luiinu - LegaBasket.it
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ce LUIINU Non dimenticherò mai la finale di Coppa Korac nel 1985 Si giocò a Bruxelles nella palestra di una scuola con il fondo in linoleum Un'istantaea di uno degli infuocati derby tra Varese e Milano degli anni '80: D'Antoni. Thompson, McAdoo IL NEMICO Roberto Premier, gladiatore dei derby di una volta: «Può succedere di tutto» «Questa è una sfida che vincono i tifòsi Varese fai la partita perfetta e sogna» Openjobmetis di Attilio Caja e l'EA7 di Jasmin Repesa: «VareseMilano mi fa venire in mente quegli anni di grandi derby lombardi, un periodo in cui c'erano tre squadre lombarde nel giro di pochi chilometri che lottavano per vincere, per stare in testa al campionato, si contendevano i titoli. Ogni partita era particolare, sentita, veniva fuori in tutta la sua forza il grande campanilismo all'italiana. Erano sfide di gioco ma anche di pubblico, sempre tirare, difficili, mai scontate». Ora la forbice tra le due squaRoberto Premier in maglia Philips: uno che di derby caldi se ne intende dre si è allargata, Milano vince in Italia ma vivacchia in Europa, di Alberto Coriele nulla. Un derby in trasferta mol- Varese langue nella parte bassa M «Se devo pensare ad un der- to intimo per l'assegnazione di della classifica cercando di risaby che mi è rimasto particolar- una coppa che in quel periodo lire: «Bene o male la classifica mente impresso, non posso che aveva un certo lustro». parla chiaro - sentenzia Premier Per la cronaca, finì 91-78 per - Milano ha tutte le dotazioni sia citare la finale di Coppa Korac, nel 1985. Fu un Milano-Varese Milano. La voce narrante è di Ro- fisiche che economiche per doche si giocò a Bruxelles, in quella berto Premier, l'Ariete di Spresia- minare il campionato. Varese, che era la palestra di una scuola, no, guardia tiratrice, di grande davanti a pochissimo pubblico, aggressività, che segnò la storia come altre formazioni lombarde, con il fondo in linoleum. C'era dell'epoca d'oro dell'Olimpia Mi- mi vengono in mente Cremona, qualche sparuto gruppo sia da lano. Sfide storiche, album dei ri- Cantù, Brescia, è lì che fa un po' di Milano che da Varese, ai belgi so- cordi che si riaprono a pochi gior- fatica perché deve arrabattarsi stanzialmente non interessava ni dal derby del PalA2A tra la in una situazione economica non felice come invece lo era ai tempi in cui dominava in Italia ed in Europa». È possibile credere in un miracolo, in un ribaltamento delle sorti, nella vittoria inaspettata, dell'underdog? «Penso sia possibile, specialmente perché la storia dei derby ci insegna che può succedere di tutto e di più. Con le forze in campo è logico che Varese debba fare la partita perfetta, non deve sbagliare niente e soprattutto difendere alla grande. Se tutte le coincidenze vanno nel verso giusto, può anche centrare la vittoria. A maggior ragione se Milano, come già accaduto in altre occasioni, prende sotto gamba la partita, sottovaluta l'avversario». Masnago, palazzetto storicamente caldo e poco amichevole con l'avversario, può essere ancora un fattore? «In questi derby sono dell'idea che il pubblico possa incidere più dei giocatori stessi. Perché i tifosi, a differenza dei giocatori che per la maggior parte sono stranieri, sa cosa significhi affrontare Milano piuttosto che Cantù. E questo può essere di grande aiuto per l'americano che non sente così tanto l'atmosfera da derby. In un Varese-Milano così, il pubblico può fare la sua parte. E poi, a Varese il tifo è sempre stato caldo ed appassionato, ti aiuta a dare qualcosa in più anche quando sei in difficoltà. Quando una squadra come Varese, che attraversa alcune difficoltà tecniche, tattiche ed economiche, sente cinquemila persone che spingono e soffiano alle spalle, può davvero fare il miracolo». • anF^i