PDF - Iniziativa popolare contro l`immigrazione di massa

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PDF - Iniziativa popolare contro l`immigrazione di massa
dell’Unione democratica di centro • www.udc.ch • Edizione gennaio 2014
Maggiore criminalità
11
La pressione sui salari è una realtà
Questa immigrazione non è
sopportabile né culturalmente
né quantitativamente.
5
Molti anziani e neo-diplomati
hanno difficoltà sul mercato
del lavoro.
Fermiamo la perdita di terreno coltivabile 9
Ogni secondo vanno persi 1,1 m2
di terreno coltivabile. Cominciamo
a stare stretti in questo paese.
Moderazione nell’immigrazione!
«Moderazione» nella vita è sempre una saggia raccomandazione. Perché l’eccesso porta, presto o tardi, a
danni. Ciò vale anche per la politica d’immigrazione. Una moderata immigrazione di manodopera straniera
aiuta l’intero paese: la Svizzera può così colmare delle lacune di personale e importare degli specialisti.
Un’immigrazione esagerata e incontrollata, tuttavia, danneggia tutti. Ci sottrae le basi del successo, della
qualità di vita e della cultura.
Dal 2007, la Svizzera non può più decidere chi e per quanto tempo viene
in Svizzera, e quando deve ripartire.
Ogni anno sono così immigrate in
Svizzera 80’000 persone in più di
quante ne siano emigrate. Ciò equivale a una crescita annua della popolazione nell’ordine di grandezza della
città di Lucerna. Ogni due anni, il numero di abitanti della Svizzera è cresciuto nell’ordine di grandezza della
città di Ginevra.
Dal 2012, la Svizzera conta
più di otto milioni di abitanti
Se continua così, in circa vent’anni la
popolazione raggiungerà la soglia dei
dieci milioni. Le conseguenze di
questa funesta evoluzione sono già
percettibili oggi: aumento della disoccupazione (con una quota di
disoccupati di oltre l’8% fra gli stranieri), treni sovraccarichi, strade intasate, affitti e prezzi dei terreni in
aumento, perdita di sempre più scar-
«
Natalie Rickli,
consigliera nazionale,
Winterthur (ZH)
si terreni coltivabili, pressione sui
salari, criminalità straniera, abuso
dell’asilo, cambiamento di mentalità
nei quadri direttivi, più alta percentuale di stranieri a carico dell’assistenza e di altre istituzioni sociali.
L’iniziativa popolare contro l’immigrazione di massa, in votazione il 9
febbraio 2014, chiede un’immigrazione moderata nel nostro paese. Si
tratta di rendere possibile una politi-
Sempre più paesi membri dell’UE capiscono che
la libera circolazione delle persone crea troppi problemi.
Milioni di Europei cercano un lavoro, un reddito e la
sicurezza sociale al di fuori della loro patria. Presto
la Croazia s’aggiungerà alla lista quale primo Stato dei
Balcani. Molti Stati, come per esempio la Gran Bretagna,
cercano nuove vie che permettano di limitare la libera
circolazione delle persone.
»
ca demografica svizzera controllata e
autonoma. Solo così la Svizzera può
continuare sulla strada di successo
della collaborazione con gli immigrati.
Con un SÌ all’iniziativa popolare
contro l’immigrazione di massa i cittadini votanti possono prendere una
decisione che assicurerà il futuro del
paese.
Commento:
Perché
un’Edizione
straordinaria?
Su nessun altro tema si è negli ultimi anni «informato», da parte di
politici, autorità, economia e media, in modo così unilaterale, falsamente ottimistico e ingannevole,
come sulla problematica dell’immigrazione. La propaganda è più importante dell’obiettività. Gli effetti
positivi dell’immigrazione, che
senz’altro ci sono, vengono esagerati – quelli negativi, che altrettanto
esistono, sono minimizzati.
Continua a pagina 2
2
3
Commento:
Continua da pagina 1:
Ciò che ultimamente viene diffuso quale «comunicazioni ufficiali», dimostra
soprattutto una cosa: la perdita di senso della realtà da parte delle élite politiche ed economiche. L’eccesso sostituisce il buon senso, manca una visione
d’assieme equilibrata. La campagna milionaria dell’associazione mantello
economiesuisse per combattere l’iniziativa popolare dell’UDC contro l’immigrazione di massa bene accompagna questo concetto.
Con questa Edizione straordinaria, noi dell’UDC vogliamo correggere il tiro
di questa intensa disinformazione e confutare queste ingannevoli affermazioni. Perché l’iniziativa contro l’immigrazione di massa – contrariamente a
queste false asserzioni che la continua ripetizione non rende peraltro più
vere – non chiede né un arresto generalizzato dell’immigrazione, né la rescissione dell’accordo di libera circolazione delle persone con l’Unione europea
(UE). L’iniziativa popolare incarica il Consiglio federale di avviare nuovi negoziati con l’UE sulla libera circolazione delle persone che sta sfuggendo al
nostro controllo. La moderazione è un’importante virtù nella vita. Nessuno
Stato liberale e indipendente rinuncia al controllo sull’immigrazione. Persino dei paesi d’immigrazione quali gli USA, il Canada o l’Australia difendono
così la popolazione e l’economia. Neanche l’UE , nei suoi rapporti con gli
Stati non UE/AELS applica un’assoluta libera circolazione delle persone.
Solo la piccola Svizzera viene trattata quale eccezione: può immigrare chiunque lo voglia – c’è posto per tutti, si potrebbe pensare…
Quanta crescita
vogliamo?
Intervista con il Consigliere agli Stati Thomas Minder
Da undici anni, quale consigliere agli Stati sciaffusano, rappresento il mio
cantone nella «camera alta». Quale membro dell’assemblea federale ho
collezionato molte preziose esperienze. La nostra Confederazione federalista
e a democrazia diretta ha, grazie ai diritti democratici unici nel loro genere,
le migliori possibilità di risolvere i problemi e di garantire la stabilità.
L’iniziativa popolare contro l’immigrazione di massa è una moderata e ragionevole reazione a questa minaccia. Essa fornisce alla Svizzera gli urgentemente necessari strumenti gestionali autonomi per una regolazione ragionevole dell’immigrazione. Essa offre la possibilità di una politica demografica
moderata per il bene di tutti. È perciò, il 9 febbraio 2014, la risposta giusta
della cittadinanza votante alla campagna intimidatoria condotta da tutti i
sostenitori di un’immigrazione incontrollata.
Edizione straordinaria: Perché
crede che l’iniziativa popolare contro
l’immigrazione di massa sia la giusta
risposta a questo eccesso?
Thomas Minder: Perché la politica
federale sta fallendo e siamo a cinque
minuti a mezzanotte. Non bisogna dimenticare che l’alta quota di stranieri e
l’immigrazione incontrollata preoccupano già da molti anni le nostre cittadine e i nostri cittadini. Già parecchie
iniziative sono state lanciate a questo
effetto o sono tuttora pendenti. Ricordo l’iniziativa-espulsioni, accettata ma
non ancora attuata. Oppure l’iniziativa di Ecopop «Stop alla sovrappopolazione – sì alla conservazione delle basi
naturali della vita», con la quale adesso
anche gli ambienti verdi chiedono un
L’iniziativa popolare contro l’immigrazione di massa ci pone la domanda: quanta crescita vogliamo? Quanta immigrazione è in grado
di sopportare la Svizzera? Il presidente del Consiglio degli Stati Hannes Germann ha fiducia nel giudizio del popolo.
La collettività dei cittadini ha il diritto, a livello costituzionale (iniziativa) e legislativo (referendum) di dettare la direzione e la velocità. Queste
possibilità di correzione da parte del
popolo hanno una grande influenza.
Ciò si illustra molto bene con l’esempio dell’iniziativa popolare contro
l’immigrazione di massa. Questa ci
pone dinnanzi alla domanda: quanta
crescita vogliamo? Da una parte si sa
che lo Stato, le imprese e i lavoratori
dipendono dalla concorrenzialità e
dalla crescita economica. Dall’altra,
senza uno spazio vitale intatto e un
ambiente sociale sicuro, la Svizzera
non ha prospettive per il futuro. Per
questo la libera circolazione delle
persone con l’UE necessita anche di
una moderazione tramite delle regole ragionevoli.
Noi vogliamo una crescita, la Svizzera ha bisogno di una crescita, ma primariamente qualitativa. Per poter di
nuovo influenzare la misura e la
qualità dell’immigrazione, dobbiamo riprenderci la libertà negoziale
nel settore dell’immigrazione. Oggi
viene in Svizzera chi ha un posto di
lavoro, anche se limitato a un giorno. Oppure chi chiede l’asilo approfittando di una procedura che dura
anni.
Dal 2007 immigrano ogni anno
80’000 Persone in più di quante
emigrino. Ciò equivale a una crescita nell’ordine di grandezza della città di Lucerna, rispettivamente del
canton Sciaffusa. È un’immane sfida
per il nostro piccolo Stato. Tendenza al rialzo? Non lo sappiamo, possiamo solo supporlo. Ciò che sappiamo, è che attualmente non siamo
in grado di gestire il processo d’immigrazione.
Che molta gente sia preoccupata, lo
dimostrano dieci iniziative su questo
tema. È perciò importante che popolo e cantoni, il 9 febbraio 2014, con
il voto sull’iniziativa popolare contro
l’immigrazione di massa, esprimano
le loro convinzioni. Possiamo aver fiducia nella saggezza del popolo svizzero.
Hannes Germann,
presidente del Consiglio degli Stati,
Opfertshofen (SH)
Hannes Germann
Impressum
Lara Filippini,
deputata UDC
in Gran Consiglio,
Monteceneri (TI)
cambio di rotta a questa immigrazione
illimitata. Che cosa ci vuole ancora, affinché a Palazzo federale si prenda finalmente sul serio la crescente preoccupazione?
Edizione straordinaria: Quali
proposte di soluzione offre dunque
l’iniziativa contro l’immigrazione
di massa a differenza delle altre
iniziative popolari?
Thomas Minder: L’iniziativa non
vuole un arresto generalizzato dell’immigrazione, né tantomeno pretende la
rescissione degli accordi bilaterali con
l’Unione europea (UE). Essa dà tuttavia al Consiglio federale il compito di
avviare nuovi negoziati con l’UE sulla
libera circolazione delle persone e su
una futura gestione e controllo autonomi dell’immigrazione in Svizzera.
Ciò è moderato e ragionevole. Con
Australia, Canada e Nuova Zelanda, la
Svizzera è oggi uno dei paesi d’immigrazione più attrattivi al mondo.
All’interno dell’Europa, la nostra fiorente economia e la disoccupazione
sempre a livelli estremamente bassi
sono come una calamita per i disoccupati dal Portogallo al Baltico e da tutto
il sud dell’Europa. Uno dei paesi più
piccoli d’Europa, la Svizzera si trova di
fronte a uno spazio economico di oltre
500 milioni di persone, dei quali diversi milioni cercano un lavoro e un reddito, come pure una sicurezza sociale,
al di fuori della loro patria.
Edizione straordinaria: L’economia mette in guardia: senza manodo-
Aumento della popolazione della Svizzera
(in milioni d’abitanti)
Presidente del Consiglio degli Stati
8
Opfertshofen (SH)
Coniugato, due figli
Hobbies: leggere, sciare, jogging,
calcio, musica e cultura
Formazione: redattore economico,
economista aziendale
Primo impiego: maestro
7
Stranieri
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Naturalizzati
5
«
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Vi ringraziamo per la comprensione.
Nell’intervista con l’Edizione straordinaria, l’imprenditore e Consigliere agli Stati
indipendente Thomas Minder spiega perché l’eccesso d’immigrazione porta a una
molteplice eccessiva sollecitazione del nostro paese.
Edizione straordinaria: Da molti
decenni l’economia impiega manodopera estera. Perché questa immigrazione è diventata un problema?
Thomas Minder: Perché, con la libera circolazione delle persone con
l’UE, abbiamo a che fare con un’immigrazione di massa incontrollata e ingestibile. Dal 2007, ogni anno sono immigrate 80’000 persone. Le cifre sono
esplose a un punto tale che ogni anno
si è dovuta mettere a disposizione una
citta dell’ordine di grandezza di Lucerna o del canton Sciaffusa per far fronte
a questa affluenza. Questo, e le conseguenze negative ad esso collegate, pesano sulla convivenza ordinata e pacifica. Se continua così, fra vent’anni
vivranno in Svizzera dieci milioni d’abitanti.
Dove ci conduce questo eccesso, ce lo indica questa Edizione straordinaria.
Le istituzioni sociali, le infrastrutture, l’economia, e anche la popolazione,
alla lunga non reggono l’arrivo ogni anno di 80’000 persone in più. Di fatto,
è chiaro quasi a tutti che questo traboccante sviluppo non può che portare al
fallimento. Esso mette in pericolo la libertà, la sicurezza, il pieno impiego, il
paesaggio, e quindi la nostra prosperità, ossia le basi esistenziali del popolo
specificate quale scopo dello Stato nella Costituzione federale (Articolo 2,
capoverso 2).
Consigliere nazionale Toni Brunner, presidente UDC Svizzera
Dal 2007, le cifre dell’immigrazione sono esplose
Svizzeri per nascita
Io dico SÌ all’iniziativa contro l’immigrazione
di massa, perché un’immigrazione incontrollata
è dannosa per la nostra società e per il nostro
territorio. Se non porremo un freno, non ci sarà
più alcuna fetta di torta da spartire, ma solo
briciole, e si creerà così una guerra tra poveri.
»
4
3
2
1
Fonte: UFM
1980
1985
1990
1995
2000
2005
2010
2012
Alla lunga, 80’000 immigranti l’anno non sono sopportabili dalle nostre basi esistenziali.
pera estera non saremmo per nulla
concorrenziali. Lei come la vede?
Thomas Minder: L’eccesso dell’immigrazione porta a una molteplice eccessiva sollecitazione. La densità della
popolazione, con 190 persone per chilometro quadrato, è estremamente
alta. Ogni secondo viene edificato un
metro quadrato!
Ogni secondo viene
edificato un metro
quadrato! La cementificazione del paese
è cresciuta in modo
preoccupante.
Dei villaggi perdono
la loro identità.
La cementificazione del paese è cresciuta in modo preoccupante. Dei villaggi perdono la loro identità. I prezzi
degli immobili in continuo aumento
fanno degli indigeni dei pendolari. Il
sistema scolastico è sopraffatto. L’infrastruttura stradale non è cresciuta in
rapporto all’eccessiva domanda. Questo è il prezzo di un’evoluzione che,
nel vero senso della parola, non conosce confini. Che ciò renda il nostro paese più concorrenziale, nessuna persona dotata di buon senso può affermarlo seriamente, né tantomeno dimostrarlo. Sta prendendo il sopravvento il sentimento che la qualità della
convivenza ne stia gravemente soffrendo.
Edizione straordinaria: Allude
all’aumento della criminalità?
Thomas Minder: Anche. Con la libera circolazione delle persone e con
l’adesione all’accordo di Schengen, la
Svizzera è diventato il Paradiso dei turisti del crimine. Ogni otto minuti c’è
una rapina da qualche parte! È un dato
di fatto che il 70% dei delinquenti arrestati è di nazionalità straniera. L’incontrollata immigrazione di massa offre anche a tali persone delle allettanti
possibilità.
Edizione straordinaria: Senza
manodopera estera altamente
qualificata, l’economia sarebbe
condannata al disastro, ci si avverte.
Cosa ne pensa, quale imprenditore?
Thomas Minder: Gli stranieri costituiscono un quarto della popolazione residente. Fra le persone che
percepiscono un’indennità dell’assicurazione-disoccupazione, tuttavia, la
quota di stranieri è di uno su due. Mi
chiedo perciò come mai i lavoratori
stranieri che si presumono così altamente qualificati e indispensabili fini-
Thomas Minder
Consigliere agli Stati indipendente,
Neuhausen am Rheinfall (SH)
Dal 1988 imprenditore
e direttore della Trybol AG
Hobbies: natura, ornitologia,
viaggi, musica classica
Sport: camminare, sci di
fondo, snowboard, ciclismo,
calcio, canottaggio, jogging
scano in disoccupazione. È pure preoccupante che già tre volte più
stranieri che indigeni, vivano a carico
dell’aiuto sociale. E tutto ciò durante
l’alta congiuntura e con il concetto di
«Modello di successo libera circolazione delle persone». Le conseguenze
drammatiche sul nostro sistema sociale, in particolare sull’assicurazione-disoccupazione e sull’AVS, vengono esaminate solo adesso. Non si sa a
Berna cosa ancora attende la Svizzera
e la sua popolazione! Una volta di più,
dal Consiglio federale si sentono soltanto minacce. Spero perciò che il popolo – come ha già fatto con l’iniziativa contro i salari abusivi – dia il giusto
segnale.
4
5
La storia si ripete
Gli argomenti principali
del Consiglio federale sono
sempre gli stessi: le leggi
attuali sono sufficienti
a tenere sotto controllo
l’inforestieramento.
Eros N. Mellini,
segretario cantonale UDC
e deputato in Gran Consiglio,
Lugano (TI)
Ricordo bene le iniziative Schwarzenbach che, all’inizio degli anni ’70,
miravano a limitare gli stranieri in
Svizzera al 10% (1972), al 12% (1974).
Nel 1987 ne fu lanciata un’altra, che
questa volta non fissava più una percentuale rigida della popolazione,
bensì chiedeva semplicemente che il
numero di immigranti non avesse a
superare quello degli emigranti
dell’anno precedente. Questa iniziativa avrebbe evitato al Ticino il problema oggi terribilmente acuto dei frontalieri: infatti ne limitava il numero a
90‘000 su tutto il territorio nazionale.
Se pensiamo che oggi ci stiamo avviando verso le 60‘000 unità nel solo
Ticino…
Infine, nel 2000 votammo l’iniziativa
che voleva limitare al 18% la quota di
stranieri residenti nel paese (al momento del lancio dell’iniziativa nel
1996, si era a circa il 22%). Oggi siamo
al 23,3%.
Sempre gli stessi argomenti
Ebbene, gli argomenti principali del
Consiglio federale – e ovviamente dei
sostenitori del rigetto di queste iniziative – furono sempre gli stessi: il problema dell’inforestieramento non esiste e, qualora si presentasse, le attuali
leggi ci danno sufficienti strumenti per
controllarlo e risolverlo.
È quindi lecito porsi una domanda: il
problema dell’inforestieramento non
esisteva quando avevamo il 12% di
stranieri, non esisteva nel 1996 quando aveva raggiunto il 22%, e non esiste
L’effetto sostituzione
Oggi, con la recente crisi economica
mondiale, al semplice problema dell’inforestieramento che preoccupava in
passato per le sue conseguenze sull’alloggio, sulle infrastrutture e sull’identità
nazionale – problemi che peraltro sono
d’attualità anche ora – se ne aggiunge
uno che ai tempi del boom economico
non si sentiva tanto, anche perché allora
i contingenti c’erano e immigrava solo
la manodopera di cui avevamo bisogno:
la disoccupazione indigena.
L’effetto di sostituzione – o meglio, di
estromissione – causato dall’introduzione della libera circolazione delle persone, che ha immesso sul nostro mercato
del lavoro della manodopera a prezzo
nettamente inferiore di quello dei lavoratori indigeni, è un problema acuto nei
cantoni di frontiera come il Ticino che,
rispetto a quelli più centrali, devono subire il fenomeno dei frontalieri.
La libera circolazione delle
persone è stata un disastro
La libera circolazione ha spalancato le
porte non più solo in quei settori nei
quali abbiamo, come in passato, bisogno di lavoratori stranieri, ma anche nel
terziario, nel quale non manca certo la
manodopera indigena più che qualificata. Con magari qualche effetto perverso,
visto che il cliente italiano che va in una
banca svizzera – convinto di una qualità
che quest’ultima, nonostante i cedimenti alle pressioni internazionali, ancora
gode – e si trova allo sportello un funzionario suo connazionale, non è che
Dall’UE solo immigranti
altamente qualificati?
Come un rosario, le autorità continuano a ripetere che la libera circolazione delle persone porta a un’immigrazione altamente qualificata. Questa
affermazione è pura ipocrisia. In realtà, solo una parte degli immigranti
dall’UE vanno ad occupare impieghi richiedenti un’alta qualificazione.
Non è assolutamente vero che immigrano da noi soprattutto persone altamente qualificate, nemmeno dall’UE.
Nel 2012 quasi il 23% di tutti gli immigranti dall’UE, ossia 23’779, è arrivato
in Svizzera via ricongiungimento familiare quale «non esercitante un lavoro». A questi se ne sono aggiunti
5’230 della categoria «non esercitante
un’attività lucrativa». Il 6,7% degli immigranti dall’UE (7’039 persone) è venuto in Svizzera a titolo di «formazione e aggiornamento professionali».
aggiustatore, contrattatore, direttore
di linee, numeratore, incisore di radici». Le due categorie «attività lavorative non definibili» e «altre professioni
non classificabili» dall’UE contengono
ben 10’997 lavoratori.
Di ingegneri,
tremendamente pochi
Con 5‘268 persone, nel 2012 quella degli «impiegati di commercio» è stata la
maggiore categoria professionale (circa il 5% dei permessi rilasciati). Seguo-
Immigrazione dall’UE nel 2012
25
Michele Moor,
presidente Sezione UDC Lugano,
Lugano (TI)
(dati in %)
20
15
9,3
7,9
6,7
5,0
5
5,0
4,1
2,9
2,9
Personale
di cucina
Personale
di servizio
1,5
1,4
1,3
0
Fonte: UFM
Ricongiungimento
familiare
Professioni
non definibili
Edilizia
Formazione e
aggiornamento
Oltre a ciò, i cantoni hanno rilasciatofino a 4’000 permessi di soggiorno a
immigranti dall’UE in cerca di lavoro.
Una parte di questi riceve addirittura
l’aiuto sociale!
Annualmente, 10’000 persone
immigrano dall’UE in professioni «non definibili»
Circa la metà degli immigranti viene
qui senza lavorare. Ma anche fra i lavoratori, quelli «altamente qualificati»
sono un’infima minoranza. Ogni anno
vengono rilasciati 10’000 permessi per
«attività lavorative non definibili».
Questa voce statistica comprende professioni quali ausiliari, equipaggiatori,
manovale in fabbrica, produttore secondario di filtri, assistente del capo,
lavoratore avventizio, aiutante, lavoratore del carbone, assistente controllore, capo-assistente, assistente-vetrinista, e così via.
Senza
attività
lavorativa
Impiegati di
Imprenditori,
commercio,
Direttori
lavori d’ufficio
no professioni dell’edilizia, personale
di cucina e di servizio, domestici, personale per la pulizia di spazi e immobili. Medici e infermiere arrivano solo
all’1,4%, rispettivamente 1,3% degli
immigranti dall’UE. Ancora più indietro, con 464 permessi, si piazzano gli
informatici/analisti o con 183 permessi gli ingegneri informatici (solo lo
0,2% dei permessi rilasciati). 42 ingegneri meccanici e di procedure seguono al 145° posto. Ancora più indietro
stiro/bucato, giornalisti e vignaioli.
Domestici,
personale
di pulizia
Medici
Conclusione: decine di migliaia di
persone non esercitanti un’attività lavorativa e una parte spaventosamente
grande di gente senza una formazione
professionale affluiscono nel nostro
paese. Il Consiglio federale sottace la
massiccia immigrazione in settori problematici. Solo un intervento della sinistra, per esempio, ha fatto venire alla
luce nella Berna federale il fatto che
nella sola Ginevra, i permessi nei quartieri a luce rossa sono passati in soli
dieci anni da 580 a oltre 4’000…
Circa la metà degli
immigranti viene qui senza
lavorare. Ma anche fra i
lavoratori, quelli «altamente
qualificati» sono un’infima
minoranza.
Luzi Stamm,
consigliere nazionale e avvocato, Baden (AG)
È determinante la qualità degli immigranti, non la quantità.
oggi con il 23,3%? Se avevamo e abbiamo già gli strumenti legali per risolverlo, dobbiamo quindi pensare che
l’unica cosa che ci manca – o meglio
manca alla Berna federale – è, o il senso della realtà e la conseguente cecità
nei confronti di quella che è una delle
maggiori preoccupazioni della popolazione, oppure la volontà di difendere
gli interessi dei cittadini svizzeri e del
paese intero. Fra il fatto di trovarci con
dei governanti colpevolmente sordi
alle preoccupazioni del popolo o consapevolmente intenzionati a non tutelarne gli interessi, ci vorrebbe il fotofinish per decidere quale delle due
alternative sia la più grave.
sia entusiasta. Ma terribilmente a buon
mercato. E gli appelli all’economia affinché abbia un occhio di riguardo verso il paese, assumendo di preferenza
personale indigeno, lasciano spesso il
tempo che trovano di fronte alle cifre
che a fine mese devono quadrare anche
per l’imprenditore e per i suoi azionisti.
Ecco perché è urgente e indispensabile
reintrodurre quei contingenti che le
nostre leggi prevedevano prima della
sciagurata introduzione della libera circolazione delle persone. E l’unico modo
per farlo è dire SÌ il 9 febbraio prossimo
all’iniziativa UDC contro l’immigrazione di massa. La libera circolazione delle
persone è stata un disastro.
«
Anche il commercio in Svizzera, con la libera circolazione delle persone, subisce fortemente la concorrenza.
Sylvia Flückiger,
consigliera nazionale
I falsi indipendenti dall’estero che lavorano su cantieri
e imprenditrice,
Schöftland (AG)
edili a salari da dumping, rappresentano una minaccia
sempre maggiore per le imprese indigene. Dal 2005 al
2011, il numero di indipendenti dall’UE che forniscono
prestazioni in Svizzera è quadruplicato! Nel 2011, il numero di lavoratori indipendenti
soggetti a notifica aventi ricevuto un permesso di breve durata di 90 giorni si attestava
su circa 21’000 unità. Proprio con questo si dimostra l’efficacia dello sperimentato
contingentamento in vigore su tutto il territorio nazionale svizzero fino al 2001,
e che per gli Stati terzi vale tuttora.
»
È stata definita «la madre di tutte le
battaglie». E lo è. Del resto, che tre
consiglieri federali siano scesi in campo per contrastare l’iniziativa contro
l’immigrazione di massa, rende l’idea
della posta in gioco. E che il ministro
di giustizia e polizia, Simonetta Sommaruga, abbia messo le mani avanti,
sottolineando che l’impegno del governo a combattere le proposte UDC
non denota «nessun segno di nervosismo», in realtà ci racconta un’altra storia : all’esecutivo tremano i polsi.
Come dicevano gli antichi: «Excusatio
non petita, accusatio manifesta» (scusa non richiesta, accusa manifesta)…
Infermiere
Basso livello di formazione
degli immigrati
Per nascondere il livello qualitativamente basso dell’immigrazione, le sta-
Non molto meglio suona, fra le sorprendenti voci di statistica, quella delle «altre professioni non qualificabili».
Lì s’inseriscono categorie quali «dotto,
Necessario regolare gli afflussi dall’estero e chiamare alla cassa i lavoratori non indigeni
tistiche ufficiali fanno sempre riferimento ai diplomi formativi degli
immigranti dall’UE. Ciò non sorprende, perché immigrano molte persone
da paesi con alti tassi di maturità
(Francia 50% o Italia addirittura 80%).
Questa statistica dimostra unicamente
la differenza fra i diversi sistemi formativi in Europa, ma non dice nulla
circa i tipi d’impiego per i quali queste
persone immigrano. Non abbiamo bisogno di laureati stranieri che vengono in Svizzera a fare i manovali!
22,8
10
Immigrazione di massa e frontalieri :
due facce della stessa medaglia
La storia si ripete
Negli anni Settanta, di fronte alle iniziative Schwarzenbach, il governo aveva giurato e spergiurato che gli immigrati non avrebbero mai raggiunto
neppure il 15%. Siamo al 23%. È notizia di questi giorni che gli uffici preposti a fare certi calcoli hanno previsto
una popolazione di 11 milioni di abitanti per la Svizzera del 2050. Considerando che il tasso di natalità elvetico è
basso, non è difficile capire su cosa si
basino queste proiezioni.
Approvare l’iniziativa UDC è dunque
fondamentale per la sopravvivenza
stessa della Svizzera come la conosciamo oggi. Per le sue specificità, il suo
tessuto sociale, quello economico, la
qualità della vita, l’utilizzo del territorio, la mobilità, la difesa della cultura e
delle tradizioni locali.
Il canton Ticino è confrontato con la
In economia è lapalissiano che la libera circolazione delle persone porta a una pressione sui salari.
dunque subire le conseguenze negative
della libera circolazione delle persone,
di cui gran parte della classe politica ha
preso coscienza tardi e cui non riesce, o
non vuole, porre rimedio.
Emergono le tensioni sociali
Eppure, la sostituzione della manodopera indigena, la penetrazione del settore terziario (prima di esclusiva pertinenza dei Ticinesi) e la crescita
smisurata dei lavoratori distaccati do-
Quota di stranieri nelle istituzioni
sociali svizzere (cifre in percento)
47 %
50
45
45,4 % 46,2 %
40
Per il canton Ticino
– confrontato con la
percentuale più elevata
di stranieri dopo il
canton Ginevra.
percentuale più elevata di stranieri
dopo il canton Ginevra – è semplicemente una questione di buon senso.
Perché, oltre al 26 % d’immigrati, a sud
delle Alpi dobbiamo confrontarci con
60 mila frontalieri (su una popolazione
di 330 mila persone, 100 mila delle
quali iscritte peraltro al consolato italiano). Una cifra insostenibile, ma il cui
limite non sembra essere entrato nelle
corde di nessuno.
In Ticino, i disavanzi preventivati sono
strutturali, le spese correnti superano
sempre i ricavi. E i cittadini ticinesi
sono costantemente chiamati alla cassa. I cittadini ticinesi, non i frontalieri,
ai quali il nostro governo, paralizzato
da logiche politicamente corrette, non
ha neppure il coraggio di richiedere un
contributo di risanamento. Le persone
che vivono in questo cantone devono
35
30
25
23,3 %
20
15
10
5
0
Quota di stranieri Quota di stranieri in
in Svizzera 2012
assicurazionedisoccupazione
nov. 2013
Fonte: UFS/SECO/UFM
Quota di stranieri
in assistenza
sociale 2011
Quota di stranieri
in assicurazioneinvalidità 2012
vrebbero essere combattuti con efficacia. Non si tratta solo di un serio problema economico. Ma, anche, di
evitare tensioni sociali che cominciano a covare sotto la cenere. L’ha capito
persino il premier britannico, David
Cameron, che la libera circolazione va
rivista. Per non parlare di Angela Merkel, cancelliera di un paese con un tasso d’immigrazione del 12 %, che ha
definito «fallimentare» il multiculturalismo. Cosa dovremmo dire noi, allora? All’introduzione di contingenti,
in Ticino vanno affiancati anche provvedimenti che rispecchino le esigenze
di un cantone di frontiera, confrontato
con una massa critica impressionante
di frontalieri, che sta minando gli
equilibri intessuti nel corso dei decenni. L’aumento della pressione fiscale
sui frontalieri, aggiornando l’imposta
comunale alla fonte, per esempio, è da
tradurre in provvedimento legislativo.
Immediatamente. In Ticino, è calcolata secondo il moltiplicatore medio dei
comuni. Attualmente è del 76 %. Noi
ne chiediamo uno del 100 %. I comuni
incasserebbero circa 20 milioni in più
di quanto viene loro versato, oggi. Diteci un motivo per cui non si può fare.
Nel 1992, il consigliere federale Pascal
Delamurax, nel caso la Svizzera non
avesse aderito allo SEE, aveva paventato l’apocalisse. Le sue parole sono agli
atti. Sappiamo tutti com’è andata a finire.
Il consigliere federale Schneider Amman, senza arrossire, a distanza di 21
anni sostiene che «le misure di accompagnamento hanno dimostrato di funzionare». E Simonetta Sommaruga,
spalleggiata dalle organizzazioni economiche, può parlare di «immigrazione dinamica, che risponde alle esigenze del mercato del lavoro». Per poi
aggiungere che «è la congiuntura che
regola l’immigrazione».
Ma la congiuntura non è un valore. E
gli interessi nazionali non si possono
giocare in borsa.
6
7
Conseguenza dell’eccesso: ogni anno + 80’000 immigranti
Circa 80’000 persone immigrano ogni anno nel nostro paese più di quanti ne emigrino.
Ciò significa che annualmente nasce una nuova città nell’ordine di grandezza di Lucerna
o di San Gallo oppure, ogni due anni, del canton Neuchâtel o della città di Ginevra.
Ma cosa significa ciò in proiezione statistica per l’approvvigionamento,
per le infrastrutture, eccetera nel nostro paese?
Supple
«
Una Svizzera di 10 milioni
d’abitanti è nell’interesse della
sua popolazione ? Cosa vi
porta, personalmente, questa
eccessiva immigrazione ?
m
ogni ane n t a r i
no
»
34’500
alloggi
Supple
Pierre Rusconi, consigliere nazionale UDC, Sorengo (TI)
m
ogni ane n t a r i
no
Supple
mentar
ogni an
no
120-200
i
42’000
vetture
impianti eolici
Supple
Supple
mentar
ogni an
no
500
Supple
m
o g n i s e entare
condo
Perdita di
i
2
1,1m
terreno coltivabile
m
ogni ane n t a r i
no
Supple
380
letti d’ospedale
m
ogni ane n t a r i
no
160
docenti
medici
Supple
m
ogni ane n t a r i
no
70
immobili
scolastici e d’asilo
Supple
300
mentar
ogni an
no
classi scolastiche
Supple
mentar
ogni an
no
i
i
600
infermiere e infermieri
La moderazione e il senso della misura sono virtù provate da tempo, che proprio oggi stanno tornando di grande attualità.
Ciò vale per lo Stato, la società, l’economia e per qualsiasi individuo. Dal 2007, la Svizzera non può più decidere lei stessa
chi e per quanto tempo può venire nel nostro paese. La conseguenza è un’immigrazione smisurata, di cui tutti noi
percepiremo ogni giorno di più le conseguenze.
Conclusione : è ora di controllare
e determinare di nuovo autonomamente
l’immigrazione nel nostro paese.
8
9
Salviamo il segreto bancario
per gli Svizzeri e per i residenti
Fermiamo la perdita di terreni coltivabili
Dal 1985 al 2009 sono andati perduti in Svizzera ogni secondo 1,1 m2 di terreno coltivabile – sull’altipiano quasi
l’80 % è diventato superficie edificata. In questo spazio vivono circa 8 milioni di persone, quasi un quarto è straniero.
La Svizzera è limitata in aree disponibili, già oggi le più densamente popolate a livello europeo – e, senza un’oculata
gestione dell’immigrazione, questa evoluzione continuerà.
Il comitato interpartitico UDC, PLR, PPD e Lega ha lanciato alcuni mesi fa la campagna per la raccolta delle firme a favore
dell’iniziativa popolare «SÌ alla protezione della sfera privata». Anche in Ticino, gli stessi partiti hanno recentemente
presentato alla stampa tramite i loro presidenti, i postulati dell’iniziativa.
Segreto bancario sì,
ma non solo…
È sicuramente tempo di agire al fine di
garantire il rispetto della nostra sfera
privata e finanziaria, e di proteggere il
segreto bancario e finanziario su scala
nazionale, soprattutto visti i continui e
ripetuti attacchi condotti dalla sinistra, i quali non hanno altro obiettivo
che quello di mettere a nudo i cittadini.
Il Ticino, cantone di confine, sede della terza piazza finanziaria nazionale,
sicuramente ha subito ancor più massicciamente gli attacchi dalla vicina
Europa. Le conseguenze per gli istituti
finanziari sono ormai note: difficoltà
ad operare con i paesi esteri, attività
estremamente ridotta e frenata a causa
dei controlli alle frontiere oltre ogni
limite accettabile, perdita di posti di
lavoro a causa della riduzione dei capitali gestiti. L’atteggiamento dei paesi
dell’Eurozona nei nostri confronti è
meschino; siamo di fronte a paesi dalle
economie disastrate, con dei tassi di
disoccupazione inguardabili, con delle
amministrazioni megalomani che
mangiano ogni risorsa dello Stato e
con sistemi sociali ben inferiori al nostro. Questi stessi paesi, incapaci di
provvedere seriamente a rimettersi in
piedi, invece di applicare nuove riforme e cambiamenti strutturali, si sono
scagliati contro la Svizzera, vera e propria gallina dalle uova d’oro, ma anche
rifugio negli ultimi cinquant’anni, per
tutti coloro che dal loro paese non
hanno mai ricevuto sicurezza economica, finanziaria e istituzionale. Ecco
allora lo scatenato attacco al segreto
bancario, l’inserimento della Svizzera
sulla lista nera, poi grigia, i controlli
alle dogane e, soprattutto, la pretesa di
seguenze, qualora la sfera privata e finanziaria venisse intaccata. Noi non
vogliamo il controllo totale dello Stato
in tutti i settori della vita.
Il «modello svizzero», da tutti invidiato, prevede due concetti fondamentali
ai quali non si può rinunciare: la libertà personale e la responsabilità individuale. Gli stessi fanno sì che lo Stato
non ci metta sotto tutela e che i cittadini non siano sorvegliati e sospettati.
Anche in questo senso, il segreto bancario serve a proteggere il cittadino da
un « impicciamento» nelle sue relazioni finanziarie. A differenza di quello
che accade in quasi tutti i paesi dell’Europa che ci circonda, da noi vigono il
principio della lealtà e della fiducia;
ciò significa che lo Stato si fida dei cittadini e ne riceve di ritorno l’onestà.
La grande onestà fiscale che si riscontra da noi ne è una prova lampante. A
sostegno di quest’ultima vi è sicuramente anche la democrazia diretta,
bene raro in tutt’Europa, che invece in
Svizzera permette alla popolazione di
poter decidere direttamente, per
esempio sulle aliquote fiscali o sul tasso IVA.
Il comitato interpartitico UDC, PLR, PPD e Lega ha lanciato alcuni mesi fa la campagna per la raccolta delle firme a favore dell’iniziativa popolare «SÌ alla protezione
della sfera privata». Firmate subito l’iniziativa: www.protezione-sfera-privata.ch
accedere senza ritegno ai conti personali presso le nostre banche.
Basta concessioni!
La nostra diplomazia, capeggiata da
un’incapace consigliera federale, la signora E. Wiedmer-Schlumpf, ha fatto
concessioni alle arroganti pretese di
questi paesi. Ma soprattutto il suo atteggiamento lassista , con una disarmante e inspiegabile incapacità di difendere i principi e le peculiarità che ci
caratterizzano, ha permesso ai detrattori della sinistra di fare di ogni erba
un fascio. E questi si sono spinti sempre più ad insidiare il nostro segreto
bancario, il quale è un bene prezioso,
un segno della grande fiducia che lo
Stato federale ha verso i suoi cittadini.
È indispensabile che il cittadino sappia
quali potrebbero essere le nefaste con-
Il Consiglio federale voleva potenziare la
rete ferroviaria con 3,5 miliardi di franchi
supplementari. Il Parlamento ha quasi
raddoppiato questo importo, portandolo
a 6,4 miliardi di franchi!
Costoso e
esagerato!
Le conseguenze per tutti i contribuenti:
6,4 miliardi di franchi in più per un potenziamento esagerato
e unilaterale dei trasporti ferroviari!
Aumento dell’IVA per tutti!
Truffa nei confronti degli automobilisti mediante una limitazione
della deduzione fiscale per i pendolari a un massimo di 3’000 franchi!
Perciò il 9 febbraio
FAI F
NO
www.faif-no.ch
Un atteggiamento pericoloso
L’adattamento alla situazione che troviamo in tutta l’Eurolandia è pericoloso. Il Consiglio federale ha intrapreso
un cammino pericoloso di rinuncia
alla protezione della nostra sfera privata.
L’esempio più chiaro risulta essere il
non più voler riconoscere la differenza
tra frode ed evasione fiscale. Questo
porterebbe, come conseguenza, di dover indagare, perquisire o arrestare anche cittadini che involontariamente
commettessero un errore nella compilazione della propria dichiarazione fiscale. Mezzi e sistemi questi, per ora,
giustamente adoperati in caso di reato
penale, vale a dire di frode fiscale.
Anche la revisione della legge tributaria e lo scambio automatico d’informazioni, già offerto nei confronti
dell’estero, sono un vero e proprio pericolo. Accedendo ai dati bancari dei
cittadini non verrebbe violato solo il
segreto bancario; dagli estratti bancari,
infatti, possono essere lette molte altre
cose, quali dati estremamente privati
e sensibili relativi, per esempio, ad
acquisti personali che nulla hanno a
che vedere con i depositi di capitali.
Questo modo di agire è sicuramente
antisvizzero e deve essere evitato e
combattuto.
La protezione della sfera privata è uno
dei diritti fondamentali della nostra
libertà. Sosteniamo quindi, senza indugiare, quest’iniziativa per il bene di
tutto il popolo svizzero!
Hansjörg Walter, consigliere nazionale,
maestro agricoltore, già presidente dell’Unione
svizzera dei contadini, Wängi (TG)
La superficie totale della Svizzera è di
41’285 chilometri quadrati. Di questi,
tre quarti sono improduttivi, roccia,
acqua, boschi e alpeggi protetti. La
superficie agricola utile (SAU) ammonta a solo un milione di ettari. La
superficie edificata è di 300’000 ettari,
e questa sta aumentando a scapito
della SAU.
Si comincia a stare stretti
nel nostro paese
Già adesso il nostro paese sta scoppiando. La sfrenata immigrazione di
80’000 persone l’anno richiede quasi
35’000 alloggi, o una superficie edificata equivalente a quasi 4’500 campi
di calcio. Ogni secondo viene cementificato un metro quadrato. Questa è
una politica demografica irresponsabile e la pianificazione del territorio è
sopraffatta. L’immigrazione di manodopera e l’esagerato ricongiungimento familiare avvengono a scapito della
prosperità del nostro paese.
I prezzi degli affitti
aumentano
Il mercato dell’alloggio lo dimostra.
Nelle città, il numero di appartamenti
vuoti, nonostante l’intensa attività edile, è praticamente uguale a zero. Nelle
zone urbane gli affitti aumentano paurosamente. In particolare nelle città, dal
2001 al 2010 gli affitti sono aumentati
fino a + 49%. A Zurigo, il rincaro è sta-
È un fatto:
Si comincia a stare stretti
nel nostro paese. Ogni
secondo vanno persi 1,1 m 2
di terreno coltivabile.
La sfrenata immigrazione di + 80’000 persone l’anno richiede circa +35’000 alloggi supplementari.
to del 57%. Sul lago di Ginevra i prezzi
sono più che raddoppiati. Ciò vale anche per il prezzo degli appartamenti in
proprietà. Gli indigeni sono così costretti a cercare altrove uno spazio abitabile a prezzo sopportabile. Con la
conseguenza che, a causa della pressione della domanda, i prezzi degli spazi
abitabili è quasi inaccessibile anche nelle periferie. Il pendolarismo porta pure
a una maggiore domanda di mobilità. Il
«rimedio» politico è una cinica cura dei
sintomi: si diminuisce la deduzione fiscale dei pendolari (spese professionali!). La classe lavorativa dovrebbe pagare più imposte per avere dei tragitti più
lunghi per andare al lavoro.
Negli ultimi 10 anni,
sul lago di Ginevra
i prezzi sono più che
raddoppiati.
In pericolo la sovranità
alimentare
La cementificazione del paesaggio e
la riduzione ad essa collegata di fertili superfici coltivabili, stanno crescendo. La Svizzera diventa sempre
più dipendente dall’importazione di
derrate, perdendo così la sua sovranità alimentare. Questo processo può
essere affrontato solo con la moderazione. L’iniziativa popolare contro
l’immigrazione di massa in votazione
il 9 febbraio 2014, non chiede un arresto generalizzato dell’immigrazione, né tantomeno la rescissione degli
accordi bilaterali con l’Unione europea (UE). Ma intende incaricare il
Consiglio federale di avviare con
l’UE dei nuovi negoziati sulla libera
circolazione delle persone, al fine di
poter gestire autonomamente una
politica svizzera dell’immigrazione.
«
Lisa Curti,
igienista dentale,
Lugano (TI)
Salvaguardare la nostra patria e i nostri costumi:
perciò, il 9 febbraio
Gabriele Pinoja,
presidente UDC Ticino,
Ronco s/Ascona (TI)
È un fatto:
SÌ
all’iniziativa
popolare contro l’immigrazione di massa.
Sono a favore dell’ iniziativa
contro l’immigrazione di
massa perché, quale igienista
dentale, sono confrontata sempre più con il problema della
sostituzione di igieniste dentali
diplomate svizzere con lavoratrici italiane. Fenomeno che porta
al dumping salariale e va a
scapito della qualità del lavoro.
Diamo di nuovo precedenza ai
lavoratori svizzeri!
»
È un fatto:
La cementificazione del
paesaggio e la riduzione
ad essa collegata di
fertili superfici coltivabili,
stanno crescendo. La
Svizzera diventa sempre
più dipendente dall’importazione di derrate
alimentari.
10
11
Il testo dell’iniziativa popolare federale
contro l’immigrazione di massa testualmente:
d‘integrazione e una base esistenziale
sufficiente e autonoma.
La Costituzione federale è modificata
come segue:
4
Art. 121 rubrica (nuova)
Legislazione sugli stranieri
e sull‘asilo
Art. 121a (nuovo) Regolazione
dell‘immigrazione
1
2
3
La Svizzera gestisce autonomamente
l‘immigrazione degli stranieri.
Il numero di permessi di dimora per
stranieri in Svizzera è limitato da tetti
massimi annuali e contingenti annuali. I
tetti massimi valgono per tutti i permessi
rilasciati in virtù del diritto degli stranieri,
settore dell‘asilo incluso. Il diritto al
soggiorno duraturo, al ricongiungimento
familiare e alle prestazioni sociali può
essere limitato.
I tetti massimi annuali e i contingenti
annuali per gli stranieri che esercitano
un‘attività lucrativa devono essere stabiliti
in funzione degli interessi globali
dell‘economia svizzera e nel rispetto del
principio di preferenza agli Svizzeri; essi
devono comprendere anche i frontalieri.
Criteri determinanti per il rilascio del
permesso di dimora sono in particolare la
domanda di un datore di lavoro, la capacità
5
Non possono essere conclusi trattati
internazionali che contraddicono
al presente articolo.
La legge disciplina i particolari.
II
Le disposizioni transitorie della Costituzione
federale sono modificate come segue:
Art. 197 n. 9 (nuovo)
9. Disposizione transitoria dell’art. 121a
(Regolazione dell‘immigrazione)
1
2
I trattati internazionali che contraddicono
all’articolo 121a devono essere rinegoziati
e adeguati entro tre anni dall‘accettazione
di detto articolo da parte del Popolo e dei
Cantoni.
Se la legislazione d‘esecuzione relativa
all‘articolo 121a non è entrata in vigore
entro tre anni dall‘accettazione di detto
articolo da parte del Popolo e dei Cantoni,
il Consiglio federale emana provvisoriamente le disposizioni d‘esecuzione in via
d‘ordinanza.
Le promesse del Consiglio
federale sull’immigrazione
➔
«Delle riflessioni sulla plausibilità lasciano supporre un limite
massimo del potenziale d’immigrazione di (netto) 10’000 cittadini UE
l’anno. Tuttavia, è più probabile attendersi che il potenziale d’immigrazione (netto) raggiunga annualmente meno di 8’000 cittadini UE (netto
significa immigrazione meno emigrazione).»
Fonte: Studio 1999 del Professor Thomas Straubhaar
➔
«Come mostrano le esperienze nell’UE, i timori dei comitati referendari secondo cui la Svizzera sarebbe invasa da cittadini comunitari
non sono motivati. In realtà, i movimenti migratori all’interno dell’UE
sono esigui. Studi indipendenti sono giunti alla conclusione che non vi
saranno ripercussioni negative sul mercato del lavoro e sui salari.»
Fonte: Opuscolo di voto sui Bilaterali I del 2000
➔
«Dal 1991, il Consiglio federale limita l’ammissione di persone
che esercitano un’attività lucrativa alla manodopera specializzata e
altamente qualificata, per quanto non si tratti di persone provenienti
dagli Stati dell’UE o dell’AELS. I provvedimenti adottati, insieme al
deterioramento della situazione economica, hanno fatto in modo che la
proporzione della popolazione straniera residente tra il 1994 e oggi sia
aumentata solo dello 0,7 per cento, stabilizzandosi al 19,3 per cento.»
Fonte: Opuscolo di voto sull’iniziativa 18% nel 2000
I fatti oggi:
Libera circolazione delle persone, un guadagno in sicurezza?
Dopo l’adesione all’UE di Romania e Bulgaria, l’allora ministro italiano delle infrastrutture
(ministro dei lavori pubblici) Antonio Di Pietro lamentava: «Questo ha portato in Italia una massa
di asociali senza lavoro e senza altra fonte di reddito, alcuni con tendenza alla criminalità».
1. Dall’adozione della libera
circolazione incontrollata
delle persone con l’UE nel
2007, l’immigrazione è
cresciuta annualmente a
circa 80’000 unità. Il Consiglio federale si basava su
8’000 immigranti l’anno.
Quota di stranieri imputati
di certi reati penali 2012
70%
60%
50%
2. Nel frattempo, la quota di
stranieri (senza richiedenti
l’asilo e sans-papiers) è salita
al 23,3%. Ciò significa che
una persona su quattro in
Svizzera è straniera.
40%
30%
57%
56%
62%
61%
20%
23%
10%
Il 9 febbraio deciderete
se votare sulla base dei
fatti reali, dando così al Consiglio federale e alle associazioni
economiche un chiaro segnale
che occorre moderazione.
0%
Omici
di
co
i
Lesionvi
a
r
g
i
r p o ra l
R apin
e
Stupri
ieri
i s t ra n o n e
d
a
t
o
zi
Qu
opola
nella p
Fonte: Statistica criminale di polizia, UFS
Con l’illimitata libera circolazione delle persone e con l’accordo di Schengen la Svizzera è diventata insicura: ogni otto minuti c’è un furto
da qualche parte! Il 70 % dei delinquenti arrestati è costituito da stranieri.
«
Con un SÌ all’iniziativa,
il Consiglio federale sarà
obbligato ad avviare con
l’UE dei negoziati sull’introduzione di un sistema gestionale volto a diminuire
l’immigrazione dallo spazio UE. Toccherà così allo stesso
Consiglio federale sottoporre all’UE una proposta adeguata, con la quale si possa raggiungere l’obiettivo mirato
di una riduzione dell’immigrazione con il minimo impegno amministrativo. Non si discute il fatto che l’attuale
sistema di contingentamento in vigore per gli stranieri
provenienti dai Stati terzi possa essere mantenuto senza
problemi. Potrebbe addirittura essere ancor più inasprito, onde poter mantenere il maggior spazio di manovra
possibile per i negoziati con l’UE.
Heinz Brand, consigliere
nazionale fino al 2011
Direttore dell’Ufficio di
polizia del canton Grigioni
e co-presidente della
commissione d’esperti
dell’esecuzione del rimpatrio
e dell’espulsione di
Confederazione e cantoni,
Klosters (GR)
»
Come si andrà avanti dopo un SÌ:
Con un SÌ all’iniziativa popolare contro l’immigrazione di massa
✔ daremo al Consiglio federale l’incarico di rinegoziare con l’UE la libera circolazione
delle persone
✔ l’accordo di libera circolazione delle persone non deve quindi essere rescisso
✔ l’UE non ha alcun interesse a rescindere gli accordi di sua iniziativa, perché la
Svizzera, anche solo per il fatto di essere l’asse di transito, è un partner economico
troppo importante
ponendo un freno all’eccesso
Perciò: il 9 febbraio 2014
Stop
all’immigrazione di massa
SÌ
Il rigetto dello SEE nel 1992 ha dimostrato che in politica estera ci sono sempre delle opzioni alternative. Gli accordi bilaterali sono una
via pragmatica per la gestione delle relazioni con l’estero. I loro vantaggi e svantaggi sono da verificare in continuazione.
Ci sono sempre delle alternative in politica estera.
Ci sono sempre delle
alternative
L’UDC ha, prima e dopo la votazione
sullo SEE, sempre dimostrato che in
ogni situazione ci sono delle alternative. Già nel 1990 affermava, in un documento di fondo, molto considerato
all’epoca, sulla politica europea, che la
Svizzera deve conservare il massimo
spazio di manovra possibile. Già allora, l’UDC segnalava fra l’altro, in merito all’apertura del mercato nei confronti dell’UE, le sfide e le indispensabili «eccezioni» in materia di politica
estera, di diritto fondiario, di politica
dei trasporti e dell’ambiente. La sua
valutazione era corretta. Assieme
all’Unione svizzera delle arti e mestieri, l’UDC ha anche criticato la gestione
dei rapporti nel settore degli accordi
bilaterali.
La Svizzera deve
rimanere libera
Del resto, la Svizzera non ha battuto
questa strada con l’UE solo dal 1992,
bensì già dal 1972 con l’accordo di libero scambio. Dal 1992 il bilateralismo è stato intensificato. Si sono resi
possibili dei contratti nuovi e più estesi, che in questo senso sono poi anche
stati sottoscritti. È stato tuttavia altrettanto importante, dopo il NO allo
SEE, avviare delle riforme al nostro
interno. Dei programmi di rivitalizzazione e di deregolamentazione sono
stati la pietra miliare di un’accresciuta
concorrenzialità che ha dato i suoi
frutti. Se la Svizzera, negli ultimi
vent’anni si è potuta posizionare meglio dei paesi a lei vicini, in buona parte ciò è dovuto a questa situazione
vantaggiosa cui appartengono un flessibile mercato del lavoro, una burocrazia limitata, un’economia prudente e
una concorrenza fiscale funzionante.
Questi fattori sono per certi versi più
importanti del vantaggio economico
datoci dalla maggior parte degli accordi bilaterali con l’UE.
Theo Fischer, consigliere
nazionale dal 1979 al 1999,
presidente del gruppo parlamentare di
UDC Svizzera e testimone della
sua epoca. Abita a Hägglingen (AG).
derale per contrastare la criminalità?»
Consiglio federale ingenuo
Le risposte del 13 febbraio 2008 appaiono, a uno sguardo retrospettivo, incredibilmente ingenue: «L’estensione della libera circolazione
delle persone (LCP) a Romania e
Bulgaria (…) porterà (…) a più sicurezza, stabilità e benessere lo spazio europeo. Il Consiglio federale
conta perciò su un guadagno in sicurezza per la Svizzera. L’estensione
della libera circolazione delle persone non aumenta necessariamente il
pericolo che venga commesso in
Svizzera un maggior numero di reati.»
Aumento della criminalità
straniera
La verità appare diversa. Negli anni
’80, circa un terzo degli adulti dete-
« Io voterò SÌ all’iniziativa
✔ potremo così di nuovo controllare noi stessi l’immigrazione nel nostro paese
È grazie all’UDC se si è seguita la via bilaterale
Prima della votazione sull’adesione
della Svizzera allo Spazio economico
europeo (SEE) nel 1992, le autorità e le
associazioni economiche non si stancavano di paventare scenari catastrofici per minacciare le cittadine e i cittadini. Se la Svizzera non avesse aderito
allo SEE, il crollo economico sarebbe
stato automatico. Il paese sarebbe andato in miseria nell’arco di pochi anni
e i giovani non avrebbero più trovato
lavoro. Oggi sappiamo che è successo
il contrario. Nell’UE predomina la crisi. La Svizzera prospera. Grazie al NO
popolare all’adesione allo SEE.
Anche in Svizzera fanno i grandi titoli nei giornali le bande criminali
organizzate e pronte alla violenza.
Ciò, non da ultimo, a causa delle
frontiere aperte. Per questo ho chiesto al Consiglio federale, già il 21
dicembre 2007, delle informazioni
sull’evoluzione della criminalità
straniera. Volevo sapere concretamente: «È probabile un aumento
della criminalità in Svizzera? Quali
misure intraprende il Consiglio fe-
contro l’immigrazione di massa
perché, quando cercavo un
posto di apprendistato in Ticino,
mi hanno sempre preferito un frontaliere.
Dobbiamo garantire i posti di tirocinio per i
nostri giovani o sarà la fine, e dovremo emigrare
altrove anche se i posti di lavoro ci sono! »
Daniel Grumelli,
Giovani UDC TI
Apprendista cuoco
a Neuchâtel
Qualità della scuola in pericolo
Una buona istruzione scolastica è importante. Garantirla diventa però sempre
più difficile. La forte immigrazione degli ultimi anni ha fatto sì che, per esempio,
nella città di Zurigo gli allievi di lingua tedesca siano in minoranza rispetto
a quelli di lingua straniera.
Già a partire da una quota del 20% di
lingue straniere, peggiorano le prestazioni di tutti gli allievi di una classe.
Ciò è diventata nel frattempo un’amara realtà. Più di 80 scuole pubbliche
nel canton Zurigo hanno una quota
superiore al 70 % di allievi di lingua
straniera. Gli sforzi per la loro integrazione stanno mostrando i loro limiti. Con crescenti misure pedagogiche straordinarie si cerca invano di
risolvere il problema.
Istruzione sempre più cara
Finalmente, paghiamo sempre di più
per la scuola, senza peraltro migliorare di per sé l’istruzione. Un’istruzione
scolastica qualitativamente buona è
possibile solo se l’immigrazione avviene in modo moderato. Bisogna
aver cura della più preziosa risorsa
svizzera – l’istruzione scolastica. Perciò: SÌ all’iniziativa popolare contro
l’immigrazione di massa.
Anita Borer,
consigliera
cantonale,
Uster (ZH)
nuti per condanne per reati contro
il codice penale (CPS) era di nazionalità straniera. L’anno scorso, secondo l’Ufficio federale di statistica
(UFS), la quota di adulti stranieri
condannati era del 58%, su una
quota della popolazione straniera
globale pari al 23,3%! Per questo la
Svizzera deve poter controllare e
gestire autonomamente l’immigrazione, nell’interesse del paese e di
tutta la sua popolazione.
Andrea Geissbühler, consigliera nazionale,
ex-agente di polizia, madre di una figlia,
Bäriswil (BE)
Frontalieri finalmente
alla cassa
delle persone. Sostituzione della manodopera indigena, penetrazione
del settore terziario prima di esclusiva pertinenza dei Ticinesi e crescita
smisurata dei lavoratori distaccati
dovrebbero essere combattuti con
ben più efficacia. Fortunatamente
l’UDC ha proposto una soluzione
concreta ai problemi che i nostri cittadini vivono quotidianamente
sulla propria pelle grazie all’iniziativa contro l’immigrazione di massa.
Marco Chiesa,
capogruppo UDC in Gran Consiglio, Lugano (TI)
Le finanze pubbliche del canton Ticino devono essere risanate. I disavanzi preventivati sono strutturali,
le spese correnti superano sempre i
ricavi correnti. I cittadini ticinesi
sono costantemente chiamati alla
cassa e il nostro governo non ha il
coraggio di richiedere un contributo
di risanamento anche ai frontalieri
che hanno raggiunto l’insostenibile
quota di 60’000 unità. Un lavoratore
su tre è straniero. Un’enormità. I Ticinesi devono dunque solo subire
senza poter reagire alle conseguenze
negative della libera circolazione
L’UDC Ticino chiede inoltre l’aumento della pressione fiscale sui
frontalieri aggiornando l’imposta
comunale dell’imposta alla fonte. In
Ticino essa è calcolata secondo il
moltiplicatore medio dei comuni, –
nel 2013 si tratta del 76% – mentre
l’UDC richiede un moltiplicatore
del 100%. Perché un frontaliere dovrebbe pagare meno imposte comunali di un cittadino di Bellinzona,
Chiasso o Locarno? I comuni incasserebbero circa 20 milioni in più di
quanto versato oggi. Fondi utili a
controbilanciare, almeno in parte, i
costi generati da questo incontrollato flusso di lavoratori esteri. Basta
guardare ai soli Ticinesi per risanare
le finanze di cantone e comuni, anche i frontalieri devono contribuire.
Il Ticino non è la caverna di Ali
Babà.
12
«
L’eccesso
nuoce!
lare
tazione popo
Scheda di voto per la vo
del 9 febbraio 2014
Oskar Freysinger, consigliere
nazionale e consigliere di
Stato, capo-dipartimento
della formazione e della
sicurezza dello Stato del
Vallese, vicepresidente UDC
Svizzera, Savièse (VS)
Sì
Risposta
Volete accettare
l'iniziativa popolare
«Contro l'immigrazione
di massa»?
A causa della libera circolazione delle persone, la
Svizzera non può più decidere quanti stranieri possono
immigrare, e nemmeno quando dovranno ripartire.
Per cui oggi migliaia di loro finiscono a carico delle
nostre istituzioni sociali, nonostante si siano stabiliti
in Svizzera solo da qualche giorno. Prima della libera
circolazione la Svizzera poteva decidere quanti
immigranti accettava e quanti dovevano ripartire.
È esattamente quanto chiede l’iniziativa contro
l’immigrazione di massa.
»
Salvaguardare
la nostra patria e
i nostri costumi:
Ecco come votare affinché
riprendiamo il controllo
dell’immigrazione nel
nostro paese.
perciò, il 9 febbraio
SÌ
all’iniziativa
popolare contro
l’immigrazione di massa.
Ulteriori informazioni:
www.immigrazione-di-massa.ch
Anch’io mi impegno per una Svizzera libera,
indipendente e sovrana.
Vorrei diventare membro dell’UDC nel mio domicilio, risp. distretto/regione. L’appartenenza al partito è paragonabile
a quella a un’associazione. Pago una tassa annuale e vengo invitato alle assemblee e alle manifestazioni.
Vogliate, per favore, inviarmi un programma dell’UDC Svizzera.
Desidererei essere informato sulle attività in corso, comunicati stampa e articoli dell’UDC Svizzera.
Vogliate, per favore, inviare da subito la Newsletter al mio indirizzo E-Mail:
Faccio inviare direttamente il volantino tramite il dispositivo di spedizione
www.volantino-ovunque.ch/immigrazione-di-massa/ per posta nei comuni da me scelti.
Sono disposto a mettere a disposizione il mio terreno, il mio granaio, il muro della mia casa per l’affissione
di manifesti «L’eccesso nuoce – Basta immigrazione di massa». Vogliate, per favore, inviarmi:
Indirizzo:
Cognome / Nome
Via
CAP / Località
Telefono
____ Manifesti F4 in carta (Formato mondiale = 89,5 cm x 128 cm)
____ Manifesti qualsiasi tempo A0 (rigidi) (A0 = 84,1 cm x 118.9 cm)
E-Mail
____ Locandine A3 in carta (A3 = 29.7 cm x 42 cm)
Data / Firma
Scriverei volentieri una lettera dei lettori e ho bisogno un aiuto. Prendete, per favore, contatto con me.
Sostengo la campagna «L’eccesso nuoce – Basta immigrazione di massa».
(Le donazioni possono essere parzialmente dedotte dalle imposte federali e cantonali):
Contribuisco con Fr __________ sul CCP 60-167674-9 del comitato apartitico.
Inviatemi, per favore, una polizza di versamento dell’UDC Svizzera.
Riempire il tagliando e ritornarlo a:
UDC Svizzera, Segretariato generale,
Casella postale 8252, 3001 Berna
Tel. 031 300 58 58
Fax 031 300 58 59
E-Mail [email protected]
www.udc.ch