Bonatti Bulletin - Università degli Studi di Parma

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Bonatti Bulletin - Università degli Studi di Parma
Bonatti SpA
Corporate Bulletin
2010 - n. 2 - Giu / Ott
INDICE
HSE
4
Extension de la central electrique
d’Alrar, Algerie, attuazione di un
sistema di incentivazione alla sicurezza
Contributor: Luca Princivalli Conti
7
Un nuovo tetto, caldo e pulito
Contributor: Stefano Protogene,
Claudio Sanzo
10
Safety News
ORDERS ACQUIRED
12
Dahab Field Development:
aiutiamo la Libia a risparmiare acqua
Contributor: Marco Garbusi,
Mario Gioia, Alessandro Merli
14
Gasnetz Steiermark, ‘Progetto
Sudschiene’, proseguiamo fino a Eisbach
Contributor: Oliviero Corvi
COUNTRIES
& WORKS UNDERWAY
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Un anno di successi a Karachaganak
Contributor: Andrea Manzoni
20
Mellitah: Shut Down 2010
Contributor: Matteo Benincasa,
Ilario Pulcini
24
OPAL Project: un aggiornamento
dalla Germania
Contributor: Manfred Klingelhöfer
28
Algeria: un aggiornamento
sui lavori di Gassi Touil ed El Merk
Contributor: Norberto Tisacchi
30
KIOGE 2010
Interviste con Andrea Etzi
e Aliya Karlinbayeva
34
TOG 2010 - 5th Technology
of Oil and Gas Forum
Contributor: Giovanni Gorgoglione,
Franco Grassi (Emerson), Walid Zlitni
36
STU Stazione:
l’Università entra in cantiere
Contributor: Filippo Bucci
Intervista con il Prof. F. Giuliani
PEOPLE
42
In Germania con la massima affidabilità
Intervista con Arnold Diethelm
44
La formazione e lo sviluppo in Bonatti:
due anni di esperienze
Contributor: Paolo Umidon
46
EDITORIALE
“Devo confessarlo, sono nato molto giovane”, assicurava
un maestro della comicità, Groucho Marx.
Così apriamo questa edizione del Bulletin: con una copertina dedicata ai giovanissimi.
Nella prima pagina, infatti, sono ritratti gli studenti della
Facoltà di Ingegneria dell’Università di Parma intenti ad
osservare il lavoro degli operai sul cantiere STU Stazione
di Parma.
Questo interesse del mondo accademico nei confronti
delle attività di Bonatti ci onora: si tratta di una collaborazione avviata ormai da diversi anni che stabilisce un
reciproco scambio di esperienze e di saperi, indispensabili
alla crescita di entrambe le parti quanto a relazioni ed a
progetti innovativi.
Crediamo inoltre che non sia un fatto casuale che le università ci intercettino perché si possono individuare nella
nostra struttura quei veri e propri centri di eccellenza di
cui è composta l’identità stessa di Bonatti: i mestieri e le
competenze nel campo dell’ingegneria delle costruzioni.
Ne raccontiamo una larga parte in questo Bulletin: dagli
Shut Down di Karachaganak a quelli di Mellitah
(consegnati al cliente in anticipo), dalle pipeline in Germania (il diametro più grande in Europa!) fino, appunto,
alla Stazione di Parma.
“Se la giovinezza è la stagione della speranza, lo è spesso
solo nel senso che i più anziani sono pieni di speranza per
noi”, disse una volta la scrittrice inglese George Eliot. Il
tema dei giovani ricorre, infatti,anche nell’articolo che
abbiamo dedicato alla Formazione, quella con la “f”
maiuscola, in quanto costituisce uno degli elementi qualificanti della nostra azienda: un percorso che sta dando già
da qualche mese interessanti risultati.
Giovani come Aliya e Andrea, protagonisti dell’edizione
del Kioge 2010: li abbiamo intervistati per voi direttamente dal “campo di battaglia” di Almaty!
Diamo, infine, il benvenuto alla nuova BU Automation &
Electrical Solutions, fondata per valorizzare al massimo la
preparazione tecnica di Carlo Gavazzi Impianti, il ramo
del Gruppo specializzato nel settore elettro-strumentale.
È, insomma, un’edizione molto densa di contenuti, che dà
un quadro completo dell’andamento di molti progetti in
corso con un peso significativo per la crescita dell’azienda
e del suo personale.
Last but not least, come direbbero gli anglosassoni, vogliamo catturare la vostra attenzione sulle immagini che
abbiamo impiegato per questo Bulletin: sempre più curate, raffinate e di elevata qualità (speriamo che il National Geographic non pensi di saccheggiarci!).
È uno dei primi risultati di un progetto di ampio respiro
per descrivere sempre meglio e con più efficacia la realtà
Bonatti.
Buona lettura!
Matteo Patera
Frédéric Santelli
Entriamo in sala controllo
al fianco del cliente
Intervista con Fabio Mazzoli
2
El Merk: lo sfilamento.
HSE
Extension de la central electrique d’Alrar,
Algerie, attuazione di un sistema
di incentivazione alla sicurezza
Contributor: Luca Princivalli Conti
Il giorno 15 Ottobre il progetto di Alrar, in Algeria, ha celebrato un anno di attività
senza infortuni con assenza dal lavoro (Lost Time Incidents).
Come dicono i Francesi o meglio gli Algerini: Bravos!
Il nuovo impianto di produzione di
energia elettrica di Alrar, viene
realizzato nel sud-est dell’Algeria
vicino al confine Libico; il progetto
commissionato da Sonatrach, la
Società nazionale petrolifera, è
portato avanti congiuntamente da
Bonatti e Gavazzi, mentre il principale subcontractor è GCB, una
società locale.
Circa il 90% del personale utilizzato è locale (informazioni più dettagliate sul progetto sono contenute nel contributo di Pettinari e
Giansante apparso sul Bulletin nr.
1/2010).
Il programma di costruzione della
centrale prevede 900.000 ore di
lavoro. In linea con la politica
aziendale HSE, Bonatti/Gavazzi
hanno intrapreso da subito i giusti
passi per istituire e mantenere un
ambiente di lavoro sicuro; tramite
un team di tecnici della sicurezza
impiegati a tempo pieno ed attraverso il suo line manangement,
forte di una mentalità antinfortunistica ormai acquisita è stato
attuato un programma di sensibilizzazione, responsabilizzazione ed
incentivazione del personale che
ha dato i suoi frutti: nel corrente
mese di Ottobre le statistiche di
sicurezza hanno registrato 500.000
ore lavorate senza infortuni (Lost
Time Injury), un obiettivo il cui
raggiungimento è stato accolto
con entusiasmo dalla committente.
Nelle immagini alcuni momenti dell’evento.
4
Questa è la breve cronaca di una
serata di festa, dove si è celebrato
il raggiungimento di un obiettivo
di sicurezza importante, ma che
ha anche costituito un momento di
svago e di avvicinamento tra compagni di lavoro di paesi e costumi
diversi.
HSE
La cerimonia, in occasione della
quale era stato preparato un apposito palco nella Base de Vie,
(verificato strutturalmente
dall’occhio esperto del collega
Renzo Peroni...) ha avuto inizio
alle 17:30 di fronte a un centinaio
di lavoratori che attorniavano il
podio e alla presenza dei funzionari della Sonatrach, con un discorso
di apertura da parte di Alberto
Merella, Coordinatore della Costruzione in Algeria.
Merella, che sin dall’inizio del
progetto ha preteso l’applicazione
dei più alti standard di sicurezza
sul cantiere, ha ringraziato tutti i
presenti per il loro impegno nel
rispetto delle regole di HSE e per
il contributo al raggiungimento di
questo obiettivo ed ha auspicato
che il progetto continui sugli stessi
binari.
Dopo Merella, sotto la regia del
Responsabile HSE Bonatti di Progetto François Fragnè e del suo
team HSE (Mohamed Ali M’barek,
Salim Difallah, Tarek Beroual, Mohamed Benkhedim, Issam Djerida)
e con la gentile traduzione in lingua araba del responsabile HR du
Site Mr. Abderrahmane, si sono
susseguiti gli altri discorsi ufficiali
mentre i Responsabili del progetto
Paolo Pettinari, Chef du Projet e
Alessio Tomassini, Construction
Manager, hanno consegnato delle
targhe commemorative ai rappresentanti della Sonatrach e della
GCB.
L’evento è continuato con la premiazione sul palco di un numero di
lavoratori che si sono distinti per
meriti nell’applicazione delle norme di sicurezza. I colleghi più alti
in grado, tra cui il QA/QC Manager
Paolo Vetri, si sono succeduti nella
distribuzione dei riconoscimenti
ufficiali.
La serata ha avuto termine con
l’estrazione a sorte di alcuni premi, parte questa che è stata seguita da tutti i presenti con particolare trasporto.
I partecipanti alla manifestazione,
inclusi i rappresentanti del cliente, si sono infine trasferiti nella
mensa del campo, dove a tutti è
stato servito un pasto tradizionale
molto apprezzato, méchoui
(montone) e cous cous.
L’evento ha raccolto larga parte delle maestranze. Dall’alto, in senso orario: le premiazioni, A.Merella e un momento dell’evento nel campo di Alrar.
5
Questo tipo di manifestazione, per
chi vuole saperne di più, rientra
nell’ambito di uno schema di incentivazione alla sicurezza.
Nell’applicazione pratica di un
sistema di gestione della sicurezza, uno schema di incentivazione
assolve il compito di dare evidenza
allo sforzo che viene richiesto per
istituire un ambiente di lavoro
sicuro e a zero incidenti.
I cardini di uno schema di incentivazione sono :
• Promuovere il lavoro di team tra
tutti i lavoratori del progetto e
migliorare la sicurezza.
• Promuovere la performance di
sicurezza attraverso l’educazione
del personale.
• Riconoscere formalmente e premiare i raggiungimenti di sicurezza.
HSE
Sviluppare, implementare e mantenere un luogo di lavoro e un’attitudine sicura richiede l’impegno
da parte di tutto il personale, incluso quello dei subappaltatori.
Staff, lavoratori, subappaltatori,
autisti, manager, tutti coloro che
hanno un compito all’interno dell’organizzazione hanno la potenzialità di subire un danno da una
situazione o da un’azione rischiosa, ma sviluppando in modo cosciente un metodo di lavoro sicuro
si può arrivare a minimizzare il
rischio di realizzazione dei potenziali pericoli.
Inoltre, quando viene valutata la
sefety performance di una commessa o quella relativa ad un luogo di lavoro, c’è una tendenza a
focalizzare sugli aspetti negativi
associati alle attività, quali gli
incidenti e gli infortuni sul lavoro.
Benché vi sia una riconosciuta
necessità di registrare tali eventi,
per motivi contrattuali o perché
richiesto dalla legge, vi è anche la
esigenza di dare un riconoscimento a quelli che sono chiamati indicatori proattivi della performance
di sicurezza.
Uno schema di incentivazione alla
sicurezza serve quindi a creare un
salutare spirito di competizione e
ad accrescere la sensibilità nei
confronti della sicurezza.
Inoltre, da ultimo ma certo non
meno rilevante, può costituire un
momento di comunicazione positiva nei confronti dei clienti.
François Fragné assegna i premi per la sicurezza; sopra altri momenti dell’evento e delle premiazioni.
6
HSE
Un nuovo tetto, caldo e pulito
Contributor: Stefano Protogene, Claudio Sanzo
Il tetto della palazzina magazzino-officina-uffici di Parma in una fase avanzata dei lavori: il nuovo tetto è quasi pronto.
IIl progetto di riqualificazione energetica e ambientale della nostra sede, iniziato nel 2008 con
l'ammodernamento degli impianti
di climatizzazione, ha oggi raggiunto un altro traguardo ragguardevole.
Entro la fine dell'anno sarà messo
in funzione il nuovo impianto fotovoltaico installato sulla altrettanto
nuova copertura dei capannoni
magazzino e officina, adiacenti al
palazzo uffici.
zato e monitoraggio remoto
• riattivare l’unità di trattamento
dell'aria che provvede al ricambio giornaliero dell'aria in tutti
gli ambienti dell'edificio.
• l'installazione, all'ingresso principale, di una nuova porta a
bussola ad apertura automatica
che consente di ridurre sensibilmente lo scambio d'aria con
l'esterno, oltre che migliorare la
funzionalità dell’accesso.
Ci conforta poter scrivere che,
dalle prime verifiche effettuate,
risultano ridotti i consumi energetici di sede di circa il 15%.
L'impianto fotovoltaico che stiamo
costruendo è il naturale sviluppo
del progetto di riqualificazione
ambientale ed energetica della
sede.
Prima di illustrare il progetto fotovoltaico, vorremo fare un breve
cenno sul "revampig" (termine a
noi noto) dell'impianto di climatizzazione.
Con lo scopo di migliorare la efficienza energetica dell'edificio,
oltre che migliorare il confort abitativo, si è provveduto a:
• sostituire l'intero gruppo frigorifero che provvede al raffrescamento degli uffici
• sostituire i termoconvettori di
tutti gli uffici
• installare un nuovo sistema di
gestione della climatizzazione
interna con controllo centraliz-
Il particolare di una singola pannellatura.
7
HSE
Le fasi iniziali dei lavori: pannelli fotovoltaici non sono ancora stati montati.
L’intervento comprende, infatti,
interventi utili alla nostra salute e
a quella dell'ambiente, suddivisi in
3 fasi:
1. Rimozione della copertura in
fibrocemento Ethernit.
Oltre 4.500 metri quadrati di
copertura, sebbene ancora perfettamente integri, sono stati
rimossi, sigillati e trasportati
nei siti di smaltimento.
2. Installazione della nuova copertura.
Per ottenere le migliori prestazioni in termini di efficienza
energetica, si è optato per la
posa di una copertura composta
da pannelli precoibentati in
lamiera di acciaio 6/10 con
verniciatura ad alta resistenza.
La coibentazione del pannello è
costituita da poliuretano ad
alta densità con uno spessore di
ben 10 centimetri (contro i 4
normalmente impiegati per
scopi analoghi).
Questo consentirà un eccellente
isolamento termico sia inverno
che in estate, migliorando sensibilmente il benessere dei colleghi che ogni giorno lavorano
nei locali sottostanti.
La verniciatura e la tinta sono
ad alta emissività per ridurre al
minimo l'assorbimento di calore
in estate.
3. Produzione di energia pulita
da generatori fotovoltaici.
L'impianto installato, completamente integrato nella struttura
del tetto, ha una potenza di
195 Kwp (il massimo consentito
per scambiare sul posto l'energia prodotta) ed una produzione
annuale stimata di oltre
200.000 Kwh/anno.
Questo grande generatore di
energia pulita è composto da
868 pannelli fotovoltaici disposti in stringhe parallele sul tetto, collegati con uno speciale
cablaggio fino ad alcuni inverter e poi alla rete.
L'energia prodotta dal sole gode di
speciali incentivi tariffari per 20
anni, grazie ai quali in un periodo
ragionevole saremo in grado di
recuperare l'intero investimento e
magari sostenere nuove spese per
ridurre ulteriormente l'impatto
ambientale.
I pannelli installati, di assoluta
qualità e tra i migliori in fatto di
prestazioni e rendimento, sono
progettati per produrre energia
per almeno 25 anni con massimo
grado di efficienza.
Tutta l’energia prodotta sarà destinata, attraverso lo scambio sul
posto, alla nostra sede e potrà
soddisfare circa il 70% del consumo del palazzo uffici e almeno 1/3
dell’intera sede, se si considera
anche il fabbisogno dell’officina.
Qual è nostro prossimo obiettivo?
Soddisfare l'intero fabbisogno energetico degli uffici con l'impianto fotovoltaico.
Come possiamo riuscirci? È semplice: riducendo i consumi!
Stiamo già studiando la riqualificazione dell’illuminazione interna
dell'edificio, ma il contributo più
importante deve arrivare da noi
che, ogni giorno o saltuariamente,
abitiamo la sede.
Chiudiamo con due consigli per il
rispetto dell’ambiente, apparentemente molto semplici ma davvero efficaci, validi per tutti i
colleghi di ogni Paese dove è
presente Bonatti:
• Favoriamo l’illuminazione
naturale e accediamo la luce
solo quando necessario;
• Spegniamo la luce quando usciamo dall'ufficio, durante la
pausa pranzo e alla sera.
Una fase dei lavori: gli uomini sono al lavoro sul tetto, coadiuvati dalle gru.
8
HSE
Claudio Sanzo si occupa della manutenzione di edifici di proprietà dell’azienda e in
concessione.
Per il nuovo impianto ha seguito e coordinato direttamente i lavori per Bonatti.
Gli abbiamo fatto qualche domanda.
Claudio, quali sono le fasi principali dei lavori?
Tutto si è svolto in modo regolare
e lineare, con accantieramento,
bonifica, messa in sicurezza dell’area. Poi abbiamo bonificato le
lastre di Ethernit, rimuovendole
tramite incapsulamento e asportato la lana di roccia sottostante.
Dopodiché i materiali sono stati
calati a terra sui camion e trasportati in discarica per lo smaltimento.
Si trattava di materiali pericolosi a
livello ambientale: per le operazioni di smaltimento ci siamo rivolti a una società certificata che ha
impiegato personale qualificato
allo scopo.
Successivamente abbiamo posato i
pannelli a sandwich di copertura
(PVDF 6/10), i lucernari in policarbonato trasparenti e le relative
lattonerie.
Per quanto riguarda i pannelli va
segnalato che sono garantiti 20
anni sulla verniciatura.
Di seguito è stata effettuata la
posa dei pannelli fotovoltaici.
Ci puoi raccontare qualcosa del
nostro nuovo impianto fotovoltaico?
Il nuovo impianto sarà gestito con
18 inverter. Questo ci consentirà
di avere il massimo controllo su
tutte le “stringhe” e, quindi, ci
darà una capacità di intervento
mirata. Mi spiego meglio: in caso
di eventuali problematiche sarà
possibile escludere una zona dell’impianto senza perdere capacità
di produzione nelle altre parti,
mantenendo, così, sempre la resa
ottimale.
Abbiamo intenzione di montare
nell’atrio dell’azienda un monitor
che ci darà in tempo reale i dati
sulla produzione di energia.
L’impianto è di tipo totalmente
integrato e usufruisce della migliore tariffa incentivante. È di tipologia “scambio sul posto” ed è stato
montato, insieme alle altre parti
del nuovo tetto, da Isomec, specializzata nelle lavorazioni sui tetti industriali.
Per quanto riguarda la gestione
e la manutenzione?
È un impianto robusto e lo gestiremo completamente effettuando
regolarmente i controlli periodici
previsti dal costruttore.
Questi specifici pannelli fotovoltaici sono garantiti 5 anni, così come
gli inverter ed è garantito il 90% di
capacità minima di produzione ai
10 anni e l’80% a 25 anni dall’installazione.
Claudio Sanzo e il nuovo tetto; sopra, le gru al lavoro.
9
HSE
Safety News
Kazakhstan, Karabatan
Kazakhstan, Karabatan
Giugno 2010, il progetto Kashagan EP Onshore
Project Gas Tranche 1 & 2 che vede impegnato il
Consorzio Bonatti-MSS ha raggiunto 3.000.000 di ore
lavorate senza infortuni.
Il cliente AGIP KCO ha rilasciato al Consorzio
un attestato di riconoscimento.
Prosegue la campagna di sensibilizzazione e incentivazione del personale del progetto Kashagan EP Onshore Project Gas Tranche 1 & 2.
Saudi Arabia, Abu Ali
Il personale di progetto che maggiormente si è distinto nel rispetto delle norme di sicurezza è stato premiato con un riconoscimento ufficiale dal cantiere. I
colleghi che hanno ottenuto questo riconoscimento
per il mese di Giugno sono:
Rajul Islam Mozahar (steel fixer), Ganesan Perisamy
(scaffolder), Abdul Gafoor Kutty (rigger), Nar Bahadur Baruwal Chetri (helper), MD. Ibrahim Abdur Rahaman (helper), Reynaldo Mauricio (wood carpenter),
Dil Bahadur Pun (wood carpenter), Hari Bahadur Dangol (mason), Nelson Rico (mason), MD. Nazmul Hossan Nasir (asst. steel fixer), Pawan Kumar Chawan
(helper), Durga Bahadur Thapa Magar (mason), MD.
Mukshed Vashan (helper), Chandon Rubidas (pipe
fitter), Shah Alam Rukkurniah (helper).
A loro vanno anche i nostri complimenti.
Libya, Mellitah, General Maintenance Services
La fermata dell’impianto programmata nel mese di
Settembre per portare a termine un numero di attività manutentive nel Complesso industriale di Mellitah
si è concluso nel segno della professionalità e della
sicurezza.
Le attività di manutenzione sono eseguite da un Consorzio formato da Bonatti e dalla Società Olandese
Dietsmann.
Il cliente Mellitah Oil & Gas ha inviato alla Direzione
del Consorzio una lettera ufficiale di ringraziamento.
Nella foto, il Management Bonatti nelle persone dell’Ing. Canacci e di Paolo Giovannoni
premia un lavoratore che si è distinto nel rispetto delle norme di sicurezza.
10
Mellitah: un addetto HSE prepara un collega alla fase operativa.
Orders Acquired
Dahab Field Development:
aiutiamo la Libia a risparmiare acqua
Contributor: Marco Garbusi, Mario Gioia, Alessandro Merli
La sensibilità verso l’ambiente sta evolvendo in tutto il mondo, e la Libia non è da
meno.
Negli anni passati lo sfruttamento della risorse minerarie prevaleva su qualsiasi
concetto di protezione dell’ambiente e prevaleva sull’uso razionale di risorse quali
l’acqua, che oggi è riconosciuta coma un bene da preservare, a maggior ragione in
Libia dove è un bene scarso e prezioso.
Premessa
Anche l’impianto di Fidaa fu realizzato a suo tempo in questo modo: non tenendo conto, cioè, del
valore strategico delle risorse idriche.
Ricordiamo ai lettori più giovani
che Bonatti lavorò in quest’area
negli anni ’80 e questo è un felice
ritorno.
Al giorno d’oggi in questo ed in
altri impianti vengono investiti
capitali con due scopi complementari: ridurre o azzerare l’uso di
acqua di buona qualità e trattare
l’acqua contaminata che viene
estratta con il petrolio rendendola
innocua per l’ambiente.
Bonatti è molto attiva in questo
tipo di interventi e vanta già molte esperienze con clienti di diversi
Paesi e con l’utilizzo di più tecnologie adatte allo scopo.
EPC produced water tratment
and injection facilities Installation of surface facilities,
phase II
Il progetto è un EPC completo, che
prevede il design, l’ingegnerizzazione, l’approvvigionamento, la
costruzione e l’avviamento di un
impianto per il trattamento dell’acqua che si ottiene per separazione durante la produzione del
petrolio.
Dal punto di vista strategico questo progetto permette alla Business Unit di creare un’importante
referenza per questa tipologia di
lavori e fare esperienza con un
cliente che ha un potenziale note-
Un’immagine dell’impianto di Hakim.
12
Dahab Field
vole per progetti EPC nel campo
della water injection.
Il cliente è una compagnia libica,
Zueitina Oil Company, con la quale
Bonatti condivide una tradizione di
lunga data, ma senza aver finora
toccato il campo dei progetti EPC .
Orders Acquired
60.000 barili al giorno si compone
di:
• Filtri Duplex
• Degasatore
• Sistema di filtrazione con induzione e flottazione di gas
• Sistema di filtrazione con gusci
di noce
• Iniezione di reagenti chimici
Inoltre è previsto il revamping
della stazione di pompaggio a Fidaa.
Di fianco alle tre esistenti, verrà
installata una quarta pompa centrifuga per l’iniezione ad alta
pressione.
Veduta dell’area di Fidaa
L’obiettivo della compagnia è realizzare in un suo centro olio già in
funzione, un impianto per il trattamento dell’acqua di separazione.
Attualmente la produzione di petrolio, che necessita un’iniezione
d’acqua nei pozzi, utilizza acqua
di falda.
Scopo del lavoro è realizzare un
impianto che permetta di filtrare
e trattare l’acqua di separazione
in modo da poterla iniettare nei
pozzi al posto dell’acqua di falda.
La National Oil Company ha infatti
imposto delle severe direttive,
imponendo un’attenta gestione
dell’impianto al fine di non inquinare l’ambiente.
In particolare:
• non è ammesso lo scarico superficiale di acqua di separazione
Un tratto di strada verso Dahab.
• non è ammessa la reiniezione
nei pozzi di acqua non trattata
• non sono più disponibili pozzi a
bassa pressione per la reiniezione
La località è remota e lontano dai
tradizionali insediamenti Bonatti
in Libia. Il centro olio è situato a
Fidaa, 40km dalla più vicina oasi,
Zellah. Siamo in pieno deserto,
750 km da Tripoli, 11 ore di macchina.
Dovendo essere riutilizzata per la
reiniezione nei pozzi, l’acqua di
separazione deve soddisfare delle
caratteristiche molto restrittive in
termini di contenuto d’olio e solidi
sospesi.
Sono requisiti particolarmente
impegnativi da raggiungere, così
come impegnativo è il tempo di
consegna.
L’impianto deve essere infatti
consegnato in soli 19 mesi dalla
firma del contratto, avvenuta a
metà giugno 2010.
A Fidaa viene convogliato il petrolio prodotto a Dahab, un satellite
situato a 8 km a nord-ovest, e ad
Hakim, un piccolo GOSP situato 15
km a sud-est.
Il progetto prevede di installare ad
Hakim un piccolo serbatoio di polmonazione e di collegare Hakim
con Fidaa tramite una pipeline da
8” in GRP (Glass Reinforced Pipe)
di 15 km. Ad Hakim dovranno essere installate anche due transfer
pump con a monte due filtri
Duplex.
Sarà così possibile convogliare
l’acqua di separazione di Hakim a
Fidaa, dove verrà installato l’impianto di trattamento. L’acqua di
separazione, una volta trattata,
sarà pompata nei pozzi di Fidaa,
Hakim e Dahab. Il progetto prevede anche di completare l’installazione di “oil flowlines” e “water
flowlines” da 4” a Dahab, per un
totale di circa 9 km.
L’impianto, che sarà in grado di
trattare una portata massima di
13
Colleghi al lavoro durante
i primi sopralluoghi.
Orders Acquired
Gasnetz Steiermark, ‘Progetto Sudschiene’,
proseguiamo fino a Eisbach
Contributor: Oliviero Corvi
Sono terminate le attività in Stiria/Austria relative al progetto Semmering – Bruck/Mur 32” km. 65 e
contemporaneamente abbiamo
acquisito ed iniziato il progetto
Bruck/Mur – Eisbach 32” km.37
circa, naturale prosieguo del
pipeline precedente ed entrambi
legati allo sviluppo del “Progetto
Sudschiene” di Gasnetz
Steiermark.
Il nuovo pipeline si sviluppa in
aree orograficamente molto complesse, quasi completamente montagnose, si raggiungono anche i
1.600 msl. di altitudine, saliscendi
con dislivelli importanti, e caratterizzate da presenza di roccia in
gran parte del tracciato.
Le caratteristiche specifiche del
progetto hanno richiesto una pianificazione particolare, legata alla
necessità di operare con diversi
fronti operativi contemporanei,
utilizzo di attrezzature specifiche
per il superamento delle forti pendenze (teleferiche).
I lavori sono iniziati nel mese di
giugno e termineranno in Agosto
2011.
Alcune vedute del progetto, già in fase di realizzazione in Austria.
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Bruck: i tubi vengono portati in quota con delle teleferiche.
Countries & Works Underway
Un anno di successi a Karachaganak
Contributor: Andrea Manzoni
L’approccio vincente di Bonatti agli shut down è il risultato di un dettagliato
planning, una meticolosa preparazione che consentono un’esecuzione efficiente ed
efficace, grazie alle competenze sviluppate capitalizzando l’esperienza acquisita
dall’azienda nel tempo.
Il risultato dei successi nel campo di Karachaganak, a nord del
Kazakhstan, può essere attribuito a diversi fattori.
Quello più importante è sicuramente la naturale evoluzione,
conseguente a importanti differenze di approccio tra progetti
brownfield e progetti greenfield,
che ha richiesto lo sviluppo di
specifiche competenze e tecniche impiegando le best practices
internazionali e ottenendo risultati complessivi che hanno soddisfatto i vari obiettivi di progetto
in termini di sicurezza, di qualità
e di budget.
La notevole dimensione dei tubi in materiale F22, altamente spessorato.
Il 2010 è stato caratterizzato da
più shut down che hanno interessato diversi impianti nel campo
di Karachaganak, in cui opera il
nostro cliente KPO.
Ciò che ha maggiormente contribuito al miglioramento dell’approccio e metodologia di queste
attività nell’area è stata l’esperienza maturata nella gestione
del progetto MRP (material replacement project) all’unità 2,
dedicata alla reiniezione nel
sottosuolo del gas acido ricco di
H2S.
Il progetto è stato eseguito durante tutto l’anno da un team
multidisciplinare e multietnico in
un impianto in marcia a 550 bar,
con una percentuale di H2S del
5%, in condizioni meteorologiche
che sono andate da +45° a – 40°,
coinvolgendo diverse organizzazioni ed enti governativi.
Lo scopo del lavoro è stato quello di tagliare e rimuovere 3 km
di tubazioni esistenti in impianto
e rimpiazzarle con quelle in materiale speciale (acciaio f22) e
spessorato (arrivando a saldature
da 100 mm con tubi da 20”).
L’approccio e l’evoluzione della
filosofia del controllo di progetto
adottato sono basati su 5 importanti fattori:
La prima lettera di ringraziamento del cliente KPO
inviata al Project Director A. Manzoni per la qualità del lavoro svolto.
16
Countries & Works Underway
• Preparazione: significa saper
Le saldature in condizioni ambientali particolarmente difficili sono state caratterizzanti
del lavoro.
dimostrare e garantire le capacità tecnico-gestionali del progetto, provvedere a una esaustiva e avanzata check-list di
evidenze documentali tale da
soddisfare qualsiasi requisito
prima di poter affrontare qualsiasi attività di shut down. Questo ha comportato la creazione
di due book tecnici molto dettagliati, che includono i pacchetti di lavoro, le attività di
mobilizzazione e insediamento,
liste dettagliate delle risorse di
cantiere, risk assessment,
planning, lifting plans, etc. Il
materiale è stato successivamente sottoposto ad audit approfondito e a vari “go-no go”
meeting da parte delle consociate oil companies (Chevron,
British Gas) prima di garantire
la green light definitiva.
• Integrazione ad ogni livello:
performare operazioni simultanee con team di progetto appartenenti a differenti organizzazioni può essere garantito
solo da un’integrazione spinta
che comporta il trasferimento
di conoscenze e competenze
tra le varie funzioni dell’organizzazione e tra le organizzazioni stesse.
• Communication management:
la corretta gestione della comunicazione è essenziale in un
progetto complesso. 15 nazionalità, varie interfacce e gruppi di
lavoro, differenti lingue e culture: chiare linee di comunicazione sono necessarie per assicurare che accurate e consistenti
informazioni siano recepite all’interno dell’organizzazione e
trasmesse fino ai livelli più bassi. Viceversa occorre che il site
management riceva le informazioni necessarie per agire correttamente ed apportare le azioni dovute, ove richiesto.
• Formazione e competenze:
un’elevata concentrazione di
H2S e elevate pressioni di esercizio richiedono un training continuo per portare tutto il personale ad un adeguato livello di
consapevolezza del rischio e
competenza nelle attività svolte.
La seconda lettera di ringraziamento del cliente KPO inviata al Project Director A. Manzoni per la qualità del lavoro svolto.
17
Countries & Works Underway
• Imparare dall’esperienza: il
processo di miglioramento continuo non può essere avulso
dall’imparare dagli errori commessi per evitare di ricommetterli in futuro e dall’evoluzione
della tecnica / procedura di
esecuzione. Significa quindi
condurre dei riesami periodici
sulle attività svolte ed eseguire
le necessarie azioni correttive
che permettono un miglioramento della performance in
termini di tempo, sicurezza,
qualità ed efficienza. Questo
processo ha comportato una
riduzione progressiva e sensibile
delle tempistiche di lavoro sui
tre treni.
Tutto ciò ha consentito di condurre due shut down parziali e uno
shut down totale nell’unità 2, in
sicurezza e con grande anticipo
sui tempi (in totale 28 giorni risparmiati nell’anno). Le competenze maturate hanno altresì
permesso di effettuare simultaneamente lo shut down all’impianto
KPC , Unita’ 3 e al Bolshoi Chagan
sempre in sicurezza, qualità e
anticipo sui tempi, permettendo
al site management di gestire
efficacemente un picco di persone di oltre 2000 unità (498.000
ore registrate nel mese di Settembre).
Ancora un’immagine di saldatura dei tubi che hanno consentito il replacement
del materiale obsoleto.
Una fotografia degli impianti di Aksai.
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Aksai: il tramonto su Karachaganak Field.
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Mellitah: Shut Down 2010
Contributor: Matteo Benincasa, Ilario Pulcini
Cinque anni di operazioni ininterrotte hanno consentito un’eccezionale performance
negli Shut Down.
Il Complesso di Mellitah è situato sulla costa a circa 100 km a ovest di Tripoli ed è
gestito dalla società Mellitah Oil&Gas B.V. di proprietà di NOC ed ENI S.p.A.
Mellitah Complex Libya
circa.
Nel complesso, vi sono due Impianti principali denominati: Wafa Coastal Oil Plant adibito al
trattamento dell’olio e dei condensati provenienti da Wafa Desert e dalla piattaforma offshore
Sabratha e l’impianto denominato NC-41 per il trattamento del
gas proveniente dalla stessa piattaforma offshore.
Lo zolfo, associato al gas proveniente da Sabratha, una volta
rimosso dall’Impianto NC-41, viene trasferito sul Jetty tramite un
“Pipe Conveyor Belt” e quindi
caricato automaticamente su
navi.
Gli idrocarburi liquidi quali propano e butano vengono convogliati
sul Jetty (lungo circa 3 KM) e caricati sulle rispettive petroliere,
mentre il petrolio viene inviato
tramite un pipeline sottomarino
al terminale offshore “SBM”; il
gas della piattaforma Sabratha,
dopo essere stato trattato dall’impianto NC-41 per rimuovere lo
zolfo in esso contenuto, viene
unito al gas proveniente da Wafa
Desert e quindi compresso dalla
Stazione di compressione denominata Green Stream (anch’essa
situata presso il Complesso di
Mellitah), dopodiché inviato in
Sicilia per mezzo di una condotta
sottomarina di lunghezza 600KM
Ogni sorta di istallazioni come le
centrali di potenza e di compressione, gli impianti ausiliari, i sistemi di stoccaggio, i sistemi di
trattamento di acque reflue etc.,
fa parte degli impianti del complesso.
Un complesso così esteso e multifunzionale ha indotto il cliente
ad affidare a Bonatti (presente in
Libia da 30 anni) il compito di
fornire un Servizio di Global Maintenance con l’obiettivo di mantenere la produzione degli idrocarburi a livello richiesto in tutta
sicurezza, attraverso la manutenzione preventiva, predittiva e
correttiva (supportata da un sistema computerizzato CMMMS),
oltre alla fornitura dei pezzi di
ricambio vitali alle operazioni.
I servizi eseguiti da Bonatti, organizzati per lo scopo, hanno avuto
inizio nel Gennaio del 2006 e sono
ancora in corso per l’anno 2010.
Il Mellitah Complex da satellite e, sopra, la stazione di compressione..
19
Countries & Works Underway
Lo Shut Down nel Complesso di
Mellitah
Il cliente, con il passare del tempo, dopo che l’azienda si è conquistata sul campo la fama di
Contractor estremamente affidabile e dopo avere dimostrato di
agire con efficienza e sicurezza
nella esecuzione delle attività di
manutenzione globale, ha affidato all’azienda compiti più complessi e diversificati: le attività di
Shut Down. Si tratta di ristrutturazioni, riabilitazioni e correzione
di imperfezioni funzionali e strutturali, ispezione di serbatoi e
vessels etc.
In occasione di queste attività
(Shut Down parziali o totali) il
rispetto del tempo programmato
dal cliente, è sempre un obiettivo
fondamentale.
Siamo orgogliosi di avere dimostrato di poter completare gli
incarichi assegnati sempre con un
certo anticipo nonostante i tempi
di esecuzione fossero proibitivi in
rapporto al rispetto della sicurezza e alle condizioni ambientali.
Attività di Shut Down – Settembre 2010, Mellitah Complex
Nel Complesso di Mellitah esiste
un gran numero di vessel e strutture cilindriche a spazi chiusi che
richiedono col passare degli anni
(in genere ogni cinque) l’ispezione interna/esterna onde accertarne l’integrità, il livello di corrosione, la consistenza strutturale e
lo stato di altre caratteristiche
meccaniche.
Quest’anno la Company, sostenuta dalle autorità competenti, ha
richiesto di eseguire l’ispezione
su 24 vessels critici, affidandoci
la pianificazione del lavoro, il
reperimento delle parti di ricambio e le relative attività comprese
nello Shut Down.
L’organizzazione Bonatti e la Divisione produzione del cliente hanno stabilito insieme un programma che prevedeva il completamento di tutte le attività in 24
giorni (Purging, Ramp Down, Performances, Start up, Purging e
Ramp Up), a partire dal 16 Settembre 2010.
La lettera di congratulazioni ricevuta a seguito dei lavori.
Il cliente si è dimostrato inizialmente soddisfatto di questo
“programma ottimale”, ma a seguito delle esigenze di esportazione di gas verso l’Italia, dettate da
condizioni particolari in Europa,
ha ritenuto necessaria una drastica riduzione dei tempi. lasciando
invariato lo scopo del lavoro.
In linea di principio è sembrato un
compito impossibile, ma l’insistenza del cliente ci ha imposto di
trovare soluzioni e metodi per
abbreviare il tempo massimo in
10 giorni (includendo Ramp down
e Ramp up).
A seguito dell’esperienza maturata negli stessi impianti durante i
suddetti 5 anni, abbiamo escogitato e adottato le seguenti strate-
20
gie con lo scopo di raggiungere
ad ogni costo l’obiettivo:
• Company e Contractor considerati partners nella visione dell’obiettivo stabilito;
• Tempi di lavoro in tre turni;
• Utilizzo di 12 squadre indipendenti;
• Aumento degli ispettori da parte
del cliente da 4 a 11 persone;
• Uso dei solventi chimici forniti
da Bonatti per accelerare la
pulizia dei vessel e permettere
una rapida ispezione;
• Studiare insieme al cliente il
processo e il sistema operativo
degli impianti per anticipare ai
team Bonatti la consegna delle
apparecchiature e vessel coinvolti;
Countries & Works Underway
• L’isolamento dei vessel meno
critici (almeno 9) e la consegna
degli stessi alla Bonatti prima di
iniziare lo Shut Down in modo da
poter effettuare una anticipata
pulizia e relativa ispezione riducendo così i tempi di puro Shut
Down;
• Uso di speciali pompe Bonatti
(unità mobili di nuovo acqusto)
per svuotare i serbatoi contenenti miscele miste di idrocarburi /acqua e depositi solidi e
trattarli successivamente allo
Shut Down;
• Interfacciarci ogni giorno con il
personale del cliente e il suo
management attraverso incontri
finalizzati al fine di creare un
unico spirito di gruppo in grado
di affrontare le diverse problematiche e risolverle sul posto;
• Effettuare un rapporto puntuale
circa lo stato avanzamento attività (progress) quotidiano usando la stessa metodologia (weight
factors) dei Progetti di sviluppo.
Applicando tutti i metodi fin qui
illustrati abbiamo raggiunto l’incredibile obiettivo di completare
tutte le attivita’ di lavoro manutentivo in 7 giorni (sola Manutenzione-escludendo il ramp down e
ramp up)), ricevendo il pieno
apprezzamento da parte del
cliente per il grande risultato
raggiunto, avendo guadagnato un
giorno intero di produzione rispetto all’ ultimo programma
summenzionato.
Tale risultato ha portato il cliente
a considerare lo SHUT DOWN di
Settembre 2010 come caso speciale da tener presente in altri
casi simili a suggerimento della
ottimizzazione dei tempi e metodi.
Lo Shut Down 2010
nei dettagli…
Il total Shut Down di Mellitah
Complex per il 2010 aveva come
principale scopo del lavoro: la
pulizia, l’ispezione e la certifica-
Alcune immagini delle fasi dei lavori.
22
zione di 24 vessel per Wafa Coastal Plant (area C1, G1, L1 & Q1)
e l’NC-41 Mellitah Gas Plant (area
A2, B2, F2, L2 & M2).
Le attività di Shut Down sono
state sintetizzate nel relativo
Master Plan riguardante i lavori
principali.
Tuttavia, durante la fase di preparazione, sono stati richiesti dal
cliente lavori aggiuntivi, che ha
imposto al Contractor di produrre
un programma alternativo
(Shutdown 2010 Additional Plan)
nel quale erano compresi tutti i
lavori supplementari richiesti.
Inoltre, durante la fase di esecuzione, la Divisione Produzione ha
richiesto di eseguire alcune attività non programmate.
Countries & Works Underway
La mobilizzazione di manodopera
e di mezzi straordinari è iniziata
il 17 Agosto 2010.
Per questo la formazione sull’HSE, le istruzioni sull’impianto e
la preparazione sui lavori sono
stati svolti in modo che i vari
team si rendessero conto del
compito delicato e fossero ragionevolmente consapevoli delle
criticità e dell’ambiente peculiare in cui si trovavano. GMS ha
mobilitato tre subappaltatori specializzati nella pulizia interna dei
vessel e alcuni vendor specialist
per l’AC/DC UPS: è stato attivato
per lo scopo anche un vendor
specialist per il relé di protezione
(SEPAM).
La mobilizzazione di manodopera
e di mezzi straordinari è iniziata
il 17 agosto 2010.
Per questo personale la formazione sull’HSE, le istruzioni sull’impiantio e la preparazione sui lavori sono state portate avanti secondo la necessità di renderli
consapevoli delle criticità e dell’ambiente peculiare in cui si trovavano.
Le attività di manutenzione relative allo Shut Down totale hanno
avuto inizio il 16 Settembre 2010
e sono state completate il 22 Settembre 2010; successivamente
l’Operatore ha dato corso alla
ripresa di produzione gradualmente.
Durante lo Shut Down non è stato
registrato alcun incidente.
Gli addetti HSE sono stati attivamente coinvolti in tutte le attività di manutenzione mettendo a
disposizione tutti gli equipaggiamenti necessari quali: PPE, maschere,gas detectors etc, seguendo le opportune e specifiche precauzioni di sicurezza.
Le ore totali lavorate ammontano
a 39.185 e sono riassunte come
segue:
• Preparazione del site: le attività
•
•
•
•
•
•
•
sono iniziate il 5 Luglio 2010 con
l’installazione delle impalcature
e la rimozione dell’isolamento,
per cui sono state necessarie
circa 4.990 ore
Attività di manutenzione:
20.023 ore
Safety/ HSE: 6156 ore
SD Management: 6156 ore
Ristrutturazioni del site riferite
alla re-installazione dell’isolamento, rimozione delle impalcature e servizi di pulizia hanno
assorbito un totale di 3602 ore.
Personale totale: 275 persone
Permessi di lavoro: 785
Si sono svolte 37 riunioni tra
GMS e MO&G per organizzare lo
shutdown
Non si sono verificati incidenti,
infortuni o danni e l’impatto
ambientale è stato totalmente
annullato.
Il successo della performance è
stato riportato a tutte le principali Compagnie per voce della NOC,
al fine di dimostrare che solo grazie ad una stretta collaborazione,
alla fiducia e alla cooperazione,
alcuni compiti visti come impossibili (per esempio ridurre la perdita di produzione il più possibile
mantenendo un alto grado di sicurezza) possono essere portati a
termine rispettando tempi, sicurezza e costi.
Nella pagina ancora fasi dei lavori e in alto una parte delle installazioni di sicurezza.
23
Countries & Works Underway
OPAL Project:
un aggiornamento dalla Germania
Contributor: Manfred Klingelhöfer
L’OPAL Pipelines Project è uno dei più grandi progetti infrastrutturali per il trasporto di energia in corso di esecuzione in Germania ed in Europa. La lunghezza del pipeline che scorre da nord
a sud attraverso tre regioni (Mecklenburg, Brandedurg, Sassonia)
è di circa 480 km (per la precisione da Ludmin (Greifswald ad
Olberhau al confine tra Germania e Republica Ceca).
Questo gasdotto da 1.400 mm di
diametro, (56 pollici) opererà con
una pressione di esercizio di 100
bar, garantendo, una volta completato, una fornitura annua di 35
miliardi di metri cubi di gas, capace di soddisfare un terzo del fabbisogno nazionale della Germania.
Il Gasdotto OPAL è stato progettato e verrà realizzato al fine di
consentire la connessione e il trasporto del gas tra il North Stream
Pipeline (che collega attraverso
un tratto off-shore Vyborg in Russia con Ludmin ) con gli esistenti
pipelines di importazione Jagal e
Stegal.
Il cliente finale è WINGAS GmbH
che opera per conto di OPAL NEL
TRANSPORT GmbH ed E.ON Ruhrgas AG.
Il gasdotto OPAL è stato suddiviso
in 14 Lotti che sono in corso di
costruzione attraverso 7 cantieri
simultaneamente operativi.
Bonatti ha il compito di realizzare
4 Lotti (7, 8, 9 & 10), che attra-
versano a est e a sud-est la città
Berlino (in Brandeburgo), con una
lunghezza totale di ca. 140 km e
un importo complessivo di ca. 90
Mln €.
Nella pagina: alcune fotografie delle lavorazioni in cantiere; in alto Manfred Klingelhöfer.
24
OPAL Project: una fase della posa dei tubi.
Countries & Works Underway
La filosofia costruttiva di Bonatti
è stata quella di operare con due
distinti ed autonomi Construction
Spreads.
Uno Spread è incaricato delle
attività di costruzione relative ai
lotti 7 e 8 ed localizzato a Hoppergarten, a est di Berlino, e l’altro è incaricato delle attività relative ai lotti 9 e 10 presso Freiwalde a sud-est di Berlino.
Il tracciato individua condizioni
oro-topografiche più o meno equivalenti per tutti i lotti, terreni
da pianeggianti a collinari, foreste, terreni generalmente sabbiosi e presenza d’acqua diffusa
già a livello superficiale.
I lavori di costruzione dei lotti 7 e
8 sono stati avviati nel febbraio
2010 e quelli relativi ai lotti 9 e
10 circa due mesi dopo.
La situazione attuale dei lavori di
costruzione evidenzia per i lotti 7
e 8 un progress pari al 65,3%,
esattamente in linea con la programmazione effettuata. La pista
di lavoro, lo sfilamento, la curvatura, la saldatura di linea e relativo ripristino del rivestimento dei
giunti saldati sono stati già completati, mentre il progress di posa
è all’85%, quello dei tie-ins/
crossing (collegamenti) è del 65%,
ed il rinterro della trincea è all’
84%.
I collaudi idraulici di tutta la condotta relative all’ lotto 7 sarà
completato prima della fine dell’anno in corso.
I restanti lavori di costruzione del
lotto 8 sono programmati in completamento per la primavera
2011.
La situazione attuale dei lavori
relativa ai lotti 9 e 10 evidenzia
un progress pari al 54,3% , in
anticipo di circa il 4% rispetto alla
programmazione definita. La pista di lavoro, lo sfilamento, la
curvatura, la saldatura di linea
sono fasi di lavoro già completate, mentre il ripristino del rivestimento dei giunti saldati è all'84%, la posa della condotta è al
63%, la fase tie-ins / crossing
(collegamenti) è al 41,3% ed il
rinterro della trincea è al 63%.
I collaudi idraulici della condotta
relativa al lotto 9 è al 67%.
I restanti lavori di costruzione sui
lotti 9 e 10 termineranno all’inizio dell’estate del 2011, in linea
con la programmazione di progetto.
Nella pagina: ancora immagini delle lavorazioni nei cantieri dell’OPAL Project.
26
OPAL: saldatura.
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Algeria: un aggiornamento sui lavori
di Gassi Touil ed El Merk
Contributor: Norberto Tisacchi
Gassi Touil
Le attività di mobilitazione con la
costruzione del campo principale,
ed il trasferimento dei mezzi necessari alla costruzione per Il Progetto Gassi Touil volgono al termine, sono inoltre sono iniziate il 2
Ottobre le attività di costruzione
con l’ apertura della pista di parte
dei 363 km previsti, iniziando dal
punto più remoto del Campo di
Gassi Touil, localizzato in un’area
vasta circa 55 km denominata Brides.
Quest’area oltre ad essere nella
zona più remota del progetto è
anche quella che presenta le maggiori difficoltà operative, presentando una morfologia caratterizzata da dune di elevata altezza, tipicamente Sahariane, che ci obbligano a mettere in campo un numero
elevato di mezzi per eseguire gli
sbancamenti necessari.
A breve inizieranno le attività di
sfilamento delle linee 8” e di seguito la fase di saldatura, svolta utilizzando personale locale qualificato.
Tipico di tutti i progetti realizzati
in Algeria è l’obbligo di eseguire le
attività con la presenza di scorte
militari.
Tale obbligo influisce negativamente sulla mobilità del personale
e dei mezzi impiegati limitandone
gli spostamenti secondo tempistiche non sempre compatibili con le
esigenze operative.
Nella pagina: alcune immagini dell’area desertica intorno a Gassi Touil. I lavori si svolgono in regioni remote.
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El Merk
El Merk è un Progetto unico su
base EPC nella storia dell’esperienza di Bonatti Spa, unico per il
tipo di cliente e per le difficoltà
logistiche tipiche della zona desertica, estremamente remota,
nella quale verrà realizzato.
La rete stradale del paese in quest’area è scarsa ed in pessime
condizioni, molte strade non sono
asfaltate e le piste non vengono
mai manutenzionate.
Le lunghe distanze da percorrere
per gli approvvigionamenti di
cantiere e la grande quantità di
materiali da trasportare in tempi
relativamente brevi per la costruzione, ha obbligato lo staff messo
in campo ad un’attenta pianificazione per ottimizzare le risorse.
Le attività di costruzione sono
iniziate nel mese di Giugno con
l’apertura della pista lunga di 70
km del lato Nord per la linea da
20” , e lato West con la costruzione della pista e della strada di
160 km. che collegherà El Merk a
Gassi Touil, lungo la quale verranno installate le linee da 16” e
18” per un totale di 320 km.
Attualmente stiamo operando su
più fronti anche con le attività
meccaniche di saldatura della
linea Nord 20” e della Linea West
da 18” impiegando due team di
80 addetti composti da soli saldatori algerini qualificati, con l’obbiettivo prefissato di completamento del progetto entro la fine
di Ottobre 2011.
El Merk è un progetto sfidante
che Bonatti affronta mettendo in
campo tutta l’esperienza acquisita negli anni , impiegando risorse
per circa 350 persone nella sola
attività di costruzione.
Solo una minima parte di questi
consta di espatriati, al fine di
perseguire l’obiettivo di una totale integrazione, coinvolgendo e
massimizzando le potenzialità
delle risorse locali.
Alcune immagini dei lavori ad El Merk. In alto: sul campo di El Merk sventola un tricolore “marcato” Bonatti.
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Countries & Works Underway
KIOGE 2010
Anche quest’anno il gruppo Bonatti ha presentato le sue
attività presso la fiera kazaka sull’Oil & Gas, il Kioge di
Almaty. Il Kioge è la più importante manifestazione di settore in Asia centrale perché rappresenta un’ampia piattaforma di scambi e incontri fruttuosi.
Dal 6 al 10 Ottobre lo stand di Bonatti è stato visitato da
decine di operatori venuti da tutto il mondo:
si calcola che mediamente la Fiera del Kioge, con i suoi
15.000 metri quadri di spazi, ospiti 520 allestitori e 8.000
visitatori (per quanto riguarda la Conferenza, erano presenti 800 partecipanti e 50 speaker).
Il taglio del nastro inaugurale alla Fiera è stato eseguito
dal ministro del Petrolio in persona, Sauat Minbayev e dal
presidente della società petrolifera di stato Kazmunaigas,
Kairgheldy Kabyldin.
Questa volta vogliamo parlarne con
Andrea Etzi, Procurement manager
a Kazakhstan.
Andrea ha accolto presso il nostro
stand fornitori d’ogni genere e di
differenti nazionalità, non risparmiandosi, naturalmente, di andare
a visitare tutti gli altri espositori
presenti al Kioge.
senti avendo preferito altra manifestazione in Astana.
Dal punto di vista, invece, qualitativo, possiamo senza dubbio evidenziare un miglioramento, nel
senso di un notevole avvicinamento
alle esigenze degli operatori stranieri, almeno per quanto riguarda
la nostra realtà.
Abbiamo avuto delle piacevoli sorprese che richiedono di essere colAndrea, questa è la seconda vol- tivate affinché possano concretizta che affronti il Kioge. Come ti è zarsi.
sembrato rispetto alla scorsa
edizione?
Tu sei un esperto di ProcureProbabilmente il KIOGE comincia a ment: come valuti questa tua
risentire dell’età, siamo giunti al
specializzazione nel mercato
18° anno e questo è stato un anno kazako (prospettive, Local conmeno ricco di contatti, almeno in
tent, difficoltà)?
termini quantitativi. Su questo ha
sicuramente influito il fatto che le Il giudizio, anche per quanto prima
Oil Company quest’anno erano as- detto, è sicuramente positivo.
Possiamo guardare fiduciosamente
al futuro in relazione alle possibilità di trovare una risposta locale
alle nostre esigenze.
Certo non possiamo nascondere che
il fattore costo abbia una incidenza
talvolta notevole.
Avevamo già visto dei segnali sul
mercato di Atyrau, del quale abbiamo una conoscenza più diretta e
quotidiana.
Ad Almaty, ne abbiamo avuto la
conferma: quando gli operatori
locali capiscono le opportunità di
business e soprattutto capiscono il
fatto che queste possono realizzarsi nel breve termine, si mostrano
allora disponibili ad investire e si
adoperano al fine di presentare al
mercato le proprie potenzialità o i
propri prodotti.
La squadra al gran completo: da sinistra V. D’Ingianti, la collaboratrice della camera di commercio Italo-Kazaka Goulsim Jougulova,
Zhanna Kulzhanova, P. Ghirelli, A. Karlibayeva, C. Burizzi, M. Canacci, S. Belletti, A. Etzi, F. Mazzoli e R. Castelli.
30
Countries & Works Underway
Per quanto riguarda il Local content, se ci riferiamo al solo step di
acquisto presso i fornitori locali,
possiamo dire che ciò non rappresenta alcuna difficoltà. Se ci riferiamo invece allo step della produzione locale, ovvero la cosiddetta “nazionalità kazaka” del
prodotto, allora siamo nei guai:
nel senso che, rispetto agli anni
passati, poco è stato fatto. Anche
in considerazione di quell’obiettivo di guadagno immediato di cui
dicevamo prima.
Può essere interessante citare il
recente accordo doganale Russia/
Bielorussia/Kazakhstan, che in
generale è un improving per il
Kazakhstan, ma se parliamo di
produzione locale questo non so
quanto possa essere un beneficio.
In Kazakhstan ci sono molti
"rivenditori" locali, molto materiale arriva dalla Russia, ma non essendoci più vincoli e/o dazi doganali sarà ancora più conveniente
(da un punto di vista di tempi e di
spesa) approviggionarsi con prodotti che arrivano dal mondo russo.
Probabilmente sarebbe stato più
vantaggioso agevolare lo scambio
di materie prime e/o semilavorati
ma non di prodotti finiti, per dare
input alla produzione locale.
Investire nella creazione di una
fabbrica rappresenta un obiettivo
di medio o lungo termine che al
momento non è nell’interesse
degli operatori locali, mentre dobbiamo rilevare l’ingresso di alcuni
grossi operatori quali Mittal Steel
Arcelor e Thyssen.
Per i locali è molto più semplice
importare prodotti europei o asiatici, che i contractor già conoscono e quindi acquistano volentieri,
piuttosto che dover aspettare alcuni anni prima di poter mettere
in commercio un prodotto comunque da testare e qualificare. Non
dimentichiamo che, da questo
punto di vista, la burocrazia locale
è un grosso freno.
L’unico segmento di mercato nel
quale qualcosa si muove è quello
degli indumenti da lavoro. In particolare, abbiamo individuato due
aziende che nei prossimi mesi
cominceranno ad assemblare su
licenza europea le calzature da
lavoro: suole e corpo arrivano
comunque già tagliati dall’estero.
Si tratta quindi di un mero assemblaggio, che in ogni caso concorre
alla creazione di local content.
In sintesi, per quella che è l’attuale situazione, seppur sia condivisibile l’obiettivo, senza dubbio
l’orizzonte temporale imposto è
troppo breve e troppo stringente
alla luce delle reali potenzialità
dell’industria locale.
Sebbene il compito delle aziende
straniere operanti sul paese debba
essere quello di spingere verso
prodotti locali, comunque è il
mercato a dover andare in questa
direzione.
La domanda, insomma, esiste e
sicuramente non può che aumentare; bisogna però che anche l’offerta locale cresca in termini qualitativi e quantitativi.
Il KIOGE ti ha aiutato ad individuare e ad approfondire fornito-
ri interessanti?
Sicuramente si. Abbiamo avuto dei
contatti che dobbiamo continuare
a coltivare e che potranno esserci
utili per aumentare la nostra indipendenza dai mercati europei.
Una bella veduta di Almaty, sede del Kioge, e, sopra, Andrea Etzi.
31
Countries & Works Underway
Allo stand Bonatti non c’era soltanto Andrea Etzi. Molto importante
è stato il contributo in termini organizzativi di Aliya Karlinbayeva e
Zhanna Kulzhanova. Abbiamo intervistato Aliya, ormai alla sua
seconda esperienza in Kioge e da tempo nei ranghi della nostra
azienda.
Aliya, la tua presenza in Bonatti
è oggi qualcosa di storico. Puoi
dirci quando e come hai iniziato
a lavorare con noi?
La prima volta che ho avuto l'opportunità di lavorare in Bonatti è
stato nel 2004, durante lo stage
estivo durato due mesi.
Dopo un po’ di settimane, ho ricevuto una telefonata dal nostro capo
contabile, Nurlan Iskaliyev: ha parlato di un posto libero aperto presso il Dipartimento Amministrazione
aggiungendo, inoltre, che in azienda sarebbero stati felici se avessi
accettato l’offerta. Io mi ero appena laureata e ho risposto immediatamente con un "Sì!" senza un attimo di esitazione.
Entrando in Bonatti, non avevo
grande esperienza di lavoro ma la
società mi ha dato una bella opportunità di cui sono molto grata! Ecco
che il 7 luglio 2005 ho iniziato a
lavorare come impiegata ad Aksai
della "Bonatti SpA Kazakhstan
Branch".
Dopo un anno sono stata promossa
contabile e, quando la sede della
filiale è stata trasferita da Aksai ad
Atyrau, l’ho seguita. Ad Atyrau sto
ancora lavorando e vivendo oggi.
KIOGE la tua presenza è storica:
è la seconda volta che partecipi
alla preparazione dello stand e
supporti le attività in fiera in
modo altamente professionale.
Cosa ti piace di questo compito?
Comprensione reciproca, Diplomazia, Responsabilità e Resistenza
allo stress.
Ora vorremmo che ci dicessi le
tue cinque parole preferite in
È un piacere avere avuto per la
italiano (mi raccomando: niente
seconda volta questo incarico insie- parolacce, per carità!)
me agli altri colleghi al KIOGE. Abbiamo cercato di fare del nostro
"Amore", "Dogana", "Pronto", "Ciao"
meglio. Permettetemi di dire che
e ... "Che buono!"
questi eventi ci permettono di legare con i colleghi e soprattutto
In conclusione vorrei dire che sono
con i clienti. In questo modo l’esse- felice di poter lavorare con Bonatti
re colleghi si trasforma anche in
e ho il piacere di conoscere e collavera amicizia. La fiera è un’ottima borare con persone come Cristian
occasione per dare le migliori inBurizzi, Giuseppe Mercaldi, Alessio
formazioni sulla nostra società.
Atzeni, Aliya Sharipova, Elena Menshikova e tante altre (l’elenco sarebbe troppo lungo per entrare in
Con chi hai collaborato durante il questa pagina...). In Bonatti ho
KIOGE?
trovato un sacco di amici con cui
sono sempre in contatto.
Una bella squadra si è formata durante la preparazione e durante la La nostra società mi ha dato la
fiera: abbiamo cercato di aiutarci a possibilità di visitare l'Italia per la
vicenda e tutto è andato bene con prima volta ed ottenere una preAndrea Etzi, Frederic Santelli,
ziosa esperienza di lavoro con i
Zhanna Kulzhanova e Stefano Belcolleghi della sede centrale di Parletti.
ma.
Per me lavorare in Bonatti significa
Potresti darci solo 4 parole che
imparare qualcosa di nuovo ogni
descrivano Bonatti e il vostro
giorno ed essere contenta di contriPossiamo dire che ormai anche al team?
buire al successo dell’azienda.
Zhanna Kulzhanova e Aliya Karlibayeva; alle loro spalle, indaffaratissimo, l’instancabile Stefano Belletti.
32
Alcune immagini dal Kazakhstan: sopra, bambini diretti a scuola; sotto i nostri uomini al lavoro a Karabatan.
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TOG 2010
5th Technology of Oil and Gas Forum
Contributor: Giovanni Gorgoglione, Franco Grassi (Emerson), Walid Zlitni
La fiera TOG 2010 ha visto la partecipazione di Bonatti insieme ai partner Emerson
e CEngineering, con i quali ha dato vita al progetto Oil & Goal. L’iniziativa comune
ha destato curiosità negli operatori e un buon riscontro, che lascia intravedere una
buona potenzialità per lo sviluppo futuro del progetto.
Il commento sui tre giorni alla
fiera Tripoli Oil and Gas è sicuramente positivo.
Fantastica percentuale di partecipanti, interessati realmente ad
interagire con noi, buon feedback
e numero di opportunità potenziali.
La demo "Cactus" fornita dal partner Emerson simulava il controllo
dei sistemi e delle strumentazioni
per centralizzare, raccogliere e
trattare i dati al fine di programmare le azioni corrette in ottica
di maintenace: una bella attrattiva per le persone che sono passate dal nostro stand.
Ettore Pirrone di Emerson ha fatto un lavoro davvero instancabile
per ricevere tutti i visitatori in
modo professionale spiegando a
tutti la potenzialità elevata del
sistema.
Il formaggio parmigiano che abbiamo offerto all’interno dello
stand ha stimolato la curiosità dei
visitatori tanto che alcuni di loro
hanno ripetuto l’assaggio più e
più volte!
Abbiamo avuto un numero incredibile di richieste di informazioni
e assistenza: dai semplici visitatori curiosi di conoscere la realtà O
& Goal ai molti che già conoscevano Emerson e Bonatti, che hanno chiesto informazioni su progetti specifici.
Abbiamo registrato la presenza
massiccia di Oil Company come
Zueitina Oil Company, Arabian
Gulf Oil Company, National Oil
Company Libya, Waha Oil
Company, Sirte Oil Company e
molte altre.
Per quanto riguarda l’argomento
formazione, che è parte integran-
te del progetto O & Goal, le richieste sono state numerose: c’è,
infatti, una carenza reale di questo servizio in Libia, così la maggior parte delle aziende con questo tipo di esigenza sono costrette
a rivolgersi all'estero per questo
Alcune immagini dello stand Oil & Goal al TOG 2010: in alto Giovanni Gorgoglione; sotto il personale
dei partner Emerson e CEngineering nelle fasi preliminari della fiera.
34
Countries & Works Underway
tipo di servizio.
Bisogna notare che non ci sono
molte società e imprese in Libia
in grado di fornire formazione
come O & GOAL.
A questo proposito abbiamo ricevuto richieste per effettuare una
visita diretta al dipartimento di
formazione Agoco, Zueitina e
Sirte Oil Company, per fornire
una presentazione per sul nostro
programma di formazione.
Il risultato fa pensare che se vorremo che O & Goal prenda piede
veramente in Libia un sarà necessario che questo progetto si trasformi in una vera e propria
società libica, con licenza di fornire manutenzione servizi e formazione come previsto fin dall'inizio.
Oil & Goal è un’iniziativa nata dalla partnership tra Bonatti,
Emerson e CEngineering.
L’obiettivo è avvicinarsi alle esigenze dei clienti del settore
Oil & Gas offrendo servizi di maintenance che sviluppano le caratteristiche delle tre società, per assicurare loro un vantaggio
competitivo sostenibile e ridurre i costi operativi a lungo termine
nelle installazioni libiche. Il principale commitment di Oil & Goal
è lo sviluppo del local content trasferendo il know-how agli ingegneri e operatori libici.
Il rischio è, infatti, che i potenziali clienti restino disorientati,
non riponendo la giusta fiducia in
un'alleanza per ora senza valore
giuridico.
Ancora immagini dello stand. Possiamo notare l’affluenza e l’interesse per il Parmigiano-Reggiano;
sopra: le dimostrazioni con il “cactus”.
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Countries & Works Underway
STU Stazione: l’Università entra in cantiere
Contributor: Filippo Bucci
Prosegue lo scambio tra la Business Unit Infrastrutture e la facoltà di Ingegneria dell’Università di Parma: dai seminari in Facoltà tenuti dai nostri ingegneri, fino alle
visite degli studenti ai cantieri.
Raccontiamo le fasi principali di questo rapporto e abbiamo intervistato il Prof. Felice Giuliani, docente di “Ingegneria delle Infrastrutture Viarie e dei Trasporti", che
questa estate ha accompagnato gli studenti del corso di laurea magistrale di Ingegneria Civile a visitatare i lavori alla Stazione di Parma.
Seminari
La Business Unit Infrastrutture ha,
negli anni recenti, tenuto due
seminari presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Parma.
Il primo, tenutosi nel 2007, nel
contesto dell’Insegnamento di
“Progettazione Avanzata di Infrastrutture Viarie” (Corso di Laurea
Specialistica in Ingegneria Civile),
ha riguardato la realizzazione del
Ponte sul Fiume Taro, sul Nuovo
Asse Cispadano SS. 62 di competenza ANAS.
Il secondo, tenutosi nel 2010,
come parte dell'Insegnamento di
"Ingegneria delle Infrastrutture
Viarie e dei Trasporti" (Corso di
Laurea Magistrale in Ingegneria
Civile) ha invece trattato i lavori
in corso a Parma del Progetto di
Riqualificazione Urbana Stazione
FS- Ex Esso, per il cliente STU
Areastazione.
In entrambi i casi, i seminari in
aula della durata di due ore ciascuno, hanno consentito ai rappresentanti della Bonatti SpA, di
esporre le linee generali che guidano la concezione di un progetto
calato in un determinato contesto
territoriale, fino alla sua completa progettazione, pianificazione
ed esecuzione nei minimi dettagli.
Particolare rilievo è stato dato al
tema della gestione della Commessa di Costruzioni, come risul-
tato di un insieme di azioni fortemente integrate, finalizzate al
controllo anticipato del processo
produttivo e della verifica degli
obbiettivi temporali ed economici, allo scambio di informazioni
all’interno del team di progetto
ed alla volontà di lavorare in
squadra, come fattore professionale determinante e peculiare
della Bonatti SpA.
Si è creata così una situazione di
scambio tra l’Impresa e gli alunni,
i quali hanno dato seguito alla
loro curiosità con numerose domande ed interventi, che hanno
consentito di mettere in luce la
Bonatti come un importante punto di riferimento lavorativo e
formativo.
Il plastico che mostra il progetto: la piazza antistante la stazione di Parma.
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Countries & Works Underway
Nella foto la stazione di Parma vista dal lato nord.
Visita in cantiere
Questa estate, in seguito al seminario del 2010, gli alunni dell’Università di Parma guidati dal Prof.
Felice Giuliani, si sono recati in
visita presso il cantiere della STU
Stazione FS.
Il personale della Commessa Stazione scarl si è così organizzato
per accogliere circa 70 alunni. La
visita, della durata di due ore, si
è articolata su un percorso tracciato su una planimetria, sulla
quale sono stati indicati anche i
vari punti di sosta ed osservazione.
La numerosa partecipazione ha
richiesto la formazione di due
gruppi che hanno percorso l’itinerario in senso alternato, guidati
ciascuno da: un rappresentante
della Direzione di Cantiere, da
uno della Progettazione ed uno
del Servizio Sicurezza e Prevenzione.
In ogni punto di osservazione, i
gruppi hanno preso visione dei
lavori descritti dai rappresentanti
del Cantiere, e fatto domande e
foto sulle lavorazioni specifiche:
dagli scavi e diaframmi in c.a. in
zona nord, alle fasi di lavoro ed
interferenze in zona Sud (Piazzale
dalla Chiesa), dalle delicate opere fondazionali e murarie della
palazzina Viaggiatori, alle com-
plesse attività di installazione
della copertura metallica dei binari e di edilizia sempre in zona
Nord.
Particolare curiosità hanno destato le lavorazioni più peculiari di
tipo geotecnico, come il Jetgrouting e le tirantature di tipo
attivo, e strutturale, come il
complesso sistema di ponteggi
utilizzati per i getti degli edifici,
oppure il sistema di controventi
provvisionali a sostegno del Fabbricato Viaggiatori.
Anche le tematiche più generali
sono state oggetto di dibattimento, come quella dell’impatto dei
lavori sul contesto urbano circostante e la gestione contemporanea di tutti gli aspetti associati
(rumore , vibrazioni, traffico,
smaltimento dei materiali di risulta ecc..).
L’occasione è stata preziosa per
Bonatti, per presentarsi alle future leve del mondo delle Costruzioni, con orgoglio, professionalità e con la convinzione di rappresentare un punto di riferimento
nel campo delle costruzioni di
opere civili caratterizzate da un
elevato grado di complessità.
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Il progetto di rivalutazione di questa
vasta area circostante la stazione, che è
in fase di realizzazione da Bonatti, raggiungerà i 20.000 mq. È stato chiamato
“ParmaOltre”, per rievocare l’idea di un
nuovo centro organico della città, intensamente collegato con il nucleo antico.
ParmaOltre è stata progettata dagli
architetti spagnoli di MBM Arquitectes:
si tratta dello studio che ha progettato
la rinascita di Barcellona. Bonatti sta
costruendo una piazza grande quanto un
campo da calcio e sarà circondata da
quattro edifici: un grande albergo
(quattro stelle della catena spagnola
NH), molti spazi per uffici Open space
da attrezzare come vorrà chi li utilizzerà, una sessantina di appartamenti delle
più svariate dimensioni e la rete dei
negozi di servizio.
“Quando abbiamo deciso di partecipare
alla gara per la realizzazione del progetto bandita dal Comune”, ci confida l’ing.
Ezio Pellegrini, storico esperto di Project Financing per Bonatti “siamo stati
affascinati dalla possibilità di recuperare
una parte della città abbandonata, ma
importante per la sua posizione strategica: ora si tratta di renderla viva e vitale.
Abbiamo iniziato portando il miglior
operatore alberghiero d’Europa, che
offrirà anche sale riunioni, catering e
servizi vari agli uffici di ParmaOltre e
stiamo proseguendo con la selezione dei
negozi che caratterizzeranno il piano
terra degli edifici. Vorrei fare notare
infine”, prosegue Pellegrini, “che l’attività immobiliare è il motore economicofinanziario dell’intera iniziativa: quest’ultima non si sviluppa con soldi della
committenza ma, in gran parte, mediante finanziamento di Bonatti e Di Vincenzo e così sarà, sempre di più, anche per
altre iniziative nel futuro”.
Per ammirarne le immagini, visitate il
sito www.parmaoltre.it
Ancora immagini dei lavori in corso al cantiere: il traffico ferroviario non si è mai interrotto dall’inizio dei lavori e l’utilizzabilità
dei binari è garantita da Bonatti alle Ferrovie dello Stato per tutta la durata della realizzazione del progetto.
Countries & Works Underway
Il professore Felice Giuliani, docente del Dipartimento di Ingegneria Civile, dell’Ambiente, del Territorio e Architettura ha risposto
con piacere alla nostra intervista e, grazie a questo intervento,
possiamo apprezzare il valore di questa collaborazione anche dal
punto di vista accademico.
I vostri studenti sono venuti in
visita al nostro cantiere STU Stazione di Parma: quali sono le caratteristiche dell’insegnamento
in cui si inquadra questa occasione “sul campo”?
del Corso di Laurea Magistrale in
Ingegneria Civile. L'insegnamento
di "Ingegneria delle Infrastrutture
Viarie e dei Trasporti" è un corso
obbligatorio che permette agli Allievi Ingegneri di comprendere ed
analizzare le problematiche della
Gli studenti in visita sono Ingegneri progettazione e della conduzione
che hanno già completato il percor- di cantieri di grandi opere. Nel
so triennale di studi e che stanno
settore delle infrastrutture di traconcludendo il successivo biennio
sporto la figura professionale deve
possedere una visione ampia delle
problematiche di impianto, organizzazione e coordinamento di lavorazioni complesse, con la massima lucidità nella definizione dei
tempi e degli oneri.
Credo che la realtà STU stazione di
Parma-Bonatti sia senz'altro emblematica. Era una occasione unica
che non volevo sfuggisse proprio
agli studenti di Parma.
In alto: una veduta aerea della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Parma.
Sotto: i ragazzi in visita al cantiere STU Stazione di Parma.
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Countries & Works Underway
Quali sono gli aspetti principali
su cui vi siete focalizzati durante
la visita con i ragazzi?
L'organizzazione Bonatti, per tramite degli Ingegneri Carassini e
Bucci, non ci ha permesso di trascurare nessun aspetto del progetto e del progresso delle lavorazioni
in corso. Dalle opere di sostegno,
agli allestimenti per la realizzazione dei sottopassi, alle attività edilizie, tutto ha destato interesse.
Notevole è risultata l'attenzione
alle opere di by-pass della sovrastruttura ferroviaria senza interruzione dell'esercizio.
Questa visita non è il vostro primo incontro con il mondo Bonatti, perché ci sono state visite ad
altri cantieri e contributi in aula
dell’Ing. Carassini e dei suoi uomini: come vi trovate lei e i suoi
colleghi a collaborare con i nostri
ingegneri?
No, non è stato il primo incontro, e
non credo si sia trattato dell'ultimo. Ritengo che questo tipo di
collaborazioni siano alimentate
dall'entusiasmo nel trasferire le
conoscenze senza inutili autocelebrazioni. La Bonatti si è presentata
agli Allievi Ingegneri sempre con lo
spirito di comunicare e trasmettere
le proprie esperienze, con efficacia
didattica ed attenzione agli aspetti
tecnici concretamente formativi.
Università e grande Impresa, ognuno col proprio ruolo e con molto
rispetto reciproco.
Cosa ci può dire da accademico
del nostro cantiere STU e più in
generale di questo importante
progetto?
Il progetto è nato ambizioso per
diversi aspetti. Sotto la matita di
Oriol Bohigas vi erano molto pro-
babilmente diverse problematiche sfuggite allo stesso grande
architetto. Il cantiere STU, per
tempi di realizzazione, ubicazione, interferenze e vincoli, può a
ragione essere additato come
esempio di come l'Impresa sia
chiamata a spendersi per il coordinamento di numerose attività
con l'attenzione e la precisione di
un orefice. Credo che la fasatura
delle lavorazioni, invisibili all'utenza ed alla cittadinanza, sull'asse ferroviario più importante di
Italia, sia un risultato di non poco
conto.
Un’altra veduta del cantiere; sopra i ragazzi si muovono all’interno della zona dei lavori accompagnati dal personale Bonatti.
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Countries & Works Underway
Quali competenze punta a dare
in particolare il percorso di studi
di ingegneria civile della vostra
facoltà?
mente timoroso verso il mercato
del lavoro. Sebbene vi siano non
poche difficoltà dettate da dinamiche economiche a volte indecifrabili, ritengo che ci siano spazi non
La Facoltà di Ingegneria dell'Unisolo per l'ingresso nell'attività proversità di Parma ha formato ormai fessionale ma anche per farlo con il
numerosissimi tecnici che da anni
giusto entusiasmo, portando idee
rivestono con autorevolezza ruoli di ed energie nuove.
responsabilità nelle Imprese e nelle
Amministrazioni o che sono risultati
apprezzati professionisti. Anche
Bonatti punta moltissimo sui gioper il significativo impulso rappre- vani ingegneri preparati, sulla
sentato dalle attività della costru- loro freschezza e sul loro entuzione della linea alta velocità e
siasmo: a suo avviso quali sono i
dallo sviluppo delle rete stradale a punti di forza e di debolezza dellivello interregionale, gli ingegneri la preparazione che dà l’univercivili di Parma hanno avuto modo di sità italiana?
spendere al meglio le conoscenze
nel settore delle infrastrutture
Negli ultimi anni il Paese ha assistiviarie, con competenze specifiche to ad una notevole trasformazioni
nel campo delle costruzioni strada- delle professioni e l'Ingegnere è, in
li, ferroviarie ed aeroportuali.
tal senso, uno degli esempi più
evidenti. Dalla figura classica del
libero professionista o dell'IngegneQuali sono le aspettative di un
re tuttologo si è passati, forse sbagiovane laureato che esce dalla
gliando, alla ricerca di figure estrevostra facoltà?
mamente specializzate pensate per
essere collocate all'interno di sisteRimprovero ai miei Allievi migliori
mi di analisi in posizioni ben precidi porsi spesso in modo eccessivase ma di visioni d'insieme limitate.
A mio avviso, nel prossimo futuro,
assisteremo al compimento di un
percorso nuovo, che formi e rivaluti la figura di Ingegnere che sia in
grado di comprendere con coscienza la complessità di un progetto, e
di accompagnare, col suo specifico
contributo, la realizzazione di opere nelle quali sia comunque riconoscibile il proprio apporto. L'Università Italiana credo possa puntare
ancora, a scapito di esasperate
specializzazioni, a porre basi solide
per formare Ingegneri preparati e
culturalmente versatili.
Una curiosità, visto che ci conosce bene: com’è Bonatti dal suo
punto di vista?
Ho visto la Bonatti attraverso chi
ci lavora, da Parma al Kazakhstan, dalla Cispadana alla Spagna. Non è retorica, credo di avere di fronte una realtà che fonda
il proprio rispetto sull'impegno e
sul lavoro. I miei Allievi testimoniano per me la soddisfazione di
essere "Ingegneri in Bonatti"....si
dice così?
Foto di gruppo al termine della visita insieme al Docente e agli uomini Bonatti.
41
People
In Germania con la massima affidabilità
Intervista con Arnold Diethelm, Bonatti Deutschland Country Representative
Ci puoi dire qualcosa della tua
carriera professionale prima di
approdare in Bonatti?
Lavoro da trent’anni nella progettazione e nella costruzione di
progetti internazionali e di impianti industriali.
Ho trascorso oltre dieci anni nel
campo degli impianti chimici
(poliestere, filatura della gomma,
ecc.) e negli ultimi dieci anni
sono attivo nel settore usptream
dell’oil & gas (pipeline, ecc.) in
tutto il mondo.
Perché hai scelto questa professione e che cosa ti permette di
dare sempre il massimo nel lavoro?
Ho iniziato a concentrarmi in questo campo di attività perché è
molto interessante e ricco di momenti importanti. È una miscela
di lavoro di ufficio e di lavoro in
cantiere. Mi piace in particolare il
contatto con i clienti, le imprese
e con il personale al lavoro sui
progetti: è davvero emozionante. Si possono incontrare un sacco
di persone di diverse nazionalità
e, di conseguenza, entrare a contatto con culture e costumi diversi. Ogni progetto o riunione o
interazione con controparti diverse rappresenta una sfida e un
trasferimento di conoscenze.
Cosa sapevi di Bonatti, prima di
iniziare a lavorare con
noi?
Nel settore oil & gas si ha
sempre un po’ di informazioni sui progetti e sulle
aziende che li eseguono.
Sono voci e informazioni
che si trasmettono tra colleghi e amici.
Pertanto, da molti anni ho
un po’ di conoscenza di
base in merito a Bonatti.
Prima di cominciare a lavorare per Bonatti, ero con
Wintershall nel deserto libico e, grazie alla posizione che
rivestivo, avevo diversi contatti
con il personale della nostra azienda, anche con frequenza quotidiana.
Cosa ti piace di più nel lavorare
con Bonatti?
La mia impressione sulla cultura
aziendale di Bonatti è che la soddisfazione del cliente abbia sempre la priorità: in Germania diciamo "il cliente è re".
Questo significa dare la priorità
all'esecuzione dei lavori di costruzione in modo sicuro e con l’obiettivo di adempiere al contratto
con un’alta qualità e tempi di
consegna rispettati.
Il personale è molto professionale
e fa di tutto per dare il meglio
ogni giorno, affrontando in cantiere le avversità climatiche di
luoghi e ambienti diversi.
Una veduta di Berlino.
42
Cosa pensi del tuo Paese, la
Germania? Come potresti descrivere il tuo Paese ai colleghi
che l’hanno mai visitato? Quali
pensi siano i punti in comune
tra il modo tedesco di pensare
e quello italiano?
Sono da sempre in viaggio in giro
per il mondo e ho avuto modo di
conoscere culture diverse: per me
oggi la Germania ha molte sfaccettature. Naturalmente, conoscere la Germania comporta due
approcci diversi: dipende se la si
vive per lavoro oppure no. Io suggerirei a chi non la conosce di
visitarla. Penso che sia molto
difficile spiegare la cultura di un
paese in poche frasi. Inoltre, dipende in quale parte della Germania vogliamo esaminare.
Riguardo agli elementi comuni tra
Germania ed Italia, credo che
valga in larga parte il discorso di
prima. Credo che questa domanda
People
sarebbe più adatta per i lavoratori italiani di Bonatti (Nemo Propheta in Patria…), che operano
attualmente in Germania per il
progetto OPAL: anch’io forse potrò imparare molto dalla loro risposta!
Quanto credi possa essere importante per Bonatti la possibilità di irrobustire le proprie
radici in Germania?
Il mercato tedesco, ed in particolare nel settore dell’Oil & Gas,
sarà molto importante per l’azienda, grazie alla sua posizione
geografica nell’Europa centrale. Gli idrocarburi provengono da
Est ma i principali consumatori
sono ancora in Europa occidentale. Pertanto la Germania sarà
sempre un centro strategico e un
Paese di transito, che significa
che la maggior parte dei gasdotti
attraverserà la Germania o la
vedrà comunque connessa ad una
rete esistente per assicurare l'approvvigionamento di gas. Tutto
sommato, penso che sia di grande
importanza il tentativo di rafforzare le radici in Germania: tutti i
clienti e le aziende devono essere
consapevoli della presenza di
Bonatti sul mercato tedesco e del
suo interesse a collaborare e a
lavorare come un’impresa affidabile.
Qual è il tuo lavoro principale?
Come accennato in precedenza,
quello tedesco è un mercato molto importante. Vedo il mio ruolo
principale nello stabilire la relazione tra Bonatti e i potenziali
clienti futuri. Poi vorrei proseguire ed approfondire il rapporto di
collaborazione tra Bonatti e gli
attuali clienti, al fine di garantire
loro piena soddisfazione. Un'altra
parte del mio lavoro è rappresentata dalla raccolta di informazioni
sui futuri investimenti e progetti:
ciò permetterà che Bonatti venga
sempre considerata per gare e
quotazioni.
Inoltre, i possibili clienti devono
essere consapevoli che l'ufficio in
Germania farà da “link” per i
progetti da realizzare anche in
altri paesi dove Bonatti opera. Saremo il punto di contatto
per le aziende con sede in Germania impegnate in progetti in altri
paesi come, ad esempio, in Nord
Africa e negli Emirati.
Quali sono le difficoltà di questo lavoro?
Dopo molto tempo trascorso in
paesi stranieri i contatti con le
imprese e la politica vanno rinnovati e rinforzati. Inoltre, le informazioni sui progetti futuri e le
probabilità di realizzazione devono essere analizzate e valutate
continuamente.
Che prospettive vedi?
Sono certo e fiducioso che con il
sostegno del management Bonatti
avremo l’opportunità di fare diventare Bonatti-Germany una
società molto conosciuta e rispettata in questa parte d'Europa. Io
farò sicuramente del mio meglio.
Una mappa dei principali sistemi di trasporto idrocarburi dell’area Eurasiatica.
43
People
La formazione e lo sviluppo in Bonatti:
due anni di esperienze
Contributor: Paolo Umidon
Vorrei iniziare con le parole che
aprirono il primo articolo apparso
sul n° 2 del Bullettin del 2008 del
collega e amico Cassi, in cui si
incominciava così a parlare di
formazione e di sviluppo in Bonatti: “Il business, lo sviluppo, la
persona. Tre parole chiave che
racchiudono gli stimoli formativi
che, in una logica di sempre maggiore ascolto alle esigenze che
nascono dal business, dalle professionalità e dalle persone, possono alimentare itinerari di crescita e di apprendimento”.
Sono passati 2 anni e mezzo da
allora e un po’ di strada insieme
l’abbiamo fatta.
La Formazione Istituzionale, finalizzata ad accogliere ed accompagnare il neo-inserito nell’ articolato mondo Bonatti, costituisce
ormai un percorso consolidato,
che segna i primi anni di vita aziendale del giovane.
Essa, infatti, parte dall’approfondita presentazione della Società,
attraverso la parola dei diretti
protagonisti che dirigono i diversi
settori di attività, e, transitando
dalla conoscenza dell’azienda
come soggetto che opera nei mercati internazionali, dotandosi di
forme organizzative e modalità
strategiche coerenti con i suoi
obiettivi, arriva a far riflettere
l’individuo sulla propria efficacia
personale nelle diverse situazioni
aziendali, nell’ottica di una mag-
giore consapevolezza e possibilità
concreta di miglioramento delle
proprie competenze comportamentali.
I numeri parlano chiaramente: 13
edizioni del Modulo 1
“Introduzione alla cultura d’Impresa”, 7 edizione del Modulo 2
“Impresa e cultura di mercato”,
10 edizioni del Modulo 3
“Strumenti per l’auto sviluppo”,
iniziative che hanno visto coinvolti oltre 290 partecipanti, per un
totale di 9500 ore erogate.
Grazie a questa esperienza di
successo, abbiamo ulteriormente
sofisticato ed esteso il processo di
inserimento e di crescita in una
diversa mansione, attraverso la
progettazione, realizzazione e
monitoraggio (valutazione e verifica dell’apprendimento) di piani
di affiancamento personalizzati,
per quei ruoli di particolare criticità o per i quali risulta insufficiente ed inadeguato il solo
“ascolta ed impara”, sulla base
delle competenze core e di supporto necessarie per un rapido
impiego operativo.
Abbiamo dato maggiore sistematicità e forma a dei percorsi di apprendimento maggiormente orientati ai diversi filoni professionali
quali la Sicurezza, l’Ambiente, il
Commerciale e la Contrattualistica, il Project management.
Nella pagina: colleghi impegnati in attività di formazione a Karabatan.
Al termine dei corsi è stato rilasciato loro un attestato di partecipazione.
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People
Una fase di uno dei corsi di formazione in sede.
Contemporaneamente abbiamo
proposto alcuni workshop di analisi ed approfondimento in aula ai
responsabili per farli riflettere e
lavorare concretamente sul proprio stile comportamentale e di
gestione e conduzione delle risorse umane (es, Gestione e valutazione Risorse umane suddiviso in
4 moduli di ½ giornata, Team
building) ed iniziato ad aprire il
confronto interno e l’apprendimento sul tema dell’interculturalità (Introduzione alla cultura
giapponese), problematica di
grande impatto rispetto ai nostri
scenari di azione.
Proprio parlando di scenari internazionali, mi voglio permettere di
enfatizzare un altro importante
passo che è stato fatto dallo scorso autunno e che ha iniziato a
diventare operativo all’inizio del
2010, per concludersi entro dicembre: il Progetto di Training
and Development in Kazakhstan –
Karabatan, rivolto alle risorse
locali.
Questo progetto ha visto coinvolte oltre 30 risorse (worker e staff,
dopo una severa selezione iniziale), attraverso un lungo percorso
di fidelizzazione all’azienda, acquisizione dei basic comportamentali e della lingua inglese, dei
corsi specifici per rinforzare le
competenze tecnicospecialistiche proprie del ruolo ed
un lungo periodo di affiancamento durante l’attività lavorativa
con il diretto responsabile per
migliorare la propria performance
ed efficacia operativa.
Il progetto segna una svolta ed
indica una nuova frontiera futura
per processi di apprendimento e
sviluppo in Bonatti sempre più
indirizzati a coloro che vivono e
lavorano con noi nei Paesi in cui
siamo presenti: la sfida, cioè, è
rendere concreto e tangibile il
concetto di localizzazione anche
attraverso la crescita ed il consolidamento delle competenze e
delle esperienze dei colleghi kazaki, algerini, libici, etc.
Durante questi due anni abbiamo
lavorato per mettere a punto e
rendere strumento di gestione e
di sviluppo, un sistema condiviso
ed oggettivo di valutazione della
performance annuale delle risorse
di staff (nel primo semestre del
2010, sono state valutate oltre
500 persone worldwide riguardo
alla loro prestazione 2009), per
misurare il loro contributo professionale attraverso la declinazione
delle attività e dei compiti svolti
nella copertura del ruolo, nonché
il livello di presenza delle capacità e competenze comportamentali necessarie per svolgerlo al meglio.
Abbiamo anche iniziato recentemente un percorso con alcune
risorse ed i loro responsabili per
trasformare la valutazione da
“semplice compilazione di una
scheda”, ad un processo vitale e
continuo, che entri a far parte del
“normale strumentario del capo”,
attraverso la restituzione al valutato dei risultati, nell’ottica della
45
definizione condivisa di un piano
annuale di miglioramento e consolidamento delle competenze e
dei risultati.
Il tema dello sviluppo e dell’analisi delle potenzialità si sta concretizzando attraverso un articolato
percorso di confronto e di monitoraggio che coinvolge oggi oltre
100 risorse. Si tratta di colloqui di
approfondimento, analisi delle
caratteristiche e della motivazione con le risorse, confronto e
raccolta di ulteriori informazioni
ed indicazioni con il responsabile,
predisposizione di piani di verifica
e sviluppo delle competenze nel
ruolo, riverifica dopo 10-14 mesi
per conferma, modifica, etc.
Questo scenario, che ha rappresentato, seppur con fatica e con
qualche resistenza, una significativa modifica del ruolo delle Human Resources in Bonatti, fa emergere con sempre maggiore
nitidezza un filo rosso che ci dà
indicazioni precise.
Partendo proprio dalle tre parole
citate all’inizio - business, sviluppo, persone - dal loro sempre più
stretto legame e grazie anche ai
processi di apprendimento, di
sviluppo e di valorizzazione, si
evidenzia la direzione verso cui
concentrare il nostro impegno per
affrontare le sfide che il contesto
esterno quotidianamente ci offre,
incitando i nostri colleghi ad affrontarle insieme con maggiore
solidità, competenza e motivazione.
People
Entriamo in sala controllo
al fianco del cliente
Intervista con Fabio Mazzoli, responsabile BU Automation & Electrical Solutions
Da giugno in Bonatti c’è una
nuova Business Unit: Automation & Electrical Solutions, affidata a Fabio Mazzoli.
Qual è il motivo di questa scelta per l’azienda?
Il primo obiettivo è senz’altro
acquisire nuovi progetti in un
ambito a noi noto e identificabile
con l’area di business di Carlo
Gavazzi Impianti.
Proprio attraverso la nostra controllata Carlo Gavazzi Impianti
possiamo, infatti, contare su esperienza e capacità di alto livello da declinare secondo il modello
di business di Bonatti, che è focalizzato sui Paesi dove operiamo e
siamo presenti stabilmente con la
nostra organizzazione.
Il controllo fornito dalla nostre
filiali sui singoli mercati consente
facilmente di capire come molte
aree di attività siano riferibili a
Carlo Gavazzi Impianti: questa
situazione può divenire
“concreta” solo se le branch possono effettivamente implementare questo tipo di business.
La nuova BU Automation & Electrical Solutions è un centro di
profitto a tutti gli effetti, che,
per essere competitivo,
non ha necessità di creare in Bonatti una replica
di Carlo Gavazzi Impianti: questo è il motivo per
cui questo nuovo ramo
d’azienda è interamente
sviluppato attraverso la
struttura di CGI a Marcallo, ma nel contempo
resta strettamente collegato all’orientamento
strategico e commerciale
della capogruppo Bonatti.
Il rischio che Carlo Gavazzi Impianti perda identità è in pratica azzerato dal fatto che il business tipico di Marcallo
proseguendo nel suo percorso
rimarrà del tutto intatto: non
intaccato, ma potenziato da questa nuova operazione.
Oggi Carlo Gavazzi Impianti è,
infatti, altamente preparata ad
affrontare il ruolo di Contractor,
ma non è integrata nella ricerca
di business nelle realtà locali, in
particolare laddove Bonatti è già
radicata.
Se si osserva, invece, questo tipo
di business dalla prospettiva di
Bonatti si scopre che l’azienda
capogruppo opera in veste di mero fornitore, tralasciando l’opportunità di approfondire l’affinità
dell’area automation con la specialità di Operation & Maintenance. Questa situazione lascia intravedere la chiara opportunità di
accedere a lavori di manutenzione dei sistemi di controllo sia di
processo che elettrici.
In definitiva , possiamo “entrare
in casa del cliente”.
Esempio di sistemi di supervisione e controllo ( DCS); sopra: Fabio Mazzoli, nuovo responsabile della BU Electrical & Automation Solutions.
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Una grande sala controllo.
Dalle nostre analisi è emerso che,
in questo campo, la capacità di
eseguire lavori di construction
può essere alla portata di molti,
ma che, viceversa, entrare all’interno della sala di controllo degli
impianti significa avere un knowhow specifico.
Siamo consapevoli di averlo già e
vogliamo che diventi uno dei
punti di forza del gruppo Bonatti.
scelta è il fatto che, dopo un’esperienza di respiro internazionale, ero tornato ad operare prevalentemente in un contesto di
mercato nazionale. Con Bonatti
posso finalmente tornare ad occuparmi di mercati esteri con clienti
di livello internazionale.
Lei viene da esperienze importanti prima di approdare in
Bonatti.
Come mai ha fatto questa nuova scelta professionale?
Oggi che sono dentro mi accorgo
ogni giorno di più che conoscevo
veramente poco di Bonatti. Devo
confessare, però, che quando ho
ricevuto la proposta di entrare a
far parte di questo team si sono
aperti scenari che mi hanno dato
la vera consapevolezza dell’azienda, della sfida da raccogliere e
della complessità che è propria
del DNA della nostra organizzazione.
Arrivo dall’automation, dal settore impiantistico e dalle forniture.
Mi muovo in questo ambito da più
di 25 anni e ho fatto questa scelta
perché sono convinto che qui in
Bonatti si possa arrivare a operare
nel settore ad alto livello, con
progetti di grandi dimensioni:
penso, ad esempio, a commesse
di total revamping, non solo come
contractor, ma affiancando il
cliente al punto da arrivare al
cuore del sistema.
Ciò che più mi ha spinto nella
Cosa conosceva di Bonatti vista
da fuori?
Com’è trovarsi qui con noi?
Il primo impatto è molto buono e
mi trovo bene.
A Parma vedo una possibilità di
fare che si identifica con la cre-
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scita dell’ultimo quinquennio.
Si avverte un elevato livello di
adrenalina e una palpabile tensione verso le cose nuove.
Gavazzi è in una fase che definirei esplorativa e cauta verso questa nuova operazione, ma si percepisce in modo evidente come
l’azienda sia molto stimolata e
attenta a rientrare prepotentemente nel settore Oil & Gas, che
può rappresentare un’interessante evoluzione dopo gli ultimi anni
dedicati soprattutto a infrastrutture, energia e rinnovabile.
Bonatti possiede Carlo Gavazzi
Impianti dal 2006, un’azienda
che conserva il suo percorso
peculiare.
Qual è, a suo avviso, il potenziale di questa realtà?
È ancora un po’ presto per dare
una riposta a questa domanda ma
posso confermare che Carlo Gavazzi Impianti ha come punto di
forza un elevato livello di preparazione tecnico-gestionale che è
difficilmente riscontrabile in altre
realtà italiane.
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Credo che questo sia dovuto a
molteplici aspetti tra cui il basso
turnover di personale , al mix
corretto tra senior e junior , al
tipo di commesse eseguite. C’è
una grande conoscenza tecnica
acquisita, ma anche una situazione che definirei “poco rock”;
vedo, insomma, un potenziale
elevato, ma lievemente statico: è
come essere al volante di una
Ferrari e non avere la convinzione
di poter correre a Monza.
Da oggi partiamo invece con iniezioni di iniziative fresche in grado
di stimolare in profondità l’ambiente e sono sicuro che a Monza
ci correremo ben presto.
Quali sono i punti-cardine per
un’efficace sinergia tra Bonatti
e Carlo Gavazzi Impianti, capace di creare un effettivo sviluppo del business nel settore automazione?
Al momento le altre linee di business di Bonatti vedono il settore
dell’automation come una mera
fornitura indifferenziata, che
potrebbe essere più o meno simile a una fornitura di cavi o di
strutture.
Oggi, però, non è più sufficiente:
deve essere vista come elemento
di profitto futuro, come valore
aggiunto al cliente.
Vorrei riprendere un’espressione
che esemplifica il concetto alla
base della sfida che abbiamo di
fronte: “dobbiamo entrare in casa
del cliente”. Con l’automazione
diventeremo “collegati” al cliente
e questo ci permetterà di capire
le sue esigenze e i suoi percorsi,
anticipando quasi i suoi bisogni
per creare rapporti Bonatticliente di lungo periodo.
Siamo in periodo di KIOGE, la
fiera Oil & Gas più importante
dell’Asia Centrale, e su Gavazzi
Impianti Kazakhstan è riposta
la massima attenzione.
Quali sono gli obiettivi su questo brand, nato dall’unione tra
il nome Gavazzi e l’esperienza
Bonatti nel Paese?
zako e ha come primo obiettivo
quello di consolidarsi nel tessuto
locale, appunto, come società
capace di sviluppare ingegneria e
servizi di management di base e
di dettaglio di tipo elettrostrumentale.
Questo ci permetterà di fornire in
anticipo al nostro Gruppo le necessità di realizzazione nel Paese,
diventando il nostro
“termometro” del mercato kazako anche per le atre Business
Unit.
Gavazzi Impianti Kazakhstan,
creata per dare un servizio di
ingegneria e management, sta
operando su uno dei più grandi
progetti di Bonatti nel Paese ka-
La sede di Carlo Gavazzi Impianti a Marcallo con Casone; in alto l’entrata della filiale Bonatti di Atyrau (Kazakhstan), sede di Gavazzi
Impianti Kazakhstan; sotto i marchi di Carlo Gavazzi Impianti e il nuovo logo di Gavazzi Impianti Kazakhstan.
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Bonatti SpA
Corporate Bulletin
2010 - n. 2 - Giu / Ott
Coordinamento editoriale
Matteo Patera
Frédéric Santelli
Si ringraziano
per la preziosa collaborazione
Matteo Benincasa
Filippo Bucci
Roy Collins
Oliviero Corvi
Arnold Diethelm
Andrea Etzi
Marco Garbusi
Mario Gioia
Prof. Felice Giuliani (Università degli Studi di Parma)
Giovanni Gorgoglione
Franco Grassi (Emerson)
Aliya Karlibayeva
Manfred Klingelhöfer
Andrea Manzoni
Fabio Mazzoli
Alessandro Merli
Ezio Pellegrini
Luca Princivalli Conti
Stefano Protogene
Ilario Pulcini
Claudio Sanzo
Norberto Tisacchi
Paolo Umidon
Walid Zlitni
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