Testati contro la paura

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Testati contro la paura
Nuovi dati sull’Hiv/Aids in Italia: aumentano i casi di ritardo
della diagnosi. Con pesanti conseguenze sui benefici delle
terapie. Ma cos’è che tiene gli italiani lontani da questo esame
semplice e affidabile?
Le tecniche, le procedure, le garanzie per eseguirlo con tranquillità
Testati
contro la paura
5|2008
Periodico bimestrale
dell’Associazione nazionale
per la lotta contro l’Aids - Onlus
IN QUESTO NUMERO
L’INTERVENTO
di Fulvio Vassallo Paleologo Università di Palermo
TEST HIV
Il protocollo di diagnosi,
i dati e la riservatezza
pagine 2 e 3
SCIENZA
L’analisi filogenetica nella
medicina forense dell’Hiv
pagine 4 e 5
VITA ANLAIDS
XXII Congresso nazionale
Palermo, 6-7 novembre 2008
pagina 6
Assistenza
sanitaria a rischio
per gli immigrati
irregolari
1. In Italia si riconosce da anni anche
agli immigrati irregolari il pieno accesso alle cure essenziali. Per “cure essenziali” la legge vigente, alla luce della Circolare del Ministero della Sanità n.
5 del 24 marzo 2000, prevede: “le prestazioni sanitarie, diagnostiche e terapeutiche, relative a patologie non pericolose nell’immediato e nel breve
termine, ma che nel tempo potrebbero determinare maggiore danno alla sa-
lute o rischi per la vita (complicanze,
cronicizzazioni o aggravamenti)”. Si
osserva altresì come la spesa per gli
stranieri temporaneamente presenti
(Stp) non rappresenti che una minima
percentuale della spesa sanitaria complessiva.
Negli ultimi mesi si riscontrano forti limitazioni all’accesso all’assistenza sanitaria quando manchi un permesso di
soggiorno, con provvedimenti emessi
dalla Questura di Palermo e da altre
Questure italiane con i quali si dispone
la espulsione di cittadini extracomunitari affetti da gravissime malattie infettive, in qualche caso già in precedenza titolari di un permesso di soggiorno per motivi di salute, sulla base
di una interpretazione distorcente di
BIMESTRALE ANNO XVIII N. 5 - 2008 - POSTE ITALIANE SPA - SPED. IN ABB. POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L.27/02/2004 N.46) ART. 1, COMMA 2, DCB ROMA
una recente sentenza della Cassazione
e di una circolare ministeriale che affermerebbero la possibilità di rilascio di
un permesso di soggiorno per motivi di
salute o umanitari solo nel caso di ingresso per motivi di cure mediche e di
donne in stato di gravidanza fino a sei
mesi dal parto. Tali provvedimenti amministrativi, anche quando ne sia sospesa l’efficacia, stanno producendo
conseguenze molto gravi in termini
di tutela della salute individuale e collettiva, in particolare per quegli immigrati irregolari da anni in Italia che
necessitano di cure essenziali (anche a
carattere continuativo), per patologie
a carattere infettivo, come epatite, diabete, Aids, che non potrebbero essere
adeguatamente curate nei paesi di
l’intervento
test hiv
dalla prima
Sono sempre di più le persone che scoprono di essere sieropositive solo quando si
Sono
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“È ilsviluppano
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dell’Aids.
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comunicato,
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combattere
la paura, il mezzo
migliore
è l’informazio
della
diagnosi
che
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avere
origine
dalla
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del
test.
non si era mai verificato”. Un evento eccezionale quindi, conferma Giampiero
E per combattere
paura,
il mezzo
migliore
è l’informazione
Carosi,
presidenteladella
Società
italiana
di malattie
infettive nonché membro della
provenienza ove si desse esecuzione ai provvedimenti di espulsione. Ove gli uffici delle Questure
non vogliano più rilasciare – come
in passato – un permesso di soggiorno per cure mediche, al di fuori dell’ipotesi delle donne in gravidanza e con figli fino al sesto
mese dalla nascita, dovrebbero comunque rilasciare agli immigrati irregolarmente presenti nel territorio nazionale ma per i quali sia
certificato da un medico la necessità di “cure essenziali” un permesso di soggiorno per motivi
umanitari.
Il permesso per motivi umanitari è
rilasciato, ai sensi dell'art. 5, co. 6
D. Lgs. 286/1998, quando il soggiorno dello straniero debba essere autorizzato per “seri motivi, in
particolare di carattere umanitario
o risultanti da obblighi costituzionali o internazionali dello Stato
italiano”, ovvero ai sensi dell'art. 19,
co. 1 D. Lgs. 286/1998, quando lo
straniero non possa essere allontanato per uno dei motivi specificamente indicati dalla norma, tra i
quali il rischio di persecuzione nel
paese di provenienza. È inutile sottolineare, nel caso che qui ci interessa, la presenza di evidenti obblighi costituzionali dello Stato
italiano (articoli. 2, 3 e 32 della
Costituzione), tendenti a garantire
il diritto alla salute della persona
immigrata, seppure in una condizione di soggiorno irregolare, e
quelli di tutta la collettività.
2. La realizzazione effettiva del
diritto alla salute degli immigrati irregolari è sempre più a rischio anche nei centri di detenzione amministrativa, dove vengono rinchiusi per la identificazione, nelle more della eventuale presentazione di una domanda di asilo, o in vista dell’esecuzione del
provvedimento di allontanamento
forzato. Si devono purtroppo registrare diversi decessi che appaiono riconducibili a ritardi degli
interventi di carattere sanitario.
La carenza di assistenza medica e
legale nei centri di trattenimento
italiani, variamente denominati, è
stata altresì rilevata dalla Commissione Libertà civili e giustizia del
Parlamento Europeo ancora nell’ultima relazione del dicembre
2007. Appare assai preoccupante
l’assenza di un intervento organico nei confronti dei tossicodipendenti e l’uso diffuso di psicofarmaci
(dei quali però, secondo quanto affermato dai responsabili, si farebbe un uso minimo e sotto il controllo del medico). Nei diversi centri, sul piano formale, le dotazioni
di strutture e personale dovrebbero
garantire un buon livello di assistenza sanitaria sulle 24 ore. Eppure
malgrado interventi migliorativi
negli ultimi due anni, malgrado le
denunce dei migranti e delle associazioni, nei centri di detenzione
si continua a morire, come è successo a Caltanissetta alla fine di
giugno e ancora poche settimane
fa nel centro di identificazione ed
espulsione di via Brunelleschi a
Torino.
2 Anlaidsnotizie 5|2008
Maria Rosaria Capobianchi,
direttore del laboratorio di virologia
dell’Irccs Spallanzani di Roma
Il protocollo di diagnosi
Conoscere le procedure per
“sdrammatizzare” il momento dell’indagine
Chi ha paura del test Hiv?
❚❚ Fermi. Incapaci di ridurre il numero di nuove infezioni. E,
nonostante i continui avanzamenti della ricerca, incapaci di
ridurre il numero di nuovi casi di Aids. Il quadro che emerge
dai dati sulla diffusione dell’Hiv/Aids in Italia aggiornati al 31
dicembre 2007, resi noti dall’Istituto superiore di sanità agli
inizi di giugno, mostrano “una sostanziale stabilità nel numero
di nuovi casi di Aids rispetto all’anno precedente – afferma
Giovanni Rezza, epidemiologo dell’Iss – segno che si è arrestata la tendenza al declino dell’incidenza di malattia conclamata che aveva caratterizzato l’era della Haart (terapia antiretrovirale combinata). Ciò dipende dal mancato accesso precoce alla terapia (oltre il 60% dei nuovi casi non ha effettuato
terapia prima della diagnosi di Aids) e consegue a un ritardo
nella esecuzione del test (oltre una persona su due scopre di
essere sieropositiva al momento della diagnosi di Aids o poco
prima)”.
In altre parole, sempre più spesso chi contrae il virus non è
consapevole di avere avuto comportamenti a rischio, non effettua il test e quindi scopre l’infezione solo quando si manifestano i segni clinici dell’Aids. Uno dei mezzi per contrastare
questa tendenza è quello di “sdrammatizzare” il ricorso al test
per l’Hiv. Come ha detto recentemente Andrea Antinori, direttore Dipartimento clinico e di ricerca clinica dell’Istituto nazionale malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, “non
possiamo attuare il test come screening forzato di massa, ma
sicuramente occorre offrirlo al più ampio numero di persone
possibile”. Almeno a tutte quelle che, pur sapendo di aver
avuto comportamenti a rischio, hanno paura di indagare sull’eventuale infezione. E contro la paura, l’arma migliore è l’informazione. Conoscere le procedure per effettuare il test può
diventare così un modo per avvicinare il maggior numero di
persone a questo esame. Un gesto che può salvare delle vite.
Dottoressa Capobianchi, qual è il protocollo di diagnosi dell’infezione da Hiv?
L’algoritmo è sempre lo stesso. Si effettua un test di primo livello
(detto test di screening) e se il risultato è positivo, si effettua un
secondo test di screening, e poi si procede con la conferma con
un test di secondo livello. La normativa non specifica il test di
screening da utilizzare, lasciando la scelta al laboratorio, ma il test
di conferma è obbligatorio per poter comunicare i risultati positivi. In genere il test di primo livello comporta una reazione di tipo
Elisa per la ricerca degli anticorpi; attualmente sono disponibili
test di terza generazione, che rilevano solo gli anticorpi, e test di
quarta generazione, in cui viene rilevato anche l’antigene p24. I
test di quarta generazione consentono di individuare anche quella
piccola fetta di casi in cui non si sono ancora creati gli anticorpi
ma in cui è già presente l’antigene p24. Il secondo livello, invece,
è generalmente basato su una tecnica di tipo “Blot” (Western Blot
o Immuno Blot, sono due versioni diverse che funzionano secondo lo stesso principio) in cui gli antigeni si presentano adesi
su un supporto solido e su questo viene fatto reagire il siero del
paziente. In questo modo la reazione si evidenzia come positività a singoli antigeni virali: quindi se nel primo test si ha una reazione all’insieme degli antigeni virali, nel secondo test si evidenziano gli anticorpi verso i singoli antigeni virali.
Possiamo quantificare il “periodo finestra”?
Il cosiddetto “periodo finestra” è il lasso di tempo che intercorre
Giovanni Rezza
e Maria Rosaria
Capobianchi
Giovanni Rezza, epidemiologo del dipartimento malattie infettive dell’Iss
Il monitoraggio che manca
Dottor Rezza, sono disponibili dati sul ricorso al test per l'Hiv in Italia?
In effetti nel nostro paese tali dati non esistono. L’unico dato proviene da canali non ufficiali ed è quello relativo ai kit sierologici utilizzati che ci dice che vengono impiegati circa 9 milioni di test all’anno. Questo non significa che vengano testate 9 milioni di persone, dal
momento che potrebbero esserci anche test ripetuti sulla stessa
persona. Si tratta comunque di una bella cifra, anche se comprensiva
della quota relativa ai donatori. Per fare un’analisi più verosimile, numero di kit sierologici utilizzati.
Perché è così difficile avere un dato di questo tipo in Italia?
servirebbero dati più accurati.
Da noi abbiamo sempre un grande problema con la legge sulla
Sono disponibili dati più accurati in altri paesi europei?
privacy che rende molto complicato riuscire ad avere un sistema
In Europa occidentale sono pochi i paesi che dispongono di dati
di monitoraggio che rispetti l’anonimato dei pazienti. Ad esempio,
relativi al ricorso al test per l’Hiv. Secondo il rapporto di EuroHiv
ci sono voluti anni per mettere a punto un meccanismo, condiviso
aggiornato al 2006, tra questi ci sono Austria, Belgio e i Paesi scandinavi. In Francia si stimano 5 milioni di test circa. Qualche cifra più
da tutte le istituzioni, per attivare un sistema di sorveglianza delle
affidabile viene dall’Europa orientale ma secondo il rapporto, solo
nuove diagnosi di infezione da Hiv. Un sistema che, pur essendo
la Serbia ha un dato relativo al numero di persone testate e non al
stato approvato, non è peraltro ancora operativo.
test hiv
Anlaidsnotizie 5|2008 3
ere
one
tra il momento in cui il paziente si espone al virus e la
comparsa nel suo sangue del primo marcatore di inLa consegna
fezione. È un periodo variabile, che dipende dal test
utilizzato. Mediamente, si stima che tra l’esposizione e
dei risultati
il primo rilievo degli anticorpi trascorrano circa 20 giorni.
❚❚ “In Italia il risultato
Tale periodo è accorciato di 4-5 giorni se il test rileva
positivo deve essere
anche l’antigene p24. Tuttavia la curva dell’andamento
obbligatoriamente
temporale della positività ai test sierologici presenta
consegnato in una seduta
una forma a campana, in cui la maggior parte dei casi
di counselling – ricorda la
positivizza nel giro di 20 giorni, ma vi è una quota di
dottoressa Capobianchi –
soggetti che positivizzano in tempi maggiori, anche
Ma dovrebbe essere
tre mesi o, in rarissimi casi, sei mesi. Per questo, per
offerto anche il
escludere l’infezione dopo una esposizione a rischio,
counselling pre-test, al
si consiglia di effettuare il test a 3 e 6 mesi.
momento della richiesta. È
Esiste un modo per diagnosticare l’infezione prima?
una attività
Il primo parametro di infezione che si positivizza è
particolarmente
l’Hiv-Rna. Lo studio dell’andamento temporale di quesignificativa nel caso,
sto valore fa riferimento a pochi casi, dal momento che
sempre più frequente, in
è possibile studiarlo solo quando si conosca con cercui il test Hiv venga
tezza il momento dell’esposizione al virus. La distribuproposto attivamente, ad
zione presenta un piccolissimo picco, spesso non rileesempio a chi debba
vabile, nei primissimi giorni dal contagio, poi si ha un
sottoporsi a intervento
periodo di negativizzazione, e infine una ripresa, il tutto
chirurgico o in caso di
nell’arco di circa una diecina di giorni. Il test dell’Hivgravidanza. In queste
Rna non è indicato a scopo diagnostico ma per il mosituazioni occorre
nitoraggio dell’infezione, perché presenta un piccolo
accortezza: alcune
rischio di risultati aspecifici (falsamente positivi). Per
persone, infatti, quando si
questo, ha senso come strumento diagnostico solo se
sentono offrire il test
si sospetta un’infezione primaria, per affiancare gli alvanno nel panico perché
tri test che possono dare risultati negativi perché efcredono che il medico
fettuati prima che i rispettivi marcatori (anticorpi e p24)
voglia dire loro che sono
diventino positivi. Un altro problema è che richiede un
sieropositivi”.
prelievo aggiuntivo perché l’Hiv-Rna si effettua sul plasma, mentre i test sierologici si
effettuano sul siero.
Quanto sono diffusi i test di quarta generazione in Italia?
Ci sono alcuni paesi, come la Svizzera, in cui questa tecnica rappresenta una scelta di sistema, ed è adottata quindi da tutti i laboratori. Da noi la scelta del test è demandata al laboratorio, anche se adesso il test di quarta generazione comincia ad essere presente in molti laboratori. Tuttavia ci sono alcuni problemi, perché
i risultati sono di gestione più complessa ed è presente una quota
lievemente più elevata di risultati aspecifici, cioè di falsi positivi,
rispetto al test di terza generazione. Per questo, è necessario che
il laboratorio abbia a disposizione altri test aggiuntivi. Noi lo utilizziamo molto anche perché permette di avere una risposta in
mezza giornata (vantaggio condiviso con i test di terza generazione), e può essere affiancato dal test di ricerca della p24 in caso
di risultato negativo al test di conferma, ma ci sono realtà in cui si
procede ai test solo dopo che si è accumulato un numero congruo di campioni da esaminare e in questi casi possono passare
anche 15 giorni, vanificando il vantaggio di avere un accorciamento del periodo finestra.
Tratto da B. Weber.
Screening of HIV
infection: role of
molecular and
immunological assays.
Expert Rev Mol Diagn 6:
399-411, 2006
Alberto Raimondo, specialista in Medicina legale
e delle assicurazioni
Segreto ma non anonimo
È corretto dire che il test Hiv è “anonimo” o è più giusto parlare di "riservatezza" nel trattamento dei dati personali?
Il test per l’Hiv non può essere anonimo, ma deve essere segreto.
Con la dizione anonimo si intende un test eseguito su di un soggetto di cui non si conoscono le generalità. Questa prassi non è
consentita. Il termine segreto indica invece un test relativo ad un
soggetto di cui si conoscono le generalità e per il quale si adotta
ogni misura opportuna perché le stesse vengano trattate nella maggior riservatezza, sia nei confronti del personale sanitario, sia nelle
modalità di attuazione dell’accertamento.
Cosa può dirci invece della gratuità? è
vero che è prevista per legge?
La gratuità del test è prevista solo nelle
strutture pubbliche preposte dalle Asl ad
eseguire l’indagine Hiv. Generalmente si
tratta di reparti di malattie infettive o di
microbiologia. Nelle altre strutture pubbliche o convenzionate, è previsto il pagamento del ticket, qualora il paziente
non goda di esenzione per patologia.
Nelle strutture private, l’indagine viene
pagata interamente.
alle malattie infettive trasmissive) posÈ possibile eseguire il test senza l’imsono essere ricondotte alla decisione aupegnativa del medico curante?
tonoma del minore. Al tempo stesso però,
Il test può essere eseguito senza ricorso
nel momento in cui si forniscono le inad impegnativa del medico di medicina formazioni prima del test, al minore deve
generale (curante), solo nelle strutture
essere chiaramente spiegato che nelpubbliche preposte dalle Asl ad eseguire
l’eventualità di un risultato positivo, i gel’indagine Hiv. Nelle altre strutture pubnitori dovranno essere coinvolti. Se infatti
bliche o convenzionate vi è la necessità
si può ritenere che un minore sia “capace”
di ricorso ad impegnativa.
di esprimere un consenso valido ad un
Anche chi non è maggiorenne può eftest per Hiv, risulta difficile che lo stesso
fettuare il test o deve avere l’autorizpossa essere “capace” di esprimere in mazazione dei genitori?
niera valida, e più volte, consensi (o disLa risposta a questo quesito è quella forsensi) validi riguardanti la gestione di una
nita da tempo dal Servizio di Medicina lemalattia così complessa.
gale dell’A.O. di Padova. Non si può escluA chi dovrebbe rivolgersi un cittadino
dere che altre Organizzazioni adottino
nel caso che uno dei suoi diritti nelcomportamenti diversi, a fronte di interl’esecuzione del test non venisse ripretazioni normative differenti. L’esecuspettato?
zione del test per Hiv può essere richieÈ sempre preferibile ricorrere al dialogo
sto anche dal minore senza il consenso e al confronto piuttosto che allo scontro
dei genitori. Tale convinzione si fonda o al conflitto. Ritengo che gli Uffici di Resulla circostanza che nel nostro ordinalazione con il Pubblico (Urp) delle Asl e le
mento esistono delle norme che conAssociazioni di volontariato possano svolsentono al minore di gestire la propria
gere un ruolo determinante nell’aiutare
sessualità senza il consenso dei genitori
il paziente che si trovi in difficoltà a ge(si veda la somministrazione degli antistire la malattia. Spesso, un colloquio
concezionali così come prevista dalla
franco, ma pacato, consente di rimuovere
legge sulla tutela sociale della maternità
equivoci o convinzioni errate, favorendo
– 194/78). Conseguentemente anche le
quell’opera di educazione che porta a riproblematiche legate a questa sfera della sultati sicuramente più rapidi e spesso
vita della persona (tra cui quelle associate
soddisfacenti.
Anlaids scienza
4 Anlaidsnotizie 5|2008
L’analisi filogenetica è alla base della cosiddetta “medicina forense” dell’HIV
e viene impiegata nei casi giudiziari in cui l’imputato è accusato di aver trasmesso
consapevolmente il virus a una “vittima”
L’impiego dell’analisi filogenetica in medicina legale
È possibile accertare la trasmissione dell’HIV
da un individuo all’altro?
Grazie all’impiego della profilassi post esposizione, diminuiscono i casi di trasmissione
dell’HIV dopo esposizione accidentale al virus, soprattutto per motivi professionali. Sono invece in aumento le cause legali in cui si chiede il parere di un esperto per accertare l’avvenuta
trasmissione dell’HIV da un individuo all’altro e le eventuali responsabilità penali del potenziale “trasmettitore”. In questo articolo cercheremo di chiarire quali sono sia gli strumenti a
disposizione dell’esperto sia i limiti e l’attendibilità di queste indagini.
Cosa significa
analisi filogenetica?
fosse avvenuta la trasmissione o, addirittura, se entrambe le persone fossero state
infettate da una terza fonte”. In un altro
caso, nel 1997, un medico della Louisiana
fu accusato di aver cercato di uccidere la
sua amante iniettandole il sangue di un
suo paziente, infetto con HIV e HCV. Il processo andò avanti per 5 anni attraverso alterne vicende; la condanna per tentato
omicidio fu confermata e lo studio filogenetico che era stato fondamentale per il
verdetto finale fu pubblicato dal suo autore su una rivista prestigiosa, PNAS: era
stato creato un precedente per l’impiego
dell’analisi filogenetica come strumento
per valutare la trasmissione criminale dell’HIV. Da allora la filogenesi è stata chiamata in causa in numerosi processi in
tutto il mondo, come prova di ammissibilità della trasmissione deliberata e criminale del virus.
La filogenesi è quel ramo della biologia
che studia i rapporti evoluzionistici tra le
diverse forme di vita sul nostro pianeta.
Nel campo dell’HIV, l’analisi filogenetica
esamina piccole differenze nel genoma virale utilizzando metodi computerizzati per
calcolare le distanze genetiche tra ceppi diversi di virus. Diversamente dal DNA umano,
che rimane stabile durante l’arco di vita di
un individuo, l’RNA dell’HIV va incontro a
continue variazioni, dando luogo a quella
che si chiama diversità genetica. Lo studio
della diversità consente di capire la provenienza di un ceppo virale e di tracciarne gli
eventuali spostamenti da un’area geografica all’altra. Il risultato dell’analisi filogenetica è il cosiddetto “albero filogenetico”, che
è una rappresentazione grafica della relazione esistente tra ceppi di HIV diversi. Il
concetto di un albero, con radici e rami, nasce dalla vecchia idea della vita come progressione dalle forme più basse (vecchie) a
quelle più alte (più recenti): il cosiddetto “family tree”. Per l’HIV gli
alberi filogenetici rappresentano efficacemente il concetto di una
diversificazione di virus a partire da un antenato comune.
L’albero in figura, ad esempio, pubblicato da S. Wain-Hobson nel
1998, mostra i rapporti evoluzionistici tra vari tipi di HIV-1, HIV-2 e
SIV isolati da scimmie africane. Mentre l’HIV-2 deriva da virus dei “Sooty Mangabees” della
Guinea Bissau, Gabon e Camerun, l’HIV-1 deriva dal SIV degli scimpanzè del Camerun.
L’analisi filogenetica in medicina forense. Un po’ di storia
L’analisi filogenetica rappresenta la base della cosiddetta “medicina forense” dell’HIV.
Uno dei primi casi giudiziari in cui essa ha trovato impiego risale al 1990 e fu riportato dalla stampa di tutto il mondo: era il caso di un dentista della Florida, HIV positivo, accusato di aver trasmesso l’infezione ad alcuni suoi pazienti. Durante i due
anni del processo, che si concluse senza accertamento di colpevolezza per vizi metodologici, morirono sia il dentista che alcuni pazienti. L’anno seguente, una nuova
causa, sempre riguardante un dentista HIV positivo, si concluse con la sua assoluzione in quanto sulla base dell’analisi filogenetica si concluse che egli non aveva infettato i 28 pazienti che lo avevano accusato. Nel 1992, in Svezia, un uomo sieropositivo fu dichiarato colpevole di aver deliberatamente infettato una ragazza stuprandola. La sentenza era stata emessa senza evidenze filogenetiche; per la sentenza di appello furono coinvolti come esperti i virologi del Karolinska Institute di
Stoccolma ai quali fu chiesto di accertare il grado di “parentela” tra il ceppo virale
dell’uomo e quello della sua vittima. La condanna fu confermata, ma gli esperti vollero sottolineare che “nonostante la sicura correlazione epidemiologica tra i due
ceppi di HIV, non era possibile accertare in maniera inequivocabile in quale direzione
L’uso dell’analisi filogenetica
per scopi medico-legali
Abitualmente le analisi filogenetiche vengono condotte nei laboratori di ricerca.
Il materiale di partenza è la sequenza di
basi di una parte (il più possibile estesa
e stabile) del genoma dell’HIV (o, nei casi
migliori, dell’intero genoma) che ha infettato un certo individuo: questo materiale è ottenibile abbastanza agevolmente estraendo l’RNA virale da un campione di sangue. Quando queste indagini vengono condotte nell’ambito di un
accertamento di trasmissione dell’HIV, è
indispensabile che siano ridotte al minimo le possibilità di errore. Le ipotesi da
valutare sono in genere le seguenti (vedi
figura):
• A (l’accusato) ha infettato B (la vittima)
• B ha infettato A
• A e B sono stati infettati da un terzo
individuo (C)
African green monkey
Sykes monkey
Sooty mangabey
Mandrill
HIV-2
HIV-1O
Chimpanzee
HIV-1M
ZR59
Anlaids scienza
Anlaidsnotizie 5|2008 5
di Lucia Palmisano Istituto Superiore di Sanità
A
Una delle più grandi coorti italiane di pazienti sieropositivi
A
B
Fondazione ICONA:
l’importanza degli studi osservazionali
B
B
A
B
A
B
C
C
Dal 25 al 26 giugno si è svolto a Bologna il primo workshop della Fondazione ICONA, a dieci anni
dalla sua nascita. Riportiamo uno stralcio degli interventi di Mauro Moroni, presidente di ICONA,
e di Antonella d'Arminio Monforte, segretario scientifico e membro del comitato scientifico
A
C
A
C
D
B
• A ha infettato B attraverso C
• A e B sono stati infettati da individui
diversi che si erano infettati tra loro
• B ha infettato A attraverso C.
Oltre a una serie di accorgimenti tecnici
che vanno osservati scrupolosamente,
un punto critico per ottenere dei risultati interpretabili è quello di avere un
numero sufficiente (circa 30) di controlli,
cioè di sequenze ottenute da soggetti
provenienti dalla stessa area geografica,
con la stessa categoria di rischio e appartenenti ad ambienti socioculturali il
più possibile vicini a quelli dei soggetti
coinvolti nel caso. L’uso di controlli inadeguati potrebbe portare a sovrastimare
la relazione esistente tra i due virus
(quello dell’accusato e quello della vittima).
Cosa ci può dire l’analisi
filogenetica sulla
trasmissione interindividuale
dell’HIV
• L’analisi filogenetica può solo determinare quanto due virus provenienti
da individui diversi sono tra loro correlati
• Può essere utilizzata per escludere la
possibilità di trasmissione
• Non può, da sola, dimostrare inequivocabilmente che c’è stata una trasmissione diretta di HIV tra due individui. Infatti due individui, anche se i
loro virus sono molto simili, potrebbero essere stati infettati da una stessa
terza persona appartenente a un comune ambiente socio-geografico. Pertanto i risultati dell’analisi filogenetica
vanno sempre interpretati alla luce
delle altre evidenze epidemiologiche
e anamnestiche e possono solo essere
utilizzati a supporto di queste
• L’analisi filogenetica che suggerisce
una correlazione tra due virus non fornisce informazioni sulla direzione
della trasmissione. Anche in questo
caso sono necessarie altre evidenze
epidemiologiche e anamnestiche per
accertare la fonte primaria dell’infezione.
li studi osservazionali sono per definizione imprecisi ma irrinunciabili perché sono
i soli in grado di fornire fotografie aggiornate su numerosissimi parametri. L’imprecisione peraltro si riduce con l’incremento della numerosità. I dati che scaturiscono da studi osservazionali sono tanto
Al 30 marzo 2008 sono arruolati nello studio ICONA 6.542 pazienti,
più attendibili quanto maggiore è il numero di casi arruolati e seguiti nel tempo. in diverse regioni italiane; il 29% donne, il 57% infettati per via sessuale (etero o omo-), il 6% di provenienza non europea, il 40% inI.Co.N.A. è sorta nel 1997 per coprire questa esigenza. Nei primi dieci anni di attività fetto da HCV e il 7% da HBV. Dalla moltitudine di dati clinici che la
coorte può fornire appaiono interessanti alcune osservazioni:
ha arruolato oltre 6.000 pazienti sieropositivi naïve provenienti da 71 Centri clinici. • in questi 10 anni di osservazione si sono verificati 439 decessi:
il 20% circa è da attribuirsi a malattia epatica, il 3% circa a eventi
Ha pure alimentato una banca biologica
cardiovascolari e il 44% circa a malattie HIV correlate. Nonooggi ricca di 25.122 campioni di plasma e
stante quindi la disponibilità di terapie altamente efficaci, la
8.740 campioni di cellule. Il patrimonio di
morte per patologie opportunistiche è ancora la prima causa
dati ha prodotto una prestigiosa produdi morte nella popolazione HIV positiva italiana, anche se afzione scientifica consistente, alla fine del
ferente a centri qualificati e con disponibilità di cure
2006, in 105 pubblicazioni internazionali e
• un’altra osservazione degna di nota riguarda il dato che il 5%
nazionali, 123 presentazioni congressuali.
dei soggetti presentavano già una diagnosi di AIDS al moDal 2007 ICONA si è costituita in Fondamento dell’arruolamento nella coorte; si tratta con ogni prozione, retta da un Consiglio di amminibabilità dei cosiddetti AIDS presenter, soggetti che arrivano
strazione, dal Comitato scientifico, dalla
tardivamente alle cure quando già affetti da patologie opCommunity advisory board e dal Collegio
portunistiche, ignari del proprio stato di HIV positività
dei revisori dei conti.
• particolarmente interessanti sono i dati relativi ai diversi schemi
di terapia antiretrovirale introdotti come prima terapia. Tali
Figura 1 Schemi di terapia antiretrovirale introdotti come prima terapia
schemi sono molto diversificati a seconda dell’anno di inizio
della terapia e rispecchiano quindi fedelmente il progredire
NRTI-NNRTI
delle conoscenze sul trattamento antiretrovirale.
Zidovudina
G
Dieci anni di ICONA
Lamivudina
AZT + 3TC
Figura 2 Schemi di terapia antiretrovirale introdotti come prima terapia
Stavudina
Didanosina
Efavirenz
PI-ENTRY
Nevirapina
Indinavir
Zalcitabina
Tenofovir
Saquinavir
AZT/ 3TC/ abacavir
Lopinavir
TNF + FTC
Abacavir
Ritonavir
Delavirdina
Nelfinavir
<1999
2000-2003
2004-2007
3TC + abacavir
Emtricitabina
Didanosina EC
0
0.05
0.1
0.15
0.2
0.25
Atazanavir
Fosamprenavir
0.3
Saquinavir sgc
Amprenavir
<1999
2000-2003
2004-2007
Enfuvirtide
Tipranavir
Figura 3 Prima linea di terapia: motivi dell’interruzione (n = 3234)
0
0.02
0.04
0.06
0.08
0.1
0.12
0.14
0.16
Scarsa aderenza 19%
Altro 3%
Figura 4 Analisi di K aplan Meier relativa alla probabilità di proseguire la
prima linea di terapia calcolata in base alla ragione della sospensione
Fallimento 15%
1
Tossicità
Fallimento
Semplificazione
Scarsa aderenza
Semplificazione 17%
0.95
0.9
0.85
0.8
0.75
Tossicità 46%
0.7
0
20
40
60
80
100
Tempo (Mesi)
Tutte le curve hanno differenze statisticamente significative (p < 2.4*10-4) ad eccezione
della semplificazione verso la scarsa aderenza (p = 0.44)
120
vita Anlaids
6 Anlaidsnotizie 5|2008
Un progetto coordinato dall’Istituto superiore di sanità
XXII Congresso nazionale Anlaids
Palermo, 6-7 novembre 2008
Nessuno è lontano
❚❚ È un grande piacere poter ospitare a Palermo il
XXII Congresso nazionale dell’Anlaids che rappresenta un importante ed insostituibile evento italiano sull’infezione da Hiv, l’Aids e le sindromi correlate.
Aver scelto questa città, importante crocevia di una
moltitudine di popoli e culture, ci ha spinto ad orientare la scelta del tema di fondo sulle popolazioni migranti e sugli stranieri che vivono nel nostro Paese e
che rappresentano un forte e significativo stimolo
per nuovi orizzonti e
dal colore della pelle,
per nuovi modelli di indalla cultura, dalle idee
tegrazione socio-cule dalle condizioni ecoturale. Queste persone
nomiche e sociali.
sono portatrici di stoUnire, mettere inrie spesso drammatisieme, aggregare.
che e disumane, figlie
Uscire dal campo dedella povertà, delle
gli “addetti ai lavori”,
guerre, della tortura.
portar fuori idee, espeStorie che dovrebbero
rienze e modelli orgaindurre ad una rivisitanizzativi può essere, fizione dei modelli sonalmente, un nuovo
cio-economici che,
modo per riportare
quotidianamente, metalla ribalta la probletono in evidenza
matica dell’infezione
enormi ed insopportada Hiv e dell’Aids e le
bili disuguaglianze tra
questioni relative alla
i popoli. In questo difprevenzione che, piacficile panorama del
cia o no, si fonda su tre
mondo che “globapunti: Condom, Astilizza” e mette insieme
nenza e Fedeltà. Negli
solo interessi politici ed
ultimi anni, queste imeconomici si è inneportanti argomentastata e diffusa l’infezioni sono diventate
zione da Hiv che dapsempre più scomode;
prima sembrava “aptroppo spesso colpepartenere” a popoli
volmente e pericololontani, a persone che,
samente taciute.
in ogni caso, non poPer finire, desideriamo
tevano rientrare nella
ringraziare la nostra nuova Presidente, la
categoria dei “normali”.
signora Fiore Crespi, che ha saputo riporOggi la situazione sembra molto più chiara
tare una forte ventata di energia ed innoe definita: “Nessuno è lontano”.
vazione, necessaria per Anlaids e per creare
Sono queste alcune riflessioni che ci hanno
nuove e vitali sinergie con altre associaspinto a pensare ed organizzare questo
zioni e società scientifiche cui va il nostro
Congresso che si prefigge di mettere insieme le più importanti realtà che ogni riconoscimento per aver contribuito alla
realizzazione di questo Congresso.
giorno si trovano ad affrontare i bisogni
delle persone con Hiv, indipendentemente Tullio Prestileo, Carmelo Stornello
Nel capoluogo
siciliano,
un Congresso
incentrato
su migranti
e stranieri in Italia
Una rete nazionale
delle Aids help line
❚❚ I servizi di informazione telefonica sull’infezione da Hiv e sull’Aids attivi
da anni in varie parti d’Italia, sono generalmente gestiti in autonomia da diverse istituzioni pubbliche e da organizzazioni non governative. Per confrontare i contenuti scientifici e le modalità comunicativo-relazionali con le
quali vengono erogate le informazioni, l’Unità operativa “Telefono Verde
Aids” dell’Istituto superiore di sanità, diretta da Anna Maria Luzi, ha avviato
un Progetto, promosso e finanziato dal ministero della Salute, che vede
coinvolte 26 Aids help line presenti in una decina di regioni italiane. Il Progetto “Creazione e coordinamento di una rete tra servizi telefonici italiani
governativi e non, impegnati nella prevenzione dell’infezione da Hiv e dell’Aids”, ha l’obiettivo prioritario di costituire un network tra le Aids help line
italiane. Lo studio, dopo la prima fase di mappatura e di censimento dei
servizi telefonici e la costituzione del gruppo di lavoro, prevede alcuni meeting per la condivisione di contenuti scientifici e di metodologie di intervento di lavoro. Due di questi meeting si sono già svolti e sono stati finalizzati ad individuare le tematiche sulle quali più frequentemente le persone-utenti interrogano gli esperti delle Aids help line, nonché a definire
le risposte più corrette dal punto di vista scientifico. L’impegno del gruppo
proseguirà nella prossima riunione del 26 settembre e si concluderà con
un meeting previsto per la metà di novembre. Il risultato di questo lavoro
si concretizzerà con la stesura di un documento condiviso che sarà reso
pubblico dopo la definitiva approvazione da parte del Ministero della Salute, documento che raccoglierà
le domande più frequenti e le relative risposte scientifiche su temi
quali il test, le modalità di traLa rete dei servizi
smissione dell’Hiv, gli aspetti letelefonici coinvolti
gali e psico-sociali, la prevenAla
Milano
zione, la disinformazione e le queAlfaomega
Mantova
stioni relative al virus e alla ricerca
Anlaids Lombardia
Milano
scientifica, nonché alcune indiAnlaids Lazio
Roma
cazioni sulle modalità relazionali
Anlaids Nazionale
Roma
da adottare nell’intervento di
Arcigay
Catania
counselling telefonico.
Asa
Milano
È previsto, inoltre, che il gruppo
Asl Città di Milano
Milano
di lavoro elabori un modello conAsl di Napoli
Napoli
diviso di scheda per la raccolta
Asl di Salerno
Salerno
dati e un software di data-entry,
Asl Rmc
Roma
che potrà permettere la raccolta
Asl di Varese
Varese
e l’analisi dei dati relativi ai queAss. On The Road
Teramo
siti posti dagli utenti agli esperti
Ass. Spazio Bianco
Perugia
dei servizi telefonici per monitoCama Lila
Bari
rare, nel tempo, eventuali camCaritas
Milano
biamenti dei bisogni informativi
Dianova
Roma
sia della popolazione generale,
Gruppo C
Montichiari (Bs)
sia di target specifici.
Gruppo C
Verona
Il Progetto si concluderà il 31 genLila
Bologna
naio 2009. Gli addetti ai lavori, che
Lila
Milano
fossero interessati ad ottenere
Lila
Trento
maggiori delucidazioni in merito
Lila Lazio
Roma
possono contattare l’Unità opeMario Mieli
Roma
rativa “Telefono Verde AIDS”, delUsl di Bologna
Bologna
l’Istituito superiore di sanità.
vita Anlaids
Anlaidsnotizie 5|2008 7
Il Casinò di Venezia
Al centro il direttore dell’Ospedale Cannizzaro di Catania, Giuseppe
Giunta, e la presidente di Anlaids Catania Maria Grazia De Guilmi
Alfio Lamanna
gamento con l’Unità operativa di Malattie
infettive dell’ospedale Cannizzaro diretta
da Pietro Di Gregorio, oltre alle attività nel
territorio quali il Progetto scuola e quello
finalizzato al sostegno e all’accoglienza di
persone sieropositive e dei familiari. In un
prossimo futuro, ha concluso la presidentessa, entrerà in funzione anche un servizio di counselling telefonico per la prevenzione della malattia.
NAZIONALE
Premio scientifico
“Giovan Battista Rossi” 2008
❚❚ La giunta esecutiva di Anlaids nazionale ha indetto il concorso per l’assegnazione del Premio
Scientifico annuale intitolato alla memoria di Giovan Battista Rossi, dell’importo di 8.000 euro da
assegnare al ricercatore italiano di età inferiore ai
40 anni distintosi nel campo della ricerca sull’Aids
per il miglior lavoro pubblicato nel periodo dal 1°
luglio 2007 al 30 giugno 2008. La Commissione
esaminatrice sceglierà il vincitore tra i ricercatori
che presenteranno domanda e che abbiano i requisiti previsti dal bando, disponibile sul sito
www.anlaids.it. Le domande di ammissione al concorso dovranno
essere spedite via posta mediante raccomandata all’Anlaids entro il 22/09/2008 o consegnate a mano alla segreteria in Via Barberini, 3 a Roma entro le ore 12 del 22/09/2008. Il nominativo del
vincitore sarà reso noto entro il 15/10/2008 e la consegna del premio avverrà in occasione della cerimonia inaugurale del Congresso Anlaids che si aprirà a Palermo il 6 novembre 2008.
UMBRIA
Allargare l’orizzonte
del Progetto scuola
❚❚ In Umbria, la sezione Anlaids, insieme
alle associazioni Arcat, Nps, Spaziobianco,
Uisp e la cooperativa Borgorete costituitesi in un coordinamento, ha messo a
punto un progetto, recentemente approvato e finanziato dalla Regione dell’Umbria sulla base della legge 266/91, dal titolo “Prevenzione e Salute: peer… non
farsi male”, che prevede una campagna di
informazione rivolta ai giovani sui fenomeni delle dipendenze da sostanze legali
ed illegali, delle malattie sessualmente trasmissibili, dell’inquinamento farmacologico e del doping nello sport. Un’equipe
di specialisti, con il supporto dei referenti
delle associazioni e dei giovani, ha messo
a punto una serie di strumenti – questionari, test, lavori di gruppo, realizzazione
di prodotti audio/video – attraverso i quali
mettere in atto e verificare un percorso di
crescita ed acquisizione di consapevolezza
NAZIONALE
L’impegno di Farmindutria
per la ricerca
❚❚ Fiore Crespi, presidente nazionale di Anlaids, intervenuta all’assemblea annuale di Farmindustria svoltasi a Roma il 3 luglio
scorso, ha espresso a nome dell’associazione “un vivo apprezzamento per l’impegno che il mondo dell’industria farmaceutica italiana pone nel settore della ricerca, ambito in cui è indispensabile investire grandi energie per affrontare sfide difficili
tra cui quella di trovare una terapia sempre più efficace e meno
gravata da effetti collaterali per l’infezione da Hiv”. Nella sua Relazione all’assemblea, il presidente di Farmindustria, Sergio
Dompè, ha sottolineato che “il settore farmaceutico ha in Italia
una propensione nel settore Ricerca e Sviluppo dieci volte superiore alla media delle imprese: conta 6.250 ricercatori la metà
dei quali donne e sostiene oltre il 90% della ricerca farmaceutica
e il 70% degli studi clinici”. Nel 2007 Farmindustria ha investito
1.170 milioni ponendosi al secondo posto per valore dopo l’aeronautica e i mezzi di trasporto.
SICILIA
Sede Anlaids nell’ospedale
Cannizzaro
❚❚ L’Anlaids ha la sua sede provinciale catanese in un locale all’interno dell’ospedale Cannizzaro. Grazie all’impegno assunto da
Giuseppe Giunta, direttore generale dell’azienda ospedaliera, i locali sono stati consegnati alla presidente della sezione Anlaids,
Maria Grazia De Guilmi, in una cerimonia svoltasi alla fine di giugno. Dopo il saluto del vicepresidente regionale Anlaids, Michelangelo Arezzo, la presidente provinciale De Guilmi ha ringraziato
il direttore generale Giunta e ha illustrato le attività svolte dai volontari dell’associazione, che offre informazioni mirate ed accoglienza a tutti coloro che ne hanno bisogno e mantiene un colle-
e autonomia basato sulla peer education.
Il progetto è stato sperimentato nell’anno
scolastico 2006/2007, attuando un corso
di formazione per peer-educator in sette
Istituti superiori prevalentemente della
provincia di Perugia, e sarà allargato a
tutto il territorio regionale.
VENETO
Ridare la speranza
ad un paese africano
❚❚ Il Casinò di Venezia finanzierà il Progetto “Hope” (Speranza) il cui scopo è
combattere la piaga dell’Aids in Camerun, il paese dell’Africa centro-occidentale che conta circa 15.000.000 di abitanti
e in cui si rilevano percentuali di sieropositività molto alte tra la popolazione.
L’obiettivo del Progetto “Hope” è quello
di combattere la diffusione dell’Hiv/Aids
con la prevenzione, soprattutto tra i giovani, attraverso la sensibilizzazione e la
promozione del “testing” di screening
creando un gruppo di persone che effettuino counselling. Per il raggiungimento di questi obiettivi si effettueranno
dei corsi di aggiornamento da parte di
uno specialista in malattie infettive e si
formeranno operatori con mansioni specifiche nell’assistenza e presa in carico
dei malati dal punto di vista nutrizionale.
Anlaids Veneto, con la collaborazione del
Casinò di Venezia, agirà sul fronte della
prevenzione e dell’aiuto economico tramite il microprestito.
LIGURIA
Alfio Lamanna, un ricordo tra amicizia
e riconoscenza
❚❚ Alfio Lamanna conservava gelosamente un sogno nel cassetto, da tifoso rossoblù fedelissimo e romantico: mettersi alla testa di un gruppo di appassionati, tutti come lui “uomini della gradinata Nord” del
Ferraris, per rilevare le quote azionarie del “suo” Genoa e trasformare la società in una sorta di public company, lui che di queste cose s’intendeva, eccome, per via della professione di commercialista esercitata ai
massimi livelli. Il progetto è rimasto un sogno: Alfio Lamanna è morto improvvisamente il 17 giugno 2008
a 69 anni, tradito dal cuore che aveva sempre battuto incessantemente per tante cause giuste e non solo
strettamente sportive. Il mondo dell’economia e delle imprese, ove fu amministratore delegato di molte
importanti strutture nazionali ed internazionali, ma anche la società degli uomini di tutti i giorni e quindi
anche quella di coloro che avevano incontrato il virus Hiv piangono Alfio Lamanna presidente di Anlaids
Liguria negli ultimi dieci anni. Nel suo studio di piazza Dante sono transitate molte delle più importanti
transazioni finanziarie degli ultimi decenni, ma Alfio Lamanna aveva anche trovato il tempo e la passione
per la cosa pubblica: esponente del Partito repubblicano di Ugo La Malfa, era stato consigliere comunale
e assessore allo Sport e al Turismo ed anche sindaco reggente.
In una Basilica di Carignano stipata quasi come la sua gradinata Nord nelle gare di cartello, c’era tanta Genova stretta intorno alla moglie Marina e ai figli Bobo, Giorgio, Michele e Paola; c’erano anche i “suoi” amici
di Anlaids, tristi e commossi per la perdita del loro Alfio.
attualità sociale
8 Anlaidsnotizie 5|2008
L’Hiv/Aids nei migranti
Daniela Lorenzetti Università la Sapienza di Roma, Università di Cassino
Le raccomandazioni della società civile
Salute senza esclusioni
l Civil Forum of Hiv/Aids, istituito dalla Commissione Europea per consentire una ampia partecipazione delle Ong alla definizione delle politiche europee, ha prodotto un documento che contiene le raccomandazioni della società civile riguardo la prevenzione e la cura dell’Hiv e Aids
nei migranti e nelle minoranze etniche presenti in Europa, consultabile in
inglese, francese, tedesco, russo, portoghese e italiano nel sito
www.eatg.org/page/article.php?ld=880.
Nel gennaio 2008 il documento è stato adottato ufficialmente dal Forum
europeo della società civile ed inviato ai 53 ministri della Salute dei paesi
membri, in maggio è stato presentato alla Conferenza di Mosca e nel prossimo agosto verrà riproposto con forza alla Conferenza mondiale di Città
del Messico. Il documento apre con una analisi puntuale dei fenomeni migratori a livello mondiale, individuandone le cause, le interconnessioni ed
i contributivi di reciprocità tra paesi a sviluppo avanzato e paesi in via di
sviluppo; l’analisi prosegue esaminando gli aspetti di fragilità riguardo l’articolazione del processo migratorio e i fattori di esclusione, quali lo status
legale, la elevata mobilità, lo sfruttamento, la disinformazione, l’accesso limitato ai servizi sanitari e sociali. Tutti elementi questi che possono ridurre
o negare la fruizione di diritti, in particolare il diritto alla salute, riconosciuto
come diritto fondamentale a prescindere dallo stato di salute e dalla cittadinanza di appartenenza e garantito nei Paesi europei. Su questa garanzia
ed impegno da parte dell’Unione il documento si sofferma e pone all’attenzione degli organismi politici e sanitari
la necessità immediata di concretizzare attraverso azioni chiare i principi enunciati.
Obiettivo cardine del documento è la saldatura tra il rispetto dei diritti umani e il diritto alla salute; attorno a questo obiettivo,
forte e ineludibile, si articolano le raccomandazioni che la società civile rivolge ai
governanti, ai mass media, agli operatori
sanitari e sociali, al mondo accademico e
alle stesse comunità di stranieri. Le raccomandazioni comprendono un ampio scenario che va dalle legislazioni nazionali e
dalla necessità che queste attuino strategie di inclusione e di ampio accesso ai servizi eliminando restrizioni normative e di-
I
Foto
di Olga
Pohankova
scriminatorie, agli interventi sanitari e sociali che debbono adottare un approccio olistico, attento agli aspetti culturali e di genere, utilizzando metodologie informali attuando interventi a bassa soglia; proseguono rivolgendo
ai mass media la richiesta di utilizzare linguaggi non stigmatizzanti e fornire
le notizie in maniera accurata ed esaustiva nella consapevolezza della responsabilità che rivestono nell’influenzare
l’opinione pubblica. Valga come esempio,
avvenuto anche di recente nel nostro
lente, orientata a toni allarmistici e alpaese, l’espulsione di persone con gravi
l’emergenza, un quadro di dignitosa norpatologie, incurabili nei paesi di provemalità, dove una non facile integrazione è
nienza, tra cui l’Aids, e denunciate da Anparte di una condizione che riflette quella
laids, come da altre associazioni di volondi molta popolazione locale, in particolare
tariato e da operatori sanitari. In questo
dei gruppi più svantaggiati, quali i lavora2008 che vede le raccomandazioni ritori precari o le famiglie monoreddito. I moguardo i migranti e l’Hiv/Aids circolare ed delli di comportamento, di consumo, le deessere accolte a livello internazionale, una
cisioni, i desideri sono quelli di parte degli
riflessione va al nostro paese ed al conteautoctoni: l’acquisto della casa seguito dalsto attuale nel quale molte realtà della sol’acquisto dell’automobile e del computer,
cietà civile, del mondo accademico e relila continuità e sicurezza del lavoro, una
gioso esprimono viva preoccupazione per
buona scolarizzazione dei figli. Il campione
i provvedimenti che si vanno affermando
rappresentativo, di oltre 1000 intervistati,
riguardo i migranti, per l’acquiescenza
traccia il profilo di un universo, spesso somdella stampa e per la “banalità” delle momerso e scarsamente indagato, di cittadini
tivazioni.
con maggiori difficoltà rispetto agli “altri”,
È di questi giorni la presentazione di una
con un reddito inferiore, con uno stile di
ricerca svolta dalla Commissione di indavita molto parco, con ristrettezze e vincoli
gine sull’Esclusione sociale e dalla Caritas
amministrativi, ma con gli stessi ruoli e funitaliana e Diocesana di Roma sulle condizioni, aspirazioni e contributi alla vita quozioni di vita e di lavoro degli immigrati neltidiana. È interessante sottolineare come
l’area romana. Pur tratla ricerca evidenzi alcuni aspetti-chiave: ritandosi di una realtà
guardo il lavoro dignità e partecipazione,
parziale rispetto all’Euriguardo la posizione giuridica regolari e irropa è pur vero che
regolari sono gli stessi, la variazione è nel
Roma è una città-simprima e nel dopo o nei passaggi burocrabolo del multiculturatici, riguardo la casa, difficoltà e solidarietà,
lismo da tempi antichi
infatti molti ospitano temporaneamente
quando insegnava il
conterranei o comunque stranieri in diffidiritto e vi passeggiacoltà abitativa, riguardo il mondo degli afvano elefanti e perfetti, nostalgia ed impegno nell’inviare risone provenienti da
messe ai propri cari.
tutto il mondo. Dalla riPur con i limiti di una indagine che riguarda
cerca emerge un quasolo una grande città, i risultati dovrebbero
dro decisamente diessere conosciuti e far riflettere sulle poliverso dalla rappresentiche di integrazione sia i governanti che
tazione oggi prevanoi comuni cittadini.
Sezioni regionali
Anlaids sede nazionale via Barberini 3 – 00187 Roma Tel.064820999 fax 064821077 www.anlaids.it [email protected]
Abruzzo tel. 0871562224/0871358684 fax: 0871577139
email: [email protected]
Presidente: Eligio Pizzigallo Vicepresidente: Claudio Palma
Emilia Romagna tel. 0516390727 fax: 0514213098
email: [email protected]
Presidente: Francesco Chiodo Vicepresidente: Giovanni Caliceti
Organo Provinciale Modena tel. 0592055415 fax:
0592055426 Riferimento scientifico: Andrea Cossarizza
Friuli Venezia Giulia tel. 0434659284 fax: 0434659531
email: [email protected]
Presidente: Umberto Tirelli Vicepresidente: Marina Maroncelli
Lazio tel. 064746031 fax: 0647848012
email: [email protected]
Presidente: Massimo Ghenzer
Vicepresidente: Pasquale Narciso
Lombardia tel. 0233608680 fax: 0233608685
email: [email protected]
Presidente: Mauro Moroni Vicepresidente: Luigi Martignoni
Organo Provinciale Bergamo tel. 0354219411 fax:
0354219412 Coordinatore: Giovanna Gavazzeni
Organo Provinciale Mantova “Lucia Serragli” tel. e fax:
0376363696 email: anlaidsmantova@email:.it
Coordinatore: Mauro Longhi
Organo Provinciale Pavia tel. 0382502691
fax: 0382529730 Coordinatore: Gaetano Filice
Marche tel. e fax: 0715963488 email: [email protected]
Presidente: Luca Butini Vicepresidente: Saverio Sabatini
Organo Provinciale Macerata tel. 0733257262/433/429
fax: 07332572247
Referente: Paola Castelli
Piemonte tel. e fax: 0114365541 lun. merc. ven. ore 1519. email: [email protected]
Presidente: Maria Elena Andreotti
Vicepresidente: Antonio Destefanis
Sardegna tel. 070659702 fax: 0706402543
email: [email protected]
Presidente: Giuliano Santus Vicepresidente: Giuseppe Angioni
Sicilia tel. 3333207437 email: [email protected]
Presidente: Tullio Prestileo Vicepresidente: Michelangelo Arezzo
Organo Provinciale Palermo “Felicia Impastato” tel.
3333207437 email: [email protected]
Coordinatore: Tullio Prestileo
Organo Provinciale Catania tel. e fax: 095433638
email: [email protected]
Coordinatore: Maria Grazia De Guilmi
Organo Provinciale Siracusa tel e fax: 0931724277
Coordinatore: Antonina Franco
Toscana tel. 050644145 fax: 050644055
Presidente: Gina Gotti Porcinari
Vicepresidente: Mauro Bendinelli
Umbria tel. e fax: 0755170348
email: [email protected]
Presidente: Oriano Zecchini
Vicepresidente: Luciana Mencuccini
Veneto tel e fax: 0415318750
email: [email protected] Orari: lun. mattina, mart. merc.
giov. ven. pomeriggio
Presidente: Enzo Raise Vicepresidente: Fiore Crespi
Basilicata, Calabria, Campania, Liguria, Molise, Puglia,
Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta presso Anlaids Nazionale tel. 064820999 fax: 064821077 email: [email protected]
DIRITTI PERCORRIBILI
Un amico al telefono o un telefono amico
Ancona dal lunedì al sabato ore 8-13 telefono amico
tel. 0715963716
Milano servizio di counselling tutti i giorni 9-18.30 (tranne
il week end) tel. 0233608683.
“Un amico al telefono” ore 9-19 tel. 3393145429
Roma per informazioni tel. 064746031
Mantova per informazioni tel. 3485748977
Pisa per informazioni 9–11 e 19–22 tel. 050644145
FORUM diretto dal dott. Manuel Monti che risponde quotidianamente a domande sulla trasmissione, la prevenzione e il test. www.anlaids.it
Anno 18 numero 5 - 2008
Periodico bimestrale edito dall’Anlaids Onlus
Associazione Nazionale per la Lotta contro l’Aids
via Barberini, 3 - 00187 Roma
Tel.064820999 fax 064821077
Come associarsi all’Anlaids
Socio ordinario € 30
Socio sostenitore € 250
Socio volontario* € 3
(* prevede l’impegno di fare volontariato
presso una delle nostre sedi)
c/c postale n.58032004 intestato a Anlaids Onlus
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cod.BIC BCITITMM 450
Direttore responsabile Giulio Maria Corbelli
Redazione Health Communication
Via Carpaccio 18,00147 Roma
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Inserto scientifico Lucia Palmisano
Attualità sociale Daniela Lorenzetti
Progetto grafico Giancarlo D’Orsi
Stampa Arti Grafiche srl, Pomezia,Roma
Aut.Trib.di Roma n.122/90 del 19 febbraio 1990
Poste Italiane spa Sped.in Abb.Postale
D.L.353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1
comma 2 – DCB – ROMA
Finito di stampare nel mese di luglio 2008
Periodico associato all’USPI