«Ho elemosinato da mangiare»

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«Ho elemosinato da mangiare»
Dalla vita di Ramona Schreier
«Ho elemosinato da mangiare»
Finora siete gli unici fornitori di prodotti che si sobbarcano
simili costi supplementari. Come si potrebbe estendere il
vostro modello al gruppo Fenaco?
Noi desideriamo incitare le nostre aziende partner, come Ramseier o Ernst-Sutter AG, a procedere anche loro in questo senso.
Magari anche questa intervista può essere utile a sensibilizzare
aziende al di fuori del gruppo Fenaco e a farle agire di conseguenza. Sarebbe bello, no?
Che altre misure intraprendete per ridurre al massimo le
perdite?
Al momento, stiamo analizzando attentamente il nostro flusso
di merci, dalla fornitura alla produzione fino alle capacità di
magazzino, per riuscire a ottimizzarlo. Inoltre, nella produzione
stiamo attuando un progetto che ha come scopo di diminuire
la percentuale di errori. Vogliamo ridurre i costi e il conseguente
spreco di cibo del 30%. Con tanti piccoli accorgimenti nel quotidiano diminuiamo la percentuale di errori, ad esempio, controllando le varie ricette con il nuovo sistema «dei quattro occhi».
Daniel Jenni, Responsabile Marketing, vendite e logistica
Che significato ha la collaborazione con Tavolino Magico?
Per noi è molto importante, perché a fronte di costi relativamente
bassi otteniamo un risultato molto positivo. Inoltre sentiamo
l’entusiasmo della squadra di Tavolino Magico, che ci sostiene
e ci stimola a sviluppare ulteriormente la collaborazione.
www.frigemo.ch
È alta e i suoi lunghi capelli neri mettono in risalto i grandi
occhi blu. Ramona Schreier sta seduta diritta davanti a una
tazza di caffè nel Tearoom Mozart a Soletta. Conosce il
lato oscuro della vita. A 33 anni ne ha passate ben più di
molti suoi coetanei, ma la sua forza di volontà l’ha sempre
aiutata a rialzarsi.
Una brutta partenza
Il padre ha abbandonato la famiglia quando Ramona aveva 8
anni, se n’è andato ed è scomparso per sempre. «Ci picchiava»
dice Ramona in tono asciutto. «Da bambina, davo una mano
nel ristorante di mia madre, non mi restava molto tempo per
fare i compiti», racconta. «I maestri chiudevano un occhio, ma a
causa della brutta pagella non ero riuscita a trovare un posto da
apprendista. Avevo dovuto rivolgermi all’Ufficio di collocamento
e più tardi avevo trovato lavoro in una fabbrica, dove non facevo
altro che assemblare pezzi per schede di circuiti stampati».
Di nuovo la violenza
A 20 anni ha il suo primo ragazzo e dopo poco rimane incinta.
Ramona si sposta una ciocca di capelli dal viso e dice: «Era un
violento». Mentre racconta, dalla porta del caffè entra aria fredda.
Succede nel momento in cui lascia brevemente il suo neonato per
andare in lavanderia. «Ho sentito le urla del mio bebé». Chiama
l’ambulanza e la polizia: il suo bambino di tre settimane dovrà
stare due mesi all’ospedale e il suo ragazzo finirà in prigione.
Il periodo peggiore
Più tardi conosce il suo futuro marito e spera fortemente in una
vita migliore. Si sposa, resta incinta. «Mio marito mi tradiva continuamente e spesso non tornava a casa». Lo dice senza amarezza.
Comincia un altro periodo nero. Ad ascoltarla, in certi momenti
vengono i brividi, ma Ramona racconta la sua storia in maniera
tranquilla e pragmatica. «Faceva di tutto per ferirmi, e aveva un
piano: cominciarono ad arrivarmi lettere di sconosciuti piene
di accuse pesanti», ricorda Ramona. Intervengono le autorità e
i suoi bambini sono dati in affido. Per Ramona crolla il mondo,
guarda la sua tazza e tace per un momento, poi dice: «È come
se ti strappassero il cuore» e continua a guardare la sua tazza. A
quel punto perde ogni riferimento, è distrutta psicologicamente,
scappa e trova rifugio da un amico senzatetto che vive in una
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casa occupata. «Non avevo più niente, per mangiare chiedevo
l’elemosina». Il suo amico le offre della cocaina e lei l’accetta
per pura disperazione. «Non ce la facevo più a sopportare il
dolore psicologico».
Il ritorno alla vita
Ramona Schreier solleva la tazza del caffè, guarda lontano e
dice: «Avevo un unico scopo: rivolevo i miei bambini». Cerca
aiuto psicologico e riesce con le proprie forze a uscire dalla
cocaina. Lavora con regolarità per un programma di reinserimento. «Quattro volte mi hanno fatto sperare che mi avrebbero
ridato i miei bambini e poi ogni volta mi dicevano di no». A un
certo punto ha battuto i pugni sul tavolo e ha chiesto cos’altro
avrebbe dovuto fare per riaverli.
Ramona Schreier, beneficiaria di Tavolino Magico, continua a lottare.
La speranza è l’ultima a morire
Dall’anno scorso i bambini sono di nuovo con lei, dopo 10 infiniti
anni di separazione. Ramona è felice. Guarda l’orologio, è l’ora di
andare alla distribuzione di cibo presso l’Esercito della Salvezza.
Ramona saluta una signora anziana: «Hey, sei già qui?». Si conoscono. Tavolino Magico è per lei da oramai tanto tempo una parte
importante della sua vita. Non solo per il cibo, ma anche perché
lì col tempo si sono creati contatti amichevoli. «La mia indennità
d’invalidità ci basta a malapena» dice mentre attraversiamo la
strada. «Ma mia madre cerca di aiutarci e, grazie a Tavolino
Magico, riusciamo in qualche modo a cavarcela.» Una cosa
la rallegra. Pensa alla festa di Natale organizzata dalla Chiesa
evangelica di Soletta. «C’è un buon pranzo e i bambini ricevono
perfino un regalo». Vediamo sorridere Ramona Schreier per la
prima volta. E ha un obiettivo: vuole vivere autonomamente.
Vuole cavarsela completamente da sola e trovare un lavoro.
Grazie mille per il vostro contributo!
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