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SHIP2SHORE
Lunedì 1 Luglio 2013
SHIPPING&CULTURA
Le due vite parallele di Alfonso Clerici
Artista del pennello o imprenditore portuale? O entrambi?
L’intensa attività pittorica del secondogenito di Jack Clerici
‘finalmente’ raccontata nel libro ‘A modo mio’
C’era una bella fetta della ‘Genova che
conta’ alla Fondazione Edoardo Garrone
per assistere ad un ‘outing’ inconsueto:
quello di Alfonso Clerici, ben noto alle
cronache economiche per la sua poliedrica
attività di imprenditore marittimo (agente
marittimo, terminalista, spedizioniere con
vocazione ai traffici reefer) ma un po’
meno noto, in virtù di una ferma scelta
personale ever since, per la sua altrettanto
intensa attività artistica di pittore e non
solo.
Un’attività alacre, coltivata quasi di
nascosto, durate i viaggi (anche di
lavoro) ma in prevalenza nel suo eremolaboratorio di Francavilla Bisio, sulle
colline del Gavi, in Basso Piemonte; quasi
un paesaggio parallelo di quella campagna
americana di Woodstock frequentata negli
anni ’70 quando l’esperienza newyorchese
permise al giovane Clerici di fare grandi
Foto: Pillola
incontri, accostandosi alla famosa fabbrica
di talenti Silver Factory, e persino di
ricevere in omaggio un’opera, autografata,
del grandissimo Andy Warhol.
Scritto, ma soprattutto illustrato con le
immagini di tanti bei quadri, alle soglie
dei suoi 60 anni (peraltro splendidamente
portati), il libro, significativamente
intitolato ‘A modo mio’, che in qualche
maniera richiama una delle più famose
canzoni di Frank Sinatra, ‘My way’ –
anche se nel volume il collegamento viene
fatto più volte con un altrettanto famosa
canzone, ovvero quella ‘New York New
York’ portata alla ribalta nellomonimo
musical da Liza Minelli negli stessi
anni in cui un giovane e acerbo pittore
genovese di buona famiglia sbarcava nella
‘Grande Mela’ col suo fagotto di colori,
pennelli e sogni artistici - vuole essere una
sorta di sdoganamento di quell’Alfonso
Foto: Pillola
La fotografa Paola Zanotti, l’editore Titta D’Aste e il critico Viana Conti dissertano sulle opere di Alfonso Clerici
Clerici che, per un curioso pudore (nella
prefazione Titta D’Aste la definisce
“incomprensibile riservatezza in ordine al
proprio fare artistico”), è rimasta nota solo
ai più intimi.
Si tratta infatti sostanzialmente della
sola seconda volta pubblica del pittore,
almeno nella sua città natale, perché si
deve risalire al 1994 per la personale
‘Un patchwork nella mente’, per trovare
un’altra occasione analoga.
Peccato solo che il volume (sottotitolo:
acquarelli di viaggio) sia stato presentato
‘in contumacia’, perché il protagonista
(che ci teneva davvero, tanto da scrivere
nell’invito: “Per me è una occasione
importante”, per una volta vincendo la
spontanea e non snobistica ritrosia a
mostrare il suo lato artistico) era – per un
beffardo scherzo del destino - l’illustre
assente, essendo rimasto ai box a causa un
implacabile febbrone da cavallo.
Non ha voluto invece mancare il fratello
maggiore Paolo Clerici, con cui i rapporti
professionali, causa alcune divergenze
strategiche, non sono mai stati idilliaci e questo non è certo un mistero – sino a
portare, una quindicina di anni fa, alla netta
separazione delle attività imprenditoriali
lasciate in eredità dal papà Jack.
Insieme a lui altri nomi pesanti
dell’establishment genovese, marittimo e
non.
Circa un centinaio gli ospiti convenuti
in Via San Luca, compresi molti artisti e
professionisti dell’immagine, per tributare
il giusto omaggio a Clerici, tra cui si
possono citare, senza pretese esaustive:
Giancarlo Trucco, Paolo Moretti, Gigi
Gallo, Giovanni Grimaldi, Giorgio Mosci,
Hans C.D. von Weissenfluh, Sandro
Biasotti, Franca Fassio, Limbania Fieschi,
Caterina Gualco, Alberto Terrile, Enrico
Borzino, Enrico Maresca, Salvatore La
Rosa, Bruno Dal Pozzo, Mauro Ghiglione,
Sara Strufaldi.
E naturalmente, al tavolo dei relatori,
l’Avv. D’Aste - nella sua veste di editore
della casa Il Canneto – il curatore del
volume Viana Conti, critico d’arte, e
Paola Zanotti, che oltre ad essere moglie
di Alfonso Clerici né è sempre stata la
fotografa ufficiale, avendo immortalato le
sue ‘gesta artistiche’ e di vita quotidiana.
Il sequel della presentazione del libro
è stato presso la Galleria OR di Oriana
Racovaz – consorte dell’agente marittimo
Guido Carbone (Medmar) - che da qualche
mese ospita una personale del pittore
genovese.
Angelo Scorza
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