sessant’anni, assiste da cinque anni una zia. Ada ha 86
anni e soffre di una forma di Alzheimer
“morbida”: per ora ha solo problemi di
memoria. Non si ricorda più niente. Ma
del presente, perché il suo sguardo sul
passato è lucido e preciso.
Ada vive con sua sorella, una signora di
89 anni in perfetta forma. Per dare respiro alla sorella, Germana un paio di
anni fa ha deciso di portare Ada al centro diurno, “perché la persona più vicina
è quella da aiutare di più, non la persona
malata.”
Ricorda i primi sintomi della malattia?
“Una domenica era a pranzo a casa mia,
come accadeva spesso, e mi dice che non
riesce a vedere più lontano di un paio di
dicembre/gennaio 2009 Seregnoinform@
metri. L’abbiamo portata da diversi oculisti, anche da primari, ma non c’era nulla.
L’occhio era sano. Finché un medico ci ha
consigliato di portarla da un neurologo e
abbia scoperto che si trattava di una forma di demenza senile che, con il tempo,
avrebbe portato all’Alzheimer.”
Ada era una donna con molti interessi.
Aveva l’hobby della fotografia e fino a
pochi anni prima della scoperta della
malattia collaborava, per passione, con
un giornale locale. “Da quando ha cominciato ad avere problemi di memoria, si
è chiusa in sé stessa. Così l’abbiamo portata qui dove ha ritrovato nuovi stimoli.
Anche se all’inizio è stata dura; temeva la
portassimo in un ricovero e soffriva per il
distacco dalla sorella. Dopo tutta una vita
insieme, la rottura di un legame così forte
è traumatica.”
Non è facile descrive le discussioni, le telefonate tra i parenti, i dubbi. Alla fine,
esaurite le energie, Germana prende in
considerazione l’idea del centro diurno. Ma il senso di colpa è sempre dietro
l’angolo. “Con il tempo e con l’aiuto degli
operatori del centro diurno ho imparato a
non avere rimorsi. Solo così si può imparare a convivere con l’Alzheimer perché i
malati diventano esigenti, egoisti, peggio
dei bambini.”
Adesso Ada va al centro diurno molto volentieri e Germana è più serena. L’impegno però è sempre molto, tutte le mattine
La malattia delle 4 “A”
Le patologie legate all’età sono destinate ad aumentare. Tra queste la
demenza senile è la più importante. Si tratta di una malattia che può
assumere oltre cento forme diverse,
da quella di Pick a quella di Huntington fino all’Alzheimer, la più
diffusa. La malattia scoperta dallo
psichiatra e neuropatologo tedesco
Alois Alzheimer nel 1906, è conosciuta come malattia delle quattro
“A” dalle sue conseguenze: amnesia
(perdita della memoria), afasia (incapacità di esprimere e comprendere messaggi verbali), agnosia (incapacità di individuare correttamente
persone e cose) e asprassia (incapacità di compiere alcuni movimenti).
foto di Hai Thanh Nguyeh
la zia va portata e la sera ripresa : “A volte
dico a mio marito che abbiamo un’altra
figlia che va a scuola. I figli però crescono
e diventano autonomi; con la zia non sappiamo fino a quando avrà bisogno di noi.”
Torna l’assenza di speranza, ma anche
l’aggressività. “Lo capisco dallo sguardo
quando sale in macchina la mattina, da
un lampo che ha negli occhi. In questi casi
ho imparato ad assecondarla; lei parla, va
da un ramo all’altro e io le dico che ha
ragione, che le cose stanno proprio così.
Siamo noi che dobbiamo adattarci a lei.”
Nel caso di Ada l’aggressività non diventa violenza fisica perché con l’Alzheimer
il carattere viene fuori. Se hai un carattere forte è più facile che sviluppino atteggiamenti violenti.
Germana ci lascia con un pensiero di
speranza: “La zia non è né folle né incapace di relazionarsi con gli altri. E’ una
persona che non ha più memoria. Non un
problema da poco, certo, ma con il quale
si può imparare a convivere. Oggi sono serena. Accetto la vita come viene; non è facile, ma si impara. L’importante è iniziare
il cammino con pazienza e costanza.”
Informazioni: Centro Diurno Integrato Le Soleil (strada vicinale Cascina Bonsaglio - telefono 0362/24.11.23).
I nomi citati nell’articolo sono inventati; le
storie, il dolore e la forza di queste persone
sono vere.❖
L'importanza della parola
“Parlate. Non smettete mai di parlare. Liberate le vostre
emozioni” Il consiglio è per i parenti dei malati e arriva
dalla dottoressa Antonella Chirico, medico chirurgo
specializzato in riabilitazione psico sociale che collabora
con il Centro Diurno Integrato Le Soleil.
In Italia ci solo oltre 500 mila ammalati di Alzheimer,
ciò significa circa un milione di familiari. E il trend è in
crescita. Oggi la malattia colpisce il 20 per cento di chi
ha più di 60 anni, ma questa percentuale è destinata a
raddoppiare nei prossimi 20 anni a causa del progressivo aumento del numero degli anziani.
L’Alzheimer è una patologia in cui accanto alle
cure farmacologiche un ruolo fondamentale lo
gioca l’approccio psicologico. Perché?
Perché è malattia neurovegetativa e, come tale, la prima cosa
che colpisce è la memoria. Cioè la nostra parte interiore, il
nostro io, il nostro stesso essere. Chi sono? Chi ero? Sono
domande che non trovano più risposta. L’Alzheimer è una
malattia della mente, del corpo e dell’anima. Per questo non
si può pensare solo al malato, ma al connubio malato – famigliare.
Può farci un esempio?
Insisto sull’importanza sulla necessità di conoscere la malattia. Questo è il primo passo che i parenti devono essere
aiutati a compiere. Sapere in quale situazione si trovano, riconoscere i primi sintomi perché spesso si confonde la realtà
clinica con quello che si vuole vedere.
E’ vero che l’Alzheimer non da speranze?
No, non proprio. Negli ultimi anni dal punto di vista medico,
della diagnosi e delle cure, sono stati fatti passi avanti notevoli. Sul lato dei famigliari credo che i giusti suggerimenti,
la chiarezza, il dare il vero nome alle cose li metta nelle condizioni di sapere cosa li aspetta, a che cosa vanno in contro,
come possono difendersi, che aiuto concreto possono avere.
In definitiva come possono vivere meglio la situazione. Solo
così possono imparare a convivere con l’Alzheimer.
foto di Jorc Navarro
Seregnoinform@ dicembre/gennaio 2009
21
/territorio/sport
di Walter Todaro
L’Unione Sportiva Lombarda
Il club della boxe
è lo sport del momento.
Prima lo praticavano
i detenuti, ora mettere
i guantoni è più “cool”
che giocare a squash.
Per sindaci, attori,
avvocati e amministratori
delegati. Tutti sognano
di imitare Muhammad Alì
e di scolpire il fisico
e la mente.
G
iorgio Pasotti, attore, Leonardo
Domenici, sindaco di Firenze, Giovanni Terzi, assessore allo Sport del Comune di Milano, Roberto Saviano, scrittore, Antonio Greco, amministratore
delegato di Sole 24 Ore Business Media.
Insospettabili manager, stimati professionisti, consumati politici e una schiera
di personaggi dello spettacolo. Uomini e
donne che condividono la stessa passione sportiva: la boxe.
A Seregno c’è una realtà, l’Unione
Sportiva Lombarda, che da oltre sessant’anni insegna la noble art e che oggi
è, per risultati ottenuti, una tra le prime
realtà pugilistiche in Italia. Ne parliamo
con Luca Leva, da quattro anni presidente della società sportiva, che incontriamo nella sede dell’Unione Sportiva.
Quando entriamo nella palestra a fianco
dello stadio Ferruccio ci accoglie una
targa che ci ricorda che qui ha iniziato
la sua carriera Ernesto Formenti, il peso
22
piuma che vinse l’oro alle Olimpiadi di
Londra del 1948.
Inizia proprio da qui, dal passato, il nostro viaggio nel mondo del pugilato.
“Seregno e la boxe sono vecchi compagni
di strada”, ci racconta Luca. “Il pugilato, nella nostra città, fa il suo esordio nei
primi anni quaranta quando il campione
europeo Cleto Locatelli regala i guantoni
a due giovanotti: Egidio Redaelli e Luigi
Dell’Orto. La curiosità attorno alla nuova disciplina è tanta ed emergono i primi
campioni, Marco Permieri, Ernesto Ballabio e Ernesto Formenti.”
Nel 1946 la nascita “ufficiale” della società dà nuovo impulso al pugilato, che
può disporre di un’adeguata palestra ricavata sotto la tribuna centrale dello stadio “Ferruccio”. Alla fine degli anni ’60 il
testimone passa nelle mani dell’Unione
Sportiva Lombarda, presieduta da Enrico Oldani e guidata dal maestro Luigi
Casati.
dicembre/gennaio 2009 Seregnoinform@
Oggi il maestro è Antonio Leva, uno
dei pochi “maestri” in tutta Italia, che
negli ultimi vent’anni ha ottenuto risultati molto importanti con numerosi atleti: dai campionati italiani ai campionati
mondiali, passando per gli europei. “E
la stella al merito sportivo – precisa Leva
- che ci ha consegnato quest’anno il Coni
è la dimostrazione della qualità del nostro
lavoro.”
Qual è l’identikit del pugile dell’Unione
Sportiva Lombarda? “Nella nostra palestra – ci spiega Leva – abbiamo una
ventina di ‘agonisti’, pugili dilettanti che
combattono a livello nazionale e internazionale e che si allenano tutti i giorni, e
un consistente gruppo di ‘amatoriali’ che
seguono la stessa preparazione e la stessa
tecnica degli ‘agonisti’, ma che salgono
sul ring solo come sparring partner.”
Per amatoriale la Federazione pugilistica intende la gym-boxe, disciplina che
esclude il contatto fisico con l’avversa-
rio e che in Italia raccoglie circa 1.600
tesserati. Ma in realtà i praticanti sono
molti di più, soprattutto da quando
anche nei centri fitness sono comparsi
i guantoni. Tutti a tirare fendenti, magari solo all’aria o al sacco, amatoriali ed
agonisti. In fondo, basta poco per sentirsi forti come Mohammad Alì o come i
più moderni eroi Roberto Cammerelle o
Clemente Russo, oggi reduce da durissimi match tra “confessionali” e “nominations” in un reality.
“L’interesse per la boxe, in questi ultimi
anni, è cresciuto molto, racconta Leva. Le
vittorie di atleti ‘puliti’ come Cammarelle
e Russo o il cinema (n.d.r. “Alì” con Will
Smith o “Cinderella Man” con Russell
Crowe, tanto per citarne un paio) hanno
trascinato l’interesse mediatico per il pugilato. Nello stesso tempo sono diminuiti i
pregiudizi. Da noi si allenano operai e dirigenti, studenti e casalinghe, commercialisti e poliziotti. Tutte persone ‘normali’ che
condividono la stessa passione, unite da
un fortissimo senso del gruppo. Sia uomini
che donne” Certo, anche donne perché
il pugilato non è solo per uomini, come
insegna il film premio Oscar “Million
Dollar Baby” di Clint Eastwood.
Qui i campioni si chiamano Davide Salvatore, Ivan Saporito, Emanuele Panunzi, Diego Fratini, Cristian Bubani. “Sono
atleti che arrivano da tutta la Lombardia
e addirittura dalla Svizzera – sottolinea
Leva con soddisfazione. Mai in passa-
Emanuele Panunzi
Ivan Saporito
25 anni, studente di biologia, peso
piuma, campione italiano universitario e detentore della cintura lombarda
28 anni, operaio, peso leggero, finalista al campionato regionale e vincitore
della cintura lombarda
Com’è nata la tua passione?
Da piccolo combattevo per gioco
con mio fratello. Poi lui ha iniziato a venire in palestra e mi ha convinto a provare. Appena ho messo i
guantoni, nel 2004, mi sono subito
innamorato di questo sport.
Il colpo più duro che hai preso?
Per ora non ne ho presi. Però mi ricordo il più duro che ho dato. Un
montante destro la scorsa estate.
In quel momento mi sono sentito
davvero forte.
Idoli?
Erik Morales, un superpiuma messicano molto tecnico. Ma il mio vero
modello è Antonio Leva.
Il tuo futuro è nella boxe?
Mi piacerebbe, magari come istruttore. Però nella vita voglio diventare un biologo
Cosa ti piace del pugilato?
E’ l’unico sport dove fai tanta fatica
e nessuno ti regala niente. Poi la palestra è un luogo di aggregazione.
C’è un gruppo unico che combatte
per lo stesso obiettivo.
I tuoi punti di forza?
La grinta e la strategia. Nel pugilato
c’è forza e molta tecnica, ma oltre
al corpo conta la mente.
Mai avuto la tentazione di
dare un pugno anche fuori dal
ring?
No, non ho mai fatto a botte fuori dalla palestra. Tirare di boxe da
sicurezza: sai di poterti difendere,
ma sai anche che potresti fare dei
danni. La boxe è disciplina: ti insegna qual è il limite da non superare
mai.
Il pugno più duro che hai
preso?
Un colpo sulla nuca alla “cintura
lombarda”. Per alcuni secondi ho
visto verde.
to abbiamo avuto così tanti ‘agonisti’ di
grande prospettiva. Credo sia il frutto del
lavoro che stiamo facendo sul territorio,
della professionalità degli istruttori e dei
metodi di allenamento sempre aggiornati,
anche l’allenamento psicologico.”
Psicologia e pugilato, un binomio vincente. “La boxe racchiude in sé un insegnamento fondamentale. Sul ring sei solo,
ce la devi fare con le tue forze, spiega
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/territorio/sport
Luca. Per questo la gestione psicologica
del match, la strategia giusta, la conoscenza dell’avversario sono importanti
tanto quanto la forza.” Ma con la violenza come la mettiamo? “Il calcio è più violento. Nella boxe la forza che è messa sul
ring è limitata da regole che impongono
il rispetto dell’avversario. Il pugilato mette
al centro la relazione con il proprio corpo
e aiuta a formare il carattere. Poi ci sono
le regole, gli allenamenti duri, le rinunce e
i sacrifici e i controlli medici, rigidissimi. La
violenza non fa parte di questo sport.”
Da un paio d’anni l’Unione Sportiva ha
allargato la propria offerta alla thai boxe,
perché, ci spiega Leva, “il mondo, anche
quello dello sport, cambia e bisogna essere
sempre pronti a cogliere le novità.” E poi
con la thai, interviene David Pistone,
maestro e fighter, “esce il carattere della
persona.”
Certificato medico alla mano, quindi. Si
sale sul ring e si prova: dal lunedì al venerdì dalle 18,30 in poi per gli adulti e,
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Operetta di Hans Müller e Erik Cha-
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anni); 18 gennaio Teatro per caso
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Note di Solidarietà
I Promessi Sposi in Biblioteca
(da 4 ani); 25 gennaio Teatro del
un “dolce asilo” in uno spettacolo
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vento (da 3 anni).
che sembra un fuoco d’artificio, una
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do sull’albero 3 gennaio - ore
Fino a metà gennaio
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Museo d'Arte Contemporanea (viale
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Per i terzo anno consecutivo torna
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in piazza Don Giussani la pista di
Violino e pianoforte
Un ciclo di lezioni introduttive all’ar-
Laboratori artistici per bambini da 4
pattinaggio sul ghiaccio. La pista
Sala Astrolabio (via Mameli, 8)
te contemporanea che affrontano
a 10 anni
(14 per 25 metri), funzionerà tutti
Musiche: Wolfang Amadeus Mozart,
alcuni
10 gennaio - ore 16.00- Bagong
i giorni, dalle ore 10 fino alle ore 19,
Francis Poulenc, Joaquìn Rodrigo,
dell’arte europea d’inizio Novecento
Lettura recitata con teatro d’ombre
con un prolungamento fino alle ore
Johannes Brahms
e alcuni degli artisti che hanno mag-
e burattini per bambini da 6 a 10
23 nel week-end.
Brugherio - 18 gennaio - ore 16.30
giormente contribuito allo sviluppo
anni. Ingresso gratuito con preno-
n Vimercate
MusicAnticA
delle ricerche contemporanee.
tazione
Fino al 13 gennaio
Quartetto di flauti dolci
22 gennaio: Astrazione e creazione:
Informazioni: Biblioteca Civica (tel.
Pista di pattinaggio sul ghiaccio in
Tempietto di S. Lucio in Moncucco
dalla sintesi del reale al concretiamo;
039/61.61.58 email: bibarcore@sbv.
piazza Marconi. Aperta dalle ore
Musiche: Andrea Gabrieli, Cyprien
5 febbraio: Dello spirituale nell’arte:
mi.it)
15.00 alle ore 22.30 nei gironi fe-
de Rore, Giovan Battista Spadi, Gio-
Vasilij Kandinsky; 19 febbraio: Gli
n Monza – dall’11 al 25 gennaio
riali e dalle ore 10.30 alle 24.00 nei
vanni Bassano, Johann Sebastian
amici del caffè Voltaire: Dada tra
...e un sacco di gente soprat-
festivi. 25 dicembre Ballo di Natale
Bach, Antonio Vivaldi, Joseph Bodin
Europa e America; 5 marzo: Marcel
tutto bambini
e 31 dicembre Festa di Capodanno
de Boismortier.
Duchamp: Rose c’est la vie
Cine Teatro Triante (via Duca d’Aosta, 8)
sul ghiaccio
26
fondamentali
dicembre/gennaio 2009 Seregnoinform@
movimenti
/territorio/agenda
di Claudio Geniale
In mostra fino al 28 dicembre
Seregno, città a
dimensione di presepe
Un concorso per le scuole
elementari, una mostra
in galleria “Mariani” e le
vetrine dei commercianti.
Tre iniziative per sostenere
una delle tradizioni più
legate alla nostra cultura
S
ono tre le iniziative in programma
per contribuire a diffondere un simbolo che non solo rievoca la Notte di Betlemme, ma “segna” profondamente la
nostra identità culturale. Il presepe non
è solo un simbolo, ma un vero e proprio
valore che identifica la nostra città, la nostra cultura e le nostre radici cristiane.
Fino a domenica 28 dicembre sarà
aperta la mostra “Presepi Seregno”
presso la Galleria Civica “Mariani” (via
Cavour, 26).
La mostra presenta una ventina di opere “prestate” al Comune da privati ed è
aperta al pubblico nei seguenti orari:
feriali dalle 16.30 alle 19; festivi dalle 10
alle 12.30 e dalle 16.30 alle 19. Osservando i presepi e i “diorami” (presepi
racchiusi in contenitori simili a televisori)
esposti, si ammira, innanzi tutto, la fantasia degli artigiani che li hanno creati.
Le ambientazioni dell’evento sacro sono
tra le più varie: dalla tradizionale grotta
al paesaggio montano, dalla fattoria alla
casa. Anche per quanto riguarda i materiali impiegati gli artisti non hanno lesinato utilizzando legno, corteccia, pietra,
polistirolo e arricchendo il tutto con vari
“elementi”, tra cui alberi, palme, acqua
che scorre. I presepi esposti, vere e pro-
prie “opere d’arte” artigianali, sono stati
realizzati da Giacomo Cesana, Antonio
De Nova, Mariarosa Fumagalli e Antonello Villa; Giancarlo Salati ha fatto i
“diorami”, mentre altri presepi sono stati
prestati da Ivano Lavezzari, Valentina
Riva, Enrico Sambruni, dalla Parrocchia
S. Valeria e da Tremolada Arte.
Fino a giovedì 25 dicembre i commercianti espongono nelle proprie vetrine o all’interno del proprio negozio
le rappresentazioni della Natività che i
cittadini potranno votare per decretare i tre presepi più originali, più fedeli
alla tradizione, più innovativi anche dal
punto di vista ambientale, meccanico
e tecnologico. I tre negozi dei presepi
più votati potranno indicare all’Unione
del Commercio di Milano tre associazioni non profit a cui sarà consegnato un
contributo, rispettivamente, di 1.000,
700 e 500 euro. L’estrazione si svolgerà
domenica 25 gennaio alle 10.30 in Sala
foto di Kathryn Mc Callum
“Monsignor Gandini” (via XXIV Maggio). Infine, in occasione del mercato
straordinario di domenica 21 dicembre saranno esposti i presepi realizzati
dagli alunni delle scuole elementari,
pubbliche e private, della città che potranno essere votati dai clienti del mercato di piazza Linate.❖
Le origini
Si deve agli evangelisti Luca e Matteo
la prima descrizione della Natività;
nei loro testi è presente quella sacra rappresentazione che ha preso il
nome latino di praesepium ovvero recinto chiuso, mangiatoia. In Luca si
narra, infatti, che il Figlio dell’Eterno
è posto “in una mangiatoia perché non
c’era per essi posto nell’albergo.” La realizzazione del presepe, secondo la tradizione corrente, ha origine dal desiderio di San Francesco di far rivivere
in una dimensione naturale la nascita di Betlemme; tale rappresentazione ebbe luogo a Greggio, in provincia
di Rieti, la notte di Natale del 1223.
Primo esempio di presepe inanimato è, invece, quello che Arnolfo di
Cambio realizzò nel 1280 e del quale
oggi sono conservate le statue residue
nella cripta della Cappella Sistina a
Roma. Con il XVIII secolo si diffonde
il presepe meccanico o di movimento che ha in Hans Schlottheim, nel
1588, un illustre predecessore. Con
il XIX secolo si distingue l’arte presepiale pugliese, specialmente a Lecce,
per un uso innovativo della cartapesta e dei colori.
Oggi, il presepe torna "di moda" anche attraverso l’allestimento di rappresentazione dal vivo, presepi viventi e soprattutto la produzione di
artigiani, eredi delle scuole del passato, che attraverso le loro opere riportano nelle case e nelle piazze d’Italia
la Natività secondo la simbologia cristiana.
Seregnoinform@ dicembre/gennaio 2009
27
/stili di vita/salute e benessere
a cura della dott.ssa Dovra Ancona
Un po’ di attenzione verso l’alimentazione per sentirsi bene con se stessi
La dieta proteica per
vivere in equilibrio
Si tratta di un rimedio rapido che ci permette di perder
chili nelle zone diaboliche come cosce, addome, glutei,
cioè dove sono più distribuite le cellule adipose
L
’alimentazione influenza tutte le fasi
della vita. Aiuta, se seguita in modo
corretto, a far diminuire le problematiche dovute all’invecchiamento degli organi, ma anche a prevenire le patologie
legate all’invecchiamento stesso, come
infarto o ipertensione.
Un’erronea introduzione di cibo può far
elevare i valori non solo della glicemia,
ma anche della pressione arteriosa, che
modula i fenomeni legati all’invecchiamento dei reni e dell’apparato cardiovascolare. Per cui è importante avere
un’alimentazione equilibrata.
Può sembrare facile ma non è così: in
questa stagione, le basse temperature e
la mancanza di sole, ad esempio, non
facilitano il desiderio di seguire una dieta equilibrata né la voglia di esercizio fisico, che almeno aiuterebbe a smaltire
quanto consumato. Ormai le diete in
circolazione sono le più svariate, è importante però avere qualche consiglio
un po’ più specialistico, e fare chiarezza su una dieta che è molto “di moda”,
quella proteica.
Il primo consiglio è quello di pesarsi regolarmente. Una volta alla settimana è
sufficiente, per permettere di capire cosa
sta capitando nel nostro corpo. Chiarito
a quanto ammontino i chili aggiunti è
28
sempre bene richiedere al nostro medico oppure a uno specialista come comportarsi se il nostro peso ha superato “la
soglia”. Ma qual è la soglia? Per conoscerla bisogna sapere cosa è l’indice di
massa corporea (B.M.I.) che è dato da
P (chili)
-----------------h² (altezza)
B.M.I. Categorie:
Normopeso = 18.5-24.9
Sovrappeso = 25-29.9
Obeso = > 30
Un altro consiglio è quello di bere molto prima dei pasti, fare attenzione agli
spuntini e cercare di controllarsi nei momenti passati davanti alla televisione.
Ma cos’è la dieta proteica?
Si tratta di una dieta rapida che ci permette di perder chili nelle zone “diaboliche” come cosce, addome, glutei,
cioè dove sono più distribuite le cellule
adipose.
Con questa dieta scatta la lipolisi, la distruzione del grasso, soprattutto in queste zone critiche.
L’importante è seguirla solo per due o
tre mesi e dopo essersi accertati, tramite
gli esami del sangue, che reni e fegato
funzionino bene. Questo perché con la
dieta proteica abbiamo una vera accelerazione del metabolismo con notevole
mobilizzazione e distruzione dei grassi che verranno eliminati dai reni e dal
fegato stesso. La storia di questa dieta
dicembre/gennaio 2009 Seregnoinform@
nasce nel 1967 con Apfelbaum a Parigi
e più tardi, nel 1973, Blackburn, ricercatore dell’Istituto di tecnologia del Massachusetts scoprì che un regime unicamente a base di proteine permetteva di
diminuire sufficientemente la litogenesi,
ovvero la formazione di grasso e far scattare la lipolisi: il tutto progettando l’attività metabolica dei tessuti mobili e assicurando un bilancio azotato equilibrato.
Per mantenere l’organismo in salute è
importante una certa dose di proteine.
Non dimentichiamoci, infatti, che le proteine sono alla base del sistema immunitario: è proprio da questo che si sintetizzano gli anticorpi, e non solo, anche
gli enzimi che hanno molteplici funzioni. Le proteine sono importanti perché
sono alla base di tessuti come muscolo
e pelle.
Quali sono i vantaggi che offre
questa dieta?
Abolita la sensazione di fame
Per poter proseguire una dieta non si
deve aver fame e questo avviene con la
dieta proteica. La fame sparisce in tre o
quattro giorni, formandosi i corpi chetonici di cui uno, l’acido idrossibutirrico
agisce sul centro della sazietà (a livello
cerebrale).
La rapidità
Questa determina la motivazione in un
paziente, se il suo dimagrimento procede lentamente, avrà comunque delle
difficoltà a proseguire la dieta soprat-
tutto se ci sono molti chili da perdere.
Con questa dieta possiamo perdere dai
due ai quattro chili alla settimana, con
protezione della massa muscolare, per
cui non si avrà caduta di tono di glutei,
viso e braccia, ma sarà invece il tessuto
adiposo a esser utilizzato come fonte di
energia.
La sensazione di benessere
Favorita dall’azione disintossicante del
digiuno proteico.
Il sonno
Nell’obeso è spesso diminuita la capacità respiratoria a cura della compressione
endotoracica provocata da importanti masse grasse. La perdita graduale di
peso indotta dal digiuno proteico migliora la capacità respiratoria per cui il
paziente dorme meglio.
Pelle e rughe
Risentono anche queste positivamente,
infatti la massa proteica è risparmiata e
non si ha la formazione di solchi.
La cellulite
Proprio per la perdita del grasso e della diminuzione di liquidi c’è un grosso
miglioramento della circolazione e quindi anche dell’ossigenazione dei tessuti.
Sparisce la pelle a “buccia d’arancia”.
Chiaramente ci sono delle controindicazioni assolute.
Non la possono fare
I bambini o gli adolescenti
Le donne in gravidanza o durante l’allattamento
Le persone che fanno abuso di alcool
Le persone affette da arteriopatie cerebrali
Le persone colpite recentemente da infarto
Le persone affette da malattie metaboliche ereditarie
In cosa consiste la dieta?
Nel seguire un regime alimentare a base
proteica di carne magra come:
- pollo, tacchino, coniglio, vitello o pesce o uova.
- bere almeno 2 litri di acqua gasata o
naturale.
- assolutamente evitare la frutta, succhi
di frutta, salumi, formaggi, burro, fritture, dolci, gelati, pasta, riso, alcolici e
patate.❖
L'angolo dei consigli
No alle diete “fai da te”: possono portare a errori dannosi per la
salute. Meglio andare da uno specialista che potrà indicare la dieta
in base a esami del sangue, età, ossatura, B.M.I. (indice di massa corporea).
Evitare di diventare maniaci
della dieta: i piccoli accumuli
di grasso (pancia, fianchi, braccia,
cosce) difficilmente si possono eli-
minare senza trattamenti specifici
come, per esempio, l’Apollo (nuovo trattamento a radiofrequenza
tripolare, che permette di sciogliere
il grasso senza l’uso di aghi o dolore).
Non fissatevi sul fatto che a 20
anni pesavate meno: è normale avere tre o quattro chili in più
superati i 40 anni. E comunque il
vostro viso apparirà più disteso.
/comune/la parola ai partiti
Ugo Calò
Forza Italia
Luca Talice
Lega Nord
Riformare la scuola è
interesse di tutti
Fronte comune
(contro la malavita)
[email protected]
I
n merito ad un tema così ‘importante’ come la riforma della
scuola ed alle polemiche faziose della ‘sinistra’, anche attraverso
manifestazioni di piazza, nei confronti del Ministro Maria Stella
Gelmini il gruppo consiliare di ‘Forza Italia’ intende fornire alcune precisazioni alla cittadinanza. “Ci sono due Italie: una per
una scuola di qualità e che vuole che gli insegnanti vengano pagati meglio e rappresenta la stragrande maggioranza degli italiani, poi ci sono piccole frange che
hanno deciso di non guardare nel merito i problemi e
di protestare.” Queste parole, del Ministro Gelmini, esprimono
il modello di scuola che vogliamo per i nostri figli. Viviamo in un
paese che ha il più alto numero di docenti per studente di tutto
l’occidente e un numero di ‘bidelli’ superiore al numero dei carabinieri. In compenso abbiano i docenti più ‘mal pagati’ d’Europa
nonostante la loro professionalità. Il Governo si è trovato di fronte
al no ideologico mosso da insegnanti e sindacati di sinistra (che
si divertono a mantenere lo ‘status quo’) e da gruppi di studenti,
strumentalizzati ed incuranti del loro futuro, schierati contro una
riforma che rilancia il sistema scuola secondo criteri ‘meritocratici’ a discapito delle storture ideologiche. Una riforma diretta a
reintrodurre, ad esempio, il voto in pagella per le elementari e
medie, così da rendere più comprensibile l’impegno degli studenti, e a ripristinare il voto in condotta, messo nel dimenticatoio
dalle riforme di ‘sinistra’, che ha determinato con sempre più frequenza fenomeni di bullismo. Previsto anche un risparmio per le
famiglie sull’acquisto dei testi scolastici, mettendo fine all’ignobile
meccanismo degli aggiornamenti dei testi. Vi è poi la reintroduzione obbligatoria dell’educazione civica, incentrata su ambiente
e studio della Costituzione. Si assisterà ad una razionalizzazione
del personale (con il maestro prevalente, che non ha certamente fatto crescere, negli anni passati, generazioni di ‘asini’, ci sarà
più disponibilità per il tempo pieno) oltre a liberare risorse per
pagare meglio i docenti migliori. Nessuno verrà licenziato ma,
al tempo stesso, non si può pensare di andare avanti con una
idea di pubblica amministrazione non orientata a fornire servizi
di qualità ai cittadini ma con la funzione di ‘parcheggio’ per chi è
alla ricerca di un posto di lavoro. La riforma è necessaria per avere
anche in Italia una scuola che dia valore al merito facendoci uscire
dall’appiattimento egualitarista sessantottino; una scuola che non
sia un ‘ammortizzatore sociale’ ma una struttura che rende concreto il diritto allo studio dei nostri giovani che consente di partire
alla pari con gli altri (chi ha adeguata formazione trova sempre
un adeguato lavoro). Poiché in questi giorni si sono dette molte
falsità contro il Governo intendiamo utilizzare questo spazio per
far capire ai cittadini seregnesi che ‘scuola’ vogliamo per la nostra
città e per il futuro dei nostri figli.
[email protected]
N
egli ultimi tempi,stiamo assistendo a fatti ed episodi criminosi che hanno portato l’attenzione su un fenomeno poco
conosciuto o sottostimato. La Brianza, la nostra terra, dove molti
di noi ci sono nati e comunque tutti ci viviamo, famosa per le
sue aziende e i tanti mobilifici,è diventata terreno fertile per la
malavita organizzata. Usiamo il termine “Terreno Fertile”, non a
caso, ma proprio perché su una porzione del nostro territorio e
anche in quelli di Desio e Briosco, è stata trovata dopo mesi di
indagini da parte delle forze dell’ordine, una discarica abusiva di
rifiuti tossici. Indagine che è partita da una segnalazione effettuata dalla polizia locale di Seregno. Si è appreso che c’era una vera
e propria organizzazione che trafficava rifiuti pericolosi in terra
brianzola. Per ricostruire l’intera vicenda e individuare i vari componenti del gruppo, le forze di polizia hanno condotto le indagini per 10 mesi, suffragate anche da operazioni di osservazione,
pedinamenti, intercettazioni telefoniche e ambientali. Risultato:
quasi una decina le persone arrestate e altre 20 denunciate. Non
è stato l’unico fatto grave che ha coinvolto il nostro territorio.
Sempre nello stesso periodo dopo un indagine della Guardia
di Finanza, è stato arrestato un personaggio che utilizzava soldi
sporchi frutto di attività criminali nel napoletano, per acquistare
immobili, attività produttive, terreni ecc. Cento milioni di euro
(200 miliardi delle vecchie lire) che attraverso società fantasma,
prestanomi ecc servivano per acquistare edifici a Monza, Desio,
Muggiò, ma anche a Seregno. In sintesi soldi sporchi, ripuliti con
società finte e prestanomi veri che servivano a far guadagnare
altri soldi. Quello dei prestanome è il vero problema unito a quello dei colletti bianchi, professionisti all’apparenza perbene che
facendo finta di non sapere la provenienza dei soldi illeciti si mettono a disposizione dei malavitosi per incrementare i guadagni.
Professionisti che scorazzano per le nostre città con macchinoni,
pensando di essere stimati… In realtà sono il peggio in assoluto
che possa esserci, essendo a libro paga dei malavitosi. Chissà se
questi personaggi girano anche per Seregno? Speriamo di no,
ma teniamo di sì! Davanti a questo malaffare diffuso, a queste
infiltrazioni mafiose non possiamo dividerci. La società civile, la
stampa locale (che è molto attiva nel segnalare il rischio di infiltrazioni mafiose in Brianza), le associazioni del mondo produttivo, ma anche del volontariato, i partiti (tutti, nessuno escluso),
le istituzioni, la gente onesta devono essere tutti uniti e fare fronte COMUNE con le forze dell’ordine per fermare i mafiosi. Noi
della Lega Nord saremo sempre presenti, vigili, attenti. Saremo
sempre contro tutti i malavitosi italiani e/o stranieri. Concludo
ringraziando tutti per aver letto il mio articolo e colgo l’occasione
per porgere i migliori auguri di Buon Natale, Buon Anno e Buone
Feste!
Seregnoinform@ dicembre/gennaio 2009
31
/comune/la parola ai partiti
Antonio Graziano
Alleanza Nazionale
Roberto Pozzoli
Amare Seregno
L’effetto scuola
Provincia di Monza
e Brianza, cui prodest?
[email protected]
L
a scuola si sta confermando terreno ideale scelto dalla sinistra
per attaccare il governo di centrodestra. La loro strategia è
sempre la stessa: divulgare menzogne a ripetizione, obbligando
chi governa di smentirle, occupare le scuole cercando di allargare la protesta portando ben oltre la legalità le iniziative di opposizione, allo scopo di attirare l’attenzione dei media provocando
così ulteriore confusione. Non da ultimo , per i nostalgici sessantottini c’è la ricerca del vittimismo quando il premier dichiara di
voler tutelare la libertà di quanti vogliono continuare a studiare e
a lavorare in pace, oppure se le forze dell’ordine respingono una
manifestazione non autorizzata prima che questa blocchi una
stazione ferroviaria, come è accaduto qualche giorno fa a Milano. Il motto che pervade le sinistre folle studentesche è sempre
il solito: Politicizzazione, falsità, vittimismo, ovvero la tattica
della sinistra non cambia mai. Gli Italiani devono reagire a queste
manifestazioni con la forza della verità contenuta nelle poche innovazioni del decreto Gelmini. Il nucleo del decreto è la reintroduzione del maestro prevalente ove si sancisce il principio in cui
l’educazione si fonda su un rapporto personale unico. Il ripristino
del voto in condotta, porterà a rafforzare il principio di autorità
nella scuola, infatti in sede di scrutinio intermedio e finale verrà
valutato il comportamento di ogni studente, anche in relazione
alla partecipazione alle attività e agli interventi educativi realizzati
dalle istituzioni scolastiche anche fuori dalla propria sede."Inoltre
dal prossimo anno scolastico saranno attivati corsi in “Cittadinanza e Costituzione” inerenti l’educazione dello stare insieme
attraverso la comunicazione dei capisaldi della vita comune: il
rispetto reciproco, la cura di chi è diverso, il non imbrattare i
muri, ecc. I competenti organi scolastici adotteranno libri di testo in relazione ai quali l’editore si sarà impegnato a mantenere
invariato il contenuto per 5 anni nella scuola primaria e per 6
nella secondaria di primo e secondo grado e a tale proposito il
dirigente scolastico avrà il compito di vigilare affinché le delibere del collegio dei docenti sull’adozione dei libri di testo siano
assunte nel rispetto delle disposizioni. Nella scuola primaria la
valutazione degli apprendimenti degli alunni e la certificazione
delle competenze da essi acquisite sarà espressa in decimi ed illustrata con giudizio analitico sul livello globale di maturazione
raggiunto dall’alunno il tutto a beneficio della semplicità e della
chiarezza. Se vogliamo bene alla scuola bisogna avere il coraggio
di cambiare. I dati OCSE dicono che i nostri quindicenni sono
agli ultimi posti nella classifica mondiale in quelle abilità come la
lettura che si apprende alle elementari. Un alunno delle scuole
elementari italiane costa ai contribuenti circa 5000 euro l’anno,
è mai possibile che dopo aver speso 25.000 euro metà di questi
non sappiano nemmeno leggere?
32
dicembre/gennaio 2009 Seregnoinform@
[email protected]
V
isto che nel 2009 andremo a votare per la Provincia di Monza
e Brianza, vi voglio sottoporre alcune argomentazioni, ancora
attuali, che risalgono a 18 anni fa, allorché si trattava di scegliere tra
Città Metropolitana e Provincia.
“In merito alle scelte che i nostri comuni faranno sull’area metropolitana, occorre definire alcuni aspetti normativi e politici.
Ci si deve basare sugli effettivi legami economico-culturali con
Milano, Como, Lecco, Monza. Viviamo in una realtà che è connessa con Milano sotto moltissimi punti di vista e sembrerebbe
assurdo staccarsi. Nella comparazione costi-benefici occorre considerare anche quali sarebbero le conseguenze del non ingresso
nell’area metropolitana. In primo luogo i comuni esclusi sono
tagliati fuori dagli investimenti che l’autorità metropolitana decide di fare. In secondo luogo i comuni esterni subiscono comunque le scelte urbanistiche. La necessità di un decentramento
dei servizi, con aree più ristrette per poter operare in maniera
da rispondere alle esigenze della gente, è fortemente sentita.
Questo deve essere l’interesse primario, non la localizzazione del
centro decisionale, Milano o Monza. La logica è distinguere il
decentramento politico dal decentramento amministrativo e dei
servizi. E’ poi importante chiarire un punto che viene travisato:
la legge dice che le aree metropolitane possono essere suddivise
in circondari a seconda delle esigenze della popolazione. D’altro canto, la creazione di una nuova provincia, non comporta
l’istituzione di uffici amministrativi dello Stato. Dire che per avere i servizi decentrati bisogna creare una nuova-provincia è una
falsità. Creando l’Area Metropolitana, sarebbe più facile definire
dei circondari, come ad esempio il circondario di Monza, con
tutti gli uffici e i servizi decentrati. L’obiettivo che ci dobbiamo
porre come brianzoli è quello di contrattare l’ingresso nell’area
metropolitana per garantire la tutela della specificità dell’identità.
La legge apre grosse possibilità di tutela: i confini dei comuni che
entrano nell’Area Metropolitana vanno ridefiniti per evitare che
i comuni più grossi fagocitino quelli più piccoli. Non esisterà più
il Comune di Milano ma al suo posto 5 o 6 comuni più piccoli
con altrettanti Consigli, altrettanti Sindaci. Rimane comunque il
grosso nodo della rappresentatività delle diverse realtà in seno
agli organismi metropolitani; sarà necessaria una modifica delle
norme elettorali rispetto agli attuali meccanismi. Si potrebbe usare un meccanismo misto alla francese o alla tedesca in modo che
nelle ipotesi di un consiglio composto da 80 componenti si abbia
un rappresentante per ogni area di circa 40.000 abitanti. L’ipotesi della creazione della provincia di Monza potrebbe essere anche
diseconomica, nonché antistorica: pur con forti differenziazioni
noi siamo profondamente legati a Milano.” E adesso ci siamo:
sarà stata una buona scelta?? O non sarà piuttosto un azzardo?
Cesare Visconti
UDC
Pietro Amati
Partito Democratico
Linea di politica
scolastica dell’udc
lombardia
Seregno, capitale
europea
[email protected]
U
tilizzo lo spazio a mia disposizione per indicare, sia pure in
modo succinto, stante lo spazio concesso, la linea politica
regionale del mio Partito l’UDC, per quanto attiene il tema della scuola: L’UDC ha sempre ritenuto la formazione e l’istruzione
un cardine su cui basare le proprie linee di azione politica nella
convinzione che il Nostro Paese “potrà garantirsi un futuro solo
se sarà capace di promuovere un grande balzo in avanti della
qualità dell’istruzione, della formazione, della ricerca.”
Di qui la necessità di por mano con serietà e determinazione ad
iniziative legislative che mirino a migliorare la qualità del nostro
sistema scolastico, la sua efficienza e soprattutto i livelli di apprendimento dei nostri studenti. Siamo in sintonia sul ripristino del
voto in condotta, sul ripristino della valutazione in decimi superando i giudizi analitici, così come sul ritorno all’obbligatorietà di
studio di “cittadinanza e costituzione”. Riconosciamo la necessità di por mano ad una riqualificazione della spesa con l’obiettivo
di eliminare sprechi e rendite di posizione che riducono le risorse disponibili per un loro reinvestimento utile al miglioramento
qualitativo del sistema basato sul principio della valorizzazione
del merito soprattutto del corpo docente, stabilendone con trasparenza i criteri, e del miglioramento del livello retributivo loro
riconosciuto. In questo contesto l’UDC non disconosce comunque l’ineludibilità di adeguare il sistema educativo a parametri
europei (alunni/classi – alunni/docenti – docenti/classi) ma ritiene si debbano raggiungere in tempi medi con il coinvolgimento
delle OO.SS. ed un uso del turn-over che non precluda l’ingresso
di risorse umane giovani. Si rende necessario, affinché questo avvenga, modificare la strategia degli interventi politici ed anziché
predisporre tagli su cui successivamente realizzare interventi non
organici di sistema, si rende necessario costruire un progetto di
innovazione e modernizzazione complessiva che sappia inserire
principi di sana competizione anche attraverso il solido sostegno
alla scuola paritaria, su cui intervenire con norme che colpiscano
ed eliminino i veri sprechi esistenti per un loro reinvestimento, a
fini migliorativi, nello stesso bilancio del Ministero dell’Istruzione,
dell’Università e della Ricerca. Per affrontare il problema “scuola”
è necessario: istituire un tavolo di confronto fra tutte le parti politiche che intendono positivamente contribuire alla costruzione
di un progetto di riqualificazione ed ammodernamento del sistema; attivare una sessione straordinaria del parlamento per trattare le complesse problematiche attinenti la scuola; rivalutare gli
aspetti finanziari complessivi ai fini di un maggior reinvestimento
dei risparmi ottenuti nel bilancio della scuola e della formazione
per attribuire al sistema educativo, nei fatti, il giusto ruolo di priorità che gli compete. Avremo modo di approfondire l’argomento
trattato nelle diverse sedi di competenza della Politica.
[email protected]
O
gni anno, in Europa, si individua una città, eleggendola “capitale europea della cultura”. Il 2008 ha avuto, quale capitale,
la città inglese di Liverpool. Chi arriva in quella città, sbarca all’aeroporto “John Lennon” e, appena uscito sul piazzale antistante, si
imbatte in un sottomarino giallo sollevato da terra e inclinato, come
dovesse nuovamente rituffarsi negli abissi, grande monumento
colorato che ricorda la magica canzone di Lennon e McCartney.
Ogni cosa, in città, ricorda il quartetto inglese che ha rivoluzionato
la musica, e anche i cittadini italiani, di ogni età, compresi i seregnesi, magari diligenti elettori della Destra che governa la nostra
città, si fanno immortalare ai piedi della grande statua bronzea di
John Lennon, artista europeo dell’anno. Poi si ritorna nella nostra
velenosa Brianza (come diceva il compianto Lucio Battisti) e, con
i bambini, si va a giocare in un parco, vicino a casa. Il parco John
Lennon… ops… “Caduti di Nassirya”. Gli alunni della media Don
Milani, scuola a indirizzo musicale, ancora oggi si ostinano a chiamarlo “Parco John Lennon” (guai, ragazzi, se vi sente il Sindaco!)
così come, alle elementari “Rodari”, ancora chiamano quel loro
abbandonato parco “Caduti di Nassyria”. Quest’ultimo si chiama
invece “Bambini di Beslan”, e tanto è stato a cuore a questa Amministrazione che, quest’anno, ci si è pure dimenticati dell’anniversario di quel tragico massacro. Abbiamo
giocato con le parole: con la scusa di “avvicinare” alla caserma dei
Carabinieri il parco “Caduti di Nassirya”, ai quali va il nostro
commosso ricordo e la nostra imperitura riconoscenza, si
è perpetrato il crimine culturale sospettato: a nulla interessavano, a
questa Amministrazione, i bambini ceceni; lo scopo era solo quello
di cancellare John Lennon, frutto impuro della precedente Amministrazione. Così, mentre in tutta Europa si è cantato a suon di
musiche di John Lennon, nella nostra città, la “cultura” ha trionfato ancora una volta, attraverso la scomparsa persino dell’assessore
alla Cultura, di cui il Sindaco e la Maggioranza non sentono il bisogno; a Seregno, per la cultura, bastano le manifestazioni di piazza, con lo zucchero filato e i gadget per i bambini, con la scritta
“Città di Seregno”, da ricordare al momento delle elezioni; cultura
è stata rendere il centro città (freddo, impersonale e senza anima,
nella nuova versione urbanistica) pedonabile, ma attraversato da
Ferrari rombanti, che i sudditi possono, senza toccare, guardare
e mostrare ai bambini come svuotato mito del nostro tempo…
Cultura è costruire un auditorium (un “modernissimo auditorium
ipogeo”, come ha declamato una asservita testata giornalistica)
per... per cosa? Non era meglio utilizzare quei soldi ( ricordo, sino
alla noia, “pur di non fare il palazzo comunale”) per qualcosa di
socialmente utile, piuttosto che inseguire un orizzonte culturale
che non c’è? Liverpool capitale europea della cultura, Seregno capitale europea dell’ignoranza.
Seregnoinform@ dicembre/gennaio 2009
33
/comune/la parola ai partiti
Giuseppina Minotti
Francesco Mandarano
Rifondazione Comunista
[email protected]
[email protected]
Il prc ha aderito allo
sciopero generale del 12
dicembre
P
aghi la crisi chi l’ha causata. L’attuale grave recessione
economica è il risultato di anni di politiche a favore del libero
mercato. Mentre i ricchi sono diventati sempre più ricchi, le lavoratrici e i lavoratori, i giovani precari e i pensionati sono sempre
più poveri. Servirebbe un’inversione di tendenza delle politiche
sociali, riprendere la lotta all’evasione fiscale, aumentare le tasse
sulle grandi ricchezze, sulla finanza, sui grandi patrimoni immobiliari, ma il governo salva le banche e i banchieri mentre taglia i
fondi per le scuole, per la sanità e per le pensioni.
Difendere l’occupazione. Bisogna fermare i licenziamenti e la
chiusura delle aziende. Occorre una politica industriale che punti
alla difesa dell’occupazione, combatta le delocalizzazioni, investa
sulla ricerca e sulla qualità. Occorrono investimenti pubblici per
la compatibilità ecologica dell’industria, per l’energia pulita, per
uno sviluppo delle città e delle periferie legato ai bisogni reali
delle persone.
Fermare la precarietà. Bisogna cambiare le leggi che hanno
fatto dilagare la precarietà del lavoro e che oggi, con la crisi che
avanza, produrranno centinaia di migliaia di disoccupati. Deve
finire la persecuzione del lavoro migrante, ricattato nei suoi diritti
fondamentali con la minaccia di perdere il permesso di soggiorno. Più sicurezza per i migranti significa più diritti per tutti.
Difendere il salario. Bisogna aumentare le retribuzioni dei lavoratori. Per sostenere il reddito dei lavoratori e dei pensionati
bisogna ridurre le tasse sulle retribuzioni e sulle pensioni medio
basse, detassare la tredicesima per tutti o dare un “bonus” a chi
la tredicesima non l’ha, detassare la cassa integrazione, ripristinare la scala mobile. Occorre un intervento sui prezzi e ridurre i
mutui sulla prima casa e gli affitti. Va sviluppata la sanità pubblica
e rafforzato il sistema delle pensioni pubbliche.
Che cosa sta succedendo nella scuola seregnese? La
cosiddetta Riforma Gelmini ha provocato proteste anche nel
mondo della scuola seregnese. I primi a muoversi sono stati
docenti e non docenti degli Istituti di Base, il 15 è stata la volta
degli Istituti superiori Levi e Bassi, poi il grande successo dello
sciopero del 30.
Il gruppo consiliare del PRC ha presentato un ordine del giorno
dal titolo: “Difendiamo la Scuola Pubblica”. Nell’ODG si chiedeva una riflessione sui provvedimenti legislativi che riguardano
7000 famiglie seregnesi che hanno figli a scuola, individuando
i nodi principali: in primo luogo la scomparsa del tempo pieno
nella scuola elementare e di quello prolungato nella scuola media nonché la presenza del maestro unico dalle prime elementari,
ma non è stato approvato dalla maggioranza di centro destra.
Speriamo che i seregnesi non se ne dimentichino, in futuro.
Sito:www.brianzapopolare.it/prcbrianza/seregno
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dicembre/gennaio 2009 Seregnoinform@
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