Expo ,quandomancailcoraggio CassepensionieiniziativaMinder
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Expo ,quandomancailcoraggio CassepensionieiniziativaMinder
lettere&opinioni 32 Corriere del ticino Sabato 4 ottobre 2014 l’opinione zxy CorraDo KNeSCHaUreK* i giochi 1 2 3 4 5 6 7 8 10 11 14 13 16 24 12 15 17 18 21 20 Expo , quando manca il coraggio 9 19 22 23 30 31 25 26 27 28 29 33 34 36 32 35 38 37 39 40 orizzontali 1. Incremento di prezzo del commerciante - 10. raccolta di vini pregiati - 11. Lieve... all’inglese - 13. Città sul Lago di Ginevra - 14. I cittadini di uno stato - 16. brilla in testa - 18. Finiscono insieme - 19. Nel gruppo - 20. Uomo in latino - 21. Menomati - 24. In casa e in piazza - 25. Città portuale di Cipro - 26. appisolati, assopiti - 27. Cibi squisiti e raffinati - 29. Piatto giapponese a base di pesce crudo e riso - 30. Pari in dote - 31. Nota Dell’autore - 33. Honoris Causa - 34. tugurio o casupola - 36. Il suo verso è qua - 38. Parola ingiuriosa - 39. Il romanziere Scott - 40. Pinguedine. zxy L’anno scorso il popolo grigionese aveva declinato il progetto delle olimpiadi invernali del 2022 per timori finanziari ed ambientali. Il solo studio del progetto costò ai Grigioni ben 5 milioni di franchi. Nel 1997 il popolo vallesano aveva accettato il progetto dei giochi olimpici invernali del 2006 ed il governo cantonale si era dichiarato consenziente a finanziare con 30 milioni l’evento oltre a coprire un eventuale deficit operativo fino a concorrenza di 40 milioni, ma le Olimpiadi furono poi aggiudicate a Torino. Sorte ben più tormentata fu conosciuta dall’ultima Expo nazionale del 2002 (quella delle «Arteplages» nel Seeland bernese) che a causa di problemi organizzativi, logistici, progettuali e soprattutto finanziari venne addirittura posticipata di un anno! Il Consiglio Nazionale dovette votare ben due volte crediti aggiuntivi e fu istituita una commissione speciale di sorveglianza. Alla fine tutto quanto costò al cittadino/contribuente quasi un miliardo e mezzo (cioè 1.500 milioni) di franchi. Per Expo 2015 la Confederazione ha stanziato 23,1 milioni, dopo averne stanziati 20 per l’esposizione del 2010 a Shangai. Nessuno in Svizzera si sognò di indire un referendum per questi crediti, malgrado siano comunque soldi nostri. Gli svizzeri sono coscienti che fuori dai nostri confini c’è il resto del mondo con un mondo di opportunità. Parallelamente la Svizzera costruisce una galleria ferroviaria con un costo stimato in poco meno di 20 miliardi, con crediti e tasse approvati dal popolo. Grandi opere e grandi eventi sono entrambi investimenti, ma se i primi sono concreti, tangibili e duraturi, i secondi sono più effimeri, meno misurabili, meno longevi e hanno meno tempo di pianificazione. I primi conoscono un iter politico ben più lungo di quanto non lo possa essere una manifestazione. Il voto di domenica ha espresso i timori e le incertezze di una parte di ticinesi nei confronti di simili manifestazioni e dell’Italia con il governo della quale abbiamo alcuni contenziosi. Siamo però andati a Shangai, Pechino e a Sochi malgrado gli aspetti di Cina e Russia in fatto di democrazia e di diritti dell’uomo non siano quisquiglie. La richiesta di credito ticinese era forse tardiva, mal strutturata, con scarsa informazione e mancavano progetti concreti, ma per sviluppare progetti ci vogliono soldi e questi non si vogliono stanziare se non ci sono progetti concreti: il classico caso del gatto che si morde la cosa. Il solo fatto che altri cantoni alpini abbiano aderito a progetti comuni senza chiedere preventivamente il popolo lo dimostra. Ogni tanto si deve agire di pancia ed afferrare le opportunità al volo. Chi nella vita ha organizzato anche piccoli eventi lo sa. Peccato che il Ticino non dimostri maggiore entusiasmo, coraggio e iniziativa approfittando delle occasioni che gli vengono presentate e che politicamente si giochi costantemente sulle paure o sulle casalinghe scaramucce (inter)partitiche. Mi manca, negli ultimi anni, lo spirito che animò i mondiali di ciclismo del 1996. Allora il Ticino e Lugano ereditarono l’organizzazione dell’importante evento a causa di pasticci e ritardi (ancora!) di coloro che a Wil avevano ricevuto il mandato dall’UCI. In soli nove mesi un comitato organizzativo costituito ad hoc e capitanato da Rocco Cattaneo mise in piedi la manifestazione che conobbe successo e riconoscimenti e sull’onda della quale ancora oggi si organizza il «Gianetti Day». Non vi era tempo da perdere in futili discussioni. Il budget era dato e tutti hanno tirato la corda dalla stessa parte. Solo così il Ticino può affrontare il futuro e pensare di giocare le partite a vantaggio di tutti. A Milano ci saremo; un po’ meno visibili, ma ci saremo. Con la Svizzera. * albergatore vertiCali 1. Il ritorno di una moda - 2. Forzato digiuno - 3. riedizione di una canzone - 4. Una che non crede in Dio - 5. antoine, centrocampista del FC Lugano - 6. Uniche in centro - 7. C’è quello d’antibes - 8. risuona di versi - 9. Ideale irrealizzabile - 11. Stimolano il cavallo - 12. onde di mare - 15. Uniformità - 17. Il regista Calopresti - 21. andati a male - 22. Capitale del Kenya - 23. Non hanno votato - 25. Pinnipedi del circo - 26. alcuni... a Parigi - 27. La città di Puccini - 28. L’istituzione dell’oNU per la fame nel mondo (sigla) - 29. esibizione - 32. Caramellina sferica - 34. Il quarto mese in breve - 35. Uno dei tre fratelli Kennedy - 37. L’attore Pacino - 38. Vocali in verde. rebUS (frase 9, 12) SUDoKU 5 1 Medio 3 6 6 8 2 4 2 3 6 5 7 1 9 2 7 2 4 5 3 7 2 6 9 1 4 Difficile 4 7 3 1 4 8 9 2 3 1 6 8 7 9 8 8 3 4 2 1 9 8 7 2 4 1 5 3 5 7 8 3 5 le soluzioni DeL NUMero PreCeDeNte Cruciverba 1 P 11 E 2 E 3 C 4 E V A L E M A O R O 14 17 20 S A 29 T E F F E 27 D 30 L U P E E M I R P O L I 34 37 40 R 42 E 5 T O N 18 T A R A 35 S I I A C E R O R I 19 R I 7 13 I R 36 E O 8 C R I A H O A N A E I 22 C 25 N O A T E 33 O O 10 D 32 I 9 D I V N 28 C I S E S S A I T A N I C 43 S 23 L I T R L A 38 41 E A N 16 D D O R A 12 N O 31 I P Sudoku 6 15 N 21 24 S 26 S R E I 39 I E 8 1 6 2 4 7 3 5 9 3 4 7 1 5 9 2 6 8 2 5 9 3 6 8 1 7 4 5 6 2 4 8 1 9 3 7 4 7 3 5 9 2 6 8 1 1 9 8 6 7 3 5 4 2 7 2 1 8 3 5 4 9 6 9 3 4 7 1 6 8 2 5 6 8 5 9 2 4 7 1 3 rebus (11, 6, 4) t ras Cina Nt emù si Ca = trascinante musica 5 1 4 2 3 7 6 8 9 8 2 6 1 5 9 3 7 4 9 3 7 4 6 8 5 1 2 2 4 1 3 8 6 7 9 5 6 5 3 7 9 2 1 4 8 7 8 9 5 1 4 2 3 6 3 6 2 8 4 1 9 5 7 4 7 5 9 2 3 8 6 1 1 9 8 6 7 5 4 2 3 l’opinione zxy DoMeNICo FerrarI* - DaNIeLa SCHMItz** Casse pensioni e iniziativa Minder zxy Secondo l’Ordinanza contro le retribuzioni eccessive nelle società quotate in borsa (OReSa), le casse pensioni svizzere sono tenute a esercitare il diritto di voto in merito alle remunerazioni degli organi superiori e all’elezione dei membri del consiglio di amministrazione delle società presso le quali detengono – in via diretta o indiretta (cioè tramite dei fondi) – una partecipazione. Se i grandi istituti di previdenza adempivano i requisiti OReSa già molto tempo prima dell’entrata in vigore della stessa, per le casse pensioni più piccole il principio di assunzione del diritto di voto può comportare un onere considerevole. A molti non è chiaro, in particolare, né attraverso quali modalità si debba giungere alla decisione di voto (ossia come debba avvenire la formazione del consenso) né chi sia concretamente responsabile di tale atto. L’OReSa esige un comportamento di voto nell’«interesse degli assicurati» e orientato alla «durevole prosperità dell’istituto di previdenza». Per motivi di economicità, molte casse ricorreranno quindi a consulenti in materia di voto (proxy advisor), ossia dei soggetti terzi chiamati a formulare una raccomandazione di voto. L’OReSa richiede l’allestimento di un rapporto sul comportamento di voto, la cui forma è però lasciata libera. Nel frattempo, si è fatto largo un consenso secondo cui tale «relazione riassuntiva» vada redatta in forma sintetica poco tempo dopo lo svolgimento dell’assemblea generale degli azionisti (i suoi contenuti di massima sarebbero il nome della società anonima, una descrizione delle trattande e il corrispondente comportamento di voto della cassa). La maggior parte dei consulenti in materia di voto offre soluzioni web grazie alle quali il rendiconto individuale richiesto può essere allestito autonomamente in modo semplice. Siccome l’obbligo di voto vale unicamente per le azioni possedute in via diretta, esso potrebbe essere aggirato attraverso degli investimenti patrimoniali indiretti (i cosiddetti fondi d’investimento). Le grandi casse pensioni interpellate dagli autori del presente contributo non prevedono tuttavia al- cuna sostanziale modifica della struttura del loro patrimonio attraverso la vendita di quantitativi importanti di azioni. Nel caso degli istituti più piccoli, il Fachverband für den BVGStiftungsrat (SRPK) parte dal presupposto che essi si libereranno dei titoli singoli. Secondo il rapporto integrativo OReSa pubblicato dal Dipartimento federale di giustizia e polizia, l’obbligo di voto vale anche per gli investimenti collettivi, nella misura in cui venga concesso un diritto di voto ai detentori di quote. Che ne è però dei fondi rispetto ai quali le casse possono esprimere determinate preferenze di voto (quali UBS Voice)? Secondo la Legge sugli investimenti collettivi (LICol) non vi è alcun fondo d’investimento che conceda diritti di voto ai sensi dell’OReSa e, in ultima analisi, la decisione di voto spetta sempre alla direzione del fondo. Di conseguenza, in questi casi gli istituti di previdenza sono esonerati dall’obbligo di voto. Un’ulteriore possibilità di aggiramento dell’obbligo di voto è costituita dal prestito di titoli (securities lending), nell’ambito del quale viene prestato anche il diritto di voto. Alcune casse pensioni contattate dagli autori considerano giustificata tale prassi laddove si consegua un ricavo aggiuntivo. L’Associazione svizzera degli istituti di previdenza (ASIP), per contro, considera inammissibile il securities lending nel caso in cui esso impedisca l’esercizio dei diritti di voto. Le astensioni dal voto non costituiscono una soluzione ragionevole in quanto, per molte società, esse sono assimilate per regolamento a dei voti contrari. Qui si pone però la domanda a sapere come mai l’OReSa richiede alle casse un’esplicitazione dettagliata del comportamento di voto quando esse non seguono le direttive del consiglio di amministrazione. Siccome in questo modo esiste il rischio che le decisioni vengano prese, per comodità, in ossequio alle proposte del consiglio di amministrazione, ciò che non sarebbe nello spirito dell’iniziativa Minder. In fin dei conti, chi assicura che le casse pensioni abbiano effettivamente votato e chi valuta il relativo rapporto? «Qualcuno dovrà sporcarsi le mani: alla fine saranno gli uffici di revisione»: così ha risposto alla domanda una grande società di revisione. Ancora poco tempo fa, una grande autorità di vigilanza sulle fondazioni ha consigliato alle casse sotto la sua supervisione di integrare il rapporto riassuntivo nell’allegato al conto annuale, ciò che genererebbe spese aggiuntive in sede di revisione dei conti difficilmente giustificabili. Nel frattempo, la Conferenza delle autorità cantonali di sorveglianza LPP e delle fondazioni consiglia semplicemente di annotare nell’allegato «quando e dove è avvenuta la pubblicazione». Indipendentemente da ciò il rispetto dell’OReSa è, con ogni probabilità, da considerarsi parte della verifica dell’organizzazione, della gestione e dell’investimento patrimoniale ai sensi dell’Art. 52c cpv. 1 LPP. In tale contesto, l’ufficio di revisione confermerà il rispetto dell’OReSa piuttosto in termini globali che non nei singoli contenuti. Spetta per contro all’autorità di vigilanza, in quanto istanza deputata al controllo di legittimità, verificare l’esistenza e il contenuto delle modifiche regolamentari resesi necessarie (in particolare quelle del regolamento concernente gli investimenti). Inoltre, l’autorità di vigilanza sarà tenuta a verificare in modo approfondito le modalità di esercizio del diritto di voto e la rendicontazione agli assicurati soltanto se resa attenta all’esistenza di eventuali lacune da parte di soggetti terzi. In sintesi, è possibile affermare che l’iniziativa Minder costa sì qualcosa alle casse pensioni, ma non le pone certo di fronte a problemi irrisolvibili. Il timore, espresso alla vigilia della votazione, di un’accelerazione del processo di ristrutturazione del settore – con la conseguente sparizione di un numero importante di casse – non sembra quindi fondato. * docente-ricercatore al Dipartimento di Economia Aziendale, Sanità e Sociale (DEASS) della SUPSI ** collaboratrice scientifica all’Institut für Management & Innovation della Fernfachhochschule Schweiz (FFHS). Gli autori hanno analizzato, insieme a Karsten Döhnert dell’Institut für Finanzdienstleistungen Zug (IFZ) della SUP di Lucerna, gli impatti legati all’applicazione dell’iniziativa Minder alle casse pensioni le regole Della rubriCa zxy Le lettere destinate a questa rubrica sono prese in considerazione solo se corredate di nome, cognome, indirizzo dell’autore e di un numero di telefono che renda possibile il controllo da parte della redazione. La verifica di autenticità non costituisce garanzia di pubblicazione. zxy Nella pagina non vengono pubblicate lettere in forma anonima. Solo in casi eccezionali, nome, cognome e comune di domicilio dell’autore possono essere omessi, in particolare per ragioni di tutela della privacy o di sicurezza personale. eventuali richieste in tal senso vanno fatte in calce allo scritto inviato alla redazione. Il giornale, a sua piena e completa discrezione, potrà dare o non dare seguito a tale richiesta, rinunciando eventualmente alla pubblicazione. 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