Inca: verso la fine di una storia La fusione per incorporazione dell
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Inca: verso la fine di una storia La fusione per incorporazione dell
Inca: verso la fine di una storia La fusione per incorporazione dell’Istituto Nazionale per le Conserve Alimentari nella SSICA al centro di ripetuti colloqui tra Confartigianato e Ministero dello Sviluppo Economico Nel corso dell’ultimo trimestre il Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE) ha accelerato la procedura di consultazione delle associazioni rappresentanti i produttori alimentari al fine di definire lo schema di regolamento che disciplina la fusione dell’INCA (Istituto Nazionale per le Conserve Alimentari) nella SSICA (Stazione Sperimentale Industria Conserve Alimentari). In verità, Confartigianato Alimentazione – concordemente ad altre Confederazioni e Associazioni del settore – da anni auspicavano la soppressione dell’Istituto (da sempre sostanzialmente vuoto di funzioni, seppure sulla carta deputato ad attività di ispezione e la vigilanza sui prodotti alimentari di origine conserviera), che sarebbe stata ora realizzabile in virtù del c.d. “decreto taglia-enti” (d.l. n. 112 del 25 giugno 2008). Le attività dell’INCA (se di “attività” si possa parlare, quanto piuttosto di “inattività”) infatti, sono state superate dal regime di autocontrollo della produzione alimentare, realizzato attraverso il metodo Haccp, imposto alle imprese del settore dai decreti attuativi delle Direttive comunitarie in materia di igiene e sicurezza. Confartigianato, sia in sede di riunione consultiva presso il Ministero tenutasi in data 21 maggio, sia nel testo di una recente lettera a firma congiunta con CNA diretta al dirigente responsabile, ha sottolineato la necessità che l’incorporazione dell’INCA nella SSICA proceda nel senso della pronta abolizione del contributo dovuto all’INCA – cui le imprese sono ancora soggette – visto lo stato di sofferenza congiunturale delle imprese del settore alimentare e la sostanziale mancanza di funzioni dell’Istituto. Confartigianato e CNA hanno espresso parere favorevole all’assorbimento dell’INCA nella la Stazione sperimentale per le conserve alimentari (dal momento che la sua soppressione non risulta fattibile per motivi tecnico-giuridici, a detta dei dirigenti ministeriali), chiedendo però al Ministero che vengano inseriti negli uffici della pubblica Amministrazione la maggior parte dei dipendenti dell’INCA per far sì che il contributo che le imprese artigiane pagano alla SSICA (di cui alcune aziende stentano a comprendere l’utilità) non subiscano aumenti anche se fossero di lieve entità. Le funzioni attualmente molto ridotte esercitate dall’INCA potrebbero essere svolte – a parere degli alimentaristi artigiani – da una o due unità al massimo, ad opera della SSICA stessa, la cui attività di ricerca e di supporto al tessuto produttivo è considerata particolarmente utile anche e soprattutto in questa fase complessa per l’economia: sarebbe infatti dannoso e deleterio creare una sezione specializzata dell’INCA che diventerebbe un Ente nell’Ente. Per quanto riguarda tempi e modalità della fusione, Confartigianato e CNA ritengono realizzabile una proroga al 31 dicembre 2009 del limite di cui all’art. 26 della legge 133/2008 per la riorganizzazione degli enti non economici. Il MiSE ha prontamente risposto alle osservazioni degli alimentaristi artigiani sottolineando come circa la ipotizzata proroga dei termini connessi all’attuazione del processo di riordino, il decreto legge c.d. anticrisi), adottato dal Consiglio dei Ministri nella seduta del 26 giugno 2009 ed in corso di pubblicazione, abbia stabilito la proroga degli effetti della disposizione “taglia-enti” al 31 ottobre 2009. Unitamente a tale proroga, il decreto ha introdotto la modifica del procedimento di adozione dello schema di regolamento ed ha individuato l’Amministrazione vigilante quale soggetto responsabile del riordino. Il MiSE si dichiara pronto a promuovere la richiesta delle associazioni di categoria di eliminazione dal contesto dello schema regolamentare della previsione nell'ambito della Stazione sperimentale di una sezione specializzata per l'esercizio dei compiti ex INCA, rinviando al nuovo statuto ogni disciplina sull'individuazione di aree di autonomia funzionale per l'organizzazione dei compiti dell'organismo riordinato. Correlata a tale iniziativa è la revisione formale della disposizioni sulle attività da svolgere dalla Stazione sperimentale, con la precisazione che i compiti ex INCA si aggiungono a quelli di prioritario rilievo svolti dalla SSICA. Circa le problematiche del personale, il MiSE conferma il suo impegno di in favore dell'adeguata valutazione delle varie esigenze, facendo allo stesso tempo presente che nello schema regolamentare esiste una specifica disposizione sulla mobilità semplificata per la destinazione al Ministero dello sviluppo economico di personale dell'Istituto nazionale per le conserve alimentari, sulla quale si è registrato il consenso delle rappresentanze sindacali e che ha passato il vaglio da parte del Ministero della pubblica Amministrazione e dell'innovazione. Il MiSE conclude ribadendo il suo l'intendimento di coinvolgere intensamente ed incisivamente le Confederazioni del settore e le altre rappresentanze associative interessate in un operoso e costruttivo dialogo nel disegno attuativo della delega sul riordino delle stazioni sperimentali, per riordinare significativamente le disposizioni in materia, semplificando e razionalizzando sostanzialmente il sistema, con l'eliminazione di duplicazioni di incombenze e di oneri, e andando quindi decisamente oltre i meri ambiti di un riassetto organizzativo che caratterizzano l'iniziativa regolamentare di fusione. 21/07/09