Sr Giuseppina Scaffardi

Transcript

Sr Giuseppina Scaffardi
en. 2016
iu. 2015- G
N. 3- 4 G
Anno L - Periodico trimestrale - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Parma
…ancora Natale!
Natale!
Novità! È ancora Natale! Ancora una volta ci
troviamo a contemplare il mistero dell’Incarnazione, ancora una volta oltrepassiamo la soglia
della grotta di Betlemme per guardare negli
occhi il Dio fatto Bambino. Gesti e preparativi
ripetuti tante volte, quanti sono gli anni della
nostra esistenza, eppure, questo Natale è carico
di novità.
Nuova vita. Nuova speranza. Nuovo desiderio
di gioia e di felicità. Nuovo anelito di pace interiore e di pace mondiale. Nuova preghiera,
perché, in questo scorcio di 2015 e nella novità
del 2016, tanti pellegrini dell’amore abbiano il
coraggio di varcare la porta della Misericordia.
È il Natale del giubileo della Misericordia!
A Betlemme la grotta è una grande porta spalancata, aperta agli angeli come ai semplici e umili
pastori; aperta anche ai re venuti da lontano,
guidati da una stella, a cercare e incontrare il
Re dei Re.
Questa è la novità. Il Natale è la manifestazione
piena e sublime di Dio che è Padre Misericordioso. Oggi, come allora, in questo mondo,
stretto nell’angoscia e nella paura, “Dio ci dà
il Figlio suo, della sua sostanza, lo splendore
della sua immagine…ci dà il Figlio suo, che è
una cosa sola con Lui, eterno, infinito…ce lo
dà nel modo il più pieno, il più stretto, il più
miracoloso. Fa che ciò che è suo diventi anche
nostro”. (A Chieppi)
Armonia! Sì, il Natale è armonia. Armonia di umano e
divino, di terra e cielo, di canto e preghiera, di supplica
e invocazione, di lode e ringraziamento.
Armonia di colori, luce e tenebre! Armonia di sentimenti, di pensieri e di parole.
Lì, nel piccolo spazio della
SOMMARIO
grotta,esplodono come fuochi
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d’artificio, i sentimenti più proIR
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fondi di una Madre, che adora
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3-6 BLOC-NOfaTEmiglia
e contempla,che si interroga
Feste di
sul presente e sul futuro. Una
NE LAICALE
7-8 ASSOCIAZIO
Madre che tutto custodisce
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nel cuore; sentimenti di un
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9-12
padre che sa di essere solo
PICCOLE FIGLIE
Domenica Guatteri pf
custode,provvidenza amorevole verso una Madre e un Figlio che sono dono di Dio all’umanità. Sentimenti di un Bambino deposto nella
mangiatoia e che già sente il duro legno della
croce; un Bambino che, avvolto nelle fasce della
tenerezza, già sente sulla sua carne il lenzuolo
della morte e, con il canto degli angeli, esulta
per la gioia della Risurrezione.
Tutto questo è Natale. Una nuova alchimia di
terra e di cielo, di umano e divino, di ricerca e
pienezza, di fatica e riposo, di fretta e di calma,
di angoscia e gioia, di paura e speranza, di male
e di bene…di Sommo Bene.
Il Dio con noi, è con noi, sempre. Il Bambino
che oggi nasce, per aprire le porte della Misericordia, è come rugiada del mattino che inebria
la vita di un Amore eterno, compassionevole;
un Amore che si dona gratuitamente, unico ed
irrepetibile.
Con la liturgia, anche noi cantiamo la fede, la
speranza e l’amore, e gran voce gridiamo a
Gesù di venire a riconciliare il mondo con Dio.
“Vieni, Signore Gesù, vieni, volto della misericordia del Padre, vieni a manifestarci suo amore.
O, Astro che sorgi, splendore della luce eterna,
sole di giustizia: vieni, illumina chi giace nelle
tenebre e nell’ombra della morte.
O, Emmanuele, nostro re e legislatore, speranza
e salvezza dei popoli: vieni a salvarci, o Signore
nostro Dio.
Vieni, Signore Gesù, vieni luce che rischiara le nostre
tenebre, vieni, lampada che guida i nostri passi, vieni
rivelarci la Misericordia senza fine”.
A tutte le nostre lettrici e ai
nostri lettori l’augurio più
intenso di sperimentare l’abbraccio della Misericordia
nel cammino dei giorni.
Buon Natale e sereno 2016
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Lettera di padre Augusto Luca alle sorelle di Villa Chieppi
Padre Augusto Luca, Saveriano, classe 1917, dopo avere esercitato il ministero di Confessore delle
suore di Villa Chieppi per lunghi anni, non potendo più continuare, ha scritto loro una lettera di
commiato molto affettuosa. Le sorelle di Villa Chieppi hanno voluto condividerla con tutte.
Parma 20 giugno 2015
carissime sorelle,
per lungo tempo sono stato
confessore nella vostra Casa.
Precisamente dall’ottobre
1983, quando fui trasferito
definitivamente da Roma
alla Casa Madre dei Saveriani. Nel 2013 sarebbero
stati trent’anni, se non ci
fosse stata quella parentesi
di quattro o cinque anni nei
quali la vostra Comunità si
era trasferita a Marola. Se
non trenta, almeno 24 o 25
anni vi sono stato vicino.
In questo lungo tempo si è
creata tra noi un’amicizia, un affetto fraterno, una comunanza di
aspirazioni spirituali. Perciò, dopo
l’interruzione per malattia dall’aprile 2014, ho tentato di nuovo di
riprendere il ministero delle Confessioni. Con commozione mi sono
veduto accolto affettuosamente
da voi, ma purtroppo le forze non
hanno retto e ho dovuto smettere.
Resta il ricordo vicendevole e quando non sarò più in questo mondo,
conto sul vostro ricordo nella preghiera, mentre lassù mi incontrerò
con tutte quelle buone consorelle
che ci hanno preceduto.
Ora, in questo breve tempo che mi
è concesso di stare ancora in questo
mondo, mi sarà gioioso pensare ai
tempi trascorsi con voi.
Vi ricordo quando celebravo la Messa nella vostra Cappella e vi vedevo
tutte unite in preghiera: mi commovevo e pregavo: “Ti ringrazio,
Signore, perché hai qui tante anime
belle che ti vogliono bene!”. Per me
era una grande gioia interiore.
Per conoscervi meglio, mi sono letta
la vita del vostro Fondatore e i suoi
scritti.
Ecco come vi voleva: “Vi studierete
di essere dolci, benevole con tutti,
accogliendo tutti col sorriso della
bontà e chiamando con dolci nomi
di amicizia anche coloro che vi aves-
sero organizzato un tradimento”.
Vi studierete tutte di avanzare ogni
giorno nella grazia e civiltà dei
modi (il buon garbo) lontane sia
dall’affettazione di tanti che dalla
rozzezza di altri”.
Ricordo un’altra frase, letta non so
dove: “La gentilezza è il fiore della
carità”.
Ed ecco come il Venerabile Fondatore vedeva le sue suore infermiere:
“Sono venute per assistere i vostri
cari nel letto del loro dolore. Sono
qui per consolare le angosce delle
vostre spose, dei vostri figli, per
tergere le lacrime dei vostri padri,
dei vostri mariti, per ricevere nelle
proprie mani il più sacro deposito
che si possa affidare a persona
(cioè l’ammalato). Esse volano sui
campi del lutto, delle miserie, dei
dolori e cercano di fare del bene
ai propri fratelli e protestano che
veglieranno al loro fianco il giorno
e la notte, sempre, tutte consacrate
per i vostri cari”.
“L’ultima cosa che raccomando è
l’amore. Il mio cuore non può più
prendere in mano la penna senza
scrivere di questa carità, di questo
amore! Le mie Figlie dovrebbero
essere tutto amore verso i nostri
fratelli. Amore negli occhi, amore
nella dolcezza del parlare, amore
nella prontezza di far sacrifici per
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loro; amore nel prevenire i
desideri degli altri, amore
nella piacevolezza del tratto, amore in chiesa, amore
in casa, amore fuori, santo
amore in tutte le occasioni”.
Sono certo che quando vi
suggerivo di ringraziare il
Signore per la vocazione, e
per la vocazione in questo
vostro Istituto, voi non ricordavate le parole del Padre,
ma le vivevate perché le
avete nel sangue.
Un altro dei miei suggerimenti era di ringraziare il Signore
perché si era servito di voi per fare
del bene. Ricordate: “Il Regno di
Dio è come un uomo che getta il
seme sulla terra; dorma o vegli, di
notte o di giorno, il seme germoglia
e cresce, come egli stesso non lo sa
…” (Mc 4,26). Avete seminato col
vostro sorriso, con la vostra bontà, tra i bambini dell’Asilo, tra le
giovinette delle vostre scuole, tra
gli ammalati degli ospedali e nelle
famiglie che andavate a visitare e
a consolare. Avete fatto del bene
anche senza saperlo. Ringraziate il
Signore!
Io non sono stato un bravo Direttore spirituale, non ho insegnato una
particolare spiritualità, ma vi ho
suggerito sempre la riconoscenza a
Dio e un ricambio di amore verso di
Lui che ci ha tanto amati.
Pregate per me e io pregherò per
voi. Grazie!
Con affetto
P. Augusto Luca
LA CONGREGAZIONE HA COMPIUTO 150 ANNI
festa per i 25 e 50 di
professione religiosa
Elisa Cantoni
150 anni sono tanti, ma l’importante è non sentirserli... la famiglia
religiosa delle Piccole Figlie ci offre
un bellissimo esempio di come si
possa vivere la vocazione cristiana:
con piccolezza, semplicità, fiducia
nella Provvidenza, amore verso i
fratelli e le sorelle, specialmente i
più poveri.
Sarebbe sufficiente soffermarci sulle
tante opere presenti a Parma ed
alle varie attività presenti in Italia
e nel mondo per verificare che da
un piccolo seme gettato da don
Agostino Chieppi e Anna Micheli
nel 1865 è germogliato un albero
rigoglioso, pieno di frutti. Ma non
bastano le opere per fare un vero
cristiano. Qual è allora il segreto?
Le persone. Che oggi come ieri
ci testimoniano con semplicità la
fede nel Cristo Risorto. Osservando
i visi radiosi ed i sorrisi contagiosi
delle sorelle non si può rimanere
indifferenti. Pensiamo a sr Monica,
(che festeggia il 25° di Professione
religiosa) che con gioia 14 anni fa è
partita per la missione in Congo, e
che tuttora si prodiga per gli ultimi,
insieme alle giovani in formazione,
in quella che considera la sua seconda casa... Ricordiamo Ilaria che da
pochi mesi è entrata in noviziato in
Cile, offrendo un grande esempio
per i giovani di Parma. Pensiamo
a tutte le sorelle “festeggiate”
ancora piene di entusiasmo dopo
50 anni di servizio ai fratelli: sr
Romana, sr Pasqualina, sr Marisa,
sr Luigia, sr Franca, sr Rosa, sr Fabiana, sr Diva, sr Silvana, sr Giovanna,
sr Rita, sr Nelly.... Come può nascere
la fede se non da un incontro?
Ed è proprio questo che ci ha ricordato anche il nostro Vescovo Enrico,
che ha presieduto la celebrazione
dei primi 150 anni della fondazione della Congregazione domenica
12 aprile. Quando si incontra una
religiosa la prima cosa che si pensa
è: questa persona veramente crede
in Dio. Poi si può anche lodarne
le capacità umane e professionali,
nelle tante attività delle Piccole
Figlie, dall’insegnamento, all’assistenza infermieristica, ecc. Ma la
prima “scia di profumo” che lascia è
quella della fede. Tutte del Signore,
innervate dallo stesso carisma, pur
mantenendo la propria personalità.
La vita comunitaria è sicuramente
d’aiuto, perché permette di sostenersi a vicenda nei momenti di fatica. Il nome della congregazione ci
ricorda che le Piccole Figlie nascono
sotto la protezione di Gesù e Maria,
in quanto sotto la croce non rimasero coloro che erano stati chiamati,
PICCOLE FIGLIE
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bensì Maria ed il discepolo che Egli
amava, che non ha nome perché
così ognuno ci può mettere il suo.
Sotto la croce due cuori furono
trafitti: quello di Maria che, nonostante le promesse di Dio, vedeva in
quel momento suo Figlio in croce,
e quello di Gesù, dal cui costato
sgorgarono sangue ed acqua.
Il Vescovo ha quindi benedetto la
famiglia religiosa augurando alle
sorelle di essere portatrici della misericordia di Dio nel mondo, stando
accanto ad ogni persona crocifissa
e ricordando all’assemblea ad alla
Diocesi tutta che senza le Piccole
Figlie Parma sarebbe davvero una
città più povera.
La celebrazione si è svolta non a
caso nella parrocchia del Beato
Card. Andrea Ferrari, in piazza
Eugenia Picco, Piccola Figlia proclamata beata nel 2001 con
la partecipazione calorosa di un gran numero di
sacerdoti, amici e parenti
venuti anche dalle diocesi
di Milano, Belluno, Reggio
Emilia, Carpi, Mantova,
Urbino, Cremona. Luoghi
in cui le suore con la loro
presenza hanno intrecciato relazioni indimenticabili e
significative.
La Messa è stata animata dal coro
missionario che con strumenti e
voci ci ha fatto fare un rapido giro
intorno al mondo. Al termine della
celebrazione sr Alfonsina Mazzi,
Superiora generale, ha ringraziato
tutti i partecipanti, ricordandoci che
solo con l’aiuto reciproco questo
piccolo albero porterà frutto per la
gloria di Dio. Pertanto siamo tutti
chiamati, consacrati e laici, a non
essere increduli, ma credenti.
“il soffio di dio è una
carezza per i bambini
ammalati”
Marco Valenti
Q uest’anno ricorre il 150° an-
niversario della Fondazione della
Congregazione delle Piccole Figlie. A Parma la ricorrenza è stata
celebrata il 14 aprile ed è stato
lasciato, ad ogni sede sparsa nel
mondo, il compito di scegliere il
giorno per ricordare questo importante momento. A Misurina è
stato scelto il 12 giugno, giorno in
cui si celebra la festa del Sacratissimo Cuore di Gesù (scelta migliore
non poteva essere fatta) e per
l’occasione da Parma è arrivato
Mons. Domenico Magri, Presidente Onorario e Assistente pastorale
dell’Opera Diocesana San Bernardo degli Uberti, per celebrare la
Suor Vincenzina e suor Bruna
riconfermano la loro scelta di vita al Signore
dalle consorelle dall’inizio della
Congregazione.
Il loro grazie al Signore le suore lo
hanno pronunciato nella Cappella
dell’Istituto Pio XII di Misurina,
già Grand’Hotel Savoy che nel
1946 è stato acquistato della Pontificia Opera Assistenza da Padre
Paolino Beltrami Quattrocchi per
farne una colonia e, oggi, dopo
tanti anni, Centro per bambini
asmatici. Misurina, posto migliore
non poteva essere trovato per la
cura dei problemi respiratori dei
bambini perché il clima risente dei
benefici influssi prodotti dai due
massicci dolomitici Sorapiss e Cristallo e dalle “mitiche” Tre Cime:
con la loro specifica prerogativa,
unica in Italia, mandano un soffio di aria asciutta che, unita alla
ionizzazione del lago, impedisce
agli acari di vivere rendendo l’aria
particolarmente adatta alla cura
dell’asma.
Durante la mia permanenza a Misurina sono venuto a conoscenza
di una lettera che il Vescovo Enrico Solmi ha inviato a suor Bruna
dopo che era tornata dal Pellegrinaggio che lei ha compiuto a
Lourdes e della quale riporto un
passaggio particolarmente significativo per Misurina.
Scrive il Vescovo Enrico: Se l’acqua di Lourdes è “un concentrato
d’amore” l’aria salubre di Misurina è “un estratto di paradiso”
che unita alla contemplazione
dolomitica fa respirare attimi d’eterno. Credo che queste parole
rappresentino la sintesi più alta
e significativa per il Centro per
bambini asmatici di Misurina.
Possiamo dire che a Misurina “il
soffio di Dio è una carezza per i
bambini ammalati”.
13 giorni carichi di ...
Ilaria Rossi
P erché porre nel titolo
Mons. Magri
con suor Bruna e suor Vincenzina
Santa Messa di ringraziamento.
Alla celebrazione eucaristica, oltre
a suor Vincenzina e a suor Bruna,
che svolgono il loro servizio al
Centro per bambini asmatici, erano presenti il Direttore sanitario
dott. Alfredo Boccaccino, amici
e pazienti con i loro famigliari.
Durante la celebrazione le suore,
hanno portato all’altare due lampade in ricordo del loro 50° anniversario di professione. Sull’altare
erano presenti altri segni: tre ceri
che ricordano i voti di castità, povertà e obbedienza e due calamai
con penne a pennino a ricordo del
patto sottoscritto con il Signore
di un articolo un numero?
In sé non “suona” bene!
Ma, ripensando a quei
giorni, la prima cosa che
penso è: “solo 13 giorni?
Sono avvenute così tante
cose in così poco tempo?” … sì 13
giorni veramente densi o, come dico
nel titolo, “carichi di …”! Il motore
principale di questo tempo? La professione temporanea di sr Sandra e
sr Sofia! Un grande regalo che ha
portato altri doni aggiuntivi!
In primis la visita della Madre che,
dopo essere stata per un tempo in
Perù, è arrivata qui in Cile, insieme
a sr Rosina Rocci, il 12 marzo. In
mezzo ai tanti impegni e colloqui,
credo che l’aspetto più prezioso
sia stato poter vivere insieme a
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sr Alfonsina alcuni “stralci” di quotidianità, di vita
in comune, di fraternità!
Sono certa che questo sia
stato un dono prezioso
per tutte! Non meno preziosa la presenza, fra noi,
di sr Rosina: grazie a lei, un pezzo
di Africa è arrivato direttamente
qui in Cile per poter condividere la
ricchezza che ognuna scopre in quel
pezzetto di mondo che il Signore le
ha preparato.
Questi non sono gli unici doni ricevuti in questi giorni … penso alla
grande possibilità di vedere riunite
le comunità di Cile e Perù e, personalmente, di poter conoscere le sorelle del Perù che, fino ad ora, avevo visto solo alcune volte in Skype;
perché parlarsi e vedersi di persona
ha tutto un altro sapore! Penso ai
momenti in cui eravamo tutte riunite (ad esempio durante la consegna
dell’abito e la professione di sr Sofia
e sr Sandra) … eravamo tante! Vedendo le sorelle riunite, con un po’
di commozione, non ho potuto non
pensare al fondatore quando “gli
pareva di vedere una lunghissima
fila di suore senza fine”!
Altri doni. Il giovedì precedente alla
professione, è arrivata dal Perù la
famiglia di sr Sofia e, dall’Argentina, Claudia (una carissima amica che
sr Sandra e sr Sofia
hanno conosciuto
durante il tempo di
noviziato in Congo).
Nei giorni precedenti e successivi alla
professione, con
Gilda, prenovizia,
e Katy, aspirante,
abbiamo accompagnato Claudia
e la famiglia di sr Sofia per alcuni
brevi tour di Santiago e alcune zone
caratteristiche della costa centrale
come Valparaiso e Viña del Mar.
Una buona occasione, anche per
noi, per conoscere luoghi nuovi e,
nondimeno, per potersi conoscere
meglio con i nostri ospiti.
Ultimo dono: sperimentare l’affetto
che le persone della Parrocchia nutrono per le Piccole Figlie. È stato
prezioso poter toccare con mano il
clima di grande gioia e partecipazione di tutta la Parrocchia sia con
l’aiuto concreto, in tanti aspetti
pratici legati alla celebrazione per
la Professione e al rinfresco successivo, sia con la presenza durante la
celebrazione: la chiesa era gremita.
Una festa non solo per la nostra
famiglia, non solo per le famiglie di
sr Sandra e sr Sofia, ma anche per la
comunità parrocchiale … Insomma,
una festa per la Chiesa!
Ora il centro: la professione temporanea di sr Sandra e sr Sofia.
Grandi emozioni e grande gioia!
E, per questo, tanti motivi per cui
ringraziare il Signore! Il primo grazie è per aver chiamato Sandra e
Sofia desiderando che la famiglia si
ingrandisca grazie al sì di due nuove
suore! Un altro grazie è sgorgato
vedendo gli occhi “della Sandra
e della Sofi” (non è un errore di
battitura: la familiarità sperimentata nella quotidianità mi spinge a
scrivere così!) … occhi da cui traspariva la gioia piena, frutto del loro
sì generoso, Poi c’è un grazie più
personale: essere presente e poter
condividere questi momenti è stato
per me un grande
regalo del Signore
per tanti motivi,
che forse si possono
intuire ma che preferisco custodire nel
cuore …
Nei giorni successivi,
poco a poco, ognuno è tornato alle proprie occupazioni abituali: la famiglia di sr Sofia è
rientrata in Perù, Claudia in Argentina, le sorelle del Perù alcune in
Perù altre in Italia, per celebrare il
loro 50esimo di Professione religiosa, la Madre e sr Rosina in Italia e
noi qui, ai nostri ritmi abituali.
Si potrebbe dedurre che tutto è
tornato come prima, ma non è così,
non dopo quei …13 giorni carichi
di doni. Doni che sicuramente il
Signore continuerà a far fruttare
nella vita di ognuna di noi.
Testimonianza
di sr Sandra Riquelme
Con la mia professione religiosa ho vissuto un
momento molto
importante. Erano
trascorsi sei anni
dal giorno del mio ingresso in Congregazione come aspirante, ed era
giunto il momento di impegnarmi
fino in fondo con il Signore. […]
È stato un momento molto emoPICCOLE FIGLIE
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zionante fin dal giorno
precedente con la consegna dell’abito religioso; le sorelle, le giovani
in formazione e noi
eravamo prese dalla
commozione. Chi faceva
memoria di un momento analogo nella sua
vita, chi lo vedeva per la
prima volta … e noi eravamo emozionate per il dono dello
stesso abito che indossano tutte le
Piccole Figlie sparse per il mondo: è
un segno che sottolinea l’effettiva
appartenenza alla nostra famiglia
religiosa.
Il giorno della Professione ero davvero felice, anche se un po’ tesa
pensando al significato di questo
momento, all’ importanza e bellezza di dare la vita per i fratelli, nel
dire: “Sì, Signore, voglio seguirti”…
si prova molta gioia e credo che
molta gente si sia commossa con noi
nello scoprire la gioia contagiosa,
l’amore per il Signore, la pace nel
sapere che si sta facendo quello che
veramente vale: avevo finalmente
trovato quello che da tanto tempo
cercavo senza saperlo … vorrei anche ringraziare tutti quelli che mi
hanno aiutato, spronato, però soprattutto il Signore che mi ha chiamato e a cui io ho solo risposto”.
Testimonianza
di sr Sofia Morales
“Sono convinta
di aver vissuto un
tempo di grazia:
il Signore mi ha
permesso di incontrarlo in ogni
bambino, giovane, adulto, in ogni comunità, nelle
diverse realtà dove Lui stesso mi
ha inviato. Lui si dà totalmente, e
di fronte a questo, l’unica forma
che ho trovato per rispondergli è
seguire i suoi passi, con tutta la mia
vita. In questo senso Lui stesso mi
ha permesso di sperimentare che la
gioia più grande è di essere amata
e di amare gratuitamente.
Il giorno della Professione in un
certo modo, ancora una volta, Dio
ha rinnovato per me il dono della
sua grazia e mi ha inviato insieme
alle sorelle per annunciarla, perché
molti possano trovarla e condividerla”.
il
“sì per sempre”
di sr denise
M ese di ottobre: mese di Maria,
mese Missionario... e per noi Piccole
Figlie di Goma, quartiere di Ndosho, mese specialissimo: sr Denise
Mugisho Bibesho, originaria della
nostra Diocesi, ha emesso i voti
perpetui domenica 18 ottobre,
Giornata Missionaria Mondiale: una
vita in più donata per il Regno, per
la Chiesa, per il mondo.
In settembre sono cominciate le
attività di preparazione. Sr Denise è
passata in tutti settori della parrocchia per l’animazione missionaria
e in particolare per l’animazione
vocazionale. Con i Padri saveriani
è stata preparata una preghiera
speciale per sr Denise che è stata
poi distribuita in tutte le comunità
di base: ogni giorno si pregava per
lei! Dal primo ottobre ha preso il
via il Rosario missionario, guidato
dai diversi gruppi. E in chiesa veniva esposto il colore del Continente
per cui si pregava. Poi il grande
triduo di preghiera per la giornata
mondiale della Missione
con ricordo speciale per
sr Denise, il Concerto missionario e finalmente il 18
ottobre: giornata mondiale della Missione!
Senso forte di universalità,
missionarietà e tanta festa
per le piccole figlie, per tutta la
parrocchia dedicata a San Francesco
Saverio, Patrono delle Missioni. Ha
presieduto la Celebrazione Eucaristica in Parrocchia alle ore 10.30
il Vicario Generale della Diocesi di
Goma, Mons. Louis De Gonzague
Nzabanita, presente anche il parroco P. Giuseppe Musafiri, P. Roberto
Salvadori, P. Pastor e numerosi sacerdoti.
Sr Denise ha emesso i voti perpetui
nelle mani della Madre Alfonsina
Mazzi, venuta dall’Europa con
sr Cristina Lommi, compagna di
noviziato di sr Denise. Dopo l’in-
vocazione dei Santi e la preghiera
di consacrazione con l’invocazione
dello Spirito Santo da parte del
celebrante, sr Denise ha promesso
solennemente di fare della sua
vita un dono a Dio e ai fratelli, per
sempre, secondo il carisma della famiglia religiosa delle Piccole Figlie,
in castità, povertà e obbedienza. Il
Celebrante le ha poi messo l’anello
sponsale. Sr Denise era visibilmente
emozionata. Un gruppo di bambine
e bambini danzatori ha allietato
con finezza e grande bellezza la
cerimonia così importante. Anche il
coro della parrocchia ha contribuito
grandemente alla riuscita della festa. Ha fatto seguito nei locali della
Parrocchia il pranzo per i numerosi
invitati e anche qui sono proseguiti
canti e danze. Terminato il rinfresco, come è d’uso in Congo, molte
persone hanno portato i loro doni
a sr Denise, che era molto felice e
riconoscente e a sr Giovanna Gallicani che è in procinto di lasciare
Goma.
POMERIGGIO MUSICALE 11 OTTOBRE 2015
Nel 14° anniversario della Beatificazione di Madre Eugenia Picco e nel 1° anniversario
dell’esondazione del torrente Baganza, il Coro S. Pio X, guidato dal Maestro Massimo Reggiani di Soragna, ha voluto offrire alle Piccole Figlie e alla parrocchia Famiglia di Nazaret
un pomeriggio musicale ricco di spiritualità, alimento di comunione e di speranza. I canti,
eseguiti magistralmente, erano un richiamo a quei valori di cui si alimentò la nostra Beata e da cui si deve trarre la forza per superare i tempi di prova che segnano i passi della
nostra vita. Basta scorrere il programma (vedi Mentre il silenzio di B. Cantarelli, Pacem
in terris di M. Presina, Verbum Panis di
C. Casucci e M. Balducci ecc.), per cogliere
l’anima di chi l’ha ideato e realizzato e per dire con commossa ammirazione il nostro grazie. II Concerto prevedeva
l’ingresso libero con l’intento, da parte della Direzione, di
evolvere tutto il ricavato al ripristino dei locali della parrocchia ancora fortemente danneggiati, nonostante sia passato
un anno dall’alluvione. I partecipanti hanno accolto l’invito
e il Parroco P. Assuero Mascanzoni ha ringraziato la Madre
per questo dono.
PICCOLE FIGLIE
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GIU. 2015 - GEN. 2016
la
famiglia, icona
della trinità
Fornovo (PR) 4-8 luglio 2015. Durante gli Esercizi spirituali, quest’anno,
con la guida di Padre Giancarlo Bruni, abbiamo pregato e meditato sulla
famiglia come immagine della Trinità, alla luce della Parola di Dio.
I
n tutta la Bibbia, fin
dall’Antico Testamento, in
particolare nei primi capitoli della Genesi, l’uomo è
essenzialmente descritto
nella sua natura come
un essere che si realizza
attraverso il rapporto prima di tutto con Dio e poi
con l’“altro” essere umano (Eva
è donata ad Adamo proprio per
questo: l’uomo è “immagine” piena
e completa di Dio nella coppia).
Quindi l’uomo è creato per l’amore. Ed è proprio quest’amore che,
realizzandolo, lo apre anche alla comunicazione dello stesso amore ad
altri (“Crescete e moltiplicatevi”),
completando l’opera del Creatore
che nasce dalla stessa “necessità”
di diffondere il Suo Amore infinito.
Di conseguenza il rapporto sponsale viene assunto da tutto l’Antico
Testamento (cfr. Cantico dei Cantici
ed Osea) come simbolo e segno del
rapporto d’amore libero e reciproco
che Dio offre all’uomo, sia come
singolo che come Suo popolo: Dio è
lo Sposo amante, fedele, capace di
perdono, mai arreso e nella gioia a
motivo di Israele sua sposa (Os 1-3;
Ger 3,1-5; 12-20; 31,21-22; Is 54,117; 61,10; 62,4-5; Ez 16,8-14;60-62);
Dio è il padre ricco di cura e di tenerezza per il suo figlio Israele (Os
11,1-11), è la madre che non se ne
di­mentica mai (Is 49,14-15), è il padre che istruisce, esorta e correg­ge
(Prov 3,11-12; Eb 12,5-8; Ap 3,19).
Nel Nuovo Testamento Gesù parla
della vita eterna nel Regno come
una eterna festa di nozze (a cominciare dal “segno” di Cana). Gesù poi
svela la vita intima di Dio, rivelato
come “comunità”, cioè come una
“famiglia” trinitaria, in una comunione profonda e piena di persona
distinte, ma indissolubilmente unite
nell’amore reciproco.
La vita cristiana diventa perciò una
sempre progressiva unione sponsale
del singolo con Gesù, che, rendendolo figlio nel Figlio, lo introduce
nella comunione trinitaria col Padre
mediante l’amore dello Spirito Santo.
Tramite il “comandamento nuovo”
(“Amatevi l’un l’altro...”) questa
comunione con Cristo richiede la
comunione col fratello fino all’unità
di cuore e mente, comunione che
“genera” la presenza del Risorto in
mezzo alla comunità (“Dove due o
più...”) e quindi riproduce la realtà
della Famiglia Trinitaria, che diventa
perciò il modello della comunità cristiana. Tale modello, attuato
nella Chiesa, diventa il modello stesso della nuova umanità, cioè dei nuovi rapporti
fra gli uomini, le nazioni, le
culture, nella “comunione
delle diversità”, rispettate e
valorizzate ma donate reciprocamente agli altri.
Ognuna delle tre fondamentali vocazioni (matrimonio, ministero, consacrazione religiosa) nella
vita della Chiesa, potrà così dare
alle altre e ricevere da esse ciò che è
proprio di ognuna: rispettivamente,
Cristo sposo, Cristo pastore, Cristo
povero casto ed obbediente; arricchendosi ciascuna vocazione delle
sfumature dell’amore tipiche delle
altre e riconducendole, ciascuna,
alla sostanza dell’amore sponsale,
in Cristo, con Dio e col prossimo.
Il primo modello di “famiglia”
PICCOLE FIGLIE
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GIU. 2015 - GEN. 2016
attuata nella comunione delle tre
diverse vocazioni è la famiglia di
Nazareth, forma di ogni tipo di
convivenza nella vita della Chiesa,
perché essa stessa Chiesa nella sua
forma essenziale: il “dove due o
più”, la Trinità vissuta in terra.
Nella storia, dalle origini fino ai
nostri giorni, la famiglia cristiana
è stata sempre la prima via di trasmissione della fede. Essa si fonda
sulla presenza del Signore Gesù,
pienezza dell’Amore di Dio su questa terra, nell’amore unico - totale
- fedele - generante degli sposi, nei
legami di genitori e di figli, nella
rete parentale e amicale, nel tessuto
comunitario. Il punto di riferimento
è Cristo, vero Dio e vero uomo, e i
valori che ne seguono, provengono
da Lui e portano a Lui: il valore della
vita umana, di ogni singola persona
(Gv 10,10 :“Sono venuto perché
abbiate la vita e l’abbiate in abbondanza“); poi, il valore dell’unità (Gv
13,23:“Siate perfetti nell’unità, perché il mondo creda“); ancora, quello
della fedeltà e del dono totale di sé
(Gv 13,14:“Avendo amato i suoi che
erano nel mondo, li amò sino alla
fine“); come pure, quelli della misericordia e del perdono (Lc 6,37:“Perdonate e vi sarà perdonato”).
Assieme a questi valori imprescindibili, tre sono le strade in Cristo
che possono guidare una famiglia
cristiana: la carità fraterna (Gv 15,12:
“Amatevi gli uni gli altri; come io vi
ho amati, così amatevi gli uni gli altri“), la preghiera (Lc 11,2: “Quando
pregate dite: Padre nostro”) e la verità liberante (Gv 8,32: “Conoscerete
la Verità, e la Verità vi farà liberi“).
La famiglia cristiana è una piccola
Chiesa, aperta alla grande Chiesa e
alla vita:
a) Icona della Trinità: la famiglia
diventa la dimora della presenza del
Padre che, nel Figlio ascoltato, par-
la e, nello Spirito, rende conformi
alla Parola-Spirito, dove si vive una
comunione rispettosa della alterità,
del dono di ciascuno (1 Cor 12-14),
in un amore ospitale e custode che
rende reciprocamente “sottomessi”
(Ef 5,21). Un essere reciprocamente
ai piedi gli uni degli altri, al servi­zio
del bisogno e della gioia altrui, tesi
alla crescita al­trui, sempre pronti
nel perdono a ridonare amicizia e
fiducia.
b) Luogo di preghiera. Il Dio accolto e parlante è il Dio ringraziato
e lodato e invocato in molteplici
forme (salmodia, benedizione della mensa, liturgie...). La famiglia
diventa così il luogo non solo della
sequela e dell’annuncio, ma anche
della celebrazione del mistero grande dell’amore del Padre in Cristo
Gesù per mezzo dello Spirito Santo
(Ef 5,25-28).
Come testimoniare questi valori
oggi in un tempo di forte crisi
dell’identità personale, dei legami affettivi, delle relazioni sociali,
della idea di scelte definitive, della
configurazione stessa della coppia
e in cui forte è l’oblio di una parola
di senso che venga da oltre? Papa
Francesco ha detto che il sacramento del matrimonio è un grande atto
di fede e di amore che testimonia
il coraggio di credere alla bellezza
dell’atto creatore di Dio e di vivere
quell’amore che spinge ad andare
sempre oltre, oltre se stessi e anche
oltre la stessa famiglia.
Attraverso il matrimonio, Dio mostra il suo amore fedele, perseverante e fecondo alla sua Chiesa:
Egli che non divorzia mai dal suo
immaginare una umanità a sua
somiglianza una e distinta, dal
suo essere volto di amore fedele e
incondizionato al volto dell’altro rispettato nella sua diversità, univocità e libertà, dall’unicità di un amore
che si fa perdono e attesa, speranza
di sempre nuovi inizi. Questo racconta la vicenda della donna adultera (Gv 8,1-11) perché “se siamo
infedeli, lui rimane fedele, perché
non può rinnegare se stesso” (2 Tm
2,13). Nel corso della sua esistenza
la coppia-famiglia allora è chiamata
a concretizzare nella propria vita
questa sua “essenza”, è chiamata
a diventare una comunità di vita e
d’amore, ad immagine della Trinità
ed essere così la “buona notizia”
per il mondo.
AGGREGAZIONE A LIMA
7 marzo 2015 ore 11 a Lima: festa per
l’aggregazione di tre coppie di sposi alla
presenza di Madre Alfonsina: Romulo
Agustìn Vivas Rodriguez e sua moglie
Nadia Angelica Manchego Ramirez; Emiliano Barrera Nacsha e sua moglie Balvina
Vasquez Garcia; Pedro Morales Almendrades e Alva Luz Zamudio De Morales (genitori di suor Sofia). Ora i fratelli laici
associati in Perù sono venti. Dopo la Celebrazione Eucaristica presieduta da
Padre Julio Cesar Marena Ventura si prosegue con il pranzo e la festa preparata dai fratelli/sorelle laici già aggregati. Oltre al grande calore esteriore...
c’è un clima di grande fraternità. I fratelli/sorelle laici hanno coinvolto i loro
familiari in danze, canti, sketch... insomma ci sono tutti gli ingredienti che
servono per rendere bella una festa!
PELLEGRINAGGIO A BAGGIOVARA (MO) SULLE ORME DEL FONDATORE
Il 25 aprile, insieme ad un gruppo di suore, noi
associati della zona di Parma-Reggio-Modena,
siamo andati in pellegrinaggio nel monastero
della Visitazione a Baggiovara (MO), luogo
tanto caro al nostro fondatore. Nell’ottobre
del 1873 don Agostino Chieppi pregò davanti
alla Madonna di Consolazione e di Provvidenza
e da quel giorno desiderò che nella Congregazione delle Piccole Figlie fosse
venerata Maria con questo titolo.
APPUNTAMENTI DEL GRUPPO DI ROMA
Rosanna Antonelli
Il 23 maggio, il raggruppamento di Roma dell’Associazione laicale delle Piccole Figlie, con le famiglie e gli amici ha trascorso una giornata serena e intensa.
L’allegra comitiva formata da una cinquantina di persone ha fraternizzato e
pregato. Prima tappa a San Martino al Cimino: abbiamo trovato una guida che
ci ha illustrato i particolari dell’Abbazia con semplicità e simpatia. Al Santuario
della Madonna della Quercia, raggiunto dopo il pranzo, abbiamo assistito alla
S. Messa e poi pregato il S. Rosario. Siamo poi tornati a casa ringraziando il
Signore della meravigliosa giornata che ci ha regalato. 6 giugno. Come ogni anno abbiamo allestito un mercatino di dolci in occasione della Festa della Famiglia nella Scuola “Anna Micheli“. Grazie alla collaborazione dei nostri familiari e di tanti cari amici abbiamo potuto mostrare
tante torte e biscotti che hanno attirato il palato di tanti genitori e piccoli.
Il ricavato è stato destinato all’ Istituto delle Piccole Figlie per il disagio subito
a causa dell’alluvione a Parma.
Il 2 settembre ci ha lasciati Carolina Falugiani ex alunna dell’Istituto Anna
Micheli di Roma. L’abbiamo conosciuta alla scuola materna con il fiocco
sempre stirato e le scarpette lucide. L’abbiamo vista l’ultima volta il 6 giugno
scorso alla festa della famiglia sempre alla scuola Anna Micheli dove aveva
portato 15 torte da vendere per le nostre missioni in Africa. L’impegno missionario che Carolina ha avuto da sempre l’ha portata ad essere un’ottima
pasticcera. Durante la sua malattia ha dimostrato grande coraggio e profonda
fede che si rispecchiano nel suo solare sorriso. Ora, riposa “all’ombra delle ali
di Dio “ e da la su’ ci consola e ci sorride.
PELLEGRINAGGIO A ROMA
Circa una cinquantina di persone
(Laici associati di varie parti d’Italia,
amici, Sorelle) erano in piazza san
Pietro il mattino del 3 giugno scorso,
sotto un sole cocente, per l’udienza
del Papa Francesco nel ricordo del
150° della Congregazione, come si
vedeva dallo striscione e dai foulard
arancioni che tutti portavano. È stato
un momento di grande emozione e gioia, fatto di preghiera, ascolto della
parola del Papa Francesco e calda fraternità e amicizia.
PICCOLE FIGLIE
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SR GIUSEPPINA SCAFFARDI
superata, ma la voglia di incontrare Dio nella vita di tutti
i giorni. Ecco perché il Vangelo è stato il suo inseparabile,
fedele compagno durante tutti gli incontri”.
Altrettanto significativa, per cogliere la sua statura in ambito pastorale, è la testimonianza di altre due sue collaboratrici, data con commozione al termine della celebrazione
di commiato: “Era la guida per noi catechiste e il rapporto
un po’ speciale che aveva con ciascuna di noi, ha fatto sì
che nel tempo diventassimo, non solo un bel gruppetto di
catechiste, ma soprattutto un bel gruppo di buone amiche.
Era la nostra Parrocchia. Non solo per noi, ma per tutta la
comunità. Alla fine della Messa c’erano sempre tante persone che facevano la fila per un saluto e per una confidenza
e noi la prendevamo in giro quando le “udienze” erano
più lunghe del solito. Quelli però erano i momenti in cui le
persone aprivano i loro cuori e lei così riusciva ad entrare
nelle famiglie e ad essere vicina con una parola , con la sua
presenza e sempre con la preghiera. La rivediamo quando
parlava con i nostri bambini e loro che l’ascoltavano incantati: noi ci dicevamo che come lei riusciva a trasmettere loro
l’amore per il Signore, noi neanche provandoci per tutta la
vita. Era sempre presente nelle iniziative della nostra piccola
comunità ... Non a tutti permetteva la battuta: chi la conosceva bene sa che era un po’ permalosa e che ogni tanto
c’era da trovare un rimedio per qualche parola di troppo....
Abbiamo trascorso ore a preparare gli incontri di catechismo
e mentre li pensavamo insieme, imparavamo anche noi e
quello che fino a ieri era normale, ora ci sembrerà speciale
e ci mancherà tanto..
Commovente è stata la celebrazione delle esequie, presieduta dal suo antico Parroco Don Rosolo e da numerosi
sacerdoti concelebranti, tutti testimoni di quanto bene
può fare un’anima consacrata che sa uscire da se stessa per
portare a tutti il profumo di Cristo. Forse qualche consorella
la pensava troppo attenta alla parrocchia e meno presente
nel contesto comunitario, ma è chiaro che le vie di Dio sono
segnate in modo diverso per ciascuno di noi. Volesse il cielo
che ogni Piccola Figlia lasciasse dopo di sé una traccia così
luminosa per quanti ha incontrato nel suo cammino verso
la meta!
Vigatto (PR) 02.06.1931 > Parma 14.04.2015
Era il 14 aprile, a notte fonda, proprio
nel 150° anniversario della fondazione
del nostro Istituto, quando improvvisamente sr Giuseppina ci ha lasciato. Una
coincidenza, ma che ci ha fatto pensare
che si sia concluso per lei, nella festa della Pasqua eterna, quel cammino di carità
operosa che l’ha vista protagonista fino
alla fine, nonostante la salute sempre
piuttosto fragile. Era entrata in Congregazione a 20 anni,
nel 1951 e nel 1955 conseguì il Diploma di Istituto Tecnico
Femminile, che le aprì la strada a quel lungo cammino di
educatrice che contrassegnò la sua esistenza, sia come insegnante di economia domestica e lavori femminili, a Roma
- Scuola Anna Micheli (1963-1989) - e a Parma - Scuola Casa
Famiglia; sia come catechista, animatrice liturgica, operatrice
pastorale a largo raggio, fino agli ultimi giorni della sua vita.
Dopo un breve tratto di vita come superiora nella comunità di Milano, nel Quartiere Gallaratese, appena aperta, e
successivamente a Roma - P.za Trento, presso la Comunità
Alloggio per anziane, nel 1996 passò a Parma - Scuola Casa
Famiglia, non più come insegnante, ma per assistenza alla
ricreazione, accoglienza alunni, catechismo ecc. Fu qui che si
aprì per lei un’altra strada da percorrere in contemporanea
con la vita della scuola: il ritorno come operatrice pastorale
ad Alberi di Vigatto, nella parrocchia in cui aveva vissuto
la sua giovinezza e dove ha maturato la sua chiamata alla
vita religiosa. Per comprendere la ricchezza della sua personalità e la specificità della sua vocazione nell’ambito della
pastorale, è importante la testimonianza, ricca di affetto e
di gratitudine, di chi ha condiviso la sua attività parrocchiale.
Sulla Gazzetta di Parma, il 3 aprile 2014, in occasione del
suo 60° anniversario di Professione religiosa, una catechista
scriveva tra l’altro: “È impossibile stabilire quanti bimbi e ragazzi ha accompagnato nel percorso di fede. Ogni anno un
catechismo innovativo, capace di rispondere alle coscienze di
grandi e piccini. Non certo la lezioncina vecchio stile, ormai
SR MARIA NELLA GUASTI
diverse, dove spesso sostava per un anno o poco più, lasciando ovunque un segno di operosità gioiosa, serena e di fraternità esemplare. Come mai cambiava così spesso di casa?
Questo accadde soprattutto negli anni del post-Concilio, in
cui era necessario che le sorelle, addette alle varie attività
pastorali, avessero anche un titolo di studio che le rendesse
idonee al mandato. Fu così che ogni volta che una sorella
doveva lasciare l’attività per andare a studiare, sr Nella era
disponibile a darle il cambio, aiutando nella scuola materna
e dando lezioni di cucito e di ricamo. E faceva l’uno e l’altro
con tale creatività e competenza, che tutte la ricordano con
nostalgia e gratitudine, ammettendo di avere imparato
molto da lei. L’ultima casa in cui rimase con questo incarico,
dal 1990 al 1997, fu a Rapallo - S. Ambrogio, dopo di che
passò a Villa Pace, a Marola di Carpineti (RE), come aiuto in
guardaroba e con la serena accoglienza del decadimento,
piuttosto precoce, dell’età, che la rese compagna delle sorelle anziane fino al traguardo.
Che cosa ha lasciato di sé questa “piccola figlia” di Mons.
Chieppi? Direi principalmente la forza travolgente di un
sorriso da cui traspare tutto l’amore e la gioia di farsi dono
a Dio e ai fratelli.
Torrile (PR) 16.01.1923 > Parma 14.05.2015
Non posso pensare a sr Nella, senza
ricordare il sorriso carico di affetto e di
gratitudine con cui mi accoglieva ogni
volta che andavo a visitarla. E questo
atteggiamento non era riservato solo a
me, ma a tutte le sorelle che hanno vissuto con lei un tratto della sua luminosa
esistenza.
Era entrata in Congregazione a 19 anni,
con l’unico titolo di studio, la licenza elementare, che aveva
conseguito poco prima e che rimase l’unica testimonianza
ufficiale delle sue numerose qualità umane e spirituali. Di
temperamento sereno, cordiale, aperto, godeva anche di
un talento particolare per il ricamo e per il cucito in genere,
di cui fu maestra per tutta la vita. Godeva inoltre anche di
una singolare attitudine all’educazione dei piccoli e all’attività parrocchiale, cose tutte che viveva con entusiasmo.
Ripensando al curriculum della sua vita di religiosa, suscita
un po’ meraviglia che l’abbia trascorso in circa 20 comunità
PICCOLE FIGLIE
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il 13 marzo 2015, da un signore che aveva condiviso con lei,
come operaio, la difficile situazione di Pudahel.
SR MARTA LANDI
Crema 04. 03. 1931 > Parma 13. 06.2015
Ha gettato il Signore nel piccolo seme,
da cui è sbocciata sr Marta, la ricchezza
della sua grazia, che ne ha fatto un dono
prezioso per la sua gloria e per l’edificazione di tanti.
Nata a Crema nel 1931, era entrata nella
Congregazione delle Piccole Figlie all’età
di 22 anni. Fece la prima Professione nel
1956 e per tutta la vita si è dedicata al
servizio dei fratelli in qualità di cuoca. Dopo un periodo trascorso con i bambini del Collegio a Palanzano (1957-1973),
è stata inviata come cuoca in Cile, dove rimase per 33 anni
(1974-2007). Dapprima fu a Rivera a servizio della scuola, poi
a Rancagua presso l’opera assistenziale dei Padri Guanelliani
e poi a Pudahel, a servizio dei più poveri fra i poveri. È unanime l’ammirazione di quanti hanno condiviso con lei tanti
anni di servizio o usufruito della sua carità. Era molto accogliente, serena, generosa, silenziosa, capace di ascolto e di
intessere relazioni con tutti. Era donna di fede profonda e lo
ha dimostrato anche nell’ultimo periodo della sua malattia,
durante il quale non ebbe a pronunciare il più piccolo lamento. Per comprendere il segreto di questa vita totalmente
donata a Dio e ai fratelli, è emblematica la lettera, inviatale
Hermana Martita,
Le scrivo con gratitudine per il tempo condiviso con
lei, da cui ho sperimentato la generosità di condividere
un pezzo di pane, un pezzo di ciambella, un bicchier
d’acqua, le chiamate per tagliare il pollo o pulire il
frigorifero. La ringrazio per quanto mi raccontava e
per le risate spontanee ogni volta che girava la statua
di S. Giuseppe verso il muro, come un castigo per non
aver procurato una maggior quantità di provviste. Però
soprattutto per quella devozione a S. Giuseppe, mio
patrono, che nacque in me con la sua fede in lui. Sento
ancora un po’ di tristezza sapendo che non potremo
più tornare a condividere quei momenti preziosi vissuti
quando lavoravo come operaio in casa sua.
Con queste righe voglio che le giungano il mio grande
affetto, la mia stima e il mio grazie.
Don Carlitos Maestro Juan Ulloa
E il grazie più prezioso le è giunto da Maria, che ha voluto
si realizzasse l’incontro desiderato con il suo Sposo proprio
nel giorno dedicato al suo Cuore Immacolato.
SR ANNA RE
sate centinaia di postulanti e novizie. Dal 1994 è passata
alla comunità di Villa Chieppi. La mente rimase lucida sino
alla fine, ma per diversi anni, gradatamente si indebolì il
suo respiro, fino a portarla al suo traguardo la sera del
13 novembre.
Suzzara (MN) 22.07.1926 > Parma 13.11.2015
Silenzio
Di quanto silenzio avvolgi Signore la vita mia.
Di quanto silenzio inondi l’anima mia
Silenzio d’amore nella notte in preghiera
Silenzio di luce all’alba in attesa
Silenzio di gioia nel giorno che spera
Silenzio di un canto nel vespro che implora
Silenzio di un pianto che invoca la sera
Silenzio di un cuore che s’apre all’amore
Silenzio! Ormai è già sera Accogli Signore la mia preghiera.
A ricordo delle sue doti professionali e della sua ricchezza
spirituale ci fa bene leggere una poesia da lei composta
dopo aver restaurato un prezioso manto della Madonna di
Consolazione e Provvidenza, che era stato ricamato dalle
prime sorelle e ora conservato nell’archivio della Congregazione.
Il Manto di Maria
In ogni punto ho posto un atto d’amore per te o Maria.
Toccando questo mantello ho sentito l’intrecciarsi
di mani sorelle,
di sguardi abbassati come vivide stelle
per renderlo ricco di fiori e sempre più bello,
per adornarti Madonna Celeste come una sposa adorna
per il suo sposo.
È questa una delle tante poesie che sr Anna ha lasciato
uscire dal suo cuore nei suoi lunghi anni di vita consacrata. Questa sembra essere sgorgata nel lungo tempo della
sua attesa dello Sposo, a testimonianza di un cuore ricco
di carità e di unione col Signore, come emerge da tutta la
raccolta.
Chi era sr Anna? Una persona intelligente, volitiva, estremamente concreta, dotata di eccezionale abilità in quello
che è stato il suo campo privilegiato di lavoro: sartoria,
ricamo, lavori femminili di ogni tipo, tanto da essere
qualificata “di mani d’oro”. Insieme a queste qualità, essa
aveva un carattere forte, proteso sempre a pretendere il
meglio da sé e da quanti vivevano con lei. Questo ha reso
talvolta un po’ difficile la relazione serena, in cui credeva
e che si sforzava di vivere. Terminato il tempo della formazione, durante il quale conseguì la licenza media nel
1958, svolse il suo servizio nelle comunità di Roccabianca
(1960 - 68), Felino (1968- 1973) e poi , per circa 27 anni ha
curato la sartoria del Noviziato di via Po, dove sono pas-
PICCOLE FIGLIE
Per ogni punto ho innalzato una prece fidente,
ho chiesto alle care sorelle del cielo di ricamare di nuovo fiori
sempre più belli per donare a Te, o Maria,
un nuovo manto che accolga schiere di giovani.
Ad ogni punto ho chiesto un piccolo dono ...
Abbassate quaggiù, dolci sorelle, lo sguardo amoroso:
donateci cuori ferventi e ricchi d’amore
che sappiano formare nella gioia una corte perenne a Maria
ove il canto, la preghiera e l’amore ci porti all’unione dei cuori.
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SR MARIA ROSA EMANUELI
fin nel dettaglio più inaspettato, con una franchezza e semplicità che spesso sorprendevano. L’opera da lei condotta
lascia una traccia che potrà essere raccolta da tutti coloro
che lei ha amato e che l’hanno ricambiata in vita”.
Tornolo (PR) 22.08. 1946 > Parma 14. 10.2015
Ha suscitato un sussulto di commozione
nella città la notizia che sr Rosa, l’amata
Preside della Scuola Casa famiglia, ci
ha lasciato. Per tanti è stata una triste
sorpresa, perché la gravità del male che
da tempo la stava gradualmente distruggendo, era nota solo ai vicinissimi. Mai
infatti aveva fatto pesare la sua fragilità,
preoccupata solo di servire al bisogno
degli altri.
Ma chi era sr Rosa e come mai tanto rimpianto negli ambiti
più svariati della nostra gente?
Nata nel 1946 a Tornolo (PR), si stava preparando alla laurea
in Pedagogia quando, per la stesura della tesi, andò ospite
a Misurina. Qui conobbe le Piccole Figlie e per lei si aprì
l’orizzonte luminoso di quello che sarebbe stata la sua vita:
un dono totale a Dio e ai fratelli, in umiltà e gratuità. Contro il parere della sua famiglia, non esitò a dire il suo Sì alla
chiamata del Signore ed iniziò molto presto quel cammino
di vera suora e grande educatrice che caratterizzò tutta la
sua vita.
Nel 1976, anno della sua Professione Religiosa, iniziò l’opera
educativa a Casa Famiglia, che segnò tutto l’ambito della
sua missione, fino al ruolo di Preside portato avanti fino al
2015. Non si limitò solo a questo. Contemporaneamente fu
insegnante di psicologia nella scuola per Infermiere Professionali e Responsabile della formazione delle Suore Juniori.
Fu membro del Consiglio Provinciale FISM, Consigliera Generale e Legale Rappresentante della Congregazione. Nel
sottofondo di questa svariata attività c’era anche una salute
sempre fragile, provata in vari modi e mai fatta pesare o
manifestata all’esterno.
Ovviamente questa varietà di impegni e di responsabilità
supponeva ottime doti intellettuali e culturali, ma lo specifico della sua personalità non si ferma qui. Sr Rosa “era una
vera suora”, disse il Sacerdote che benedì la salma prima
della riposizione nella tomba. E per dar luce a questa affermazione è stato molto vero l’accostamento fatto della sua
vita al carisma delle Piccole Figlie tratteggiato dal Fondatore
Agostino Chieppi: “La dolcezza - si legge - è una virtù che
nella mente è stima e umiltà, nel cuore è carità e affetto,
nell’esterno è serenità che riempie l’anima di tenerezza, di
indulgenza e di compassione verso i nostri fratelli. Le persone che praticano la dolcezza hanno l’aria ridente e serena
e contentano tutti e al solo vederle sembrano offrire il loro
cuore a tutti e a domandare il vostro”. Questi tratti hanno
caratterizzato in modo eccezionale la qualità della vita di
questa sorella. Bastano a confermarlo alcune spontanee
affermazioni di chi le è vissuto accanto e ha fruito della sua
ricca umanità e carità:
Protettrice dei deboli, dei piccoli, di chi sbaglia, sempre pronta
a mediare, a capire le situazioni e a trovare soluzioni adeguate. Ti rivedo Preside, accogliere con benevolenza i bambini
che arrivavano da te in castigo. Li consolavi con le caramelle
e con la cioccolata calda. Ti ricordo nasconderti, in cortile, per
evitare un rimprovero alle alunne ritardatarie. Ti rivedo nel
Consiglio Generalizio, attenta, equilibrata e pronta a sottolineare aspetti propositivi e complementari.
(una consorella)
Così sr Rosa scriveva ai docenti nel dimettersi da Preside
(28.5.2015) con parole che sentiamo rivolte a tutti noi:
Ringrazio il Signore per avervi messo sulla mia strada, vi
ho sempre voluto bene e ho sempre cercato il vostro bene,
anche quando sono stata forte, ma era il bene non solo di
una preside ma anche di una mamma che vuole crescere
insieme a chi ha accanto, passo dopo passo. Continuerò a
camminare con voi anche se in modo diverso, sarete nella
mia preghiera e nel mio cuore sempre, sempre .... Vi affido
a Maria, Madre della Speranza. Siete tutti nel mio cuore,
RICORDATELO SEMPRE!
Così le si è rivolta nella veglia Chiara Benassi, sua ex-alunna:
Carissima sr Rosa,
siamo qui con una piccola rappresentanza dei suoi alunni
del liceo scientifico biologico A. Chieppi.
Quanti ricordi suscita il ritrovarsi. Torna alla mente il chiassoso vociare della classe al cambio dell’ora e l’improvviso
silenzio che scendeva quando il compagno di vedetta in
corridoio rientrava urlando “arriva sr Rosa”.
Sì, lo ammettiamo, il suo sguardo severo ci incuteva timore
ma quando iniziava a parlare di Socrate, Platone, Cartesio
la nostra anima restava affascinata e il pensiero cominciava
a spalancare le ali. Non avevamo ancora la coscienza per
capire che grazie a lei stavamo formando la parte più profonda di noi stessi, quella che ci fa persone adulte capaci
di scegliere, far valere le nostre opinioni e di dare il nostro
contributo alla società.
Grazie, sr Rosa, per la sua straordinaria capacità di guardare noi alunni non per ciò che eravamo ma per quello che
saremmo diventati. Grazie per aver preteso da noi molto
più di quanto noi stessi avremmo pensato di poter dare,
e… sì, ora mi sento di poter dire grazie anche per quella
volta in terza liceo che mi rifiutai di uscire perché mi colse
impreparata per l’interrogazione e mi disse: ”4 è il voto
che meritano gli impreparati, 2 quelli che rinunciano senza
combattere”.
Sarà anche per questo che tanti di noi sono diventati veri
“guerrieri”, persone capaci di tener testa alle difficoltà
che inevitabilmente la vita a tutti riserva. L’ultimo grazie
perché, più con l’esempio che con i discorsi, ci ha insegnato
a guardare in alto, a non contare solo sulle nostre forze e
a mettere le nostre fatiche e preoccupazioni nelle mani di
Maria alla quale ora noi tutti la raccomandiamo.
“Chi la incontrava - sottolineano da Casa Famiglia - non
poteva non fare esperienza di un abbraccio incondizionato,
intelligente, operativo, che sapeva affezionarsi alla persona
PICCOLE FIGLIE
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GIU. 2015 - GEN. 2016
ABITARE IL CIELO
ROSA GUALTIERI BACUZZI
Il 21 giugno scorso
è deceduta all’età
di 105 anni. Fu Presidente dell’Associazione Laicale dal
1973 al 1983, guida
sapiente ed autorevole.
Carissima mamma Rosa, domenica mattina, il Signore Gesù che ha sostato sempre vicino al “mare” della tua vita, ha
reso, per te, VITA, il Vangelo del giorno
e ha sussurrato al tuo cuore: “Vieni, passiamo all’altra sponda!”. Con quest’ultima richiesta, preceduta da tantissime
altre, ti ha accolta nella sua casa, nel
posto che aveva pensato per te da tutta
l’eternità! Ti ha formata nel grembo ed
ha accompagnato con tanta tenerezza
ogni attimo della tua vita vissuta, spesa,
donata per Lui e per tanti, molti dei
quali hai già incontrato nel suo Paradiso.
C’era Lui ad accoglierti con la sua Mamma, di cui hai imitato giorno per giorno
le virtù, la tua Luisita, Luca, Giusi e tanti
altri che hanno condiviso il tuo cammino
terreno intriso di amore grande e di dolore intenso. Lui ti ha chiamato ad essere
sposa e madre di sei figli, nonna di 10 nipoti e bisnonna di quasi 12 pronipoti, il
cui schiudersi alla vita dell’ultimo, vedrai
da lì. Essere mamma e sposa esemplare
non ti è bastato e allora hai allargato
lo spazio della tua tenda stringendo a
te, nell’offerta e nel dono, tanti fratelli
e sorelle dell’Africa nera, che mettevi
ogni giorno dentro la tua preghiera,
sostenendo anche la vita dei missionari
che li accompagnavano. Consacrata per
il il Battesimo, benedetta nel matrimonio, hai voluto seguire l’invito di Gesù
ad essere “capostipite”, perdonami il
termine, dell’Associazione Laicale, che
Agostino Chieppi aveva voluto affiancasse le sue Piccole Figlie. L’hai seguita, in
questo quasi risorgere, sei stata Sorella
maggiore, madre, dando il meglio di te;
anche quando le tue forze fisiche non
ti permettevano più di essere presente,
hai dato il meglio di te impastato di
preghiera e di sacrificio. E la tua amata Associazione si è estesa anche oltre
oceano e, con te, ha raggiunto il Regno
dei Cieli Balvina, sorella del Perù, che ha
all’attivo solo tre mesi nell’Associazione! Siamo la tua famiglia! Dopo averci
donato sr Giuseppina, hai donato te
stessa. Ricordaci da lassù, perché le tue
suore possano fare un gran bene SOLO
PER LUI.
Valeria Vaja pf
> 11.6.2015 Mari Rosina
mamma di sr Paola Mantovani
> 27.09.2015 Iasoni Nelda
mamma di sr Pierina Calzi
> 23.10.2015 Bidaga Kahuzi
padre di sr Sifa Bidaga
> 22.6.2015 Mazzoli Fausta (Sissa) sorella laica
BALVINA VASQUEZ
Il 20 giugno scorso Balvina è deceduta improvvisamente a 58 anni di età,
dopo soli tre mesi di aggregazione
all’Istituto: una vita che ha il profumo
del Vangelo.
Balvina Vasquez Garcia apparteneva,
con suo marito, Emiliano Barrera, all’ultimo gruppo di fratelli e sorelle laiche
che si è aggregato alla nostra Famiglia
Religiosa in Perù, a Lima, il 7 marzo
del 2015. Madre di tre figlie (Carmen,
Victoria e Balvina) era nata nel 1957 a
Santiago del Chuco, distretto del Dipartimento di Libertà, sulla Costa del
Nord del Perù.
Donna intelligente, generosa, creativa, ricca di fede perché il Signore era
il centro della sua vita, totalmente
disponibile per la comunità cristiana.
Con altre coppie di sposi ha dato origine alla comunità di Sant’Elena, ora
parrocchia San Corrado (Lima) dove
noi Piccole Figlie operiamo dal 1998.
È stata protagonista degli inizi, con
quei primi laici che hanno costruito la
chiesa con le loro mani e hanno dato
vita alla comunità con la loro testimonianza di fede. Questa fede, che
Balvina coltivava assieme a suo marito,
non solo ha arricchito la comunità
parrocchiale, ma la sua stessa famiglia,
infatti tutta la famiglia di Balvina è
tutt´ora impegnata nel servizio pastorale della comunità. La sua spiritualità
era marcatamente eucaristica, ad imitazione di Madre Eugenia. Quando il
lavoro glielo permetteva, partecipava
alla Messa quotidiana. Non mancava
mai, con tutta la famiglia, alla adorazione eucaristica del giovedì. Per la
festa del Corpus Domini voleva una
chiesa adornata con i fiori più belli e
lei metteva i soldi, in silenzio, come la
spiritualità della Piccola Figlia richiede.
Da pochi mesi aveva fatto l’aggregazione alla nostra Congregazione, era
molto contenta, raggiante, e ha avuto
la gioia di rinnovare l’impegno nella
festa del Cuore Immacolato. Si sentiva
parte della famiglia; era attenta con
una partecipazione attiva alle iniziative che noi Piccole Figlie mettiamo in
atto in Perù. Quando si prendeva una
responsabilità, anche nel lavoro, lo
faceva con serietà e competenza. Era
dirigente di un’azienda e seguiva le
attività anche di notte, se era necessario. Dove lei metteva mente e cuore
tutto cresceva. Come mamma e sposa
era eccezionale. Passava poco tempo
in casa, ma a ciascuna delle sue figlie
sapeva dare una educazione secondo
il proprio carisma personale. Quando
raccontava come faceva si rimaneva
meravigliati per tanta saggezza. Come
per Gesù si possono dire molte altre
cose di lei, che ha aiutato la comunità
a crescere, che si sentiva figlia della
Chiesa e che l’amava come la sua tenera madre. Solo ringraziamo il Signore
come comunità per avercela data come
esempio da imitare.
Luigina Pelizzoni pf
PICCOLE FIGLIE
12
GIU. 2015 - GEN. 2016
Direttore Responsabile
Tilla Brizzolara pf
In Redazione
Angela Giubertoni pf
Domenica Guatteri pf
Anna Ricci pf
Delfina Schianchi pf
Hanno collaborato a questo numero
Augusto Luca sx
Elisa Cantoni
Marco Valenti
Ilaria Rossi
Associazione Laicale
Valeria Vaja pf
Luigina Pelizzoni pf
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Progetto grafico:
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Impaginazione e Stampa
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Traversetolo (Parma)
La Congregazione “Piccole Figlie”
esprime il suo più vivo ringraziamento
a tutti coloro (e sono tanti!) che hanno
inviato offerte per il presente Giornalino,
l’Hospice, il Congo, il Perù e le tante
necessità a cui la carità ci spinge...