Good-bye Lenin - IIS CHINI-MICHELANGELO
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Good-bye Lenin - IIS CHINI-MICHELANGELO
Good-bye Lenin Discorso finale del “Presidente “ e commento giornalistico alla “riunificazione” (In sottofondo, durante la lettura di tutto il discorso, risuonano solenni le note dell’Inno Nazionale della DDR : “Auferstanden aus Ruinen”, ovvero “risorti dalle macerie”) “ Care concittadine, cari concittadini ! Oggi compiamo 41 anni : un millesimo di secondo in relazione all’universo, ma per noi quest’ultimo anno ha avuto il valore di un intero secolo. I nostri nemici di un tempo vivono ora al nostro fianco, sono i nostri vicini di casa. Questo non è certo il migliore dei paesi, ma i valori in cui crediamo continuano ad entusiasmare uomini e donne di tutto il mondo. Spesso abbiamo perso di vista i nostri reali traguardi, è vero, ma ora ne siamo coscienti. Il socialismo non è nato per innalzare muri. Socialismo significa tendere la mano agli altri e insieme con essi convivere pacificamente. Non è il sogno di un visionario, ma un preciso progetto politico. Ed è per questa ragione che oggi dichiaro aperte le frontiere della Repubblica ! ” Segue il commento dello speaker: intanto scorrono le immagini relative all’apertura del muro, il 9 Novembre 1989 . Queste sono interpretate però in una maniera del tutto particolare, per non turbare le ultime ore di vita della madre di Alex. Corrispondono alla verità storica ? In cosa consiste la “Lüge“ di Alex ? Rileggi il commento e confrontalo con quello che hai appreso sugli eventi che hanno realmente portato alla caduta del muro…. “Già nelle prime ore di apertura dei varchi di confine migliaia di cittadini della Repubblica federale Tedesca hanno compiuto, nell’entusiasmo generale, i primi passi nel nostro paese. E sono in molti a voler restare, alla ricerca di un’alternativa all’insensata lotta per la sopravvivenza cui si ispira il sistema capitalistico, (“Non è bellissimo ?! ” – osserva la mamma estasiata) desiderosi di un mondo che, rifiutando il capitalismo sfrenato e la schiavitù del consumismo, metta nel dovuto risalto i più autentici valori dell’umanesimo. Queste persone vogliono una vita diversa. Hanno compreso che automobili, videoregistratori e apparecchi TV non sono tutto, e sono giunte qui per realizzare il sogno di una società fondata sul lavoro, sulla volontà, sulla speranza. “ ( “Non ho parole …” - è l’ultima battuta della madre, accompagnata da un enigmatico sorriso.) Dunque Alex racconta alla madre la riunificazione, ma non quale essa è avvenuta realmente, cioè come ANNESSIONE di un paese povero, il cui modello economico si è dimostrato fallimentare, da parte della BRD, paese ricco e prospero grazie al modello di sviluppo CAPITALISTICO OCCIDENTALE che ha prevalso. Alex fa credere alla madre che gli ideali socialisti, quelli in cui lei ha così intensamente creduto, hanno finito per conquistare anche i cittadini della Germania occidentale, spingendoli a trasferirsi in massa ad oriente. E questa “conversione” della BRD rende ormai inutile la divisione dei due paesi, che ora possono tornare a vivere insieme all’insegna dei VALORI AUTENTICI che sono alla base del socialismo. Un “falso storico” di cui la madre stessa si rende conto (l’infermiera Lara le ha infatti già raccontato la versione autentica dei fatti !), ma che accetta con gioia e commozione, come ultimo regalo dell’amore di Alex e come testimonianza di quanto l’impegno e l’idealismo della madre siano passati in eredità al figlio, continuando a vivere in lui. In questo modo anche la scena finale (con le ceneri della madre morta “sparate” con un razzo sulla città) non ci appare triste, ma piena di una consolante certezza : l’amore va oltre ogni fallimento ideologico, oltre ogni delusione umana e sopravvive anche alla morte, attraverso il ricordo di chi ci ha voluto bene. (…) Commento di Alex alle ultime immagini: “ Il paese che mia madre lasciò era un paese nel quale aveva creduto e che io ero riuscito a far sopravvivere fino al suo ultimo respiro. Un paese che nella realtà non era mai esistito. Che per me rimarrà sempre legato alla memoria di mia madre. “