Associazione Nazionale Imprese Applicazioni Rivestimenti Protettivi
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Associazione Nazionale Imprese Applicazioni Rivestimenti Protettivi Convegno del 7 febbraio 2013 Corten Relazione di presentazione dei contributi dei Colorifici Sponsor del Convegno Premessa Ringrazio anticipatamente i colorifici: Camerini, Hempel, Innoventions, International Akzo Nobel, Veneziani Zetagi che oltre ad aver permesso con la loro sponsorizzazione la realizzazione di questo Convegno mi hanno fornito il materiale per questa succinta relazione; materiale che troverete in quantità sia negli stand qui fuori che nella documentazione del Convegno stesso. Mi presento: sono Loschi Loris consigliere del direttivo Aniarp, associazione che raccoglie il nucleo principale sia per influenza che per fatturato del settore delle imprese applicatrici di cicli anticorrosivi in Italia. Oltre questo incarico presto la mia collaborazione, da oltre 40 anni, in una azienda che opera nel settore dell’anticorrosione. Gli esordi Il nostro primo incontro con il Corten l’abbiamo avuto proprio quando eseguivamo per conto della Lancini spa di Crema (azienda ormai scomparsa) lavorazioni di sabbiatura e verniciatura sulle strutture di acciaio dei ponti ferroviari per il Gabon. Nel 1978 i progettisti passarono dall’acciaio al carbonio al Corten, presupponendo così di evitare il costo del rivestimento anticorrosivo. Dobbiamo ricordare che la ferrovia del Gabon attraversa la foresta equatoriale con piogge quasi giornaliere, con deposito di residui vegetali e soprattutto con moltissimi tipi di volatili che utilizzano le strutture dei ponti per stazionare o anche per nidificare. Dopo circa un anno dal montaggio di questi ponti in Corten venne alla luce una corrosione accelerata molto probabilmente dovuta sia alle condizioni ambientali che al guano che i volatili vi depositavano. Gioco forza fu tornare alla verniciatura, seppure continuando a costruirli in Corten. Per nostra fortuna in italia non abbiamo la foresta equatoriale; al massimo abbiamo nebbia, piogge, neve e purtroppo anche il sale che viene utilizzato almeno al nord e in montagna per evitare la formazione di ghiaccio; i pochi volatili che sopravvivono all’intenso traffico delle nostre strade sicuramente utilizzano le travi dei ponti per nidificare o stazionare tanto quanto i loro colleghi africani, ma sicuramente seppure hanno un impatto minore altrettanto non si puo’ dire di polvere e fanghiglia, ottima sede per l’attecchire di muffe e vegetazioni di varia natura mantenendo durante la stagione umida condizioni di immersione, salamoia o quasi !. Anche a voi capita qualche volta, passando sotto un cavalcavia in Corten, di guardare verso l’alto per controllare lo stato della sua corrosione? A me spesso e non (solo) perche’ magari non trovo “carina” questa ruggine e i residui che rilascia, ma anche perche’ sono utente delle strade e non ho alcuna percezione dello stato del degrado del Corten. Quando un ponte e’ verniciato, se la verniciatura e’ stata eseguita male o nel tempo si e’ degradata basta una occhiata per rendersi conto del suo stato. Controllare la corrosione su un ponte in Corten è sicuramente più difficoltoso e meno immediato Come si può fare ?? Mi auguro che di questo avremo l’occasione di poterne discutere in modo approfondito nella tavola rotonda prevista nel pomeriggio. Qualora una struttura in Corten presenti problemi di corrosione tali da richiedere un intervento di manutenzione tale da ripristinare la sua tenuta strutturale, che cosa si deve fare? E nel caso si decida di effettuare una verniciatura finale ai fini di una miglior protezione contro la corrosione , quali sono i cicli da applicare? La norma ISO 12944, il vademecum dell’anticorrosione Un aiuto molto concreto ce lo offre la Norma UNI EN ISO 12944, che tratta in modo specifico : la protezione dalla corrosione di strutture d’acciaio mediante verniciatura, oggetto anche di altre relazioni. Trattasi di una norma ampia ed articolata che affronta il problema della corrosione sotto molteplici aspetti : dalla progettazione dell’opera, alle definizione delle classi di corrosività degli ambienti di esposizione dove è esposta la struttura in esame . Definisce inoltre i criteri di durabilita’ ed in modo specifico cita alcuni cicli di verniciatura adatti per classi le varie classi di corrosività: da C1 a C5 (atmosfera) e da Im1 a Im3 (immersione ed interramento), definendone composizione, il numero degli strati e gli spessori consigliati per le varie superfici da verniciare. Quale è il tipo di ambiente in cui operano le i Ponti , i guard rail e le strutture autostradali in genere , dove il Corten è utilizzato? Prima di dare la risposta , dobbiamo tenere in considerazione oltre al tipo di ambiente atmosferico in cui opera la struttura, il microambiente che si origina su parti o sulla totalità della struttura in determinati stagioni dell’anno , in inverno in modo particolare, dove il sale marino(cloruri) viene utilizzato in abbondanza, per sciogliere il ghiaccio. Questa condizione , per quanto occasionale e discontinua con presenza di aggressivi chimici a diretto contatto con parti della struttura (Immersione discontinua e saltuaria) che provoca fenomeni di corrosione alla medesima che di fatto porta la classe di corrosività da una ipotetica C3 (media) per fare un esempio , ad una effettiva C5 -I o C5- M (molto alta) Industriale o Marina. Questi aspetti ,devono essere presi in seria considerazione da chi progetta l’opera . Dovrà valutare attentamente la classe di corrosivita’di appartenenza , in caso di difficoltà, meglio avvalersi di un consulente di anticorrosione quale supporto , anche sotto il profilo della scelta del ciclo di verniciatura più adatto da applicare. Nel caso del Corten, fatto salvo che si inizi a verniciarlo fin da nuovo, come Autobrennero e RFI fanno ormai da tempo, l’argomento da affrontare è quello dei cicli di manutenzione da applicare , allo scopo di recuperare la funzionalita’ e la durata dell’opera. La prima opzione è relativa a quale tipo di pulizia effettuare prima della verniciatura. Spazzolatura , sabbiatura , ’idro-lavaggio ad altissima pressione, o quale altro sistema adottare? E’ evidente che trattandosi di una struttura in opera qualsiasi preparazione si scelga, si paga lo scotto di costi elevati a causa di problematiche che insorgono in cantiere, quali : la deviazione del traffico ,la chiusura e la creazione di spazi chiusi , tamponamenti nelle aree di intervento , accessibilità difficoltose, ecc. La sabbiatura a secco, che in assoluto e’ il migliore metodo fra quelli elencati , difficilmente sarà utilizzabile sia per i limiti operativi che per il costo elevato . Dovremo in tal caso ricorrere a prodotti vernicianti del tipo Surface Tolerant, che a differenza di tanti altri offrono protezioni adeguate anche su supporti non preparati in modo ottimale o sommario. Allego a titolo esemplificativo una tabella che riporta alcuni cicli anticorrosivi selezionati per classi di corrosività C4 , C5 C5-M e C5- I, ma ricordo altresi che definire come C3 la categoria media di corrosivita delle strutture in Corten sulle strade e’ un tentativo teorico di abbassare la guardia dimenticandosi che esistono tanto per citarne alcune: Porto Marghera, Priolo, Brindisi, Savona, Taranto e tante altre aree con industrie pesanti, per non parlare che la ventosita’ della pianura padana e’ una pia-speranza. Tabella Iso12944 con massa o spessore perso in un anno a seconda delle condizioni ambientali E’ importante ricordare che in tutti i casi il metodo per limitare i costi di manutenzione e ridurre il numero di interventi da eseguire, deve necessariamente seguire questi aspetti fondamentali: -Una progettazione che tenga conto delle condizioni di esercizio reali e non ipotetiche. Visto che si tratta di opere pubbliche conoscere la realta’ locale anche in termini di microclima aiuterebbe, molto probabilmente, ad evitare errori o disastri futuri. -Una costruzione che rispetti la steel preparation (vedi anche qui iso 12944/3) -Il controllo fatto da terzi o da ispettori qualificati in tutte le fasi sia di progettazione, di costruzione che di applicazione di cicli anticorrosivi. Rispettare queste tre indicazioni in modo puntuale da parte di operatori competenti , significa ridurre il rischio di rifacimenti ed i costi di manutenzione, sia su opere in acciaio al carbonio che in Corten. Una nuova domanda rivolta agli esperti corrosionisti di acciaio, sorge spontanea. Così come previsto nella sottoesposta riportata nella norma UNI EN ISO 12944 nelle condizioni di esercizio elencate , quale è la velocita’ di consumo dell’acciaio Corten nelle varie atmosfere? Oppure come sostiene qualcuno ha durata quasi illimitata? Cicli di verniciatura secondo ISO 12944 per le classi C4 e C5 ed un ciclo di manutenzione ordinaria p.s. gli spessori di vernici qui presentati sono una media delle proposte ricevute. Cicli di verniciatura su Corten Acciaio nuovo C4 alta durabilita > 15 anni Preparazione: Sabbiatura sa 2,5 Primer zincante epossidico Intermedio epossidico MIO Finitura acrilico poliuretanica (**) spessore um 60 120 60 Acciaio nuovo C4 alta durabilita' > 15 anni Preparazione: Sabbiatura sa 2,5 Primer surface tolerant Finitura acrilico poliuretanica (**) 200 60 Acciaio nuovo C5 M o I durabilita > 15 anni Preparazione: Sabbiatura sa 2,5 Primer zincante epossidico Intermedio epossidico MIO Finitura acrilico poliuretanica (**) 60 200 60 Manutenzione ordinaria in opera (*) Preparazione con spazzolatura ST 2 Primer Surface tolerant Finitura acrilico poliuretanica (**) 150 60 (*) Questo e’ un ciclo di manutenzione ordinaria. Nel caso la corrosione sia molto profonda occorrera’ effettuare la sabbiatura . Quando si puo’ o si deve eseguire la sabbiatura, ci troviamo nella stessa condizione dei cicli adottati per l’ acciaio nuovo. (**) Inoltre e’ importante ricordare che l’ evoluzione dei prodotti vernicianti porta ad incrementi della durata all’esposizione all’esterno, cito ad esempio le finiture fluorurate e le silossaniche che ne prolungano ulteriormente la durata N.B. Ma e’ davvero pensabile eseguire una manutenzione ordinaria su strutture mai verniciate di Corten? Il dilemma da affrontare e’ se sia necessario eseguire una pulizia profonda che elimini tutti gli ossidi superficiali oppure puo’ bastare una spazzolatura minima? Credo che la sabbiatura di grado SA2 o l’idrololavaggio ad altissima pressione siano assolutamente necessarie per eliminare il piu’ possibile gli ossidi superficiali; solo un trattamento siffatto potrebbe mettere in evidenza la presenza di eventuali zone o aree molto ammalorate, corrose ad esempio da fenomeni di Crevice Corrosion ( Areazione differenziata ) o di riduzione consistenti dello spessore del metallo, dove magari sarebbe più opportuno eseguire, se necessario, un intervento a livello strutturale. Le domande Andando in autostrada ed in particolare su alcuni tratti in questi ultimi anni abbiamo potuto notare un sostanziale utilizzo dell’acciaio Corten non verniciato relativamente alla costruzione dei ponti . A livello personale mi sono chiesto più volte quali siano le motivazioni all’origine di questa scelta cosi massiccia . Sono motivate da effettivi risparmi? e se sì, in quali termini?. Sarei felice di poter essere rassicurato che la scelta e’ oculata e davvero utile per ridurre i costi di costruzione e gestione delle opere, un vero caso di efficienza della spesa pubblica!! Fino ad ora però non sono stato confortato su questo ed il dubbio che permane è che la scelta sia dovuta ad altre considerazioni. E’ lecito pensare che il Corten “non abbia bisogno di manutenzione”? Su quali presupposti si fonda questa certezza di “MANUTENZIONE NON NECESSARIA ” ? Come mai negli USA dopo aver costruito oltre 2.000 ponti in Corten senza verniciarli , si è ricorso in toto alla verniciatura? Aggiungo: come mai solo in poche altre regioni europee si usa il Corten “autopatinante” nelle opere strutturali come da noi? Ribadisco che sarei felice di sapere che in Italia abbiamo scoperto l’uovo di Colombo e che il Corten è risolutore di molti problemi! Ultimo, ma non ultimo; il Corten costa davvero meno dell’acciaio al carbonio verniciato? Qualcuno, oggi pomeriggio, mi auguro, ci possa dare qualche riferimento in termini di costo comparando Corten con una struttura in acciaio al carbonio tradizionale . Ho sentito dire che in una struttura con Corten, solitamente, si prevede a livello di progettazione un incremento degli spessori al fine di aumentarne il tempo di vita utile. Se questo corrisponde a verità , considerando che l’acciaio al Corten costa decisamente di piu’ rispetto a quello tradizionale al carbonio , facendo le debite somme non è che il Corten venga a costare “TROPPO”? Lo sapete che oggi ci sono cicli di verniciatura / metallizzazione che possono arrivare al secolo? E’ probabile che l’insuccesso di vecchi cicli di pitturazione su acciaio al carbonio, che hanno poi richiesto costosi rifacimenti, sia in parte responsabile di questa “moda”; ma per fortuna oggi, anche in italia, esistono esperienze ed esperti, ispettori e tecnici di altissimo livello che sono in grado di prevenire la maggior parte degli insuccessi del passato. Propongo percio’ che questo pomeriggio si inizi a discutere della creazione, in tempi brevi, di una commissione di lavoro a cui invito tutti gli interessati da tenersi con Anas o il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici o altri enti pubblici che siano disponibili a coordinarne i lavori. Questa commissione dovrebbe affrontare con metodo scientifico le problematiche del corten nonche’ della creazione di una procedura di ispezione per verificarne lo stato attuale del Corten in esercizio e proporre le soluzioni da attuare nei vari casi; in alternativa si potrebbe creare un gruppo di lavoro, a cui come associazione e gruppo Ispac potremmo collaborare, che con Anas ed altri enti stradali, eseguano un primo screening dei ponti in esercizio per verificarne lo stato e da li determinare criteri di verifica e procedure di intervento manutentivo. Loris Loschi a nome di tutti i Colorifici