Tagliata di Claviere e fort de l`Infernet

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NEWSLETTER 03 – TAGLIATA di CLAVIERE e FORT de L’INFERNET
Cari amici,
grazie per averci accordato la vostra fiducia ed esservi iscritti al servizio di newsletter.
Per noi è motivo d’orgoglio l’aver la possibilità di narrare e descrivere le gite compiute
sulle nostre montagne o nei territori in cui viviamo, ed avere, al contempo, la possibilità
di offrire a voi che leggete, un servizio, nella misura in cui speriamo di stimolarvi al
compimento di belle uscite domenicali, di incuriosirvi, di appassionarvi. Ovviamente
qualora ciascuno di voi avesse degli spunti, delle idee, delle critiche finalizzate al
miglioramento di queste newsletter, che sono dei meri racconti informali ed amatoriali,
potrà scriverci all’indirizzo mail riportato nel sito, e saremo ben lieti di leggerle, valutarle
e rispondervi.
Oggi abbiamo il piacere di narrarvi della nostra
In questa newsletter vi scrivo dell’uscita che abbiamo fatto io, Alessia e Gabriele al
Monginevro. Scopo dell’uscita: attraversare la conca dei Gondran e giungere al fort de
l’Infernet, posto su una cima sovrastante Briançon.
Prima tappa della giornata, tuttavia, non è Monginevro, bensì Claviere. Alle porte del
paese, infatti, esisteva una delle opere più caratteristiche di tutto il vallo alpino: la
tagliata di Claviere. Risalendo la statale che porta al Monginevro, oltrepassiamo le
ultime gallerie ed appena dopo la rotonda che porta
all’abitato di Claviere lasciamo l’autovettura.
Tornando indietro a piedi per poche decine di metri
lungo la statale possiamo agevolmente notare delle
aperture nella roccia sotto le reti antifrana. La
tagliata era infatti un’opera complessa, consistente in
alcune casermette ed in una galleria in caverna con
un ricovero e due postazioni di mitragliatrice che
sorgeva parallelamente alla strada per fermare ogni possibile incursione nemica.
L’ingresso della galleria (foto sopra - potrete avere
maggiori dettagli sulla sezione dedicata di
www.alpifortificate.com), è ora in parte celato dalla
vegetazione, nonché reso un po’ difficoltoso da un
muretto in cemento alto un metro scarso finalizzato
ad impedirne l’accesso. La cosa non ci demoralizza ed
in pochi secondi entriamo ed ammiriamo la lunga
galleria scavata nella roccia che un tempo era il
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ricovero 1. In questo settore della galleria, che fungeva
da ricovero, si può, salendo le rispettive rampe di
scale, raggiungere facilmente le postazioni per
mitragliatrice che battevano la sottostante strada.
Dal ricovero, sempre all’interno della galleria,
dobbiamo scavalcare un altro muretto in cemento
per ritrovarci nel ramo della galleria che fungeva da
magazzino per polveri e mine, le quali erano
conservate in alcuni scomparti in cemento ricavati
all’interno della medesima galleria, in modo da farli sembrare delle specie di strutture
prefabbricate e temporanee adagiate nella galleria.
La visita è veloce ed agevole, la galleria è unica e culmina nell’ingresso sul lato italiano
che ora è marginale ad un cantiere per una nuova galleria stradale, che purtroppo, è
d’obbligo dirlo, ha completamente cancellato l’imbocco del sentiero diretto alla batteria
bassa del Petit Vallon, che è così raggiungibile soltanto più dalla batteria alta.
Ripresa l’autovettura ci portiamo in centro a Monginevro per l’acquisto dei biglietti per
poter usufruire del telemix de Chalmettes e della
seggiovia des Gondrans, poste poche centinaia di metri
più a valle in direzione Briançon, che ci permettono di
giungere in pochi minuti sulla conca dei Gondran,
proprio a ridosso di quello che era il forte Gondran C,
che possiamo agevolmente visitare, aggirandolo,
entrando
dal
cancello che dà sul
cortiletto ove si trovano gli stemmi degli chasseurs des
Alpes che occupavano queste postazioni nel secondo
conflitto mondiale. Da qui scendiamo di poche decine
di metri sotto i tralicci della seggiovia con cui siamo
saliti allo scopo di fotografare due “pillole”: piccole
postazioni per mitragliatrice francesi.
Avendo tuttavia già visitato numerose volte i forti Gondran (che comunque consigliamo
vivamente per una bellissima gita), tralasciamo queste
splendide opere architettoniche sparse, in modo
disordinato, lungo tutta la conca, e ci dirigiamo verso
sud, puntando verso una cima contornata da una
costruzione ben visibile che domina da un lato i
Gondran e dall’altro la sottostante Briançon. Quella è
la nostra meta: il fort de l’Infernet.
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Il cammino è molto agevole in quanto percorriamo la strada militare sfiorando il
Gondran D (chiuso ed utilizzato quale centro per
antenne e ripetitori vari – foto a sinistra); teniamo la
destra allorché incontriamo l’incrocio con la strada che
scende verso Briançon, e, una volta aggirata la cima
alla nostra destra (colletto Ombilic), ci ritroviamo in
un piccolo avvallamento con una dozzina di resti
d’edifici sparsi: il
centro di La Cochette
(foto a destra - 30 minuti circa dal Gondran C).
Questo era l’accasermamento delle truppe francesi nel
’40; possiamo comodamente distinguere le varie
caserme, le latrine e l’abbeveratoio. Molto bello inoltre
il piccolo monumento, restaurato pochi anni fa, posto
su una colletta a
destra delle casermette, volto a ricreare un piccolo
edificio arabeggiante in memoria dei soldati
marocchini combattenti per la Francia (foto a
sinistra).
Da qui inizia la parte più dura della nostra escursione,
che consiste in una rapida ma ripida ascesa alla cima
dell’Infernet, che ci sovrasta. Con pochi tornanti di un
sentierino piccolo ma ben visibile, guadagniamo i 2.380 m. d’altitudine dell’Infernet,
trovandoci all’improvviso accanto alle possenti pareti
della cinta muraria esterna.
Costruito tra il 1876 e il 1878 il Fort de l’Infernet è un
tipico forte da difesa ottocentesco, poi utilizzato anche
durante il secondo
conflitto
mondiale
quale deposito ed
osservatorio, ed oggi
perfettamente conservato, nonostante lo stato
d’abbandono in cui versa. Una nota a se stante merita
l’utilizzo del forte nel 1940 durante la battaglia delle
Alpi tra Italia e Francia: data la sua posizione
strategica il fort de l’Infernet fu l’osservatorio principale da cui il tenente Miguet ed i suoi
soldati diressero i tiri sullo Chaberton eseguiti dai mortai Schneider da 280mm posti al
Poet Morand, una piccolissima borgata sottostante il centro militare de La Cochette.
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La visita richiede un’oretta data la grandezza della struttura. La prima parte
assolutamente meritevole di una passeggiata è il
fossato difensivo, che offre alcuni splendidi scorci
panoramici verso lo Chaberton ed i Gondran. Una
volta entrati ci ritroviamo nel cortile d’ingresso, da cui
possiamo accedere, oltre che ai locali ivi presenti,
anche
al
cancello
dell’ingresso principale posto
sulla
strada
che
sale
direttamente da Briançon. Da qui la visita è per noi un
susseguirsi di belle sorprese, date le condizioni del forte
assolutamente ottime, oltre le nostre aspettative! Ed allora ci
portiamo al livello superiore, nella piazza d’armi antistante al
forte vero e proprio, ed osserviamo la suggestiva stazione della
teleferica che una volta congiungeva il forte direttamente con
Briançon, che possiamo vedere sotto di noi insieme ad una
bella panoramica del Briançonnaise. Dopo aver visto il cortile
entriamo, e passiamo da un locale all’altro, da quello che probabilmente era il
dormitorio alla polveriera, e poi saliamo al livello
superiore, attraverso una bella scala a chiocciola, e
visitiamo gli altri locali, tra cui è ben distinguibile la
cucina, e quindi saliamo ancora, fino a ritrovarci
all’esterno sul punto più alto della costruzione, su cui è
incisa l’altitudine.
Da qui torniamo
rapidamente
sui
nostri passi per scendere a La Cochette e riportarci
sulla conca dei Gondran, per intraprendere dunque la
discesa verso Monginevro che risulta essere una
bellissima passeggiata tra dolci prati fino a ridosso dei
campi da golf del centro abitato. Dopo un paio d’ore
circa di cammino dal fort de l’Infernet possiamo dunque riposarci e risalire in macchina
per far ritorno a casa, con ancora negli occhi le bellissime montagne e gli splendidi forti
visitati in un paesaggio naturale unico (e popolato da centinaia di marmotte!)
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Speriamo nuovamente di non avervi annoiato cari amici, e di avervi anzi incuriositi ad
andare sulle pagine del nostro sito che trattano di
questi posti, sia nel vallo alpino, settore VII°
Monginevro, sottosettore VII/B, caposaldo “Claviere”;
sia nella linea Maginot, secteur fortifié du Dauphiné,
Haute Durance. Da qui la nostra speranza è che la
vostra curiosità aumenti e la vostra voglia di scoprire
questi stupendi posti vi spinga a prendervi un giorno
di pausa per recarvi in queste splendide montagne
transfrontaliere, tra provincia di Torino e Haute Alps, dove un tempo gli uomini
combattevano e morivano in nome di frontiere e confini tracciati da uomini sulle carte,
ignorando che sulle montagne i confini non esistono e tutti gli uomini sono uguali. Ma
oggi non lo ignoriamo, e per far si che nessuno lo ignori mai dobbiamo tutti insieme
riscoprire queste opere portatrici di storia e di storie, che un tempo furono militari e che
oggi sono splendide mete escursionistiche. E per questo speriamo di avervi ispirato a
compiere delle belle gite, magari, e ne saremmo lusingati, ricalcando i nostri passi. Se lo
fate, vi prego, fateci sapere se avete gradito i posti e se avete gradito il nostro breve
racconto: se le indicazioni erano corrette o le descrizioni troppo enfatiche, ogni
suggerimento è per noi prezioso per migliorarci e creare delle newsletter sempre migliori.
Grazie cari amici e buona escursione alla scoperta del nostro territorio!
Luca Grande
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