Capitolo terzo

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Capitolo terzo
(continuazione da PIMPIRIMPANA n. 5/2013)
Capitolo terzo
La ragazza alla sponda del letto ha i capelli castani e gli occhi blu. Mi guarda per qualche secondo
e poi si volta. Torna al suo lavoro. Ha indosso una camicia. Una camicia da notte, lunga, lunga fi no a terra. È scalza, la ragazza. È tutta bianca, la sua camicia, ma ha una macchia. Sopra il seno, il
seno nudo, ha una macchia, una macchia nera, indefinita.
No. È rossa, la macchia. Una macchia rossa sopra i capezzoli, i capezzoli magri e ossuti, che intravedo sotto la camicia da notte. È una macchia rossa e nera ed è sempre più grande. Ha sempre
più macchie, la ragazza, sempre più grandi sotto la camicia.
Perde sangue. Seduta su una sedia accanto alla sponda del letto, la ragazza perde sangue dal petto
ossuto e mi fissa. Mi fissa, e torna al suo lavoro. Vuoi una mano, cosa fai, vuoi un mano, non mi
posso muovere. La ragazza ha i capelli castani, non risponde, ha i capelli castani e morbidi, riccioli, riccioli morbidi sopra le spalle magre, sopra le ossa sotto la camicia bianca e sporca.
Ha in mano un cucchiaio, un cucchiaio piccolo e arrugginito. Cosa fai, con il cucchiaio. Lavora, la
ragazza lavora, imboccando una vecchia distesa nel letto.
C’è una vecchia, nel letto, una vecchia raggrinzita, tra le lenzuola bianche del letto di ospedale. Un
ospedale, la vecchia è in un letto di ospedale. E la ragazza con i riccioli castani la imbocca, con un
cucchiaio piccolo e arrugginito.
Mi guarda, qualche secondo. Ha il naso affilato e le labbra sottili. Le labbra sottili sono le labbra
delle persone cattive, ma che dici, non sono vere queste cose, sì, sono vere, le labbra sottili sono
le labbra delle streghe, la ragazza imbocca la vecchia con un cucchiaio arrugginito, la ragazza è
una strega e la vecchia mugola.
Mugola, è raggrinzita. Mi voglio muovere, ma non posso, la ragazza mi fissa. Provo a muovermi e
lei in un secondo si volta di scatto, mi gela, gli occhi blu e le labbra sottili, non ti muovere. È cattiva, la ragazza, imbocca la vecchia da un vasetto e la vecchia mugola.
Apre la bocca la vecchia, a forza, è un buco nero la sua bocca, un buco nero che perde sangue.
Un buco nero senza denti, e la lingua, dove è la lingua, la vecchia mugola e piange, la lingua è a
pezzi. Nel buco nero, la ragazza la imbocca, la imbocca a forza, con un cucchiaio arrugginito da
un vasetto piccolo. La imbocca e la lingua si taglia.
Ferma. La vecchia mugola, fermati, fammi muovere, ma la ragazza mi gela e continua.
Il vasetto.
Il vasetto sopra le sue ginocchia, le ginocchia ossute. Il vasetto è piccolo e pieno. Pieno di cosa, di
cosa è pieno, la vecchia piange e la ragazza continua. Pieno di lame, di lame e di vetri, perché, perIN PIMPIRIMPANA N. 6 DEL SETTEMBRE 2013
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ché lo fai. La vecchia mugola mentre i vetri le entrano nella lingua, nella gola, e lei non respira. Si
muore quando ti tagliano, quando ti tagliano la gola muori soffocato, ma che dici, muori perché
non hai più sangue, no, muori perché il sangue ti leva il respiro.
Il cucchiaio. Il cucchiaio piccolo e arrugginito. Il cucchiaio pieno di lame. Fermati, fammi muovere.
La ragazza mi fissa. Ha gli occhi blu e le labbra sottili. Mi fissa, prende un bicchiere accanto a sé,
è velocissima. Prende un bicchiere lo mette in un panno e lo spacca.
Un bicchiere che si spacca. I vetri che si frantumano. Il rumore dei vetri e la vecchia che mugola.
(continua)
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