PresinelTorinesegliautori dellarapinainbancaaLeca

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PresinelTorinesegliautori dellarapinainbancaaLeca
30
SABATO
27 GENNAIO
2007
albenga e riviera
INCONTRO CON I COMUNI
A DUE MESI DAL COLPO
Presi nel Torinese gli autori
della rapina in banca a Leca
Un testimone li aveva visti fuggire e aveva annotato la targa dell’auto
ALBENGA. Scopertiecatturatiimalviventi che due mesi fa rapinarono la
filialeCarigedellafrazioneingaunadi
Leca,propriodifronteallascuolamaterna di piazza del Popolo.
Si tratta di Giuseppe Schirripa,
quarantenne di Sant’Ambrogio Torinese, e Rinaldo Cirillo, quarantottenne di origine calabrese ma anche
lui residente nel piccolo comune piemontese.
Come già si era capito fin dagli attimi della rapina si tratta di due autentici professionisti del settore, con
un’intensa carriera alle spalle, che dal
torinese partivano per mettere a
segno colpi in diverse località italiane, studiando anticipatamente la
zona per scegliere obiettivi da cui
fosse semplice e rapido raggiungere
una grande via di comunicazione per
far rientro indisturbati a casa, allondanandosi prima ancora dell’inizio
delle ricerche. Quelli che nel linguaggio romanzato di una volta sarebbero
stati chiamati “pendolari del mitra” e
che oggi è più consono definire trasfertisti del cutter, vista l’arma abitualmente utilizzata per questo tipo
di crimine.
«La sicurezza ostentata dai due testimonia che si tratta di personaggi
avvezzi a questo tipo di imprese
criminose - ha detto il comandante
Roberto Arcieri - Certamente erano
già stati sul posto per un sopralluogo,
vista la conoscenza della zona dimostrata».
Proprio il fatto di lavorare soprattutto lontano da casa aveva probabilmente permesso più volte ai due di
farla franca, nel passato, ma questa
volta i due malviventi hanno commesso un paio di errori che sono risultati fatali. Anzitutto la fuga, studiata nei minimi particolari per
quanto riguarda il tragitto, attraverso
le stradine della frazione in pochi secondi fino al casello, quindi in autostrada verso Savona e da lì fino a To-
«
LA LORO
SICUREZZA
DIMOSTRA
L’ABITUDINE A
QUESTE
IMPRESE»
ROBERTO ARCIERI
comandante CC Albenga
>> IL BLITZ
A VOLTO SCOPERTO,
VIA CON 15 MILA EURO
La banca di Leca presa di mira due mesi fa dai rapinatori
rino, ma non altrettanto per quanto
riguarda l’aspetto mimetico. L’auto
di piccola cilindrata su cui i due si
sono allontanati è stata notata da alcuni testimoni e qualcuno è riuscito
addirittura ad annotare il numero di
targa permettendo se non di risalire
immediatamente all’identità dei due
rapinatori, quantomeno di ricostruirne il percorso attraverso i dati
dei caselli autostradali. Inoltre i testimoni sono riusciti a fornire descrizioni piuttosto accurate dei banditi,
consentendo quindi di stringere il
cerchio attorno al loro nascondiglio
torinese.
Poi un altro colpo, inavvedutamente commesso proprio nel torinese,allosportelloUnicreditdiButtigliera. Così vicino a casa la presenza
dei due pregiudicati non poteva passare inosservata. Un carabiniere ha
notato Schirripa davanti alla banca e
lo ha tenuto d’occhio. Quando i due
sono fuggiti verso l’appartamento di
un complice con un bottino di qualchemigliaiodieurosisonotrovatiaddosso i militari che li hanno arrestati.
I due sono quindi stati rinchiusi
nelle carceri di Ivrea e Aosta e davanti
ai giudici dovranno rispondere di rapina a mano armata tanto per l’episodio di Leca quanto per quello nel torinese, ma le indagini sul loro conto
proseguono per verificare se i due
malviventi piemontesi possano essere gli autori anche di altre delle numerose rapine avvenute negli ultimi
mesi in tutte le località della riviera.
LUCA REBAGLIATI
••• ALBENGA. Si erano presentati
agli sportelli della Carige di Leca
alle 10,30 di giovedì 23 novembre, erano entrati a volto scoperto armati di taglierino e avevano intimato al direttore della filiale, ai quattro dipendenti e ai
due clienti di non muoversi. Poi
uno dei due aveva superato il
bancone e si era fatto consegnare il denaro contenuto nelle
casse, poco più di 4 mila euro secondo i primi conteggi, quasi 15
mila dagli ultimi dati. Un’ azione
così rapida che né i bambini del
vicino asilo, né gli avventori del
bar si sarebbero accorti di nulla.
Però i dipendenti della banca
avevano notato l’accento meridionale di uno dei due e fornito
descrizioni accurate oltre al numero di targa dell’auto usata per
la fuga. Particolari decisivi, unitamente ai filmati delle telecamere.
Poste, piano di riorganizzazione
per gli uffici dell’entroterra
ALBENGA. Pace in vista tra Poste italiane e i comuni dell’entroterra ingauno dopo la riunione di ieri mattina
nelle sede della Comunità montana ingauna alla presenza di diversi sindaci e
del vicepresidente nazionale di Assoutenti, Gianluigi Taboga. I dirigenti regionali delle Poste hanno spiegato il
piano di riorganizzazione dei piccoli
uffici, che riguarderà Testico, Nasino,
Castelbianco, Erli, Castelvecchio e
Zuccarello. Riorganizzazione che secondo le Poste dovrebbe portare a un
miglioramento della qualità del servizio, grazie alla sostituzione di personale utilizzato sia per le operazioni di
sportello sia per la consegna della corrispondenza, con cassieri e postini
maggiormente specializzati. Un’innovazione che però “costerebbe” la
chiusura degli sportelli tre giorni la
settimana, cosa che non è piaciuta a
molti amministratori e cittadini
dell’entroterra.
«Finalmente si è aperto un dialogo con
Poste italiane - commenta al termine
INCHIESTA
dell’incontro il presidente della comunità montana Pietro Revetria - Abbiamo definito un percorso da compiere assieme, ora attendiamo da
Poste italiane una proposta che non
comporti una penalizzazione di un
servizio, la sua cancellazione o riduzione. Abbiamo chiesto di proporre
pacchetti di servizi per i piccoli centri.
Si è creato un nuovo modo di confrontarsi che prima non esisteva e Poste
italiane mi pare intenzionata a rispettare il principio secondo cui i cambiamenti dovranno andare a migliorare il
servizio per il cittadino. Arriveremo
presto a sottoscrivere un protocollo
d’intesa».
Intanto Poste italiane prosegue nella
valutazione economica di un progetto
per realizzare un nuovo sportello postale ad Albenga. I nuovi uffici saranno
probabilmente ubicati nello stabile
dove attualmente avviene lo smistamento della corrispondenza a Vadino
e dovrebbe essere riservato esclusivamente ad alcune tipologie di servizio.
RAGAZZO AGGREDITO
Custode della Gallinara
oggi l’autopsia
«Macché bullismo, solo
un diverbio tra amici»
ALBENGA. Sarà effettuata stamattina
VILLANOVA. «Né bullismo, né razzismo.
nella camera mortuaria dell’ospedale
di Pietra Ligure l’autopsia sul corpo di
Robert Eynohou Comlan, il quarantatreenne guardiano della Gallinara trovato morto l’altro ieri mattina da un
sommozzatore nel porticciolo
dell’isola. Solo dopo la perizia medicolegale il sostituto procuratore Alessandro Bogliolo concederà il nulla osta
per il rimpatrio della salma e le esequie, per le quali un gruppo di amici
alassini si è offerto di avviare una sottoscrizione tra i concittadini che avevano conosciuto Robert Eynohou
Comlan nella sua decennale permanenza ad Alassio.
L’autopsia dovrà soprattutto rivelare
se l’uomo sia scivolato in mare e non
sapendo nuotare non è riuscito a riguadagnare terra, affogando, o se invece sia stato stroncato da un malore
cadendo in acqua ormai senza vita.
Secondo gli inquirenti comunque si
tratterebbe senza dubbio di una
morte accidentale.
È stato solo l’epilogo di un diverbio tra
amici all’interno della compagnia». È il
legale Monica Gallizia a parlare per M.
M., il diciassettenne villanovese denunciato al tribunale dei minori per l’aggressione a un coetaneo marocchino,
costretto a ricorrere alle cure dei medici
del pronto soccorso per un colpo a un
occhio. «La dinamica è ancora tutta da
chiarire - afferma - e bollare di razzismo
e bullismo una semplice lite è non solo
prematuro ma completamente sbagliato». Secondo il legale i giovani
avrebbero riferito di una discussione
nata per motivi di poco conto nella
zona dei giardinetti, degenerata poi
nella scazzottata in cui il giovane extracomunitario avrebbe avuto la peggio.
I carabinieri intanto avrebbero individuato anche gli altri due giovani coinvolti di cui peraltro si sta cercando di
chiarire il ruolo. C’è da capire soprattutto se i due abbiano realmente partecipato all’aggressione o se ne siano
stati spettatori o pacieri.