N. 7- 8/ 2015 - Corso Sparviero Secondo

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N. 7- 8/ 2015 - Corso Sparviero Secondo
PERIODICO DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE UFFICIALI AERONAUTICA (ANUA) FONDATO NEL 1953 DA LUIGI TOZZI
Anno LXII - Poste Italiane S.p.A. - Spediz. in abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Roma
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Nuove macchine nel mondo aeronautico,
stimolano differenti tipologie d’impegno
per Industria, Scuola e Lavoro,
a fronte di esigenze Civili e di Difesa…
N. 7- 8/ 2015
SO STENITO RI EVENTI A NUA 2015
In questo numero:
Periodico dell’Associazione Nazionale
Ufficiali Aeronautica (ANUA)
fondato nel 1953 da Luigi Tozzi
N. 7-8 Luglio-Agosto 2015
Ufficio Presidenza Nazionale
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Stampato nel mese di luglio 2015
Numero a 56 pagine
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Per la pubblicità di carattere aeronautico su questo periodico,
a colori, le tariffe in vigore per l’anno 2015, per complessive
3 edizioni, sono:
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€ 1.500,00
- mezza pagina
€ 800,00
- quarto di pagina € 400,00
65^ Assemblea Generale Ordinaria
p. 1
Notizie al Volo ...nel tempo recente
p. 5
31° Stormo: ogni giorno al servizio della gente
15° Stormo: salvezza dal cielo
La 46ª Brigata Aerea festeggia i 75 anni
Onorificenza spagnola per il M.llo Brotto
Il Caso Ustica: Messaggio del Presidente Mattarella
nel 35° anniversario della strage
Bentornata Capitano Cristoforetti!
Pioggia di Medaglie d’Oro per lo sport dell’AM
ExoMars: accordo tra CSV e TAS-I
16° Stormo: Visita del Capo di Stato Maggiore dell’AM
15° Stormo: consegnato il primo HH-101° “Caesar”
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Dagli Esperti Amministrativi
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2005-2015: 10 anni di “Predator”...
p. 16
Inaugurato l’European Personnel Recovery Centre p. 19
L’ANUA a Martina Franca
p. 22
Centro Studi
p. 25
L’arte di arrangiarsi di Antonio Pelliccia
p. 25
La formazione del pilota militare, concetti fondamentali di Antonio Pelliccia p. 27
Droni per uso civile: settore in rapidissima espansione di Angelo Pagliuca p. 30
L’Idroscalo “Luigi Bologna” di Taranto
p. 32
Da Stazione per Idrovolanti a “Scuola per Allievi
Volontari a Ferma Prefissata” di Giovanni Battista Cersòsimo
p. 32
Corso di Bridge per principianti dell’ANUA
p. 34
L’Idroscalo “De Filippis” di Siracusa
I tanti volti della struttura che quest’anno
compie 90 anni di Paolo Tredici
In questi mesi ricordiamo... (Bergomi)
p. 35
p. 35
p. 40
Nel mese di luglio: L’Empire, L’Ambassador, L’S.F.260, Il G.222 p. 40
Nel mese di agosto: Patto Germania-Urss, Il Vampire Nigth Fighter,
Una donna oltre Mach 2, Il P.D. 808
p. 41
Dalle Sezioni
Milano
Brescia
Latina
Napoli
Bari
Taranto
p. 43
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Stelle Cadenti (Bedeschi)
p. 53
Dai Nipotini dell’ANUA al Premio 2015...
p. 54
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12 giugno 2015 - Relazione del Presidente Nazionale
C
on riferimento alle date di effettuazione delle
nostre Assemblee mi sento di dire che, se un
altro anno è passato e siamo qui, possiamo
scambiarci auguri di ogni bene nello spirito che alimenta la nostra appartenenza al Sodalizio.
Quando nel maggio 2009, con anticipo di un anno rispetto alla conclusione del triennio durante il quale
era Presidente il Generale Tricomi, assunsi in sua sostituzione questa onorevole posizione, mi sentii particolarmente orgoglioso di rappresentare l’Associazione,
ritenendo con un pizzico di presunzione che deludere
le aspettative dei Soci e della Forza Armata avrebbe
rappresentato un affronto insuperabile verso chi riponeva e ripone fiducia nella mia disponibilità ad essere
degno di chi mi aveva preceduto.
Già allora l’Associazione, alla pari di altri Sodalizi, si
trovava in una situazione ai limiti della sopravvivenzasia per difetto di supporto sostenitore della stessa Forza Armata e sia per diminuzione di sostegno generazionale.
Si constatava, e purtroppo il fenomeno persiste al quanto, come tutte le strutture associazionistiche vivessero
un processo di crisi causato da una diffusa reazione alle
delusioni ideologiche del ventesimo secolo ed al connesso pragmatismo che attenua le idealità.
Tuttavia la disponibilità dell’ANUA a collaborare con
le Istituzioni Operative si tramutò in concrete proposte incentivando l’impegno di Soci e Dame d’Onore,
chiamati a testimoniare lo spirito di appartenenza con
ulteriore disponibilità e generosità di contributi.
Fu così che il nostro Segretario Generale Dott. Cesare
d’Ippolito diede una forte spinta culturale allo sviluppo dei concetti motivazionali e merita tuttora citazione una sua riflessione pubblicata nel 2010:
L’associazionismo che in un primo momento può apparire come un costo economico “a perdere” (i contributi,
gli spazi fisici gratuiti, i sostegni indiretti alle varie iniziative) ritorna nei tempi medi come valore assoluto. Ciò
vale sia in termini di crescita culturale e aggregativa che
in quella di gratificazione esistenziale per coloro che, dopo un’esistenza a servizio delle istituzioni, possono ritrovare nell’associazione un prezioso elemento di continuità
con il proprio vissuto. Forse è questo il vero unico progetto da non lasciare inciso nelle parole, ma da tradurre in
fatti ed azioni, anche piccoli, da parte di tutti e nel nostro caso di Ufficiali e Dame di tutte le generazioni.
Il nostro procedere, i richiami della memoria, il
confronto fra realtà e speranze, la celebrazione a
Vigna di Valle del Sessantesimo anniversario dell’ANUA furono quindi i titoli dei numerosi impegni
affrontati nel 2011 e che caratterizzarono l’ANUA come “Fonte di Pensiero”.
Fra i tanti eventi ANUA di quell’anno come non ricordare la Tavola rotonda sulla condizione militare,
con la partecipazione del Dott. Antonio Intelisano
Procuratore Generale Militare presso la Corte Suprema di Cassazione?
A seguire, il 2012 fu l’anno del “damose da fa”. Un
anno caratterizzato per l’Italia dall’impegno verso una
ripresa economica che ci induceva ad evidenziare i
gioielli della nostra industria aeronautica. La Presidenza sviluppò,a scopo divulgativo, una intensificazione dei rapporti con la dirigenza delle Industrie interessate.
Le attività dell’anno, iniziate con la partecipazione di
una consistente rappresentanza dell’ANUA all’Udienza di Papa Benedetto XVI, continuarono con il
secondo Convegno, qui a Roma, sulle tematiche
pensionistiche coordinate dal Gen. Giuseppe Lucchese e la Convention ANUA a Firenze (giugno
2012) promossa dal Gen. Arturo Zandonà, per dare
maggiore impulso alla vivacità territoriale della nostra Associazione.
Intense furono altresi le attività delle Sezioni, con particolare riguardo a quelle che indico, senza graduatoria, in ordine alfabetico di Bari, Brescia, Catania, Latina, Milano, Napoli, Roma e Taranto.
Il tour nelle città imperiali del Marocco e la gita in costiera amalfitana furono in autunno buon motivo di
svago e di arricchimento culturale.
Il 2012 fu altresì l’anno di avvio dei progetti ANUA
ed iniziammo, grazie all’impegno del Dott. Antonino
Di Vincenzo con la Casa della Quarta Età.
L’anno 2013 vide il rinnovo delle nostre Cariche Sociali in occasione della 63^ Assemblea Generale nei
giorni della 2^ Convention Nazionale ANUA (26-29
maggio) e l’incentivazione dei rapporti fra Associazione e Forza Armata. In ordine a questo aspetto la
Presidenza ANUA, pressochè immutata nella sua
composizione, volle evidenziare l’iniziativa di nuove
proposte che perseguissero sempre meglio l’obiettivo
di aiutare la gerarchia di vertice della F.A.
La Spending Review con i decreti “Fornero” provocava
una razionalizzazione dello Strumento Militare con
prevedibili conseguenze nel personale (riduzioni organiche e di promozioni - modifiche al sistema
pensionistico).
Il Corriere dell’Aviatore N. 7-8/2015 1
65^ Assemblea Generale Ordinaria
12 giugno 2015 - Relazione del Presidente Nazionale
In occasione del Terzo Convegno Pensionistico (25
marzo 2013) il Sig. Capo di SMA Gen. Pasquale Preziosa puntualizzò come elemento imprescindibile dei
cambiamenti fosse la salvagurdia del personale, perché
“l’esigenza di sfoltire le fila è sempre stata coniugata con la ricerca di tempi congrui e di adeguate misure di agevolazione dell’esodo”.
Ricordiamo con gratitudine che anche il Generale
Mario Arpino si pregiò di offrirci, per la pubblicazione sul Corriere dell’Aviatore alcune sue pertinenti
considerazioni, fra le quali particolarmente significativa risultava quella riguardante i decreti legislativi e che
cioè le capacità complessive della Difesa vanno divise
in tre grandi categorie:
- le capacità non strategicamente prioritarie, da dismettere o da annullare;
- le capacità da mantenere, previo ammodernamento
e adeguamento tecnologico;
- le capacità strategicamente prioritarie e vitali, da
rendere interoperabili, integrabili con quelle degli
alleati Nato ed europei … sostenibili anche per il futuro.
Pertanto, in riferimento alla Governance A.M., l’ANUA, con il consueto spirito di servizio, prospettavala
propria disponibilità alla permanente consultazione,
potendosi vitalizzare le esperienze professionali pregresse per consolidare le decisioni sul presente aeronautico e sul futuro aerospaziale. Si condivise quindi
l’iniziativa di un “nucleo risposte” per dare esito ad
una varia tipologia di quesiti (amministrativi, assistenziali, legali, culturali etc.) proponibili non solo dagli
ufficiali pensionati, ma parimenti da tutti gli ufficiali
in servizio.
Tutti ricordiamo che nel 2013 la crisi siriana vissuta
come guerra fratricida teneva impegnati i Grandi della
Terra alla ricerca di soluzioni e Papa Francesco richiamava l’impegno alla preghiera ed all’azione per la pace
in Siria.
Tornando alla ricognizione sulle attività del nostro
amato sodalizio sviluppate nel 2013 va ricordato l’impulso dato alla “Casa dell’Aviatore Senior” per ricaricare “un sogno…una speranza…la realtà”non recepiti con la precedente iniziativa di Casa della Quarta
Età. Con grande impegno del Dott. Di Vincenzo fu
infatti redatto e pubblicato sul nostro Corriere il Codice Etico della Casa, per la lettura del quale si rinvia
alCor.Av.n.5-6/2013.
Merita altresì menzione la lectio della Prof.sa AnnaMaria Isàstia (Università La Sapienza) sul tema “Don2 Il Corriere dell’Aviatore N. 7-8/2015
ne, Diritti, Difesa dello Stato”, tenuta in occasione della Convention di maggio.
Va ancora ricordato che in detta Convention particolare rilevanza ebbero le conclusioni dell’allora capo del
5° Rep. SMA gen. Claudio Salerno a proposito di ciò
che possono fare le Associazioni Aeronautiche:
- dire quello che non può la F.A., nel diffondere, attraversoSoci e pubblicazioni, una cultura di sicurezza e difesa fino ad ora oggetto di discussione soltanto in limitati ambienti;
- dare sostegno attivo alla F.A.anche in funzione di
rappresentanza;
- creare movimento di opinione a favore della F.A.con
qualificati contributi di pensiero attraverso uno sforzo sinergico tra Associazioni, Forza Armata, Industria aerospaziale, giornalisti e cultori della componente aeronautica;
- gestire Organismi di Protezione Sociale (SMD-G023) / palestre/aree attrezzate ai fini sportivi in
OPS;
- formalizzare con la F.A. appropriato Protocollo
d’Intesa.
Passo velocemente al richiamo dei principali impegni
affrontati lo scorso anno 2014. I temi che hanno visto
lo staff operativo dell’ANUA al lavoro possiamo configurarli con i seguenti titoli “La Sinergia Solidale Aeronautica”, “La Casa dell’Aviatore Senior”, “Il Sostegno a Progetti Mirati”.
Sulla “Sinergia Solidale Aeronautica”, la condivisione
d’intenti fra Associazione Ufficiali e Associazione Arma Aeronautica è divenuta motivo di collaborazione
sempre più mirata al fruttuoso utilizzo delle risorse
disponibili. L’unità di intenti non ha significato fusione degli organismi, ma convergenza sugli obiettivi
nella diversità della tipologia di impegni che caratterizzano i vari Sodalizi aeronautici. Non sembri banale
fare il paragone con i rapporti che legano la persona
alla famiglia; le famiglie alla comunità; le comunità alle istituzioni.
L’unione non è fusione, ma incremento di “forze” che
diventano sinergiche se agiscono contemporaneamente per provocare un determinato effetto. In tal senso,
una nuova “atmosfera” ha caratterizzato i Sodalizi Aeronautici ospitati a Roma nella Palazzina Douhet, così
come in periferia alcune Sezioni ANUA coabitano
con Sezioni AAA. Lo sviluppo di “sinergie” si è auspicato quindi che divenisse sempre più oggetto di suggerimenti da parte dei Soci.
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L’operazione di rilancio sulla “Casa dell’Aviatore Senior” ha visto l’ANUA impegnata a trovare il percorso
giuridico aperto alle differenti situazioni oggettive dei
soci, ipotizzando anche la compartecipazione dell’AM, previa verifica di legittimità dell’uso di beni demaniali. Quanto mai opportuni erano in proposito, e
si auspicava che pervenissero, i pensieri e le osservazioni dei Soci. Va da sé che lo sviluppo del tema trarrebbe
vantaggio dalla sinergia solidale.
Il terzo tema citato faceva riferimento sia agli studi su
nuove fonti di energia (“fusione fredda”) con il supporto di laboratori aeronautici e ricercatori universitari, sia
al proponimento di contribuire a recupero culturale e
custodia di parti del patrimonio scientifico/impiantistico aeronautico esistenti sull’Aeroporto di Guidonia.
ciazione Nazionale Personale Aeronavigante, aveva organizzato la presentazione del libro “ USTICA - Il
mistero e la realtà dei fatti”. Per l’evento, effettuato
il 26 novembrea Palazzo Marini nella Sala delle Colonne della Camera dei Deputati, erano presenti molti
politici ed autorità ad ascoltare e commentare la verità
di Ustica raccontata da GoranLilja, uno degli investigatori ed autore del libro.
Giungiamo quindi al 2015 con l’augurio per l’AM, ovviamente esteso al nostro Sodalizio, di procedere in
quest’anno con Forza Leonina, in considerazione che
ufficiali del Corso Leone IV (eredi morali del Generale
Oreste Genta - classe 1911 in vita) sono stati posti in
comando di Reparti tra i più importanti della Forza Armata (4°, 9°, 36° e 37°
Stormo). La Forza leonina è suggerita dalla coincidenza di una risorsa
umana (il Gen. Genta)
che ha vissuto e vive un
certo tipo di esperienza
ed è allegoricamente indicata come esempio e
stimolo per l’azione. Diciamolo senza riserve,
vorremmo stimolasse
anche l’ANUA nel predisporsi ad agire con una
visione della realtà che
richiede energica focalizzazione del “fare”.
All’inizio dell’anno avevamo sommariamente
Al tavolo della Presidenza, da sx Punzi, d'Ippolito, Majorani, Tricomi, Giannone
riposto in evidenza il seguente programma:
Ultimo argomento, ma non per importanza, che ci ha
maggiormente impegnatinello trascorso biennio e che a) Promozione e realizzazione di strutture residenziali/assistenziali per Aviatori della 4^ età.ove accorimane tuttora di attualità, è l’intento di ANUA e
gliere soci e famiglie per trascorrervi tanti anni delAAA di perseguire il rispetto dell’onore dell’Istituziola
loro vita in una serena ed amichevole atmosfera.
ne AM, anche insistendo sulla esigenza di verità nei
casi che la vedono ingiustamente coinvolta. Emblema- b) Sinergia fra Associazioni aeronautiche per i rapportico è il Caso Ustica per il quale i Presidenti Nazionali
ti con la Forza Armata e gli Enti della Difesa.
di AAA e di ANUA avevano già nel 2013 condiviso il
bisogno di pubblicare sui periodici dei rispettivi Soda- c) Sostegno e Coordinamento di attività di ricerca
sulle fonti di energia con l’utilizzo di impianti aelizi la lettera che sull’argomento era stata inviata ai Caronautici e con particolare interesse scientifico verpi Gruppo del Senato, dal Generale Vincenzo Ruggeso studi ed esperimenti sulla “fusione fredda”.
ro Manca, già Vice Presidente della Commissione Bicamerale sulle “stragi”.
d) Attività di volontariato per diffondere cultura aeroVa pure ricordato che sul finire del 2014, l’ANUA, asnautica edincrementare, a favore dei giovani, opsieme all’Associazione Arma Aeronautica ed all’Assoportunità di lavoro nel mondo aeronautico.
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e) Iniziative per la difesa dell’onore e della rispettabilità del personale che si è posto al servizio dello Stato in uniforme azzurra.
f ) Sviluppo di iniziative che pongano in evidenza i
valori delle tradizioni nei rapporti tra nonni e nipoti.
Come ogni anno non poteva mancare l’interessante
Convegno Pensionistico tenuto il 27 marzo scorso e
sul quale si è ampiamente riferito nell’ultimo numero
del Corriere dell’Aviatore.
Oggi è vigilia di un evento per la bella organizzazione
del quale siamo grati in modo particolare allo SMA, al
Comando Logistico ed alla Casa dell’Aviatore: L’Aeronautica dei miei sogni - concorso a premi per i nipotini dell’ANUA - di cui troverete ampia documentazione nel supplemento dedicato dal Corriere dell’Aviatore.
Nell’attualità di questa Assemblea, prima di concludere intendo richiamare l’attenzione sull’invito rivolto ai
Soci di valutare e proporre indicazioni su come fare
sistema sviluppando sinergia fra le Associazioni
Aeronautiche.
Le forze disponibili per tante meritorie attività di volontariato sono costantemente in diminuzione ed occorre quindi essere aperti a nuove idee propositive.
Fra le idee propositive intenderei escludere semplicemente quelle che, conferendo impegni agli anziani già
pensionati, produrrebbero effetti riduttivi di organico
nel personale in servizio. Il miraggio rimane sempre
quello di offrire opportunità di lavoro ai giovani.
Il nostro Sodalizio vive grazie a 1779 associati (1277
Soci e 502 Dame d’Onore).
Cosa ne pensate di invitarli a convergere in una Unione Nazionale Aviatori d’Italia per fare sistema con i
tanti amici dell’Associazione Arma Aeronautica?
Credo sia questo un grande tema della nostra attualità
che seguo con interesse nel terzo anno del mio secondo mandato.
Con un richiamo pindarico agli eventi sociali, culturali e turistici dei quali, a guadagno di tempo, non ho
fatto elencazione ma che periodicamente sono stati
curati dalle Sezioni Territoriali e dalla Presidenza Nazionale intendo infine ringraziare tutti Voi.
4 Il Corriere dell’Aviatore N. 7-8/2015
Viva L’ANUA,
Viva L’AERONAUTICA MILITARE,
Viva L’ITALIA
L’Assemblea è stata presieduta dal Gen. S.A. Giovanni
Tricomi che ha rivolto il suo affettuoso e grato saluto
ai convenuti.
All’intervento del Presidente Majorani, di cui si è fatto
integrale riporto, sono quindi succedute la relazione
di bilancio a cura del Segretario Generale d’Ippolito e
quella del Collegio dei Sindaci presieduto da Vassalli
de Dachenhausen. L’Assembleaha infine, con unanime voto di approvazione, data felice conclusione all’
annuale appuntamento istituzionale dell’Associazione
Nazionale Ufficiali Aeronautica.
ISTITUZIONE GRUPPO ANUA
CONSULENZA GIURIDICA E AMMINISTRATIVA
Nel corso del Seminario sulle pensioni organizzato dall’ANUA e tenutosi alla “Casa dell’Aviatore” nel marzo
del c.a., la Presidenza ANUA ha annunciato il proposito
di creare un Gruppo di Consulenza assistenziale in materia giuridica e amministrativa a disposizione dei Soci
per assisterli negli iter presso la pubblica amministrazione.
Il gruppo assume con ciò il ruolo di strumento di collegamento tra i Soci coinvolti daproblemi spesso farraginosi e articolati al di fuori delle loro conoscenze professionali e l’Amministrazione, assistendo da una parte
il Socio ad ottenere una visione più vicino alla realtà
giuridico-amministrativa del suo problema e dall’altra
alleviando l’Amministrazione da perdite di tempo nella soddisfazione di quesiti errati o burocraticamente
mal posti per contenuti e/o indirizzamenti.
Avvalendosi delle professionalità e disponibilità di Soci
qualificati, con delibera del Consiglio Direttivo Nazionale (prot. ANUA 4003/SFM/44 del 24 giugno 2015)
è costituito il “Gruppo di Consulenza” (in seguito
Gruppo) formato da:
-
Brig.Gen. Giuseppe LUCCHESE
Brig.Gen. Antonino LO TORTO
Avv. Massimo ANDREUZZI (foro di ROMA)
Avv. Gennaro CUOMO (foro di ROMA)
Le Consulenze saranno fornite a titolo non oneroso e
il Gruppo definirà le procedure organizzative e di gestione nonché le modalità di utilizzo del servizio (da
diffondersi tramite il sitoweb dell’ANUA ed il Corriere dell’Aviatore).
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Notizie al Volo ...nel tempo recente
31° Stormo: ogni giorno al servizio della gente
I
l Reparto di Ciampino è costantemente
impegnato nei trasporti sanitari a beneficio della collettività.
23/06/2015 - Settimane di intenso lavoro per il
31º Stormo dell’Aeronautica Militare, che nel mese di Giugno è stato chiamato ad operare quasi
ogni giorno a favore della popolazione civile, con
15 missioni di trasporto urgente in 20 giorni. Genova, Napoli, Bergamo, Lamezia Terme, Verona,
Cagliari, Catania, Perugia Bari e Manchester (Inghilterra), sono stati gli scali principali presso i quali i velivoli del Reparto sono atterrati per aiutare persone in imminente pericolo di vita, trasportare organi o pazienti in attesa di trapianto, ovvero trasportare da e per l’estero connazionali bisognosi di cure speciali non eseguibili in Italia.
L’ultimo trasporto in ordine cronologico è stato eseguito Domenica 21 Giugno, poco dopo la mezzanotte, da un Falcon 50 alzatosi in volo per trasportare un
sessantunenne calabrese dall’aeroporto di Reggio Calabria a Venezia, dove un’equipe dell’ospedale locale lo
ha preso in carico per il successivo trapianto.
Missioni di questo tipo necessitano della massima
tempestività e l’Aeronautica Militare, attraverso i suoi
Reparti, mette a disposizione mezzi ed equipaggi
pronti a decollare 24 ore al giorno, 365 giorni l’anno,
senza soluzione di continuità e in grado di operare in
condizioni ognitempo. La peculiare capacità dei mezzi dell’Aeronautica Militare di imbarcare apparecchiature mediche e sanitarie specifiche, come ad esempio
le culle termiche o addirittura le ambulanze, come nel
caso dei velivoli della 46^ Brigata Aerea di Pisa, consente inoltre a pazienti e medici diraggiungere prontamente le strutture sanitarie più idonee ai loro bisogni viaggiando
in completa sicurezza.
(Fonte: 31° Stormo - Ciampino (RM) - Autore: Cap. Daniele Lelli)
15° Stormo:
salvezza dal cielo
SEARCH AND RESCUE:
24 ORE SU 24… 365 GIORNI L’ANNO
26/06/2015 - Garantire la ricerca e soccorso degli
equipaggi di volo, concorrere alle attività di pubblica utilità quali la ricerca di dispersi in mare o in
montagna, il trasporto sanitario d’urgenza di ammalati in I.P.V. (imminente pericolo di vita), il
soccorso di traumatizzati gravi e alle popolazioni
colpite da calamità naturali, in coordinamento
con il Dipartimento della Protezione Civile, sono
solo alcune delle attività istituzionali dell’AeroIl Corriere dell’Aviatore N. 7-8/2015 5
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Notizie al Volo ...nel tempo recente
nautica Militare, il cui compito principale è quello di difendere lo spazio aereo italiano da qualunque violazione proveniente dal cielo.
Denominata “S.A.R.” (Search And Rescue), ovvero “Ricerca e Soccorso”, l’attività è gestita in Italia attraverso il Comando Operazioni Aeree di Poggio Renatico (Ferrara) all’interno del quale è presente un Rescue Coordination Center (RCC), il cui compito è quello di esercitare il Comando
e Controllo degli assetti S.A.R., nonché la gestione delle richieste di soccorso nazionale.
L’Aeronautica Militare assicura questi interventi tutto l’anno, 365 giorni, ventiquattr’ore al giorno con equipaggi ed
elicotteri pronti al decollo con brevissimo preavviso.
La funzione SAR è istituzionalmente affidata al 15° Stormo di Cervia (Ravenna), presso cui opera anche una Squadriglia Collegamenti dotata di elicotteri monoturbina TH500B; dal 15° Stormo dipendono un gruppo e cinque centri, opportunamente dislocati geograficamente sul territorio nazionale:
l’80° Centro Combat SAR di Decimomannu (Cagliari);
l’81° Centro Addestramento Equipaggi di Cervia;
l’82° Centro Combat SAR di Trapani;
l’83° Gruppo Combat SAR di Cervia;
l’84° Centro SAR di Gioia del Colle (Bari);
l’85° Centro SAR di Pratica di Mare (Roma).
L’elicottero biturbina HH-139A, è il nuovo “puledro di razza” assegnato a svolgere le attività S.A.R.,
macchina dotata di specifiche caratteristiche e prestazioni che permettono il raggiungimento di qualsiasi
parte del territorio nazionale o delle acque territoriali.
Consegnato il 12 ottobre 2012 all’84° CSAR, l’elicottero AW-139, che in versione Aeronautica Militare
prende la denominazione “HH” (Hospital Helicopter),
è dunque una macchina bi-turbina, di categoria media prodotta da Agusta Westland che ha sostituito
l’HH-3F dopo oltre 35 anni di onorato servizio
(1977/2014). L’HH-139A è una soluzione individuata sul mercato per continuare ad assicurare con efficacia il servizio di ricerca e soccorso aereo, sia per i compiti istituzionali di eventuale recupero di equipaggi e
personale militare in difficoltà, sia per le attività di
concorso alla collettività in caso di voli sanitari di urgenza, calamità naturali e grandi eventi nazionali.
Trattandosi di un elicottero già in servizio presso altre
realtà civili e militari nazionali (Guardia di Finanza, Guardia Costiera, vari Enti locali), l’HH-139A permette la realizzazione significative sinergie nell’ambito addestrativo, logistico e soprattutto, nel contesto d’impiego operativo.
6 Il Corriere dell’Aviatore N. 7-8/2015
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L’HH-139A è in grado di operare sia di giorno che di notte grazie all’utilizzo di visori notturni NVG (Night Vision Goggles), in aree particolarmente impegnative, anche da superfici non preparate, in ambienti polverosi, zone innevate o in
ambiente marino. In soli 30 minuti, infine, è possibile riconfigurare internamente l’elicottero dall’allestimento “soccorso aereo” (versione primaria S.A.R.: 5 passeggeri + 1 barella) alla configurazione “soccorso aereo e sanitario di urgenza”
(versione MED.EVAC.: da 2 a 4 barelle) oppure “trasporto passeggeri” (versione UTILITY: fino a 14 passeggeri).
Di particolare rilievo e viva nelle memorie, l’intensa e determinante attività svolta dagli equipaggi del 15° Stormo dell’Aeronautica Militare durante le scorse festività natalizie e di fine/inizio d’anno nuovo, allorquando in pochissimi giorni ed
in condizioni atmosferiche assolutamente proibitive, fu assicurato con successo il soccorso a ben tre natanti in gravi situazioni d’emergenza: il traghetto
Norman Atlantic, la Nave Blue
Sky M, la Nave Ezadeen.
Ed è stato anche per questo eccezionale sforzo, che il Ministro
delle Difesa, Sen. Roberta Pinotti, al termine del proprio intervento in occasione dell’Anniversario della Fondazione dell’Aeronautica Militare celebrato
lo scorso 31 marzo presso l’aeroporto di Ciampino, ha conferito
diverse onorificenze al personale
del 15° Stormo che in quelle convulse giornate di intensissima attività e nella quotidianità del
proprio servizio, ha costituito,
costituisce e sempre costituirà
per tutti noi, per il cittadino, per
chiunque in difficoltà “la salvezza, che viene dal cielo!”
(Fonte: Ufficio Generale per la Comunicazione - Autore: Ten. Col. Orfeo Rossi)
La 46ª Brigata Aerea festeggia i 75 anni
Ripercorsi 75 anni di storia a Pisa con una cerimonia
cui ha partecipato il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare
Il 25 giugno 2015 si è svolta la cerimonia per i 75 anni della 46ª
Brigata Aerea alla presenza del Capo di Stato Maggiore dell’Ae-
ronautica Militare, Generale di Squadra Aerea Pasquale Preziosa. All’evento hanno preso parte anche
il Comandante della Squadra Aerea, Generale di
Squadra Aerea Maurizio Lodovisi, il Comandante
delle Forze di Supporto e Speciali, Generale di Divisione Aerea Roberto Comelli, il Comandante
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della 46ª Br a Aerea, Generale di Brigata Aerea
Roberto Boi e numerose autorità militari e civili di Pisa.
Nel corso del proprio intervento, il Generale Preziosa ha ricordato il ruolo della 46ª Brigata Aerea
per la Forza Armata e per il Paese. “Gli uomini e
le donne della 46esima”, ha ricordato, in qualunque circostanza siano chiamati ad intervenire,
“sono sempre i primi ad arrivare e gli ultimi a lasciare” e sempre “con il tricolore come biglietto
da visita”. Il Capo di Stato Maggiore ha ripercorso la storia della Brigata ricordando gli interventi
più significativi, tra i tantissimi effettuati. “Questi 75 anni” ha concluso, “sono un lungo racconto, un’epopea di valori, di missione e libertà. Migliaia e
migliaia di ore di volo dedicate per portare aiuto. Uomini e donne della 46esima, sono fiero di voi!”
Il Generale Boi, a sua volta, ha ricordato i Caduti della Brigata, molti dei quali riposano nel Sacrario di
Kindu, all’ingresso della Base. “Lo spirito di sacrificio
è l’essenza della 46ª Brigata Aerea. Permea tutti noi. E
non è un merito, è una condizione”. Il Comandante,
citando il noto filosofo Sofocle che affermava che “l’opera umana più bella è aiutare il prossimo”, ha ricordato i verbi ricorrenti della 46esima: “cooperare, collaborare, portare aiuto, supportare”. Rivolgendosi al
Sindaco di Pisa, ha poi sottolineato come la Brigata
sia “parte integrante della città, a cui la accomuna “la
stessa vocazione all’eccellenza”. Rivolgendosi infine al Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, ha sottolineato
che “la 46ª Brigata Aerea e solo una delle tante, tantissime declinazioni dell’Aeronautica Militare”
Al termine della cerimonia, un breve display in volo ha salutato i partecipanti, tra cui moltissimi familiari ed ex appartenenti alla Brigata, che hanno potuto apprezzare la mostra statica allestita con alcuni degli aerei storici della Brigata e
fruire degli stand dove si esponevano cimeli e foto storiche, nonché l’attrezzatura per il trasporto in biocontenimento,
una delle eccellenze della Brigata e dell’Aeronautica Militare.
Fonte: 46° Brigata Aerea – Pisa
Autore: T. Col. Pompilio Sammaciccio
Onorificenza spagnola
per il M.llo Brotto
Al Sottufficiale del 51° Stormo dell’Aeronautica Militare è stato tributato un riconoscimento per le gesta eroiche compiute ad Albacete
18/06/2015 - Giovedì 18 Giugno, il Maresciallo Gianluca Brotto, in occasione di una cerimonia svoltasi presso la base di Los Lanos in Spagna, è stato insignito della Croce al Merito Aeronautico Amarillo.
L’onoreficenza, attribuita per l’eroismo dimostrato in occasione dell’incidente aereo avvenuto il 26 gennaio 2015 presso la base aerea spagnola di Albacete, quando un F-16 greco si è schiantato al suolo dopo il decollo, è stata consegnata dal Ministro della Difesa spagnolo, alla presenza del Capo di
Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, Generale di Squadra Aerea Pasquale Preziosa.
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L’impatto coinvolse numerosi velivoli della NATO che stavano partecipando al corso TLP (Tactical Leadership Programme) tra i quali anche velivoli italiani e provocò il ferimento di diversi militari.
Il Maresciallo Brotto, in servizio presso il 51° Stormo di Istrana, era già stato insignito della Medaglia d’Argento al Valore Aeronautico in occasione delle celebrazioni del 92° Anniversario dell’Aeronautica Militare, con la seguente motivazione: “Sottufficiale tecnico manutentore temporaneamente impiegato presso la base aerea spagnola di Albacete, durante la
preparazione dei velivoli caccia italiani per le previste operazioni giornaliere, è stato investito da una violenta esplosione provocata da un vicino incidente di volo, che ha coinvolto persone e velivoli italiani sulla pista. Nonostante il trauma e la vicinanza dell’incendio, si era precipitato verso un collega avvolto dalle fiamme e, con solo l’ausilio dei guanti in dotazione, sfidando il susseguirsi delle deflagrazioni e i detriti scagliati in aria, riuscendo a portarlo al riparo dopo aver estinto il fuoco di
cui era preda lo sventurato, rimanendo per questo ustionato”.
(Fonte: Ufficio Generale per la Comunicazione – Roma Autore: Capitano Marco Bevilacqua)
Il Caso Ustica: Messaggio del Presidente Mattarella
nel 35° anniversario della strage
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Bentornata Capitano Cristoforetti!
Giovedi 11 giugno, alle 15.44, conclusa la mix “ISS-43”
11/06/2015 - ore 12.20 la navicella Soyuz TMA-15M si stacca
dal portellone di attracco della ISS con a bordo il cosmonauta
russo Anton Shkaplerov, l’astronauta statunitense Terry W. Virts
ed il Capitano Samantha Cristoforetti, astronauta dell’ESA e pilota dell’Aeronautica Militare. Iniziano così le 3 ore di viaggio di
rientro della missione A.S.I. “Futura” dopo 200 giorni dalla partenza avvenuta il 24 Novembre 2014. Atterraggio nella desolata
steppa del Kazakistan nei pressi della città di Dzhezkazgan a sud
di Karaganda.
Molti gli esperimenti scientifici svolti in condizione di microgravità dal Capitano dell’Aeronautica e inerenti il campo della fisiologia umana, l’analisi biologica, la medicina aerospaziale.
Dopo alcuni
accertamenti
medici direttamente sul luogo ed un breve incontro con le autorità,
il Cap. pil. Samantha Cristoforetti ed il Comandante Terry Virts
partiranno alla volta dell’aeroporto del centro spaziale di Houston
con un volo della N.A.S.A.
Nel centro texano il Cap. pil. Samantha Cristoforetti affronterà un
periodo di riabilitazione dopo gli oltre sette mesi trascorsi in assenza
di gravità. Presso il centro spaziale di Houston verranno anche valutati i dati scientifici raccolti.
Il lavoro svolto dalla sola astronauta a bordo della ISS verrà ora portato avanti da team di ingegneri e scienziati. Particolare attenzione
verrà posta dal Centro Sperimentale Volo (CSV) dell’Aeronautica
Militare agli sviluppi dei test collegati alla medicina aerospaziale per
le ricadute che essi avranno sull’addestramento e la sperimentazione
portata avanti dalla Sezione Medicina Aeronautica e Aerospaziale dello stesso Centro.
Grande spazio verrà dato alla comunicazione.
Il Cap. Cristoforetti sarà infatti impegnata in
molti eventi sui media tradizionali ma anche
sul web e sui social media alcuni dei quali potranno essere seguiti anche in diretta streaming su www.aeronautica.difesa.it.
In autunno è previsto il Post Flight Tour con
tutto l’equipaggio in Italia.Il PFT è un’attività
promozionale ufficiale dell’ESA, derivante
dall’esperienza statunitense degli anni 60’ per
pubblicizzare le attività umane nello spazio all’epoca della guerra fredda.
(Ufficio Generale per la Comunicazione
Ten. Col. Orfeo Rossi - Ten. Col. Andrea Saia
Art.: Fabio Simonelli)
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Pioggia di Medaglie d’Oro per lo sport dell’AM
Oro per il fioretto maschile dell’Aeronautica Militare ai Campionati Italiani e ben 5 Medaglie d’Oro
per l’atletica Under 23
A
i campionati italiani
assoluti di scherma,
svolti dall’11 al 15 Giugno
a Torino, l’Aeronautica
Militare ha vinto il titolo
italiano di fioretto maschile a squadre, davanti a Carabinieri e Polizia.
Il quartetto azzurro, composto dal 1° Aviere Scelto
Andrea Baldini, dall’ Aviere
Capo Alessio Foconi, dall’Aviere Capo Lorenzo Nista e dall’Aviere Scelto Alessandro Paroli, ha battuto in
finale i Carabinieri, già detentori del titolo italiano,
col punteggio di 45-28.
Ed è sempre un quartetto
azzurro, composto dal Sergente Stefano Carozzo, dal
1° Aviere Scelto Matteo Tagliariol, dal 1° Aviere Andrea Vallosio e dall’Aviere Scelto Andrea Bino, ad aver conquistato
l’Argento nella spada maschile a squadre.
Nella stessa manifestazione sportiva il 1° Aviere Scelto Alessandra Lucchino ha portato a casa un Argento con la sciabola individuale femminile, mentre è arrivato il Bronzo per il Sergente Ilaria Salvatori nel fioretto individuale femminile e
per il 1° Aviere Scelto Diego Occhiuzzi nella sciabola individuale maschile.
Oro anche per i giovanissimi atleti dell’under 23 che a Rieti hanno portato all’Aeronautica Militare ben cinque Medaglie d’Oro e un Argento. A conquistare il podio più alto sono stati: il 1°Aviere Dariya Derkach nel salto in lungo, il 1°
Aviere Alessandro Sinno nel salto con l’asta, il 1º Aviere Lorenzo Perini nei 110 ostacoli, l’Aviere Scelto Martina Merlo
nei 3000 metri e sempre la Derkach nella gara di triplo. Di rilievo anche la prestazione nel salto in alto dell’Aviere Capo Marco Fassinotti piazzatosi al secondo posto ed eguagliando il primato italiano outdoor di Marcello Benvenuti del
lontano 1989.
(Fonte: UCOM - Sezione Sport - Roma - Autore: Cap. Daniele Diana)
ExoMars: accordo tra CSV e TAS-I
L’Accordo Tecnico Operativo a supporto
delle attività di volo sperimentale relative al
programma ExoMars è stato firmato dal
Gen. Molteni, Comandante del CSV.
G
iovedì 28 maggio è stato firmato un Accordo
Tecnico Operativo tra il Centro Sperimentale
Volo e la Thales Alenia Space Italia (TAS-I) per lo
svolgimento di prove a terra ed in volo per la caratterizzazione delle prestazioni del radar di guida del modulo di discesa su Marte, nell’ambito del programma
EXOMARS dell’European Space Agency (ESA).
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Si tratta del risultato di un lungo lavoro di coordinamento tecnico-operativo effettuato su richiesta dello Stato Maggiore Difesa e specifica autorizzazione del Ministero, che ha visto operare in prima linea gli specialisti del Reparto Sperimentale Volo, tra cui quelli del Gruppo Ingegneria per l’Aero-Spazio, su mandato del Reparto Pianificazione dello strumento Aerospaziale dello Stato Maggiore Aeronautica.
Per le prove il Radar Altimetro Doppler (RDA) prodotto dalla ditta TAS-I sarà installato tramite un’apposita interfaccia
meccanica e strumentazione sperimentale su un elicottero HH212 dell’Aeronautica Militare. I test saranno condotti entro l’estate 2015.
La ditta TAS-I ha realizzato la sonda RDA, che verrà installata sul modulo di discesa della sonda spaziale EXOMARS
per l’esplorazione del pianeta Marte, il cui lancio è attualmente previsto nei primi mesi del 2016 e per il quale l’Italia
con la ditta TAS-I è prime contractor del programma. L’intenzione è di portare in orbita intorno a Marte una sonda capace di analizzare il quantitativo di metano sul pianeta e stabilire un sistema di comunicazione con la Terra che operi anche per future missioni.
Il programma è diviso in due fasi/missioni 2016 e 2018. La missione 2016 sarà di Esplorazione e Qualifica delle Tecnologie. La missione 2018 sarà equipaggiata con un rover che sarà fatto scendere su Marte. Il roververrà equipaggiato con
un perforatore capace di prelevare campioni fino ad una profondità di due metri sotto la superficie del suolo marziano.
I campioni saranno analizzati con gli strumenti a bordo del rover stesso ed i dati ottenuti saranno inviati alla sonda orbitante Marte, poi da questa direttamente sulla Terra.
L’ESA ha assegnato all’industria italiana la leadership principale di entrambe le missioni. L’Agenzia Spaziale Italiana
che segue il porgetto complessivo per l’Italia ha sostenuto negli anni il piano europeo con un contributo del 33%.
L’attività rappresenta un esempio di cooperazione virtuosa e ottimizzazione delle risorse e di supporto della Difesa, in
particolare dell’Aeronautica Militare nei confronti di uno degli attuali programmi spaziali di punta a livello europeo.
(Fonte: Reparto Sperimentale Volo - Pratica di Mare (Rm) Autore: Serg. Anna Mangiacapre)
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16° Stormo: Visita del Capo
di Stato Maggiore dell’AM
Successivamente, il Generale Preziosa si è recato presso
una delle aree di pertinenza dello Stormo adibita a finalità
addestrative dove ha assistito ad un’esercitazione approntata dal Battaglione Fucilieri dell’Aria e del Gruppo Addestramento STO/FP.
Il Generale Preziosa ha incontrato inoltre i frequentatori del corso per l’acquisizione della
qualifica di Fuciliere dell’Aria, che dallo scorso
aprile sono a Martina Franca in addestramento.
Al termine della visita, il Generale Preziosa ha
preso atto della realtà locale e delle peculiarità
operative e logistiche che caratterizzano il Reparto, manifestando il proprio apprezzamento
per l’impegno costantemente profuso dal personale che opera con etica, passione, competenza
e disciplina in ogni occasione, ottenendo risultati sempre eccellenti, riconosciuti sia in ambito
nazionale che internazionale.
L’11 luglio 2015, il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, Generale di Squadra Aerea Pasquale Preziosa, ha visitato il 16° Stormo “Protezione delle Forze” di
Martina Franca, dove è stato accolto dal Comandante del
Reparto, Colonnello Andrea Marradi.
All’evento hanno partecipato autorità civili, religiose e
militari locali, fra le quali il Sindaco di Martina Franca,
dott. Franco Ancona, e il Rettore della Basilica di San
Martino, don Franco Semeraro. Fra i convenuti, anche
l’Aviere Cosimo De Vito, classe 1923, milite martinese
pluri-decorato e deportato nel campo di concentramento
di Auschwitz (Polonia) nel 1943.
Il Generale Preziosa ha presieduto all’inaugurazione dell’area rievocativa della sala operativa dell’ex 3°
Regional Operative Command (R.O.C.), che fino al 2000 ebbe sede a Martina Franca, assolvendo alle funzioni di comando e controllo delle operazioni aeree nazionali.
Costituito il 25 maggio 2004 a Martina Franca (TA), il
16° Stormo “Protezione delle Forze” offre sicurezza e protezione terrestre al personale, ai mezzi e materiali, nonché
a installazioni e infrastrutture di particolare interesse per
la Forza Armata, in ambito nazionale e internazionale. Tali compiti sono garantiti dal “Battaglione Fucilieri dell’Aria”, composto da personale specializzato e qualificato da
un intenso iter addestrativo, volto ad accertarne lo spirito
di adattabilità, l’equilibrio, la prontezza, nonché la capacità di operare nei diversi scenari per tempi prolungati. I
Fucilieri dell’Aria del 16° Stormo hanno a lungo operato
in Afghanistan nel contesto dell’operazione International
Security Assistance Force (ISAF), assicurando la Force
Protection della Forward Support Base (FSB) di Herat.
Il taglio del nastro e l’apposizione della firma sull’albo dei visitatori da parte del Capo di Stato Maggiore, hanno scandito la sobria cerimonia con cui è
stato rievocato il lavoro di quanti hanno operato, a
oltre 50 metri di profondità, a difesa dello spazio
aereo nazionale, 24 ore su 24 e 7 giorni su 7.
L’area predisposta per accogliere alcuni dei principali apparati in uso alla sala operativa del 3° ROC
sin dagli anni ‘60 è stata approntata con dedizione
da alcuni Sottufficiali del 16° Stormo che, in passato, hanno avuto il privilegio di prestare il proprio servizio in quella sala.
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Negli ultimi anni, i Fucilieri dell’Aria hanno acquisito
nuove capacità operative, tra cui “Forward Air Controller” (FAC), che permette il coordinamento da terra dei
velivoli impiegati in supporto aereo ravvicinato. Inoltre,
con l’introduzione in teatro operativo dei mini sistemi a
pilotaggio remoto STRIX-C, i Fucilieri dell’Aria hanno
arricchito il ventaglio delle missioni assegnate, con capacità Intelligence, Surveillance, Reconnaisance (ISR) a supporto dell’attività di pattugliamento.
15° Stormo: consegnato
il primo HH-101° “Caesar”
(16° Stormo - Martina Franca, Cap. Massimo Battista)
Giovedì 9 luglio è stato ufficialmente consegnato al
15° Stormo di Cervia (Ravenna) il primo elicottero
HH-101A “Caesar”.
L’HH-101A, indicato con la denominazione “Caesar” nella versione dell’Aeronautica Militare, è un aeromobile
di ultimissima generazione che andrà ad espletare più ruoli tra i quali quello di Supporto Aereo alle Operazioni Speciali, quello di Slow Mover Interceptor (intercettazione di
aeromobili lenti) nonché di Personnel Recovery, ossia del
recupero di persone, civili e militari, in situazione di difficoltà in aree di crisi. Queste capacità permetteranno al 15°
Stormo di soddisfare gli elevati standard richiesti dalle organizzazioni internazionali delle quali l’Italia è parte.
L’HH-101A ha una elevata capacità di sopravvivenza in
zona ostile grazie ad un evoluto sistema integrato di autoprotezione. Ha la capacità di galleggiamento che permette
di aumentare le probabilità di sopravvivenza dell’equipaggio in caso di atterraggio forzato o di ammaraggio di emergenza. Ha un raggio d’azione particolarmente ampio, data
la capacità di rifornimento in volo e si caratterizza inoltre
per l’alto grado di manovrabilità che gli permette di sostenere il tipico volo tattico a bassissima quota. L’aeromobile
ha anche dotazioni di grande tecnologia soprattutto in favore dell’interazione uomo- macchina e delle comunicazioni (grazie alla presenza di data link tattici).
L’elicottero ha una lunghezza di 22,81 metri per una altezza di 6,65 metri. Il rotore ha un diametro di 18,59 metri e si caratterizza per la particolare configurazione geometrica delle pale che consente di ridurre sensibilmente le
problematiche di scarsa visibilità connesse all’atterraggio
in zone sabbiose o nevose.
(Ten. Simone Agostinelli; S.Ten. Emanuela De Marchi)
14 Il Corriere dell’Aviatore N. 7-8/2015
Dagli Esperti Amministrativi
I
l decreto legge 21/5/2015 n. 65, concernente “Disposizioni in materia di pensioni, di ammortizzatori sociali, di garanzia”, nell’art. 1, comma 1, (misure in materia
di rivalutazione automatica delle pensioni) introduce una
norma intesa a dare attuazione ai principi enunciati nella
sentenza della Corte Costituzionale n. 70 del 2015 che dichiara l’illegittimità costituzionale dell’art. 24, comma 25,
del D.L. 6/12/2011, n. 201, convertito con modifiche dall’art. 1,comma 1, della legge n. 214/2011 nella parte in cui
prevede che “... la rivalutazione automatica dei trattamenti
pensionistici, secondo il meccanismo previsto dall’art. 34,
comma 1, della legge 23/12/1998, n. 448, è riconosciuta,
per gli anni 2012 e 2013, esclusivamente ai trattamenti pensionistici di importo complessivo fino a tre volte il trattamento minimo INPS, nella misura del 100 per cento”.
In concreto, l’art.1, comma 1, del citato decreto legge sancisce che il richiamato comma 25 dichiarato costituzionalmente illegittimo deve essere sostituito con una nuova formulazione che disciplina la misura in cui la rivalutazione automatica, relativa agli anni 2012 e 2013, è riconosciuta ai trattamenti pensionistici di importo complessivo compreso tra i seguenti limiti «fino a tre volte il trattamento minimo INPS, pari o inferiore a sei volte il trattamento minimo INPS».
Statuisce, inoltre, che tale rivalutazione automatica non è riconosciuta ai “trattamenti pensionistici complessivamente
superiori a sei volte il trattamento minimo INPS.
La stessa norma sancisce l’introduzione, dopo il citato comma 25 -come novellato-, del comma 25bis, nel quale è previsto che la rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici, relativa agli anni 2012 e 2013 come determinata dal
novellato comma 25, per i trattamenti pensionistici di importo complessivo superiore a tre volte il trattamento minimo INPS è riconosciuta: negli anni 2014 e 2015 nella misura del 20 per cento; a decorrere dall’anno 2016 nella misura
del 50 per cento.
La divulgazione di questa norma, talvolta accompagnata da
commenti strumentali per esprimere giudizi sull’indirizzo
politico in materia di trattamento pensionistico, ha suscitato
perplessità nell’ambito del personale in pensione che ritenga
inadeguate le misure adottate con la nuova disciplina sulla rivalutazione automatica delle pensioni ovvero che si veda
escluso dai beneficiari del provvedimento essendo titolare di
pensione superiore a sei volte il trattamento minimo INPS.
Tali perplessità sono state rappresentate all’ANUA da molti militari in pensione, specialmente da coloro che sono stati interpellati per aderire a varie iniziative intese ad intraprendere azioni finalizzate a porre le condizioni per promuovere impugnazioni
giudiziarie contro il decreto legge in questione (già circolano diversi modelli richiedenti l’adesione degli interessati).
Al riguardo, si osserva preliminarmente che trattandosi di decreto legge non è al momento prevedibile se, qualora approvato,
la legge di conversione introdurrà modifiche al testo vigente.
Relativamente alle iniziative, si esprime l’avviso che prima di
sottoscriverle è quanto meno opportuno conoscere in modo
chiaro se l’obiettivo da perseguire sia realmente quello di tutelare l’interesse del pensionato senza ulteriori fini non apparenti o -peggio- strumentali per altri scopi.
Inoltre, sembra superfluo ricordare che un atteggiamento di
sicura prudenza impone di valutare se una nuova regolamentazione della materia più aderente alla decisione della Corte
Costituzionale produca miglioramenti significativi sul trattamento pensionistico.
Considerata l’ampiezza e la fluidità della materia, l’ANUA
continuerà a seguirne l’evoluzione e rimane disponibile a rispondere ai quesiti proposti, avendo cura di non incidere sull’autonomia dei proponenti in merito all’opportunità/convenienza di aderire alle iniziative circolanti.
(G. Lucchese)
Comunicazione dell’INPS sulla rivalutazione
automatica dei trattamenti pensionistici
Sulla Gazzetta Ufficiale 1a serie speciale – Corte Costituzionale – n. 18 del 6 maggio 2015 è stata pubblicata la sentenza della Corte Costituzionale n. 70 del 2015, che ha dichiarato la parziale illegittimità costituzionale dell’art. 24, comma 25, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201 (Disposizioni urgenti per la crescita, l’equità e il consolidamento dei
conti pubblici), convertito, con modificazioni, dall’art. 1,
comma 1, della legge 22 dicembre 2011, n. 214.
In particolare, la suddetta sentenza ha dichiarato l’illegittimità dell’articolo 24 comma 25 del citato decreto, nella parte in cui prevede che “in considerazione della contingente
situazione finanziaria, la rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici, secondo il meccanismo stabilito dall’art. 34, comma 1, della legge 23 dicembre 1998, n. 448, è
riconosciuta, per gli anni 2012 e 2013, esclusivamente ai
trattamenti pensionistici di importo complessivo fino a tre
volte il trattamento minimo INPS, nella misura del 100 per
cento”.
Al riguardo, l’INPS, con il messaggio n. 3135/2015, ha comunicato che, in applicazione di quanto previsto dall’articolo 17, comma 13 della legge 31 dicembre 2009 n. 196, non
potrà definire eventuali richieste di ricostituzione relative ai
trattamenti pensionistici interessati dalla sentenza, fino all’adozione delle relative iniziative legislative.
Cumulabilità dell’Equo Indennizzo con la P.P.O.
L’equo indennizzo è cumulabile con la pensione privilegiata
nella misura del 50%.
Infatti, l’art. 144 del DPR 1092/1973 prevede che se l’interessato ottiene l’equo indennizzo e successivamente, per la
stessa causa, la pensione di privilegio, la metà dell’equo indennizzo già liquidato, viene trattenuta sul trattamento economico di privilegio.
Il recupero può essere rateizzato a semplice domanda dell’interessato.
(V. Ruggieri)
Il Corriere dell’Aviatore N. 7-8/2015 15
2005-2015: 10 anni di “Predator”... 10 anni luce avanti...
L’AERONAUTICA MILITARE, PRIMA FRA GLI STATI EUROPEI, IMPIEGA IN TEATRO UN A.P.R.
“Un decennio non è un periodo particolarmente significativo in campo
aeronautico considerato che lo sviluppo tecnologico ha mediamente tempi di evoluzione molto più estesi. Sicuramente straordinari sono però i risultati traguardati nell’impiego degli Aeromobili a Pilotaggio Remoto
(APR) che l’Aeronautica Militare ha utilizzato per prima tra gli Stati
Europei, direttamente in delicati contesti operativi, dal 2005…”
Sono infatti le riflessioni degli “addetti ai lavori”, di chi opera quotidianamente e da anni su tali specifici sistemi, con alle spalle intensi periodi
di impiego in Patria ed in delicati teatri operativi che, più di tutte possono riuscire a condensare e sintetizzare l’essenza ed il profondo significato di due lustri di un’esperienza di tale portata e livello!
Ed è per questo motivo che, per una così particolarmente significativa circostanza, non potevano che essere acquisite le riflessioni più profonde sia
del Comandante del 32° Stormo, Col. pil. Michele OBALLA, che del Comandante del 28° Gruppo Volo, Magg. pil. Luca VITALITI, entrambi tra
i più esperti conoscitori dell’universo A.P.R. ed ancor più delle specifiche
peculiarità d’impiego dei sistemi d’arma MQ-1C “Predator A+” ed MQ9A “Predator B” in dotazione all’Aeronautica Militare.
Con il compito di contribuire alla sicurezza del Paese e del personale a terra,
alla ricerca ed al soccorso di dispersi, alla supervisione di grandi eventi, alla
sorveglianza, alla ricognizione ed al pattugliamento del territorio e delle acque nazionali, i sistemi Predator dell’Aeronautica
Militare, hanno fornito importantissimi contributi anche in particolari circostanze ed in molteplici, delicati teatri d’operazione nei quali hanno operato a ritmo serrato, con differenti modalità d’intervento e tempi di permanenza all’estero.
ANTICA BABILONIA
“Antica Babilonia” ha rappresentato l’intervento italiano nell’ambito
della Coalizione delle Forze Multinazionali in Iraq. Sulla base delle risoluzioni ONU 1483 e 1511, nell’ambito dell’Operazione Iraqi Freedom, gli Stati aderenti hanno contribuito alla rinascita dell’Iraq, favorendo la sicurezza del popolo iracheno e lo sviluppo della nazione.
Cellula rischierata: Cellula GVT;
Primo volo operativo: 25 Gennaio 2005;
Ultimo volo operativo: 28 Ottobre 2006;
Tipi di missione svolti: Intelligence, Sorveglianza, Ricognizione, contrasto agli ordigni improvvisati, protezione e scorta non armata delle
Forze Velivoli impiegati: RQ-1B.
… Ed è proprio il 1° Febbraio 2005, missione durante quindi, che il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica pro-tempore, Gen. S.A. Leonardo TRICARICO, consegna in teatro operativo l’emblema del 28° Gruppo all’allora Gruppo Velivoli Teleguidati.
Si tratta del primo impiego operativo del Sistema d’Arma Predator italiano che da subito si evidenzia
impagabile nel sostituire pattuglie terrestri ed elicotteri per le missioni di sorveglianza e ricognizione: ottimi sono i rientri in termini di risparmio di risorse e riduzione dei rischi per il
personale. Il velivolo viene utilizzato su più fronti, sia sotto il profilo propriamente militare,
sia per quanto concerne l’aspetto civile e gli aiuti umanitari.
Degna di menzione l’attività a favore e supporto alle elezioni governative in Iraq del 2005.
ISAF
“Security Assistance Force” Missione di supporto al governo dell’Afghanistan ed al mantenimento
della sicurezza internazionale, basata sulla risoluzione n° 1386 dell’ONU. Cellula rischierata: Task Group ASTORE;
Primo volo operativo: 08 Giugno 2007;
Ultimo volo operativo: 01 Dicembre 2014;
16 Il Corriere dell’Aviatore N. 7-8/2015
2005-2015: 10 anni di “Predator”... 10 anni luce avanti...
Tipi di missione: Intelligence, Sorveglianza, Ricognizione, Acquisizione
Obiettivi, contrasto agli ordigni improvvisati, protezione e scorta non armata delle Forze, supporto a operazioni speciali, valutazione ed esclusione
dei danni collaterali degli obiettivi pre e post-strike, strumento di rilancio
delle comunicazioni per il Comando e Controllo, illuminazione dei target
mediante LASER.
Velivoli impiegati: MQ-1C, MQ-9°
Eventi significativi: nell’ambito
della missione viene effettuata, per
la prima volta in assoluto, la designazione di armamento reale a
guida LASER su obiettivi a favore
di assetti di attacco al suolo finalizzata alla neutralizzazione dei ripetitori radio
utilizzati per coordinare attacchi contro le forze di sicurezza afgane e di Coalizione. Condotta con successo attività di Testing di Remote Split Operations e segnati due record mondiali di persistenza in attività operativa reale con MQ-1C
(26 ore e 42 minuti) e MQ-9 (20 ore e 12 minuti).
OUP “Operation Unified Protector”
Scaturita a seguito delle risoluzioni 1970 e 1973 del 17 marzo e 26 marzo 2011
del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, annovera la definizione di una
no-fly zone sui cieli libici necessaria alla protezione di civili e di aree maggiormente popolate del Paese nord-africano.
Cellula rischierata: Operazione condotta dall’Aeroporto di Amendola;
Primo volo operativo: 10 Agosto 2011;
Ultimo volo operativo: 25 Ottobre 2011;
Tipi di missione: Intelligence, Sorveglianza, Ricognizione;
Velivoli impiegati: MQ-9;
Eventi significativi: nell’ambito avviene il battesimo operativo del Predator B.
Vengono svolte missioni a lungo raggio che hanno permesso di coprire per la Coalizione aree che nessun altro assetto
poteva coprire per limiti di autonomia ed in tal senso, quello italiano, si evidenzia quale miglior assetto della Coalizione
nel proprio genere e nel proprio ruolo.
Vengono infine acquisiti obiettivi e individui di altissimo valore strategico.
KFOR
Autorizzata dalla Risoluzione del Consiglio di Sicurezza 1244 del 1999, KFOR è
una forza militare internazionale guidata dalla NATO, responsabile di ristabilire
l’ordine e la pace in Kosovo che, nonostante enormi sviluppi positivi negli anni, è
ancora essenziale per la sicurezza e la stabilità del Kosovo e dell’intera regione.
Cellula rischierata: Operazione condotta dall’Aeroporto di Amendola;
Primo volo operativo: 06 Marzo 2012;
Ultimo volo operativo: missione in corso.
MARE NOSTRUM
Riferita ai migranti in attraversamento del Canale di Sicilia dalle coste libiche ai territori italiano-maltesi, la missione
viene svolta dall’ottobre 2013 al 1º novembre 2014 sotto egida della Marina Militare a cui l’Aeronautica Militare ha fornito un fondamentale contributo anche grazie all’impiego specifico dei velivoli Predator.
Cellula rischierata: Operazione condotta dall’Aeroporto di Amendola e dalla Base di Sigonella con il rischieramento della 10^ Squadriglia “Balista”;
Primo volo operativo: 29 Ottobre 2013;
Ultimo volo operativo: 02 Luglio 2014;
Tipi di missione: Sorveglianza, Ricerca e Soccorso;
Velivoli impiegati: MQ-1C, MQ-9A;
Eventi significativi: l’impiego del Predator dell’Aeronautica Militare si conIl Corriere dell’Aviatore N. 7-8/2015 17
2005-2015: 10 anni di “Predator”... 10 anni luce avanti...
ferma ancora una volta a livelli di eccezionalità nella capacità di proiezione, peculiarità grazie alla quale si assicura un riporto immediato ai mezzi della Marina Militare sulla posizione e sulla composizione delle imbarcazioni di migranti garantendo una più efficace attivazione degli assetti dedicati al soccorso.
Il Predator si dimostra strumento assolutamente efficace nello svolgimento di missioni di sorveglianza e pattugliamento
d’area in modo, e ciò grazie al RADAR di bordo.
ATALANTA
“Operazione Atalanta” è invece l’operazione dell’Unione Europea nel Golfo di Aden (EU NAVFOR – Somalia) ed al
largo delle coste del Corno d’Africa, che opera per la prevenzione e per il contrasto alla pirateria moderna, per la protezione delle navi mercantili e del World Food Programme, compiti affidati all’Unione Europea in seguito a risoluzioni
ONU nel 2008.
Cellula rischierata: Task Group Atlante;
Primo volo operativo: 07 Agosto 2014;
Ultimo volo operativo: 05 Febbraio 2015;
Tipi di missione: Intelligence, Sorveglianza, Ricognizione
Velivoli impiegati: MQ-1C
Eventi significativi: per la prima volta viene rischierata in Operazioni Fuori
dai Confini Nazionali una cellula Predator dell’Aeronautica Militare operante secondo un’architettura di sistema di Remote Split Operation: tale architettura assicura un cospicuo numero di missioni al decollo e recupero
del velivolo tramite il personale della cellula stessa, estremamente snella e ridotta in organico, mentre affida ad equipaggi presso il 32° Stormo di Amendola la conduzione della missione operativa grazie ad un sofisticato sistema di collegamento satellitare che permette il controllo dell’assetto e l’analisi video.
Uomini e mezzi sono rischierati in tempi record in un torrido clima equatoriale, ma con grande capacità di adattamento, assicurano, con rapidità ed efficacia, determinanti contributi.
INHERENT RESOLVE
“Inherent Resolve” è la missione nella quale numerosi Stati della Coalizione
contribuiscono alla sicurezza internazionale contro la minaccia terroristica in
Iraq e in Siria. L’Aeronautica Militare vi prende parte con la Task
Force Air Kuwait.
Cellula rischierata: Task Group Araba Fenice;
Primo volo operativo: 18 Novembre 2014;
Ultimo volo operativo: missione in corso.
Insomma: 10 anni densi di attività di ogni genere, in ogni angolo del mondo,
attività che evidentemente sono andate via via in vorticoso crescendo e che hanno portato il 28° Gruppo, il 21 febbraio
2013, a risultare destinatario di “Encomio Solenne” per particolari evidenze di competenza, professionalità, energia e
per l’assoluta consapevolezza del ruolo di estrema importanza rivestita… tutte doti che, sarà evidenziato, lo portano ad
essere oggi uno dei fiori all’occhiello dell’Aeronautica Militare e dello strumento militare nazionale.
“DRONE EXPO 2015”
L’attività degli APR dell’Aeronautica Militare è stata oggetto
di grandissima attenzione nella seconda edizione del salone
italiano permanente dedicato al mondo dei velivoli teleguidati
ROMA DRONE 2015 tenuta quest’anno presso l’Aeroporto
dell’Urbe dal 29 al 31 maggio.
I Predator per la missione ‘Mare Nostrum’ (TG5 del 30.10.2013)
Fonte: Ufficio Generale per la Comunicazione,
32° Stormo Amendola (FG)
Autore: Ten. Col. Orfeo Rossi, Magg. Luca Vitaliti,
Cap. Roberto Berardi, Ten. Giorgio Catone
18 Il Corriere dell’Aviatore N. 7-8/2015
INAUGURATO L’EUROPEAN PERSONNEL RECOVERY CENTRE
MINISTRO PINOTTI: “… SI PARTE DAL CUORE, CIOÈ DAL BISOGNO DI SALVARE…”
Mercoledì 8 luglio, presso il Comando delle Operazioni Aeree - C.O.A. - di Poggio Renatico (Ferrara), è stato inaugurato lo European Personnel Recovery Centre – E.P.R.C. (Centro Europeo per il Recupero del Personale). Il Centro,
del quale fanno parte 7 Paesi (Italia, Francia, Germania, Belgio, Olanda, Gran Bretagna e Spagna), è un’entità multinazionale indipendente, collettore di tutte le esperienze emerse dalle “lessons-learned” acquisite direttamente nella conduzione di operazioni reali di Personnel Recovery, ovvero di recupero del personale in territorio ostile.
Lo European Personnel Recovery Centre, nel settore specifico di competenza, rappresenta dunque il polo d’eccellenza ed è
punto di riferimento europeo per la formazione, l’addestramento e la preparazione di operazioni complesse di recupero
di personale, militare e non, in aree di crisi.
Al riguardo, il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, Generale di Squadra Aerea Pasquale Preziosa, ha così posto l’accento sulla neonata realtà nel discorso di apertura della cerimonia di inaugurazione:
“Oggi siamo a Poggio Renatico, testimoni di quello che, in futuro, potrà rappresentare l’embrione di un vero sistema di difesa
integrato europeo. Italia, Belgio, Francia, Germania, Spagna, Paesi Bassi, Regno Unito hanno messo insieme le energie per
creare un polo d’eccellenza per il recupero di personale militare e civile in aree di crisi. Energie di Paesi che rappresentano il
93,3% del PIL europeo”.
Il Ministro della Difesa, Sen. Roberta Pinotti, ha evidenziato che
“ho voluto essere qui oggi proprio per il significato complessivo di questa cerimonia. ‘European Personnel Recovery Centre’ avrà un ruolo
fondamentale nella difesa e sarà anche un messaggio importante per le
forze armate italiane. Credo che tutto ciò darà ottimi successi, siamo
contenti che sia l’Italia a ospitare questo centro” - rispondendo poi, ai
molti giornalisti convenuti per l’occasione, ha proseguito affermando – “che questo è il secondo messaggio importante come difesa italiana dopo un accordo sul trasporto aereo della difesa italiana (E.A.T.C.
– European Air Transport Command, ndr.) che collabora in ambito europeo… l’altro messaggio importante è che non ha senso duplicare assetti a livello europeo e NATO. Qua abbiamo una capacità che
si sviluppa per le necessità dell’Europa tutta, capacità che necessita di
moltissime competenze che dobbiamo sviluppare in termini di interoperabilità con le nazioni alleate perché ovviamente ci troviamo in scenari dove operiamo insieme e dove potremmo aver bisogno di salvare persone, militari o non… chiunque possa
trovarsi in situazione di pericolo e debba essere salvato. Si parte dal Cuore, cioè dal “bisogno di salvare” ma con la tecnologia e
bisogno di mettere assieme procedure assolutamente accurate, proprio come abbiamo visto poco fa nell’esercitazione…”
Il Corriere dell’Aviatore N. 7-8/2015 19
INAUGURATO L’EUROPEAN PERSONNEL RECOVERY CENTRE
Giornata, quella della costituzione
dell’E.P.R.C., che ha visto svolgersi
anche un’esercitazione attinente al
Personnel Recovery con l’effettuazione di un evento dimostrativo
che ha coinvolto mezzi e uomini
dell’Aeronautica Militare. Dal rifornimento in volo all’arrivo delle
Forze Speciali, passando per la difesa aerea e al Combat
S.A.R., ovvero le missioni di
ricerca e il soccorso in zona
ostile.
Presenti all’evento, oltre al
Ministro della Difesa, al Capo di Stato Maggiore della
Difesa, Gen. Claudio Graziano, ed al Capo di Stato
Maggiore dell’Aeronautica,
Generale di Squadra Aerea
Pasquale Preziosa, i Capi di
Stato Maggiore dei paesi
aderenti: L’Air Chief Marshal Sir Andrew PULFORD
(Chief of Air Staff Royal Air
Force/EAG Director), il Major General Frederik VANSINA (Belgian Defence – Air Component Commander), il
General Denis MERCIER (Chief of Staff of the French
Air Force), il Lieutenant
General Karl MÜLLNER (Inspekteur der
Luftwaffe), il General
del Aire Francisco Javier
GARCIA ARNAIZ (Jafe
de Estado Mayor del
Ejército del Aire), Lieutenant General Alexander SCHNITGER (Commander Royal Netherlands Air Force)
L’E.P.R.C. impiega oggi
18 militari, di cui 9 italiani ed è retto da un Colonnello al di sopra del quale è
posto l’EPRC Director: entrambe le posizioni sono assegnate “a rotazione” tra i paesi
aderenti e per i primi due anni di funzionamento sono assegnate all’Aeronautica Militare e dunque ricadranno in
capo all’Italia.
La collocazione del Centro a
Ferrara e l’appartenenza del20 Il Corriere dell’Aviatore N. 7-8/2015
l’Italia sia all’UE che alla NATO,
permette all’EPRC di presentarsi
quale ulteriore fattore di collegamento tra le due organizzazioni,
promuovendo condivisione delle
iniziative nel settore Personnel Recovery e facilitando la collaborazione e l’interoperabilità con le principali organizzazioni internazionali
e non governative.
L’adesione al progetto è dunque segno tangibile dell’attenzione dell’Aeronautica
Militare, delle Forze Armate
e della Difesa alle esigenze
concrete del Paese, quale la
maggiore percezione di un rischio avvertito dai cittadini.
Il progetto rientra tra le attività orientate alla revisione
dello Strumento Militare in
chiave europea, come evidenziato dal Ministro Pinotti, già
risaltate dal recentissimo accordo sul trasporto aereo, in
virtù dei principi di Pooling & Sharing; in base a tale principio i Paesi assommano, in condivisione, risorse e capacità
comuni (pooling) o in cui a seguito della divisione dei compiti, ciascun Paese garantisce l’espletamento di
specifiche attività a favore dei restanti altri (sharing) nella prospettiva
“di una più ampia integrazione a livello europeo”… filosofia questa
che evidenzia quanto elevata sia la propensione
dell’Aeronautica Militare
verso iniziative aggreganti i partners europei attorno a valori comuni ed
esigenze condivise.
Nel periodo iniziale le attività
dell’E.P.R.C. saranno orientate allo sviluppo delle procedure e dei programmi di formazione e addestramento. Si
tratta della creazione della base di partenza per la condivisione di conoscenze e di esperienze; l’avvio di un circuito
virtuoso che prosegue con la
creazione di una solida rete di
INAUGURATO L’EUROPEAN PERSONNEL RECOVERY CENTRE
cooperazione, di valore strategico per la Difesa. La co-ubicazione con il C.O.A., inoltre, consente di esaltare le sinergie tra i due enti, valorizzando le eccellenze operative e
addestrative, le capacità di comando e controllo e le attività di modeling & simulation del C.OA. stesso.
zioni speciali e la recentissima acquisizione dell’elicottero
HH-101 “Caesar”, appositamente sviluppato con l’industria nazionale per far fronte anche alle operazioni Personnel Recovery.
Il contributo del Dicastero della Difesa alla capacità Personnel Recovery nazionale consiste nel rendere disponibili
le capacità Combat Search and Rescue (C.SAR), sviluppate
negli anni per identificare e recuperare equipaggi di volo
abbattuti in territorio nemico (unità di volo per il recupero del personale, copertura aerea, forze speciali, supporto
informativo, etc.).
Tantissime attività in cantiere, dunque, dove tutto, però,
come ha tenuto a precisare il Ministro della Difesa Pinotti, risponde ad un’unica, imprescindibile necessità … dove tutto nasce per soddisfare un’unica, vitale esigenza...
… il bisogno di salvare…
… per il quale, “Si parte dal Cuore”…
…“AFFINCHÉ GLI ALTRI POSSANO VIVERE!!!”
Le unità CSAR fanno capo alla 1^ Brigata Aerea Operazioni Speciali, recentemente riorganizzata insieme alle
unità dipendenti per costituire il punto di riferimento
unico dei reparti dell’Aeronautica Militare dedicati ad
operazioni speciali, tra cui le attività di Personnel Recovery.
La riorganizzazione è orientata a semplificare la catena di
comando e controllo, aumentare la sinergia tra le forze
speciali e reparti di volo.
A questa riorganizzazione si aggiunge l’avvio di uno studio per identificare un gruppo di volo dedicato alle opera-
Fonte: Ufficio Generale per la Comunicazione
Ten. Col. Orfeo ROSSI
Il Corriere dell’Aviatore N. 7-8/2015 21
L’ANUA a Martina Franca
per festeggiare valori pugliesi
S
u iniziativa fortemente voluta dal Presidente della Sezione ANUA di
Taranto, Prof. Aldo Marturano, e patrocinata dal Presidente Nazionale, Gen.S.A. Mario Majorani, la sera dell’11 luglio, nei freschi e splendidi giardini di Villa San Martino ha avuto luogo un festoso evento per dare
risalto alle tradizioni aeronautiche della Puglia e dedicare al Generale di
Squadra Aerea Pasquale Preziosa, primo pugliese Capo di Stato Maggiore
dell’Aeronautica, una serata celebrativa di valori della sua terra d’origine e
del suo trascorso nei Comandi e Reparti di Volo ubicati in Puglia.
Il Pres. Marturano, dopo l’abbraccio con il Gen. Preziosa ed il saluto alle numerose autorità convenute, fra le quali il Gen. S.A. Girardi Com.te III Regione Aerea e Scuole AM, ha voluto dedicare un caloroso, grato ed augurante pensiero al Gen. Majorani impossibilitato ad essere presente perché degente a Roma; ha voluto poi ringraziare il Socio Alessandro Manfredonia che, con il dott. Franco
Palazzo e gli sponsor locali (1),
unitamente ai sostenitori di Taranto, hanno consentito la serata
nel meraviglioso sito messo a disposizione dall’imprenditore, arredatore e restauratore dell’ambiente, anche sotto il profilo architettonico, Martino Solito. Un grazie particolare
è stato rivolto ai Com.ti, Col. Roberto LEO, Col. Andrea Marradi, T.Col
P.G. Farina e T.Col. Domenico Spalluto, che hanno dimostrato come la professionalità operativa, richiesta dalla F.A., possa essere applicata a manifestazioni di questo tipo costituendo una squadra efficiente ed efficace. Essendo
l’autore di queste note presente nella duplice veste di Consigliere Nazionale
delegato dal Gen. Majorani e di direttore del Corriere dell’Aviatore non potevano mancare le sue particolari espressioni di saluto e compiacimento condivise con la Presidenza Nazionale ANUA.
Il Generale Preziosa, rivolto ai presenti, ha esordito: “Il mio cuore batte per la mia famiglia, per l’Aeronautica e per la Puglia”.
Ha offerto un quadro informativo delle attualità aeronautiche e degli impegni per i quali opera la Forza Armata. Ha quindi
parlato di quanto i pugliesi siano presenti in Aeronautica, essendo il 30% del Personale A.M. proveniente dalla Puglia, terra
nella quale ci sono tanti talenti ancora da scoprire, facendo con ciò riferimento anche all’orchestra dell’Associazione “Giovani Talenti” (direttrice artistica la Pro.ssa Vanessa De Geronimo) che, diretta dal M° Antonio Palazzo, si è poi esibita con brani molto belli, impreziositi da un flautista di fama internazionale (Andrea Mogavero) e da una 12enne tarantina (Martina
Rosselli), già violinista affermata. Il concerto dal titolo “Una Lince fra le stelle” ha inteso raccontare,
in maniera romantica e
gioiosa, il sogno di un ragazzo nato nel 1953, che
partito da un piccolo centro del Barese ha raggiunto il più alto vertice dell’Aeronautica militare.
Fra i pensieri conclusivi
del Generale Preziosa:
“L’Aeronautica Militare ha
tre pilastri fondamentali, il
pimo è la passione: una persona non può stare in Aeronautica se questa non c’è; il secondo è la competenza: bisogna essere competenti
in ciò che si fa, ma, soprattutto, bisogna farlo con etica, terzo pilastro, il collante di tutte le società ed in particolare dell’essere Aviatore”.
Nella foto le Signore in primo piano da sx: M° Vanessa De Geronimo, Violino solista; D.ssa Laura Sammataro,
Presentatrice; M. Grazia D’Aversa, Soprano
22 Il Corriere dell’Aviatore N. 7-8/2015
L’ANUA a Martina Franca
per festeggiare valori pugliesi
Alcune immagini a ricordo dell’evento “ Una Lince fra le Stelle”
Il Presidente Marturano rivolge un “grazie” particolare al Ten. Col. Spalluto per la vivace, limpida e puntuale
presentazione delle fasi significative dell’evento.
Il Corriere dell’Aviatore N. 7-8/2015 23
L’ANUA a Martina Franca
per festeggiare valori pugliesi
Clou della manifestazione è stato il pregevole concerto eseguito, come riferito, in onore
del CSMA dall’orchestra dell’Associazione Musicale “Giovani Talenti”, una scuola che
lancia i suoi migliori studenti appena possibile nell’orchestra insieme ai professori. Il risultato che si è udito è stato ottimo. L’orchestra, diretta dal M° Antonio Palazzo, ha visto
esibirsi il soprano Grazia D’Aversa, il flauto solista M° Andrea Mogavero e il violino solista M° Vanessa De Geronimo (promotrice dell’Associazione). Ha presentato le musiche,
Laura Sammataro. Felicissima la scelta di celeberrime colonne sonore di grandi film.
La serata, dopo la consegna della targa ricordo dell’ANUA al Generale Preziosa (foto sopra), di crest e gagliardetti dell’ANUA tarantina alle autorità militari, all’orchestra e agli
sponsor, si è conclusa con un gustoso rinfresco e, a sorpresa, una torta per l’imminente
compleanno del …diversamente giovane Presidente Marturano.
La bella e apprezzata cerimonia è stata possibile grazie all’intervento di alcuni sponsor:
Relais Villa San Martino,
Accademia Musicale
“Giovani Talenti”,
Compagnia Portuale
“Neptunia”,
Autoaffare,
Naval Service,
Antica Sartoria
Acquaviva,
Vetreria Martin Arte,
GT Ascensori,
Trattoria
Scacciapensieri.
24 Il Corriere dell’Aviatore N. 7-8/2015
CENTRO STUDI
L’ARTE DI ARRANGIARSI
di Antonio Pelliccia
I
l verbo “arrangiare” che il dizionario Palazzi definisce un brutto neologismo del linguaggio militare,
per dire “riuscire a cavarsela alla meglio specie con
mezzi di fortuna”, fu molto usato dopo la seconda guerra mondiale quando, per esempio, per volare ricercavamo i ricambi nei campi di raccolta dei rottami di aeroplani (il capitano Potito capo del reparto tecnico dell’aeroporto di Lecce era un mago per riparare i velivoli con
quei ricambi. Il suo capolavoro fu la costruzione di un
velivolo col motore e la fusoliera di un Macchi 202, e le
ali e il carrello di un Macchi 205). Nella disastrosa situazione politica, economica e sociale italiana del dopoguerra “l’arrangiamento” diventò una necessità non solo
per i militari ma anche per la popolazione. Nell’ambito
della riorganizzazione della R. Aeronautica, a Lecce era
stata ricostituita la scuola di volo per la formazione dei
piloti e per la ripresa di quelli che rientravano dal Nord.
Nel 1948 il colonnello Luigi Bianchi, comandante della
Scuola, seguì attentamente gli sviluppi dell’organizzazione tecnico-operativa dell’aviazione e in particolare i
progressi fatti negli Stati Uniti nel volo senza visibilità.
Stinson L5 Sentinel
Organizzò corsi di volo strumentale diurno e notturno
con l’impiego del velivolo americano L.5 munito di tendina e del simulatore di volo della Link.
Successivamente estese il volo notturno ai velivoli di linea (Spitfire, P.38, P.51). Egli propendeva per l’acquisizione dei velivoli americani T.6, e Lockheed T.33° forniti dall’USAF in base al programma MDAP (Mutual De-
fence Assistance Program). Invece lo stato maggiore decise di comprare l’inglese DH 100 Vampire sostenuto
dal colonnello Duilio Fanali, addetto aeronautico a
Londra, e dall’ex capo di stato maggiore della Regia Aeronautica Rino Corso Fougier rappresentante in Italia
della De Havilland (costo 15,6 miliardi di lire). I primi
cinque aviogetti atterrarono sulla pista di tre chilometri
in località Amendola in provincia di Foggia il 13 marzo
1950. Con essi fu costituito il Nucleo Addestramento
Velivoli a Reazione (NAVAR) alle dipendenze del colonnello Bianchi. Il personale, piloti e specialisti, fu alloggiato in baracche e tende (un improvvisato arrangiamento). Il colonnello Fanali, diventato capo del terzo
reparto dello stato maggiore inviò in Gran Bretagna i
capitani Franco Fatigati e Francesco Terzani con i tenenti navigatori Luigi Arezzo e Fortunato Falduto per frequentare il corso di volo strumentale sul DH. 113. I
quattro ufficiali avrebbero dovuto organizzare la scuola
caccia ogni tempo (SCOT) sull’aeroporto “Gino Lisa”
di Foggia dove erano parcheggiati i 13 DH 113 comprati. Il metodo di volo strumentale inglese era basato sul
VHF/DF e sul codice “Q” per la navigazione col sistema GEE (quello americano era basato sui radiofari). Nel 1951
la politica della NATO fece prevalere la
tesi del colonnello Bianchi. Per risolvere il problema della standardizzazione
dei metodi e delle procedure nelle forze
armate delle nazioni aderenti all’Alleanza Atlantica erano stati istituiti due
organismi: La Military Agency for
Standardisation (MSA) con sede a
Londra e il NATO Defence College
(NDC) con sede a Parigi. L’una con il
compito di unificare il materiale e i
connessi metodi di impiego mediante
la pubblicazione di Stanags (Standard
Agreements). L’altro per preparare con
unicità di indirizzo e di metodo gli alti
ufficiali dell’Alleanza. Per standardizzare anche la massa combattente, in particolare quella delle forze aeree, erano
state istituite le Commissioni Esaminatrici Nazionali
(CEN) con il compito di valutare i piloti, promuovere e
sviluppare la standardizzazione dei metodi e delle procedure di volo strumentale. Inoltre era stato istituito L’Air
Training Advisory Group (ATAG) con sede a Parigi per
coordinare e supervisionare le Commissioni Nazionali.
Sull’aeroporto di Lecce furono organizzati corsi di volo
Il Corriere dell’Aviatore N. 7-8/2015 25
CENTRO STUDI
strumentale per aspiranti membri della CEN che culminavano con una prova pratica d’esame che consisteva in
una navigazione a largo raggio diurna in volo senza visibilità, con attraversamento di un fronte freddo o caldo.
In quel periodo divennero famosi tra i controllori di volo e tra gli operatori VHF/DF (l’unico ausilio alla navigazione allora esistente) quei pochi piloti militari che,
veri pionieri del volo ogni tempo, erano gli unici a vo-
C45
lare in tutta la penisola in condizioni meteo proibitive
(Bianchi, Tommasini, Fatigati, Terzani, Pelliccia, Petrosellini, Cauda, Gambari, Nimis, Robone) con velivoli
ad elica (DC.3, C. 45, T.6).
In quegli anni i sistemi addestrativi delle forze aeree europee era molto eterogeneo. Vi erano metodi diversi e
ogni aviazione impiegava velivoli da addestramento che
differivano in tipo e caratteristiche di volo da quelli delle altre. Ogni istruttore aveva un proprio metodo d’insegnamento ed era reclutato in base a criteri soggettivi ed
empirici. Il primo provvedimento che si impose al
Gruppo Permanente della NATO fu l’unificazione dei
velivoli e dei programmi di istruzione al volo. Di conseguenza fu incluso nel programma di aiuti alle nazioni alleate l’assegnazione di velivoli da addestramento americani (T. 6 e T. 33) a tutte le nazioni che ne avessero fatto
richiesta.
L’Aeronautica Militare la fece rinunciando all’acquisto
di altri velivoli inglesi e quindi alla costituzione della
SCOT.
Nell’autunno 1952 fui prescelto per frequentare il corso
di volo strumentale su aviogetti negli Stati Uniti. Il 4
novembre partii per New York con volo Alitalia e da li
proseguii in treno per la base aerea di Moody nei pressi
di Valdosta (Georgia). La scuola era famosa nell’aviazione americana perché vi si insegnava a volare con ogni
26 Il Corriere dell’Aviatore N. 7-8/2015
tempo di giorno e di notte, impiegando tutti i moderni
sistemi di navigazione, di avvicinamento e atterraggio
senza visibilità, con aviogetti e con velivoli ad elica. Tra
l’altro il corso di meteorologia teneva conto di tutti i risultati degli studi sui cumulo-nembi e sulla formazione
di ghiaccio condotti da un reparto speciale sull’aeroporto di Kendall (Florida) e contemplava la proiezione di
un film di animazione di Walter Disney sulla frontogenesi. Nella camera che mi era stata assegnata vi era un tenente che doveva partecipare al mio stesso corso. Mi mise al
corrente sulle sue modalità e, con mia
grande sorpresa, che il corso era per
istruttori di volo e mi disse anche che
per parteciparvi bisognava avere duemila ore di volo e la carta verde (l’abilitazione al volo strumentale). Io avevo
seicento ore di volo e una buona esperienza di volo strumentale su velivoli ad
elica.
Telefonai subito all’addetto aeronautico
a Washington il quale, dopo aver contattato lo stato maggiore, mi disse di
frequentare il corso se gli americani non
facevano obiezioni. Aggiunse che gli
avevano detto che ero molto in gamba e
perciò, concluse, si arrangi! e chiuse il
telefono. Non si fece più sentire. Il Comando della Scuola non fece obiezioni
ed io mi preparai ad affrontare l’ardua impresa.
Cominciai col risolvere il problema della lingua (conoscevo molto bene l’inglese ma avevo difficoltà a capire
l’americano) andando ogni sera al cinema e sfruttando il
mio compagno di stanza che fu un buon maestro. Conobbi un sottufficiale italo americano, capo della sala simulatori di volo, il quale, conosciuta la mia situazione,
mi fece da istruttore tutti i pomeriggi sul simulatore del
T. 33. Imparai così a pilotarlo e ad esercitarmi nel volo
strumentale. Dopo quindici giorni mi sentii preparato a
partecipare al corso, con un altro inaspettato colpo di
fortuna: il mio istruttore, capitano Nelson, aveva sposato la figlia del pellicciaio Miele di Napoli (era stata fidanzata con il mio compagno di corso dell’Accademia,
Guarnieri).
Dopo due mesi di intensa attività di studio e di volo superai l’esame finale e conseguii il diploma d’istruttore
con i complimenti del direttore degli studi e l’affettuoso
congedo di Nelson e della moglie. Con molta fortuna
mi ero arranciato bene. Ma ben altro mi attendeva in
Italia: un incredibile, irregolare e contro ogni norma e
regolamento, un memorabile arrangiamento.
Risolto il problema dei velivoli la NATO decise di costituire in ogni nazione un corpo istruttori addestrati con
metodo standard, istituendo scuole nazionali che assicu-
CENTRO STUDI
rassero la produzione nel tempo di tali istruttori. Ritenne necessario organizzare Gruppi Nazionali di Standardizzazione in sostituzione della CEN per controllare il
livello addestrativo degli istruttori e degli allievi piloti.
In rapida successione l’ATAG organizzò in ogni nazione
alleata corsi per la costituzione delle scuole istruttori nazionali. Il corso in Italia iniziò nel febbraio 1953 sull’aeroporto di Foggia, con trenta ufficiali in SPE tra i quali
il sottoscritto e un maggiore pilota designato a comandare l’istituenda scuola istruttori e otto sottotenenti di
complemento, che avevano conseguito il brevetto di pilota di aeroplano su T. 6 negli Stati Uniti. Al termine del
corso rimasero sul posto i sottotenenti, il sottoscritto
due tenenti in spe, Davite e Chiocchini. Gli altri, chi
perché la sede era considerata disagiata, chi per motivi
familiari, chi per altre ragioni riuscirono ad evitare l’assegnazione a Foggia. L’Ispettore delle Scuole di Volo, generale Ranieri Cupini, visto che lo Stato Maggiore non
riusciva a trasferirli, decise di procedere secondo i piani
concordati con la NATO e diede a me l’incarico di costituire la scuola istruttori con il personale rimasto.
Mi ritrovai così a comandare un aeroporto nel grado di
tenente e ad organizzare una scuola con due tenenti, otto sottotenenti di complemento e tre sottufficiali. Per
prima cosa feci conseguire ad Amendola il brevetto di
pilota militare ai sottotenenti, tradussi i documenti dell’ATAG e preparai i programmi di studio e di volo.
Il 3 settembre 1953 iniziò il primo corso, un impresa
difficile anche a causa della mentalità contraria al volo
strumentale dei piloti da caccia e la loro suscettibilità
nei riguardi dei giovanissimi istruttori, episodio Remondino? (vedi pag.45 –Nel segno della fenice) nonostante
mi premurassi di avvertirli che quei ragazzi non avevano
alcuna pretesa o velleità di insegnare loro a volare, ma
erano perfettamente preparati e deputati a insegnare un
nuovo metodo di istruire in volo.
Erano, quelli, ancora i tempi in cui usava dire che per
volare bisognava avere la “sensibilità del fondo dei pantaloni” e sapere solo dove erano la barra di comando e la
manetta del motore, il resto non serviva.
Il corso terminò con successo il 3 dicembre 1953. Fu un
esperimento rivoluzionario, audace e un altro irripetibile esempio dell’arte di arrangiarsi.
Nel mese di gennaio rientrò dagli Stati Uniti il maggiore
pilota Cesare Tommasini e assunse il comando della
scuola. Io rimasi come direttore degli studi.
LA FORMAZIONE DEL PILOTA MILITARE
CONCETTI FONDAMENTALI
di Antonio Pelliccia
A
lla fine degli anni Venti il generale Italo Balbo,
ministro della Reggia Aeronautica, sostenne il
principio che nel volo moderno nulla deve essere lasciato al caso e all’improvvisazione e che il volo deve
essere appreso soltanto attraverso un insegnamento metodico e razionale. Principio enunciato già nel 1911 dal
maggiore Giulio Douhet e da lui applicato due anni dopo, quando assunse il comando del Battaglione Aviatori.
Egli organizzò presso il Politecnico di Torino un corso
teorico per allievi piloti con un programma di studi razionale e completo. L’istruzione pratica al volo era esercitata in maniera empirica (allora e fino al termine della
seconda guerra mondiale) da piloti esperti, ed era fondata essenzialmente sul concetto di attitudine innata al volo e su quello della rivelazione e sviluppo nel tempo attraverso l’esperienza, più o meno orientata con metodi
personalissimi dagli istruttori. Il fine voleva essere la formazione di piloti da caccia con molta sensibilità fisica al
volo, elevato mordente, fortissimo spirito combattivo,
passione per il volo e molta forza morale. Tutte doti che
dovevano contribuire a costituire le clausewitziane virtù
della forza e della disciplina, cioè i fattori fondamentali
che fanno di un soldato un combattente. Naturalmente
quei metodi personalissimi provocavano, dal punto di
vista del volo, la selezione naturale dei migliori e dei più
fortunati, sia durante il periodo formativo del pilota,
che durante il suo impiego in guerra, alla cui realtà era
devoluta la continuazione dell’addestramento empirico.
I piloti anziani usavano dire che per l’impiego del velivolo bastavano la “manetta” (la leva del motore), la “cloche” (la barra di comando) e la “sensibilità del fondo dei
pantaloni”. A sua volta Balbo, dopo essersi preparato
tecnicamente e professionalmente (conseguì il brevetto
di pilota militare) attuò il suo programma di riorganizzazione e di sviluppo della R. Aeronautica che, in pochi
anni, portò l’Italia in testa alle aviazioni del mondo, sia
dal punto di vista teorico che da quello tecnico, scientifico, industriale e operativo. Istituì la Scuola di Alta Velocità, la Scuola di Alta Acrobazia, la Scuola di Navigazione di Alto Mare, il Reparto Alta Quota che in pochi
anni divenne il centro sperimentale aeronautico più importante del mondo.
Il Corriere dell’Aviatore N. 7-8/2015 27
CENTRO STUDI
Reparto Alta Velocità a Desenzano
Secondo Balbo per realizzare uno strumento di guerra
semplice e maneggevole bisognava agire drasticamente
sui due elementi fondamentali della forza armata: l’uomo e il mezzo, ovvero sui quadri ufficiali e sull’industria
aeronautica. Per i primi promosse il miglioramento dei
programmi di formazione degli ufficiali in Accademia e
nella costituenda Scuola di Guerra Aerea.
Dal punto di vista del volo il problema non era semplice. Per comprenderne la complessità e la delicatezza bisogna tener presente i requisiti che devono avere i piloti
militari. Il primo e più importante è senza dubbio il
senso del volo, cioè quell’attitudine a muoversi e
operare con naturalezza e disinvoltura nella terza dimensione. Si tratta di una capacità psicologica e fisiologica, nel senso che un individuo può essere portato a volare ma i suoi organi interni (pur sanissimi e senza alcuna malformazione rilevata da un’indagine accurata) reagiscono in maniera negativa alle varie accelerazioni normali connesse con il volo, provocando manifestazioni di
fenomeni come l’alterazione del campo visivo, sensazione di vuoto, vertigini, conati di vomito. Viceversa può
esservi capacità fisiologica ma senso di paura che talvolta si osserva negli allievi piloti e negli stessi passeggeri
nei voli di linea. La prima difficilmente si corregge perché provoca quasi sempre, per l’interdipendenza dei due
fenomeni, a tutte o quasi le manifestazioni dell’inattitudine psicologica. Quest’ultima invece, con l’individuazione delle cause inconsce e col tempo, in determinate
condizioni ambientali, può talvolta essere eliminata.
Il secondo requisito è la capacità di manovrare il mezzo
aereo in tutte le condizioni di volo, attraverso l’uso coordinato di tutti i comandi e lo sviluppo delle relazioni
28 Il Corriere dell’Aviatore N. 7-8/2015
sensorie tridimensionali. È
una capacita che si acquisisce mediante: la perfetta
conoscenza del mezzo aereo e delle leggi aerodinamiche che regolano il suo
impiego; dall’adattamento
del fisico alle forze diverse
da quelle alle quali l’individuo è abituato; dallo sviluppo di quella particolare
sensibilità che pone il pilota in grado di stabilire
con grande approssimazione modulo e senso di
tali forze; infine dall’adattamento dell’organo della
vista alla rapida variazione
del moto relativo nello
spazio, specialmente in vicinanza del terreno.
Per conseguire questa capacità è necessario uno studio
preliminare approfondito del velivolo e dell’aerodinamica, seguito dallo studio in volo dell’effetto dei vari comandi alle diverse velocità e configurazioni; dalla pratica di
esercizi di coordinazione dei comandi di volo e dalla esecuzione di manovre limiti a bassa ed ad alta velocità. L’insegnamento di queste manovre è la fase più delicata e importante dell’istruzione al volo, non soltanto per il conseguimento del requisito generale in se, ma anche per determinare il progresso dell’allievo pilota e perché è fondamentale per gli altri tipi di volo, strumentale e notturno.
Il pilotaggio del velivolo senza riferimenti esterni è eseguito con gli strumenti di bordo che riproducono con
esattezza l’assetto del velivolo. In queste condizioni il pilota deve vincere le sensazioni fisiche e fare affidamento
sugli strumenti con un controllo incrociato di tutti.
Questa contraddizione con lo sviluppo della sensibilità
fisica è apparente perché gli stimoli fisici sono identici
sia nel volo a vista che in quello strumentale, con la differenza che nel primo caso il cervello non registra o non
amplifica le sensazioni ad essi relativi, come fa nel secondo caso. Lo dimostra il fatto che con la pratica gradualmente sparisce il conflitto iniziale tra le sensazioni e
le indicazioni visive e si giunge a volare con gli strumenti con la stessa naturalezza del volo a vista.
L’insieme di queste capacità costituisce il requisito fondamentale comune a tutti i piloti. Ad esse bisogna aggiungere anche l’abilità a sfruttare l‘aereo quale mezzo di
comunicazione e di combattimento.
L’insegnamento dell’arte del volo si attua in due fasi:
una propedeutica, di studio del velivolo e delle leggi
CENTRO STUDI
aerodinamiche fondamentali che pongono l’allievo in
condizione di conoscere perfettamente il mezzo aereo,
gli organi propulsori, i sistemi di emergenza e le procedure di volo. La seconda fase, applicativa, comprende l’istruzione in volo integrata dall’insegnamento di
quelle materie tecnico-professionali che sono in stretta relazione con il volo. La prima ha un’importanza
notevole perché dà l’impronta all’istruzione successiva
e anche perché elimina tutte le preoccupazioni che solitamente derivano dall’imperfetta conoscenza del velivolo e consente all’allievo di concentrare la propria
attenzione sulla tecnica del volo che gli viene insegnata dall’istruttore. È infatti accertato al riguardo che
una delle cause principali che rende l’allievo impacciato, nervoso, incerto durante i primi voli è proprio
l’influenza negativa della male assimilata conoscenza
degli organi meccanici del velivolo, della distribuzione
degli strumenti di bordo e dei vari comandi; dalla poca appropriata regolazione della pedaliera, del seggiolino, delle cinghie di sicurezza, del casco di volo, della
maschera di ossigeno. In questi casi gli allievi sono
portati a sottovalutare le proprie possibilità e capacità
e quindi a cedere alla demoralizzazione, provocando il
sorgere delle cosiddette crisi addestrative. Esempi caratteristici della scarsa preparazione prevolo sono: un
seggiolino regolato troppo in alto o troppo in basso
provoca atterraggi sulla prua o troppo cabrati, la cintura di sicurezza lenta non fa sentire all’allievo di essere tutt’uno col velivolo, la pedaliera mal regolata crea
una sensazione caratteristica di disagio perché complica la manovra in volo e a terra. Dal punto di vista della formazione teorica del pilota militare l’organizzazione didattica trae, ovviamente, da quella civile i
concetti didattici fondamentali, pedagogici e psicologici, per applicarli allo stesso soggetto in un processo
educativo continuo nel tempo. Per meglio dire, l’organizzazione militare deve essere la continuazione logica
e coerente di quella civile affinché il giovane che intraprende la carriera militare non subisca scosse nel
suo intimo processo di apprendimento ed innesti senza soluzione di continuità nuove cognizioni su quelle
già acquisite. Bisogna, insomma, che tutti i maestri si
armonizzino nella coscienza del giovane, prima alunno e poi allievo pilota. Su questi concetti fondamentali è fondato anche il metodo scientifico standard introdotto dalla NATO nel 1952 nelle aviazioni alleate,
applicato da istruttori formati nelle scuole organizzate
dalla stessa NATO. Nel giro di sei anni furono realizzati i presupposti per l’unificazione dei metodi e dei
sistemi di volo: la costituzione in ogni nazione di
scuole istruttori e di gruppi di standardizzazione per il
controllo periodico dello standard di piloti e istruttori. Questo controllo fa parte di una metodologia molto rigida che comprende anche il sistema oggettivo di
valutazione delle capacità dei piloti. Esso è fondato
sul concetto che la più o meno perfetta esecuzione di
una manovra è funzione della precisione con cui il pilota coordina e governa, con la potenza del motore, i
due assetti principali del velivolo nel piano verticale e
in quello orizzontale. Con un accostamento molto logico alla tecnica del volo strumentale si considera l’indicatore di giri, per gli aviogetti, della pressione di alimentazione per i velivoli ad elica, come strumento
primario del controllo dell’uso corretto della potenza,
mentre l’anemometro è secondario per lo stesso controllo. Parimenti la perfetta coordinazione è rilevata
dai seguenti strumenti: girodirezionale, altimetro, variometro integrati, quali strumenti secondari, dall’orizzonte artificiale e dal virosbandometro. Poiché ogni
manovra deve essere eseguita con prestabiliti valori
degli strumenti principali (per esempio una salita si
compie con una determinata potenza, corrispondente
a un certo numero di giri del motore, con una velocità
anemometrica prefissata per quel tipo di velivolo, su
una data direzione) è chiaro che la sua perfetta esecuzione dipende dal mantenimento di quei valori. Stabilendo limiti che partendo dalla perfezione scendono al
minimo compatibile con la sicurezza del volo, si può
ottenere una valutazione precisa della manovra. In altre parole se il minimo è rappresentato da un errore di
più o meno dieci gradi in direzione, più o meno dieci
nodi in velocità e più o meno 200 piedi in altitudine e
il massimo è rappresentato dalla precisione al grado, al
nodo, al piede la scala di valutazione comprenderà piloti che volano con la massima precisione e quelli che
volano con una tolleranza di cinque,dieci nodi o gradi
e così via. Applicando lo stesso criterio ai valori indicati dagli altri strumenti di volo secondari e assegnando un punteggio in relazione matematica con la scala
di valutazione, al grado di precisione raggiunto nell’esecuzione di una determinata manovra, si ottiene un
numero percentuale indicativo dell’addestramento del
pilota. Come si vede la scienza e la tecnica trasformarono il volo in un insieme ordinato e metodico di procedure e manovre che a prima vista sembrarono togliere al pilota quella libertà, genialità e sensibilità che
fanno del volo un’arte., ma non fu così. Fu uno
straordinario successo dovuto principalmente alla riconosciuta necessità di applicare un concetto d’istruzione razionale che, oltre a rispondere alle esigenze derivanti dalle caratteristiche peculiari dei moderni velivoli bellici, unificasse le naturali tendenze a tecniche e
a sistemi di volo diversi da pilota a pilota e da Paese a
Paese. Fu dovuto anche alla efficacia nell’individuare
l’attitudine al pilotaggio militare al più presto possibile mediante prove che sono da considerare appartenenti alla categoria dei “test” psicologici. In definitiva
fu avverato il sogno di Italo Balbo con la trasformazione dell’ Aeronautica Militare in una forza armata
altamente professionale e disciplinata.
Il Corriere dell’Aviatore N. 7-8/2015 29
CENTRO STUDI
DRONI PER USO CIVILE:
SETTORE IN RAPIDISSIMA ESPANSIONE
di Angelo Pagliuca
U
n nuovo comparto industriale aeronautico in
fase avanzata e molto promettente di sviluppo è
quello dei droni per impieghi civili, ossia dei sistemi di aeromobili a pilotaggio remoto (SAPR) che sono in grado di volare guidati da terra tramite un piccolo
radiocomando o in modo completamente automatico
(controllati da un computer preventivamente programmato) con una autonomia, dimensioni e capacità più o
meno elevate.
Lontani successori dei vecchi aeromodelli, usati esclusivamente per scopi ricreativi, i droni civili, come sempre
accade, sono stati preceduti da quelli studiati e realizzati
per scopi militari. Ma, a differenza di questi ultimi, alcuni dei quali hanno caratteristiche e costi vicini a quelli dei velivoli militari pilotati (e, a parere di molti esperti, saranno sempre più protagonisti dei conflitti del terzo millennio), i droni per usi non militari sono poco costosi, da poche decine ad alcune migliaia di euro, principalmente in dipendenza dei sensori di cui sono corredati e dell’impiego a cui destinarli. Già attualmente possono essere pilotati anche con uno smartphone, utilizzando delle applicazioni apposite rilasciate dalle aziende
produttrici.
Molto diffusi sono i multicotteri, generalmente di peso
ridotto (pochi chilogrammi), che volano grazie a motori elettrici a quattro, sei o otto eliche, ma esistono anche
droni a forma di aerei, elicotteri e ibridi (in grado di
muoversi anche sul terreno). I modelli più sofisticati sono equipaggiati con sensori quali GPS, telecamere multispettrali, accelerometri, barometri, bussola, sonar e ra30 Il Corriere dell’Aviatore N. 7-8/2015
dar, e sono in grado di svolgere compiti importanti: videoriprese professionali, monitorare lo stato di infrastrutture (ponti, dighe, elettrodotti), fornire mappe dettagliate del territorio, in agricoltura per evidenziare ad
esempio le aree di un campo che richiedono acqua e fertilizzanti e potere così intervenire soltanto dove serve.
Sono impiegati inoltre dal Servizio Aereo della Polizia
di Stato per compiti di sicurezza pubblica e di ausilio ai
soccorsi in caso di calamità in zone non facilmente raggiungibili. Infine, dato il bassissimo costo di alcuni modelli più semplici, che possono essere assemblati anche
artigianalmente, molto diffuso è l’uso ricreativo e sportivo.
Di ben altro livello invece è la recente notizia dell’avvio
della sperimentazione di droni a lunghissima autonomia
(sino a 5 anni senza toccare terra), alimentati ad energia
solare e quota operativa di 20 km (al riparo dai fenomeni meteorologici più estremi) per osservare grandi porzioni di territorio o per fare ponti radio e assicurare la
copertura internet dove non arriva. Questa ultima possibilità ha suscitato l’interesse di colossi quali Facebook e
Google, che hanno acquisito le aziende leader del settore. Del resto i costi di “ricerca e sviluppo” di questi sistemi sono molto più bassi rispetto a quelli dei satelliti artificiali. Si prevede che i droni di altissima quota potrebbero essere operativi a partire dai prossimi 3 anni. Essi
verrebbero portati alle altezze di volo ideali e sganciati
tramite palloni.
Un altro scenario più futuribile, ma già attualmente fattibile, è quello di dotare gli aerei per il trasporto civile della
“modalità drone”, della capacità cioè di fare assumere da
terra i comandi di un aereo in volo in situazioni di emergenza (dirottamenti, malore dell’equipaggio, movimenti
anomali non coerenti con la rotta dell’aereo). Non si parla ancora di far volare un aeroplano senza pilota (anche se
recentemente la stampa ha dato notizia di un caccia F16
(v.foto), riconvertito in modalità drone, che ha effettuato
un volo completo senza pilota), ma inizialmente si potrebbero adottare sistemi “ibridi”, da attivare solo in caso
di evidenti violazioni della sicurezza. In tema di sicurezza,
per contro, l’ipotesi di poter guidare aerei da terra vedrebbe il pericolo di azione da parte di Hacker con intenzioni
criminali, che potrebbero connettersi e gestire la strumentazione in grado di agire da terra sui comandi di volo.
Questo vale attualmente anche per i droni in commercio,
CENTRO STUDI
tanto che alcuni esperti sconsigliano di norma ad esempio l’uso di telecamere dotate di
sistemi WiFi.
Sfruttando il vantaggio di non richiedere i
grandi investimenti del settore militare, le
aziende interessate al settore dei velivoli
senza pilota civili sono in crescita esponenziale nel mondo e, solo in Italia, sono circa
200. La materia è divenuta oggetto di convegni e manifestazioni e a Roma lo scorso e
quest’anno sono stati organizzati, con
grande successo, il primo e il secondo salone aeronautico italiano dedicato agli aeromobili senza pilota, con la partecipazione delle aziende
del settore, grandi e piccole. A questi, che hanno avuto
grande successo, con migliaia di visitatori, hanno partecipato anche rappresentanti delle Istituzioni, tra le quali
l’Aeronautica Militare che ha mostrato il drone militare
Predator della Base di Amendola, rappresentanti del settore dell’Esercito, della Polizia di Stato, del Corpo Forestale e della Croce Rossa.
Un aspetto fondamentale alla base dell’utilizzo dei droni
(sia per usi civili, sia militari) è quello delle “regole”.
L’autorità nazionale civile aeronautica (ENAC), tra le
prime al mondo, ha varato un regolamento per disciplinare l’impiego dei droni civili.
Il regolamento ENAC “Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto”, pubblicato nel 2013, distingue due tipologie di
mezzi:
- Sistemi di Aeromobili a Pilotaggio Remoto (SAPR),
destinati all’impiego in operazioni specializzate (lavoro aereo).
- Aeromodelli, impiegati esclusivamente per scopi ricreazionali e sportivi e che non sono considerati aeromobili ai fini del loro assoggettamento alle previsioni
del Codice della Navigazione.
Al fine di determinare i requisiti per operare, il Regolamento suddivide i SAPR in due categorie di peso:
- Inferiore a 25 kg, per i quali, quando impiegati in
operazioni non critiche (sorvolo di aree non congestionate), è stato introdotto il concetto di autocertificazione e responsabilità lasciata all’operatore.
- Uguale o maggiore a 25 kg, per i quali è sempre prevista una certificazione del mezzo, il manuale di volo e
una autorizzazione per l’operatore aereo, indipendentemente dalla criticità delle operazioni di volo (stessa
tipologia di regolamentazione in uso per gli aeromobili tradizionali).
Il volume di spazio che non può essere superato fissa come quota massima 150 metri e raggio di 500 metri.
Come frequentemente accade (specie nel nostro Paese),
questo Regolamento è stato ritenuto complesso e non
chiaro in alcune parti dagli operatori professionali, che
sono chiamati ad operare nelle “aree critiche”, i quali lamentano principalmente i tempi lunghi per ottenere le
autorizzazioni e i rischi connessi alle sanzioni, ritenute
in molti casi sproporzionate, in quanto tarate sul settore
aeronautico tradizionale, anche quando si tratta di sistemi del peso di pochi chili.
D’altra parte non può essere sottaciuto che vi sono
aspetti importanti che devono essere garantiti quali, in
primo luogo, la sicurezza di chi sta a terra (e in volo con
mezzi tradizionali) e, non ultimo, la tutela del diritto alla privacy.
Per questi motivi l’ENAC pretende che chi pilota un
drone SAPR deve conoscere le “regole dell’aria” ed essere
certificato dopo aver superato un corso di addestramento teorico e pratico presso un scuola di pilotaggio per
aerei e ultraleggeri riconosciuta dall’Ente stesso, senza
escludere l’offerta formativa da parte di scuole che non
nascono dal mondo aeronautico.
Per tener conto dei quesiti e delle perplessità degli operatori, l’ENAC ha in corso di sviluppo Linee Guida per
fornire chiarimenti sull’applicazione del Regolamento.
Prepariamoci in ogni caso a vedere volare strani aggeggi
sulle nostre teste.
Il Corriere dell’Aviatore N. 7-8/2015 31
L’Idroscalo “Luigi Bologna” di Taranto
Da Stazione per Idrovolanti
a “Scuola per Allievi Volontari a Ferma Prefissata”
di Giovanni Battista Cersòsimo
L
a costruzione dell’Idroscalo a Taranto risale agli anni immediatamente precedenti lo scoppio del Primo Conflitto Mondiale allorché l’allora Capo di
Stato Maggiore della Marina, Ammiraglio Paolo Thaon di
Revel, da sempre convinto sostenitore del mezzo aereo,
firmava una speciale Convenzione tra il Ministero della
Guerra e il Ministero della Marina che prevedeva, tra l’altro, la realizzazione di alcune Stazioni per idrovolanti,
ubicate nei pressi delle principali Piazze Marittime.
Quando il 28 marzo 1923 veniva costituita ufficialmente
la Regia Aeronautica la “Stazione Idrovolanti” di Taranto
assumeva prima la nuova denominazione di “Regio Idroscalo” e successivamente quella di “Regio Aeroporto”.
La neo costituita Forza Armata guardava con attenzione all’idrovolante, aeromobile che a partire dagli anni Venti e fino alla prima metà degli anni Trenta conoscerà la massima
popolarità: la considerazione che l’Italia è circondata da
8.000 chilometri di coste e con tante isole da collegare alla
terra ferma, sorvolando ampi tratti di mare, portava, infatti, a preferire l’impiego dell’idrovolante al velivolo terrestre.
L’Idroscalo di Taranto, in quel periodo, veniva notevolmente potenziato e veniva dato il via alla costruzione delle
sue più importanti infrastrutture: tre grandi “hangar”, un
locale per uffici, due officine, una meccanica ed una di falegnameria, gli alloggi per il personale, un refettorio, due
magazzini, un deposito per il carburante e la Palazzina Comando, progettata dell’Architetto Armando Brasini, uno
dei più noti dell’Italia del tempo, autore anche del progetto dell’imponente Palazzo del Governo, sempre a Taranto.
Idroscalo “Luigi Bologna di Taranto”, la palazzina Comando
In quel momento l’idrovolante doveva la sua fortuna grazie alle ardimentose trasvolate che imponevano una immagine nuova dell’Italia: la prima crociera aerea aveva co32 Il Corriere dell’Aviatore N. 7-8/2015
me protagonista Francesco De Pinedo che nel 1925 compiva un volo di 55.000 chilometri sulla tratta Sesto Calende (MI) - Melbourne - Tokio - Roma, con sosta, sulla
via del ritorno, proprio all’Idroscalo di Taranto, ove De
Pinedo era accolto trionfalmente dai Tarantini, assiepati
sulle sponde del Mar Piccolo.
Il 4 aprile 1927, nel corso di una solenne cerimonia, l’Idroscalo Jonico veniva ufficialmente intitolato al Tenente
di Vascello Luigi Bologna, pilota di idrovolante della Prima Guerra Mondiale, decorato con due Medaglie d’Argento ed una Medaglia di Bronzo al Valor Militare, perito
il 23 agosto 1921 in un incidente di volo.
Questa l’epigrafe della lapide commemorativa posta sul
fronte della Palazzina Comando dell’Idroscalo di Taranto,
intitolato al Tenente di Vascello, pilota del I conflitto
mondiale Luigi Bologna:
“TROVÒ SUL MARE LA POESIA DI SUA VITA, NÉ
GIORNI DELLA NOSTRA GRANDE GUERRA, FU TRA
I PRIMI A VOLARE SULL’ADRIATICO, NON CURANTE L’IRA DEI NEMBI, COMPÌ MOLTI VOLI GLADIATORI E TRIONFALI PERCUOTENDO L’AUSTRIACA
POSSA, DOPO LA GUERRA, VOLANDO SULLA VENETA LAGUNA, CADDE E MORÌ LA PATRIA MEMORE LO ADDITA AVIATORE PUGNACE ARDITO SAPIENTE A VOI CUI PUNGE DESIO DI GLORIA”.
Il 27 gennaio 1927 Italo Balbo, allora Sotto-Segretario
dell’Aeronautica, visitava per la prima volta la Base, ove
sarà nuovamente il 3 maggio 1929, da Ministro dell’Aeronautica, in visita propedeutica ad un grande avvenimento:
il 2 giugno 1929 si concentrava sul Mar Piccolo uno Stormo di 35 idrovolanti destinato a prendere parte alla Crociera Aerea del Mediterraneo Orientale con partenza da
Taranto per Atene, Istambul, Varna, Odessa, Costanza,
L’Idroscalo “Luigi Bologna” di Taranto
Nel frattempo, ma solo per un breve periodo, sull’IdroIstambul, Atene, ritorno a Taranto e rientro ad Orbetello.
scalo “Luigi Bologna” viene costituito il C.I.R.A.M.
Lo Stormo, al comando del Ministro dell’Aeronautica,
(Centro Istruzione Reclute Aeronautica Militare), ove le
decollava dalla acque del Mar Piccolo all’alba del 5 giugno
reclute destinate all’Aeronautica completano il loro adde1929 e dopo un percorso di 4.667 chilometri, con perfetstramento, iniziato presso le Scuole dell’Esercito, per ragta regolarità, dopo tredici giorni, il 18 giugno 1929, riengiungere subito dopo i Reparti, ove
trava a Taranto, accolto da una folla in
svolgere il “servizio di leva” previsto.
delirio, che assiepava le rive del Mar
Successivamente sull’Idroscalo “Luigi
Piccolo, per assistere all’imponente
Bologna” viene costituita la “Scuola
spettacolo.
Addestramento Idro”, con il compito
Agli inizi degli anni Trenta per l’Idrodi formare e addestrare i nuovi equiscalo “Luigi Bologna”, dove nel fratpaggi degli idrovolanti italiani.
tempo era stato portato a termine il
programma di potenziamento delle inNel periodo 1950/1959 sull’Idroscalo
frastrutture, iniziava un periodo di indi Taranto ha sede l’83° Gruppo,
tensa attività operativa: nell’Italia
destinato a svolgere impegnative
del tempo si era affermata una
missioni di “Ricerca e Soccorso”
nuova politica marittima nazioin mare.
nale, tesa alla conquista del doNel breve periodo 1960-1963,
minio del Mediterraneo.
quando l’Aeronautica Militare
In tale ottica, il baricentro delItaliana ha in dotazione i missili
l’apparato navale nazionale si era
“Jupiter C”, installati nelle Basi
spostato dall’Alto Adriatico - teadella 36 a Aerobrigata I. S. di
tro principale delle azioni navali
stanza a Gioia del Colle, l’Idrodurante il Primo Conflitto Monscalo tarantino registra una prediale - al Mediterraneo Centrale.
senza assai singolare: lo U. S. EuIn quegli anni gli equipaggi degli
rope 7230th Support Squadron,
idrovolanti dei Reparti del “Luigi
che
ha il compito di fornire il
Bologna” saranno impegnati coVittorio Emanuele III, visita l’Idroscalo di
supporto tecnico e logistico alla
stantemente in esercitazioni con Taranto, ricevuto dal Gen. S.A. Ferruccio Ranza
vicina Aerobrigata Missili.
le unità navali di stanza a Taranto.
Nel corso del Secondo Conflitto
Nel 1963, quando la 36a Aerobrigata di
Mondiale gli aviatori del “Luigi BoloGioia del Colle assume la posizione
gna” effettuano missioni lunghissime e
“quadro”, anche il 7230th Support
rischiose, da quelle ordinate su allarme,
Squadron lascia Taranto.
per controllare presenze nemiche segnaNel 1967, presso l’Idroscalo “Luigi Bolate in determinate aree, a quelle per
logna” viene costituita la Scuola Specialifornire supporto alla flotta, a quelle per
sti A.M. di Taranto, che inizia la sua attisorvegliare le coste e le acque del Golfo,
vità istruzionale con il “40° Corso Norper esplorare le rotte del nemico.
male Specialisti”, per l’addestramento
militare e tecnico-professionale delle categorie “Assistenti
Dopo l’8 settembre 1943, e per tutti i diciotto mesi successivi, l’Idroscalo “Luigi Bologna” è sede del “RaggrupControllori del Traffico Aereo, Operatori Missilisti, Goverpamento Idro”, al quale sono affidate missioni di scorta
no-Statistica, Governo-Vettovagliamento, Automobilisti,
“antisom” a favore dei convogli alleati e italiani, di ricoAntincendio, Telescriventisti ed Aiutanti di Sanità”.
gnizione sulle coste dalmate, di collegamento
L’autore, che ha già prestato servizio al Comancon le isole, per il recupero dei naufraghi e lo
do della 36 a Aerobrigata Missili “Jupiter” di
sbarco di informatori.
Gioia del Colle negli anni 1960-1963 e al Comando della I Aerobrigata Missili “Nike” di PaNell’immediato dopoguerra l’operosità del perdova negli anni 1963-1967, è assegnato alla
sonale della S.R.A.M (Squadra Riparazione AeScuola Specialisti A.M. di Taranto fin dalla sua
romobili e Motori) dell’Idroscalo Jonico è in grado di
prima costituzione per l’addestramento degli “Operatori
convertire alle nuove esigenze di “Soccorso e Trasporto
Missilisti” destinati alla I Aerobrigata di Padova e negli
Feriti” i pochi idrovolanti sopravvissuti all’ecatombe del
anni 1969-1970, prima di essere trasferito allo Stato Magconflitto appena terminato e nel 1947 nasce il “Servizio
giore del Comando III Regione Aerea di Bari, ha la reRicerca e Soccorso Italiano”.
sponsabilità del comando del Gruppo Allievi della Scuola.
Il Corriere dell’Aviatore N. 7-8/2015 33
L’Idroscalo
“Luigi Bologna” di Taranto
Quando nel 1977 tutti gli “Specialisti” in istruzione sono
riuniti a Caserta, la Scuola assume la posizione “quadro” e
Taranto è sede della Scuola Addestramento Reclute dell’Aeronautica Militare (S.A.R.A.M.).
Il 24 giugno 1978, dinanzi al Mar Piccolo, che nel passato aveva visto ammarare tanti Idrovolanti, si tiene il primo “Giuramento in forma solenne” delle reclute del 6°
Scaglione 1978 e la consegna della Bandiera d’Istituto
nelle mani del primo Comandante della S.A.R.A.M. Tenente Colonnello A.A.r.n. Pilota Cesare Grieco-Nobile,
alla presenza del Sotto-Segretario di Stato alla Difesa, On.
Giuseppe Caroli, del Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, Generale Alessandro Mettimano, del Coman-
dante Generale delle Scuole A.M. Generale S.A. Venturini, e del Comandante della III Regione Aerea, Generale
S.A. Bruno Seraglia.
La Scuola, in quegli anni, ha il compito di formare, militarmente e professionalmente, il personale militare di leva
dei contingenti aeronautici chiamati alle armi.
Con cadenza mensile vengono addestrate oltre mille reclute al mese, provenienti da tutt’Italia direttamente dalla
vita civile e destinate a prestare il prescritto “servizio di leva” presso i Reparti dell’Aeronautica Militare.
Con la soppressione della “leva obbligatoria” è cessato
l’addestramento delle “reclute di leva” presso la Scuola di
Taranto, che ha ora il compito di provvedere alla formazione degli “Allievi Volontari in Ferma Prefissata”, necessari alle attuali esigenze della Forza Armata.
Nello stemma attuale della Scuola
Volontari di Truppa A.M. di Taranto, con il colore azzurro è raffigurato il mare, con il colore azzurro-chiaro è raffigurato il cielo, sul
tutto il delfino e il gabbiano, tutti
simboli della città di Taranto.
34 Il Corriere dell’Aviatore N. 7-8/2015
Corso di Bridge
per principianti dell’ANUA
Il 7 giugno, presso la Casa dell’Aviatore, si è svolto il
torneo di chiusura del Corso annuale di Bridge sponsorizzato dall’ANUA. I frequentatori si sono cimentati
in un torneo Howell a 5 tavoli, durante il quale hanno
potuto mettere a frutto le tecniche apprese nel corso
dell’anno. Due madrine di eccezione, la Sig.ra Titti
Majorani e la Sig.ra Renata Zandonà, hanno consegnato i premi alla coppia vincitrice (Fioranna Bilanzuolo e Mauro Briscese) ed alla seconda classificata
(Rosanna Rosati e Marina Magistrelli). Il presidente,
Gen. S A Mario Majorani, nel suo intervento di commiato, ha sottolineato come la tradizione del Bridge,
da sempre viva tra gli ufficiali della Forza Armata, sia
particolarmente utile a rafforzare i vincoli di amicizia e
di solidarietà all’interno dell’Associazione, e si è complimentato con gli organizzatori dell’attività, Gen. Arturo Zandonà – Gen. Stefano Rosati - Sig.ra Amalia
Trovati, per il significativo grado di apprendimento
raggiunto dai partecipanti, molti dei quali pur essendo
alla loro prima esperienza sono stati in grado di partecipare ad un regolare torneo.
I lavori del corso di avvicinamento al Bridge riprenderanno al termine della pausa estiva ogni martedì pomeriggio
presso la Casa dell’Aviatore. I Soci interessati possono
iscriversi fin d’ora (gratuitamente) comunicando l’adesione al consueto indirizzo [email protected]
L’Idroscalo “De Filippis” di Siracusa
I tanti volti della struttura che quest’anno compie 90 anni
di Paolo Tredici
S
iracusa è una città nota per le sue bellezze archeologiche ed architettoniche, per il suo clima mite e per
il suo splendido mare, ma forse non molti sanno che
la città siciliana ha anche un forte legame con l’Aeronautica Militare, grazie alla presenza di un idroscalo che proprio quest’anno compirà 90 anni, solo due in meno rispetto all’Arma “azzurra”.
In questi novant’anni, l’idroscalo ha cambiato molte volte
fisionomia e proprio la sua continua metamorfosi rende la
sua storia degna di essere narrata.
L’idroscalo di Siracusa venne costruito per garantire una
sede adeguata alla 163a Squadriglia “Caccia marittima”,
che da tempo utilizzava delle strutture all’interno del Porto, risalenti alla prima guerra mondiale ed ormai non più
idonee a soddisfare le esigenze operative. Inaugurato il 22
novembre 1925, l’idroscalo venne battezzato “Regio Aeroporto Arnaldo De Filippis”, in memoria del Tenente di
Vascello Arnaldo De Filippis, pilota pluridecorato di idrovolanti della Regia Marina, deceduto durante la prima
guerra mondiale, prima che l’Aeronautica fosse costituita
come Forza Armata autonoma. (foto 1).
L’idroscalo di Siracusa poteva vantare una superficie di
appena un ettaro di terreno, di cui buona parte ricavato
dall’interramento di un pezzo di mare del “Porto grande”,
in quanto la strada provinciale che costeggiava il litorale
ne impediva l’espansione verso l’interno. La 163a Squadriglia, equipaggiata con gli idrovolanti S16/bis, venne
posta alle dipendenze dell’83° Gruppo avente per sede il
nuovissimo idroscalo di Augusta (città 20Km a nord di
Siracusa), che poteva vantare spazi più ampi ed una rada
capace di ospitare un maggiore numero di velivoli.
La permanenza della 163a Squadriglia a Siracusa durò
meno di tre anni, nell’aprile del 1928, infatti, fu deciso di
concentrare tutte le Squadriglie “Caccia” ad Orbetello,
sotto le insegne dell’80° Gruppo.
Il “De Filippis” perse quindi il suo primo inquilino ma
non fu abbandonato, infatti venne prima utilizzato per
svolgere alcune esercitazioni preparatorie alla “Crociera del
Mediterraneo” e, successivamente, utilizzato dalla Compagnia Aerea civile “SANA” (Società Anonima di Navigazione Aerea) con sede a Genova, che era interessata ad aprire
una rotta commerciale per il trasporto di passeggeri e merci tra l’Italia e la Libia. Fu così che il 1° novembre 1928 fu
inaugurata la linea Ostia – Napoli – Siracusa – Malta –
Tripoli, effettuata con idrovolanti Dornier “Wal”, capaci
di trasportare fino ad otto passeggeri (foto 2).
L’idroscalo di Siracusa, pur
rimanendo presidio militare, fu utilizzato per attività
esclusivamente civile sino al
1° agosto 1933, quando le
strutture vennero nuovamente occupate in modo
stanziale da una componente militare della Regia
Aeronautica. Si trattava della 189a Squadriglia da “Ricognizione”, equipaggiata
con i suoi velivoli S.59, proveniente da Pola e posta alle
dipendenze dell’83° Gruppo di Augusta.
Il ritorno di una Squadriglia della Regia Aeronautica sul
“De Filippis” non interruppe l’attività aerea della SANA,
tuttavia l’amministrazione comunale, temendo che la
componente militare potesse creare limitazioni allo sviluppo dell’aviazione civile sulla quale si puntava per una
crescita economica, decise di espropriare un terreno adiacente al “De Filippis”, sul quale costruire una nuova aerostazione destinata esclusivamente al traffico civile, la cui
edificazione iniziò nel 1935. Lo scalo civile fu inaugurato
il 12 luglio 1937 dall’allora Capo del Governo Benito
Mussolini, quel giorno in visita a Siracusa (foto 3).
Il Corriere dell’Aviatore N. 7-8/2015 35
L’Idroscalo “De Filippis” di Siracusa
A beneficiare delle nuove strutture fu la Compagnia Aerea
“Ala Littoria”, la quale nel 1934 aveva assorbito la SANA
subentrandone nella gestione delle varie linee, inclusa quella tra Roma Ostia e Tripoli, che venne inizialmente garantita con gli idrovolanti S.66 (modello derivato dall’S.55 utilizzato da Italo Balbo per la crociera del decennale – foto
4), capaci di ospitare sedici passeggeri, sostituiti a partire
dal giugno 1936 dai più moderni Cant.Z 506. A titolo di
cronaca, un biglietto aereo Roma – Siracusa, costava nel
1938 ben 280 Lire!
esercitazioni di preparazione a scenari operativi che si sarebbero concretizzati poco tempo dopo.
Infatti, nel maggio 1940, alcuni provvedimenti resero palpabile l’imminenza della guerra, tra i quali il più significativo fu la militarizzazione della compagnia “Ala Littoria”, che
venne trasformata in “Nucleo” ed adibita al servizio postale, mentre il grosso della sua flotta di Cant .Z 506 venne riconvertita per assolvere i compiti di bombardiere (Cant .Z
506B) e di trasporto e soccorso (Cant .Z 506C).
Nel luglio del 1940, quegli stessi Cant .Z 506 che per anni
avevano fatto scalo a Siracusa con la livrea dell’Ala Littoria,
tornarono a Siracusa sotto le insegne della 612a Squadriglia
“Aerosoccorso” che divenne stanziale andando ad occupare
le strutture dello scalo civile, ormai anch’esso militarizzato
ed annesso al “De Filippis”.
Fu così che alla vigilia dello scoppio della guerra la struttura, rinominata “Aeroporto n°510”, era sede della 189 a
Squadriglia “Ricognizione” equipaggiata con i Cant. Z 501
(foto 7) e della 612 a Squadriglia “Aerosoccorso” con i
Parallelamente allo sviluppo dello scalo civile, anche il “De
Filippis” fu oggetto di radicali ammodernamenti che si protrassero sino all’aprile del 1938, tra i quali l’ampliamento
del piazzale di manovra e l’installazione di una grande gru a
torre, adiacente ad un nuovo hangar destinato al ricovero
dei velivoli che avrebbero equipaggiato la 189a Squadriglia,
ossia i Cant.Z 501 “Gabbiano” (foto 5 e 6).
Cant.Z 506C (foto 8). Per qualche tempo la base assicurò
Il periodo compreso tra il 1938 ed il 1940 fu quello caratterizzato dall’attività più intensa, sia per l’idroscalo civile, sia
per quello militare, quest’ultimo sempre più coinvolto in
36 Il Corriere dell’Aviatore N. 7-8/2015
anche il supporto ai velivoli della 614a Squadriglia, anch’essa equipaggiata con i velivoli dall’Ala Littoria, con i quali
aveva continuato a garantire la linea Roma - Tripoli, servizio che fu definitivamente sospeso ad agosto dello stesso
anno a causa della crescente pericolosità della rotta.
Nei duri anni della guerra, le Squadriglie di Siracusa furono
costantemente impegnate in azioni di ricognizione e di soccorso che, nonostante il valore, l’abilità e l’audacia degli
equipaggi, non sempre furono coronate da successo, a causa del limitato numero dei mezzi disponibili e la soverchiante potenza del nemico che non perdeva occasione di
attaccare con i propri caccia i velivoli italiani, spesso incurante dell’insegna della croce rossa dipinta sulla bianca carlinga dei Cant. Z 506C adibiti al soccorso aereo.
L’Idroscalo “De Filippis” di Siracusa
Proprio per migliorare i deludenti risultati ottenuti dalle forze italiane nel canale di Sicilia, dal marzo del 1941 all’aprile
dello stesso anno, la Luftwaffe decise di supportare le operazioni con i propri mezzi ed equipaggi, dislocando a Taormina
il Quartier Generale della X CAT. All’idroscalo di Siracusa fu
assegnata la 6a Seenostaffel, con i suoi idrovolanti Heinkel 59
e Dornier 24, anch’essi adibiti al soccorso aereo ma, a differenza dei velivoli italiani, dotati di armamento (foto 9).
Nonostante l’apporto tedesco, l’aviazione inglese continuò
ad avere il dominio del basso Mediterraneo e l’idroscalo fu
oggetto di numerosi bombardamenti e mitragliamenti, in
uno dei quali persero la vita cinque avieri. Evento di cui è
stato rintracciato il dispaccio con il quale il Comandante
del presidio descriveva minuziosamente i danni riportati ed
i nomi dei militari deceduti e di quelli feriti (foto 10).
Nell’agosto del 1941 la 189a Squadriglia venne trasferita ad
Augusta e nel gennaio del 1942 anche la 612a Squadriglia
fu trasferita a Marsala. Il “De Filippis” non rimase però
inoperoso perché venne nuovamente occupato dalla 6a Seenostaffel e saltuariamente utilizzato come scalo dai velivoli
delle Squadriglie di Augusta. La Squadriglia tedesca restò a
Siracusa sino al maggio del 1943, subendo anch’essa numerose perdite di vite umane e di velivoli.
Dal maggio del 1943, tutte le squadriglie di soccorso furono
trasformate in Sezioni ed inquadrate all’interno dei Reparti
di ricognizione marittima. La 7a Sezione della 186a Squadriglia, con i suoi Cant. Z 506C venne destinata a Siracusa,
subentrando alla 6a Seenostaffel in fase di trasferimento.
La permanenza della 7a Sezione fu breve perché, poche settimane dopo il suo rischieramento, venne disposto l’abbandono definitivo del “De Filippis” che la mattina del 10 luglio 1943, si presentò deserto alle truppe dell’8a Armata
britannica sbarcate sulle coste a sud di Siracusa.
Le truppe inglesi utilizzarono l’idroscalo come deposito e
magazzino. Quando la linea del fronte si spostò più a nord,
le strutture furono abbandonate ed occupate dai senzatetto
e dagli sfollati. Subito dopo la fine della guerra l’idroscalo
divenne sede provvisoria dalla Pubblica Sicurezza, sino a
quando, nei primi anni ‘50, l’Aeronautica, ormai non più
regia ed in piena ricostruzione, tornò ad interessarsi delle
strutture del “De Filippis”.
I pontili ancora utilizzabili consentivano lo sporadico scalo
di qualche idrovolante e le strutture ancora agibili permettevano di alloggiare qualche pilota in servizio presso l’idroscalo di Augusta. Ma fu nel 1955 che venne dato un forte
impulso alla ristrutturazione del “De Filippis”, per il quale
venne decisa una nuova destinazione d’uso, ossia quella di
sede logistica di una base di “Difesa Aerea”.
L’Italia era entrata a far parte della NATO e, con l’aiuto
americano, stava cominciando a comporre la rete di radar
che sarebbero andati a costituire il sistema di scoperta a
lungo raggio (“Early Warning”) che avrebbe garantito la
sorveglianza dello spazio aereo nazionale, pienamente integrato, fin dal tempo di pace, nella catena di comando e
controllo dell’Alleanza Atlantica.
Ancora una volta, così come era già avvenuto mille altre volte
fin dai primordi della civiltà greca in Sicilia, la posizione geografica di Siracusa fu ritenuta strategica e, pertanto, ideale per
l’installazione di uno dei radar di scoperta. Fu così individuata una collina poco fuori dalla città, già sede di una stazione
radio tedesca, a breve distanza dalla contrada Belvedere e dalle rovine del castello Eurialo dal quale, secondo la leggenda,
Archimede bruciò con i suoi specchi le navi romane. La nuova base, all’interno della quale sarebbe stato installato il radar
di scoperta e la sala operativa in modalità fonetico-manuale,
distava circa sette chilometri dall’idroscalo (foto 11).
I criteri di sicurezza, infatti, imponevano di separare le
strutture logistiche da quelle operative e ciò rendeva l’idroscalo una sede perfetta per collocarvi tutti i servizi logistici
ed amministrativi. Nel 1955, parallelamente alla costruzione della base operativa, iniziarono i lavori di riqualificazione dell’idroscalo, il cui grande hangar metallico venne abbattuto, mentre gli hangar e le altre strutture in muratura,
vennero trasformati in uffici, officine, dormitori, mense e
quant’altro necessario a supportare l’attività del nascente
Centro Radar di Siracusa.
Il Corriere dell’Aviatore N. 7-8/2015 37
L’Idroscalo “De Filippis” di Siracusa
L’ex aerostazione della Compagnia Aerea “Ala Littoria” fu
completamente ristrutturata e nei locali che un tempo erano adibiti a biglietteria, sala d’aspetto, deposito bagagli e sala ristorante, furono collocati il Circolo e la mensa Ufficiali.
Ai piani superiori, dove vi erano gli uffici della Compagnia
e la stazione meteorologica, furono realizzati gli alloggi di
servizio per le famiglie del Comandante e degli altri Ufficiali aventi titolo per incarico (foto 12 e 13).
Gli Ufficiali ed i Sottufficiali che hanno vissuto quell’epoca, raccontano di condizioni di vita ben diverse dagli standard attuali, soprattutto per quei pionieri ai quali fu affidato il compito di trasformare le rovine di un vecchio idroscalo, in una funzionale sede logistica.
Nel 1960 i lavori furono completati ed ebbe inizio l’attività
operativa del Centro Radar. L’idroscalo, ormai completamente ristrutturato cominciò la sua nuova vita, come sede
del Comando e delle strutture logistico-amministrative.
Le funzioni di supporto logistico-amministrativo rimasero
invariate anche quando, nel 1984, la sede operativa venne
spostata in contrada Mezzo Gregorio, nel territorio del comune di Noto a circa 50 chilometri di distanza. La nuova
base disponeva di un nuovo radar e di una sala operativa di
ultima generazione, dotata del nuovo sistema semi-automatizzato NADGE (Nato Air Defense Ground Environment) gestito dal computer Hughes H-5118, un vero prodigio dell’informatica dell’epoca. Tuttavia la lontananza
della località di Mezzo Gregorio dall’idroscalo, provocò
non pochi problemi, primo tra tutti il malcontento del per38 Il Corriere dell’Aviatore N. 7-8/2015
sonale destinato ad operare presso la nuova sede. Per raggiungere Mezzo Gregorio, contrada ubicata in aperta campagna a 680 metri di quota, il personale doveva sobbarcarsi
quasi un’ora e mezza di viaggio, su una tortuosa strada di
montagna, utilizzando i pullman dell’amministrazione che,
per lungo tempo, non disponevano di aria condizionata,
costringendo il personale al freddo della montagna in inverno ed al caldo torrido siciliano in estate. Tutto ciò provocava una palese disparità di trattamento rispetto a quanti
lavoravano presso la sede logistica, situata in città.
Nonostante i malumori e la rivalità tra “logistici” ed “operativi”, l’idroscalo conservò il suo fondamentale ruolo di
supporto logistico alla sede operativa di Mezzo Gregorio, la
quale non disponeva di spazi ed infrastrutture capaci di garantirne la piena autosufficienza sotto il profilo logistico.
Fu proprio a seguito della conferma delle funzioni logistiche
dell’idroscalo che dalla metà degli anni ’80 sino alla metà degli anni ’90, il “De Filippis” fu interessato da una corposa serie di interventi di ammodernamento infrastrutturale, che videro la ristrutturazione ed in alcuni casi la demolizione di una
buona parte degli edifici risalenti al 1925 e non più idonei a
fornire un adeguato standard. Gli interventi più significativi,
che cambiarono il volto dell’idroscalo, furono la demolizione
delle vecchie strutture destinate ad alloggi, che vennero rimpiazzate da due nuove palazzine, una adibita ad alloggiare gli
Ufficiali ed i Sottufficiali scapoli ed una destinata ad alloggiare il personale di Truppa che svolgeva il servizio di leva.
Un altro intervento significativo fu la bonifica della palude
antistante l’aerostazione dell’Ala Littoria. Infatti, lo specchio di mare antistante la palazzina, dove un tempo venivano ormeggiati i Cant.Z-506 che trasportavano passeggeri e
merci verso Roma o verso la Libia, si era completamente
insabbiato e trasformato in un canneto infestato di zanzare.
L’intervento di bonifica consegnò all’idroscalo un nuovo
ampio spazio sul quale sorsero uno splendido giardino all’italiana ed un campo sportivo polivalente.
In quegli stessi anni il Centro Radar assunse il nome di 34°
Gruppo Radar A.M. (abbreviato 34° Gr.R.A.M.) e la sede
operativa fu interessata da molti interventi di sviluppo tecnicooperativo legati al progresso tecnologico, tra i quali l’installazione del nuovo radar tridimensionale RAT-31SL e, soprattutto, del sistema operativo MASE (Multi Aegis Site Emulator).
Quest’ultimo consentiva ad una sala operativa di poter ricevere i segnali da più antenne radar, anche dislocate molto
distanti dalla centrale di controllo. Fu questo il passo decisivo per consentire allo Stato Maggiore dell’Aeronautica di
pianificare una graduale chiusura dei Gruppi Radar distribuiti lungo tutta la penisola italiana e l’accentramento delle
funzioni presso un’unica sede.
Il processo iniziato verso la fine degli anni ’90, portò nel
2003 ad una configurazione basata solo su cinque Gruppi
Radar, tra i quali il 34° di Siracusa / Mezzo Gregorio che,
dopo la chiusura delle sale operative di Lampedusa e di
Marsala, ne aveva acquisito il controllo delle testate radar.
Ma il programma di riduzione prevedeva una ulteriore ridu-
L’Idroscalo “De Filippis” di Siracusa
zione a tre Gruppi Radar entro il 2010 e tra i Gruppi Radar
oggetto di riorganizzazione vi era anche il 34° Gruppo Radar.
Dal 2005, anno in cui fu emanato il Decreto Ministeriale
che disponeva la riorganizzazione del Gruppo Radar di Siracusa tra i provvedimenti da finalizzare nel 2010, iniziò un
lungo periodo di incertezza. Il processo di riorganizzazione
del Gruppo Radar prevedeva la soppressione della “Sala
Operativa” ed il trasferimento di tutto il personale controllore, a differenza del personale tecnico addetto alla manutenzione del radar e dei sistemi radio, il quale sarebbe rimasto in servizio nella stessa struttura, che avrebbe assunto la
nuova denominazione di “Squadriglia Radar Remota”, a similitudine di quanto avvenuto per tutti gli altri Gruppi Radar che avevano subìto la stessa sorte.
E l’idroscalo? Cosa ne sarebbe stato della storica struttura?
A queste domande dette risposta nel 2010 lo Stato Maggiore
Aeronautica che, avendo riscontrato l’indispensabilità di supportare logisticamente ed amministrativamente la “Squadriglia
Radar Remota”, decise di non abbandonare il “De Filippis”,
ma di porvi un Repartodestinato a svolgere quelle stesse funzioni che ormai caratterizzavano l’idroscalo da cinquant’anni.
Nel frattempo problematiche tecniche avevano imposto lo
slittamento della riorganizzazione del Gruppo Radar dal
2010 al 2012. Un ritardo che tuttavia non influì sulle decisioni già prese, che si concretizzarono il 30 giugno 2012,
data in cui al “De Filippis” ebbe luogo la cerimonia con la
quale si celebrò la riorganizzazione del 34° Gruppo Radar
in “137^ Squadriglia Radar Remota” e la contestuale costituzione del “Distaccamento Aeronautico – Siracusa”.
Al nuovo inquilino dell’Idroscalo di Siracusa, oltre alla funzione di supporto logistico-amministrativo alla “Squadriglia” di Mezzo Gregorio, venne affidata anche la gestione
dell’organismo di “Protezione Sociale”, cioè una struttura
destinata a fornire servizi aggregativi, socio-ricreativi e sportivi, a favore del personale militare e civile dell’Amministrazione Difesa e relative famiglie.
Un compito, quello di “Protezione Sociale”, finalizzato a
dare piena valorizzazione a le strutture di supporto logistico
ed in particolare quelle alloggiative, un tempo destinate al
personale Ufficiale e Sottufficiale scapolo, ma non più utilizzate con continuità a causa della sospensione del servizio
di leva obbligatorio e la graduale riduzione degli organici
dovuta alla prevista riorganizzazione. Inoltre, dopo la chiusura del Distretto Militare avvenuta nei primi anni 2000, il
“De Filippis” era rimasto l’unica Istituzione militare della
città, il cui organismo di “Protezione Sociale” era diventato
naturale punto di riferimento per tutte le Associazioni
combattentistiche e d’Arma.
La decisione dello Stato Maggiore Aeronautica si rivelò corretta e lungimirante, in quanto il “Distaccamento” incominciò subito ad operare a pieno regime, sia nell’ambito
del supporto logistico-amministrativo alla Squadriglia, sia
nel settore della “Protezione Sociale”, i cui servizi e strutture sono oggi pienamente utilizzati. Un’utenza incrementata
anche dalla presenza degli atleti della Federazione Italiana
di Atletica Leggera che, nell’ambito del protocollo d’intesa
tra Forza Armate ed il Comitato Olimpico Nazionale Italiano, sempre in un’ottica di massima valorizzazione delle
strutture, ha individuato nel Distaccamento una sede di allenamento (foto 14).
È così che il “De Filippis”, dopo essere stato un idroscalo
militare, poi civile, poi misto; dopo aver vissuto gli anni
drammatici della guerra e quelli carichi di speranza della ricostruzione; dopo aver cambiato “pelle” abbandonando per
sempre la sua funzione di idroscalo per abbracciare quella
di Base di supporto logistico; oggi arriva a compiere i suoi
90 anni con ulteriori nuovi compiti. Tuttavia, la rapida
evoluzione degli scenari politici, strategici ed economici, lascia presagire che quello attuale non sarà il volto ed il ruolo
definitivo del “De Filippis”. Non sappiamo ancora cosa riserverà il futuro a questo idroscalo, ma niente di ciò che accadrà, potrà cancellarne la storia.
Quindi, in attesa di scrivere il prossimo capitolo, non mi resta
che augurare: buon compleanno “De Filippis” e… ad majora!
Lu muttu anticu d’una spirienza,
iddu la porta la vera sustanza;
l’omu chi sapi, chi vidi,
chi penza, cerca lu muttu
ad ogni circustanza.
Il Corriere dell’Aviatore N. 7-8/2015 39
In questi mesi ricordiamo...
a cura di Guido Bergomi
Nel mese di Luglio
L’Empire
4 luglio 1936: vola l’idrovolante quadrimotore Short S.
23 Empire. È un grosso velivolo destinato ai voli di lungo raggio. Di costruzione
completamente metallica ha
una grossa fusoliera/scafo più
due galleggianti fissi sotto le
ali che sono a sbalzo. Con
quattro radiali Bristol Pegasus XC da 920 cavalli ha una
velocità di crociera di 265,5
Km/h. ed una autonomia di
2414 Km. e può portare 24
passeggeri e 5 uomini d’equipaggio più una tonnellata e
mezza di posta. Viene costruito in 42 esemplari utilizzati sul Nord Atlantico nonché per rotte verso L’Australia ma anche
in Europa e nel Mediterraneo. Alcuni esemplari vennero utilizzati anche durante la seconda guerra mondiale.
L’Ambassador
10 luglio 1947: Nelle mani del collaudatore GBS
Errington è la volta che
decolla l’ Airspeed AS.57
Ambassador, un elegante
bimotore medio per trasporto passeggeri su medie tratte. Ha una aerodinamica molto spinta che
lo fa un ottimo velivolo
della capacità di carico
doppia del D.C.3. I motori sono Bristol Centaurus 661 da 2.625 cavalli che gli permettono una velocità di crociera di
438 Km/h. ed una autonomia di 2.494 Km. Può portare da 47 a 60 passeggeri. Ha una fusoliera molto affusolata ed un’
ala alta di forte allungamento e impennaggi con tripla deriva mentre il carrello è triciclo retrattile. La produzione assomma a 20 velivoli utilizzati dalla British European Airways su rotte europee e nel bacino del Mediterraneo.
L’S.F.260
È il5 luglio 1964 quando sull’aeroporto di Vergiate (Varese) vola il
S.I.A.I. S.F. 260. Progettato dal famoso ingegner
Frati, è l’ultimo rampollo di una lunga serie di
affermatissimi, nonché
bellissimi, aerei da turismo. Triposto interamente metallico si dimostra subito un’ottimo
velivolo da addestramento avanzato oltre che da
turismo veloce. Dotato
40 Il Corriere dell’Aviatore N. 7-8/2015
In questi mesi ricordiamo...
a cura di Guido Bergomi
di un motore da 260 cavalli con elica a passo variabile e giri costanti ha un carrello triciclo anteriore completamente retrattile. La cabina è munita di doppi comandi più un panchetto posteriore nonché una completa strumentazione e con
una capottina scorrevole che offre una ottima visibilità in ogni direzione. Non è proprio facile da pilotare, infatti assomiglia di più ad un piccolo caccia ed è per questo che ottiene un grande successo presso le Aeronautiche Militari di diversi paesi compresa la nostra che lo ordinano in grande numero per le loro scuole con svariati tipi di strumentazioni ed
anche, in alcuni casi come la Libia, la possibilità di montare due pod subalari per due mitragliatrici (con relativo collimatore) o due serbatoi supplementari. Entusiasmante come velivolo acrobatico è anche dotato di una notevole autonomia grazie a quattro serbatoi di cui due esterni fissi alle stremità alari. Nota personale: l’autore di questa rubrica lo ha pilotato intensamente con grandi soddisfazioni sia come istruttore che come ferry pilot per portare numerosi esemplari in
Libia con un volo a tappe di otto ore e mezza, deserto compreso.
Ecco il G.222
Il 18 luglio 1970 prende il volo il prototipo
del FIAT G. 222, velivolo militare da trasporto tattico. Il progetto iniziale prevedeva
un velivolo da trasporto a decollo completamente verticale ma poi
il Ministero, resosi
conto delle difficoltà e
degli enormi costi necessari ripiegò sulla richiesta di un velivolo a
decollo ed atterraggio
corto e così la FIAT
Il prototipo
realizzò il G. 222 su progetto di Giuseppe Gabrielli. Il
G 222 è un biturbina di medie dimensioni, con l’ala
alta sopra una grossa fusoliera che comprende un portellone posteriore apribile in volo per operazioni di
paracadutaggio anche di grosse attrezzature. I motori
sono due General Eletric T64-GE-P4D da 3.447 cavalli asse. La velocità massima è di 487 Km/h: e l’autonomia di 1.260 Km. Può portare 44 passeggeri o 32
paracadutisti oppure carichi pesanti ed è in grado di
decollare e atterrare su piste semipreparate e non asfaltate anche di piccole dimensioni.
Nel mese di Agosto
Patto Germania-Urss
Molotov mentre firma
23 agosto 1939: il piano è architettato da Hitler per
confondere le potenze occidentali dell’Europa e i due
ministri degli esteri tedesco e russo cioè Von Ribbentrop e Molotov firmano un patto di non aggressione
delle rispettive nazioni con la clausola di un mutuo
impegno di aiuto militare in caso di intervento di altre nazioni contro l’una o l’altra delle contraenti. Patto assolutamente ininfluente che venne regolarmente
infranto dal dittatore tedesco con l’invasione della
Russia nel 1941.
Il Corriere dell’Aviatore N. 7-8/2015 41
In questi mesi ricordiamo...
a cura di Guido Bergomi
Il Vampire Nigth Fighter
28 agosto 1949: vola il de Havilland
DH.113 Vampire NF Mk 10 che è un
caccia notturno derivato dal normane
Vampire modificandone la fusoliera
che è ingrandita sia per ospitare due
persone affiancate, cioè il pilota e l’operatore radar e anche un grosso rada sul
muso. Le ali e le fusoliere con i piani di
coda rimangono praticamente le stesse
del caccia diurno ed anche l’armamento di quattro cannoni da 20 mm.
Le caratteristiche di velocità ed autonomia sono ovviamente leggermente
peggiorate con lo stesso motore della
versione del diurno Mk 9 cioè il Goblin 3 da 1.520 Kg. spinta. Fu ordinato, oltre che per la RAF, da alcune Aeronautiche straniere, compresa la nostra che
costituì ad Amendola un piccolo gruppo della cosidetta Scuola Caccia Ognitempo negli anni 50.
In foto un esemplare destinato alla nostra Aeronautica
Una donna oltre Mach 2
È il 26 agosto 1959 quando,ai comandi di
un Mirage III° l’aviatrice francese Jqueline
Auriol sfonda la barriera di velocità di Mach
2. La Auriol nacque il 5 novembre 1917 e fin
da giovanissima si dedicò all’aviazione diventando bravissima pilota, poi collaudatrice di
importanti velivoli sia civili che militari conquistando vari primati. Nel 1962 si aggiudicò il rekord mondiale femminile su circuito
di 100 chilometri alla velocità di 1.849
Km/h. sul caccia Mirage III C. Morì a Parigi
nel febbraio del 2000.
Il P.D. 808
Il 29 agosto 1964 vola il prototipo del bireattore executive Piaggio-Douglas P.D. 808.
Progettato dalla Douglas con la collaborazione della Piaggio era un piccolo bireattore per
trasporto di massimo 9 passeggeri e con due
piloti. I motori erano Rolls Royce Viper Mk.
526 da 1.524 Kg.spinta posizionati in coda e
la velocità massima era di 920 Km/h.
La Douglas ad un certo punto si ritirò lasciando il proseguimento del
programma alla sola Piaggio.
Vennero costruiti a Finale Ligure 22
esemplari ordinati dalla nostra Aeronautica Militare che li impiegò come
trasporto VIP, addestramento alla
guerra elettronica o radiomisure, più
due civili per un totale di 24 esemplari. L’ultimo venne ritirato dal servizio attivo il 17 maggio 2003.
42 Il Corriere dell’Aviatore N. 7-8/2015
Dalle Sezioni
Milano
In occasione della Festa della Repubblica, in piazza del Duomo a Milano, si è svolta la tradizionale cerimonia dell’ ALZABANDIERA.
Alla manifestazione hanno partecipato la fanfara della 1^ R.A., Reparti delle FF.AA., della Polizia, dei
VV.FF., della C.R.I, e delle Associazioni d’Arma con i propri labari. Una nutrita folla ha seguito l’evento.
La Sezione A.N.U.A. di Milano, invitata alla cerimonia, ha partecipato con il labaro della Sezione, il
Presidente e alcuni Soci.
Il Corriere dell’Aviatore N. 7-8/2015 43
Dalle Sezioni
Brescia
ANUA … PRESENTE!
Questo titolo può essere la sintesi di una parte dell’attività del sodalizio bresciano in quanto, membro del Consiglio Direttivo di Assoarma Brescia, partecipa attivamente alle cerimonie, ricorrenze, incontri, conferenze e raduni afferenti le
Associazioni d’Arma.
Nel quadro di tale linea d’azione, la sua partecipazione al 2° Raduno Nazionale di Assoarma, svoltosi ad Udine lo scorso
24 Maggio, è stata la naturale risposta che i Soci, a dire il vero “non moltissimi”, potessero dare.
In qualità di Presidente della Sezione ANUA Brescia l’evento, per la limitata partecipazione di associati, mi induce a
proporre la lettura delle seguenti mie riflessioni.
L’articolo 18 della Costituzione Italiana recita: “I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente senza autorizzazione
per fini che non sono vietati ai singoli”.
Il fatto che la facoltà di associazione abbia una valenza costituzionale e quindi faccia parte di quei principi sui quali si
fonda la nostra Nazione, indica senza dubbio che si tratta di una manifestazione di libertà inalienabile.
Dunque associarsi è nella natura umana per una sorta di bisogno di appartenenza, che è dato dalla esigenza di riconoscere in altri quei valori, quei sentimenti e quel modo di sentire e di esistere, sul significato dei quali ciascuno ha operato le proprie scelte di vita. Inoltre, sulla base del detto “l’unione fa la forza”, il gruppo funziona da moltiplicatore delle
idee e delle azioni del singolo, proiettandone una più significativa identità, proprio perché collettiva, nell’ambito della
società dove esso è inserito.
44 Il Corriere dell’Aviatore N. 7-8/2015
Dalle Sezioni
In altri termini, questo processo naturale concentra più “individui” omogenei, permettendo loro di raggiungere le proprie finalità, siano esse morali, materiali o solo più semplicemente quella di mettersi a disposizione degli altri, per quanto le possibilità di ciascuno consentano. Queste sono le radici delle Associazioni d’Arma, già attualmente facenti parte
del tessuto sociale e che ultimamente sembra abbiano deciso di fare ancora di più.
La tipica concretezza di chi ha un passato militare infatti, ha condotto sia a livello nazionale, sia a quello locale, all’accorpamento paritetico dei vari sodalizi, senza quindi contrastarne le rispettive identità, per dare loro più forza o come si
dice adesso, “più visibilità” o “più potere contrattuale”. L’obiettivo non è quello di uniformare o peggio dimenticare origini e storia, a volte molto diverse, di ciascuna Associazione, ma quello di strutturarsi diversamente per poter continuare a mantenere il proprio ruolo istitutivo nel quadro dei compiti assegnati e svolti.
È noto che le Forze Armate Italiane, intese come Difesa Nazionale, sono state sottoposte ad un diffusa e profonda ristrutturazione non solo organica, organizzativa e tecnico operativa, ma sostanzialmente concettuale. Tale strumento ora
ha dimensioni più ridotte, è articolato solo su base volontaria ed è costituito da Unità più contenute che, nel loro insieme, sono caratterizzate da maggiore flessibilità, prontezza ed efficacia operativa dell’intero apparato.
È chiaro anche che in tale trasformazione hanno giocato un ruolo significativo sia innovativi concetti di impiego delle
forze, sia l’evoluzione tecnologica che ha generato nuovi sistemi d’arma, nonché le limitate risorse economiche dedicate
al relativo settore.
Questo cammino, peraltro ancora in via di consolidamento, ha agito realmente in profondità nella specifica organizzazione e, considerando anche la sospensione del servizio militare di leva, esso inciderà ancora di più nel tempo all’interno
della nostra società.
Ora, se si considera che le funzioni primarie delle Associazioni di militari sono quelle di custodire le tradizioni, di mantenere il contatto con il Personale in servizio attivo e di favorire il collegamento tra la società e le Forze Armate, nel contesto del cambiamento di queste ultime, appare contraddittorio il mantenere inalterati i compiti e la struttura
delle prime. La logica conclusione che quindi emerge, è quella di dare nuova veste e sostanza ai sodalizi in argomento,
affinché siano compatibili con la nuova dimensione dell’apparato militare, ora anche a livello europeo.
Il fattore principale di quest’azione di adeguamento è certamente quello connesso all’aspetto umano. Infatti, la revisione
del concetto di Difesa ha prodotto una drastica riduzione dell’organico, il conseguente esubero e la cessione delle infrastrutture, che hanno implicato una minore presenza sul territorio di Personale e di installazioni militari. Inoltre, con la
già nominata sospensione della leva, si è determinato anche il distacco “fisico”, appunto tra società civile e Forze Armate, che non è facilmente colmabile direttamente da queste ultime, proprio per la
loro valenza prioritariamente operativa.
È in tale contesto che si colloca l’identità denominata “Associazione Nazionale
Permanente delle Associazioni d’Arma” (Assoarma), già operante da alcuni anni
non solo a livello nazionale ma, quale diretta emanazione, anche a quello provinciale ove, non a caso, nel regolamento unico si prefigge la finalità di: “…concorrere alla crescita morale e civile del Paese, partecipando alle attività sociali ed
umanitarie, con particolare attenzione per il volontariato ed il servizio di protezione civile.”
Busto in marmo di Gaio Mario
(Museo Chiaramonti), grande
innovatore delle forze armate romane
In definitiva il Personale in congedo, con l’innegabile esperienza e quale depositario di valori morali e patriottici, potrebbe sviluppare l’azione di collegamento
tra la vita militare e specificatamente il mondo giovanile, nonché di supporto
alle attività testé nominate. Questo potrebbe concretizzarsi con un insegnamento più diffuso nelle Accademie Militari, specie nella didattica formativa ed una
più frequente effettuazione di interventi/conferenze nelle scuole civili con il patrocinio e la certificazione del Ministero della Difesa a cura di iscritti alle varie
Associazioni d’Arma, ovvero con una maggiore presenza nella Protezione Civile
e comunque più in generale nella collettività con altre diverse modalità da valutare di volta in volta.
Vanni Scacco
Il Corriere dell’Aviatore N. 7-8/2015 45
Dalle Sezioni
Latina
“LA LIBIA DAL 2011 AL 2015: LEZIONI DI IERI - VALUTAZIONI DI OGGI
Conferenza del Gen SA Tiziano TOSI, tenuta a Borgo Piave il 15 aprile 2015
La Sezione ANUA di Latina, nel quadro delle attività di carattere culturale/informativo programmate per il 2015, in data 15 Aprile us ha effettuato una conferenza incentrata sulla Libia ed avente per titolo “LA LIBIA DAL 2011 AL 2015:
LEZIONI DI IERI - VALUTAZIONI DI OGGI. L’evento si è svolto presso l’Aula Magna della 4^ Brigata Tlc Da/Av a
Borgo Piave ed ha visto la partecipazione di personale militare dell’Ente AM, soci delle Sezioni ANUA e AAA di Latina
come pure di personale civile invitato.
Il tema, di grande attualità ed interesse, è stato sviluppato dal Gen. S.A. (Aus.)Tiziano TOSI, già Comandante della
Squadra Aerea nel periodo in cui si svolse la campagna aerea contro quel Paese.
Il conferenziere ha aperto l’intervento con l’illustrazione generale della Libia fornendo altresì alcuni lineamenti del regime di Gheddafi. Ha poi proseguito con una sintesi degli eventi occorsi nel 2011 e questa parte ha incluso una trattazione più dettagliata delle operazioni militari. Particolarmente interessante per l’uditorio è risultato il contributo fornito
dall’Italia con la disponibilità delle Basi Aeree che hanno ospitato gli assetti della coalizione e l’apporto molto qualificato dell’Aeronautica Militare. Questo può essere espresso da alcuni dati significativi: In otto mesi sono stare effettuate
46 Il Corriere dell’Aviatore N. 7-8/2015
Dalle Sezioni
8.000 ore si volo, sganciati 600 ordigni di caduta/lancio con “zero” danni collaterali ed una accuracy del 93%. Tali
obiettivi sono stati conseguiti dai nostri velivoli di attacco (EF2000, TORNADO, AMX) grazie anche al contributo dei
velivoli di supporto (C130, KC130, KC767) impiegati in missioni di rifornimento in volo e trasporto. In possesso di
una ampia conoscenza delle problematiche dell’area, acquisite anche per interesse personale, il Gen. Tosi ha poi sottolineato come dopo caduta di Gheddafi la situazione sia divenuta molto fluida soprattutto a causa del riacutizzarsi di esasperate divisioni tribali, con associati centri potere convinti di poter guidare il post rivoluzione.
Dal 2014 è guerra civile violenta fra i due governi (il primo a Tobruk riconosciuto dalla comunità internazionale e l’altro di Tripoli). Quale fattore aggravante di una situazione generale difficile, si devono menzionare i danni causati dalla
guerra che hanno determinato il crollo della produzione di petrolio e la paralisi delle attività produttive private. Da questo quadro non appare facile individuare una via percorribile per il futuro. Nella fase conclusiva della sua esposizione il
Gen. Tosi ha ipotizzato, da parte della comunità internazionale, la ricerca di forme di convergenza tra le fazioni libiche
usando il collante economico che appare l’unico possibile. Un ruolo positivo potrebbe anche essere attribuito al fronte
comune che sembra profilarsi contro il califfato.. Questi elementi, per ora allo stato embrionale, potrebbero aprire la via
al tentativo di una confederazione Libica assistita da forze di interposizione.
Come accennato in precedenza, l’argomento in sé, unito agli specifici contenuti offerti ed alla capacità espositiva dell’oratore hanno catturato l’attenzione dell’uditorio il quale ha confermato l’apprezzamento tramite le numerose domande
rivolte al termine della presentazione.
La serata è continuata con una riunione conviviale presso il Circolo Ufficiali in una atmosfera di vivacità e di simpatia, connotazioni che caratterizzano le riunioni di persone - quali i Soci - che condividono esperienze, valori ed
amicizia.
Un particolare ringraziamento va alla 4^ Brigata Tlc Da/Avnella persona del Gen. B.A. Giuseppe Sgamba ed al suo staff
che ci ha accolto con squisita ospitalità fornendo all’evento un supporto impeccabile.
Napoli
Caravaggio dal... vivo
Strepitosa rappresentazione artistica nella monumentale chiesa-museo di Donnaregina Vecchia nel cuore della Napoli
secentesca. Uno dei più antichi ed austeri monasteri sorto per ospitare, nel XIV secolo, le monache clarisse, è diventato l’impareggiabile scenario di un evento atteso da tempo. L’entusiastica
partecipazione di numerose decine di soci della sezione A.n.u.a. di Napoli ha contrassegnato ben 3 consecutive domeniche (appuntamento alle ore 10.00) con le bravissime guide
“autorizzate” le dott.sse Valeria ed Ilaria Buonomo (figlie del socio col Vincenzo) animatrici e fondatrici dell’agenzia culturale “Quo Vadis” a cui si affidano, da anni, intere delegazioni di associazione d’arma che sono in stretto contatto con l’Anua di Napoli.
Dunque, di cosa si tratta: Un’idea semplicemente geniale mai prima realizzata sul suolo
patrio da altre compagnie di giovani artisti.
Otto cultori d’arte appassionati delle opere caravaggesche hanno studiato, nei dettagli, 23
delle maggiori rappresentazioni pittoriche del maestro Michelangelo Merisi realizzate fra il 1594
ed il 1610. Fra esse la Deposizione, la Crocifissione di Pietro, la Flagellazione, per citarne solo alcune. Gli otto ertisti
hanno curato - di quelle tele- una fedelissima rappresentazione dal vivo, simulando alla perfezione le posture dei personaggi, i colori, gli abbigliamenti, le espressioni e, ciò che più desta lo scalpore e l’entusiastica meraviglia di tutti l’immobilità - per circa un minuto- della rappresentazione. Da restare stupiti per la precisione, la rapidità delle trasformazioni e
gli atteggiamenti fedeli alle tele del grande Merisi.Da non trascurare che la trasformazione dei “quadri” avviene a “scena
aperta”, cioé le quattro ragazze ed i quattro ragazzi cambiano i loro drappeggi, costumi, e scenografia innanzi agli occhi
Il Corriere dell’Aviatore N. 7-8/2015 47
Dalle Sezioni
del pubblico.Non vi sono quinte dietro di cui realizzare la diversità dei 23 “quadri” caravaggeschi. Tutto avviene al cospetto degli astanti estasiati da tanta bravura. Le musiche di Mozart, Bach, Vivaldi e Sibelius, oculatamente selezionate,
contribuiscono a creare un clima d’irripetibile estasi emotiva che affascina tutti. E ad ogni “quadro” applausi scroscianti
e meritati.
L’evento si è concluso a Maggio di quest’anno, ma le pressanti richieste da parte di operatori culturali che, tardivamente,
hanno scoperto la valenza scenica e rievocativa di questo sublime lavoro teatrale, sono stata tante per cui con la prossima
primavera (se non addirittura a Dicembre) sarà possibile organizzare nuove pacifiche incursioni culturali nella maestosa
chiesa di Donnaregina laddove questo progetto culturale ideato dalla facoltà di Architettura Luigi Vanvitelli di Napoli,
potrà raggiungere, ancora numerose migliaia di appassionati d’arte e cultura.
Regista dello spettacolo, che ha l’imprevedibile titolo di “La conversione di un Cavallo” è Ludovica Rambelli, storica
dell’arte. Responsabile dell’organizzazione il nostro “socio aggregato” Elio De Rosa, che cura, da anni, tutti i più importanti eventi che si svolgono nella stupenda Chiesa di Donnaregina Vecchia. Agli eventi di questa stagione hanno
partecipato una quarantina di soci e familiari fra cui ricordiamo: i gen.li Romano,Valente, i col. Buonomo, Cerracchio, Bolchini, Valerio, i soci De Lucia, Pisanelli, Monti, e tanti altri che hanno voluto assistere alla rappresentazione
più d’una volta.
Giuseppe Lenzi
48 Il Corriere dell’Aviatore N. 7-8/2015
Dalle Sezioni
Bari
presentata la “ricerca” del socio Giovanni Battista Cersòsimo dal titolo
LA GRANDE GUERRA CENTO ANNI DOPO
I Caduti e i Combattenti di Santo Spirito
nel centenario della partecipazione italiana alla Grande Guerra
24 maggio 1915 - 24 maggio 2015
L’Associazione Turistica “Pro Loco” del Quartiere Bari - Santo Spirito, in occasione del ventennale della sua costituzione, ha organizzato una serie di incontri, il primo dei quali ha avuto luogo presso la prestigiosa Sala Ricevimenti “Villa
degli Arcieri” di Via Napoli n.197 il 9 luglio 2015, alle ore 19,00 con la presentazione del libro - edizione EDIPUGLIA
srl di Bari-S.Spirito - a cura dell’autore, Giovanni Battista Cersòsimo, specificata nel titolo.
Gli intervenuti dopo aver attraversato il vestibolo della lussuosa
dimora ottocentesca, nella quale era allestita una “mostra statica”
con alcune immagini della “Grande Guerra” (1915-1918) ed una
raccolta mirata de “LA DOMENICA DEL CORRIERE”, hanno
avuto accesso alla sontuosa “Sala Ricevimenti” della Villa, appositamente allestita e nella quale un posto d’onore era riservato al
“Labaro” della Federazione Provinciale del “Nastro Azzurro tra decorati al Valor Militare” di Bari.
L’incontro ha avuto inizio con le note dell’Inno del Piave, ascoltato
dai presenti in piedi e visibilmente commossi, è seguita la proiezione su “maxi schermo” di alcune diapositive d’interesse, mentre
la Prof.ssa Adele Pulice Lozito, “moderatrice” dell’incontro e Vice Presidente della Pro Loco, dopo aver salutato i convenuti, ha dato lettura di una “lettera”, scelta fra le più significative tra quelle indirizzate dai genitori ad un Combattente
della “Grande Guerra”, che era al fronte.
Dopo una breve “introduzione” del Presidente della Pro Loco, Professor Vincenzo Colonna, la “moderatrice” ha ceduto la parola al “relatore”, Generale Dott.
Giuseppe Picca, Presidente della Federazione Provinciale del “Nastro Azzurro” di
Bari e Vice Presidente Nazionale, il quale ha presentato la “ricerca” - approfondita ed amorevole, come ha voluto definirla il “relatore” - curata dal Socio del “Nastro Azzurro”, Giovanni Battista Cersòsimo sugli abitanti di Santo Spirito, all’epoca Frazione del Comune di Bitonto, che nel corso della “Grande Guerra”
(1915-1918) avevano dato la loro vita per la Patria in guerra o le avevano comunque dedicato i migliori anni della loro gioventù.
Il “relatore” ha quindi ricordato le “motivazioni” delle più significative decorazioni al Valor Militare, concesse ai Combattenti citati nella “ricerca”, ai quali sono
state intitolate nel tempo alcune “vie” del Quartiere Santo Spirito.
Ha ricordato, inoltre, il
“cannoneggiamento”
subito da Santo Spirito
da parte di due torpediniere austriache quel 26
agosto 1915 che aveva
distrutto parzialmente
la Stazione della “Piccola Velocità”, nella quale
aveva preso fuoco un
carico destinato ad un
fabbricante di candele
Il Corriere dell’Aviatore N. 7-8/2015 49
Dalle Sezioni
di Bitonto e colpito accidentalmente la villa del farmacista Morelli, che era sulla “traiettoria di tiro”.
La “moderatrice” ha quindi ceduto la parola all’autore, che, brevemente, ha illustrato le motivazioni
che lo hanno spinto a realizzare la sua“ricerca”, intesa a “ricordare, per onorare... e non dimenticare” quei giovani abitanti del “borgo marino” di
Santo Spirito, molti dei quali “marinai” legati all’attività “peschereccia” e concentrati intorno alla
Torre di Guardia, eretta nel 1569 a difesa dalle
scorrerie barbaresce o sulla via che da Bari conduceva a Napoli e denominata ancora oggi Via Napoli, nei dintorni della Chiesa Parrocchiale, che era
stata costruita nel 1852. L’autore ha precisato che
la “ricerca” è destinata agli abitanti del Quartiere
che gradiranno riceverne “copia” ed agli alunni delle scuole del Quartiere, perché possano collegare le
nozioni acquisite nel corso degli studi con il “ricordo” dei loro Cari, già Combattenti della “Grande
Guerra”.
Ha quindi concluso il suo intervento ringraziando
le Autorità civili e militari ed i numerosi abitanti
del Quartiere intervenuti ed un “grazie” particolare
ha voluto rivolgere a quanti, con i pochi documenti ancora in loro possesso, avevano contribuito al
“ricordo” di quei “Combattenti”, che avevano portato a compimento“l’unità nazionale”, già iniziata dai loro padri con le “guerre d’indipendenza”.
Hanno poi preso la parola il Senatore Giovanni
Procacci di Bitonto ed il Presidente dell’Associazione Arma Aeronautica, Generale Domenico Chirico, amico dell’autore fin dagli anni di comune servizio al Comando della III Regione Aerea di Bari.
La “moderatrice” ha, quindi concluso l’incontro illustrando le manifestazioni già programmate che
concluderanno gli incontri già organizzati.
Fra i familiari dei Caduti e dei Combattenti intervenuti, erano presenti, in prima fila, l’Ing. Pasquale
Bonavoglia, figlio dell’eroico Tenente pilota Ernesto Bonavoglia (1895-1963), decorato con due
Medaglie d’Argento al Valor Militare e il Generale
EI Emanuele Sblendorio, nipote del “Caduto” Antonio Sblendorio (1892-1916), che l’11 dicembre 1916 era scomparso in mare con la R. Nave Regina Margherita di
fronte alle coste albanesi.
Fra le Autorità presenti il già citato Senatore Giovanni Procacci di Bitonto, l’Avvocato Moretti della Circoscrizione Santo Spirito, il Dott. Giovanni Maria Maralfa - Presidente On. della Corte Militare d’Appello e già Presidente del Tribunale Militare di Bari - e Signora, il già citato Presidente della Federazione Provinciale del “Nastro Azzurro” di Bari, Generale Giuseppe Picca e Signora, il Generale Domenico Chirico, Presidente della Sezione Arma Aeronautica di Bari con
numerosi Soci della Sezione, il Tenente Colonnello dell’Aeronautica Militare Marco Leucci dello Stato Maggiore del
Comando Scuole e III Regione Aerea, in rappresentanza del Generale di Squadra Aerea Franco Girardi, Comandante
Generale delle Scuole A. M. e III Regione Aerea di Bari, il Comandante della Stazione Carabinieri di Santo Spirito, in
rappresentanza del Comando Legione Carabinieri “Puglia”, oltre a numerosi collegli ed amici dell’autore, Soci dell’Associazione del “Nastro Azzurro” - U.N.U.C.I. - Arma Aeronautica (A.A.A.) e Ufficiali in Congedo dell’Aeronautica
(A.N.U.A.).
50 Il Corriere dell’Aviatore N. 7-8/2015
Dalle Sezioni
Taranto
Ali, Ponti e Pontili: arte e musica a Mar Piccolo.
Serie di manifestazioni al 65° Deposito dell’Aeronautica Militare
È iniziata il 6 giugno 2015, con la
manifestazione artistica denominata
“Ali, Ponti e Pontili” la serie d’incontri voluti dal Comando del 65° Deposito Territoriale Aeronautica Militare di Taranto con l’ANUA, l’Associazione Nazionale Ufficiali Aeronautica, in occasione del centenario
della nascita dell’adiacente Idroscalo
“Luigi Bologna”.
I saluti sono stati portati dal comandante della
struttura, il t.col. Piergiorgio Farina (in particolare ad alcuni rappresentati dell’Associazione
Pionieri dell’Aeronautica lì presenti) che ha
spiegato come, oltre ai normali compiti d’istituto, l’importante e storico 65° Deposito abbia voluto aprirsi ancora alla città mettendosi a disposizione della cittadinanza con manifestazioni pubbliche.
Ancora un particolare saluto e ringraziamento è stato porto all’artista “aeropittrice” Marcella Mencherini, nota a livello
nazionale per i suoi dipinti di soggetto aeronautico, alcuni dei quali presenti in mostra a Taranto.
Alla cerimonia inaugurale hanno preso parte, con brevi interventi, il m° Paolo Cuccaro in rappresentanza dell’Istituto di
Alta Cultura Musicale “Paisiello”; il col. Roberto Leo, comandante della Scuola Volontari Truppa sita all’Idroscalo (che
ha parlato delle difficoltà e dei limiti in cui si dibattono oggi le Forse Armate, ma bilanciati dai valori, dalla storia e dalle risorse umane); il presidente dell’ANUA, dott. Aldo Marturano, motore instancabile e propulsore di tali iniziative che consentono lo scambio culturale bidirezionale tra città e Aeronautica; il giornalista Antonio Biella, già direttore del Corriere del Giorno che ha posto in rilievo la necessità, per Taranto, di riscoprire la propria storia anche attraverso il rapporto così antico e fecondo con le Forze Armate; infine il presidente dell’ “Impronta”, Arturo Camerino, l’associazione di artisti che ha dato vita alla mostra.
Un particolare ringraziamento il dott. Marturano l’ha riservato agli sponsor che hanno consentito le manifestazioni:
l’Ordine dei Dottori Commercialisti, la Compagnia Portuale Neptunia, l’Assicurazione Sara e Autoaffare.
Al termine degli interventi, è stata inaugurata la mostra di pittura nella quale hanno esposto numerosi artisti pugliesi.
La serata è stata dedicata alla musica con un meraviglioso concerto dell’Accademia Mezzogiorno Musicale con la sua
Orchestra da Camera di Taranto.
Il fondatore e direttore artistico, M° Franco Mezzena, si è esibito al violino con la presidente dell’Accademia, M° Nancy
Barnaba, anch’essa violinista, accompagnati dall’intera orchestra di giovani. I due hanno dato vita a una serie di brani
nei quali hanno messo in campo un grande rigore stilistico insieme ad autentico virtuosismo. Verso la fine è entrato in
campo anche il M° Tony Caramia con il suo oboe col quale ha disegnato suggestive emozioni.
Applausi e bis hanno segnato il successo del concerto.
Il 10 giugno è stata poi giornata storica per il 65° Deposito Territoriale dell’Aeronautica Militare, che ha visto la presenza e gli interventi dell’Arcivescovo metropolita di Taranto, Mons. Filippo Santoro, e il Magnifico Rettore dell’Università di Bari, prof. Antonio Felice Uricchio.
I due autorevolissimi personaggi, accolti e presentati dal comandante del 65°, T.Col. Piergiorgio Farina, e dal presidente della Sezione ANUA di Taranto, dott. Aldo Marturano, hanno svolto i loro diversi ma per molti versi coincidenti interventi sul tema: “Scienza e Fede motori di
progresso umano”.
Il Corriere dell’Aviatore N. 7-8/2015 51
Dalle Sezioni
Il comandante Farina,
introducendo gli ospiti,
ha ricordato la serie di
iniziative prese dal 65°
e dall’ANUA in occasione del centenario
dell’adiacente Idroscalo
“L. Bologna”, ovvero
mostre, conferenze e
concerti sotto il titolo
“Ali, ponti e pontili”.
E la giornata “storica” è
iniziata proprio con la
visita dell’Arcivescovo
al pontile del 65° che si
protende nel Mar Piccolo praticamente ad
andare incontro alle na- Nella foto, da sin. Il Comandante T.Col. Piergiorgio Farina, l’Arcivescovo Mons. Filippo Santoro,
vi che riforniscono di il Magnifico Rettore dell’Università di Bari, prof. Antonio Uricchio, il Pres. Anua, dott. Aldo
carburante i serbatoi Marturano.
sotterranei della base.
Un esempio da sempre – ha spiegato il T.Col. Farina – di efficienza e rigoroso rispetto dell’ambiente.
Dunque, Mons. Santoro prima, e il prof. Uricchio dopo, hanno affrontato il tema non proprio insolito, ma sempre affascinante, del rapporto fede e scienza.
«Perché al fondo di tutta la vita c’è il mistero – ha detto l’Arcivescovo – e l’unico aiuto viene da un Dio che si rivela».
«Perché la scienza non può spiegare la fede – ha detto il Magnifico Rettore – così come la fede non può dare prove alla
scienza».
Insomma, ognuno ha affrontato l’argomento da una visuale diversa ma senza creare dicotomie.
«Diceva bene Platone – ha ricordato mons. Santoro – quando affermava che il massimo della ragione sarebbe un dio che
si rivelasse. Proprio quello che sarebbe accaduto col cristianesimo». E così, la fede non è astrattezza, ma si fa concreta
perché migliora la vita delle persone, illumina ogni rapporto: con la famiglia, con gli amici, col lavoro. «Altrimenti a che
serve?».
Infine l’Arcivescovo, con la semplicità che gli viene dal suo lungo apostolato in Brasile, ha raccontato la “catechesi” fatta
a un ragazzino che gli aveva chiesto: «Ma non è che tutto ciò che dite è tutta un’ invenzione?». E l’Arcivescovo di rimando: a te piace il panino? E ti piace quello vero, che addenti, o quello virtuale, che vedi in televisione? E alla ovvia risposta del ragazzo, che preferiva quello vero, da addentare, l’arcivescovo aveva risposto di slancio: «E ti pare che io mi sarei
fatto 28 anni di missione in Brasile per un panino virtuale?!».
Per il prof. Uricchio, poi, scienza e fede non si spiegano a vicenda ma non sono incompatibili: entrambe danno delle risposte all’uomo.
La scienza permette sicuramente all’Aeronautica di svolgere il suo ruolo, ma altre scienze (come quella medica, ambientale, ecc.) intervengono diversamente in aiuto dell’uomo. Quindi, il rettore ha fatto l’esempio di un esperimento di bonifica di alcuni suoli inquinati dove sono stati piantati dei pioppi: un’operazione condotta da ricercatori dell’Università
con giovani detenuti.
«Perché – ha concluso il prof. Uricchio – la scienza deve essere intesa come possibilità di servizio, e questo l’avvicina alla fede».
Le conclusioni sono state affidate al dott. Aldo Marturano, consigliere nazionale dell’ANUA e presidente provinciale. In
questa veste, Marturano ha portato il saluto del presidente nazionale ANUA, gen. S.A. Mario Majorani e ha ringraziato
il gen. S.A. Pasquale Preziosa, Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, per l’attenzione verso Taranto. Quindi si è complimentato con gli illustri relatori e si è felicitato per l’organizzazione con il comandante Farina concludendo col “Gheregheghez”, il grido delle aquile.
Nel corso della manifestazione, in rappresentanza dell’Istituto di Alta Cultura Musicale “Paisiello”, si è esibito al pianoforte il m° Larry Franco con alcune sue allieve della classe di canto jazz: Tanya Pugliese, Dee Dee Joy e Flavia Saracino.
Ma le emozioni della musica sono le più difficili da descrivere.
Antonio Biella
52 Il Corriere dell’Aviatore N. 7-8/2015
Scienza e Fantasia
Stelle Cadenti
L
o sapete come vanno queste cose, no? Quando, con
lo sguardo, ne avvistiamo una nel suo fugace apparire e sparire, siamo abituati ad esprimere un desiderio affinchè all’indomani il mondo ci sorrida un po’ di
più. Alcune appaiono e scompaiono nel tempo di un sospiro, altre permangono nel cielo per quattro, cinque, sei secondi… attraversando la volta stellata da Nord a
Sud o da Ovest verso Est, tuffandosi alla fine dietro l’orizzonte come piccoli Soli.
Portatrici di felicità
dunque? Perché no.
In fondo ci vuole così
poco per sperare in un
miglior domani, per
noi, per le persone che
amiamo e magari anche
per le sorti dell’umanità.
Stelle cadenti, shooting stars,
falling stars, stelle filanti, polvere di
stelle: quanti modi per chiamarle, uno più
bello dell’altro. Ma alla fine, che vi piaccia o no, nient’altro che semplici detriti, residui di pietre rocciose che vagabondano per il cosmo alla ricerca del loro destino.
Un destino che, per quel che ci riguarda, è quello di venire ad infrangersi sulla nostra atmosfera evaporando per attrito in un scintillio di luci e di colori.
Spesso esse sono il rilascio della coda di comete transitate
imprudentemente troppo vicine al Sole. Altre volte sono
vere e proprie popolazioni di asteroidi che la Terra attraversa periodicamente nel suo monotono peregrinare attorno al Sole. È così che le ritroviamo nel massimo tripudio due volte all’anno, a San Lorenzo, tra il 10 e il 12 d’agosto, e a novembre, tra il 9 e il 17. Le une chiamate Perseidi, perché ci appaiono come se provenissero dalla costellazione di Perseo verso Oriente, laddove dodici ore
prima era sorto il Sole. In realtà, quegli asteroidi sono assai più vicini del lontanissimo Perseo. E così è per le stelle
filanti di novembre che, invece, paiono provenire dalla
costellazione del Leone (sono le Leonidi, appunto) e che
riflettono per noi la luce del Sole tanto intensamente da
dare a quelle notti il nome di “Estate di San Martino”.
Naturalmente vi sono anche altri appuntamenti durante
il corso dell’anno, come le Quadrantidi, le Lyridi, Tauridi
e qualche altra. Ma le più significative restano le Perseidi e
le Leonidi, peraltro cantate e celebrate da poeti e musicisti
di tutte le età. Come dimenticare “Catch the falling star”
cantata da Perry Como negli anni ’50? Oppure i versi su
San Lorenzo di Giovanni Pascoli? O ancora le notti stellate di Van Gogh in quel turbinio di luci?
di Sergio Bedeschi
Solitamente cominciano a bruciare a 120 chilometri dalla superficie terrestre per evaporare definitivamente
scomparendo a 65 chilometri. Qualche volta uno spettacolo mozzafiato! Chi come noi nella vita ha volato a
grandi altezze ne ha viste certamente alcune di inimmaginabile bellezza. Soprattutto al di sopra del
tettuccio di un caccia militare che, la
notte, lasciava osservare il cielo in
tutta la sua immensità, come
in Cinescope.
Qualcuna, come sapete,
non brucia del tutto e
allora ecco i meteoriti
che possono giungere
sulla Terra non senza
qualche preoccupazione. Dunque uno spettacolo di bellezza, ma
anche una possibile minaccia.
E qui sarebbe giusto e sacrosanto ricordare le due stazioni spaziali che, con tre astronauti perennemente presenti a bordo, girano sulle nostre teste
senza requie a circa 200 chilometri di altezza (la “Zarya”
del consorzio USA-Russia-Europa e il “Palazzo celeste”
targato esclusivamente made in China). Facile capire
che, data la relativa altezza, esse sono sempre completamente esposte al pericolo di impatto.
Tanto per non dimenticare come la vita lassù sia, giorno
dopo giorno, un’epopea di eroismo e di conquista. Non
proprio una vita di routine, come ingiustamente talvolta,
per colpevole assuefazione, noi “terrestri” saremmo portati a pensare.
Ma chiudiamo con una nota lieta (seppur sempre accorata e romantica) di quel mago della parola e del verso che
fu Trilussa:
La stella cadente
Quanno me godo da la loggia mia
quele sere d’agosto tanto belle
ch’er celo troppo carico de stelle
se pija er lusso de buttalle via
ad ognuna che casca penso spesso
alle speranze che se porta appresso.
Il Corriere dell’Aviatore N. 7-8/2015 53
Dai Nipotini dell’ANUA al Premio 2015 “L’Aeronautica dei miei Sogni”
54 Il Corriere dell’Aviatore N. 7-8/2015
Dai Nipotini dell’ANUA al Premio 2015 “L’Aeronautica dei miei Sogni”
Il Corriere dell’Aviatore N. 7-8/2015 55
Dai Nipotini dell’ANUA al Premio 2015 “L’Aeronautica dei miei Sogni”
Nei miei sogni
Ciao a tutti, sono Camilla e ho 12 anni. Sono l’ultima erede di una grande famiglia di
aviatori che ora voglio descrivere.
Iniziamo con il nonno paterno, Alberto che
adesso non c’è più e purtroppo non ho mai
potuto conoscere ma so che anche durante la
guerra era un grande motorista a bordo di aeroplani come l’Esse 79 e che ha ottenuto un
riconoscimento dallo Stato Italiano, precisamente Cavaliere della Repubblica.
Passiamo al nonno materno, Guido Enrico,
che ha cominciato a volare giovanissimo con
un aliante costruito proprio da lui stesso, poi
divenne istruttore del Mustang, cioè uno dei
caccia più famosi della seconda guerra mondiale e poi ha portato moltissimi aerei anche
dell’Alitalia. Ha diretto Scuole di Volo e ha
scritto libri e manuali per piloti. Infine scrive
ancora oggi sul Corriere dell’Aviatore.
Veniamo poi al mio papà Paolo che dopo
aver fatto il Capitano in Aeronautica, in
Aviazione Generale ha volato con tanti aerei
fra cui il P180,Ciatation, Falcon, Boeing e
Airbus. Ha volato per 15 anni con Air One e
poi è passato in Alitalia per altri cinque anni
ed ora è in pensione anticipata.
Credete che la mamma Annalisa sia da meno? No perché da giovane ha fatto la Hostess
sugli aerei privati di papà incontrando personaggi famosi ed è proprio lì che i miei genitori si sono conosciuti. E che dire di mio fratello Alessio che qualche mese fa studiava per
passare degli esami e diventare assistente di
volo ed ora lavora per la Ryanair a Charleroi
in Belgio? Per non parlare di mio zio Stefano
che ha pilotato il famosissimo Cacciatore di
Stelle F104 e ora fa il comandante Alitalia e
ha portato perfino il Papa.
E poi ancora mio zio Piero, anche lui in Aeronautica alla 46^ Aerobrigata, tecnico di volo prima sul vagone volante C.119 e poi sul
G 222 e infine sui Falcon 20/50/900.
E per finire ci sono le mie zie Silvia che ha fatto
la Hostess in Alisarda e zia Barbarain Alitalia.
E io per ora alla mia età, ho fatto numerosissimi voli,naturalmente come passeggera ed
ho girato il mondo, tutta Itali e gran parte
dell’Europa come Londra, Parigi, Vienna,
Hamsterdam, Copenhaghen, Atenee anche
Sharm el Sheick.
Insomma in ogni occasione in famiglia si parla solo di aeroplani e di imprese aviatorie!!!!!
Camilla Proietti Bergomi
Nel prossimo numero
altri versi e composizioni.
56 Il Corriere dell’Aviatore N. 7-8/2015
SO STENITO RI EVENTI A NUA 2015
In questo numero:
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N. 7-8 Luglio-Agosto 2015
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15° Stormo: salvezza dal cielo
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Il Caso Ustica: Messaggio del Presidente Mattarella
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ExoMars: accordo tra CSV e TAS-I
16° Stormo: Visita del Capo di Stato Maggiore dell’AM
15° Stormo: consegnato il primo HH-101° “Caesar”
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Dagli Esperti Amministrativi
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2005-2015: 10 anni di “Predator”...
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Inaugurato l’European Personnel Recovery Centre p. 19
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I tanti volti della struttura che quest’anno
compie 90 anni di Paolo Tredici
In questi mesi ricordiamo... (Bergomi)
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Nuove macchine nel mondo aeronautico,
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N. 7- 8/ 2015