Allegato B 3.6 Aspetti metodologici dell`Analisi Costi Benefici

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Allegato B 3.6 Aspetti metodologici dell`Analisi Costi Benefici
Provincia di Firenze
P.E.A.P.
Piano Energetico Ambientale Provinciale
Allegato B 3.6
Aspetti metodologici dell’Analisi Costi Benefici
Università degli Studi di Siena
Allegato B 3.6 – Aspetti metodologici dell’Analisi Costi Benefici
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INDICE
1. Introduzione.......................................................................................... 3
2.
Natura ed obiettivi dell’analisi costi-benefici ................................... 5
3. Tipologie di analisi costi benefici ........................................................ 8
4. Le basi metodologiche dell’analisi costi benefici ............................. 11
4.1 Valore attuale netto............................................................................................... 12
4.2 Rapporto benefici costi......................................................................................... 14
4.3 Tasso di rendimento interno ................................................................................. 15
4.4 Payback Period ..................................................................................................... 16
5. Limiti dell’analisi costi benefici ........................................................ 17
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1.
Introduzione
L'ACB nasce come metodo per stimare, in modo sistematico ed ordinato, gli effetti
finanziari e/o economici derivanti dalla realizzazione di progetti di investimento.
La logica è squisitamente economica; tanto è vero che l'unità di misura di tutto ciò che
deve essere valutato nell'analisi è il prezzo di mercato; di conseguenza, si può affermare
che essa è adeguata, nella sua formulazione originale, per eventi che hanno una
manifestazione solo all'interno del mercato stesso.
Tuttavia, l'ambito pubblico, nel quale l’ACB ha trovato il miglior terreno di sviluppo,
non riguarda soltanto situazioni caratterizzate da mercati perfettamente concorrenziali e
funzionanti; infatti:
ƒ
le risorse naturali sono, ad esempio, il più classico dei fattori che dimostri come,
nella realtà, i mercati non sono né completi, né perfetti;
ƒ
l'esistenza di beni pubblici, fra le altre cose, costringe lo stato ad intervenire
direttamente nel sistema socioeconomico per garantirne la produzione e la fornitura.
L'ACB può essere definita come un approccio analitico che consente di organizzare le
informazioni riguardanti i benefici ed i costi associati ad un intervento (investimento)
pubblico.
Essa è costituita da un set di regole operative, volte a guidare le scelte del decisore
pubblico tra ipotesi alternative di intervento; infatti, la decisione da prendere è sempre
relativa ad un determinato set di possibili interventi alternativi, consentendo la scelta
della migliore alternativa disponibile fra quelle esaminate.
In sintesi, l’ACB, nell’accezione più “moderna”, può definirsi un metodo per valutare
e scegliere, senza però limitarsi ai soli “flussi di cassa”.
Uno degli elementi portanti di questa relazione, è quello delle cosiddette “esternalità
ambientali” derivanti dalle scelte e dagli investimenti in campo energetico.
I fattori ambientali sono visti come “esterni” perché la valutazione degli effetti di un
progetto avviene attraverso la rilevazione dei costi e benefici relativi, correlati ai prezzi
di mercato dei beni e servizi.
Ma qual è il paradigma economico che consente di prendere in considerazione anche
quelle risorse o quei beni che non hanno un adeguato prezzo di mercato (o non lo hanno
del tutto), come le risorse naturali?
L’ACB è lo strumento di valutazione che più di tutti ha affrontato, con alterni
successi, il problema.
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In particolare, all’interno di una ACB, la valutazione dei benefici o dei costi, per i beni
senza prezzo di mercato, può essere ottenuta attraverso la valutazione della disponibilità
a pagare degli individui.
Le ACB diventano quindi uno strumento per il perseguimento della massimizzazione
del benessere sociale, grazie al processo d’internalizzazione - all'interno di un
meccanismo di mercato - del valore economico totale delle risorse movimentate
dall'intervento pubblico oggetto di analisi.
La valutazione delle risorse ambientali, e l'inserimento nella valutazione degli effetti
che certe decisioni potrebbero avere sulla quantità e qualità di risorse e sul benessere
sociale, può creare difficoltà per il decisore pubblico, soprattutto quando mette in
discussione l’effettivo raggiungimento della sostenibilità nella politica pubblica.
Per evitare potenziali conflitti e contraddizioni, e per comprendere il buon
funzionamento dello strumento se applicato a progetti che implicano anche effetti
ambientali, è necessario, in prima battuta, svilupparlo operativamente in forma
tradizionale, in un secondo momento vedere come la metodologia debba essere
modificata e integrata per consentirne l'applicazione alla valutazione degli effetti
ambientali.
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2.
Natura ed obiettivi dell’analisi costi-benefici
In linea di principio è possibile definire la natura dell’ACB come un complesso di
procedure e regole che forniscono adeguato supporto informativo ai Decisori degli Enti
Pubblici quando si trovino a dover effettuare scelte sulla base di ipotesi alternative di
progetto o di intervento.
L’ACB ha la natura di adeguato supporto informativo poiché fornisce ai Decisori un
semplice criterio per identificare, valutare e confrontare i vantaggi e gli svantaggi di un
dato investimento-spesa dell’Ente Pubblico; essa è quindi classificabile come strumento
per valutare e scegliere.
L’ACB è uno strumento di valutazione ed analisi da utilizzare specificatamente per la
valutazione di progetti e/o programmi pubblici di investimento-spesa.
La limitazione ai soli progetti e/o programmi pubblici deriva dall’impostazione
concettuale che sta alla base del processo decisionali dei soggetti privati e dei soggetti
pubblici; infatti:
ƒ
nella valutazione dei progetti privati di investimento, le regole guida delle
decisioni delle imprese o dei singoli agenti economici sono legate esclusivamente alla
massimizzazione del profitto;
ƒ
nella valutazione dei progetti pubblici di investimento, le regole guida delle
decisioni delle autorità di politica economica statale, regionale o locale, sono legate al
benessere della collettività.
Di conseguenza, l’ACB di progetti e/o programmi pubblici ha come regola guida
quella di massimizzare i benefici sociali (o comunque il benessere collettivo) nell’area
di cui è responsabile la branca della pubblica amministrazione1 che compie l’analisi.
Diviene perciò evidente che la valutazione di un progetto pubblico d’investimentospesa si traduca, sostanzialmente, nella considerazione dei costi e dei benefici sociali
generati dal progetto, cioè a dire con una decisione sulla desiderabilità del progetto
stesso.
Obiettivo metodologico dell’ACB è la comparazione di benefici e costi (effetti),
associati alla realizzazione di un progetto.
L’obiettivo di tale confronto è determinare se il progetto produce un incremento (o
riduzione) nel livello di benessere di una collettività, tale da consigliarne (o
1
Ad esempio l’area urbanistica per piani di insediamento urbano/industriale, l’area lavori pubblici per le
infrastrutture stradali, l’area ambiente per discariche ed inceneritori, etc..
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sconsigliarne) la realizzazione; si può cioè considerare l’ACB come un metodo utile per
organizzare le informazioni disponibili sui vantaggi (benefici) e gli svantaggi (costi),
sia privati sia sociali, associati a una particolare decisione pubblica.
Tali informazioni devono essere espresse in termini di un numerario (solitamente la
moneta2) affinché tutte le grandezze considerate siano omogenee e direttamente
comparabili.
La decisione è messa sempre in relazione ad una molteplicità di alternative
progettuali: infatti, anche quando sembra esistere un'unica alternativa, la valutazione è
fatta comparando le situazioni "con" e "senza" l'attuazione del progetto, considerando
cioè l'ipotesi "senza progetto" (opzione zero, come talora viene chiamata) una vera e
propria alternativa all'ipotesi di realizzazione.
La metodologia prevede che la decisione sia presa in base alla migliore alternativa
disponibile; pertanto, i benefici e i costi devono essere calcolati o stimati, quindi messi a
confronto per determinare se il progetto in esame produrrà benefici netti positivi (per la
collettività interessata).
Obiettivo funzionale dell’ACB è quello di selezionare progetti che aggiungono
qualcosa al totale dell'utilità degli individui; in altre parole che contribuiscono al
miglioramento del livello di benessere dei soggetti coinvolti.
Cosa si debba intendere per benessere in concreto è tuttavia un problema tutto da
affrontare di volta in volta e dipende, in particolare, dai soggetti coinvolti nella
realizzazione del progetto.
Il concetto di benessere assume connotazioni diverse in relazione al fatto che, per
esempio, gli individui interessati assumano la natura di soggetti pubblici o di soggetti
privati.
Infatti, l'imprenditore privato cercherà di organizzare le risorse a disposizione per
massimizzare il profitto (o il ricavo netto) della propria impresa: egli fa normalmente
coincidere il suo benessere con i livelli di profitto realizzati o realizzabili.
Nel caso di progetti pubblici l'obiettivo da perseguire è quello della massimizzazione
del benessere sociale netto, che è cosa ben diversa dal profitto, in quanto è fatto
2
L'unità di misura di una ACB è la moneta: questa rappresenta solo una scelta di convenienza e non
un'affermazione implicita dell'importanza totalizzante della moneta (Hanley e Spash, 1993). Nonostante
che tale posizione sia largamente condivisa dagli economisti che ricorrono all'ACB, molti detrattori della
metodologia continuano a rimarcare l'inopportunità etica di voler monetizzare beni considerati
inestimabili e quindi estranei ad approcci economici che ricorrono alla moneta come valore di scambio e
comparazione.
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coincidere con una serie di aspetti che non necessariamente si riferiscono al
conseguimento di un profitto (che ne rappresenta solo una componente).
Ad esempio, possono contribuire a migliorare il benessere di una collettività aspetti
legati alla qualità della vita, all’istruzione, alla cultura, alla tutela della salute, alla tutela
del patrimonio naturale e artistico della collettività.
Rispetto a tale distinzione un’ACB “privata” privilegerà quei progetti che
massimizzano, appunto, il profitto conseguibile; mentre, un’ACB fatta in un’ottica
pubblica servirà a indirizzare le scelte d’intervento verso quelle opere che massimizzano
il benessere della collettività interessata, intesa nella sua accezione più ampia.
Per un’analisi della dimensione pubblica della valutazione il problema si sposta sulla
definizione di ciò che s’intende per benessere sociale.
E’ cioè necessario definire le variabili esplicative che compaiono nella funzione di
benessere sociale della collettività presa in esame; infatti, concorrono alla
determinazione del livello di benessere numerose componenti, sia economiche che di
altra natura.
La cornice nella quale collocare i concetti sopra accennati fa riferimento, quindi, alla
definizione di una funzione del benessere sociale, oltre che alla sua stima; tale funzione
dovrebbe esprimere le grandezze economiche (in senso lato) che contribuiscono alla
determinazione del benessere della collettività.
Il livello di benessere sociale è determinato sia da grandezze generanti utilità e sia da
elementi che consentono un migliore (o più ottimale) godimento delle risorse a
disposizione degli individui (per esempio, la libertà).
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3.
Tipologie di analisi costi benefici
La possibilità di intendere diversamente i costi ed i benefici associati alla
realizzazione di un progetto ha fatto si che la disciplina economica abbia implementato
tre diversi approcci secondo i quali sviluppare un’ACB:
1.
ACB finanziaria;
2.
ACB economica;
3.
ACB sociale
Questo perché gli obiettivi di miglioramento del benessere possono essere intesi:
ƒ
come incremento delle grandezze finanziarie implicate (finanziaria = ottica
imprenditoriale);
ƒ
come incremento dell’efficienza economica del sistema pubblico (economica =
ottica istituzionale);
ƒ
come incremento dell’equità distributiva dei risultati (sociale = ottica welfare).
Da ciò discende quindi il diverso approccio secondo il quale condurre un’ACB.
Le ACB finanziarie sono quelle che rispondono a criteri di valutazione di tipo privato,
indipendentemente dalla natura del soggetto interessato. In tal caso, l'obiettivo coincide
con la massimizzazione del profitto, secondo criteri d’efficienza finanziaria.
I parametri di riferimento sono, ovviamente, i prezzi di mercato. Ciò implica che
questi ultimi siano considerati come espressioni efficaci del valore delle risorse
considerate e che, al contempo, le risorse per le quali non esistono valutazioni di
mercato possano essere trascurate dall'analisi.
Questo tipo di ACB considera solo alcuni dei possibili effetti determinati
dall'investimento; in particolare, quelli direttamente riconducibili al progetto e con una
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chiara dimensione finanziaria (costi di realizzazione, oneri finanziari, oneri fiscali,
materie prime, manodopera, sussidi prezzi di vendita dei prodotti e altri ricavi fatturati).
Le ACB economiche sono quelle che rispondono a criteri di valutazione di tipo
pubblico, in modo dipendente dalla natura del soggetto interessato.
In tal caso, l’obiettivo coincide con la massimizzazione del benessere sociale, secondo
criteri d’efficienza economica.
I parametri di riferimento sono quelli di efficienza, ovverosia quelli che esprimono i
benefici e i costi dell'intervento, eventualmente corretti in caso di distorsioni dei mercati
(monopoli), o derivati qualora non esistano valutazioni di mercato per specifiche risorse
interessate dal progetto (esternalità).
Questo tipo di ACB considera tutti i possibili effetti determinati dall’intervento; in
particolare, oltre ai prezzi di mercato, possono essere utilizzati anche i “prezzi ombra” o
“prezzi contabili”, come sostituti o correttivi dei prezzi di mercato non efficienti.
Le ACB sociali, sono quelle che rispondono a criteri di valutazione di tipo pubblico,
tenendo conto anche di criteri relativi all'equità degli effetti dell’investimento, nonché
della distribuzione del reddito che caratterizza il sistema economico, in modo
dipendente dalla natura del soggetto interessato.
I parametri di riferimento sono i prezzi sociali, ovverosia quelli stabiliti sulla base
delle preferenze del decisore pubblico, con l'obiettivo di migliorare la distribuzione
temporale o spaziale del reddito. Questo tipo di ACB considera tutti i possibili effetti
determinati dall’intervento; in particolare, le correzioni ai prezzi di mercato sono volte a
modificare la distribuzione del reddito, che non è più considerata come la migliore
possibile, né tantomeno quella desiderata3. La valutazione può essere effettuata a più
livelli, caratterizzati da diversi tipi di approfondimento: si possono avere ACB
prevalentemente finanziarie, ACB economiche e ACB di tipo sociale4.
3
Quest'ultima ipotesi è sottostante a tutte le definizioni di prezzi efficienti. Infatti, un set di prezzi efficienti è tale per
una specifica distribuzione del reddito; se tale distribuzione viene mantenuta, significa che, allo stato dell’arte, sia la
migliore possibile.
4
I tre tipi di ACB sopra menzionati rappresentano altresì diversi livelli d’approfondimento della valutazione; di
conseguenza, una buona ACB sociale sarà innanzi tutto una buona ACB economica, che a sua volta sarà una buona
analisi finanziaria.
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Tabella 3.1 Tipologie ACB
Tipologia
Contenuti
Finanziaria
1)
Approccio di carattere privatistico-imprenditoriale.5
2)
Obiettivo di massimizzazione del profitto, secondo criteri di efficienza
finanziaria.
Economica
3)
Utilizzo dei prezzi di mercato.6
4)
Ammissibilità degli interventi stabilita dalle preferenze dell’imprenditore.
1)
Approccio di carattere pubblico.7
2)
Obiettivo di massimizzazione del benessere sociale, secondo criteri di
efficienza economica.
Sociale
3)
Utilizzo dei prezzi efficienti.8
4)
Ammissibilità degli interventi stabilita dalle preferenze del consumatore.
1)
Approccio di carattere pubblico.
2)
Obiettivo di redistribuzione della ricchezza.9
3)
Utilizzo dei prezzi efficienti.10
4)
Ammissibilità degli interventi stabilita dal decisore pubblico.11
5
Anche quando il progetto è commissionato da un organismo pubblico.
Anche quando non rispecchiano la produttività dei fattori.
7
Sono cioè compresi gli effetti esterni e le distorsioni dei mercati; sono trascurati i trasferimenti e gli effetti
pecuniari, che dovrebbero compensarsi all’interno del sistema economico.
8
Prezzi che riflettono la produttività marginale dei fattori di produzione.
9
La distribuzione della ricchezza deve essere sia intra-generazionale che inter-generazionale.
10
I prezzi devono essere efficienti e socialmente equi; entrambe le caratteristiche sono considerate comuni per i
prezzi che la teoria neoclassica definisce di equilibrio.
11
Le preferenze del decisore pubblico definiscono gli obiettivi da perseguire attraverso la realizzazione dei progetti.
6
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4.
Le basi metodologiche dell’analisi costi benefici
La comparazione fra i costi e i benefici rilevati è stata sviluppata ricorrendo a criteri
diversi, detti appunto criteri di investimento, il cui risultato determina l'opportunità o
meno della realizzazione del progetto stesso; di conseguenza, è possibile definire i
criteri di investimento come gli indicatori sintetici finali dell’ACB, il cui obiettivo è
quello di permettere al decisore (pubblico) di definire un ordine di preferibilità tra più
alternative di progetto, cioè a dire sulla loro attuabilità.
I principali criteri sviluppati per riuscire ad ottenere una misura sintetica della
convenienza del progetto (fare vs non fare), sono quelli esposti nella tabella successiva.
Tabella 4.1 Criteri di investimento
Denominazione
Acronimo
Definizione
Valore attuale netto
VAN
Differenza fra i flussi dei benefici ed i flussi dei
costi, attualizzati.
Rapporto benefici costi
B/C
Rapporto fra i flussi dei benefici ed i flussi dei
costi, attualizzati.
Tasso interno di rendimento
TIR
Tasso di sconto che permette di uguagliare i flussi
dei costi ai flussi dei benefici12.
Payback Period
PP
Il numero di anni necessari affinché i flussi cassa
futuri di un investimento eguaglino l’investimento
iniziali
12
Cioè a dire, in pratica, quel tasso al quale il VAN è uguale a zero, o il B/C è uguale a 1.
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4.1 Valore attuale netto
Il Valore Attuale Netto (VAN) di un progetto è un criterio di investimento che,
operativamente, richiede lo sconto al tempo presente, ad un saggio determinato, della
somma di tutti i benefici netti13 futuri derivanti dal progetto.
In pratica, il VAN fornisce la dimensione assoluta14 dei benefici netti ricavabili dal
progetto stesso.
Di conseguenza, il criterio di investimento così formulato fa si che ogni progetto che
presenti un VAN positivo risulti essere fattibile.
Una volta noto il flusso di cassa del progetto, ed individuato il saggio di sconto
ottimale per lo stesso, il valore attuale netto risulta, sulla base della definizione datane
sopra, dalla formula seguente:
n
VAN = ∑
t=1
Bt − Ct
(1+ i)
t
In termini pragmatici il valore attuale netto può essere definito come la somma
massima che un agente economico (individuo, impresa, stato) è disposto a pagare per
intraprendere un investimento senza peggiorare la propria situazione finanziaria di
partenza; cioè a dire il prezzo minimo al quale l’agente economico stesso sarebbe
disposto a vendere a terzi il progetto.
Il valore attuale netto è individuato come criterio di investimento perché, qualora non
esistesse una concreta alternativa progettuale, cioè a dire che se il decisore (pubblico)
non debba scegliere fra più progetti che si escludono vicendevolmente, l’opzione in
esame s’intende accettata allorché sussista la condizione per cui il VAN > 0.
Il rispetto di questa condizione per l'accettazione del progetto esaminato risiede nel
fatto che un VAN positivo, ossia un progetto caratterizzato da un flusso di benefici che
supera il flusso dei costi, identifica un utilizzo delle risorse a disposizione volto ad
incrementare il benessere della collettività interessata15.
13
Netti, cioè a dire decurtati dei costi del progetto.
E’ cioè un valore assoluto.
15
Si fa riferimento al criterio detto di Kaldor-Hicks. Per un approfondimento si rimanda a Johansson
(1993), p. 118-121.
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Grazie alla contabilizzazione dei costi opportunità16, un VAN positivo implica il fatto
che l’alternativa progettuale è più conveniente dell’opzione zero; nel caso particolare di
un VAN pari a zero, il progetto si trova al limite della convenienza economica.
Il decisore (pubblico) dovrà considerare criteri aggiuntivi per decidere sulla sua
realizzazione o meno, poiché il benessere della collettività apparentemente non muta,
ma potrebbero esistere benefici aggiuntivi che l'ACB tradizionale non considera.
Una notazione a parte deve essere fatta per quel che riguarda la natura dei costi
computati nel VAN.
In particolare, va reso esplicito che esso incorpora:
ƒ
il costo iniziale, che normalmente coincide con il costo d’impianto o di
realizzazione pratica del progetto;
ƒ
i costi relativi ai periodi successivi per il completamento dell’opera (se si tratta
di un progetto che richiede più anni per essere completato);
ƒ
i costi per la gestione in itinere degli effetti dello stesso.
16
Il costo opportunità può essere interpretato come il prodotto mancato nell’attività da cui viene sottratto
un fattore, oppure come il prodotto mancato nell’occupazione alternativa ottimale di quello stesso fattore.
Il costo opportunità è, quindi, il costo che la collettività deve subire, in termini di minore prodotto, perr
ottenere una data quantità di prodotto addizionale (legata alla realizzazione del progetto). Si veda Irvin
(1991)
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4.2 Rapporto benefici costi
Il Rapporto benefici costi17 (B/C) di un progetto è un criterio di investimento che,
operativamente, richiede la divisione, scontata al tempo presente, ad un saggio
determinato, tra i benefici ed i costi futuri derivanti dal progetto; se il rapporto è
maggiore di uno, il progetto risulta essere accettabile.
Una volta noto il flusso di cassa del progetto, ed individuato il saggio di sconto
ottimale per lo stesso, il rapporto benefici costi risulta, sulla base della definizione
datane sopra, dalla formula seguente:
n
∑
B /C =
t =1
n
Bt
(1+ i)t
∑ 1+C i
t =1
(
t
)t
Il rapporto è un numero puro, in quanto rapporto fra due grandezze omogenee; esso
può, quindi, essere interpretato come indice relativo del flusso di ricavi netti (benefici)
rispetto ai costi.
Come già accennato in precedenza, la regola decisionale è quella per cui, in caso di un
unico progetto, quest’ultimo si può considerare valido se viene rispettata la condizione
per cui B/C > 1.
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Talvolta il rapporto benefici costi è indicato anche come “indice del valore attuale” nell’analisi
finanziaria.
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4.3 Tasso di rendimento interno
Il Tasso di rendimento interno18 (TIR) di un progetto è un criterio di investimento che,
operativamente, richiede il calcolo di un tasso di sconto tale che il valore attuale dei
benefici sia esattamente uguale al valore attuale dei costi derivanti dal progetto; o
ancora, che renda nullo il valore attuale netto.
Un progetto sarà accettabile, in base a tale criterio, se il tasso di rendimento interno
non sarà inferiore al tasso di riferimento predeterminato (ad esempio, quello di
mercato); anche in questo caso.
Una volta noto il flusso di cassa del progetto, sulla base della definizione datane sopra,
il tasso di rendimento interno può essere espresso dalle formule seguenti:
(1)
Bt − Ct
t =0
t=1 (1+ i)
n
VAN = ∑
n
(2)
Bt
t
t =1 (1+ i)
B /C = n
=1
Ct
∑ 1+ i t
)
t =1 (
(3)
∑ 1+B i
∑
n
t=1
(
t
n
)
t
Ct
t
t =1 (1+ i)
=∑
In termini pragmatici, il TIR rappresenta la soluzione alle espressioni (1), (2), (3), in
cui l'incognita è il tasso di sconto i.
In sostanza i diviene il tasso di sconto che rende il progetto conveniente al margine;
esso corrisponde al massimo tasso di sconto capace di rendere conveniente
un’alternativa progettuale, oppure anche al rendimento medio annuo dell’investimento
analizzato.
Il tasso di rendimento interno può anche definirsi come il più alto tasso di interesse
che un investitore può accettare di pagare senza incorrere in perdite; cioè a dire il tasso
di interesse pagato sulla parte residua del debito finché il capitale rimane investito nel
progetto.
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Il tasso di rendimento interno è anche denominato come “tasso di rendimento del capitale”, come
“efficienza marginale del capitale”, come “rendimento attuariale”, come “metodo dell’investitore”.
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4.4 Payback Period
Questa metodologia permette di individuare il periodo di rientro del capitare investito
inizialmente. The pay-back period calcola il numero di anni necessari per recuperare
l’investimento iniziale attraverso i flussi di cassa netti, è un approccio semplificato, che
non tiene conto di diversi fattori:
non considera i risparmi realizzati dopo il tempo di pay-back e quindi non
valuta il valore complessivo del progetto.
non indica un tasso di ritorno dell’investimento
non ultimo non tiene conto del valore del denaro nel tempo.
a differenza degli altri indicatori introduce un elemento di scelta legato al tempo
come intervallo di recupero dei costi
Questo metodo può essere utilizzato per la valutazione iniziale e per la descrizione del
progetto, ma non come supporto alla decisione di investimento, ma se affiancato alle
altre metodologie può fornire un ulteriore base per prendere un deciso in merito
all’avvio di un progetto/investimento o meno.
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5.
Limiti dell’analisi costi benefici
Le basi della teoria economica dell'ACB sono sintetizzabili in due principi
fondamentali:
ƒ
le preferenze individuali;
ƒ
la massimizzazione dell'utilità.
Il primo principio fondamentale – le preferenze individuali - implica per l’ACB
l’applicazione di una razionalità di tipo individualistico a scelte che, normalmente,
hanno una valenza pubblica, e quindi collettiva.
Tale razionalità ha le sue radici nei comportamenti degli individui, osservati agire su
un mercato (reale o ipotetico che sia), presupponendo che l'individuo sia il miglior
giudice del proprio benessere, e che la società possa essere considerata come somma di
singoli individui (antropocentrismo e individualismo metodologico).
Il secondo principio fondamentale è sintetizzabile in quello che in economia è
conosciuto come l'approccio paretiano: un cambiamento nello status quo di una
collettività è desiderabile se determina il miglioramento del benessere di almeno uno dei
suoi membri, senza causare il peggioramento nel benessere di nessuno degli altri.
Queste basi teoriche dell’ACB pongono due ordini di problemi:
ƒ
confrontabilità;
ƒ
misurabilità;
ƒ
monetizzazione.
Il primo aspetto inserisce nell’ACB un punto debole a causa della effettiva possibilità
di conciliare il punto di vista individuale con l'obiettivo della massimizzazione del
benessere collettivo; inoltre, deve verificarsi la condizione operativa di poter
confrontare i livelli individuali di benessere.
Il secondo aspetto inserisce nell’ACB un punto debole a causa della effettiva
possibilità di identificare e quantificare gli effetti dell'azione pubblica, per verificare la
rispondenza dell'obiettivo del progetto con la massimizzazione del benessere sociale.
Il terzo aspetto inserisce nell’ACB un punto debole a causa della necessità di
quantificare tutti i costi ed i benefici in termini monetari; ciò implica che, tutte le
grandezze non-monetizzabili, non vengono considerate nell’architettura analitica
dell’ACB.
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Monetizzare i costi ed i benefici implica la necessità di esistenza di prezzi di mercato
per ciascuna delle conseguenze/effetti determinati dal progetto; inoltre, è necessario che
tali prezzi siano corretti indicatori del valore della scarsità delle risorse19.
Queste due condizioni - esistenza ed adeguatezza dei prezzi – necessitano a loro volta
dell’esistenza di mercati perfetti e completi, nei quali le risorse (o gli effetti del
progetto) possano essere scambiate.
I problemi legati alla misurazione dei costi e dei benefici non si esauriscono con la
verifica dell’esistenza di mercati perfetti e completi, poiché l’ACB si pone obiettivi in
termini di miglioramento del benessere.
Il problema si presenta anche rispetto alla capacità dei prezzi di equilibrio di essere
corretti indicatori delle variazioni marginali di benessere associati alla realizzazione di
un progetto.
La teoria economica fornisce indicazioni circa la distorsione associata all’utilizzo di
un prezzo di mercato (seppure ancora di equilibrio) rispetto alla variazione marginale di
benessere che l’individuo subisce per effetto della realizzazione di un progetto.
Tale discrepanza può essere più o meno trascurabile in relazione a specifiche
situazioni (struttura delle preferenze degli individui, natura del bene valutato, ecc.); di
conseguenza, l’utilizzo dei prezzi di mercato può essere considerato una
approssimazione accettabile, seppure imperfetta degli effetti del progetto.
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I prezzi di equilibrio sono per la teoria economica, sia equi che efficienti.
PEAP – Piano Energetico Ambientale della Provincia di Firenze
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