Osservazioni della CONFEDIR

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Osservazioni della CONFEDIR
OSSERVAZIONI GENERALI
sulle SCHEDE OSPEDALIERE e TERRITORIALI VENETE
Finalmente (18/06/13) sono state approvate dalla GRV (DGR 68/CR) le schede di dotazione
ospedaliera e territoriale, collegate al PSR, atteso da 17 anni.
Come di consueto, una cosa sono gli annunci “entusiastici e celebrativi” (Zaia, Coletto, Mantoan,
Zorzato, alcuni D.Generali), altra cosa sono i fatti e le reazioni della “base” (sindaci, sindacati,
gente comune).
GLI ANNUNCI
1) Per l’ennesima volta, da 17 anni ad oggi, si punta (a parole e nelle scelte) sul territorio “che
forse ci sarà “ma –intanto e nei fatti – si tagliano posti letto ospedalieri per acuti.
2) Per l’ennesima volta non si programma partendo da dati chiari e trasparenti; non si parte da
ciò che si sta facendo (volumi di produzione e qualità delle azioni sanitarie); non si parte dai
dati relativi alla entità della spesa corrente e dall’entità della spesa futura (da ridefinire, alla luce
dei tagli sanitari nazionali) ma dall’affermazione apodittica “meno letti ospedalieri e più
territorio”, per “adeguare la sanità veneta ai bisogni dei pazienti più anziani, più cronici, più
pluripatologici “.
3) Ancora una volta (come nel decennio 2000-2010) si tagliano subito i posti letto ospedalieri
per acuti (-1227, rispetto agli iniziali 18.667) e si ipotizza (da quando?) un aumento dei letti
sul territorio (+1236), in varie strutture esterne. Ancora una volta, non si definiscono i costi, i
tempi, la collocazione e la specializzazione di questi letti territoriali. Ancora una volta
manca un quadro riassuntivo di ciò che gia’ ora esiste sul territorio, in termini di hospice e di
assistenza territoriale sui pazienti bisognosi di “cure territoriali”.
4) Tagliare 1227 posti letto ospedalieri per acuti significa tagliare almeno 64.000
ricoveri/acuti/anno, ipotizzando – come fa la DGR- ricoveri medi della durata di 7 giorni.
Il nostro dubbio è: sarà possibile, questa performance, dal 2015?
5) Perché’ si tagliano i letti ospedalieri (financo al di sotto degli standard nazionali) e non si è
–PRIMA- tagliato il numero delle AULSS, in modo da risparmiare, almeno, su 40 (4x10)
posti dirigenziali, eliminando 10 AULSS?
6) E’ così difficile compattare BL e Feltre; Rovigo con Adria; Legnago con Trecenta? Etc…
7) E’ così difficile ragionale in un’ottica provinciale o sub provinciale (qualunque sia il
destino delle Province…) o con un’ottica territoriale, basata sulle migrazioni sanitarie
storiche?
I FATTI (da dimostrare)
Fatta pulizia dei soliti, aprioristici, commenti da parte dei soliti “servi sciocchi”, è doveroso
basare i commenti sui fatti.
a) Un piano “industriale” deve basarsi su elementi essenziali: l’organizzazione attuale, le risorse
in giuoco, le richieste del mercato, le modifiche possibili, i LEA da garantire etc etc. Tutto questo
manca….
b) Tagliare letti ospedalieri per malati acuti è facile (in teoria), meno facile è associare i suddetti tagli
a chiari risparmi gestionali globali.
c) Su quale base epidemiologica si è scelto di portare i posti letto per acuti al di sotto di 3,5 per
mille in ben 12 AULSS su 21 e di mantenerli sopra il 3,5 per mille in altre 8 AULSS (Bl, Feltre,
VI, TV, Veneziana, PD, Adria, Bussolengo)?
Passi la scelta per i capoluoghi di provincia, ma detta scelta non è comprensibile invece per Feltre,
Adria, Bussolengo.
In altri termini (ossia, considerando l’assetto provinciale), perché si sono privilegiate 4 province
e se ne sono penalizzate 3 (VI,TV,VE)?
Forse che le tipologie montane e lagunari sono diverse tra loro, per mobilità?
d) Le cose non migliorano, anche considerando i posti letto per acuti extraregione (+313).
ANALISI dei DATI
L’esame analitico delle tabelle riassuntive generali consente ulteriori osservazioni e commenti, che
dettagliamo.
APICALITA’
Ammesso e non concesso che il criterio di quantificare i primariati ospedalieri in rapporto a
10.000 abitanti sia parametro corretto e concettualmente valido, c’è da chiedersi:
- perché solo per 3 province (Bl, PD,Rovigo) si scelga un rapporto superiore alla media regionale
(1,53/10.000 abitanti);
-quale sia lo standard specialistico medio di UOC, nei diversi livelli di assistenza ospedaliera (HUB
UE, HUB, spoke);
-quale senso abbia puntare su un rapporto minimale (0.19) nelle AULSS 14, 20 ed allo IOV (0.13).
OSPEDALITA’ PRIVATA ACCREDITATA
Perde 150 posti letto per acuti (-5%) contro 1227 posti letto ospedalieri persi nelle strutture
pubbliche (1227/18667=-6,57%).
ANALISI ARTICOLATA SU BASE PROVINCIALE
Le osservazioni sopra formulate sono confermate dai dati articolati su base provinciale (+ AOPD ed
AOVR), dai quali emerge quanto segue:
-i tagli dei posti letto per acuti sono più pesanti nelle province e nelle AO di : Rovigo (-211),
PD (-205), VR (-167), AOVR (-150), AOPD (-145), Treviso (-142);
-considerando anche i posti letto ospedalieri per acuti extraregione, i tagli ospedalieri più
pesanti sono a Rovigo (-198), Padova (-188), Venezia (-175) e nelle 2 aziende universitarie: AOVR
(-100), AOPD (-95);
-continua l’anomalia dell’AULSS n°22, con enormi e costosi presìdi ospedalieri privati (2+1) e
con 3 strutture (in futuro,2) ospedaliere pubbliche;
-non è chiaro dove verranno collocati (e con che costi) i LETTI TERRITORIALI delle
province di TV (+310), PD (+258), VE (+226), VR (+177), VI (+161) e quale sarà la loro spesa
di attivazione e di gestione;
-non è chiaro quanti e quali saranno i “primariati” (UOC) territoriali e dove saranno collocati;
-non è chiaro se ciò porterà “mobilità coatta” del personale sanitario ed amministrativo e ad ulteriori
figure dirigenziali amministrative territoriali, oltre a quelle in essere;
-non è chiaro da chi dipenderà la veterinaria ed il controllo del territorio (ambiente, acque…).
RETE EMERGENZIALE VENETA
Gli estensori delle schede sembrano essere convinti che l’attuale rete emergenziale veneta sia
ottimale.
Vorremmo che qualcuno ci dimostrasse che:
-
le 7 CO (centrali operative provinciali) sono costantemente collegate e coordinate tra
loro e con le 20 COT (centrali operative territoriali). Vorremmo, infatti, conoscere le
casistiche reali degli anni 2011-2012;
-
le 46 automediche sono sufficienti;
-
le 100 ambulanze con IP sono sufficienti ed adeguate;
-
i tempi di intervento sono quelli citati (15 minuti nell’80% dei casi e 20’ nel 90% dei
casi), data la ben nota, caotica, viabilità veneta e date le caratteristiche orografiche del
Veneto;
-
nel 2012, rispetto al 2011, il numero delle osservazioni brevi intensive si è ridotto e,
soprattutto, che il loro esito ha portato soprattutto alla dimissione. In altri termini, vorremmo
un documento analitico sul’esito delle suddette osservazioni brevi:dimissione, ricovero,
interventi chirurgici,tipologie. Ciò, al fine di documentare eventuali ricadute sui ricoveri
urgenti….
-
nel 2012 non c’è stata collocazione, nei corridoi e nelle stanze degli ospedali veneti, di
“letti di emergenza” (altissima fonte di rischio clinico);
-
nessuna dimissione ospedaliera è stata “affrettata ed anticipata” per far fronte ad un
ricoverato urgente.
PRONTO SOCCORSO
Un aspetto particolare, ma importantissimo, riguarda gli aspetti medico-legali legati alla
contrazione dei letti ospedalieri per acuti. Su chi ricade, infatti, la responsabilità (civile,
penale, gestionale, amministrativa, dirigenziale) del mancato o ritardato ricovero di un
paziente acuto, per saturazione dei letti ospedalieri “specialistici”?
Su chi ricade la suddetta responsabilità, in caso di collocazione del paziente in una
struttura non adeguata, con riduzione dei livelli di assistenza?
E, tutto ciò, soprattutto alla luce del “maledetto percorso regionale” che dovrebbe portare, in
tutte le AULSS, un netto aumento del rischio sanitario, dato il progressivo passaggio (in
tutte le aziende) alla franchigia 0-500.000 euro, con attivazione delle informazioni
sull’erogato, alla Corte dei Conti.
RETI CLINICHE e VARIE
Concordiamo sulla scelta delle
11“reti cliniche regionali”, ma ne contestiamo la
parzialità.
Ad esempio: manca una “rete clinica nefrologica e dialitica” (pur se si tratta di pazienti
numerosi e costosi); mancano chiare scelte sul numero e tipologia dei CENTRI
TRAPIANTO VENETI; manca una chiara definizione sul numero e sulla tipologia della
CARDIOCHIRURGIE VENETE, soprattutto dopo l’attivazione della rete anti-IMA…….
Ancora, 2 emodinamiche H24 in provincia di Treviso, ma quante analoghe strutture nel
veneziano, nel padovano e nel veronese?
Ancora, l’anatomia patologica sarà su base provinciale in tutte le 7 province o no?
Se si punta ai “parti sicuri”, perché mantenere il punto nascita a Trecenta, divenuto polo
medico riabilitativo?
CLINICIZZAZIONI
Prendiamo atto che, alla fine, Treviso è riuscito a clinicizzare ben 7 reparti. Ci
chiediamo cosa ne pensi, oggi, il Dr. Dario, passato da Treviso a Padova, come Direttore
Generale…
MEDICI di MEDICINA GENERALE
Nella nostra veste di medici, dirigenti e sindacalisti, ci chiediamo come si possa
ipotizzare (nel 2013-2014) un’assistenza territoriale H24 per 365 giorni/anno, se detto
modello assistenziale non è reso obbligatorio dalla convenzione nazionale (SISAC) e da
quella integrativa regionale e se detto modello è – oggi e nel medio periodo – affidato alla
volontarietà dei Colleghi MMG e pediatri convenzionati, proprio in virtù del loro specifico
rapporto di lavoro.
Anche su questo aspetto, il PSR e le schede collegate avrebbero, quanto meno, dovuto
partire dai dati (e dai costi) esistenti ed avrebbero dovuto ipotizzare steps (progressioni)
annuali (come dati e come costi).
Oggi, la Regione non ha alcun strumento legislativo “vincolante”per rendere
obbligatoria un’organizzazione ambulatoriale “in associazione” della medicina
territoriale.
Un esempio per tutti: il numero delle UTAP (2) attivate nell’AULSS 21 (Legnago), su un
territorio di 200.000 abitanti. Quante sono, oggi, queste strutture (o strutture similari) in
Veneto, per 4.938.282 abitanti? E quante si ipotizza di attivarne, concretamente, in 5 anni?
Analoghe considerazioni potrebbero essere fatte per il ruolo dei MMG all’interno delle
strutture territoriali con degenza: si pensi ai problemi legati all’emergenza ed alla pronta
disponibilità, in tali strutture…
LA POLITICA
Data l’importanza del tema, non si possono trascurare le prese di posizione dei politici
regionali, considerato l’iter che la DGR in questione dovrà fare: Va Commissione (parere
non vincolante) e successivo passaggio in Consiglio Regionale.
-“La Regione continua a vendere aria fritta ai cittadini” (Gerardo Colamarco, UIL veneto);
-“Abbiamo solo numeri e nemmeno certi…a differenza di quanto dice Zaia, il taglio dei
posti letto per acuti è di circa il 7%, dovendosi partire dai 19.020 posti letto delle schede in
vigore: quindi il taglio è di 1580 posti letto per acuti” (Claudio Sinigaglia,PD);
-“I tagli sono ancora più pesanti, se si parte dai posti letto anni 2000, ossia da 21.025 posti
letto, quelli della precedente programmazione..Non si può ragionare sui posti letto
effettivamente occupati, ma su quelli teorici….Si ingannano i cittadini..”(Franco
Bonfante,PD);
-“Intere zone del basso veronese rischiano di rimanere scoperte, dopo la chiusura di
Zevio,Caprino,Isola della Scala ed il depotenziamento di Bussolengo, Bovolone, Malcesine”
(Roberto Fasoli,PD);
-“Sono schede molto rispettose del territorio, anche troppo. Vanno migliorate; ad esempio
bisogna rivisitare il ruolo del privato e rendere più efficiente il pubblico….Ci sarà da
divertirsi…(Leonardo Padrin,PDL);
-“In commissione daremo battaglia (Pietro Marchese,PD);
-“Le schede? Un grande bluff. Non cambia nulla; non si chiude nessun polo; non si riduce il
numero delle USL….Dove troveranno i soldi per potenziare l’assistenza territoriale?
Tagliando i servizi, temo….” (Diego Bottacin, Verso Nord);
- “Le schede territoriali non esistono…”(Bruno Pigozzo,PD);
-“Le schede sono state concordate con i DG, chiamati a metterle in pratica” (Marino
Zorzato,PDL);
-“Zaia è un venditore di sogni….dove sono i fantomatici ospedali di comunità?....(Antonio
De Poli, UDC);
-“Ombre sulla sanità altopianese….(Andrea Gios, sindaco di Asiago);
-“Va favorita la permanenza domiciliare dei disabili…, invece di inviarli nelle strutture
residenziali protette….le risorse sono scarse…perché c’è un taglio di 8 milioni di euro
rispetto alle cifre attuali (4,5 milioni in meno sugli assegni di cura; 2,4 sui progetti di vita
indipendente; 1,1 in meno sulla teleassistenza…). Ci vuole gradualità…e denaro…”(Alberto
Toldo, Presidente della conferenza regionale dei sindaci delle AULSS venete);
-“I tagli dei letti ospedalieri per acuti saranno fatti subito….i nuovi posti territoriali
arriveranno con calma…..Ma non si capisce dove, quali, quanti e quando saranno i servizi
territoriali…Inoltre, c’è scritto in chiaro, l’attivazione territoriale sarà conseguente ai tagli
dei posti per acuti” (Franco Bonfante e Roberto Fasoli, Consiglieri regionali del PD);
-“Al territorio veronese saranno tolti 317 posti letto per acuti, sul taglio totale di 1227
(=25,8% dei tagli) ma non è affatto chiaro dove e quando saranno attivati i letti di
comunità…Poco chiare sono anche le sorti di Borgo Roma (Vr)..” (Mariapia Mazzasette,
CGIL Verona);
-“Con quali risorse verranno attivati i letti di comunità, considerata la continua riduzione di
risorse per sanità e sociale? E come si coniuga il nuovo disegno della sanità ospedaliera con
la recente riduzione delle risorse per l’assistenza domiciliare..?”( CGIL, Verona);
-“ I soldi spesi per l’Ospedale Orlandi di Bussolengo? Soldi sprecati….ora Cariverona
chieda i danni” (Stefano Valdegamberi, Futuro Popolare). Il riferimento è alle donazioni che
Cariverona ha fatto per l’Ospedale di Bussolengo (10 milioni per la ristrutturazione e
400.000 per la Risonanza magnetica). L’Orlandi verrebbe ridimensionato a polo medico;
mentre tutta l’attività chirurgica andrebbe a Villafranca;
-“Oltre il danno, la beffa…visto che l’Orlandi è stato rimodernato recentemente…”(Paola
Boscaini, sindaco di Bussolengo);
-“Monitoreremo il processo di realizzazione degli obiettivi del PSR….per questo la Triplice
ha chiesto alle ULSS del territorio vicentino l’attivazione di osservatori permanenti dove
condividere le scelte socio-sanitarie, con la partecipazione dei cittadini” (CISL, Vicenza);
-“Parte dei risparmi per il taglio dei posti letto vanno reinvestiti nell’assistenza territoriale..”
(Gino Ferraresso, CGIL Vicenza);
-“Chiarenzi di Zevio, addio dal 2015? La guerra continua…”(Diego Ruzza, sindaco di
Zevio).
-“I vertici provinciali della Lega tendono a favorire la sanità privata e quella di Verona città.
Dovendo tagliare, il Carroccio ha orientato le forbici sui comuni amministrati dal PDL,,
come Zevio-Bovolone-Isola della Scala, dove i leghisti pesano poco…” (Franco
Bonfante,PD);
-“ Se i nostri 80 posti letto riabilitativi andranno altrove…qui resterà almeno un’UTAP od
un ospedale di comunità …?” (Marco Nale, PDL).
-“Anche il Garda penalizzato, senza l’ospedale di Bussolengo..” (Maurizio Bernardi,
sindaco di Castelnuovo…L’Arena,5/07/13)
-“Sanità : tutti contro il taglio dei letti….Gia’ adesso sono insufficienti…..”(Corriere
Veneto, 5/07/13).
-“Acque contaminate da sostanze perfluoro-alchiliche…” (L’Arena, 06/07/13).
-“San Bortolo bocciato in informatica…” (Giornale di Vicenza, 06/07/13).
CONCLUDENDO
Le osservazioni sopra esposte sono formulate sulla base di decenni di esperienza
professionale e sindacale.
La gente veneta ed i pazienti veneti non hanno bisogno di promesse, ma di certezze e di
scelte.
Quelle certezze che queste schede, sintetiche, non danno. Quelle scelte che, ancora una
volta, vengono rinviate.
La prima, su tutte: una rete territoriale di poliambulatori specialistici, in grado di evitare
ai pazienti ripetuti accessi alle strutture sanitarie ed ai pronti soccorso (codici verdi e non).
La seconda: una totale ridistribuzione della specialistica ospedaliera, sulla base di dati
reali e non di affermazioni apodittiche.
La terza: la definizione chiara del medico che ha la gestione completa del paziente; si
tratta di un aspetto medico-legale importantissimo, soprattutto per i malati cronici e per
l’intervento di molteplici specialisti in caso di pluripatologie.
Ed invece, si fa confusione (es: Prot. N° 49352-VI/2 della Dirigenza CUP di Mirano,
03/07/13).
La quarta: la revisione dei tickets e delle esenzioni, per evitare le distorsioni attuali (oggi,
spesso, i tickets sono più costosi del valore economico delle singole prestazioni). Ciò
favorisce la medicina convenzionata (laboratorio, radiologia…).
La quinta: il coinvolgimento dei settori specialistici veneti nella programmazione finale.
La sesta: siamo proprio convinti che il nuovo modello ipotizzato sarà adeguato per
assistere 32.000 nuovi casi di cancro/anno; 6500 IMA per anno; 9000 ictus/anno; 210.000
cancerosi cronici (nel 2012); oltre 4000 dializzati cronici (terapia dialitica, trapianto,
trasporti); 45.000 parti “in sicurezza”; migliaia di “anziani disabili e soli”?
Noi, pensiamo che non sia così. Ma, finché la politica giocherà sulle parole e sui numeri
e non sui bisogni della gente, la soluzione non potrà che essere parziale ed il “modello
sanitario veneto degli anni ottanta” sarà destinato a declinare in termini di efficacia ed
efficienza.
Vicenza, 08/07/13
Stefano Biasioli
Segretario Generale CONFEDIR
Consigliere del CNEL- Responsabile della “relazione sul welfare”
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