Sbarchi a Lampedusa marzo 2011

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Sbarchi a Lampedusa marzo 2011
STORIE DA LAMPEDUSA
Lampedusa terra di frontiera, accoglie quotidianamente uomini e donne stranieri
carichi di affanni e di paure, ma fiduciosi di trovare condizioni di vita migliori.
Non hanno documenti con sé, ma si dicono dotati di buona volontà di rimboccarsi
le maniche e svolgere anche i lavori più umili.
Legambiente e la Fondazione IntegrA/Azione hanno raccolto
alla fine di marzo le testimonianze di alcuni
di loro, soprattutto tunisini, per raccontare l’altra faccia di quello che viene definito
“il fenomeno dell’immigrazione”. Da questa piccola rassegna emerge con forza la speranza,
le aspettative e i sogni di queste giovani vite, spesso in condizioni precarie di salute,
in cerca di un’esistenza più decorosa e meno stentata.
Un punto di vista inedito, quello del migrante, che offre spunti di riflessione sull’antica
tradizione solidale dell’Italia e sul valore del recupero di un forte senso civile di solidarietà.
Fondazione IntegrA/Azione
Via Marco Aurelio, 49 – 00184 Roma
www.fondazioneintegrazione.it
Le persone che hanno una laurea non hanno il lavoro nel nostro paese,
la rivoluzione causa la guerra e il popolo tunisino si sente a disagio.
Durante il viaggio, abbiamo avuto paura, abbiamo visto la morte da vicino.
Alcuni fra noi, sono morti. Inoltre, siamo rimasti tanti giorni affamati
e alcuni di noi si sono ammalati. (…) Ora in Italia, la situazione
è veramente difficile per noi, noi dormiamo fuori, nel freddo, a terra, e sulle colline.
Non abbiamo la possibilità di fare la doccia, non c’è una struttura
che ci permette di fare i nostri bisogni, non ci sono coperte, ricaricare la batteria
del cellulare è un problema”.
Anonimo
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Quando siamo andati via dalla Tunisia, eravamo 250 persone nella stessa barca,
tutti quanti sono riusciti ad arrivare a Lampedusa. Quando siamo arrivati nell’Isola,
abbiamo visto i corpi di due tunisini nel mare, loro facevano parte d’un’altra barca.
Sabato scorso, una nave che conteneva 52 persone ha subito un naufragio.
La guardia costiera è andata a soccorrerla e ha potuto salvare 15 persone.
Io nel mio paese sono un imprenditore, facciamo l’import export di cose.
Noi non vogliamo rimanere in Italia, perché qua soffriamo tanto. Dormiamo
sulla strada e abbiamo fame. Da quando siamo arrivati a Lampedusa,
cioè 10 giorni fa, non abbiamo ancora fatto la doccia.
Anonimo
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In Tunisia, la mia vita non era così bella da vedere perché c’è tanta miseria,
non c’è lavoro (…) non abbiamo la libertà d’espressione e di vivere liberamente
rispettando le regole. La polizia del nostro paese non rispetta le regole nonché le persone. (…)
Per loro, non c’è differenza tra i piccoli e gli adulti. Ci trattano come se avessimo la stessa età.
Noi siamo usciti dalla Tunisia con una piccola barca con 314 persone a bordo
tra cui due famiglie, per questi ultimi, la situazione è veramente difficile soprattutto
per le donne e i minorenni.
Lo scopo di questo viaggio è di trovare un lavoro in Europa e poter riuscire ad aiutare
le nostre famiglie perché non viviamo bene nel nostro paese. Noi siamo poveri,
infatti, una sola persona lavora par mantenere una famiglia di 9 persone.
Vivere in Tunisia è veramente difficilissimo e non facile.
Durante il viaggio dalla Tunisi fino qua, (…) non abbiamo mangiato per 3 giorni. (…)
Noi vogliamo ringraziare con tutto il cuore, i lampedusani per tutto
quello che hanno fatto per noi. Grazie.
Hfaied’h - Hallak – Selmi
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Abbiamo discusso del viaggio in per l’Italia in un Bar e dopo abbiamo incontrato
l’uomo che ci doveva portare a Lampedusa. Questo ultimo ci ha parlato
del prezzo del viaggio e delle cose che dobbiamo fare primo di viaggiare.
Allora, ciascuno di noi ha deciso di raggruppare i soldi che erano 1700, quasi 2000 euro.
(…) La partenza era programma per l’una, ci siamo tolti le scarpe, tirati su i pantaloni,
e abbiamo camminato 100 metri nel mare.
In quel posto, c’erano quattro piccoli barche. Ci siamo divisi in gruppi, ogni gruppo
è salito in un una barca (…). Dopo di questo, le barche sono andate in avanti
per 500 metri e si sono fermati vicino a una barca più grande. Le persone che erano presenti
nella barca prima che arrivassimo, ci hanno dato una sistemazione nella barca.
Prima della partenza, tutti quanti leggevano il Corano e chiedevano a Dio di proteggerli
in questo viaggio aiutarli ad arrivare sani e salvi a destinazione.
Anonimo
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In Nome di Dio misericordioso
Noi in cerca della pace per trovare lavoro e per avere la libertà di opinione,
facciamo la richiesta di asilo politico nell’isola di Lampedusa.
Perché in Tunisia non c’è lavoro e non esiste né democrazia e né libertà.
Le autorità in Tunisia assumono le persone al lavoro in tutto il territorio
con un salario (….) che non copre le spese. Inoltre il prezzo
del cibo è molto alto. Vorrei chiedere una maggiore attenzione
dell’unione Europea per le persone che sono arrivate nell’isola di Lampedusa.
Distinti saluti e Grazie infinite.
Abdessalam Arbi e Azizi Abderrazak
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Durante il viaggio dalla Tunisia all’Italia,
sono morte persone del nostro equipaggio.
Questo è stato per arrivare alla pace e la vita.
Una parte nostra è affogata durante i primi tentativi nelle acque tunisine.
La seconda parte per la difficoltà del viaggio per arrivare all’isola di Lampedusa.
Al capo dello stato italiano per la libertà
del popolo iracheno, libico e tunisino.
Distinti saluti alla gente.
Mohammad Al Khaludi e Mohammad Al Ghani
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La Fondazione promuove una solidarietà concreta come presupposto inalienabile
per un futuro dignitoso raggiungibile da tutti. L’Italia è da sempre la porta principale
di ingresso in Europa e, da sempre, accoglie e assiste uomini
e donne in fuga da Paesi poveri e in guerra.
La Fondazione IntegrA/Azione, nata nel dicembre 2010 dalla pluriennale esperienza
della Cooperativa Abitus e Legambiente, mette in campo progetti
e azioni per realizzare un indispensabile percorso virtuoso di integrazione
dei migranti che vivono sul territorio nazionale.
In questo contesto, sociale e politico, il nostro Paese può svolgere
un ruolo fondamentale per organizzare un’accoglienza nella legalità,
nel rispetto del territorio e della dignità della persona.
La Fondazione IntegrA/Azione vuole scardinare una visione del migrante
come parte a sé stante nella società di accoglienza.
Al contrario sostiene uomini e donne stranieri e in difficoltà come parte fondamentale
della nostra società: nuovi cittadini che portano all’Italia un’importante
bagaglio di idee, energie, passioni e saperi che ci arricchiscono,
che rappresentano un’insostituibile occasione di crescita collettiva,
economica, demografica, culturale e socio lavorativa.
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