AUTO ELETTRICA - Benvenuto su Quadra MC!
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AUTO ELETTRICA Il ruolo delle materie prime nello sviluppo della trazione a batterie inciderà anche sulle prospettive commerciali di queste vetture, che dovranno misurarsi con altre soluzioni tecnologiche Paolo Guidelli Guidi * I l maremoto del Giappone ha scatenato una reazione a catena che grava sul futuro del nucleare, sull’equilibrio geopolitico mondiale e sull’industria dell’auto. Componentisti e Costruttori Giapponesi, animati dal bisogno e dal desiderio di ripresa daranno una nuova prova di aggressività su tutto lo scacchiere mondiale, con l’effetto di aumentare se possibile la durezza del confronto competitivo. La breve pausa nella scalata dei prezzi delle materie prime che lo tsunami aveva prodotto si è conclusa, il petrolio ha ripreso a salire con violenza, il barile di North Sea Brent supera i 120 dollari mentre scriviamo. I consumi Cinesi continuano a crescere del 5 % l’anno, il Medio Oriente é in fiamme, le scorte globali di greggio scendono sotto i 50 giorni, i costi di estrazione delle nuove riserve saranno decisamente alti. Fattori di medio periodo e crisi transitorie, ma il trend è chiaro: aspettiamoci di vedere presto il petrolio superare i 150 dollari al barile. Bene, si dirà: dopotutto la ricerca dell’efficienza é il vero “driver” del progresso dell’automobile. Però l’aumento Una sezione della Opel Ampera che mette in evidenza la meccanica ibrida con tecnologie Voltec Aree/Paesi Gas Elettrico Range Extender Ibrido Diesel Benzina Europa Occidentale 4% 0% 0% 10% 42% 44% Nord America 1% 0% 0% 18% 7% 74% Giappone 0% 0% 0% 9% 5% 86% Cina 0% 0% 0% 3% 10% 87% Totale 2020 1% 0% 0% 10% 16% 73% Aree/Paesi Gas Elettrico Range Extender Ibrido Diesel Benzina Europa Occidentale 5% 3% 3% 17% 32% 40% Nord America 1% 2% 3% 26% 6% 62% Giappone 0% 4% 1% 16% 4% 75% Cina 0% 0% 0% 3% 10% 87% Totale 2020 2% 2% 2% 16% 13% 66% Aree/Paesi Gas Elettrico Range Extender Ibrido Diesel Benzina Europa Occidentale 4% 12% 7% 18% 26% 33% Nord America 1% 5% 5% 32% 5% 52% Giappone 0% 18% 4% 23% 3% 52% Cina 6% 13% 8% 29% 4% 40% Totale 2020 3% 12% 6% 26% 10% 44% Fonte: elaborazione InterAutoNews su dati BCG’s propulsion-market model 8 del prezzo del petrolio è anche uno dei tanti segnali di una tendenza inflattiva che riguarda tutte le materie prime. Prezzi agricoli, metalli, ed anche il litio ionizzato, il rame, gli acciai e le plastiche speciali derivate dallo stesso petrolio e che sono alla base della produzione dell’auto elettrica, stanno prendendo il volo per la ripresa della domanda dopo la grande crisi. L’indice “Economist” delle materie prime (petrolio, metalli, cereali etc) è cresciuto del 49% nel corso degli ultimi 12 mesi. Fu la crisi economica delle famiglie Americane a spingere la domanda per l’auto pulita. Molto più della paura di finire arrosto per effetto serra e della sensibilità ambientale. La natura umana essendo quello che è, le motivazioni economiche pesano ben più di quelle ideali nel definire i comportamenti di consumo, specialmente quando si tratta di beni durevoli. Il petrolio a 147 dollari, il gallone di benzina sopra i 4 dollari alla pompa due anni fa, provocarono il terremoto nel mercato Usa - portando alla ribalta l’efficienza energetica, il boom delle sub compatte Honda, Hyundai e Toyota, insieme ad una prima timida domanda reale per l’auto a zero emissioni. Ora il grafico si raccorda: appare chiaro che il picco di ottobre 2008 rispondeva a tensioni congiunturali, però tirando una retta sul grafico di lungo periodo si vede chiaramente una vigorosa tendenza a crescere dei prezzi delle materie prime. Le classi medie di Cina, India, Brasile e delle altre economie emergenti hanno continuato ad esprimere una crescita dell’ordine del 6 - 10% anche durante la crisi; ora si sovrappone la domanda dei sistemi produttivi di Germania, Usa e Russia che riprendono: il mondo non ha probabilmente mai visto una simile pressione sullo stock di materie prime. La storia dell’energia e quella dell’automobile si incrociano: è interessante vedere che lo stesso fattore che ha tenuto a battesimo l’auto elettrica - il crescente costo del petrolio ed ora anche delle altre materie prime essenziali per la trazione elettrica - rischia di influenzarne l’evoluzione. Com’è fatta un’auto elettrica Il principale elemento di costo dell’auto elettrica è rappresentato dalle batterie. La soluzione più promettente nel contesto attuale è la batteria agli ioni di litio, che presenta il miglior compromesso fra capacità, tempi di carica, erogazione della potenza ed affidabilità. Il litio è un metallo leggero che si trova concentrato soprattutto nei giacimenti dei laghi prosciugati delle Ande.Il 50% delle riserve conosciute si trova nel Salar de Uyumi, in Bolivia; il 30% nel Salar de Atacama, Cile - il resto fra Australia, Brasile, Cina e Stati Uniti. Scoperto nel 1817, il litio ha avuto storicamente applicazioni marginali nelle terapie nervose ed il suo prezzo ha seguito il profilo dei costi di estrazione e della disponibilità, fino a inizio dello scorso decennio. In meno di 10 anni la diffusione di cellulari, computer ed altre tecnologie elettroniche di largo consumo ha pro- Le joint-ventures strategiche di Nissan per l’intero ciclo di vita delle batterie InterAutoNews Data Book - Intero 2010 InterAutoNews Data Book - Intero 2010 In questa pagina, in alto lo schema della collocazione dei principali apparati del motore elettrico della Renault Twizy. Nella pagina seguente, in alto lo schema della collocazione dei principali apparati del motore elettrico della Citroën C-Zero. mosso una crescita del prezzo del litio dai US$ 350 per tonnellata del 2003 agli oltre USD 3.000 del 2009 - e continua a crescere. Tecnologia e peso delle batterie L’auto elettrica ha un vincolo di progetto fondamentale: il peso delle batterie. Energia e potenza specifica (cioè la capacità di immagazzinare energia e di erogarla come potenza, per chilo di peso) di una batteria elettrica sono ancora di circa l’1% di quelle della benzina. A meno di salti tecnologici improbabili, le batterie di miglior tecnologia (al litio-nickel- cobato-alluminio o al litio-nickelmanganese- cobalto) continueranno a limitare l’autonomia delle auto elettriche a 250 - 300 kms nella migliore delle ipotesi, e questo con un aggravio di peso del veicolo che obbliga ad adottare tecniche e materiali di costruzione sofisticati e costosi (compositi, cioè plastiche rinforzate con fibre leggere, acciai speciali, leghe leggere). Le celle delle batterie agli ioni di litio raggiungono oggi delle densità nominali di energia dell’ordine di 150 Wh/kg, comparati con il 13.000 Wh/kg della benzina. Il pacchetto di batterie risultante però ha una densità di energia ancora inferiore - di circa il 30 - 40%, cioè nell’ordine dei 100 Wh/kg: meno dell’1% della benzina. Anche supponendo che l’energia specifica dei pacchetti di batterie raddoppiasse, da qui al 2020 si arriverebbe ad un’energia specifica di 200 Wh/kg - appena il 2% di quella della benzina. Range anxiety e costi Si capisce quindi che per garantire un’autonomia di soli 300 km fra due cariche complete è necessario un sistema di batterie da 250 chili. Un peso enorme, il 25% del totale di una vettura di segmento A o B). E nello stesso tempo un passo avanti enorme rispetto agli attuali 150 chilometri. Una garanzia contro la “range anxiety” della maggior parte degli automobilisti (la percorrenza media in Italia è crollata sotto i 10.000 km/anno). Ma anche un sovracosto di produzione ineliminabile: la ricerca di leggerezza mette le fibre di carbonio ed in generale plastiche composite alla base dei progetti delle auto elettriche. Materiali derivati dal petrolio che sono soggetti alla tendenza inflattiva del prezzo del barile. In questa chiave si legge l’apparente attrito fra BMW e Volkswagen per segue a pagina 10 9 segue da pagina 9 i rispettivi acquisti di azioni della SGL Carbon, produttore di materiali compositi che fornirà le fibre di carbonio per la prossima BMW i3. Anche per questo motivo la trazione ibrida rimane la più probabile evoluzione di breve/medio: la combinazione di motori a combustione interna leggeri perché “downsized” con una moderata capacità di batterie offre maggior leggerezza e permette progetti meno critici e l’utilizzo di materiali meno spinti e quindi meno costosi. Costi e incentivi Oggi l’auto elettrica è soprattutto un generatore di “floor traffic”, di curiosità e simpatia per la marca. Ma quando i consumatori Americani hanno riempito le concessionarie GM per vedere la Chevrolet Volt, molti sono usciti dal salone convinti di comprare un “econobox” Aveo. La Volt costa circa 35.000 dollari nonostante un incentivo fiscale di 7.500 dollari; la Aveo ne costerà 12.600. Il sistema di batterie da 15 kWh, sufficiente ad alimentare una vettura del tipo “range extender” (un ibrido con motore a scoppio di piccola cilindrata che interviene come generatore a supporto della trazione elettrica) ha oggi un costo di produzione di circa 16.000 dollari. Uno studio del Boston Consulting Group prevede che, anche nella migliore delle ipotesi, si possa arrivare a 6.000 dollari nel 2020 - ancora un peso molto rilevante sull’economia di produzione dell’auto. E questo senza prevedere l’impatto futuro della dinamica crescente del prezzo del litio. Insomma, è evidente che senza un forte “push” rappresentato dagli incentivi alla sostituzione del parco, l’auto elettrica avrà un cammino di affermazione piuttosto lento. Per questo vediamo che l’offerta di auto puramente elettriche si è concentrata inizial- mente sui segmenti premium (Tesla, Fisker), mentre solo quando l’Amministrazioni (Usa, Francia, Cina) hanno introdotto incentivi sostanziosi sono nati progetti mirati al baricentro del mercato come Renault “better place” e Chevy Volt. Ibrido, incentivi e coraggio In conclusione, l’auto elettrica è un’alternativa economicamente sostenibile solo in presenza di forti incentivi, e la sua economia di produzione è seriamente minacciata dalla tendenza inflattiva di materiali essenzaili come Litio e Petrolio. Nel breve-medio (fino al 2020) è ragionevole vedere un futuro solido per i motori a combustione interna avanzati, soprattutto per i diesel ad alta efficienza. Merita attenzione un grafico dello studio Boston Consulting Group già citato: si vede che il Costo Totale di Possesso (Total Cost of Ownership, TCO nella tabella) di una vettura compatta con trazione diesel “avanzata” (cioè con com- mon rail ad alta pressione e FAP) rimane il più vantaggioso fino ad un prezzo del barile di circa 135 dollari. Con il petrolio più caro, la trazione elettrica diventa progressivamente più interessante, ma solo assumendo un costo delle batterie di $ 500/kWh - meno della metà di quello odierno - e con un’autonomia di circa 130 chilometri. Perciò senza una forte politica di incentivazione all’acquisto della vettura e di supporto alla produzione di batterie l’auto elettrica non raggiungerà volumi importanti almeno fino al 2020 - a meno di considerare o in scenari di costo del petrolio dell’ordine dei 300 dollari al barile. Il motore a combustione interna ha ancora molto da dire in termini di efficienza, e le varie concept car viste ormai da alcuni anni hanno segnato la strada: iniezione diretta e turbo per benzina e diesel, riduzione della cilindrata ed aumento della potenza specifica. L’opzione della vettura “range extender” già commentata (motore a combustione interna a supporto della trazione e- STIME DI VENDITA IN UNITÀ DI AUTOMOBILI NEL 2020 Alimentazione Europa Occidentale Nord America Giappone Cina Totale Gas 800.000 200.000 0 300.000 1.300.000 Elettrica 600.000 400.000 200.000 300.000 1.500.000 Range Extender 500.000 600.000 100.000 300.000 1.500.000 Ibrida 2.900.000 5.400.000 700.000 2.000.000 11.000.000 Diesel 5.500.000 1.200.000 200.000 900.000 7.800.000 Benzina 6.700.000 12.900.000 3.400.000 8.400.000 31.400.000 Totale 17.000.000 20.700.000 4.600.000 12.200.000 54.500.000 Fonte: BCG’s propulsion-market model 10 * Presidente Quadra Management Consulting lettrica) rimane la più attraente in termini di impatto ecologico, di efficienza economica e di soddisfazione dei bisogni della clientela. In tutta la nostra discussione abbiamo omesso per semplicità di considerare i tempi di ricarica: prima che l’auto elettrica arrivi a pareggiare la comodità del pieno in pochi minuti che ti permette un’autonomia di 500 chilometri ci vorrà tempo... Infine, la produzione di batterie: è un campo in cui l’Amministrazione Usa sta incentivando fortemente l’investimento industriale e la creazione di impiego qualificato, a suon di miliardi di dollari. La logistica è essenziale nell’approvvigionamento di componenti: questo vale in particolare per moduli pesanti e voluminosi come i pacchetti di batterie. Le fabbriche di batterie dovranno essere vicine a quelle dei costruttori di auto. Forse anche il nostro Governo farebbe bene ad interessarsi di questi dettagli, fondamentali per la politica industriale di un Paese - se vogliamo che l’auto del futuro venga ancora costruita anche solo parzialmente in Italia. InterAutoNews Data Book - Intero 2010