LAB 2.2 NUOVE FORME DI HOUSING SOCIALE
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LAB 2.2 NUOVE FORME DI HOUSING SOCIALE
LAB 2.2 NUOVE FORME DI HOUSING SOCIALE Facilitatori: Francesca Paini, Francesco Gabbi SLOGAN UN HARDWARE E UN SOFTWARE PER L’HOUSING SOCIALE OGGETTO Creare un dispositivo composto da una parte hardware e da una parte software, replicabile sul territorio, per favorire lo sviluppo di una cultura abitativa orientata alla condivisione, che produca fiducia ed emersione del patrimonio immobiliare non visibile. Nello specifico, l’hardware si sostanzia nella definizione di un soggetto terzo che riesca a generare fiducia e si occupi della mediazione dei processi di allocazione di immobili privati in favore di soggetti potenzialmente vulnerabili. Un soggetto di questo tipo riuscirebbe al tempo stesso ad essere sentinella di un disagio abitativo che spesso coincide con una situazione di fragilità. Dall’altra il software dovrebbe prendersi cura di tutti gli aspetti immateriali utili per diffondere la cultura della condivisione, per creare le condizioni adatte alla sperimentazione di nuove forme dell’abitare e per accompagnare l’evoluzione delle singole situazioni prese in carico. Questo dispositivo composto da hardware e software avrebbe complessivamente il compito di animare il territorio, favorendo il recupero e la riappropriazione dello stesso nella dimensione del quartiere, nella formazione delle famiglie, nel generare fiducia. NOTE DI PROCESSO/ATTORI Il gruppo è formato soprattutto da attori riconducibili ad ambiti istituzionali (Comuni di Parma e Fidenza, ACER. Ausl…) ed al Terzo settore (CSV, cooperazione sociale, parrocchia,…). La particolarità di questo gruppo è quello di avere già l’oggetto piuttosto delineato (con tanto di due esperienze proposte come riferimento: Abito.me e Fondazione Scalabini) rispetto ad altre situazioni, dunque fin da subito si è riusciti a lavorare nel concreto, cercando di approfondire il tema in un’ottica orientata alla progettazione dei servizi. Le varie idee progettuali che erano uscite nei primi incontri sono state ricondotte ai due aspetti di hardware e software dello stesso progetto, creando un tutt’uno coerente che si può supportare vicendevolmente. Il gruppo ha iniziato a lavorare anche in autonomia, dandosi appuntamenti di lavoro intermedi per affinare il prodotto progettuale. ALCUNE IDEE DI AZIONI Hardware Si ipotizza la costituzione di un soggetto terzo (in forma ancora da definire – fiduciario, caposcala, amministratore condominiale “sociale”, facilitatori territoriali…) che possa accompagnare i processi di housing e che permetta di creare fiducia, intercettare i bisogni e coordinare le informazioni, riuscendo a mediare le locazioni all’interno di una determinata area oggetto della sperimentazione (quartiere, rione…). Obiettivo implicito è quello di aumentare la dotazione di immobili presenti sul mercato degli affitti, per raggiungere il quale il soggetto terzo costituirebbe lo strumento per accompagnare la domanda e l’offerta di casa. Partendo dall’esigenza di conoscere l’area di azione, si potrebbe partire da una ricognizione sul territorio prescelto per mettere in luce risorse e bisogni. Caratteristiche che dovrebbe avere il soggetto terzo e sue funzioni: - multidisciplinarietà e diverse professionalità; - rappresentare al suo interno interlocutori privilegiati; - integrare gli attori principali; - intercettare bisogni e risorse, fare sintesi e creare link per farli evolvere verso progetti. Quali le risorse non utilizzate che sono disponibili? Come è possibile instaurare un meccanismo di fiducia? Iniziare da un quartiere sperimentale? Nel corso dell’ultimo incontro il sottogruppo che si occupa di sviluppare questa parte ha evidenziato la possibilità di intrecciarsi con l’esperienza “Agenzia per la locazione” di Acer, una sperimentazione che andrà a scadenza alla fine del 2016 che non è riuscita e aveva obiettivi simili, ma che ora potrebbe venire riproposta con altri attori Poter continuare l’esperienza dell’’Agenzia per la locazione” all’interno di una filiera composta da attori più variegati e con competenze diverse potrebbe dare un valore aggiunto all’intera operazione, che al momento non sta portando numeri così importanti. Sono inoltre state proposte ipotesi di lavoro per ‘immettere nuovi immobili” nel mercato sociale, ed in particolare si è prestata attenzione a due categorie di alloggi: - le portinerie dismesse di alloggi residenziali che oggi sono un costo per i condomini e che potrebbero diventare alloggi di housing temporaneo integrati in contesti abitativi non connotati da problematiche particolari; - gli alloggi provati che non possono essere messi in locazione perché necessitano di manutenzioni straordinarie non particolarmente onerose (es: messa a norma dell’impianto elettrico, sistemazioni di infissi e prese d’aria,….) e che possono diventare oggetto di progettualità mirate. Ad esempio si può pensare (fatte salve le opportune verifiche con il gruppo che si occupa delle questioni legali) che una parte delle manutenzioni siano fatte dagli stessi inquilini (riducendo quindi i costi) e poi certificate da artigiani. Software Costruire percorsi di formazione/ricerca/azione tramite i quali sviluppare una cultura condivisa del welfare generativo e cercare le risposte alle questioni teoriche poste dall’hardware. In particolare, l’aspetto software del progetto mira ad affiancare all’agenzia un lavoro di diffusione e promozione capillare e coerente, che possa promuovere cambiamenti negli stili di vita dei cittadini. Attraverso laboratori, workshop, percorsi di accompagnamento ed eventi divulgativi si vorrebbe promuovere uno stile di vita più collaborativo ed al tempo stesso veicolare le attività che si stanno sviluppando con la parte hardware. POSIZIONE RISPETTO AI TRE CRITERI DI VALUTAZIONE NON SOLO WELFARE (COINVOLGIMENTO DI NUOVI ATTORI) Oltre a membri del pubblico e del terzo settore, nel tavolo sono presenti architetti e abitanti di cohousing. Nella seconda fase di progettazione si procederà a coinvolgere altre figure (amministratori di condominio, artigiani, …) AUTOSOSTENIBILITÁ (GENERAZIONE DI NUOVE RISORSE) Le risorse principali che si intendono attivare sono gli alloggi privati attualmente lasciati vuoti e sfitti dai proprietari. Si tratta di una risorsa ampiamente presente sul territorio ma sotto-utilizzata. NUOVI TARGET (INTERCETTAZIONE DELLE NUOVE VULNERABILITÁ DIFFUSE) Il target nuovo è quello costituito da quella fascia di popolazione intermedia tra chi è destinatario di alloggi di edilizia residenziale pubblica (quindi portatore di uno stato di povertà importante) e chi ha reddito sufficiente per reperire una casa sul libero mercato degli affitti. Il target nuovo cui ci si rivolge ha un livello minimo di reddito, necessario per sostenere le spese vive dell’alloggio, ma non riesce a reggere i costi del mercato privato. POSIZIONE DEL LABORATORIO RISPETTO ALEL FASI DELLA PROGETTAZIONE: Il gruppo si trova nella macrofase che sta tra i punti 4 – 5 – 6. 1. analisi del contesto 2. individuazione del problema 3. idea trasformativa del problema 4. rete dei soggetti della trasformazione 5. individuazione degli obiettivi 6. azioni realizzative 7. sistema di governance 8. piano economico (business plan generativo) Il mandato per l’estate è quello di lavorare in due sottogruppi, uno dedicato all’hardware e uno al software. Ogni gruppo, partendo dalle idee che sono state condivise durante i quattro incontri, ha il compito di esplicitare in forma scritta le prime sei fasi di progettazione (analisi del contesto, individuazione del problema, idea trasformativa del problema, rete dei soggetti della trasformazione, individuazione degli obiettivi, azioni realizzative). I due gruppi devono evidenziare sia i punti già acquisiti durante gli incontri svolti, che le questioni aperte, sulle quali si tornerà a lavorare a settembre per completare la progettazione definendo anche le ultime due fasi della progettazione (sistema di governance e piano economico).