Strumentazione e Controllo dei Processi Chimici I°: Introduzione ai
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Strumentazione e Controllo dei Processi Chimici I°: Introduzione ai
Strumentazione e Controllo dei Processi Chimici I°: Introduzione ai Sistemi di Controllo Claudio Scali Laboratorio di Controllo dei Processi Chimici (CPCLab) Dipartimento di Ingegneria Chimica (DICCISM) Università di Pisa Corso SCPC AA. 2003-2004 Sommario I° parte(*): Sistemi di Controllo - Obiettivi del Corso Ruolo dell’automazione dei processi - Elementi che costituiscono il sistema di controllo - Processo, Regolatore, Attuatore, Misuratore - Dinamica e modelli dei processi - Strutture di controllo e tipi di regolatori - Risposte caratteristiche con diversi tipi di regolatori (*) Riferimenti: testo Word e Presentazione PPT Corso SCPC AA. 2003-2004 I, 2 C. Scali, Università di Pisa INTRODUZIONE Gestione di un Processo Industriale = Controllo del Processo: • Ragioni di sicurezza • Rispetto delle regolamentazioni ambientali • Rispetto dei vincoli operativi • Mantenimento delle specifiche di produzione • Ottimizzazione del funzionamento dell’impianto Controllo Automatico: • Per garantire specifiche sempre più stringenti • Per affrancare l’uomo da operazioni ripetitive • Evoluzione nel tempo dei sistemi di controllo: da manuale → automatico ⇒ calcolatore → Esempi Corso SCPC AA. 2003-2004 I, 3 C. Scali, Università di Pisa INTRODUZIONE • Diversi Livelli dell’Automazione di un Processo: Gerarchia Ottimizzazione: OTTIMIZZAZIONE Migliora le condizioni di funzionamento Controllo: Gestisce condizioni ordinarie CONTROLLO Sicurezza: Gestisce condizioni emergenza SICUREZZA Priorità • Sicurezza: è prioritario; si basa su dispositivi autoazionanti (valvole di sicurezza, di blocco, dischi a rottura) • Ottimizzazione: non prioritaria, ma livello tecnologicamente più elevato (Calcolatore) Corso SCPC AA. 2003-2004 I, 4 C. Scali, Università di Pisa INTRODUZIONE • Impianto Industriale opera in regime dinamico: • Perturbazioni (disturbi); non desiderate, dipendono dal mondo esterno Esempi: cambiamento materie prime, invecchiamento / sporcamento delle superfici; oscillazione di pressione e temperatura rete di raffreddamento o riscaldamento; escursioni notte / giorno • Cambiamento di Condizioni Operative; desiderato Scopo: cambio tipologia di prodotto, ottimizzazione funzionamento (minima energia, aumento/diminuzione produzione) • Obiettivo del sistema di controllo: • Mantenere il processo sui valori desiderati - Abbattere i disturbi - Gestire i cambiamenti di condizioni operative • Ottimizzare le prestazioni Corso SCPC AA. 2003-2004 I, 5 C. Scali, Università di Pisa INTRODUZIONE Classificazioni delle variabili: Disturbi Misurabili Ingresso = Cause Non misurabili V. Manipolabili PROCESSO Uscita = Effetti Osservazioni: - Importanza delle Misure: - Misurabilità di disturbi e di variabili di uscita: permettono schemi di controllo diversi - V. prestazione: controllate (in senso lato) - V. Intermedie: V. controllate vere e proprie Corso SCPC AA. 2003-2004 V. prestazione (Non misurabili) V. Intermedie (Misurabili) I, 6 C. Scali, Università di Pisa INTRODUZIONE Sistemi SISO e MIMO SISO: Riscaldatore a vapore - V. CTRLT: Temperatura uscita (T) - V. DSTRB: Temperatura ingresso (Ti) - V. MNPL: Portata vapore (V) → Il funzionamento del sistema di controllo è immediato Corso SCPC AA. 2003-2004 I, 7 C. Scali, Università di Pisa INTRODUZIONE MIMO 3x3 - V. CTRLT: Temperatura e Concentrazione Uscita (T, C), Livello (H) - V. DSTRB: Temperatura, concentrazione, portata n.2 ingresso (T2, C2, F2) - V. MNPL: Portata vapore (V), Flusso n.1 (F1), Flusso uscita (F) → più complesso: quali accoppiamenti?, interazione tra le diverse variabili? Corso SCPC AA. 2003-2004 I, 8 C. Scali, Università di Pisa INTRODUZIONE Fasi della Progettazione del Sistema di Controllo • Definizione Obiettivi di Controllo - Quali variabili?; Priorità? • Individuazione delle perturbazioni - Quali disturbi più frequenti? Misurabili? Eliminabili con interventi a monte? • Scelta variabili misurabili - Variabili da controllare tutte misurabili? Variabili intermedie? • Scelta variabili manipolate - Disponibilità? Efficacia? • Scelta configurazione di controllo - Schema SISO o MIMO? Quali accoppiamenti? • Scelta legge di controllo - Algoritmo del regolatore? Corso SCPC AA. 2003-2004 I, 9 C. Scali, Università di Pisa AZIONE di CONTROLLO Due tipi fondamentali: Anello Aperto (OL) e Anello Chiuso (CL) Anello Aperto (OL) - L’azione di controllo è stabilita dall’esterno e non dipende dagli effetti sull’uscita - E’ tipica dei dispositivi temporizzati (costanti o con logica programmata) - Esempi: cellula fotoelettrica, tostapane, forno, lavatrice) - Caratteristiche: Semplicità, Bassi costi, Prestazioni non elevate, efficienza dipende dalla calibrazione, - Elementi OL si ritrovano in schemi più complessi Disturbi REGOLATORE Azione fissata dall’esterno Corso SCPC AA. 2003-2004 S ATTUATORE X PROCESSO X: Ingresso al processo S: segnale all’attuatore I, 10 Y Y: Uscita dal processo C. Scali, Università di Pisa Sistemi in Anello Aperto (OL) Tostapane Forno con profilo di Temperatura Lavatrice OL: l’azione di controllo NON dipende dal suo effetto sull’uscita Corso SCPC AA. 2003-2004 I, 11 C. Scali, Università di Pisa AZIONE di CONTROLLO Anello Chiuso (CL) - L’azione di controllo dipende dagli effetti sull’uscita - E’ l’azione di controllo più comune - Si ritrova nei sistemi naturali (regolazione temperatura corporea), manuali (uomo che guida automobile), automatici (controllo in Retroazione - - -) - Caratteristiche: Prestazioni più elevate, Risposta diviene oscillante (in genere) - Retroazione: l’informazione sullo stato dl processo viene trasferita al regolatore per mezzo di un misuratore S: dipende da Y-Y° Disturbi Y° S REGOLATORE Y°=valore desiderato di Y set-point Ym ATTUATORE MISURATORE Ym: Misura di Y Corso SCPC AA. 2003-2004 I, 12 X Y PROCESSO Y: Uscita dal processo C. Scali, Università di Pisa Sistemi (Manuali) in Anello Chiuso Uomo che posiziona oggetti Uomo che guida un’Automobile Regolazione Temperatura Doccia CL: l’azione di controllo dipende dal suo effetto sull’uscita Corso SCPC AA. 2003-2004 I, 13 C. Scali, Università di Pisa Sistemi (Automatici) in Anello Chiuso Sistemi di Controllo in Anello Chiuso (CL): l’azione di controllo dipende dal suo effetto sull’uscita CC LC TC TC Controllo di Livello, Temperatura, Controllo di Temperatura Concentrazione Corso SCPC AA. 2003-2004 I, 14 C. Scali, Università di Pisa Strutture di Controllo - Retroazione (FeedBack) In Avanti (FeedForward) In Cascata Inferenziale Importanza delle misure..! Corso SCPC AA. 2003-2004 I, 15 C. Scali, Università di Pisa Elementi in uno Schema di Controllo in Retroazione E= Y° - Y= Errore Y° - E REG Disturbi S ATT Ym X PROC Y MIS • 4 Elementi: Regolatore, Attuatore, processo Misuratore • Il segnale di controllo S= f(E) dipende dalla differenza Y°- Ym • La legge di controllo f(E) dipende dall’algoritmo del regolatore • La risposta del sistema controllato dipende dalle caratteristiche di tutti gli elementi che lo compongono Importanza delle misure..! Corso SCPC AA. 2003-2004 I, 16 C. Scali, Università di Pisa Il Calcolatore nel Controllo dei Processi Controllo Digitale Diretto (DDC) (meno usato) - Il Calcolatore sostituisce il regolatore; - Possibilità di leggi di controllo più sofisticate Corso SCPC AA. 2003-2004 I, 17 C. Scali, Università di Pisa Il Calcolatore nel Controllo dei Processi Controllo con Calcolatore in Supervisione (SCC) - Il Calcolatore opera in supervisione di più anelli di regolazione controllati con regolatori tradizionali - I valori registrati delle variabili di processo vengono registrati per archivio e trasferiti in sala controllo (Controllo Distribuito DCS) - Il valore di set-point dei regolatori può essere stabilito dal calcolatore esterno (ottimizzazione) Corso SCPC AA. 2003-2004 I, 18 C. Scali, Università di Pisa Controllo e Supervisione di Processi Industriali L’impianto La sala controllo Registrazione Dati Corso SCPC AA. 2003-2004 I, 19 C. Scali, Università di Pisa DINAMICA del PROCESSO e MODELLAZIONE • Per il Progetto del regolatore è necessario conoscere le caratteristiche statiche e dinamiche di tutti gli elementi che lo compongono • Il Modello è la rappresentazione quantitativa delle relazioni IN / OUT - • Modello: può ottenersi dalle equazioni di conservazione in regime dinamico (metodo analitico) •Modello: può ottenersi dall’analisi delle risposte del sistema a ingressi noti (metodo sperimentale) La risposta del sistema permette di evidenziare transitorio e stazionario Corso SCPC AA. 2003-2004 I, 20 C. Scali, Università di Pisa Risposte Dinamiche di sistemi Primo Ordine: - Parametro: costante di tempo τ: Y(ττ)= 0.632 Y(∞) - All’aumentare di τ la risposta diviene più lenta - τ indice della capacità (inerzia) del sistema Esempi: Reattore Miscelato: C(Ci) Termocoppia: fem(T) Riscaldatore: T(Ti, Vap) Sistemi diversi: stessa dinamica Corso SCPC AA. 2003-2004 I, 21 C. Scali, Università di Pisa Risposte Dinamiche di sistemi Secondo Ordine: Parametri: sovrasm: costanti di tempo τ1, τ2 sottosm: τ, ξ (fattore di smorzamento) Esempi: Sistema viscoelastico Termocoppia con guaina 2 serbatoi •q •h•1 •q•1 •h•2 Corso SCPC AA. 2003-2004 I, 22 •q•2 C. Scali, Università di Pisa Risposte Dinamiche di sistemi Ordine Superiore (n): - Parametri: costanti di tempo τi - Risposte tipiche di sistemi in serie Esempi: N miscelatori o serbatoi in serie Corso SCPC AA. 2003-2004 I, 23 C. Scali, Università di Pisa Risposte Dinamiche di sistemi Ritardo Puro: - Parametro: ritardo (tempo morto) θ: Y(t)= 0, t< θ - Tipica di variazioni con velocità finita attraverso distanze non nulle Tubazione: variazione associata ad una portata Misura di composizione con gascromatografo (GC) Corso SCPC AA. 2003-2004 I, 24 C. Scali, Università di Pisa Risposte Dinamiche di sistemi Primo Ordine + Ritardo: - Parametri: guadagno K=B/A, ritardo θ, costante di tempo τ: Primo Ordine + Ritardo per approssimare sistemi di ordine n: Corso SCPC AA. 2003-2004 I, 25 C. Scali, Università di Pisa Risposte Dinamiche di sistemi Sistemi con Risposta Inversa : - Def: Il segno della risposta allo stazionario è diverso dal transitorio - Dipende da effetti in parallelo: il più rapido (prevale nel transitorio) ha entità minore del più lento (prevale allo stazionario) Evaporatore: a un aumento della portata di alimentazione fredda (F), a regime corrisponde un aumento di livello (H); nel transitorio, a causa delle bolle, si può avere diminuzione. Corso SCPC AA. 2003-2004 I, 26 C. Scali, Università di Pisa Risposte Dinamiche di sistemi Sistemi Instabili: - Def: Una piccola perturbazione da una condizione di equilibrio causa una grossa variazione nell’uscita oscillante monotono Reattore: Punto di lavoro M instabile se Qgen > Qscam Serbatoio: Se Fi ≠ Fu → serbatoio si svuota o trabocca Corso SCPC AA. 2003-2004 I, 27 C. Scali, Università di Pisa Caratteristiche dei Regolatori • Schema Y° E - REG • S = f(E) S • la legge di controllo dipende dall’algoritmo del regolatore Ym • Due tipi fondamentali: - Regolatori ad algoritmo standard (PID: Proporzionale Integrale Derivativo): più usati nei processi industriali; prestazioni accettabili per il controllo delle variabili base (L,P,F,T); nelle risposte: compromesso tra velocità di risposta e oscillazione; algoritmi: P, PI, PID - Regolatori ad algoritmo avanzato (basati su modello); in teoria prestazioni superiori, in pratica limitati dall’accuratezza del modello; riservati ad applicazioni particolari Corso SCPC AA. 2003-2004 I, 28 C. Scali, Università di Pisa Regolatori Standard (PID) • Algoritmo PID: Kc t de(t ) s (t ) = K c e (t ) + K c ∫ e(t ) dt + K c τ d τi 0 dt - Presenta tre componenti • Componente P: sP (t ) = K c e(t ) - Componente base; problema errore allo stazionario non nullo (offset ≠ 0) • Componente I: Kc t sI (t ) = ∫ e(t ) dt τi 0 - Elimina errore allo stazionario (offset ≠ 0); risposta oscillante • Componente D: sD (t ) = K c τ d de(t ) dt - Maggiore prontezza nella risposta; aumenta sensibilità ai rumori Corso SCPC AA. 2003-2004 I, 29 C. Scali, Università di Pisa Risposte di sistemi controllati con Regolatori Diversi • Schema controllo in Retroazione R: Set-Point E REG - S ATT Ym X D: Disturbi PROC Y MIS • Due tipi di funzionamento 1) Cambiamento di Condizioni Operative: (R≠ 0; D= 0) 2) Neutralizzazione di Disturbi: (R= 0; D ≠ 0) Si esaminano risposte per ingressi di tipo a gradino Corso SCPC AA. 2003-2004 I, 30 C. Scali, Università di Pisa Risposta Y(R) con regolatori diversi Obiettivo: Si vuole passare dalla condizione 0 alla 1 nel più breve tempo possibile Osservazioni: • Sistema con ritardo: fino al tempo θ non si risente dell’azione di controllo • Regolatore P non è in grado di raggiungere il nuovo valore (Y=R=1; Offset ≠ 0) • Regolatore PI elimina offset; ma in genere la risposta diviene oscillante • Regolatore PID risposta più veloce Corso SCPC AA. 2003-2004 I, 31 C. Scali, Università di Pisa Risposta Y(D) con regolatori diversi Obiettivo: Si vuole neutralizzare l’effetto di una perturbazione che senza controllo allontanerebbe il sistema dalla condizione di funzionamento desiderata Osservazioni: • Sistema con ritardo: fino al tempo θ non si risente del disturbo; fino a 2 θ dell’azione di controllo • Regolatore P non è in grado di riportare il sistema alle condizioni desiderate (Y=R=0; Offset ≠ 0) • Regolatore PI elimina offset; risposta oscillante • Regolatore PID risposta più veloce Corso SCPC AA. 2003-2004 I, 32 C. Scali, Università di Pisa Risposta Y(R) con regolatore PI, all’aumentare dell’azione di controllo (Guadagno) Osservazioni: Un aumento dell’azione di controllo (ottenuto, ad esempio, aumentando il guadagno del regolatore Kc) determina: - una risposta più veloce, ma più oscillante - oltre certi valori di Kc possono insorgere instabilità.. → Esempi nel corso delle esercitazioni Corso SCPC AA. 2003-2004 I, 33 C. Scali, Università di Pisa Progetto del sistema di controllo • Formulazione del Problema: - Noto il processo (un modello) - Note le caratteristiche di attuatori e misuratori - Noto il tipo di ingressi Variazioni di condizioni operative (R) o disturbi (D) - Assegnate certe specifiche di prestazione ⇒ Scegliere la struttura di regolazione e la legge di controllo • Diversi livelli di progettazione: - Tuning (sintonizzazione): determinare i valori dei parametri Kc, τi, τd di un regolatore PID, in grado di dare prestazioni accettabili - Progetto vero e proprio (Analitico): calcolare la legge di controllo ottimale - Adozione di schemi di controllo più complessi Corso SCPC AA. 2003-2004 I, 34 C. Scali, Università di Pisa Tuning di Regolatori PID • Specifiche di Prestazione: - Riferimento alla risposta nel tempo per una variazione a gradino - Allo stazionario si vuole raggiungere senza errore il nuovo valore (offset= 0) ⇒ componente I nel regolatore - Nel transitorio: compromesso tra velocità di risposta e oscillazione → velocità ⇔ tempo di risalita (tr< tr*) → oscillazione ⇔ sovraelongazione (Se< Se*) → oscillazione ⇔ tempo di assestamento (ta< ta*) ⇒ determinazione dei parametri Kc, τi, τd del regolatore Corso SCPC AA. 2003-2004 I, 35 C. Scali, Università di Pisa