Testati contro la paura
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Testati contro la paura
Nuovi dati sull’Hiv/Aids in Italia: aumentano i casi di ritardo della diagnosi. Con pesanti conseguenze sui benefici delle terapie. Ma cos’è che tiene gli italiani lontani da questo esame semplice e affidabile? Le tecniche, le procedure, le garanzie per eseguirlo con tranquillità Testati contro la paura 5|2008 Periodico bimestrale dell’Associazione nazionale per la lotta contro l’Aids - Onlus IN QUESTO NUMERO L’INTERVENTO di Fulvio Vassallo Paleologo Università di Palermo TEST HIV Il protocollo di diagnosi, i dati e la riservatezza pagine 2 e 3 SCIENZA L’analisi filogenetica nella medicina forense dell’Hiv pagine 4 e 5 VITA ANLAIDS XXII Congresso nazionale Palermo, 6-7 novembre 2008 pagina 6 Assistenza sanitaria a rischio per gli immigrati irregolari 1. In Italia si riconosce da anni anche agli immigrati irregolari il pieno accesso alle cure essenziali. Per “cure essenziali” la legge vigente, alla luce della Circolare del Ministero della Sanità n. 5 del 24 marzo 2000, prevede: “le prestazioni sanitarie, diagnostiche e terapeutiche, relative a patologie non pericolose nell’immediato e nel breve termine, ma che nel tempo potrebbero determinare maggiore danno alla sa- lute o rischi per la vita (complicanze, cronicizzazioni o aggravamenti)”. Si osserva altresì come la spesa per gli stranieri temporaneamente presenti (Stp) non rappresenti che una minima percentuale della spesa sanitaria complessiva. Negli ultimi mesi si riscontrano forti limitazioni all’accesso all’assistenza sanitaria quando manchi un permesso di soggiorno, con provvedimenti emessi dalla Questura di Palermo e da altre Questure italiane con i quali si dispone la espulsione di cittadini extracomunitari affetti da gravissime malattie infettive, in qualche caso già in precedenza titolari di un permesso di soggiorno per motivi di salute, sulla base di una interpretazione distorcente di BIMESTRALE ANNO XVIII N. 5 - 2008 - POSTE ITALIANE SPA - SPED. IN ABB. POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L.27/02/2004 N.46) ART. 1, COMMA 2, DCB ROMA una recente sentenza della Cassazione e di una circolare ministeriale che affermerebbero la possibilità di rilascio di un permesso di soggiorno per motivi di salute o umanitari solo nel caso di ingresso per motivi di cure mediche e di donne in stato di gravidanza fino a sei mesi dal parto. Tali provvedimenti amministrativi, anche quando ne sia sospesa l’efficacia, stanno producendo conseguenze molto gravi in termini di tutela della salute individuale e collettiva, in particolare per quegli immigrati irregolari da anni in Italia che necessitano di cure essenziali (anche a carattere continuativo), per patologie a carattere infettivo, come epatite, diabete, Aids, che non potrebbero essere adeguatamente curate nei paesi di l’intervento test hiv dalla prima Sono sempre di più le persone che scoprono di essere sieropositive solo quando si Sono sempre dii ufficiale più le persone cheUn scoprono essere “È ilsviluppano primo caso al mondo, almeno dadiquando statadiagnosi istituita che può spesso av sintomi dell’Aids. pericoloso ritardoèsieropositive della solo quando si sviluppano i sintomi dell’Aids. Un pericoloso ritardo l’obbligatorietà test:del comunicato, e documentato in questo modo origine dalladel paura test. E per segnalato combattere la paura, il mezzo migliore è l’informazio della diagnosi che può spesso avere origine dalla paura del test. non si era mai verificato”. Un evento eccezionale quindi, conferma Giampiero E per combattere paura, il mezzo migliore è l’informazione Carosi, presidenteladella Società italiana di malattie infettive nonché membro della provenienza ove si desse esecuzione ai provvedimenti di espulsione. Ove gli uffici delle Questure non vogliano più rilasciare – come in passato – un permesso di soggiorno per cure mediche, al di fuori dell’ipotesi delle donne in gravidanza e con figli fino al sesto mese dalla nascita, dovrebbero comunque rilasciare agli immigrati irregolarmente presenti nel territorio nazionale ma per i quali sia certificato da un medico la necessità di “cure essenziali” un permesso di soggiorno per motivi umanitari. Il permesso per motivi umanitari è rilasciato, ai sensi dell'art. 5, co. 6 D. Lgs. 286/1998, quando il soggiorno dello straniero debba essere autorizzato per “seri motivi, in particolare di carattere umanitario o risultanti da obblighi costituzionali o internazionali dello Stato italiano”, ovvero ai sensi dell'art. 19, co. 1 D. Lgs. 286/1998, quando lo straniero non possa essere allontanato per uno dei motivi specificamente indicati dalla norma, tra i quali il rischio di persecuzione nel paese di provenienza. È inutile sottolineare, nel caso che qui ci interessa, la presenza di evidenti obblighi costituzionali dello Stato italiano (articoli. 2, 3 e 32 della Costituzione), tendenti a garantire il diritto alla salute della persona immigrata, seppure in una condizione di soggiorno irregolare, e quelli di tutta la collettività. 2. La realizzazione effettiva del diritto alla salute degli immigrati irregolari è sempre più a rischio anche nei centri di detenzione amministrativa, dove vengono rinchiusi per la identificazione, nelle more della eventuale presentazione di una domanda di asilo, o in vista dell’esecuzione del provvedimento di allontanamento forzato. Si devono purtroppo registrare diversi decessi che appaiono riconducibili a ritardi degli interventi di carattere sanitario. La carenza di assistenza medica e legale nei centri di trattenimento italiani, variamente denominati, è stata altresì rilevata dalla Commissione Libertà civili e giustizia del Parlamento Europeo ancora nell’ultima relazione del dicembre 2007. Appare assai preoccupante l’assenza di un intervento organico nei confronti dei tossicodipendenti e l’uso diffuso di psicofarmaci (dei quali però, secondo quanto affermato dai responsabili, si farebbe un uso minimo e sotto il controllo del medico). Nei diversi centri, sul piano formale, le dotazioni di strutture e personale dovrebbero garantire un buon livello di assistenza sanitaria sulle 24 ore. Eppure malgrado interventi migliorativi negli ultimi due anni, malgrado le denunce dei migranti e delle associazioni, nei centri di detenzione si continua a morire, come è successo a Caltanissetta alla fine di giugno e ancora poche settimane fa nel centro di identificazione ed espulsione di via Brunelleschi a Torino. 2 Anlaidsnotizie 5|2008 Maria Rosaria Capobianchi, direttore del laboratorio di virologia dell’Irccs Spallanzani di Roma Il protocollo di diagnosi Conoscere le procedure per “sdrammatizzare” il momento dell’indagine Chi ha paura del test Hiv? ❚❚ Fermi. Incapaci di ridurre il numero di nuove infezioni. E, nonostante i continui avanzamenti della ricerca, incapaci di ridurre il numero di nuovi casi di Aids. Il quadro che emerge dai dati sulla diffusione dell’Hiv/Aids in Italia aggiornati al 31 dicembre 2007, resi noti dall’Istituto superiore di sanità agli inizi di giugno, mostrano “una sostanziale stabilità nel numero di nuovi casi di Aids rispetto all’anno precedente – afferma Giovanni Rezza, epidemiologo dell’Iss – segno che si è arrestata la tendenza al declino dell’incidenza di malattia conclamata che aveva caratterizzato l’era della Haart (terapia antiretrovirale combinata). Ciò dipende dal mancato accesso precoce alla terapia (oltre il 60% dei nuovi casi non ha effettuato terapia prima della diagnosi di Aids) e consegue a un ritardo nella esecuzione del test (oltre una persona su due scopre di essere sieropositiva al momento della diagnosi di Aids o poco prima)”. In altre parole, sempre più spesso chi contrae il virus non è consapevole di avere avuto comportamenti a rischio, non effettua il test e quindi scopre l’infezione solo quando si manifestano i segni clinici dell’Aids. Uno dei mezzi per contrastare questa tendenza è quello di “sdrammatizzare” il ricorso al test per l’Hiv. Come ha detto recentemente Andrea Antinori, direttore Dipartimento clinico e di ricerca clinica dell’Istituto nazionale malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, “non possiamo attuare il test come screening forzato di massa, ma sicuramente occorre offrirlo al più ampio numero di persone possibile”. Almeno a tutte quelle che, pur sapendo di aver avuto comportamenti a rischio, hanno paura di indagare sull’eventuale infezione. E contro la paura, l’arma migliore è l’informazione. Conoscere le procedure per effettuare il test può diventare così un modo per avvicinare il maggior numero di persone a questo esame. Un gesto che può salvare delle vite. Dottoressa Capobianchi, qual è il protocollo di diagnosi dell’infezione da Hiv? L’algoritmo è sempre lo stesso. Si effettua un test di primo livello (detto test di screening) e se il risultato è positivo, si effettua un secondo test di screening, e poi si procede con la conferma con un test di secondo livello. La normativa non specifica il test di screening da utilizzare, lasciando la scelta al laboratorio, ma il test di conferma è obbligatorio per poter comunicare i risultati positivi. In genere il test di primo livello comporta una reazione di tipo Elisa per la ricerca degli anticorpi; attualmente sono disponibili test di terza generazione, che rilevano solo gli anticorpi, e test di quarta generazione, in cui viene rilevato anche l’antigene p24. I test di quarta generazione consentono di individuare anche quella piccola fetta di casi in cui non si sono ancora creati gli anticorpi ma in cui è già presente l’antigene p24. Il secondo livello, invece, è generalmente basato su una tecnica di tipo “Blot” (Western Blot o Immuno Blot, sono due versioni diverse che funzionano secondo lo stesso principio) in cui gli antigeni si presentano adesi su un supporto solido e su questo viene fatto reagire il siero del paziente. In questo modo la reazione si evidenzia come positività a singoli antigeni virali: quindi se nel primo test si ha una reazione all’insieme degli antigeni virali, nel secondo test si evidenziano gli anticorpi verso i singoli antigeni virali. Possiamo quantificare il “periodo finestra”? Il cosiddetto “periodo finestra” è il lasso di tempo che intercorre Giovanni Rezza e Maria Rosaria Capobianchi Giovanni Rezza, epidemiologo del dipartimento malattie infettive dell’Iss Il monitoraggio che manca Dottor Rezza, sono disponibili dati sul ricorso al test per l'Hiv in Italia? In effetti nel nostro paese tali dati non esistono. L’unico dato proviene da canali non ufficiali ed è quello relativo ai kit sierologici utilizzati che ci dice che vengono impiegati circa 9 milioni di test all’anno. Questo non significa che vengano testate 9 milioni di persone, dal momento che potrebbero esserci anche test ripetuti sulla stessa persona. Si tratta comunque di una bella cifra, anche se comprensiva della quota relativa ai donatori. Per fare un’analisi più verosimile, numero di kit sierologici utilizzati. Perché è così difficile avere un dato di questo tipo in Italia? servirebbero dati più accurati. Da noi abbiamo sempre un grande problema con la legge sulla Sono disponibili dati più accurati in altri paesi europei? privacy che rende molto complicato riuscire ad avere un sistema In Europa occidentale sono pochi i paesi che dispongono di dati di monitoraggio che rispetti l’anonimato dei pazienti. Ad esempio, relativi al ricorso al test per l’Hiv. Secondo il rapporto di EuroHiv ci sono voluti anni per mettere a punto un meccanismo, condiviso aggiornato al 2006, tra questi ci sono Austria, Belgio e i Paesi scandinavi. In Francia si stimano 5 milioni di test circa. Qualche cifra più da tutte le istituzioni, per attivare un sistema di sorveglianza delle affidabile viene dall’Europa orientale ma secondo il rapporto, solo nuove diagnosi di infezione da Hiv. Un sistema che, pur essendo la Serbia ha un dato relativo al numero di persone testate e non al stato approvato, non è peraltro ancora operativo. test hiv Anlaidsnotizie 5|2008 3 ere one tra il momento in cui il paziente si espone al virus e la comparsa nel suo sangue del primo marcatore di inLa consegna fezione. È un periodo variabile, che dipende dal test utilizzato. Mediamente, si stima che tra l’esposizione e dei risultati il primo rilievo degli anticorpi trascorrano circa 20 giorni. ❚❚ “In Italia il risultato Tale periodo è accorciato di 4-5 giorni se il test rileva positivo deve essere anche l’antigene p24. Tuttavia la curva dell’andamento obbligatoriamente temporale della positività ai test sierologici presenta consegnato in una seduta una forma a campana, in cui la maggior parte dei casi di counselling – ricorda la positivizza nel giro di 20 giorni, ma vi è una quota di dottoressa Capobianchi – soggetti che positivizzano in tempi maggiori, anche Ma dovrebbe essere tre mesi o, in rarissimi casi, sei mesi. Per questo, per offerto anche il escludere l’infezione dopo una esposizione a rischio, counselling pre-test, al si consiglia di effettuare il test a 3 e 6 mesi. momento della richiesta. È Esiste un modo per diagnosticare l’infezione prima? una attività Il primo parametro di infezione che si positivizza è particolarmente l’Hiv-Rna. Lo studio dell’andamento temporale di quesignificativa nel caso, sto valore fa riferimento a pochi casi, dal momento che sempre più frequente, in è possibile studiarlo solo quando si conosca con cercui il test Hiv venga tezza il momento dell’esposizione al virus. La distribuproposto attivamente, ad zione presenta un piccolissimo picco, spesso non rileesempio a chi debba vabile, nei primissimi giorni dal contagio, poi si ha un sottoporsi a intervento periodo di negativizzazione, e infine una ripresa, il tutto chirurgico o in caso di nell’arco di circa una diecina di giorni. Il test dell’Hivgravidanza. In queste Rna non è indicato a scopo diagnostico ma per il mosituazioni occorre nitoraggio dell’infezione, perché presenta un piccolo accortezza: alcune rischio di risultati aspecifici (falsamente positivi). Per persone, infatti, quando si questo, ha senso come strumento diagnostico solo se sentono offrire il test si sospetta un’infezione primaria, per affiancare gli alvanno nel panico perché tri test che possono dare risultati negativi perché efcredono che il medico fettuati prima che i rispettivi marcatori (anticorpi e p24) voglia dire loro che sono diventino positivi. Un altro problema è che richiede un sieropositivi”. prelievo aggiuntivo perché l’Hiv-Rna si effettua sul plasma, mentre i test sierologici si effettuano sul siero. Quanto sono diffusi i test di quarta generazione in Italia? Ci sono alcuni paesi, come la Svizzera, in cui questa tecnica rappresenta una scelta di sistema, ed è adottata quindi da tutti i laboratori. Da noi la scelta del test è demandata al laboratorio, anche se adesso il test di quarta generazione comincia ad essere presente in molti laboratori. Tuttavia ci sono alcuni problemi, perché i risultati sono di gestione più complessa ed è presente una quota lievemente più elevata di risultati aspecifici, cioè di falsi positivi, rispetto al test di terza generazione. Per questo, è necessario che il laboratorio abbia a disposizione altri test aggiuntivi. Noi lo utilizziamo molto anche perché permette di avere una risposta in mezza giornata (vantaggio condiviso con i test di terza generazione), e può essere affiancato dal test di ricerca della p24 in caso di risultato negativo al test di conferma, ma ci sono realtà in cui si procede ai test solo dopo che si è accumulato un numero congruo di campioni da esaminare e in questi casi possono passare anche 15 giorni, vanificando il vantaggio di avere un accorciamento del periodo finestra. Tratto da B. Weber. Screening of HIV infection: role of molecular and immunological assays. Expert Rev Mol Diagn 6: 399-411, 2006 Alberto Raimondo, specialista in Medicina legale e delle assicurazioni Segreto ma non anonimo È corretto dire che il test Hiv è “anonimo” o è più giusto parlare di "riservatezza" nel trattamento dei dati personali? Il test per l’Hiv non può essere anonimo, ma deve essere segreto. Con la dizione anonimo si intende un test eseguito su di un soggetto di cui non si conoscono le generalità. Questa prassi non è consentita. Il termine segreto indica invece un test relativo ad un soggetto di cui si conoscono le generalità e per il quale si adotta ogni misura opportuna perché le stesse vengano trattate nella maggior riservatezza, sia nei confronti del personale sanitario, sia nelle modalità di attuazione dell’accertamento. Cosa può dirci invece della gratuità? è vero che è prevista per legge? La gratuità del test è prevista solo nelle strutture pubbliche preposte dalle Asl ad eseguire l’indagine Hiv. Generalmente si tratta di reparti di malattie infettive o di microbiologia. Nelle altre strutture pubbliche o convenzionate, è previsto il pagamento del ticket, qualora il paziente non goda di esenzione per patologia. Nelle strutture private, l’indagine viene pagata interamente. alle malattie infettive trasmissive) posÈ possibile eseguire il test senza l’imsono essere ricondotte alla decisione aupegnativa del medico curante? tonoma del minore. Al tempo stesso però, Il test può essere eseguito senza ricorso nel momento in cui si forniscono le inad impegnativa del medico di medicina formazioni prima del test, al minore deve generale (curante), solo nelle strutture essere chiaramente spiegato che nelpubbliche preposte dalle Asl ad eseguire l’eventualità di un risultato positivo, i gel’indagine Hiv. Nelle altre strutture pubnitori dovranno essere coinvolti. Se infatti bliche o convenzionate vi è la necessità si può ritenere che un minore sia “capace” di ricorso ad impegnativa. di esprimere un consenso valido ad un Anche chi non è maggiorenne può eftest per Hiv, risulta difficile che lo stesso fettuare il test o deve avere l’autorizpossa essere “capace” di esprimere in mazazione dei genitori? niera valida, e più volte, consensi (o disLa risposta a questo quesito è quella forsensi) validi riguardanti la gestione di una nita da tempo dal Servizio di Medicina lemalattia così complessa. gale dell’A.O. di Padova. Non si può escluA chi dovrebbe rivolgersi un cittadino dere che altre Organizzazioni adottino nel caso che uno dei suoi diritti nelcomportamenti diversi, a fronte di interl’esecuzione del test non venisse ripretazioni normative differenti. L’esecuspettato? zione del test per Hiv può essere richieÈ sempre preferibile ricorrere al dialogo sto anche dal minore senza il consenso e al confronto piuttosto che allo scontro dei genitori. Tale convinzione si fonda o al conflitto. Ritengo che gli Uffici di Resulla circostanza che nel nostro ordinalazione con il Pubblico (Urp) delle Asl e le mento esistono delle norme che conAssociazioni di volontariato possano svolsentono al minore di gestire la propria gere un ruolo determinante nell’aiutare sessualità senza il consenso dei genitori il paziente che si trovi in difficoltà a ge(si veda la somministrazione degli antistire la malattia. Spesso, un colloquio concezionali così come prevista dalla franco, ma pacato, consente di rimuovere legge sulla tutela sociale della maternità equivoci o convinzioni errate, favorendo – 194/78). Conseguentemente anche le quell’opera di educazione che porta a riproblematiche legate a questa sfera della sultati sicuramente più rapidi e spesso vita della persona (tra cui quelle associate soddisfacenti. Anlaids scienza 4 Anlaidsnotizie 5|2008 L’analisi filogenetica è alla base della cosiddetta “medicina forense” dell’HIV e viene impiegata nei casi giudiziari in cui l’imputato è accusato di aver trasmesso consapevolmente il virus a una “vittima” L’impiego dell’analisi filogenetica in medicina legale È possibile accertare la trasmissione dell’HIV da un individuo all’altro? Grazie all’impiego della profilassi post esposizione, diminuiscono i casi di trasmissione dell’HIV dopo esposizione accidentale al virus, soprattutto per motivi professionali. Sono invece in aumento le cause legali in cui si chiede il parere di un esperto per accertare l’avvenuta trasmissione dell’HIV da un individuo all’altro e le eventuali responsabilità penali del potenziale “trasmettitore”. In questo articolo cercheremo di chiarire quali sono sia gli strumenti a disposizione dell’esperto sia i limiti e l’attendibilità di queste indagini. Cosa significa analisi filogenetica? fosse avvenuta la trasmissione o, addirittura, se entrambe le persone fossero state infettate da una terza fonte”. In un altro caso, nel 1997, un medico della Louisiana fu accusato di aver cercato di uccidere la sua amante iniettandole il sangue di un suo paziente, infetto con HIV e HCV. Il processo andò avanti per 5 anni attraverso alterne vicende; la condanna per tentato omicidio fu confermata e lo studio filogenetico che era stato fondamentale per il verdetto finale fu pubblicato dal suo autore su una rivista prestigiosa, PNAS: era stato creato un precedente per l’impiego dell’analisi filogenetica come strumento per valutare la trasmissione criminale dell’HIV. Da allora la filogenesi è stata chiamata in causa in numerosi processi in tutto il mondo, come prova di ammissibilità della trasmissione deliberata e criminale del virus. La filogenesi è quel ramo della biologia che studia i rapporti evoluzionistici tra le diverse forme di vita sul nostro pianeta. Nel campo dell’HIV, l’analisi filogenetica esamina piccole differenze nel genoma virale utilizzando metodi computerizzati per calcolare le distanze genetiche tra ceppi diversi di virus. Diversamente dal DNA umano, che rimane stabile durante l’arco di vita di un individuo, l’RNA dell’HIV va incontro a continue variazioni, dando luogo a quella che si chiama diversità genetica. Lo studio della diversità consente di capire la provenienza di un ceppo virale e di tracciarne gli eventuali spostamenti da un’area geografica all’altra. Il risultato dell’analisi filogenetica è il cosiddetto “albero filogenetico”, che è una rappresentazione grafica della relazione esistente tra ceppi di HIV diversi. Il concetto di un albero, con radici e rami, nasce dalla vecchia idea della vita come progressione dalle forme più basse (vecchie) a quelle più alte (più recenti): il cosiddetto “family tree”. Per l’HIV gli alberi filogenetici rappresentano efficacemente il concetto di una diversificazione di virus a partire da un antenato comune. L’albero in figura, ad esempio, pubblicato da S. Wain-Hobson nel 1998, mostra i rapporti evoluzionistici tra vari tipi di HIV-1, HIV-2 e SIV isolati da scimmie africane. Mentre l’HIV-2 deriva da virus dei “Sooty Mangabees” della Guinea Bissau, Gabon e Camerun, l’HIV-1 deriva dal SIV degli scimpanzè del Camerun. L’analisi filogenetica in medicina forense. Un po’ di storia L’analisi filogenetica rappresenta la base della cosiddetta “medicina forense” dell’HIV. Uno dei primi casi giudiziari in cui essa ha trovato impiego risale al 1990 e fu riportato dalla stampa di tutto il mondo: era il caso di un dentista della Florida, HIV positivo, accusato di aver trasmesso l’infezione ad alcuni suoi pazienti. Durante i due anni del processo, che si concluse senza accertamento di colpevolezza per vizi metodologici, morirono sia il dentista che alcuni pazienti. L’anno seguente, una nuova causa, sempre riguardante un dentista HIV positivo, si concluse con la sua assoluzione in quanto sulla base dell’analisi filogenetica si concluse che egli non aveva infettato i 28 pazienti che lo avevano accusato. Nel 1992, in Svezia, un uomo sieropositivo fu dichiarato colpevole di aver deliberatamente infettato una ragazza stuprandola. La sentenza era stata emessa senza evidenze filogenetiche; per la sentenza di appello furono coinvolti come esperti i virologi del Karolinska Institute di Stoccolma ai quali fu chiesto di accertare il grado di “parentela” tra il ceppo virale dell’uomo e quello della sua vittima. La condanna fu confermata, ma gli esperti vollero sottolineare che “nonostante la sicura correlazione epidemiologica tra i due ceppi di HIV, non era possibile accertare in maniera inequivocabile in quale direzione L’uso dell’analisi filogenetica per scopi medico-legali Abitualmente le analisi filogenetiche vengono condotte nei laboratori di ricerca. Il materiale di partenza è la sequenza di basi di una parte (il più possibile estesa e stabile) del genoma dell’HIV (o, nei casi migliori, dell’intero genoma) che ha infettato un certo individuo: questo materiale è ottenibile abbastanza agevolmente estraendo l’RNA virale da un campione di sangue. Quando queste indagini vengono condotte nell’ambito di un accertamento di trasmissione dell’HIV, è indispensabile che siano ridotte al minimo le possibilità di errore. Le ipotesi da valutare sono in genere le seguenti (vedi figura): • A (l’accusato) ha infettato B (la vittima) • B ha infettato A • A e B sono stati infettati da un terzo individuo (C) African green monkey Sykes monkey Sooty mangabey Mandrill HIV-2 HIV-1O Chimpanzee HIV-1M ZR59 Anlaids scienza Anlaidsnotizie 5|2008 5 di Lucia Palmisano Istituto Superiore di Sanità A Una delle più grandi coorti italiane di pazienti sieropositivi A B Fondazione ICONA: l’importanza degli studi osservazionali B B A B A B C C Dal 25 al 26 giugno si è svolto a Bologna il primo workshop della Fondazione ICONA, a dieci anni dalla sua nascita. Riportiamo uno stralcio degli interventi di Mauro Moroni, presidente di ICONA, e di Antonella d'Arminio Monforte, segretario scientifico e membro del comitato scientifico A C A C D B • A ha infettato B attraverso C • A e B sono stati infettati da individui diversi che si erano infettati tra loro • B ha infettato A attraverso C. Oltre a una serie di accorgimenti tecnici che vanno osservati scrupolosamente, un punto critico per ottenere dei risultati interpretabili è quello di avere un numero sufficiente (circa 30) di controlli, cioè di sequenze ottenute da soggetti provenienti dalla stessa area geografica, con la stessa categoria di rischio e appartenenti ad ambienti socioculturali il più possibile vicini a quelli dei soggetti coinvolti nel caso. L’uso di controlli inadeguati potrebbe portare a sovrastimare la relazione esistente tra i due virus (quello dell’accusato e quello della vittima). Cosa ci può dire l’analisi filogenetica sulla trasmissione interindividuale dell’HIV • L’analisi filogenetica può solo determinare quanto due virus provenienti da individui diversi sono tra loro correlati • Può essere utilizzata per escludere la possibilità di trasmissione • Non può, da sola, dimostrare inequivocabilmente che c’è stata una trasmissione diretta di HIV tra due individui. Infatti due individui, anche se i loro virus sono molto simili, potrebbero essere stati infettati da una stessa terza persona appartenente a un comune ambiente socio-geografico. Pertanto i risultati dell’analisi filogenetica vanno sempre interpretati alla luce delle altre evidenze epidemiologiche e anamnestiche e possono solo essere utilizzati a supporto di queste • L’analisi filogenetica che suggerisce una correlazione tra due virus non fornisce informazioni sulla direzione della trasmissione. Anche in questo caso sono necessarie altre evidenze epidemiologiche e anamnestiche per accertare la fonte primaria dell’infezione. li studi osservazionali sono per definizione imprecisi ma irrinunciabili perché sono i soli in grado di fornire fotografie aggiornate su numerosissimi parametri. L’imprecisione peraltro si riduce con l’incremento della numerosità. I dati che scaturiscono da studi osservazionali sono tanto Al 30 marzo 2008 sono arruolati nello studio ICONA 6.542 pazienti, più attendibili quanto maggiore è il numero di casi arruolati e seguiti nel tempo. in diverse regioni italiane; il 29% donne, il 57% infettati per via sessuale (etero o omo-), il 6% di provenienza non europea, il 40% inI.Co.N.A. è sorta nel 1997 per coprire questa esigenza. Nei primi dieci anni di attività fetto da HCV e il 7% da HBV. Dalla moltitudine di dati clinici che la coorte può fornire appaiono interessanti alcune osservazioni: ha arruolato oltre 6.000 pazienti sieropositivi naïve provenienti da 71 Centri clinici. • in questi 10 anni di osservazione si sono verificati 439 decessi: il 20% circa è da attribuirsi a malattia epatica, il 3% circa a eventi Ha pure alimentato una banca biologica cardiovascolari e il 44% circa a malattie HIV correlate. Nonooggi ricca di 25.122 campioni di plasma e stante quindi la disponibilità di terapie altamente efficaci, la 8.740 campioni di cellule. Il patrimonio di morte per patologie opportunistiche è ancora la prima causa dati ha prodotto una prestigiosa produdi morte nella popolazione HIV positiva italiana, anche se afzione scientifica consistente, alla fine del ferente a centri qualificati e con disponibilità di cure 2006, in 105 pubblicazioni internazionali e • un’altra osservazione degna di nota riguarda il dato che il 5% nazionali, 123 presentazioni congressuali. dei soggetti presentavano già una diagnosi di AIDS al moDal 2007 ICONA si è costituita in Fondamento dell’arruolamento nella coorte; si tratta con ogni prozione, retta da un Consiglio di amminibabilità dei cosiddetti AIDS presenter, soggetti che arrivano strazione, dal Comitato scientifico, dalla tardivamente alle cure quando già affetti da patologie opCommunity advisory board e dal Collegio portunistiche, ignari del proprio stato di HIV positività dei revisori dei conti. • particolarmente interessanti sono i dati relativi ai diversi schemi di terapia antiretrovirale introdotti come prima terapia. Tali Figura 1 Schemi di terapia antiretrovirale introdotti come prima terapia schemi sono molto diversificati a seconda dell’anno di inizio della terapia e rispecchiano quindi fedelmente il progredire NRTI-NNRTI delle conoscenze sul trattamento antiretrovirale. Zidovudina G Dieci anni di ICONA Lamivudina AZT + 3TC Figura 2 Schemi di terapia antiretrovirale introdotti come prima terapia Stavudina Didanosina Efavirenz PI-ENTRY Nevirapina Indinavir Zalcitabina Tenofovir Saquinavir AZT/ 3TC/ abacavir Lopinavir TNF + FTC Abacavir Ritonavir Delavirdina Nelfinavir <1999 2000-2003 2004-2007 3TC + abacavir Emtricitabina Didanosina EC 0 0.05 0.1 0.15 0.2 0.25 Atazanavir Fosamprenavir 0.3 Saquinavir sgc Amprenavir <1999 2000-2003 2004-2007 Enfuvirtide Tipranavir Figura 3 Prima linea di terapia: motivi dell’interruzione (n = 3234) 0 0.02 0.04 0.06 0.08 0.1 0.12 0.14 0.16 Scarsa aderenza 19% Altro 3% Figura 4 Analisi di K aplan Meier relativa alla probabilità di proseguire la prima linea di terapia calcolata in base alla ragione della sospensione Fallimento 15% 1 Tossicità Fallimento Semplificazione Scarsa aderenza Semplificazione 17% 0.95 0.9 0.85 0.8 0.75 Tossicità 46% 0.7 0 20 40 60 80 100 Tempo (Mesi) Tutte le curve hanno differenze statisticamente significative (p < 2.4*10-4) ad eccezione della semplificazione verso la scarsa aderenza (p = 0.44) 120 vita Anlaids 6 Anlaidsnotizie 5|2008 Un progetto coordinato dall’Istituto superiore di sanità XXII Congresso nazionale Anlaids Palermo, 6-7 novembre 2008 Nessuno è lontano ❚❚ È un grande piacere poter ospitare a Palermo il XXII Congresso nazionale dell’Anlaids che rappresenta un importante ed insostituibile evento italiano sull’infezione da Hiv, l’Aids e le sindromi correlate. Aver scelto questa città, importante crocevia di una moltitudine di popoli e culture, ci ha spinto ad orientare la scelta del tema di fondo sulle popolazioni migranti e sugli stranieri che vivono nel nostro Paese e che rappresentano un forte e significativo stimolo per nuovi orizzonti e dal colore della pelle, per nuovi modelli di indalla cultura, dalle idee tegrazione socio-cule dalle condizioni ecoturale. Queste persone nomiche e sociali. sono portatrici di stoUnire, mettere inrie spesso drammatisieme, aggregare. che e disumane, figlie Uscire dal campo dedella povertà, delle gli “addetti ai lavori”, guerre, della tortura. portar fuori idee, espeStorie che dovrebbero rienze e modelli orgaindurre ad una rivisitanizzativi può essere, fizione dei modelli sonalmente, un nuovo cio-economici che, modo per riportare quotidianamente, metalla ribalta la probletono in evidenza matica dell’infezione enormi ed insopportada Hiv e dell’Aids e le bili disuguaglianze tra questioni relative alla i popoli. In questo difprevenzione che, piacficile panorama del cia o no, si fonda su tre mondo che “globapunti: Condom, Astilizza” e mette insieme nenza e Fedeltà. Negli solo interessi politici ed ultimi anni, queste imeconomici si è inneportanti argomentastata e diffusa l’infezioni sono diventate zione da Hiv che dapsempre più scomode; prima sembrava “aptroppo spesso colpepartenere” a popoli volmente e pericololontani, a persone che, samente taciute. in ogni caso, non poPer finire, desideriamo tevano rientrare nella ringraziare la nostra nuova Presidente, la categoria dei “normali”. signora Fiore Crespi, che ha saputo riporOggi la situazione sembra molto più chiara tare una forte ventata di energia ed innoe definita: “Nessuno è lontano”. vazione, necessaria per Anlaids e per creare Sono queste alcune riflessioni che ci hanno nuove e vitali sinergie con altre associaspinto a pensare ed organizzare questo zioni e società scientifiche cui va il nostro Congresso che si prefigge di mettere insieme le più importanti realtà che ogni riconoscimento per aver contribuito alla realizzazione di questo Congresso. giorno si trovano ad affrontare i bisogni delle persone con Hiv, indipendentemente Tullio Prestileo, Carmelo Stornello Nel capoluogo siciliano, un Congresso incentrato su migranti e stranieri in Italia Una rete nazionale delle Aids help line ❚❚ I servizi di informazione telefonica sull’infezione da Hiv e sull’Aids attivi da anni in varie parti d’Italia, sono generalmente gestiti in autonomia da diverse istituzioni pubbliche e da organizzazioni non governative. Per confrontare i contenuti scientifici e le modalità comunicativo-relazionali con le quali vengono erogate le informazioni, l’Unità operativa “Telefono Verde Aids” dell’Istituto superiore di sanità, diretta da Anna Maria Luzi, ha avviato un Progetto, promosso e finanziato dal ministero della Salute, che vede coinvolte 26 Aids help line presenti in una decina di regioni italiane. Il Progetto “Creazione e coordinamento di una rete tra servizi telefonici italiani governativi e non, impegnati nella prevenzione dell’infezione da Hiv e dell’Aids”, ha l’obiettivo prioritario di costituire un network tra le Aids help line italiane. Lo studio, dopo la prima fase di mappatura e di censimento dei servizi telefonici e la costituzione del gruppo di lavoro, prevede alcuni meeting per la condivisione di contenuti scientifici e di metodologie di intervento di lavoro. Due di questi meeting si sono già svolti e sono stati finalizzati ad individuare le tematiche sulle quali più frequentemente le persone-utenti interrogano gli esperti delle Aids help line, nonché a definire le risposte più corrette dal punto di vista scientifico. L’impegno del gruppo proseguirà nella prossima riunione del 26 settembre e si concluderà con un meeting previsto per la metà di novembre. Il risultato di questo lavoro si concretizzerà con la stesura di un documento condiviso che sarà reso pubblico dopo la definitiva approvazione da parte del Ministero della Salute, documento che raccoglierà le domande più frequenti e le relative risposte scientifiche su temi quali il test, le modalità di traLa rete dei servizi smissione dell’Hiv, gli aspetti letelefonici coinvolti gali e psico-sociali, la prevenAla Milano zione, la disinformazione e le queAlfaomega Mantova stioni relative al virus e alla ricerca Anlaids Lombardia Milano scientifica, nonché alcune indiAnlaids Lazio Roma cazioni sulle modalità relazionali Anlaids Nazionale Roma da adottare nell’intervento di Arcigay Catania counselling telefonico. Asa Milano È previsto, inoltre, che il gruppo Asl Città di Milano Milano di lavoro elabori un modello conAsl di Napoli Napoli diviso di scheda per la raccolta Asl di Salerno Salerno dati e un software di data-entry, Asl Rmc Roma che potrà permettere la raccolta Asl di Varese Varese e l’analisi dei dati relativi ai queAss. On The Road Teramo siti posti dagli utenti agli esperti Ass. Spazio Bianco Perugia dei servizi telefonici per monitoCama Lila Bari rare, nel tempo, eventuali camCaritas Milano biamenti dei bisogni informativi Dianova Roma sia della popolazione generale, Gruppo C Montichiari (Bs) sia di target specifici. Gruppo C Verona Il Progetto si concluderà il 31 genLila Bologna naio 2009. Gli addetti ai lavori, che Lila Milano fossero interessati ad ottenere Lila Trento maggiori delucidazioni in merito Lila Lazio Roma possono contattare l’Unità opeMario Mieli Roma rativa “Telefono Verde AIDS”, delUsl di Bologna Bologna l’Istituito superiore di sanità. vita Anlaids Anlaidsnotizie 5|2008 7 Il Casinò di Venezia Al centro il direttore dell’Ospedale Cannizzaro di Catania, Giuseppe Giunta, e la presidente di Anlaids Catania Maria Grazia De Guilmi Alfio Lamanna gamento con l’Unità operativa di Malattie infettive dell’ospedale Cannizzaro diretta da Pietro Di Gregorio, oltre alle attività nel territorio quali il Progetto scuola e quello finalizzato al sostegno e all’accoglienza di persone sieropositive e dei familiari. In un prossimo futuro, ha concluso la presidentessa, entrerà in funzione anche un servizio di counselling telefonico per la prevenzione della malattia. NAZIONALE Premio scientifico “Giovan Battista Rossi” 2008 ❚❚ La giunta esecutiva di Anlaids nazionale ha indetto il concorso per l’assegnazione del Premio Scientifico annuale intitolato alla memoria di Giovan Battista Rossi, dell’importo di 8.000 euro da assegnare al ricercatore italiano di età inferiore ai 40 anni distintosi nel campo della ricerca sull’Aids per il miglior lavoro pubblicato nel periodo dal 1° luglio 2007 al 30 giugno 2008. La Commissione esaminatrice sceglierà il vincitore tra i ricercatori che presenteranno domanda e che abbiano i requisiti previsti dal bando, disponibile sul sito www.anlaids.it. Le domande di ammissione al concorso dovranno essere spedite via posta mediante raccomandata all’Anlaids entro il 22/09/2008 o consegnate a mano alla segreteria in Via Barberini, 3 a Roma entro le ore 12 del 22/09/2008. Il nominativo del vincitore sarà reso noto entro il 15/10/2008 e la consegna del premio avverrà in occasione della cerimonia inaugurale del Congresso Anlaids che si aprirà a Palermo il 6 novembre 2008. UMBRIA Allargare l’orizzonte del Progetto scuola ❚❚ In Umbria, la sezione Anlaids, insieme alle associazioni Arcat, Nps, Spaziobianco, Uisp e la cooperativa Borgorete costituitesi in un coordinamento, ha messo a punto un progetto, recentemente approvato e finanziato dalla Regione dell’Umbria sulla base della legge 266/91, dal titolo “Prevenzione e Salute: peer… non farsi male”, che prevede una campagna di informazione rivolta ai giovani sui fenomeni delle dipendenze da sostanze legali ed illegali, delle malattie sessualmente trasmissibili, dell’inquinamento farmacologico e del doping nello sport. Un’equipe di specialisti, con il supporto dei referenti delle associazioni e dei giovani, ha messo a punto una serie di strumenti – questionari, test, lavori di gruppo, realizzazione di prodotti audio/video – attraverso i quali mettere in atto e verificare un percorso di crescita ed acquisizione di consapevolezza NAZIONALE L’impegno di Farmindutria per la ricerca ❚❚ Fiore Crespi, presidente nazionale di Anlaids, intervenuta all’assemblea annuale di Farmindustria svoltasi a Roma il 3 luglio scorso, ha espresso a nome dell’associazione “un vivo apprezzamento per l’impegno che il mondo dell’industria farmaceutica italiana pone nel settore della ricerca, ambito in cui è indispensabile investire grandi energie per affrontare sfide difficili tra cui quella di trovare una terapia sempre più efficace e meno gravata da effetti collaterali per l’infezione da Hiv”. Nella sua Relazione all’assemblea, il presidente di Farmindustria, Sergio Dompè, ha sottolineato che “il settore farmaceutico ha in Italia una propensione nel settore Ricerca e Sviluppo dieci volte superiore alla media delle imprese: conta 6.250 ricercatori la metà dei quali donne e sostiene oltre il 90% della ricerca farmaceutica e il 70% degli studi clinici”. Nel 2007 Farmindustria ha investito 1.170 milioni ponendosi al secondo posto per valore dopo l’aeronautica e i mezzi di trasporto. SICILIA Sede Anlaids nell’ospedale Cannizzaro ❚❚ L’Anlaids ha la sua sede provinciale catanese in un locale all’interno dell’ospedale Cannizzaro. Grazie all’impegno assunto da Giuseppe Giunta, direttore generale dell’azienda ospedaliera, i locali sono stati consegnati alla presidente della sezione Anlaids, Maria Grazia De Guilmi, in una cerimonia svoltasi alla fine di giugno. Dopo il saluto del vicepresidente regionale Anlaids, Michelangelo Arezzo, la presidente provinciale De Guilmi ha ringraziato il direttore generale Giunta e ha illustrato le attività svolte dai volontari dell’associazione, che offre informazioni mirate ed accoglienza a tutti coloro che ne hanno bisogno e mantiene un colle- e autonomia basato sulla peer education. Il progetto è stato sperimentato nell’anno scolastico 2006/2007, attuando un corso di formazione per peer-educator in sette Istituti superiori prevalentemente della provincia di Perugia, e sarà allargato a tutto il territorio regionale. VENETO Ridare la speranza ad un paese africano ❚❚ Il Casinò di Venezia finanzierà il Progetto “Hope” (Speranza) il cui scopo è combattere la piaga dell’Aids in Camerun, il paese dell’Africa centro-occidentale che conta circa 15.000.000 di abitanti e in cui si rilevano percentuali di sieropositività molto alte tra la popolazione. L’obiettivo del Progetto “Hope” è quello di combattere la diffusione dell’Hiv/Aids con la prevenzione, soprattutto tra i giovani, attraverso la sensibilizzazione e la promozione del “testing” di screening creando un gruppo di persone che effettuino counselling. Per il raggiungimento di questi obiettivi si effettueranno dei corsi di aggiornamento da parte di uno specialista in malattie infettive e si formeranno operatori con mansioni specifiche nell’assistenza e presa in carico dei malati dal punto di vista nutrizionale. Anlaids Veneto, con la collaborazione del Casinò di Venezia, agirà sul fronte della prevenzione e dell’aiuto economico tramite il microprestito. LIGURIA Alfio Lamanna, un ricordo tra amicizia e riconoscenza ❚❚ Alfio Lamanna conservava gelosamente un sogno nel cassetto, da tifoso rossoblù fedelissimo e romantico: mettersi alla testa di un gruppo di appassionati, tutti come lui “uomini della gradinata Nord” del Ferraris, per rilevare le quote azionarie del “suo” Genoa e trasformare la società in una sorta di public company, lui che di queste cose s’intendeva, eccome, per via della professione di commercialista esercitata ai massimi livelli. Il progetto è rimasto un sogno: Alfio Lamanna è morto improvvisamente il 17 giugno 2008 a 69 anni, tradito dal cuore che aveva sempre battuto incessantemente per tante cause giuste e non solo strettamente sportive. Il mondo dell’economia e delle imprese, ove fu amministratore delegato di molte importanti strutture nazionali ed internazionali, ma anche la società degli uomini di tutti i giorni e quindi anche quella di coloro che avevano incontrato il virus Hiv piangono Alfio Lamanna presidente di Anlaids Liguria negli ultimi dieci anni. Nel suo studio di piazza Dante sono transitate molte delle più importanti transazioni finanziarie degli ultimi decenni, ma Alfio Lamanna aveva anche trovato il tempo e la passione per la cosa pubblica: esponente del Partito repubblicano di Ugo La Malfa, era stato consigliere comunale e assessore allo Sport e al Turismo ed anche sindaco reggente. In una Basilica di Carignano stipata quasi come la sua gradinata Nord nelle gare di cartello, c’era tanta Genova stretta intorno alla moglie Marina e ai figli Bobo, Giorgio, Michele e Paola; c’erano anche i “suoi” amici di Anlaids, tristi e commossi per la perdita del loro Alfio. attualità sociale 8 Anlaidsnotizie 5|2008 L’Hiv/Aids nei migranti Daniela Lorenzetti Università la Sapienza di Roma, Università di Cassino Le raccomandazioni della società civile Salute senza esclusioni l Civil Forum of Hiv/Aids, istituito dalla Commissione Europea per consentire una ampia partecipazione delle Ong alla definizione delle politiche europee, ha prodotto un documento che contiene le raccomandazioni della società civile riguardo la prevenzione e la cura dell’Hiv e Aids nei migranti e nelle minoranze etniche presenti in Europa, consultabile in inglese, francese, tedesco, russo, portoghese e italiano nel sito www.eatg.org/page/article.php?ld=880. Nel gennaio 2008 il documento è stato adottato ufficialmente dal Forum europeo della società civile ed inviato ai 53 ministri della Salute dei paesi membri, in maggio è stato presentato alla Conferenza di Mosca e nel prossimo agosto verrà riproposto con forza alla Conferenza mondiale di Città del Messico. Il documento apre con una analisi puntuale dei fenomeni migratori a livello mondiale, individuandone le cause, le interconnessioni ed i contributivi di reciprocità tra paesi a sviluppo avanzato e paesi in via di sviluppo; l’analisi prosegue esaminando gli aspetti di fragilità riguardo l’articolazione del processo migratorio e i fattori di esclusione, quali lo status legale, la elevata mobilità, lo sfruttamento, la disinformazione, l’accesso limitato ai servizi sanitari e sociali. Tutti elementi questi che possono ridurre o negare la fruizione di diritti, in particolare il diritto alla salute, riconosciuto come diritto fondamentale a prescindere dallo stato di salute e dalla cittadinanza di appartenenza e garantito nei Paesi europei. Su questa garanzia ed impegno da parte dell’Unione il documento si sofferma e pone all’attenzione degli organismi politici e sanitari la necessità immediata di concretizzare attraverso azioni chiare i principi enunciati. Obiettivo cardine del documento è la saldatura tra il rispetto dei diritti umani e il diritto alla salute; attorno a questo obiettivo, forte e ineludibile, si articolano le raccomandazioni che la società civile rivolge ai governanti, ai mass media, agli operatori sanitari e sociali, al mondo accademico e alle stesse comunità di stranieri. Le raccomandazioni comprendono un ampio scenario che va dalle legislazioni nazionali e dalla necessità che queste attuino strategie di inclusione e di ampio accesso ai servizi eliminando restrizioni normative e di- I Foto di Olga Pohankova scriminatorie, agli interventi sanitari e sociali che debbono adottare un approccio olistico, attento agli aspetti culturali e di genere, utilizzando metodologie informali attuando interventi a bassa soglia; proseguono rivolgendo ai mass media la richiesta di utilizzare linguaggi non stigmatizzanti e fornire le notizie in maniera accurata ed esaustiva nella consapevolezza della responsabilità che rivestono nell’influenzare l’opinione pubblica. Valga come esempio, avvenuto anche di recente nel nostro lente, orientata a toni allarmistici e alpaese, l’espulsione di persone con gravi l’emergenza, un quadro di dignitosa norpatologie, incurabili nei paesi di provemalità, dove una non facile integrazione è nienza, tra cui l’Aids, e denunciate da Anparte di una condizione che riflette quella laids, come da altre associazioni di volondi molta popolazione locale, in particolare tariato e da operatori sanitari. In questo dei gruppi più svantaggiati, quali i lavora2008 che vede le raccomandazioni ritori precari o le famiglie monoreddito. I moguardo i migranti e l’Hiv/Aids circolare ed delli di comportamento, di consumo, le deessere accolte a livello internazionale, una cisioni, i desideri sono quelli di parte degli riflessione va al nostro paese ed al conteautoctoni: l’acquisto della casa seguito dalsto attuale nel quale molte realtà della sol’acquisto dell’automobile e del computer, cietà civile, del mondo accademico e relila continuità e sicurezza del lavoro, una gioso esprimono viva preoccupazione per buona scolarizzazione dei figli. Il campione i provvedimenti che si vanno affermando rappresentativo, di oltre 1000 intervistati, riguardo i migranti, per l’acquiescenza traccia il profilo di un universo, spesso somdella stampa e per la “banalità” delle momerso e scarsamente indagato, di cittadini tivazioni. con maggiori difficoltà rispetto agli “altri”, È di questi giorni la presentazione di una con un reddito inferiore, con uno stile di ricerca svolta dalla Commissione di indavita molto parco, con ristrettezze e vincoli gine sull’Esclusione sociale e dalla Caritas amministrativi, ma con gli stessi ruoli e funitaliana e Diocesana di Roma sulle condizioni, aspirazioni e contributi alla vita quozioni di vita e di lavoro degli immigrati neltidiana. È interessante sottolineare come l’area romana. Pur tratla ricerca evidenzi alcuni aspetti-chiave: ritandosi di una realtà guardo il lavoro dignità e partecipazione, parziale rispetto all’Euriguardo la posizione giuridica regolari e irropa è pur vero che regolari sono gli stessi, la variazione è nel Roma è una città-simprima e nel dopo o nei passaggi burocrabolo del multiculturatici, riguardo la casa, difficoltà e solidarietà, lismo da tempi antichi infatti molti ospitano temporaneamente quando insegnava il conterranei o comunque stranieri in diffidiritto e vi passeggiacoltà abitativa, riguardo il mondo degli afvano elefanti e perfetti, nostalgia ed impegno nell’inviare risone provenienti da messe ai propri cari. tutto il mondo. Dalla riPur con i limiti di una indagine che riguarda cerca emerge un quasolo una grande città, i risultati dovrebbero dro decisamente diessere conosciuti e far riflettere sulle poliverso dalla rappresentiche di integrazione sia i governanti che tazione oggi prevanoi comuni cittadini. Sezioni regionali Anlaids sede nazionale via Barberini 3 – 00187 Roma Tel.064820999 fax 064821077 www.anlaids.it [email protected] Abruzzo tel. 0871562224/0871358684 fax: 0871577139 email: [email protected] Presidente: Eligio Pizzigallo Vicepresidente: Claudio Palma Emilia Romagna tel. 0516390727 fax: 0514213098 email: [email protected] Presidente: Francesco Chiodo Vicepresidente: Giovanni Caliceti Organo Provinciale Modena tel. 0592055415 fax: 0592055426 Riferimento scientifico: Andrea Cossarizza Friuli Venezia Giulia tel. 0434659284 fax: 0434659531 email: [email protected] Presidente: Umberto Tirelli Vicepresidente: Marina Maroncelli Lazio tel. 064746031 fax: 0647848012 email: [email protected] Presidente: Massimo Ghenzer Vicepresidente: Pasquale Narciso Lombardia tel. 0233608680 fax: 0233608685 email: [email protected] Presidente: Mauro Moroni Vicepresidente: Luigi Martignoni Organo Provinciale Bergamo tel. 0354219411 fax: 0354219412 Coordinatore: Giovanna Gavazzeni Organo Provinciale Mantova “Lucia Serragli” tel. e fax: 0376363696 email: anlaidsmantova@email:.it Coordinatore: Mauro Longhi Organo Provinciale Pavia tel. 0382502691 fax: 0382529730 Coordinatore: Gaetano Filice Marche tel. e fax: 0715963488 email: [email protected] Presidente: Luca Butini Vicepresidente: Saverio Sabatini Organo Provinciale Macerata tel. 0733257262/433/429 fax: 07332572247 Referente: Paola Castelli Piemonte tel. e fax: 0114365541 lun. merc. ven. ore 1519. email: [email protected] Presidente: Maria Elena Andreotti Vicepresidente: Antonio Destefanis Sardegna tel. 070659702 fax: 0706402543 email: [email protected] Presidente: Giuliano Santus Vicepresidente: Giuseppe Angioni Sicilia tel. 3333207437 email: [email protected] Presidente: Tullio Prestileo Vicepresidente: Michelangelo Arezzo Organo Provinciale Palermo “Felicia Impastato” tel. 3333207437 email: [email protected] Coordinatore: Tullio Prestileo Organo Provinciale Catania tel. e fax: 095433638 email: [email protected] Coordinatore: Maria Grazia De Guilmi Organo Provinciale Siracusa tel e fax: 0931724277 Coordinatore: Antonina Franco Toscana tel. 050644145 fax: 050644055 Presidente: Gina Gotti Porcinari Vicepresidente: Mauro Bendinelli Umbria tel. e fax: 0755170348 email: [email protected] Presidente: Oriano Zecchini Vicepresidente: Luciana Mencuccini Veneto tel e fax: 0415318750 email: [email protected] Orari: lun. mattina, mart. merc. giov. ven. pomeriggio Presidente: Enzo Raise Vicepresidente: Fiore Crespi Basilicata, Calabria, Campania, Liguria, Molise, Puglia, Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta presso Anlaids Nazionale tel. 064820999 fax: 064821077 email: [email protected] DIRITTI PERCORRIBILI Un amico al telefono o un telefono amico Ancona dal lunedì al sabato ore 8-13 telefono amico tel. 0715963716 Milano servizio di counselling tutti i giorni 9-18.30 (tranne il week end) tel. 0233608683. “Un amico al telefono” ore 9-19 tel. 3393145429 Roma per informazioni tel. 064746031 Mantova per informazioni tel. 3485748977 Pisa per informazioni 9–11 e 19–22 tel. 050644145 FORUM diretto dal dott. Manuel Monti che risponde quotidianamente a domande sulla trasmissione, la prevenzione e il test. www.anlaids.it Anno 18 numero 5 - 2008 Periodico bimestrale edito dall’Anlaids Onlus Associazione Nazionale per la Lotta contro l’Aids via Barberini, 3 - 00187 Roma Tel.064820999 fax 064821077 Come associarsi all’Anlaids Socio ordinario € 30 Socio sostenitore € 250 Socio volontario* € 3 (* prevede l’impegno di fare volontariato presso una delle nostre sedi) c/c postale n.58032004 intestato a Anlaids Onlus c/c bancario IBAN IT81L0306903200100000509125 cod.BIC BCITITMM 450 Direttore responsabile Giulio Maria Corbelli Redazione Health Communication Via Carpaccio 18,00147 Roma Tel.06 594461 Fax 06 59446228 Inserto scientifico Lucia Palmisano Attualità sociale Daniela Lorenzetti Progetto grafico Giancarlo D’Orsi Stampa Arti Grafiche srl, Pomezia,Roma Aut.Trib.di Roma n.122/90 del 19 febbraio 1990 Poste Italiane spa Sped.in Abb.Postale D.L.353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 2 – DCB – ROMA Finito di stampare nel mese di luglio 2008 Periodico associato all’USPI