Nel testo che è stato proposto si pone una precisa

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Nel testo che è stato proposto si pone una precisa
Nel testo che è stato proposto si pone una precisa domanda: John Rawls chiede come sia
assolutamente possibile la stabilità e la giustizia di una società se questa viene governata dal
liberalismo politico. Ciò che questa forma di società prevede in modo particolare è che uomini con
convinzioni religiose filosofiche e morali diverse vivano insieme in pace. In primo luogo ci si deve
dunque chiedere: che cosa è propriamente il liberalismo politico? Si potrebbe pensare che sia una
forma politica di governo in cui regna la libertà di opinione. In effetti ci si potrebbe ora chiedere
come un tale sistema non si distrugga da solo. Nella storia si è già sperimentato abbastanza spesso
come dei sistemi politici si sono dissolti proprio per la loro libertà di opinione interiore (o interna):
(si può fare un esempio col Terzo Reich). E' dunque chiaro che una totale libertà di opinione può
essere controproducente per la generale libertà degli uomini. Comunque è anche necessario dire che
al giorno d'oggi, nella nostra società moderna e neoliberistica, non viviamo in una totale libertà
d'opinione. La Costituzione italiana, come anche la Costituzione tedesca, afferma chiaramente che
tutti gli uomini sono uguali di fronte alla legge e che il tentativo di cancellare questo diritto si
configura come incostituzionale. Un liberalismo politico assoluto e totale è dunque nei fatti
difficilmente immaginabile perché, anche nella cornice di una democrazia, può portare
all'oppressione dei pochi da parte dei molti. Una società deve dunque, anche nella cornice del
liberalismo, collocarsi all'interno di precisi valori ideologici e morali. Com'è possibile un qualcosa
di simile? Gli uomini che vivono all'interno di una società e che si riconoscono in essa firmano
implicitamente un patto: rinunciano al diritto di avere certe idee (ad esempio concezioni
discriminatorie) e di comportarsi in certe maniere. Abbiamo finora analizzato solo la parte
ideologica del liberalismo. Come dovrebbe però comportarsi una società di fronte a certi
atteggiamenti autodistruttivi, come per esempio le droghe? Può una società permettersi qualcosa di
simile? No: liberale o no una società dipende in un modo o nell'altro dal generale benessere del suo
popolo e così non può tollerare un atteggiamento estremamente autodistruttivo. Una natura morale
caratterizza questo patto che dunque ora i cittadini sottoscrivono. Come già dice John Rawls gli
uomini però hanno della morale una percezione diversa una dall'altra: in che misura dunque questo
patto è uniformemente valido? In primo luogo tutti gli uomini vivono all'interno di una società sotto
la stessa legge. Le loro attese morali sono dunque in ogni caso subordinate alla legge. A ciò si
aggiunge che una società forma i suoi cittadini. E' compito di una società assicurare che i cittadini
nel corso della loro vita siano integrati nella società stessa. Rientra in questo anche educare una
persona alla morale su cui la società si basa. In questa faccenda la famiglia e la scuola giocano un
ruolo molto importante.
Nel passo proposto Rawls vuole dire che la religione può essere causa di divisioni interne.
In che misura ora quest'affermazione è corretta? Come tutti sappiamo la religione come concetto è
molto legata alla sua interpretazione: può dunque sicuramente essere fonte di divisioni, può però al
tempo stesso assurgere a simbolo dell'unità di un popolo nel momento in cui persone anche di
religioni diverse si riconoscono nella stessa morale del loro Stato. Nel momento in cui si incontrano
religioni diverse è di grandissima importanza la apertura mentale per trovare temi morali comuni su
cui si possa costruire una convivenza. E' necessario anche dire che non ci sono religioni in sé buone
o cattive, ma semmai uomini buoni o cattivi. Dire che la religione in generale sia responsabile di
divisioni sarebbe dunque una affermazione inesatta.
Se ora noi cerchiamo una società perfetta, come Utopia di Tommaso Moro, possiamo subito
abbandonare questa ricerca. Socialmente ci saranno sempre dei problemi. Una società liberale
politicamente è però possibile. Il liberalismo di questa società non può certo essere illimitato, come
abbiamo già detto, con tutto ciò è però realizzabile una libera convivenza. Gli uomini possono avere
in particolare una morale diversa, una religione diversa, una visione del mondo diversa l'uno
dall'altro; se però sono cresciuti all'interno di una società, allora condividono naturalmente anche la
sua “morale fondamentale”. Questo fenomeno è però possibile solo a una condizione: gli individui
che vivono in questa società devono essere felici: una persona è socialmente felice solo se la società
stessa funziona: in altre parole se per esempio questa persona ha un lavoro o se lo Stato in una
situazione di necessità è vicino a questa persona. Ora se una persona è fortunata nel suo rapporto
con la società può riconoscersi nella sua morale. D'altra parte una società può funzionare solo se i
suoi membri si riconoscono in essa e per essa lavorano al meglio. Una cosa richiede
immediatamente l'altra e certo questa straordinaria interdipendenza è anche garanzia di stabilità e
giustizia: lo Stato si occupa del benessere dei suoi cittadini perché sa che non esiste senza di questo
e i cittadini si danno cura dello Stato perché sanno che uno Stato solido è utile anche a loro.
Teoreticamente.
Una società che funziona in modo così semplice e armonico sarebbe realmente utopistica.
Dobbiamo ora parlare purtroppo dell'influenza del cattivo comportamento degli uomini: l'egoismo e
l'avidità sono spesso motivi che portano gli uomini ad agire anche contro la loro morale personale.
Ciò porta per esempio nello Stato alla corruzione o per un normale cittadino alla criminalità.
Una società deve dunque, per garantire la propria stabilità, essere vigile. Essa è formata,
come abbiamo già detto, dallo Stato e dai normali cittadini. Se dunque fallisce lo Stato falliscono
anche i singoli cittadini e viceversa. Un tema che per esempio è molto di attualità è il crescente
numero di stranieri negli Stati europei e il conseguente aumento della criminalità. E' ben chiaro che
queste persone non sono criminali per natura ma che ciò è conseguenza di una non avvenuta
integrazione. Se un giovane non si sente a casa in un Paese occidentale, se non è stata perseguita la
sua formazione scolastica e la sua vita lavorativa è priva di prospettive allora una tale persona può
anche non condividere la morale su cui poggia il suo Stato. Ciò porta al fatto che questa persona
possa più facilmente diventare un criminale. Questo è in generale il problema per molti giovani di
oggi, non importa se stranieri o no: essi sono parte di un sistema che non li riconosce come cosa
propria, in parte perché loro stessi non hanno ricevuto una educazione sufficiente e in parte perché
gli Stati occidentali moderni non sono abbastanza solidali con i più deboli della società. Da ciò
nascono o individui che hanno per lo Stato un totale disinteresse o uomini che contro lo Stato
conducono la loro guerra personale. Qui nasce il grande pericolo per una società liberale. Da una
parte si formano uomini che attivamente orientano la loro vita contro lo Stato, e che addirittura
possono essere pronti alla violenza e all'intolleranza, mentre dall'altra si formano uomini che non
hanno alcun interesse a combattere i primi per difendere lo Stato. Lo Stato comunque e il
liberalismo devono ascrivere a sé la responsabilità di questo problema. In una società che guarda
solo alle prestazioni personali e che dà alla vita lavorativa e a quella sociale la forma di una corsa
competitiva, ci sarà sempre un numero non irrilevante di persone che non sono all'altezza di questi
compiti e che perciò non troveranno una collocazione per la loro esistenza. D'altra parte non è facile
rimpiazzare l'idea di meritocrazia. Che la vita nel lavoro come anche nella società dipenda anche dal
successo personale è fuori di dubbio e che uno che lavora duramente abbia anche diritto a una
ricompensa è assolutamente normale. Come può dunque esistere una società politicamente liberale
senza autodistruggersi? Essa deve curarsi del coinvolgimento morale di tutti i cittadini. Ciò è
possibile solo con la solidarietà: solidarietà da parte dello Stato nei confronti dei cittadini e da parte
dei cittadini nei confronti dello Stato. Una cosa non può esistere senza l'altra.