Ora tocca a noi - materiale aggiuntivo

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Ora tocca a noi - materiale aggiuntivo
Un libro per te – adolescenti
Titolo: Bianca come il latte rossa come il sangue
Autore: Alessandro D’Avenia
Anno: 2010
Edizione: Mondadori
Recensione
Leo ha sedici anni e frequenta la prima liceo. Ama passare il tempo ascoltando musica,
chiacchierando con gli amici e giocando a calcetto con la sua squadra “i Pirati”. La scuola lo annoia
profondamente, i professori non gli trasmettono niente. Un giorno arriva un nuovo supplente di
storia e filosofia e Leo si rende conto che non è come gli altri, ha una luce particolare negli occhi e
sfida gli studenti a vivere intensamente, a cercare il loro sogno. Il sogno di Leo si chiama Beatrice
per lui lei è il rosso, come l’amore, come i suoi lunghi capelli rossi. Ma quando il ragazzo scopre
che Beatrice è malata, dovrà fare conti con ciò che più lo terrorizza: il bianco. Leo dovrà scavare a
fondo dentro di sé e, aiutato dalle persone che lo circondano, riuscirà a capire che i sogni non
possono morire.
Personaggio su cui focalizzarsi
Leo pensa, a causa del suo nome, di essere una persona forte, bella, che esce senza paura dalla
foresta proprio come un leone. Nella sua vita ci sono cose importanti come il suo amico Niko con
cui gioca a calcio e suona, Silvia la sua migliore amica e Beatrice il suo grande amore. La scuola
non occupa un posto importante tra le sue priorità: ci deve andare perché lo hanno deciso altri e
deve studiare cose che altri hanno deciso, ma nessuno gli ha mai dimostrato che vale la pena
studiare. La paura più grande di Leo è il bianco che associa alla mancanza di emozioni, al silenzio,
allo stare da soli. Ecco perché il protagonista ricerca emozioni forti con le sfide in motorino o con il
torneo di calcio, non sopporta il silenzio e lo copre con la musica altissima e non riesce a stare da
solo. Quando a scuola arriva un nuovo professore lo etichetta subito come “sfigato” convinto che
anche lui, come tutti gli altri, si nasconda dietro le materie per non parlare delle cose che davvero
contano. Inaspettatamente il nuovo “prof” riesce ad attirare la sua attenzione parlandogli dei sogni.
Leo non sa quale sia il suo sogno, ma vuole sapere come fare a trovarlo e il prof gli dice di chiedere
alle cose che lo circondano, di porre una domanda a tutte le cose che lo appassionano perché “non
sono i nostri umori che contano, ma i nostri amori”. La malattia di Beatrice (la leucemia) gli
conferma che il bianco è qualcosa da temere. Leo non può perdere la ragazza perché ha capito che è
il suo sogno e, se dovesse perderla, di lui non rimarrebbe assolutamente niente. Si attiva donando il
suo sangue per le trasfusioni e cercando di far sentire alla ragazza il suo sostegno e il suo amore. Per
lei inizia a discutere con Dio, trascurando studio, amici e torneo. In realtà inizia un percorso che lo
porterà a far entrare gli altri nella sua vita: il prof che ormai chiama “il sognatore” lo aiuta a capire
che i sogni veri si costruiscono superando gli ostacoli, altrimenti non diventeranno mai progetti ma
resteranno solo sogni. Gandalf (cosi chiama l’insegnante di religione) lo mette in discussione. Silvia
la sua migliore amica diventa per lui sempre più un punto fermo. I genitori non sono più solo le
persone che decidono per lui, ma anche quelle che si fidano di lui e dei suoi sogni. Beatrice lo
sprona facendogli capire che lui possiede tutte le cose che lei si sta perdendo: la scuola, l’amicizia,
la famiglia, l’amore, le speranze, il futuro, la vita ma non sa cosa ne sta facendo. Tutte queste
persone lo aiuteranno a riprendere in mano la sua vita e a concentrarsi su quello che davvero conta.
Quando inizierà il nuovo anno scolastico Leo sarà pronto a ripartire accettando nuove sfide,
consapevole che nella vita ci vuole il bianco e il rosso.
Riflettiamoci su…
La storia di Leo ci presenta un ragazzo che pensa di aver capito tutto, apparentemente molto sicuro
di se ma che in realtà nasconde grandi fragilità e profonde paure. Saranno le persone che gli stanno
intorno a mostrargli le sue fragilità e ad aiutarlo a conoscersi. Noi siamo disposti a lasciar agire gli
altri nella nostra vita permettendo loro di farci da “specchio” mostrandoci quindi le cose belle di noi
ma anche quelle brutte?
Le difficoltà aiutano il protagonista a capire quali sono le cose importanti e impara a lottare per esse
superando le paure. Siamo in grado di riconoscere quello che davvero è importante senza farci
distrarre da false speranze?
Il percorso di Leo non si conclude con la fine dell’anno scolastico. Quel periodo gli ha mostrato la
strada ma ci saranno sempre nuove sfide. Anche noi siamo chiamati continuamente a conversione,
siamo consapevoli che ogni volta che intraprendiamo questo percorso permettiamo a Dio di agire
nella nostra vita?
Un libro per te – giovani adulti
Titolo: La città della gioia
Autore: Dominique Lapierre
Anno: 1996
Editore: Mondadori
Collana: Oscar bestsellers
Recensione
l'opera narra tre storie di personaggi che, per motivi diversi, andranno a vivere nella più grande
baraccopoli di Calcutta: La città della gioia.
Il primo protagonista del libro è Hasari Pal, un contadino che, a seguito della devastazione del
proprio raccolto causato da un disastro naturale, è costretto ad emigrare nella megalopoli con la
propria famiglia, in cerca di un nuovo lavoro. Tra mille peripezie riuscirà a diventare un "uomo
cavallo", ossia un guidatore di risciò.
Il secondo protagonista del romanzo è Paul Lambert, un missionario francese che ha deciso di
vivere la sua vocazione tra i più poveri dei poveri. Dopo mille difficoltà causate dall’estenuante
burocrazia indiana, riuscirà a coronare il suo sogno. I primi giorni nella bidonville non saranno di
sicuro facili (imparare a lavarsi dalla testa ai piedi con pochissima acqua, il cibo scarso...), ma con il
passare del tempo il religioso riuscirà a farsi accettare dalla comunità e ad essere d’aiuto nei
problemi quotidiani della stessa. Tra questi, Paul capisce che uno dei problemi maggiori che assilla
la comunità è la totale mancanza di assistenza medica. Per questo motivo decide di pubblicare un
annuncio per reclutare giovani medici decisi ad avviare una struttura al fine di fornire assistenza
medica agli indigenti.
A questo annuncio risponde il terzo personaggio del romanzo: Max Loeb. Un giovane medico
statunitense, figlio di un noto cardiologo di Miami, che, alla ricerca di nuovi stimoli, decide di
spendere un anno della sua vita in questo progetto.
Questi tre personaggi arriveranno a condividere esperienze molto provanti e dolorose: la povertà
estrema, la morte prematura di un giovane malato di tubercolosi, la mafia dello slum che rende la
vita dei poveri ancora più misera. Ma in tutte queste esperienze i protagonisti, in particolar modo
quelli occidentali, giungeranno a riconoscere in ciascun abitante dello slum una dignità e una forza
nel superare le avversità, da far capire loro a pieno il perché del nome La città della gioia.
Personaggio su cui focalizzarsi
Paul Lambert ritiene che per servire e comprendere appieno una persona, un popolo, bisogna stargli
accanto, condividerne le sventure, le fortune, le gioie e i dolori; proprio per questo decide di
intraprendere un viaggio: dalla Francia a Calcutta, per stare con i poveri. Anche se la notizia non
viene compresa e condivisa da tutti, il sacerdote francese continua nella sua convinzione e parte. La
società e i modi di vivere che lo aspetteranno non saranno per niente congruenti al tipo di povertà
che lui si era prefissato: le condizioni igieniche sono pessime, gli scarafaggi e le blatte convivono
con l’uomo, i bambini giocano tranquilli tra di loro nel fango del monsone e gli uomini ringraziano
ogni giorno Iddio per quel poco che offre loro. Una povertà insolita! Nonostante la tristezza dello
stile di vita, gli uomini vivono nella spensieratezza di un giorno migliore. Il sacerdote ai primi
giorni di soggiorno nello slum è accolto da re: gli vengono offerti cibo, tappeti, un piccolo specchio,
una tenda per l’ingresso, ecc … Piccole cose che fanno sentire a casa il “grande fratello Paul”. La
differenza sostanziale delle religioni nello slum viene annullata e gli uomini di Calcutta ridotti nella
vita all’interno delle bidonville ringraziano anche gli dei sconosciuti, come quel Gesù che Paul
venera ogni giorno attraverso l’immagine della Sacra Sindone, “perché in quel Gesù morto e
sofferente si incontrano gli sguardi delle persone che piangono nel silenzio”, così afferma il
missionario francese.
Riflettiamoci su…
Per riflettere utilizzo le parole dell’autore del libro:
“Un’esperienza che ha cambiato la mia vita. Vivere con gli eroici abitanti della Città della gioia, ha
completamente trasformato la mia cognizione di ciò che è prioritario e il mio giudizio sui reali
valori della vita. Dopo essermi trovato faccia a faccia con i veri problemi dell’esistenza, ho smesso
di lottare per cose banali come un parcheggio […] Ora per me è istintivo spegnere la luce uscendo
da una stanza, usare la saponetta fino all’ultima scaglia, non buttare nella spazzatura ciò che si può
conservare o riutilizzare. Queste esperienze fuori dal comune mi hanno anche insegnato quanto sia
meraviglioso condividere le cose con gli altri. Per due anni non mi è stato chiesto nulla, e in
compenso mi è sempre stato dato tutto. La generosità dei miei amici della Città della gioia mi ha
rivelato il vero significato di quel bellissimo proverbio indiano che dice:« Tutto ciò che non viene
donato va perduto»”.
Una canzone per te – adolescenti
Titolo: Ora
Interprete: Jovanotti
Album: Ora
Anno: 2011
Recensione
Lasciamo la recensione di questa canzone alle parole dello stesso autore: “Era da tempo che cercavo
una canzone che celebrasse l'attimo presente e che mi servisse a vedere in una luce più calda e
positiva il tempo in cui vivo e nel quale mi gioco l'esistenza insieme ai miei contemporanei.
Specialmente nell'anno dei festeggiamenti per l'Unità d'Italia, quello in cui siamo investiti dalle
imprese del passato e dalle "ansie" rispetto al futuro, a me serviva una canzone che fosse al
contrario concentrata sulla forza vitale che è in circolo adesso”
Riflettiamoci su…
La riflessione può essere incentrata sul ruolo che ha la propria fraternità. Quanto è testimone di
speranza nella propria comunità? Solitamente si espone in situazioni “disperate” come portatrice di
positività e speranza nel futuro e in Dio? Se così non è, cosa blocca questo aspetto fondamentale per
una fraternità che, in quanto cristiana e francescana, non può non essere esempio vivente di
speranza.
Una film per te – adolescenti
Titolo: L’onda
Anno: 2008
Regia: Dennis Gansel
Cast: Jürgen Vogel, Frederick Lau, Max Riemelt, Jennifer Ulrich,
Christiane Paul,
Durata: 101 min.
Genere: Drammatico
Trama
In una scuola superiore tedesca, durante la "settimana a tema", Reiner Wenger, insegnante
rockettaro ed anarchico, tiene un corso sull'"autocrazia"(dispotismo). Coinvolge i ragazzi,
inconsapevoli, in un esperimento che li vedrà sempre più immersi in una organizzazione gerarchica,
conformandosi ad un sistema di abbigliamento, comportamento, ricercando l'unità del gruppo e
isolando chi non accetta questo sistema. I ragazzi si sentiranno coinvolti con entusiasmo, vincendo
le loro insicurezze e debolezze, allargando il gruppo, che chiameranno "L'onda", all'esterno della
propria classe. Tuttavia, questo rinnovato spirito di gruppo, li porterà ad estremizzare questa loro
esperienza che presto diventerà violenta, sia nei confronti di chi non vi aderisce, sia nelle modalità
di espressione delle proprie peculiarità. Al termine della settimana, quando il professor Wenger
vorrà aprire gli occhi ai ragazzi sui rischi sempre incombenti di una nuova dittatura, ormai il limite
è superato ed avviene la tragedia: uno dei ragazzi della classe, Tim, forse il più debole ed
impressionabile del gruppo, ma che durante la settimana vive un coinvolgimento sempre più
intenso, alla notizia della chiusura dell'"Onda", spara ad un amico e poi si toglie la vita. Il professor
Wenger verrà arrestato, responsabile di essersi lasciato sfuggire di mano la situazione.
Recensione
Tratto dal romanzo di Todd Strasser L'onda, a sua volta basato sull'esperimento sociale denominato
La Terza Onda (The Third Wave), avvenuto nel 1967 in California, il film si ispira per tipologia dei
dialoghi e per tipizzazione dei personaggi ai classici high school movie americani, non
condividendo con questi ultimi, spessore di trama e leggerezza dei contenuti. Sicuramente destinato
ad un pubblico di giovani, questo film potrebbe apparire troppo "duro" soprattutto nel finale, ma
non sono estranee agli ambienti giovanili, anche dei giovanissimi, situazioni violente che hanno
anche avuto esiti tragici (si veda per esempio la strage del liceo Columbine e tante altre, purtroppo).
Riflettiamoci su…
L'"Onda" propone un'esperienza di gruppo, nel quale ogni suo membro può, anzi forse deve,
diventare parte attiva. L'ideatore del gruppo è il professor Wenger, che sembra voler dimostrare a se
stesso, ma soprattutto ai colleghi che lo considerano solo rockettaro ed anarchico, di essere un buon
professore, con nuove idee e nuovi metodi di insegnamento. Il primo personaggio da tenere in
considerazione è proprio lui: quante volte proprio nelle esperienze comunitarie, emerge tra gli altri
un leader, un mentore, un comunicatore privilegiato che si pone, consapevolmente (ma anche no) a
capo degli altri, ispirandoli e guidandoli. Proprio dal rischio di investire qualcuno di questa
funzione, spesso si perde il senso dello stare insieme che è, prima di tutto, condividere qualcosa per
poi, in secondo luogo, realizzare le comuni idee e le comuni ispirazioni nel mondo al di fuori del
gruppo, all'esterno. Proprio la mancanza di iniziativa dei singoli ed il loro totale affidamento a
qualcun altro che pensi per loro, costituisce il più grande handicap per le esperienze comunitarie che
si affacciano "nel mondo". Ed è proprio il rischio che corrono i membri dell'Onda: essi, non tutti, si
lasciano coinvolgere con sempre maggiore entusiasmo in un'esperienza di cui loro stessi perderanno
il filo ed il senso, cadendo in quell'errore fatale in cui tutto il popolo tedesco cadde seguendo
l'ideologia del nazionalsocialismo. L'idea del professor Wenger nasce, infatti, dalla prima
discussione sull'autocrazia avuta in classe, lunedì, quando chiede ai suoi studenti "voi dite che in
Germania una dittatura non sarebbe più possibile?". Questa domanda, che poi avrà la sua risposta
rivelatrice al termine del film, è domanda che sebbene in altri termini fa riflettere su un punto:
quanto lo stare insieme del gruppo, della fraternità, diventa finalizzato al bene, all'impegno per il
bene, alla ricerca del bene?
Giovanni Paolo II, nella veglia di preghiera a Tor Vergata durante la GMG del 2000 così disse ai tre
milioni di giovani lì presenti: "Cari amici, vedo in voi le "sentinelle del mattino" (cfr Is 21,11-12) in
quest'alba del terzo millennio. Nel corso del secolo che muore, giovani come voi venivano
convocati in adunate oceaniche per imparare ad odiare, venivano mandati a combattere gli uni
contro gli altri. I diversi messianismi secolarizzati, che hanno tentato di sostituire la speranza
cristiana, si sono poi rivelati veri e propri inferni. Oggi siete qui convenuti per affermare che nel
nuovo secolo voi non vi presterete ad essere strumenti di violenza e distruzione; difenderete la
pace, pagando anche di persona se necessario. Voi non vi rassegnerete ad un mondo in cui altri
esseri umani muoiono di fame, restano analfabeti, mancano di lavoro. Voi difenderete la vita in
ogni momento del suo sviluppo terreno, vi sforzerete con ogni vostra energia di rendere questa
terra sempre più abitabile per tutti."
Stare insieme, creare gruppo, avere un obiettivo comune, perseguire un impegno comunitario non è
sempre bene! Il gruppo non sempre costruisce, ma a volte distrugge. La fraternità, questa
straordinaria esperienza di vita che molti sono chiamati a sperimentare deve diventare bene, ma non
solo per sé, ma anche per il contesto in cui opera. Altrimenti vi è il rischio di un appagamento
semplicemente personale, a volte buono ma a volte deleterio per gli altri, che non può bastare, se
non diventa seme, speranza per il mondo.