Educazione alla sicurezza stradale
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Educazione alla sicurezza stradale
Liceo Statale Scientifico e Linguistico “Galileo Ferraris” con opzione di “Scienze applicate” Via Mascherpa, 10/A – 74121 TARANTO - C.F. 90172400732 TEL.: 099/7797819 - Succursale 099/ 7369374 - FAX 099/7701679 www.liceoferraris.gov.it; e-mail [email protected]; PEC: [email protected] PIANO DELL’OFFERTA FORMATIVA del Liceo Scientifico “G. Ferraris” Triennio 2010 - 2013 Annualità 2011 - 2012 ALLEGATO 11 AL P.O.F. EDUCAZIONE ALLA SICUREZZA STRADALE Approvato dal Consiglio d’Istituto con delibera 5 maggio 2010, n. 87 ALLEGATO 11 EDUCAZIONE ALLA SICUREZZA STRADALE Nell’arco di un secolo, il mondo si è arricchito di un nuovo tipo di oggetti: duri, metallici, contundenti, gli automezzi sono cresciuti con ritmo ed in quantità tale che, se si trattasse della popolazione di una specie vivente, si dovrebbe parlare di una vera esplosione demografica, a carattere invasivo nei confronti di tutte le altre specie! Autovetture, motocicli, scooter, minicar, ecc., sono indubbiamente “strumenti”, utili rispetto alle finalità per cui sono concepiti e non causa di incidenti di per sé (sebbene, sotto il profilo degli scarichi, siano irriducibilmente una delle più tossiche fonti di inquinamento). Tuttavia, la potenza e la velocità intrinseca dei mezzi, moltiplicate per il numero enorme che costituisce il parco circolante ed unite al fatto che gli esseri umani, per natura fallibili e incerti nella valutazione dei propri limiti, stentano a rendersi conto con precisione del fatto che, quando si sale a bordo di una vettura si accinge a sedere su di una vera e propria bomba cinetica; tutto ciò, accompagnato dal funesto basso continuo delle quotidiane statistiche dei morti e dei feriti sulle strade vicine e lontane, mostra con drammatica chiarezza la necessità di attrezzarsi per realizzare con efficacia una “educazione alla sicurezza stradale”, proprio a cominciare dalle scuole. E’ quanto viene richiesto dalla direttiva del Ministro della Pubblica Istruzione, prot. n. 1437/A6 del 15 marzo 2007, avente per oggetto “Linee di indirizzo in materia di educazione alla sicurezza stradale”. Il documento è stato attualizzato poi nel contesto locale grazie ad una strategia condivisa tra l’Ufficio Scolastico Regionale per la Puglia e l’Assessorato ai Trasporti della Regione Puglia, la quale, partendo dal protocollo di intesa siglato il 28 gennaio 2008, è sfociata nel 2009 nella produzione delle agili “Linee guida per la progettazione di interventi di Educazione alla sicurezza stradale per le scuole di ogni ordine e grado.” Il problema, allora, è come la scuola possa progettare in modo realistico percorsi di educazione alla sicurezza stradale al proprio interno, considerando quanto già sia oberata da impegni, curricolari ed extracurricolari, e, al tempo stesso, privata di risorse. Impensabile l’aggiunta di nuove discipline (e non pensata, peraltro, dal recente riordino degli ordinamenti liceali), si tratta di partire dalla natura intrinsecamente interdisciplinare dell’oggetto in questione. L’educazione alla sicurezza stradale si situa, infatti, all’incrocio di numerosi altri ambiti educativi e di istruzione, ossia: - l’educazione alla legalità ed il rispetto delle regole - le nozioni di cinematica e dinamica - l’educazione alla percezione del rischio e alla conoscenza dei propri limiti - l’educazione al rispetto dell’altro, della sua salute ed incolumità - la formazione allo sviluppo sostenibile, ivi inclusa la riflessione sulle forme di mobilità e di organizzazione delle città - l’attenzione alle forme di comunicazione non verbale (educazione acustica e controllo di altre percezioni sensoriali) - l’educazione alla percezione del rischio - la riflessione critica sui modelli espliciti od impliciti offerti dal mondo della pubblicità - la cultura del soccorso - la conoscenza degli effetti dell’alcool e di sostanze stupefacenti e psicotrope. ambiti che devono essere posti in concorso significativo per lo sviluppo armonico delle personalità dei nostri studenti. Il fatto importante da sottolineare è che nel precedente elenco non figurano discipline, ambiti formativi, progetti che non siano già inclusi nella progettazione curricolare ed extracurricolare dell’istituto. Si tratta, dunque, di sviluppare alcuni spunti o temi con maggiore consapevolezza e in modo più coordinato, in vista del raggiungimento dell’obiettivo educativo trasversale comune. Per esempio, occorre che gli insegnanti di fisica sfruttino il potenziale educativo degli argomenti di cinematica e dinamica: il ragazzo o la ragazza che esce dalla discoteca, dovrebbe ricordare che “là fuori”, nel mondo, operano leggi fisiche inflessibili; che la forza centripeta necessaria a percorrere una curva di dato raggio a data velocità non può essere ottenuta oltre certi limiti dipendenti dalla tenuta di strada dei pneumatici ecc. E’ solo un esempio, ma tra i più significativi di “addentellato” dell’educazione alla sicurezza stradale direttamente all’interno del curricolo standard di un liceo. Altri aspetti afferiscono alle grandi aree macroprogettuali su cui è costruito il nostro POF: - l’attenzione etica all’altro (chi corre, potenzialmente non rispetta, non si cura della sicurezza del suo prossimo) (cfr. la prima area macroprogettuale “Chi è l’altro per me”); - il tema, strettamente connesso al precedente, dell’educazione alla legalità (“Cittadinanza e Costituzione – L’asse delle regole per il pianeta della cittadinanza”); - la riflessione critica sui mass media e, in particolare, sul linguaggio seduttivo della pubblicità (la scuola deve insegnare a decodificare, e demistificare, le immagini di SUV sfreccianti in ambienti apparentemente immacolati: è proprio la presenza di simili oggetti a contaminare quegli stessi scenari paradisiaci che dovrebbero annettere al mostro inquinante un valore aggiunto di purezza); - la conoscenza degli effetti indotti dall’alcool e dalle sostanze stupefacenti, già inclusa nel programma generale di educazione alla salute da sviluppare nel corso del quinquennio. Anche lo sviluppo delle competenze nell’area dei linguaggi risulta strettamente collegato alla tematica oggetto della presente riflessione; interessanti spunti in tal senso sono offerti dalle “Linee guida” regionali in tal senso, a patto di ricomprendere nella suddetta area anche le forme di comunicazione non verbale (si abituino i ragazzi “a camminare per la città prestando attenzione ai rumori (riconoscere i rumori della strada, controllare le reazioni in caso di rumore improvviso, la paura paralizza e può far assumere reazioni errate, ecc.) alla velocità dei veicoli (valutare con precisione le distanze ed i tempi dello spostamento, ecc.)”) [Linee guida, pag. 27] Vi è poi il tema della percezione e valutazione dei rischi, tema dotato di valenze plurime, psicologiche da un lato, conoscitive e statistiche dall’altro. Troppo spesso i giovani – e non solo loro! – sono portati ad oscillare tra l’estremo della totale sottovalutazione dei rischi (fingere che non ci siano) e la paura paralizzante derivante dal fatto che la mera esistenza di un rischio venga percepita come fonte di pericolo incontrollato e mortale. Entrambi gli atteggiamenti riflettono un rapporto immaturo con la vita e con i rischi connessi. Al riguardo “è importante, soprattutto in età adolescenziale, offrire ai ragazzi occasioni di confronto sul significato del rischio e sulle motivazioni che possono esistere alla base della ricerca di esperienze rischiose. Ai ragazzi va data l’occasione di maturare una consapevolezza su quali siano i fattori che incrementano la propria propensione al rischio e quali, invece, quelli che la riducono.” [Linee guida, pag. 28] Il ricorso alle nuove tecnologie, oltre che divertente, può essere particolarmente formativo per la costruzione della presa di coscienza dei rischi connessi ad un uso imprudente degli automezzi: “far sperimentare agli studenti anche eventualmente attraverso l’uso delle nuove tecnologie (simulatori di guida, ecc.) le possibili situazioni di rischio e le possibilità di superamento positivo dello stesso è uno sforzo fondamentale per far diminuire in modo significativo il numero di incidenti.” [Linee guida, pag. 30] Difficile appare invece, in un contesto inquinato in modo abnorme come quello della città di Taranto, fornire stimoli, per esempio, nel verso dell’utilizzo della bicicletta come mezzo di trasporto alternativo; resta il fatto che la comunità tarantini molto più di altre, e quindi anche le scuole, dovrebbe interrogarsi sulla sostenibilità del modello urbano realizzato nel corso degli ultimi decenni. *** Infine, l’azione del Liceo a favore dell’educazione alla sicurezza stradale trova da anni puntuale compimento nell’ambito formativo espressamente previsto dal Decreto Legislativo 9/02, ossia l’organizzazione di corsi per il conseguimento del “Patentino” (più correttamente: “Certificato di Idoneità alla Guida del Ciclomotore”) che anche il nostro istituto attua regolarmente, con elevato tasso di partecipazione e buoni risultati finali.