arte e storia - Presidio del Lazio

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arte e storia - Presidio del Lazio
SCORCI DI STORIA
NEI NEI VICOLI VICOLI ANTICHI
Piazza Navona
Via dei Coronari è un lungo rettilineo che collega
piazza Navona a ponte Sant’Angelo.
Realizzata intorno al 1470 da Sisto V per migliorare
il traffico dei pellegrini che durante gli anni santi
affollavano il centro cittadino per raggiungere la
Basilica di San Pietro, la strada si popolò di
“coronari”, i venditori di corone sacre, ex voto e
altri oggetti di culto; dalla fine dell’ Ottocento la
via è invece caratterizzata da numerose botteghe di
antiquariato. La passeggiata comincia a piazza
delle Cinque Lune, all’angolo con piazza di
Sant’Apollinare.
La pavimentazione è piana e ben connessa.
Sullo slargo si affaccia l’omonima chiesa, la cui
facciata fu disegnata nel 1748 dall’architetto
Ferdinando Fuga. Accanto alla chiesa si vede il
Palazzo di Sant’Apollinare, dalla semplice facciata
in cotto, impreziosita da un bel cornicione.
Fu trasformato nelle forme attuali dal Fuga
contemporaneamente alla chiesa vicina. Di fronte
si erge Palazzo Altemps, edificato all’inizio
del Cinquecento da Baldassarre Peruzzi. La
grandiosa altana fu costruita da Martino Longhi
il Vecchio nel 1585. Restaurato di recente, l’edificio
è oggi sede di una sezione del Museo Nazionale
Romano, che raccoglie alcune importanti collezioni
rinascimentali di scultura antica. Merita una
visita anche l’ampio cortile porticato, sul quale si
aprono eleganti loggiati.
L’ingresso è su via di Sant’Apollinare e non
presenta ostacoli.
Ritorno al mito di Ulisse
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Palazzo Altemps
Chiesa di S. Apollinaire
Palazzo S. Apollinaire
Chiesa di S. Maria della Pace
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9) Chiesa di S. Maria dell’Anima
Palazzo Lancellotti
Fontana di G. della Porta
Chiesa di S. Salvatore in Lauro
Palazzo Vecchiarelli
Si può raggiungere via dei Coronari passando
attraverso piazza di Tor Sanguigna, che prende
il nome da un’antica torre medioevale, una delle
poche superstiti delle circa quattrocento che
punteggiavano il profilo della città durante il
medioevo.
Piazza di Tor Sanguigna è priva di rampe ed è
molto trafficata, con macchine parcheggiate che
spesso ostruiscono il passaggio.
Chiesa S. Maria della Pace
All’angolo tra la piazza e via dei Coronari, si
trova una grande edicola mariana, realizzata nel
Settecento. Da qui si imbocca via dei Coronari.
La strada, senza marciapiede, è pedonale. La
pavimentazione è in sampietrini ben connessi per
quasi tutto il percorso. Sul lato sinistro si incrociano il vicolo Volpe
(con sampietrini sconnessi), e via Arco della Pace,
che conducono alla chiesa di Santa Maria della
Pace, capolavoro del barocco romano. Al civico
n° 5 di via Arco della Pace si trova uno dei due
ingressi al chiostro rinascimentale costruito da
Donato Bramante nel 1504; attraverso il chiostro
si accede all’interno della chiesa, ricostruita nel
1482 da Baccio Pontelli sul luogo di un preesistente
tempietto medievale.
La strada è leggermente in discesa e con una
pavimentazione piuttosto sconnessa; da via
dell’Arco della Pace si accede alla chiesa
superando un gradino; l’ingresso principale al
chiostro è alla sinistra della facciata della chiesa,
su via della Pace, e presenta dei gradini.
La chiesa ha una pianta a navata unica, con due
cappelle per lato, che si conclude in una ampia
tribuna ottagonale. All’interno sono custodite
alcune importanti opere d’arte, come le Sibille,
Ritorno al mito di Ulisse
Scorci di storia nei vicoli antichi
affrescate da Raffaello sopra l’arco della cappella
Chigi, la prima a destra dell’ingresso, nel 1514.
Notevole anche la pala d’altare della cappella
Oliati, a destra dell’altare maggiore che raffigura
il “Battesimo di Gesù”, eseguito da Orazio
Gentileschi nel 1603. All’uscita dalla chiesa si
può ammirare la facciata con il pronao semicircolare,
progettata nel 1656 da Pietro da Cortona, il
quale organizzò il disegno complessivo dello
spazio antistante, raccordando la chiesa con gli
edifici vicini attraverso superfici curve. Sul lato
destro della facciata, si apre l’ingresso laterale al
tempio di Santa Maria dell’Anima, la chiesa
della comunità cattolica dei tedeschi e dei fiamminghi
di Roma.
L’ingresso, della chiesa di S. Maria dell’anima in
via della Pace, conduce senza ostacoli ad un cortile,
attraverso il quale, dopo aver superato una soglia
ed un successivo gradino, si accede alla chiesa, il
cui ingresso principale si trova, alle spalle, su via
di Santa Maria dell’Anima, e presenta alcuni
gradini. La chiesa è stata probabilmente progettata da
Giuliano da Sangallo, nel 1523. Il campanile,
caratterizzato da una cuspide rivestita di maioliche
colorate, viene attribuito al Bramante.
All’interno sono conservati molti capolavori tra
cui spicca la pala d’altare con la “Sacra Famiglia
e santi”, dipinta dal migliore allievo di Raffaello,
Giulio Romano, nel 1522. Sono notevoli anche
gli affreschi di Francesco Salviati, che rivestono
le pareti della quarta cappella a sinistra.
Tornando su via dei Coronari, al numero 28 si
trova un grazioso palazzetto rinascimentale,
costruito dalla famiglia Bonaventura. Sul lato
destro si apre la tortuosa via della Vetrina: in
fondo si intravede la sagoma di un palazzo
rinascimentale che apparteneva alla famiglia
trevigiana dei Tanari. Si dice che il nome della
strada derivi da un negozio, o un’osteria, che
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Via della Vetrina
inaugurò l’uso della vetrina. Girando verso sinistra,
lungo via della Maschera d’Oro e via
Lancellotti, si raggiunge Palazzo Lancellotti,
costruito da Francesco da Volterra e Carlo
Maderno per il cardinale Scipione Lancellotti
alla fine del Cinquecento. La fronte dell’edificio
è piuttosto austera e priva di decorazioni, mentre
notevole è il portale in marmo, disegnato dal
Domenichino. Al centro dello slargo tra il palazzo
e via dei Coronari si trova una piccola fontana,
disegnata da Giacomo della Porta alla fine del
Cinquecento per piazza Montanara, davanti al
Teatro di Marcello, qui trasferita nel 1973.
Scorcio di Palazzo
Lancelotti
La pavimentazione in questo punto di via dei
Coronari e fino a piazza S. Salvatore in Lauro, è
a tratti sconnessa.
Riprendendo il cammino, e superato, sulla sinistra,
vicolo di Montevecchio, con l’edificio sede
originaria del Monte di Pietà, sorto alla fine del
Cinquecento per volontà di papa Sisto V, si raggiunge
piazza S. Simeone, aperta nel 1939 a seguito di
alcune demolizioni. Si osserva la residenza di
un’altra nobile famiglia: il rinascimentale
Palazzo Del Drago. Notevoli le finestre del
secondo piano, in cui si intravedono i draghi
araldici della famiglia, ed il cornicione.
Proseguendo, si passa in un piccolo slargo, con
un’altra costruzione gentilizia, eretta dai Sala nel
Cinquecento. Da qui fino a piazza San Salvatore
in Lauro si susseguono una serie di casette
popolari, di epoche e stili diversi. Sul lato
sinistro della strada, troviamo la stretta via di
San Simone, che termina con una breve scaletta.
Tornando su via dei Coronari si giunge più avanti
in piazza San Salvatore in Lauro, con pavimentazione
sconnessa in sampietrini, dominata dalla omonima
chiesa, opera dell’architetto Ottaviano Nonni,
detto il Mascherino. La facciata della chiesa è
molto più tarda, realizzata tra il 1857 ed il 1862
Ritorno al mito di Ulisse
Scorci di storia nei vicoli antichi
su progetto di Camillo Guglielminetti.
All’austera semplicità della facciata, rivestita di
travertino, si contrappone un interno ricco di
decorazioni ed opere d’arte: si ricorda l’altare
maggiore, disegnato da Antonio Asprucci, la
pala d’altare dipinta da Pietro da Cortona e la
“Natività di Gesù”nella terza cappella a destra.
Per accedere all’interno occorre superare una
gradinata sprovvista di corrimano.
Tornando su via dei Coronari e fatto qualche
passo, sulla sinistra si diparte la breve via dei
Gabrielli, in fondo alla quale c’è l’accesso al
cortile di uno degli edifici che formano il complesso
di Montegiordano, posto sull’omonima altura. Sul lato opposto, in corrispondenza dei civici
156­157, si trova un’altra dimora del
Quattrocento, la “Casa di Fiammetta”, residenza
della celebre cortigiana romana, amante del
duca Cesare Borgia. Da qui fino a piazza dei
Coronari si incontrano altri edifici di interesse
artistico, a cominciare da una graziosa casa
settecentesca, ai civici n°104 e 105/a, una casa con
portale cinquecentesco, civici n° 105/a­108, due
tipiche abitazioni del Quattrocento a tre piani,
con porte e finestre in marmo, civici n° 150­153
ed infine, la dimora di Prospero Mochi, considerata
una delle più belle dell’intera strada. Fatti pochi metri, si arriva al vicolo Domizio,
dove si trovava la “Posterula Domizia”, una porticina
dove transitavano le merci. All’angolo si trova
un’altra edicola, realizzata, nella parte architettonica,
da Antonio da Sangallo il Giovane, e, nell’affresco
centrale, da Perin del Vaga, allievo di Raffaello
Sanzio. Pochi metri dopo, ai civici n° 122­123, si
incontra un’altra casa rinascimentale, secondo
la tradizione, abitazione di Raffaello; di fronte si
trova la facciata di Palazzo Vecchierelli, progettato
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Chiesa S. Salvatore in Lauro
da Bartolomeo Ammanniti. Si giunge quindi a
piazza dei Coronari, ricavata dalle demolizioni
del periodo fascista. Vicolo Vecchiarelli
ora via M. Morlacchi Proseguendo lungo vicolo del Curato, si giunge
in via del Banco di Santo Spirito, dove si trovano
altri due gioielli del rinascimento romano:
Palazzo Alberini, del Cinquecento, dal caratteristico
bugnato rustico, attribuito a Giulio Romano, e
Palazzo Gaddi, costruito intorno al 1520 da
Jacopo Sansovino. Entrando nel lungo androne
si accede al cortile, uno spazio quadrato dalle
pareti grigio­azzurre, adorno di nicchie con statue,
stucchi ed un fregio a festoni e mascheroni.
L’entrata, al civico n° 42 di via del Banco di
S. Spirito, è accessibile senza ostacoli.
Per il ritorno si prosegue fino a Largo Tassoni. Da
qui a circa 100 metri ci sono le fermate dei mezzi
pubblici su Corso Vittorio Emanuele che collegano
tutte le zone centrali di Roma.
Ritorno al mito di Ulisse
Scorci di storia nei vicoli antichi