Dai terrificanti carnivori agli erbivori da record

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Dai terrificanti carnivori agli erbivori da record
Dai terrificanti carnivori agli erbivori da record
C’è anche uno scheletro di Giganotosaurus Carolinii, il “cugino” del T-Rex
GUBBIO (14/02/2015) - Gli esemplari dei fossili di dinosauri che saranno esposti nella mostra
“Dinosauri a Gubbio - Sulle tracce dell’estinzione” (dal 27 febbraio al 17 Maggio 2015 e dal 15
settembre 2015 al 1° luglio 2016) permetteranno di osservare le caratteristiche morfologiche a
grandezza naturale, gli ambienti e gli stili di vita di questi animali che dominarono la superficie
terrestre per oltre 180 milioni di anni. I fossili esposti provengono per la gran parte dal Sud
America e dalla Patagonia in particolare. Era questa una delle regioni privilegiate dai dinosauri,
dove erano particolarmente sviluppate le foreste di conifere e di alberi molto grandi come le
araucarie.
La mostra è allestita in maniera tale da dare una panoramica sull’evoluzione dei dinosauri
partendo dai più antichi conosciuti, come i piccoli Eoraptor Lunensis che vivevano in Sud America
già 225 milioni di anni fa o le uova di dinosauri con nidi di piccoli Mussaurus Patagonicus che
vivevano alla fine del Trias, circa 200 milioni di anni fa.
Uno degli esemplari principali che caratterizzeranno la mostra è lo scheletro completo di un
Giganotosaurus Carolinii, un dinosauro lungo circa 15 metri e pesante otto tonnellate, che
dominava le pianure patagoniche all’inizio del Cretaceo (circa 100 milioni di anni fa), un carnivoro
più grande del più noto Tyrannosaurus Rex. Quest’ultimo viveva nelle regioni del nord America e
non sembra che Giganotosaurus carolini e T-Rex si siano mai incontrati.
Un altro grande esemplare esposto è il Rebbachisaurus Tessonei, un erbivoro lungo oltre 17 metri
e pesante oltre 10 tonnellate che popolava le sterminate foreste patagoniche alla fine del periodo
Cretaceo. Questo erbivoro, molto probabilmente, è parente di un altro genere simile trovato in
Marocco: questa sarebbe un’ulteriore conferma della teoria della tettonica a zolle in quanto, nel
Cretaceo inferiore (120 milioni di anni fa), non si era ancora formato l’Oceano Atlantico centrale e
Africa e Sud-America sarebbero state collegate via terra.
Nello stomaco di questi dinosauri erbivori sono stati trovati frammenti di pietre (gastroliti) che
venivano utilizzate nelle fasi digestive dei vegetali, lo stesso processo che oggi avviene in molti
uccelli erbivori, lontani parenti dei dinosauri.
Molto interessante è lo scheletro del grande Megaraptor Namunhuaiquii, un carnivoro con zampe
gigantesche munite di artigli lunghi anche 46 centimetri e che venivano utilizzati come coltelli per
infierire sulle prede. Un altro importante dinosauro carnivoro esposto è il Carnotaurus Sastrei,
lungo 8 metri e del peso di una tonnellata, dotato di due corna frontali nel cranio che gli conferiva
un aspetto veramente terrificante. Infine lo scheletro completo di un Tuaranginsaurus Cabazai, un
plesiosauro marino lungo 2,7 metri che viveva nei mari dell’emisfero australe. Non può essere
considerato un dinosauro, ma un rettile marino coevo dei dinosauri.
Questi e tanti altri esemplari, insieme a femori, vertebre e crani di diversi altri dinosauri, e accanto
a ricostruzioni originali degli ambienti e delle forme di questi animali nei vari stadi evolutivi,
saranno esposti nella mostra.
Il percorso museale ed espositivo realizzato si collega alla vicina Gola del Bottaccione in un facile
itinerario, fruibile da tutti, che include anche la stessa città di Gubbio. La mostra e gli itinerari a
essa collegati permetteranno a singoli, gruppi, famiglie e scuole di conoscere, a diversi livelli di
approfondimento, una parte importante della storia della vita sulla terra.