Gare gas, la stasi non è stabilità Gare gas, probabile uno slittamento

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Gare gas, la stasi non è stabilità Gare gas, probabile uno slittamento
Gare gas, la stasi non è stabilità
DI G.P.
Il settore delle distribuzione gas si crogiola da anni in quella forma patologica di stabilità che è
l'incertezza perenne. A fine anno si prepara a “festeggiare” il secondo anno pieno di prorogatio per
le concessioni in teoria scadute ex lege al più tardi il 31 dicembre 2012. Quella tuttora in corso
peraltro è solo l'ultima delle proroghe di fatto dei rapporti pre-liberalizzazione, che si sono
susseguite in questi anni nelle more della definizione della normativa (la scadenza “ultima” del
transitorio era in origine il 31 dicembre 2005: a fine anno saranno nove anni). Né oggi si può
mettere la mano sul fuoco sull'annunciato avvio delle prime gare nello scorcio iniziale del 2015 (v.
articolo a parte). Sull'argomento in questi anni si sono spesi fiumi di inchiostro. Certamente, le
ragioni di volta in volta per approfondire e rifinire la normativa non sono mai state del tutto prive di
cogenza. Però il risultato di questo lavorio continuo – la tela di Penelope, come lo definì già molti
anni fa Roberto Macrì – è quello che abbiamo sotto gli occhi: un settore che non è né rimasto nel
porto sicuro (ma immobile) delle vecchie concessioni né è transitato nella concorrenza per il
mercato. Con tutti i difetti dei due sistemi e nessuno dei pregi. Una stasi, ma in perenne stato di
allerta, che è la negazione stessa di un clima capace di favorire gli investimenti.
Gare gas, probabile uno slittamento
La scadenza per invio bandi all'Aeegsi è l'11 gennaio ma l'accavallarsi di norme - aggiornamento del DM criteri è
fermo al Consiglio di Stato – e ricorsi complicano il quadro
In base alle scadenze vigenti i primi bandi per le gare d'ambito per la distribuzione gas
dovrebbero pervenire all'Autorità per l'energia entro l'11 gennaio prossimo. Ma negli ultimi mesi
la materia si è ulteriormente complicata. E tra ulteriori aggiustamenti normativi e regolatori e i
già segnalati ricorsi al Tar, nuovi e vecchi (v. Staffetta 28/07 e 25/11) è poco verosimile che la
scadenza possa essere rispettata. In un ennesimo esempio del “perenne” stallo della riforma
prevista dal Dlgs 164 del 2000. Lo scrive Giulio Gravaghi, amministratore della società di
consulenza Sciara e consulente della Commissione Servizi Pubblici Locali di ANCI per le gare
per la distribuzione. I precedenti contributi di Gravaghi sono stati pubblicati sulle Staffette del
9/10 e del 26/6.
Continuano le novità normative in materia di preparazione delle gare d'ambito per la scelta
del gestore unico del servizio di distribuzione del gas naturale.
L'Autorità per l'energia elettrica, il gas ed il sistema idrico con la recente deliberazione
571/2014/gas stabilisce che anche per i Comuni proprietari di impianti gas, o di parte di questi,
sia riconosciuto il rimborso degli ammortamenti del capitale investito, oltre alla remunerazione
del capitale stesso (v. Staffetta 21/11). Un buon risultato per i Comuni. Peccato che la
liquidazione delle somme maturate sia prevista in unica soluzione al termine dei dodici anni di
durata della concessione.
Il ministero dello Sviluppo Economico in risposta a numerose lettere di Enti locali, conferma
la validità dei VIR definiti prima dell'emanazione delle “linee guida”, secondo i criteri del DM
226/2011.
Due novità importanti nel complesso quadro normativo avviato con il DM del gennaio 2011,
istitutivo degli ATEM gas, per la razionalizzazione del servizio di distribuzione del gas naturale
in Italia, prevista da una direttiva comunitaria del 1997.
Sempre in tema di novità si è in attesa del nuovo DM 226/2014 (v. Staffetta 28/07), fermo
al Consiglio di Stato, che introducendo ulteriori novità normative, ottiene come primo risultato
l'aumento del clima d'incertezza tra i soggetti impegnati nelle attività propedeutiche alla
pubblicazione dei bandi di gara, le cui prime scadenze sono ormai imminenti.
E così, mentre da tre anni fervono i lavori in vista della scadenza per la pubblicazione dei
bandi di gara del I° e II° Raggruppamento, dall'estate 2013 è iniziata una pioggia di delibere
dell'AEEGSI, di decreti del MiSE e di leggi parlamentari che hanno avuto come unico risultato il
blocco delle attività propedeutiche alle gare, posticipazione delle scadenze previste e un'altra
pioggia, questa volta di ricorsi al TAR.
In questo clima di assoluta incertezza quasi certamente le gare non potranno essere
avviate alle prime scadenze previste nel marzo prossimo. Ricordiamo che i bandi di gara, con i
relativi allegati, devono essere trasmessi almeno 60 giorni prima all'AEEGSI per l'approvazione.
I primi bandi dovrebbero essere trasmessi entro l'11 gennaio 2015.
Altro problema di cui troppo poco si parla è il numero esagerato di ricorsi in materia di gare
gas pendenti davanti al TAR.
I più vecchi, pendenti da oltre tre anni contro il decreto istitutivo degli ambiti gas (v.
Staffetta 11/12/12), sono stati oggetto di una lunga diatriba sulla competenza tra il TAR Lazio e
il TAR Lombardia; finalmente a breve andranno a sentenza dopo che recentemente il Consiglio
di Stato ha stabilito che siano valutati dal TAR Lombardia 25/11).
Con il DM 22 maggio 2014 del MiSE, che recepisce le “Linee guida” per il calcolo dei VIR, è
partita una raffica di ricorsi al TAR (pare siano 22) (v. Staffetta 28/07).
Dato l'altissimo numero di ricorsi avversi a questo provvedimento, viene da chiedere come
mai le “Linee guida” siano osteggiate in modo che si può definire “plateale” dalla quasi totalità
dei soggetti interessati a questa riforma.
I motivi sono molteplici e vanno dalla loro legittimità costituzionale, al mancato rispetto dei
patti concessori, alla congruenza tecnica ed economica delle modalità di valutazione degli
impianti e di validazione di detti valori.
Soprattutto è la penalizzazione generalizzata delle proprietà dei gestori e degli Enti locali
(questi ultimi rischiano di non veder riconosciuti i capitali investiti) che mal si concilia con le
norme del codice civile e più in generale del mercato.
Una delle ragioni che sta alla base di questa avversione generalizzata sta anche nel fatto
che le linee guida sono “ispirate” in gran parte dai manuali tecnici di una grande società del
settore, nati ed utilizzati per formulare capitolati di gara e come specifica lavori. Modalità
operative completamente diverse da quelle richieste per la valutazione degli impianti.
La finalità delle “linee guida” di standardizzare il valore degli investimenti è senz'altro
lodevole ma sono state proposte in un momento inopportuno (molti VIR erano già stati fatti
seguendo il dettato 226/2011) e con contenuti che vanno certamente rivisti e resi più rispondenti
alle varie realtà.
E che dire del rimborso Una Tantum per le spese di gara previsto dalla delibera AEEGSI
407/2012 e dalla Legge 9/2014: il MiSE pubblica sul suo sito i dati degli impianti aggiornati al
2012, ma afferma che per il calcolo di questi rimborsi si debbono utilizzare quelli riferiti al 2008.
La legge ne prevede il pagamento immediato da parte dei gestori uscenti ma la maggior
parte di loro, appellandosi al nuovo DM 226/2014, come detto fermo al Consiglio di Stato, si
rifiutano di liquidare quanto dovuto.
Si potrebbe continuare con altre norme ingestibili sul piano pratico. Norme sempre più
numerose e complesse che finora hanno ottenuto, come già detto, un unico risultato: il blocco
della riforma.
Questo stallo, o continuo rinvio della riforma che dire si voglia, penalizza l'efficienza del
sistema distributivo; infatti l'aver anticipato per legge la scadenza di tutte le concessioni al
31/12/2012 ha creato un clima d'incertezza verso il futuro, stante la situazione delle gare, che
sta penalizzando gli investimenti, ormai ridotti al lumicino, e le opportunità di lavoro.
Infine il danno erariale, un tema di grande valenza economica di cui nessuno parla.
La riforma del sistema distributivo del gas naturale interessa un capitale di circa 30 miliardi
di euro. Di questo patrimonio si stima che circa il 60% passerà di mano attraverso le gare: molti
gestori lasceranno gli impianti, incassando il corrispettivo fissato dai VIR, altri gestori
subentreranno pagando i VIR ai gestori uscenti.
Queste operazioni avranno un forte riscontro erariale in termini di IVA da versare e
plusvalenze su cui applicare la tassazione prevista.
Stiamo parlando di miliardi di euro che il Fisco non sta incassando a causa dei continui rinvii
delle gare. Un flusso di denaro che dovrebbe arrivare nelle casse dello Stato, aiutando in
maniera significativa l'abbattimento del debito statale.
Le recenti “Linee guida”, osteggiate per altre ragioni attraverso decine di ricorsi al TAR,
abbattono significativamente il valore degli impianti riducendo così drasticamente la fiscalità IVA
e le plusvalenze degli impianti stessi.
Per queste ragioni la riforma deve essere avviata quanto prima.
Ciò sarà possibile solo attraverso un esame critico da parte delle Istituzioni competenti, in
collaborazione con le Associazioni interessate - come previsto dal mai attuato art. 17 del DM
226/2011 – semplificando, razionalizzando e snellendo il coacervo di leggi e norme per definire
regole capaci di favorire un percorso più veloce e maggiormente aderente alle realtà ed alle
esigenze dei gestori degli impianti, degli Enti locali e naturalmente dei clienti.
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