Il vangelo di Giuda

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Il vangelo di Giuda
IL VANGELO DI GIUDA
RISCOPERTO L’EVANGELO DI GIUDA:
FATTO SENSAZIONALE O STRATEGIA DI MARKETING?
La National Geographic Society ha ultimamente annunciato la traduzione del “Vangelo di
Giuda ”.
Si tratta di un fragile manoscritto di 26 pagine, risalente al 300 dopo Cristo, scritto in
copto, la lingua allora in uso in Egitto; il manoscritto sarebbe una traduzione
dell’originale greco, redatto un secolo prima.
Il 6 aprile scorso il manoscritto è stato presentato a Washington dal National
Geographic, dalla Maecenas Foundation for Ancient Art e dal Waitt Institute for
Historical Discovery.
Questo vangelo gnostico riabilita Giuda Iscariota. L’uomo che, secondo il NT e la
tradizione antica, vendette Gesù, qui fu presentato come il suo discepolo più fedele.
Infatti da tale testo gnostico risulta non solo che Giuda non tradì Gesù, ma che sarebbe
stato lo stesso Cristo a ingiungergli di farlo arrestare. La morte avrebbe significato la
liberazione dalla prigione del corpo ( scarnificazione ), cosa che gli avrebbe consentito di
realizzare la propria divinizzazione.
Come si vede, si tratta di puro gnosticismo.
Secondo alcuni esso sarebbe un testo destinato a fare discutere storici, religiosi e
filosofi e che riaprirebbe il dibattito storico e religioso sull’Iscariota; secondo altri non
c’è nulla di nuovo sotto il sole.
Intanto l’evento ha suscitato un gran clamore e accese polemiche fra teologi e studiosi
di varie discipline. Le pubblicazioni annunciate dalla National Geographic Society
certamente le rinfocoleranno, ma ciò farà risuonare anche le casse.
Uno degli esperti che hanno curato l’operazione è Gregor Wurst, professore di Storia
ecclesiastica e patristica all’Università tedesca di Augsburg.
Secondo lui il Vangelo di Giuda nella versione greca sarebbe stato scritto fra il 100 e il
180 d.C., mentre la versione copta risalirebbe al 3°-4° secolo.
Poiché tale vangelo apocrifo citò gli Evangeli canonici, non può essere stato scritto
prima dell’anno 100 d.C.
Il Vangelo di Giuda fu menzionato da Ireneo, vescovo di Lione (2° sec.), che mise in
guardia contro di esso. A quel tempo c’erano molti vangeli apocrifi, che i cosiddetti
“padri della chiesa ” accusavano di eresia.
CHE COSA C’È DI “NUOVO”?
Questo manoscritto inizia così: “ Il racconto segreto della rivelazione fatta da Gesù a
Giuda Iscariota nel corso di una settimana, tre giorni prima la celebrazione della
Pasqua ”.
Nei circoli gnostici, in cui il manoscritto era nato, fu dato a Giuda un ruolo differente
da quello che gli Evangeli canonici gli attribuirono.
Il traditore più odiato della storia, che per 30 denari voltò le spalle al suo Maestro, fu
trasformato nel più fedele discepolo del Nazareno, nell’uomo di fiducia: egli
consegnando Gesù alle autorità, sarebbe stato semplicemente l’esecutore di una
richiesta che lo stesso Gesù gli avrebbe rivolta.
CHE COSA C’È DI COSÌ INEDITO?
Alcuni commentatori, presentando la “ novità ”, affermano che esso fornirebbe
informazioni inedite su Giuda Iscariota.
Ma che cosa c’è di veramente inedito?
Gli evangeli apocrifi (così chiamati perché circolavano di nascosto) e pseudoepigrafi
(erano falsamente attribuiti a una persona autorevole del NT) erano strapieni di tali
segreti “ misteri ”, rivelati solo agli “iniziati” dello gnosticismo.
UN SINGOLARE PARALLELO
Già l’argentino Jorge Luis Borges mostrò nel suo intrigante libro “ Finzioni ” (Einaudi,
2004), che amava giocare con la teologia, la metafisica, i labirinti e i miti.
In tale opera compare un articolo del 1944 dal titolo “ Le tre versioni di Giuda ”, in cui
analizza l’ardita tesi che Nils Runeberg, eminente teologo protestante svedese,
formulava decenni prima nel suo “ Kristus och Judas ”: Giuda Iscariota sarebbe stato lo
specchio di Gesù.
In tale libro, pubblicato per la prima volta nel 1904, Runeberg asseriva che “ non una
sola, ma tutte le cose che la tradizione attribuisce a Giuda Iscariota sono false ”.
Già allora tutte le confessioni cristiane considerarono intollerabili le sue teorie, lo
sconfessarono e lo bollarono d’eresia.
Secondo Runeberg Giuda Iscariota avrebbe intuito, unico tra gli apostoli, la segreta
divinità del Maestro, il dilemma in cui Gesù si trovava, il terribile proposito e la sua
tremenda missione del Cristo. Consapevole che il Verbo si era abbassato alla condizione
di mortale, decise di tradire il suo Maestro, sebbene conscio che ciò lo avrebbe bollato
con la peggiore delle infamie e gli avrebbe recato per sempre la più grande riprovazione.
Secondo tale tesi, Giuda avrebbe agito in estrema abnegazione, “ con gigantesca umiltà ”,
praticando così “ l’abuso di fiducia e la delazione ”, pur di vedere realizzata la “felicità
del Signore ”.
Nella terza edizione, estremizzò la sua visione fino a considerare Giuda come specchio
di Cristo.
Borges sintetizzò così il pensiero di Runeberg: “ Dio, per salvarci, avrebbe potuto
scegliere uno qualunque dei destini che tramano la perplessa rete della storia; avrebbe
potuto essere Alessandro o Pitagora o Rurik o Gesù; scelse un destino infimo: fu Giuda ”.
Borges ipotizzava quindi non solo che Giuda rispecchiasse in qualche modo Gesù, ma che
il vero Gesù fosse proprio Giuda, un dio fattosi così umano da commettere la bassezza
più degradante, con il fine di esaltare la figura di Gesù e salvare gli uomini.
Borges affermò che Runeberg avesse affermato nella versione del 1909 che Dio, per
salvare l’umanità, lungi dal limitare ciò che soffrì all’agonia d’un pomeriggio sulla croce
(considerando ciò una bestemmia), in realtà si sarebbe fatto uomo fino all’infamia, alla
dannazione e all’abisso, e avrebbe scelto un destino infimo: sarebbe stato Giuda.
Perciò la concezione presentata dal cosiddetto “ Vangelo di Giuda ” non è nulla di nuovo,
ma è una delle tante varianti gnostiche dei primi secoli (si veda lo stesso ribaltamento
delle parti nella visione gnostica di Genesi 3). Il testo copto appena tradotto sembra
proprio borgesiano.
In questo vangelo gnostico il Maestro dice a Giuda: “Allontanati dagli altri perché a te
rivelerò il mio mistero ”.
Ciò sembra un riflesso del Giuda di Borges, e viceversa.
UNA REVISIONE GIÀ IN CORSO DATEMPO
Da “ Jesus Christ Superstar ” in poi e in alcuni film su Gesù traspare la volontà di
redimere Giuda e addirittura di renderlo consapevole strumento e collaboratore di un
piano divino.
In “Jesus Christ Superstar ” Giuda dice: “ And remember / I’ve been your right hand man
all along ” (E ricorda / che sono sempre stato il tuo braccio destro).
Il cosiddetto “ Vangelo di Giuda ” non rappresenta quindi una tale “inedita novità ”, ma
solo un’abile manovra mediatica per fini di marketing.
LO GNOSTICISMO DI SEMPRE
Secondo lo studioso Gregor Wurst, l’autore del “ Vangelo di Giuda ” era probabilmente
uno gnostico greco.
Il filone gnostico contestava la visione giudaico-cristiana di un Dio onnipotente e
benevolo che aveva creato il mondo per fini positivi.
Gli gnostici consideravano il creato e il proprio corpo come una prigione maligna, dalla
quale l’uomo liberava il proprio essere divino in parte mediante la spiritualità mistica e
specialmente attraverso la morte.
Lo gnosticismo, rivolgendosi ai soli “ iniziati ”, intendeva svelare loro una “ rivelazione
segreta ”, i “misteri ” profondi.
Abbiamo visto che fu proprio così che tale manoscritto iniziò.
Secondo tale sedicente vangelo, il Cristo si sarebbe rivolto a Giuda con queste parole:
“Tu supererai tutti loro. Tu farai sì che venga sacrificato l’uomo entro cui sono. A Te
rivelerò i misteri del regno, un regno che raggiungerai ma con molta sofferenza ”.
Gesù venne fatto figurare come una specie di “ maestri di misteri ” gnostici (santone,
guru) che svelò unicamente al suo intimo “iniziato ”, Giuda, la sua vera identità e tutti i
misteri del cielo, della terra e della creazione.
Il Cristo apocrifo gli predisse che avrebbe avuto un ruolo chiave nella salvezza del
mondo intesa agnosticamente come divinizzazione dell’uomo.
Si noti che l’espressione “ l’uomo entro cui sono ” era tipica dello gnosticismo antico e si
ritrova anche in quello moderno (cfr. New Age, misticismo, spiritualismo esoterico,
religioni orientali), secondo cui il corpo è solo una prigione per lo spirito umano.
Il Gesù gnostico non chiese a Giuda di tradirlo, ma di sacrificare l’uomo. In modo tipico
del misticismo, Giuda avrebbe aiutato Gesù ad affrancarsi del suo corpo terreno, che lo
imprigionava, perché potesse liberare la sua entità spirituale, la sua essenza divina.
La via non era quella della risurrezione del corpo, ma della scarnificazione , ossia
l’eliminazione del corpo (già l’incarnazione era per gli gnostici uno scandalo).
Giuda sarebbe diventato così, dal traditore malvagio del NT, lo strumento attraverso
cui si sarebbe realizzata la volontà di Gesù.
Il simbolismo gnostico pervade ciò che i personaggi affermano e fanno; la posizione
speciale di Giuda era quella dell’“ iniziato ” nella “ religione dei misteri ” che doveva
ricevere “ l’illuminazione mistica ” (cfr. buddismo). Infatti il Gesù apocrifo disse a Giuda:
“Allontanati dagli altri [discepoli] , a te rivelerò i misteri del regno. Un regno che
raggiungerai, ma con molta sofferenza. Ti ho detto tutto. Apri gli occhi, guarda la nube
e la luce che da essa emana e le stelle che la circondano. La stella che indica la via è la
tua stella ”. E Giuda “ aprì gli occhi, vide la nube luminosa e vi entrò ”.
Tipico dell’“ iniziato speciale ” è la solitudine di vertice e l’incomprensione da parte degli
altri affiliati.
Nel vangelo gnostico Giuda sarebbe diventò il discepolo maggiore e decisivo, strumento
mediante il quale Gesù di Nazaret avrebbe raggiunto la scarnificazione e la
divinizzazione.
Giuda avrebbe affermato in una visione: “ Vidi me stesso mentre i dodici discepoli mi
prendevano a sassate e mi perseguitavano ”.
Gesù gli avrebbe preannunciato: “ Sarai maledetto per generazioni, ma regnerai su di
loro ”.
Il “ Vangelo di Giuda ” fu menzionato da Ireneo ( Adv. haeres. 31,1) e da Epifanio ( Adv.
haeres. 38,1) e fu da loro attribuito ai Cainiti. Questa setta gnostica pretendeva di
discendere direttamente da Caino (per la Bibbia solo Noè e la sua famiglia si salvarono
dal diluvio).
Secondo Ireneo ed Epifanio, i Cainiti giustificavano sia il fratricidio di Caino sia il
tradimento di Giuda, Dio, per la caduta e conseguente salvezza dell’umanità (i fatti della
Bibbia erano presentati in modo opposto). I Cainiti vedevano quindi Giuda come uno
strumento di salvezza e celebravano in suo onore il mysterium proditionis , ossia il
“mistero del tradimento ”.
Il Dio dell’AT, il Creatore del mondo, non ci faceva una bella figura, poiché per gli
gnostici era solo un demiurgo, un “ dio minore ” (il dio maggiore era quello manifestatosi
nel serpente per dare agli uomini la conoscenza di essere dèi); per questo, fin dalla
prima scena, il Gesù gnostico rise dei suoi discepoli che pregavano tale Dio.
IL CONFRONTO CON LA SACRA SCRITTURA
Riportiamo quanto detto specialmente da Matteo, poiché Marco e Luca affermano
all’incirca le stesse cose.
Egli parlò di “Giuda l’Iscariota, quello stesso che poi lo tradì ” (Matteo 10:4) e di “ Giuda,
che lo tradiva ” (26,25).
Giovanni riportò che Gesù disse di Giuda “che lo doveva tradire”: “Non ho io scelto voi
dodici? Eppure, un di voi è un diavolo ” (Giovanni 6:70s).
Giovanni definì Giuda Iscariot, “ che stava per tradirlo ”, un “ladro” che “ tenendo la
borsa, ne portava via quel che vi si metteva dentro ” (Giovanni 12:4,6).
Fu lui ad andare dai capi sacerdoti per contrattare il prezzo perché lo consegnasse loro
(Matteo 26:14s).
Luca aggiunse che prima di farlo, “ satana entrò in Giuda, chiamato Iscariota, che era del
numero dei dodici ” (Luca 22:3).
Similmente fece Giovanni (13,2), riportando pure l’annuncio del tradimento (v. 21;
Matteo 26,21) e che satana entrò in lui dopo aver preso da Gesù il boccone datogli
(Giovanni 13,26s). Da quell’ora in poi, la questione non era più se tradirlo, ma quando
fosse il momento opportuno per farlo (Matteo 26:16), cosa che poi avvenne (26:47).
Sebbene fosse “uno dei dodici”, era “colui che lo tradiva” segnalandolo con un bacio
(Matteo 26:47ss).
Dopo la condanna di Gesù, egli fu chiamato “ Giuda che l’aveva tradito ”: si pentì, riportò
il denaro ai capi sacerdoti e agli anziani, ammise di aver “ peccato, tradendo il sangue
innocente ” (Matteo 27:3s).
Visto il disinteresse dei capi religiosi per la situazione e l’irrimediabilità del suo atto,
Giuda lanciò il danaro nel tempio, s’allontanò e andò a impiccarsi (vv. 4s).
Il succo di questi fatti furono ricordati da Pietro, dopo l’ascensione di Gesù al cielo, in
occasione dell’elezione di un degno sostituto per Giuda (Atti 1:15ss.25).
Poi Giuda cadde nell’oblio negli scritti del NT.
Paolo parlò della “ notte che fu tradito ” il Signor Gesù (1 Cor 11,23), ma non ritenne
opportuno menzionare il nome di Giuda.
Lo stesso Gregor Wurst, uno degli esperti che hanno curato l’operazione di traduzione,
ammette che il “Vangelo di Giuda” non avrà un grande impatto teologico, perché lungi dal
trattarsi di un documento storico sul rapporto fra Gesù e il discepolo, è solo il punto di
vista dello scritto apocrifo di uno gnostico. Già il fatto che quest’ultimo citasse gli
Evangeli canonici, dimostra che, dal punto di vista storico, la fonte originale e
privilegiata delle notizie restavano i quattro evangelisti canonici.
Facciamo notare che i testimoni oculari degli eventi della passione erano tanti.
Luca stesso analizzò attentamente le fonti, prima di scrivere i fatti con ordine (Luca
1:1ss). Perciò perché fare tanto scalpore per il racconto di uno gnostico del secondo
secolo che affermava il falso?
E perché chiamarlo “Vangelo di Giuda ”? Quasi che l’abbia scritto prima di impiccarsi,
diciamo, per confondere un po’ le acque…
Ma un uomo pentito, angustiato, disperato e che medita di suicidarsi non scrive una
“buona novella”.
LA GNOSI
Il fondatore della gnosi cristiana viene considerato Simone il Mago, il quale dopo
l’incontro-scontro con gli apostoli (Atti 8), si recò a Roma dove propagò un miscuglio fra
cristianesimo, giudaismo, esoterismo e paganesimo.
Molti dei “miti giudaici” derivavano dalla gnosi giudaica, contro cui gli apostoli
mettevano in guardia (Tito 1:14; 1 Timoteo 1:4; 4:7; 2 Timoteo 4:4; 2 Pietro 1:16).
Paolo raccomandando a Timoteo di custodire il “deposito” (ossia la sana dottrina da lui
insegnata), lo mise in guardia contro “ le profane vacuità di parole e le opposizioni di
quella che falsamente si chiama gnosi [= gr. conoscenza], della quale alcuni facendo
professione, si sono sviati dalla fede ” (1 Timoteo 6:20s).
Nell’Apocalisse tale gnosi fu propagata dai Nicolaiti (gr. Nikolaitai let. “vincitori di
popolo”), le cui opere erano odiate dal conduttore della chiesa di Efeso e da Cristo
stesso (Apocalisse 2:6).
Il conduttore della chiesa di Smirne invece tollerava “quelli che professano la dottrina
di Balaam ” (ebr. ba`al`am let: “vincitore di popolo”), chiamata anche “dottrina dei
Nicolaiti” (Apocalisse 2:14s). Probabilmente erano gli stessi che in Tiatiri tolleravano la
“donna Jezabel, che si dice profetessa e insegna e seduce i miei servitori perché
commettano fornicazione e mangino cose sacrificate agli idoli ” (Apocalisse 2:20); i
seguaci di questa santona, professando questa dottrina, avevano conosciuto le
“profondità di satana” (v. 24).
QUANDO LE PULCI DIVENTANO ELEFANTI
Dopo il successo editoriale del cosiddetto “Codice Da Vinci” di Dan Brown, altri hanno
pensato bene di sfruttare il filone gnostico. La strategia appropriata di marketing
trasforma qualunque cosa in una “gallina dalle uova d’oro”, visto i tanti “polli” che sono
pronti ad abboccare.
Infatti l’enorme successo del romanzo di Dan Brown ha dimostrato che esiste un enorme
bacino di potenziali consumatori per questo genere di prodotti.
Quando si bara: Sorprende che la National Geographic promuova il cosiddetto “Vangelo
di Giuda” non per quello che è, ossia come uno dei tanti evangeli gnostici dell’antichità,
bensì come un autentico “vangelo perduto”, scritto o dettato da Giuda Iscariota in
persona, che addirittura “cambierà la storia del cristianesimo”.
Mire più materiali: Come mai una “società” così seria, mostra così poca serietà?
Perché, secondo gli esperti, spera di avere una cospicua parte della torta offerta dalla
fanta-religione, imitando Dan Brown e altri che ne hanno già abilmente cavalcato l’onda,
traendone lauti guadagni.
La famosa e potente National Geographic Society è costretta a guadagnare per forza,
anche per recuperare il milione di dollari sborsato alla Maecenas Foundation, per poter
sfruttare l’opera. La società geografica conta che la sua campagna di marketing
mondiale (il numero di maggio della sua rivista dedicato esclusivamente al presunto
vangelo perduto, un documentario televisivo, ben due libri) gli frutterà un sacco di soldi.
La Maecenas Foundation: Questa fondazione svizzera si occupa d’arte antica e
d’antiquariato. La scopritrice del vangelo gnostico è Frieda Tchacos Nussberger, una
signora di 65 anni.
In uno dei libri della National Geographic (“Il vangelo perduto” di Herbert Krosney)
questa antiquaria, come ama presentarsi, afferma con uno slancio mistico: “ Sono stata
scelta da Giuda per riabilitarlo , ho salvato qualcosa di grande per l’umanità ”.
È interessante sapere che come ha scoperto Elisabetta Povoledo, la corrispondente del
New York Times a Roma, la Nussberger possiede lati meno mistici: nel 2001 la donna fu
arrestata a Cipro, su richiesta della polizia italiana, perché aveva trafugato dall’Italia
delle antichità e le aveva vendute a ignoti (“Another Judas mistery: a looted gospel?”,
New York Times 14 aprile 2006).
Sebbene sia stata condannata, la pena le venne sospesa: così succede in Italia.
Sebbene tale vicenda non sia stata in relazione con il vangelo di Giuda, essa fa apparire
la signora come una trafficante, attiva nel clandestino mondo di trafugatori e
contrabbandieri d’arte.
UN PO’ DI FATTI DI RETROSCENA
(Per approfondire, Maurizio Blondet, “Vangelo di Giuda”: loschi retroscena,
naturalmente, Effedieffe).
Il “Vangelo di Giuda” fu scoperto da contadini egiziani negli anni Settanta in Egitto, nel
deserto presso El Minya. Finito nelle mani di mercanti di antichità, fu portato prima in
Europa e poi negli Stati Uniti.
Rimane un mistero come il documento sia stato esportato dall’Egitto, si ipotizza che i
trafficanti clandestini di materiale archeologico se lo siano passato di mano in mano,
facendo soldi, e proprio le troppe mani degli affaristi lo hanno rovinato.
Rimase per 16 anni in una cassetta di sicurezza a Hicksville (Long Island, New York), poi
nel 2000, “l’antiquaria” di Zurigo, Frieda Tchacos Nussberger, lo acquistò da un altro
anonimo “mediatore”.
Subito dopo ella tentò di rivendere il “Vangelo di Giuda” alla biblioteca Beincecke
dell’Università di Yale, ma l’affare non andò in porto perché il manoscritto non era
accompagnato dalla necessaria e obbligatoria documentazione, che attestasse la
regolare esportazione e proprietà dell’opera archeologica.
Nel 2001 la Nussberger riuscì a vendere il testo a un altro anonimo “mediatore”
d’antiquariato dell’Ohio per 2,5 milioni di dollari. Poiché tale “mediatore” non riuscì a
completare i pagamenti, la Nussberger tornò in possesso del manoscritto, ma l’uomo si
tenne diverse pagine del testo in proporzione ai soldi pagati.
Come si vede, trafficanti di pochi scrupoli hanno fatto a pezzi
quello che la National Geographic ha presentato come il “vangelo scomparso che
cambierà il cristianesimo”!
Mario Roberty, avvocato esperto del settore le consigliò che, per recuperare il
manoscritto copto, fosse ne-cessario conferirne la proprietà alla Maecenas Foundation,
fondazione "culturale", di cui egli stesso era il fondatore.
Insieme bussarono alla National Geographic, che abboccò: solo per poter utilizzare il
suo contenuto (quindi senza averne la proprietà) pagò un milione di dollari alla Maecenas
Foundation. È chiaro che essi tutti sperano che il "vangelo scomparso" cambi
specialmente le loro finanze!
UNA FACCENDASOSPETTA
A detta dei critici, tutta la faccenda puzza per almeno due motivi: uno, La National
Geographic presenta, in modo ingannevole, il "Vangelo di Giuda" come scritto da Giuda, e
il traditore come il discepolo prediletto che aveva la piena fiducia di Gesù; due, l'intera
faccenda è intrisa di furto, trafugamento e quattrini… sembra proprio che venga
evocato Giuda stesso, ma stavolta non per soli trenta denari.
Nicola Martella
Tratto da «Oltre» maggio 2005