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Questo giornale ha rinunciato al finanziamento pubblico Netflix, l’anno zero della televisione Così il network americano darà una scossa anche alla Rai e a Mediaset €1,40 Fondata da Antonio Gramsci nel 1924 Anno 92 n. 119 Martedì, 27 Ottobre 2015 unita.tv — Abbiamo testato per voi il servizio on demand: serie, film e cartoni più indirizzati ai nativi digitali che al grande pubblico. P. 17-19 Expo, ha vinto l’Italia Sondaggio Swg: un’emozione che ha stupito il mondo. Dallo scandalo agli oltre 20 milioni di biglietti Mattarella: «Metodo per crescere e fare squadra». Padoan: «Vetrina decisiva per gli investimenti esteri» P. 2-3 L’Europa da salvare Se mangiare carne è peggio che respirare amianto. P. 9 Gianni Cuperlo F S Gianni Pittella tiamo assistendo ad un graduale processo di disintegrazione dell’Unione europea. Non sappiamo se questo avverrà, né in quanto tempo e noi faremo di tutto per evitarlo perchè l’Europa è la nostra casa, la casa dei nostri valori, la migliore garanzia di futuro per i nostri figli. Ma una cosa è certa, l’Unione europea per come l’abbiamo vista e sognata rischia di scomparire. E non è allarmismo, sensazionalismo o terrorismo psicologico. È l’analisi, da vicino, dei fatti. Le elezioni polacche con il trionfo della formazione conservatrice ed euroscettica, anti-russa e anti-tedesca, Prawo i Sprawiedliwość, hanno rafforzato il timore di una sorta di disfacimento del progetto europeo nel cuore dei cittadini rispetto ad un’Europa che non fa più battere il cuore, non fa più sognare e che anzi, il più delle volte, provoca rabbia e indignazione. Se anche la Polonia, il Paese che più di tutti ha sfruttato a pieno fondi strutturali e investimenti esteri, garantendosi anni di crescita e sviluppo tangibile, ha girato le spalle all’Europa per rifugiarsi in un patriottismo ottocentesco e iper-tradizionalista, allora vuol dire che il sentimento di disintegrazione dell’Ue ha attecchito a fondo nella società europea. Il paradossale caso polacco si unisce ad Est al gia’ consolidato caso dell’Ungheria di Orban. E anche in casa socialista abbiamo avuto casi limite come quello del premier della Slovacchia per il quale abbiamo chiesto la sospensione dal Pse. Nell’Europa occidentale la situazione in prospettiva non è certo più rosea. Anzi. Lo spettro della Le Pen in Francia e l’incertezza sull’esito del referendum sulla permanenza del Regno Unito nell’Unione europea - per dirla con ottimismo - la crisi greca non ancora superata, sono avanti a noi nella loro crudezza. In Germania, le forze piu’ antisistema e radicali stanno tornando ad alzare la testa, mentre la Spagna convive ancora con le spinte secessioniste catalane. Ad oggi, l’unica certezza positiva in Europa è rappresentata dall’Italia che grazie al governo Renzi e al Pd ha raggiunto una certa stabilità politica ed una crescente ripresa economica. Segue a pag 15 Vedere il mondo con Berlinguer Studio dell’Organizzazione mondiale della sanità. Fra i fattori cancerogeni il consumo di carne “lavorata” è nella fascia di maggiore rischio, con il fumo e i vapori diesel, ma la novità è l’inserimento della carne rossa “non lavorata” in seconda “fascia”; per gli oncologi basta «non esagerare». Foto: Ansa orse l’intervento serio e ricco di de Giovanni su Berlinguer si può riassumere così. Personalità dall’impatto straordinario sull’Italia del tempo anche in ragione del tratto umano raro e di una probità riconosciuta. Reagì quanto e più di altri agli attacchi che minarono tenuta e ordinamento della Repubblica. Rimase per la vita compreso dentro lo spirito del ’17 sovietico, in questa appartenenza più convinto di Togliatti. Guidò, dunque, una politica che i fatti hanno travolto sul piano della storia e sconfitto nella cronaca coltivando la suggestione di una crisi fatale del capitalismo negli anni della sua mutazione radicale e vincente. Provò a innervare quella critica di spunti, ma confinandosi sempre nel perimetro di una società altra. Alla fine quell’impianto lo spinse alla frattura tra diversità comunista e il resto anticipando, seppure non volendo, una fine dei partiti seguente di poco il suo martirio padovano. Da lì l’epilogo. L’ultimo capo dei comunisti perde la sfida. E con lui non si chiude solo quella stagione ma una cultura. P. 14 Le mosse di Draghi Staino Francesco Morosini La Spagna dichiara guerra a Valentino «Il sindaco sia politico che conosce Roma» Linciaggio mediatico contro Rossi, nonostante il video che incolpa Marquez Intervista a Barca sulla crisi della Capitale. Consiglieri Pd pronti alla sfiducia Dai quotidiani al premier Rajoy è un coro di sdegno. Nessuno critica il comportamento antisportivo di Marc. Intanto, il premier Renzi chiama Valentino e lo rincuora. P. 23 È un conto alla rovescia. L’ex ministro a Marino: «Non aggiungere confusione», ma le intenzioni restano misteriose. Alcuni democratici timorosi di votare come la destra. P. 6 Radar Scienza: dietro i pasticci che combinano i teen-agers una questione di neurobiologia P. 21 A rrivare a un’inflazione al 2% è un’utopia? Lontani gli anni in cui questa era un drago indomabile, ora i timori vengono dal suo opposto: la deflazione. Certo, in assoluto, essa potrebbe avere pure dei vantaggi se, con l’economia in crescita, i prezzi fossero controllati da alta produttività e forte competizione nei mercati. Ma oggi, con le economie sulle sabbie mobili, la deflazione è uno spettro che preoccupa le Banche centrali. Non a caso, infatti, il Presidente della Bce Draghi, qualora continuasse a persistere questa “bassa marea” in materia di prezzi, è pronto ad intervenire per correggere questa pericolosa, come egli e quasi tutti gli analisti ritengono, tendenza. Segue a pagina 5