Si può allattare al seno mentre è in corso una gravidanza?

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Si può allattare al seno mentre è in corso una gravidanza?
Si può allattare al seno mentre è in corso una gravidanza? È ormai noto che il latte materno è l’alimento ottimale per la crescita e i fabbisogni del lattante, in quanto sicuro da un punto di vista microbiologico, specie‐specifico e anche economico. L’allattamento materno comporta innumerevoli vantaggi in termini di salute ma anche benefici per la comunità; questo è sicuramente vero nei paesi in via di sviluppo, in cui allattare spesso vuol dire garantire la sopravvivenza e la crescita del bambino, ma anche nei paesi industrializzati, ove risaltano particolarmente i vantaggi in termini di salute del poppante. E’ ben noto che l’iperprolattinemia che si verifica in corso di allattamento esclusivo sopprime l’ovulazione; di conseguenza si verifica una condizione di “amenorrea da lattazione”, considerata una sorta di meccanismo protettivo per il benessere della nutrice e del suo piccolo. Con la crescita del bimbo, è comunque possibile che la donna intraprenda una seconda gravidanza. Questa condizione, particolarmente comune nei Paesi a risorse limitate, in cui allattare vuol dire garantire la sopravvivenza del bambino, è sempre più diffusa anche nei Paesi industrializzati. Spesso viene richiesto il parere dello specialista, per valutare, in questa condizione, l’opportunità e la sicurezza di proseguire ad allattare al seno. I timori di aborto spontaneo o di nascita pretermine, ma anche di non garantire una crescita ottimale del feto spesso frenano la madre in stato di gravidanza portandola ad interrompere l’allattamento al seno in corso. Questo argomento è stato trattato approfonditamente in un recentissimo articolo, pubblicato sul Journal of Human Lactation (2014). Gli esperti della Società Italiana di Medicina Perinatale (SIMP) e della Task Force sull’allattamento al seno, Ministero della Salute, sostengono la prosecuzione della pratica dell’allattamento al seno anche in corso di una nuova gravidanza, specialmente nel primo e nel secondo trimestre, purchè la donna segua una dieta adeguata. Pur non esistendo, al momento, specifiche linee guida riguardo il fabbisogno energetico della donna in questa situazione, la maggior parte degli esperti sostiene che la dieta della nutrice/futura neomamma debba essere quanto più varia ed equilibrata possibile, con un adeguato apporto di frutta, verdura, cereali, prodotti caseari ricchi di calcio e prodotti proteici; ovviamente, è indispensabile garantire un adeguato apporto di liquidi. Un vero e proprio aumento delle richieste in termini di energia sarebbe in realtà richiesto solo nel terzo trimestre di gestazione, quando la crescita del feto è maggiore e soprattutto più rapida. Tuttavia questo è anche il periodo in cui è più probabile che le richieste del lattante allattato al seno siano inferiori, dato che egli, verosimilmente, è già nel periodo del divezzamento in cui il latte materno, benchè ancora essenziale, è comunque integrato dall’assunzione di alimenti solidi. Proprio per questo motivo, nonostante non vi siano molti dati riguardanti la composizione del latte materno prodotto dalla gravida, non bisogna temere per la salute del divezzo ancora allattato al seno: in tal caso, infatti, saranno proprio gli alimenti complementari a garantire i fabbisogni nutrizionali del piccolo. Va comunque considerato che alcuni medici potrebbero scoraggiare la pratica dell’allattamento al seno in donne con uno stato nutrizionale non ottimale e in stato di gravidanza oppure in caso di evidenza di un ritardo della crescita intrauterina o, ancora, in donne con storia di poliabortività o che hanno dato alla luce neonati pretermine. Tutto ciò, però, non ha delle reali e solide basi scientifiche. Gli autori pertanto sostengono l’allattamento al seno anche in caso di gravidanza.