La prima settimana della sessione autunnale 2008

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La prima settimana della sessione autunnale 2008
La prima settimana della sessione autunnale
2008
In Consiglio nazionale la prima settimana della sessione autunnale è stata interamente dedicata alla politica
dei trasporti. La Camera bassa ha adottato il riveduto credito globale della NTFA nell’ambito del progetto del
futuro sviluppo delle infrastrutture ferroviarie (SIF). Essa ha inoltre discusso il progetto concernente il
trasferimento del trasporto delle merci, pronunciandosi per un nuovo strumento: una Borsa dei transiti alpini
destinata a promuovere il trasferimento del traffico verso la ferrovia.
Le due Camere hanno inoltre approvato un controprogetto diretto all’iniziativa popolare “Sì alla medicina
complementare”. Per quanto concerne il progetto del “Managed care” relativo al prezzo dei medicamenti, le
Camere non hanno per contro potuto risolvere le divergenze, di modo che sarà necessaria una conferenza di
conciliazione. Infine, il Consiglio nazionale ha deciso di prorogare di due anni, fino al 2010, il decreto federale
sulla compensazione delle emissioni di CO2 delle centrali a ciclo combinato alimentate a gas.
22 settembre 2008
Numero 7
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Decreto sul finanziamento del transito alpino
adottato a larga maggioranza
Il Consiglio nazionale si è occupato durante la prima settimana della sessione
autunnale dell’aumento del credito globale a favore della NTFA (decreto sul
finanziamento del transito alpino). Questo decreto è un elemento di una
panoramica globale sulla costruzione e il finanziamento dei progetti di
infrastruttura dei trasporti pubblici (FTP), credito che il Consiglio degli Stati ha
adottato all’unanimità in occasione della sessione estiva 2008. Nel corso della
prossima sessione invernale 2008 il Consiglio nazionale discuterà tutto il progetto.
A causa dell’urgenza di alcuni lavori è stato deciso di sottoporre già in questa
sessione autunnale alla Camera bassa la parte del progetto concernente l’adozione
del credito globale riveduto di 19,1 miliardi di franchi a favore della NTFA. Se il
credito non dovesse essere definitivamente adottato dalle due Camere entro la fine
dell’anno, i ritardi di pianificazione e di costruzione rischierebbero di penalizzare
l’asse del Gottardo, con le relative conseguenze finanziarie che ne risulterebbero.
Nel voto d’insieme il Consiglio nazionale ha chiaramente adottato il credito, con
172 voti contro 7 e sette astensioni, dopo avere respinto una proposta di rinvio al
Consiglio federale. Esso si è inoltre nettamente opposto ad una mozione che
chiedeva un aumento supplementare del credito globale della NTFA, alfine di
riservare la priorità alla costruzione della galleria di base dello Zimmerberg II.
Sebbene in un’ottica economica l’accettazione del credito globale della NTFA
meriti di essere salutata, il progetto SIF (futuro sviluppo dell’infrastruttura
ferroviaria) non fornisce una visione globale soddisfacente. Esso propone
certamente un’analisi dell’utilità globale del concetto, ma non esamina
sufficientemente nel dettaglio i vari progetti e nemmeno i vari assi ferroviari. Esso
non permette di stabilire delle priorità. Il progetto non crea la necessaria
trasparenza e non prevede criteri chiari che permettano di valutare la portata e
l’urgenza dei lavori da realizzare. Nel corso della sessione invernale, quando il
progetto SIF sarà trattato nel suo insieme, il Parlamento dovrà migliorare la
formulazione del secondo messaggio. Esso deve in particolare creare la trasparenza
che oggi è lacunosa e definire chiari criteri (come ad esempio il grado d’utilizzo
degli assi ferroviari e la redditività dei vari progetti) per il futuro sviluppo della rete
ferroviaria. Soltanto a queste condizioni sarà possibile definire delle priorità
fondate, da un punto di vista macroeconomico e di economia aziendale, per
investimenti importanti.
Trasferimento del traffico delle merci: il
Consiglio nazionale favorevole ad una Borsa
dei transiti alpini
Dopo il Consiglio degli Stati, il Consiglio nazionale si è occupato in questa prima
settimana di sessione del progetto di politica dei trasporti che vuole regolamentare
il trasferimento dalla strada alla ferrovia del trasporto delle merci attraverso le Alpi,
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in esecuzione dell’articolo costituzionale sulla protezione delle Alpi. Seguendo la
Camera alta, il Consiglio nazionale si è pronunciato a favore della continuazione
della politica attuale, il cui obiettivo è quello di limitare a 650'000 all’anno il
numero di camion che attraversano le Alpi. Questa cifra sarà raggiunta al più tardi
due anni dopo la messa in esercizio del tunnel di base del Gottardo, vale a dire
probabilmente nel 2019. Inizialmente era previsto che lo fosse due anni dopo
l’apertura del tunnel di base del Lötschberg, ossia nel 2009.
A tale scopo è previsto un nuovo strumento: una Borsa dei transiti alpini. La sua
creazione obbligherà ogni veicolo pesante a procurarsi un diritto di passaggio per
utilizzare una strada di transito attraverso le Alpi. Il numero dei diritti che possono
essere concessi per un determinato periodo sarà limitato. La Borsa sarebbe un
forum istituzionale che permette di attribuire i diritti in maniera efficace e di farne
un commercio. Il Consiglio nazionale ha autorizzato il Consiglio federale a
negoziare questo strumento con l’estero. Per la sua applicazione occorre tuttavia
sottoporre al Parlamento un progetto di legge. Il Consiglio degli Stati si accontenta
di voler concedere al Consiglio federale un’autorizzazione per negoziare questa
Borsa.
In attesa della messa in funzione della Borsa dei transiti alpini, il Consiglio federale
intende continuare a promuovere finanziariamente il trasporto ferroviario delle
merci e prevede un credito-quadro di 1,6 miliardi di franchi per il periodo dal 2011
al 2018. Contrariamente al Consiglio federale, sia il Consiglio degli Stati, sia il
Consiglio nazionale vogliono pure, oltre al finanziamento generale già previsto,
finanziare specificamente pure il trasporto ferroviario che utilizza le linee a via
stretta, nonché il traffico ferroviario delle merci all’interno della Svizzera.
Sussistono alcune divergenze sull’importo delle relative sovvenzioni. Il Consiglio
degli Stati riprenderà probabilmente l’esame di questo progetto in occasione della
futura sessione invernale.
Secondo gli ambienti economici il mantenimento della concessione di generose
sovvenzioni al traffico ferroviario delle merci è una pessima scelta. Questa politica
crea dei falsi incitamenti, invece di migliorare la situazione, in particolare
procedendo ad una rapida revisione del prezzo dei tracciati. Sovvenzioni generose
non incoraggiano necessariamente il trasferimento dalla strada alla ferrovia. La
mancanza di una visione globale che integri il trasporto delle merci e dei viaggiatori
è deplorevole. Le misure più efficaci per rafforzare il traffico merci ferroviario
consistono nella rapida liberalizzazione delle ferrovie svizzere e nell’apertura del
mercato ferroviario europeo, nella riforma del prezzo del tracciato a favore del
traffico delle merci e nella promozione dell’interoperabilità a livello europeo.
L’economia sostiene per principio la continuazione della politica di trasferimento e
approva la Borsa dei transiti alpini come strumento orientato verso il mercato. La
realizzazione di questo strumento esige tuttavia che si vegli affinché non venga
eliminato nulla dall’attuale accordo bilaterale sui trasporti terrestri. Inoltre,
occorrerà prevedere dei contingenti separati per le esportazioni, le importazioni e i
trasporti interni.
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Adozione di un controprogetto diretto
all’iniziativa popolare “Sì alla medicina
complementare”
Depositata nel settembre 2004, l’iniziativa “Sì alla medicina complementare”
chiede al Consiglio federale di ritornare sulla propria decisione di sopprimere le
medicine complementari dal catalogo dell’assicurazione di base. Essa chiede
inoltre che la Confederazione e i Cantoni siano vincolati a livello costituzionale a
prendere in considerazione le medicine complementari in tutti i settori del sistema
sanitario.
Il Consiglio degli Stati ha tuttavia presentato un controprogetto diretto tendente
ad iscrivere le medicine complementari nella Costituzione. Egli auspica che le
medicine complementari siano maggiormente prese in considerazione, ma non in
modo “completo” come lo prevede l’iniziativa. Le casse malati non dovrebbero
così più assumerle tutte a proprio carico. Dopo il Consiglio degli Stati, il Consiglio
nazionale si è pronunciato con 95 voti contro 60 e 8 astensioni a favore del
controprogetto diretto. Su questa base l’iniziativa popolare sarà ritirata. Il popolo e
i Cantoni dovranno dunque pronunciarsi sull’articolo costituzionale edulcorato che
è appena stato accettato dalle due Camere.
L’economia deplora la decisione del Consiglio nazionale. Dal punto di vista
economico, né l’iniziativa né il controprogetto offrono una soluzione
soddisfacente. Già oggi la Confederazione e i Cantoni hanno la competenza di
tener conto in maniera adeguata delle medicine complementari. E’ dunque inutile
aggiungere una disposizione nella Costituzione. Ad esempio l’assicurazione
obbligatoria delle cure rimborsa già delle prestazioni di agopuntura e numerosi
medicamenti utilizzati nella medicina complementare, i quali sono così accessibili a
tutti. Sarebbe possibile una migliore considerazione delle medicine complementari
solo rendendo più flessibili i criteri d’efficacia, di adeguamento e di economicità
che devono soddisfare le prestazioni della salute pubblica regolamentate dallo
Stato. Ne risulterebbe un trattamento privilegiato delle medicine complementari
rispetto alla medicina che si fonda su una base scientifica. Le assicurazioni malattia
propongono già oggi delle prestazioni in materia di medicina complementare
mediante le assicurazioni complementari. Queste offerte, che possono essere
strettamente adeguate alle necessità individuali degli assicurati, sono molto
apprezzate.
Managed Care, prezzo dei medicamenti:
necessaria una conferenza di conciliazione
Per la terza volta il Consiglio nazionale e il Consiglio degli Stati si sono entrambi
occupati della parte del progetto “Managed care” concernente la fissazione del
prezzo dei medicamenti. Le questioni concernenti il prezzo dei medicamenti e il
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loro rimborso devono essere ormai regolate a livello della legge e non più a livello
dell’ordinanza. Dal momento che l’ultima divergenza che sussisteva tra le due
Camere non ha potuto essere eliminata durante questa prima settimana della
sessione, il progetto sarà oggetto di una conferenza di conciliazione.
Il Consiglio nazionale desidera definire nella legge ciò che bisogna intendere con
“medicamento economico”. Secondo questa Camera sono considerati come
economici, nel senso di vantaggiosi, i medicamenti che garantiscono che l’effetto
terapeutico ricercato sia prodotto ad un costo il più ridotto possibile. Per quanto
concerne la valutazione dell’economicità dei preparati originali, il Consiglio
nazionale ritiene inoltre che il loro valore aggiunto terapeutico debba essere
debitamente preso in considerazione. La versione precedente del Consiglio
nazionale sottolineava la necessità di tener conto dei costi della ricerca-sviluppo di
questi prodotti. Una formula analoga era tuttavia stata respinta precedentemente
dal Consiglio degli Stati. La Camera alta rifiuta pure d’iscrivere nella legge la
definizione di “medicamento economico”. Essa intende unicamente precisare che
il Consiglio federale deve vegliare a garantire un approvvigionamento in
medicamenti vantaggiosi nell’assicurazione obbligatoria delle cure.
La versione del Consiglio nazionale fissa nella legge le regole relative alla
valutazione dei criteri d’efficacia, di adeguatezza e di economicità (EAE), tali come
concretizzati nell’ordinanza attuale, ciò che occorre salutare dal punto di vista
dell’economia. Inoltre, la formula che “garantisce che l’effetto terapeutico
ricercato sia prodotto ad un costo il più ridotto possibile” è sufficientemente
chiara. Per contro, la versione della Camera bassa trascura il criterio dell’efficacia.
Altri temi discussi dalle Camere
Con 138 voti contro 25 il Consiglio nazionale ha deciso di prolungare di due anni,
sino alla fine del 2010, il decreto federale concernente la compensazione delle
emissioni di CO2 delle centrali a ciclo combinato alimentate a gas. Il decreto deve
rimanere in vigore fintanto che la compensazione delle emissioni di CO2 delle
centrali a ciclo combinato alimentate a gas sia regolata nella legge sul CO2. Nel
frattempo, le centrali a gas pianificate potranno essere autorizzate unicamente se
compensano interamente le loro emissioni di CO2. Esse possono compensare al
massimo il 30% di queste emissioni (50% in casi eccezionali) mediante la
diminuzione delle emissioni all’estero.
Nessun membro della Camera bassa ha contestato la proroga di due anni del
decreto federale. Senza questa misura i rigorosi vincoli imposti alle centrali a gas a
ciclo combinato non avrebbero più forza legale. L’economia approva questa
decisione. Condizioni-quadro legali chiare devono essere applicate a questi tipi di
centrali in attesa della regolamentazione della compensazione delle emissioni di
CO2 nell’apposita legge. Il Consiglio degli Stati esaminerà a sua volta questo tema
durante la presente sessione.
Informazioni:
economiesuisse Berna
[email protected]
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