Expo ,quandomancailcoraggio CassepensionieiniziativaMinder

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Expo ,quandomancailcoraggio CassepensionieiniziativaMinder
lettere&opinioni
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Corriere del ticino
Sabato 4 ottobre 2014
l’opinione zxy CorraDo KNeSCHaUreK*
i giochi
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Expo , quando manca il coraggio
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orizzontali
1. Incremento di prezzo del commerciante - 10. raccolta di vini pregiati - 11.
Lieve... all’inglese - 13. Città sul Lago di Ginevra - 14. I cittadini di uno stato - 16.
brilla in testa - 18. Finiscono insieme - 19. Nel gruppo - 20. Uomo in latino - 21.
Menomati - 24. In casa e in piazza - 25. Città portuale di Cipro - 26. appisolati,
assopiti - 27. Cibi squisiti e raffinati - 29. Piatto giapponese a base di pesce
crudo e riso - 30. Pari in dote - 31. Nota Dell’autore - 33. Honoris Causa - 34.
tugurio o casupola - 36. Il suo verso è qua - 38. Parola ingiuriosa - 39. Il romanziere Scott - 40. Pinguedine.
zxy L’anno scorso il
popolo grigionese
aveva declinato il
progetto
delle
olimpiadi invernali del 2022 per
timori finanziari
ed ambientali. Il
solo studio del
progetto costò ai
Grigioni ben 5 milioni di franchi. Nel 1997 il popolo vallesano aveva accettato il progetto dei
giochi olimpici invernali del 2006 ed il
governo cantonale si era dichiarato
consenziente a finanziare con 30 milioni l’evento oltre a coprire un eventuale deficit operativo fino a concorrenza di 40 milioni, ma le Olimpiadi
furono poi aggiudicate a Torino.
Sorte ben più tormentata fu conosciuta
dall’ultima Expo nazionale del 2002
(quella delle «Arteplages» nel Seeland
bernese) che a causa di problemi organizzativi, logistici, progettuali e soprattutto finanziari venne addirittura posticipata di un anno! Il Consiglio Nazionale dovette votare ben due volte
crediti aggiuntivi e fu istituita una
commissione speciale di sorveglianza.
Alla fine tutto quanto costò al cittadino/contribuente quasi un miliardo e
mezzo (cioè 1.500 milioni) di franchi.
Per Expo 2015 la Confederazione ha
stanziato 23,1 milioni, dopo averne
stanziati 20 per l’esposizione del 2010
a Shangai. Nessuno in Svizzera si sognò di indire un referendum per questi
crediti, malgrado siano comunque soldi nostri. Gli svizzeri sono coscienti che
fuori dai nostri confini c’è il resto del
mondo con un mondo di opportunità.
Parallelamente la Svizzera costruisce
una galleria ferroviaria con un costo
stimato in poco meno di 20 miliardi,
con crediti e tasse approvati dal popolo.
Grandi opere e grandi eventi sono entrambi investimenti, ma se i primi sono concreti, tangibili e duraturi, i secondi sono più effimeri, meno misurabili, meno longevi e hanno meno tempo di pianificazione. I primi conoscono
un iter politico ben più lungo di quanto non lo possa essere una manifestazione. Il voto di domenica ha espresso
i timori e le incertezze di una parte di
ticinesi nei confronti di simili manifestazioni e dell’Italia con il governo della quale abbiamo alcuni contenziosi.
Siamo però andati a Shangai, Pechino
e a Sochi malgrado gli aspetti di Cina
e Russia in fatto di democrazia e di
diritti dell’uomo non siano quisquiglie.
La richiesta di credito ticinese era forse
tardiva, mal strutturata, con scarsa informazione e mancavano progetti concreti, ma per sviluppare progetti ci vogliono soldi e questi non si vogliono
stanziare se non ci sono progetti concreti: il classico caso del gatto che si
morde la cosa. Il solo fatto che altri
cantoni alpini abbiano aderito a progetti comuni senza chiedere preventivamente il popolo lo dimostra. Ogni
tanto si deve agire di pancia ed afferrare le opportunità al volo. Chi nella
vita ha organizzato anche piccoli
eventi lo sa.
Peccato che il Ticino non dimostri
maggiore entusiasmo, coraggio e iniziativa approfittando delle occasioni
che gli vengono presentate e che politicamente si giochi costantemente sulle
paure o sulle casalinghe scaramucce
(inter)partitiche.
Mi manca, negli ultimi anni, lo spirito
che animò i mondiali di ciclismo del
1996. Allora il Ticino e Lugano ereditarono l’organizzazione dell’importante
evento a causa di pasticci e ritardi (ancora!) di coloro che a Wil avevano ricevuto il mandato dall’UCI. In soli nove
mesi un comitato organizzativo costituito ad hoc e capitanato da Rocco
Cattaneo mise in piedi la manifestazione che conobbe successo e riconoscimenti e sull’onda della quale ancora
oggi si organizza il «Gianetti Day».
Non vi era tempo da perdere in futili
discussioni. Il budget era dato e tutti
hanno tirato la corda dalla stessa parte. Solo così il Ticino può affrontare il
futuro e pensare di giocare le partite a
vantaggio di tutti.
A Milano ci saremo; un po’ meno visibili, ma ci saremo. Con la Svizzera.
* albergatore
vertiCali
1. Il ritorno di una moda - 2. Forzato digiuno - 3. riedizione di una canzone - 4.
Una che non crede in Dio - 5. antoine, centrocampista del FC Lugano - 6. Uniche
in centro - 7. C’è quello d’antibes - 8. risuona di versi - 9. Ideale irrealizzabile
- 11. Stimolano il cavallo - 12. onde di mare - 15. Uniformità - 17. Il regista Calopresti - 21. andati a male - 22. Capitale del Kenya - 23. Non hanno votato - 25.
Pinnipedi del circo - 26. alcuni... a Parigi - 27. La città di Puccini - 28. L’istituzione
dell’oNU per la fame nel mondo (sigla) - 29. esibizione - 32. Caramellina sferica - 34. Il quarto mese in breve - 35. Uno dei tre fratelli Kennedy - 37. L’attore
Pacino - 38. Vocali in verde.
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l’opinione zxy DoMeNICo FerrarI* - DaNIeLa SCHMItz**
Casse pensioni e iniziativa Minder
zxy Secondo l’Ordinanza contro le retribuzioni eccessive nelle società quotate
in borsa (OReSa), le casse pensioni
svizzere sono tenute a esercitare il diritto di voto in merito alle remunerazioni degli organi superiori e all’elezione dei membri del consiglio di amministrazione delle società presso le quali
detengono – in via diretta o indiretta
(cioè tramite dei fondi) – una partecipazione. Se i grandi istituti di previdenza adempivano i requisiti OReSa
già molto tempo prima dell’entrata in
vigore della stessa, per le casse pensioni più piccole il principio di assunzione del diritto di voto può comportare
un onere considerevole. A molti non è
chiaro, in particolare, né attraverso
quali modalità si debba giungere alla
decisione di voto (ossia come debba
avvenire la formazione del consenso)
né chi sia concretamente responsabile
di tale atto.
L’OReSa esige un comportamento di
voto nell’«interesse degli assicurati» e
orientato alla «durevole prosperità
dell’istituto di previdenza». Per motivi
di economicità, molte casse ricorreranno quindi a consulenti in materia di
voto (proxy advisor), ossia dei soggetti
terzi chiamati a formulare una raccomandazione di voto.
L’OReSa richiede l’allestimento di un
rapporto sul comportamento di voto,
la cui forma è però lasciata libera. Nel
frattempo, si è fatto largo un consenso
secondo cui tale «relazione riassuntiva» vada redatta in forma sintetica
poco tempo dopo lo svolgimento
dell’assemblea generale degli azionisti
(i suoi contenuti di massima sarebbero
il nome della società anonima, una
descrizione delle trattande e il corrispondente comportamento di voto della cassa). La maggior parte dei consulenti in materia di voto offre soluzioni
web grazie alle quali il rendiconto individuale richiesto può essere allestito
autonomamente in modo semplice.
Siccome l’obbligo di voto vale unicamente per le azioni possedute in via
diretta, esso potrebbe essere aggirato
attraverso degli investimenti patrimoniali indiretti (i cosiddetti fondi d’investimento). Le grandi casse pensioni
interpellate dagli autori del presente
contributo non prevedono tuttavia al-
cuna sostanziale modifica della struttura del loro patrimonio attraverso la
vendita di quantitativi importanti di
azioni. Nel caso degli istituti più piccoli, il Fachverband für den BVGStiftungsrat (SRPK) parte dal presupposto che essi si libereranno dei titoli
singoli.
Secondo il rapporto integrativo OReSa
pubblicato dal Dipartimento federale
di giustizia e polizia, l’obbligo di voto
vale anche per gli investimenti collettivi, nella misura in cui venga concesso
un diritto di voto ai detentori di quote.
Che ne è però dei fondi rispetto ai quali le casse possono esprimere determinate preferenze di voto (quali UBS Voice)? Secondo la Legge sugli investimenti collettivi (LICol) non vi è alcun fondo d’investimento che conceda diritti
di voto ai sensi dell’OReSa e, in ultima
analisi, la decisione di voto spetta sempre alla direzione del fondo. Di conseguenza, in questi casi gli istituti di previdenza sono esonerati dall’obbligo di
voto. Un’ulteriore possibilità di aggiramento dell’obbligo di voto è costituita
dal prestito di titoli (securities lending), nell’ambito del quale viene prestato anche il diritto di voto.
Alcune casse pensioni contattate dagli
autori considerano giustificata tale
prassi laddove si consegua un ricavo
aggiuntivo. L’Associazione svizzera degli istituti di previdenza (ASIP), per
contro, considera inammissibile il securities lending nel caso in cui esso
impedisca l’esercizio dei diritti di voto.
Le astensioni dal voto non costituiscono una soluzione ragionevole in quanto, per molte società, esse sono assimilate per regolamento a dei voti contrari. Qui si pone però la domanda a sapere come mai l’OReSa richiede alle
casse un’esplicitazione dettagliata del
comportamento di voto quando esse
non seguono le direttive del consiglio
di amministrazione. Siccome in questo
modo esiste il rischio che le decisioni
vengano prese, per comodità, in ossequio alle proposte del consiglio di amministrazione, ciò che non sarebbe nello spirito dell’iniziativa Minder.
In fin dei conti, chi assicura che le casse pensioni abbiano effettivamente votato e chi valuta il relativo rapporto?
«Qualcuno dovrà sporcarsi le mani:
alla fine saranno gli uffici di revisione»: così ha risposto alla domanda
una grande società di revisione. Ancora poco tempo fa, una grande autorità
di vigilanza sulle fondazioni ha consigliato alle casse sotto la sua supervisione di integrare il rapporto riassuntivo
nell’allegato al conto annuale, ciò che
genererebbe spese aggiuntive in sede di
revisione dei conti difficilmente giustificabili. Nel frattempo, la Conferenza
delle autorità cantonali di sorveglianza LPP e delle fondazioni consiglia
semplicemente di annotare nell’allegato «quando e dove è avvenuta la pubblicazione».
Indipendentemente da ciò il rispetto
dell’OReSa è, con ogni probabilità, da
considerarsi parte della verifica dell’organizzazione, della gestione e dell’investimento patrimoniale ai sensi
dell’Art. 52c cpv. 1 LPP. In tale contesto,
l’ufficio di revisione confermerà il rispetto dell’OReSa piuttosto in termini
globali che non nei singoli contenuti.
Spetta per contro all’autorità di vigilanza, in quanto istanza deputata al
controllo di legittimità, verificare l’esistenza e il contenuto delle modifiche
regolamentari resesi necessarie (in
particolare quelle del regolamento
concernente gli investimenti). Inoltre,
l’autorità di vigilanza sarà tenuta a
verificare in modo approfondito le modalità di esercizio del diritto di voto e
la rendicontazione agli assicurati soltanto se resa attenta all’esistenza di
eventuali lacune da parte di soggetti
terzi.
In sintesi, è possibile affermare che l’iniziativa Minder costa sì qualcosa alle
casse pensioni, ma non le pone certo di
fronte a problemi irrisolvibili. Il timore, espresso alla vigilia della votazione,
di un’accelerazione del processo di ristrutturazione del settore – con la conseguente sparizione di un numero importante di casse – non sembra quindi
fondato.
* docente-ricercatore al Dipartimento di Economia
Aziendale, Sanità e Sociale (DEASS) della SUPSI
** collaboratrice scientifica all’Institut für Management &
Innovation della Fernfachhochschule Schweiz (FFHS). Gli
autori hanno analizzato, insieme a Karsten Döhnert
dell’Institut für Finanzdienstleistungen Zug (IFZ) della SUP
di Lucerna, gli impatti legati all’applicazione dell’iniziativa
Minder alle casse pensioni
le regole Della rubriCa zxy Le lettere destinate a questa rubrica sono prese in considerazione solo se corredate di nome, cognome, indirizzo dell’autore
e di un numero di telefono che renda possibile il controllo da parte della redazione. La verifica di autenticità non costituisce garanzia di pubblicazione. zxy Nella
pagina non vengono pubblicate lettere in forma anonima. Solo in casi eccezionali, nome, cognome e comune di domicilio dell’autore possono essere omessi,
in particolare per ragioni di tutela della privacy o di sicurezza personale. eventuali richieste in tal senso vanno fatte in calce allo scritto inviato alla redazione. Il
giornale, a sua piena e completa discrezione, potrà dare o non dare seguito a tale richiesta, rinunciando eventualmente alla pubblicazione. Se la lettera è pubblicata senza firma, resta comunque riservato il diritto di rivelare l’identità del mittente in caso di procedura giudiziaria. zxy Scritti anonimi o redatti in termini non
urbani saranno cestinati. zxy La redazione si riserva il diritto di accorciare testi troppo lunghi. zxy Le lettere pubblicate non impegnano comunque in alcun modo il
giornale.
la redazione