Report - Tornata accademica Olivo e Olio 2016

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Report - Tornata accademica Olivo e Olio 2016
Tornata dell'Accademia Nazionale dell'Olivo e dell'Olio in Sicilia
La Tornata dell’Accademia Nazionale dell’Olivo e dell’Olio si è tenuta il 4 e 5
novembre 2016 nel territorio di Sciacca (AG) che per caratteristiche ambientali,
colturali, sociali ed economiche è, in Sicilia, uno tra i più vocati per l’olivicoltura.
Sciacca, ubicata sulla fascia costiera Sud-occidentale dell’Isola, dista circa 70 km
dalla Valle dei Templi e circa 40 dal sito archeologico di Selinunte, è dotata di
strutture alberghiere, della ristorazione, termali, ed è meta di turismo balneare, ed
enogastronomico. Sciacca, oltre ad ospitare una delle più importanti flotte
pescherecce della Sicilia, presenta una fiorente attività agricola, basata sull’orticoltura
di pieno campo e in serra, sull’agrumicultura, sulla viticoltura e sull’olivicoltura.
L’olivicoltura si estende su circa 6000 ettari di oliveti, basati per lo più sulle cultivar
Cerasuola e Biancolilla e su circa 10 frantoi, con capacità di lavorazione complessiva
che supera le 18000 tonnellate per stagione olearia. La base aziendale
dell’olivicoltura è piuttosto frammentata, con superfici che raramente superano i 2
ettari di estensione, anche se non mancano aziende con oltre 10 ettari di oliveti (circa
il 10%). Gli imprenditori agricoli sono piuttosto propensi all’innovazione, soprattutto
per quanto concerne le tecniche colturali, con particolare attenzione alla difesa
integrata, all’irrigazione e, in questi ultimi anni, alla meccanizzazione della raccolta.
Relativamente a quest’ultimo aspetto molto interesse si rileva rispetto ai sistemi
d’impianto superintensivi, soprattutto per la possibilità che danno ai fini della
meccanizzazione della raccolta e della potatura. A Sciacca ha inoltre sede una delle
sezioni periferiche dei servizi allo sviluppo dell’Assessorato Agricoltura e Foreste
della Regione Siciliana.
La parte seminariale dell’incontro tecnico ha avuto luogo venerdì 4 novembre,
con inizio alle ore 16.30, presso la Sala Conferenze del Complesso Monumentale di
San Francesco, con la presentazione di relazioni di docenti e ricercatori
dell’Università degli Studi di Palermo che svolgono attività di ricerca nel settore, e di
tecnici che operano in quei territori.
I lavori sono stati introdotti dal Presidente dell’Accademia, Prof. Riccardo Gucci, che
ha posto l’accento sull’utilità degli incontri organizzati dall’Accademia ai fini di
favorire il trasferimento, al comparto produttivo, delle conoscenze scientifiche e degli
aggiornamenti tecnici per lo sviluppo dell’olivicoltura nazionale. Il Presidente ha,
inoltre, presentato il programma degli incontri accademici che si terranno dopo
l’incontro in Sicilia. Il Prof. Gucci ha concluso il suo intervento con un contributo,
presentato con l’ausilio della proiezione di un breve filmato su una nuova macchina
per la raccolta delle olive, del tipo “canopy contact” che opera in continuo, sviluppata
da un’industria meccanica italiana.
A rappresentare le autorità cittadine è intervenuta, l’Assessora alla pubblica
istruzione del Comune di Sciacca, dott.ssa Testoni che ha portato il saluto del Sindaco
e della cittadinanza e che ha richiamato l’attenzione dell’uditorio sulle potenzialità
del comprensorio di Sciacca nel settore turistico, sottolineando le possibilità offerte
dal turismo del benessere: nel settore alimentare la cittadina vanta antiche tradizioni
culinarie che valorizzano sia i prodotti del territorio sia quelli del mare, per i quali, il
condimento tradizionale è l’olio extravergine di oliva.
L’On. Antonello Cracolici, Assessore Regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo
Rurale e della Pesca Mediterranea, nel suo intervento ha richiamato l’attenzione
dell’uditorio sull’importanza strategica del settore primario nell’economia siciliana e,
nell’ambito di essa, sul ruolo fondamentale dell’olivicoltura. L’Assessore ha
sottolineato la particolare attenzione riservata al settore dalla politica regionale, che
tra le numerose iniziative intraprese, ha sollecitato e assecondato tutte quelle che
possano condurre al miglioramento qualitativo delle produzioni oleicole, sia esse
destinate al mercato dell’olio che delle olive da mensa. Non meno importante è stata
l’azione dell’Assessorato per favorire la valorizzazione delle produzioni sul mercato
globale e tra le iniziative portate a termine in tale direzione ha ricordato i marchi di
riconoscimento comunitario, tra i quali, ultimo in ordine cronologico, l’IGP Sicilia.
Il Dott. Carmelo Burgio, intervenuto in rappresentanza del Rotary Club di Sciacca, ha
richiamato l’attenzione dell’uditorio sulla presenza storica dell’olivo nel territorio di
Sciacca, segnalata già dai Fenici e che ha visto tutti i popoli del mediterraneo che si
sono succeduti nella dominazione dell’Isola, accomunati dal culto verso questa
pianta, della quale hanno incentivato la coltivazione e la valorizzazione dei relativi
prodotti, sia ai fini alimentari sia energetici sia estetici (unguenti).
Il Prof. Tiziano Caruso, dell’Università di Palermo, ha evidenziato l’importanza della
ricerca scientifica per il rilancio dell’olivicoltura ed ha soprattutto posto l’accento sul
ruolo della ricerca agronomica, in particolare sui modelli d’impianto che oggi si
possono avvalere di un panorama varietale straordinario, larga parte del quale ancora
non sufficientemente studiato e valutato. Avanzati mezzi di monitoraggio (droni,
sensori, fotocamere) che possono operare in remoto sono di grande ausilio nella
gestione dei modelli d’impianto per la nuova olivicoltura. Detti strumenti, sono
infatti, oggi indispensabili per rilevare, in modo oggettivo, stress idrici della pianta,
attacchi parassitari, esigenze di interventi di potatura per rimodellare la chioma delle
piante al fine di favorire una buona illuminazione delle stesse e la relativa
predisposizione alla raccolta meccanica.
Particolare attenzione è stata infine posta sui problemi di trasferimento della
tecnologia sviluppata dai ricercatori alle imprese e sulla valorizzazione dei genotipi
siciliani “negletti” per far fronte alle nuove esigenze del mercato (oli salutistici).
L’intervento del Dott. Vincenzo Cusumano, Direttore dell’Istituto Regionale del Vino
e dell’Olio (IRVO) della Regione Siciliana, ha avuto per oggetto il recente
riconoscimento (ottobre 2016) della U.E. della IGP Sicilia olio extravergine di oliva.
Il Dott. Cusumano ha riferito che alla data odierna sono giunte all’Organismo di
Controllo IRVO, circa mille richieste di assoggettamento di soggetti interessati
(produttori olivicoli, frantoiani ed intermediari) al marchio comunitario, sui quali
l’Istituto sta svolgendo i controlli previsti; le richieste di assoggettamento sono in
aumento anche in relazione al prezzo medio rilevato sul mercato regionale dell’olio
extravergine IGP risultato superiore di circa un euro al litro rispetto a quello che non
si fregia di tale marchio. Il Prof. Maurizio Servili (Università di Perugia), ha
focalizzato il suo intervento sulle relazioni tra biodiversità e tipicità degli oli italiani e
ha sottolineato le peculiarità di alcuni oli ottenuti da cultivar siciliane “minori”. Il
Prof. Servili ha proseguito suggerendo di valorizzare tali cultivar attraverso la loro
maggiore diffusione in coltura e, soprattutto, la corretta informazione dei consumatori
sugli aspetti salutistici degli oli (claim) in rapporto alle relative caratteristiche
biochimiche.
Il Prof. Pietro Catania (Università di Palermo) ha riferito di un sistema per il controllo
dell’ossigeno nello spazio di testa della gramola. Il Dott. Nicola Francesca
(Università di Palermo) ha invece fornito informazioni sulle recenti metodiche messe
a punto per l’ottimizzazione del processo di produzione delle olive da mensa secondo
lo stile sivigliano. In particolare, ha mostrato i risultati delle recenti ricerche volte
all’accelerazione del processo di acidificazione della salamoia e delle drupe
attraverso la promozione della fermentazione delle olive da mensa a carico dei batteri
lattici. Ha inoltre illustrato il processo di selezione, sviluppo e commercializzazione
di un ceppo starter Lactobacillus pentosus OM13, in grado di ridurre i rischi di
alterazione organolettiche, nonché di aumentare il valore sia organolettico che
nutraceutico del prodotto finito.
Il Prof. Virgilio Caleca (Università di Palermo) ha parlato di alcune recenti
acquisizioni sul controllo della mosca delle olive in coltura integrata e biologica,
partendo dai programmi di controllo biologico attuati in California e dagli studi
realizzati in Sud Africa e in Sicilia. Questi ultimi evidenziano come le infestazioni di
Bactrocera oleae (Rossi) siano prevalentemente influenzate dalle condizioni
climatiche (soprattutto da umidità relativa ed escursione termica) e molto poco dal
controllo biologico naturale. Recenti prove di controllo con esche avvelenate con
“Spinosad” hanno dato risultati deludenti, mentre altre indagini sull’influenza dei
danni di B. oleae sulla qualità dell’olio posizionano i limiti per l’ottenimento di oli
extravergine di oliva di alta qualità al 45% di olive con fori d’uscita, livelli molto al
di sopra delle soglie comunemente adottate, sottolineando la pressoché totale
ininfluenza degli stadi giovanili della mosca che non hanno ancora preparato il foro
d’uscita dalla drupa.
Il Prof. Walter Davino (Università di Palermo), ha riferito sulle più importanti
patologie che affliggono l’olivo in coltura integrata e biologica. In particolare si è
posta l’attenzione sul complesso del disseccamento rapido dell’olivo associato a
Xylella fastidiosa, sulla malattia dell’occhio di pavone (Spilocaea oleaginea
(Castagne) S. Hughes, 1953) e ai danni causati dalla lebbra dell’olivo
(Colletotrichum acutatum) per poi rivolgere l’attenzione verso i moderni metodi di
prevenzione e contenimento delle malattie con particolare riferimento alla mappatura
con droni e all’utilizzo del software Planthology sviluppato dal Dipartimento SAF
dell’Università di Palermo.
Il giorno successivo (5 novembre 2016) è stato dedicato alle visite tecniche
presso campi dimostrativi dell’Università di Palermo e frantoi commerciali. Nel corso
delle visite in campo i partecipanti hanno avuto modo di prendere visione del diverso
comportamento agronomico di alcune cultivar siciliane in contesti di impianti
intensivi e superintensivi con diversa densità di piantagione e forma di allevamento e
sottoposti a vari criteri di gestione colturale. Nell’ambito di questi ultimi è stato
possibile osservare due sistemi di sensoristica per la gestione e il monitoraggio in
continuo dello stato idrico della pianta: un sistema di ZIM-probes per la misurazione
del turgore fogliare, e un sistema basato su “ fruttometri” che rileva le minime
variazioni giornaliere nell’accrescimento dei frutti.
Sempre presso i suddetti campi Il Prof. Franco Famiani, dell’Università di Perugia, ha
intrattenuto i partecipanti con attività dimostrative di potatura di allevamento a vaso
policonico su cultivar di olivo siciliane contraddistinte da diverso vigore e habitus
vegetativo. La visita agli impianti di trasformazione ha avuto per oggetto due frantoi
che operano con diversi sistemi di estrazione: a tre fasi, presso la cooperativa “La
Madre Terra”; a due fasi presso il frantoio San Calogero. Qui è stato possibile
osservare una selezionatrice in grado di separare le olive sulla base del peso, della
forma e del grado di colorazione dell’epidermide. Detta macchina sarà utilizzata per
esaminare, su campioni di olive conferite al frantoio, la rispondenza varietale, la
dispersione del grado di maturazione e l’omogeneità delle dimensioni delle olive,
fattori importanti al fine di ottenere oli di eccellenza, con standard qualitativi
replicabili negli anni.
La giornata è terminata con un pranzo offerto ai circa 80 partecipanti dal titolare del
frantoio San Calogero, a base di prodotti tipici del territorio conditi con oli estratti da
olive di diverse cultivar siciliane.
Le attività si sono concluse alle ore 15:00, con l’intento di organizzare un’altra
tornata nella Sicilia occidentale, con oggetto le filiere dell’olivicoltura da mensa.