Maria Giuseppina Muzzarelli, Breve storia della moda

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Maria Giuseppina Muzzarelli, Breve storia della moda
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Belfanti, Marco: Rezension über: Maria Giuseppina Muzzarelli,
Breve storia della moda in Italia, Bologna: il Mulino, 2011, in: Il
Mestiere di Storico, 2012, 1, S. 227,
http://recensio.net/r/2588907cd177ac25459df45c366534c0
First published: Il Mestiere di Storico, 2012, 1
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227
Maria Giuseppina Muzzarelli, Breve storia della moda in Italia, Bologna, il Mulino,
234 pp., € 17,00
Negli ultimi anni la moda ha esercitato un fascino crescente sugli storici: partiti
magari con un po’ di ritardo rispetto alla comunità scientifica internazionale, gli studiosi
italiani hanno però rapidamente recuperato terreno, sia con lavori di ricerca, che con
opere di sintesi. Maria Giuseppina Muzzarelli appartiene al manipolo di quanti hanno
posto il fenomeno «moda» al centro degli interessi di ricerca da diverso tempo: anzi, si
può senza dubbio affermare che ha svolto ricerche pionieristiche nel campo.
La Breve storia della moda in Italia offre perciò una sintesi matura uscita dalla
penna di una storica che ha dedicato al tema larga parte della propria attività di ricerca.
È proprio in virtù di tale esperienza che il volume riesce a coniugare efficacemente la
necessaria agilità di un libro rivolto al grande pubblico con una ricostruzione
problematica che non è mai banale, ma, al contrario, appare sempre stimolante.
L’articolazione dell’indice per temi, e non a base cronologica, evidenzia immediatamente l’approccio dell’a., mirato a enucleare appunto i nodi problematici salienti di
un fenomeno sociale, culturale ed economico per sua natura assai sfuggente. Sfuggente
a partire proprio dalla definizione, che viene affrontata nel primo capitolo, in cui
emerge la sicura padronanza di strumenti interpretativi multidisciplinari. Il secondo
capitolo tratteggia in poche, ma precise pagine il senso storico di quello che oggi
chiamiamo made in Italy. Terzo e quarto capitolo sono dedicati ai protagonisti del made
in Italy: sarti, creatori, giornalisti, organizzatori di eventi e, naturalmente, stilisti. La
funzione dell’abbigliamento come indicatore di condizione sociale è il tema discusso
nei successivi tre capitoli, dove trova anche spazio un topos classico: il rapporto tra
moda e lusso. I capitoli dall’8 al 12 trattano del cuore del fenomeno moda: la dinamica
del cambiamento di fogge, dimensioni, colori, materiali. Gli ultimi capitoli affrontano
piuttosto tematiche contemporanee, come il feticismo, il rapporto tra moda e arte e
soprattutto il sistema moda. Quest’ultimo aspetto è messo a fuoco in due sezioni che
colgono perfettamente nel segno: l’analisi delle forme organizzative della produzione,
da un lato, e il ruolo fondamentale svolto dalle «città della moda», dall’altro; in effetti la
storia della moda italiana ha proprio in città come Torino, Milano, Firenze e Roma dei
riferimenti imprescindibili: probabilmente meritava una menzione anche Napoli.
Scritto in maniera brillante, organizzato in modo intelligente, costruito con argomentazioni convincenti, questo libro rappresenta un bell’esempio di come si può fare
alta divulgazione all’anglosassone anche su un tema sfuggente, che dietro l’apparente
frivolezza nasconde cambiamento sociale, dinamiche economiche, interazioni culturali.
Marco Belfanti